GT400X200 GT400x200 Ø150 110 MOTORE ELETTRICO 200x200 (100/100x200) 200x200 150x150 Ø150 130 DISCO PORTA MOTORE GT400x200 150x150 Ø160 240 COCLEA 150x150 200x200 Ø150 110 200x200 GIRANTE (140/160x200) 450x400 Rid. 300x200 (70/345/85x400) Rid. (40/560x400) 500x400 Isp Isp (35/515x400) Rid. Rid. Rid. Ø160 150 200x200 150x200 6 Isp 500x400 Ø160 150 250x200 150x200 550x400 500x400 Isp (60/130/60x200) Boccaglio 200x200 di aspirazione (40/415/45x400) Rid. 00 GT500X200 300x300 300 200x200 300x300 270 (95/105x200) GT400X200 GT500X200 GT400X200 00 Ø160 200 Ø160 245 150x150 Ø160 205 Ø150 120 Isp (150/150x200) 300x200 350x300 Rid. (185/165x300) 200x200 GT500X300 300x300 240 200x200 300x300 270 300x200 200x200 Ø160 240 Ø160 270 PIEDINI DI SUPPORTO / BASAMENTO BOCCAGLIO DI MANDATA 366 Ø FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ GT600X200 0 0 368 1. Definizioni generali 2. Composizione generale di un ventilatore 384 3. Il motore elettrico GT500X300 200x200 ANALISI 300x300 250 Rid. 200x200 300x200 Rid. 200x150 300x200 Rid. Isp Isp Rid. Isp (120/280x300) Rid. 300x250 Ø160 150 Rid. 400x300 (490/110x500) Rid. Rid. 600x400 Isp (440/160x400) 350x250 Isp Rid. Isp 350x250 Isp Rid. (240/110x250) 250x200 NOZIONI AGGIUNTIVE Rid. (205/95x200) 200x150 398 1. Quantità d’aria per ventilazione 400 2. Ricambi d’aria consigliati 300x300 300aspiranti 401 3. Aspirazione da cappe e pareti 250x200 (135/215x250) Rid. 300x200 250x200 (160/140x200) Rid. 250x200 ) Rid. ATEX 600x500 600x500 v600x750 0 Ø160 210 250x200 Rid. (90/210x250) 200x200 185 (450/150x500) FDGFE<EKJ Ø200 320 395 1. Equilibratura e analisi vibrometrica 396 2. Bilanciatura in campo GT600X200 (185/115x200) Isp FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ Ø200 150381 200x200 600x400 ELETTROVENTILATORI v600x380/370 v 600x500 v 600x500 300x300 350 402 403 404 405 200x200 1. Introduzione 2. Descrizione Ø200 3. Zone ATEX 270 4. Costruzione GT300X100 Ø200 300 Ø 250x200 GT600X300 (185/115x200) 200x200 Ø200 350 367 PRONTUARIO TECNICO 1. definizioni generali ELETTROVENTILATORI L’aspiratore viene normalmente richiesto per convogliare una certa portata di fluido che può essere espressa in volume o in peso per unità di tempo ed una certa pressione normalmente espressa in mm H2O oppure Pascal, necessaria per vincere le perdite di carico che si avranno nel circuito, dove questo fluido dovrà circolare. Per svolgere la prestazione richiesta l’aspiratore, qualsiasi esso sia, deve trasmettere al fluido che lo attraversa una certa quantità di energia, energia che riceve a sua volta dal motore elettrico di comando. Le due energie non sono ovviamente uguali, altrimenti il rendimento del ventilatore sarebbe del 100%. L’energia meccanica resa dal motore al ventilatore è sempre superiore a quella che il ventilatore rende al fluido trasportato. Il rendimento del ventilatore si otterrà quindi dal rapporto fra la prima e la seconda energia. Tutti i ventilatori sono quindi caratterizzati da quattro valori fondamentali per una buona selezione: • • • • portata pressione potenza assorbita rendimento energetico DEFINIZIONE DI PORTATA La portata è il volume di fluido che passa attraverso l’aspiratore nell’unità di tempo; conoscendo quindi la portata di un aspiratore, collegato ad una canalizzazione, si può calcolare la velocità del fluido nella sezione della condotta stessa con la formula: Qv v= 3600 x A Dove: v = velocità media del fluido [mt/sec] Qv = portata [mc/h] A = area della sezione della condotta [mq] Ricordando che la sezione di una condotta circolare è: π A = πr2 o A = d2 4 DEFINIZIONE DI PRESSIONE Quando un fluido è in movimento si possono distinguere tre tipi di pressione. 1. Pressione statica ( PS ) Viene definita come la pressione esercitata dal fluido sulle pareti della condotta o del recipiente in cui è contenuto. Essa agisce ugualmente in tutte le direzioni ed è indipendente dalla velocità del fluido. Prendendo come riferimento la pressione ambiente, la pressione statica è positiva quando è maggiore della pressione ambiente,negativa quando è minore. 2. Pressione dinamica ( PD ) Viene definita come la pressione corrispondente alla parte di energia posseduta dall’unità di massa del fluido a causa della sua velocità (energia cinetica). Essa agisce nella stessa direzione del moto del fluido e viene sempre considerata di segno positivo. La pressione dinamica è funzione della velocità e della densità del fluido ed è espressa dalla seguente formula, dove: 1 PD = rv 2 2 PD = pressione dinamica in Pa (Pascal) r = densità del fluido in Kg/m3 v = velocità del fluido in m/s La pressione dinamica, espressa in mm H2O, può essere calcolata con buona approssimazione, per aria nelle condizioni normali tecniche, con la seguente formula pratica: 368 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI PD = v2 HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ 16 dove: PD = pressione dinamica in mm H2O (da Pa) v = velocità del fluido in m/s FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ 3. Pressione totale ( PT ) Viene definita come la somma algebrica della pressione statica (ps) e della pressione dinamica (pd): PT = PS + PD Particolari condizioni di funzionamento del ventilatore sono: a) funzionamento a bocca chiusa b) funzionamento a bocca libera FDGFE<EKJ Il ventilatore funziona a bocca chiusa quando la portata risulta nulla. Essendo nulla la velocità del fluido attraversante anche la pressione dinamica sarà nulla. In questo caso si ha: PT = PS Questa condizione di funzionamento corrisponde all’inizio della curva di prestazione del ventilatore. Il ventilatore funziona invece a bocca libera quando sia la bocca d’aspirazione che quella di mandata non sono collegate a condotte. In questo caso la pressione statica sarà nulla per cui si ha: PT = PD La pressione generata dal ventilatore è tutta dinamica e, questa condizione di funzionamento, corrisponde al punto finale della curva di prestazione del ventilatore. DEFINIZIONE DI POTENZA ASSORBITA E RENDIMENTO ENERGETICO Un ventilatore per fornire una portata d’aria con una determinata pressione totale, richiede una certa potenza meccanica che gli viene fornita dal motore elettrico. Questa potenza, che dipende anche dal rendimento del ventilatore, è data dalla seguente formula: Qv x PT v= 3,671 x η Dove: PA = potenza assorbita [w] QV =portata [mc/h] PT = pressione totale [mmH2O] η = rendimento aeraulico [%] CLASSIFICAZIONE E TERMINOLOGIA DEI VENTILATORI La classificazione dei vari tipi di ventilatori e la relativa terminologia è stata oggetto di unificazione con la norma UNI 7972. In questa norma viene precisato, anzitutto, cosa si intende per “ventilatore”. Il termine indica la macchina operatrice generica, senza alcun elemento aggiuntivo sia all’entrata (aspirazione) che all’uscita (mandata). Per quanto riguarda le prestazioni viene data la seguente classificazione: a) Ventilatori per bassa pressione: ventilatori per pressioni inferiori a 720 pascal (< 73 mm H2O). b) Ventilatori per media pressione: ventilatori per pressioni comprese tra 720 e 3600 pascal (73 ÷ 367 mm H2O). c) Ventilatori per alta pressione: ventilatori per pressioni superiori a 3600 pascal (> 367 mm H2O). 369 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI Riguardo alle condizioni di funzionamento la norma UNI indica quanto segue: a) ventilatore per servizio normale: • ventilatore adatto per convogliare aria non tossica, non corrosiva, non infiammabile, senza particelle liquide o solide, e la cui temperatura non sia maggiore di 80°C, ovvero di 40°C nel caso che il motore ed i supporti del ventilatore si trovino investiti dall’aria convogliata. b) ventilatori per servizi speciali: • ventilatore per gas caldi: è un ventilatore adatto per convogliare gas caldi, la cui temperatura deve essere compresa entro valori specificati. Può essere costruito con materiali resistenti alle alte temperature e può essere provvisto di un dispositivo per il raffreddamento dei supporti. • ventilatore per fluidi bifase (gas liquido): è un ventilatore adatto per convogliare aria contenente particelle di liquido. Costruttivamente possono essere previsti un dispositivo per il drenaggio del liquido e protezioni, o materiali, appropriati contro la corrosione e l’erosione. • ventilatore a tenuta di gas: è un ventilatore costruito in modo tale da ridurre la fuoriuscita del gas convogliato e/o l’entrata dell’aria esterna. Il grado di tenuta dipende dal tipo e dalla pressione del gas convogliato. • ventilatore per trasporto polveri: è un ventilatore idoneo ad aspirare aria contenente polveri ed è progettato per il particolare tipo di polvere trasportata. • ventilatore attraversato per il trasporto di materiali solidi: è un ventilatore idoneo ad aspirare aria contenente materiali solidi (per es. trucioli di legno, fibre tessili, materiali pulvirulenti) ed è progettato per il particolare tipo di materiale trasportato. • ventilatore antideposito: è un ventilatore progettato in modo tale da ridurre al minimo il deposito del materiale trasportato e dotato di mezzi per la sua pulizia periodica. • ventilatore resistente all’abrasione: è un ventilatore progettato per ridurre al minimo l’abrasione. Le parti soggette ad usura sono costruite con materiali idonei all’abrasione e/o possono essere facilmente sostituibili. • ventilatore resistente alla corrosione: è un ventilatore costruito con materiale idoneo, od opportunamente rivestito, per resistere all’azione corrosiva del fluido trasportato. • ventilatore antiscintilla: è un ventilatore progettato per ridurre il rischio di provocare scintille che possono avere luogo per sfregamento fra le parti che lo compongono, oppure con un materiale proveniente dall’esterno. Sono previsti diversi tipi di costruzione, secondo il grado di sicurezza ritenuto necessario e definito dalle nuove norme ATEX. VENTILATORI A TRASMISSIONE Qualche volta in installazioni industriali od in impianti di ventilazione si richiedono determinate prestazioni, in pressione e portata, con tolleranze molto strette. In tali casi è difficile poter soddisfare la richiesta con ventilatori direttamente accoppiati. Un modello può presentare prestazioni insufficienti mentre quello immediatamente successivo della stessa serie, prestazioni esuberanti e non accettabili. D’altra parte costruire un modello speciale, con girante di diametro appropriato, intermedio tra due successivi della serie dei diametri disponibili, è in generale una soluzione antieconomica. In questi casi si preferisce aggiustare le prestazioni del ventilatore di serie variandone il numero dei giri. Come viene precisato nel paragrafo [4.3] la velocità di rotazione del motore asincrono non può essere variata in modo facile e conveniente. Quindi per variare la velocità della girante del ventilatore occorre abbandonare il tipo di costruzione ad accoppiamento diretto e ricorrere al modello a trasmissione a cinghia. Con la trasmissione a cinghia è possibile ottenere la velocità richiesta della girante, una volta scelta la velocità del motore, variando il rapporto tra i diametri delle pulegge secondo la nota relazione: NG NM = DM DG Dove: NG= numero giri della girante NM= numero giri del motore elettrico DM= diametro della puleggia calettata sull’albero del motore DG= diametro della puleggia calettata sull’albero della girante 370 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ UNITÀ DI MISURA E CONVERSIONI PORTATA Unità di misura m c/ s m c/ h mc / 1 ’ l/s l/1’ cfm 1 mc/s 1 mc/h 1 mc/1’ 1 l/s 1 l/1’ 1 cfm 1 0.0002777 0.016666 0.001 1.666x10-5 0.000472 3600 1 60 3.6 0.06 1.7 60 0.016666 1 0.06 0.001 0.02831 1000 0.2777 16.666 1 0.01666 0.472 60000 16.666 1000 60 1 28.3168 2119 5.8857 35.314 2.12 0.03531 1 FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ PRESSIONE Unità di misura Pa mm H2O (Kgf/mq) Torr (mm Hg) Bar mm bar 1 Pa 1 mm H2O (Kgf/mq) 1 torr (mm Hg) 1 bar 1 mm bar 1 inwg 1 9.806 133.32 100000 100 249 0.102 1 13.6 10197 10.2 25.4 0.0075 0.0735 1 750.06 0.75 1.8683 0.00001 9.806 x 10-5 0.0013 1 0.001 0.0024 0.01 0.098 1.3332 1000 1 2.49 inwg FDGFE<EKJ 0.004 0.0393 0.5352 401.46 0.4014 1 POTENZA Unità di misura W kW HP CV Kcal/h 1W 1 kW 1 HP 1 CV 1 Kcal/h 1 1000 745.7 735.5 1.162 0.001 1 0.7457 0.7355 0.00116 0.00134 1.341 1 0.986 0.00156 0.00136 1.36 1.014 1 0.001582 0.86 860 641.18 632.35 1 Unità di misura mm (millimetri) m (metri) ft (piede) in (pollice) 1 mm 1m 1 ft 1 in 1 1000 304.8 25.4 0.001 1 0.3048 0.0254 0.0033 3.28 1 0.0833 0.0396 39.37 12 1 Unità di misura L (litro) mc (metro cubo) 1l 1 mc 1 cuft 1 cuin 1 1000 28.32 0.0163 0.001 1 0.2832 1.63x10-5 LUNGHEZZA PORTATA cuft (piede cubo) cuin (pollice cubo) 0.0353 35.314 1 0.00057 61 61023.74 1728 1 371 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI ACUSTICA E RUMOROSITà Uno dei principali valori considerato maggiormente nella classificazione delle zone di benessere per l’uomo è diventato ormai da parecchi anni il livello di rumorosità presente nell’ambiente. Tali valori vengono ormai considerati basilari nella progettazione di impianti di tipo industriale e maggiormente in impianti HVAC. Generalmete si devono considerare due tipolgia di rumore, il rumore che viene emesso verso l’esterno e il rumore trasmesso verso l’interno, che spesso è imputabile al funzionamento degli impianti. Il rumore emesso verso l’esterno può essere contenuto mediante ad esempio box afoni, mentre il rumore trasmesso verso l’interno (canalizzazioni) non può essere controllato solo mediante l’utilizzo di strumenti come i silenziatori ma vanno accurati tutti i minimi particolari che potrebbero fungere da trasmetitori o casse di rissonanza. In casi di verifica degli impianti, per quanto concerne i limiti interni, cioè il rumore nell’ambiente abitativo, che non dovrebbe superare in alcuni casi i 25 dB in funzionamento continuo, è molto difficle la verfica in quanto spesso il rumore di fondo supera il valore stesso emesso dall’apparecchiatura. Inoltre non esiste una procedura di misura univoca e codificata, ma è trattata dall’esperto di acustica e demandata all’esperienza e alla letteratura giuridica. Come qualsiasi altra macchina in movimento un ventilatore, inevitabilmente, genera rumore. Si può ovviare abbastanza facilmente limitando al massimo tale inconveniente progettando e costruendo degli impianti, dove possibile, con velocità e pressioni moderate, con conseguenti condotti di dimensioni maggiori, con ventilatori più grandi e quindi con minor numero di giri. Purtroppo tale scelta comporta quasi inevitabilmente un costo maggiore dell’impianto. Gran parte delle industrie del settore, o perchè non a conoscenza di tali inconvenienti o per poter uscire con quotazioni inferiori alla concorrenza, ignorano questo genere di problemi e propongono impianti calcolati con altissime velocità dell’aria, ventilatori con elevato numero di giri e motori il più delle volte troppo «tirati». Ne consegue la costruzione e installazione di impianti troppo rumorosi che il più delle volte, proprio a causa di questo inconveniente, non vengono neppure utilizzati dalle maestranze stesse, direttamente interessate. Un suono è percettibile quando la pressione dell’aria in prossimità dell’orecchio fluttua al di sopra e al di sotto del valore medio stabile (vale a dire il valore della pressione barometrica) ad una frequenza compresa fra i 20 e i 20.000 Hz. Non è necessario che tali fluttuazioni siano ampie: è infatti sufficiente che raggiungano un millesimo della pressione atmosferica (134 dB) perchè il suono sia tanto forte da provocare dolore e, persistendo, danni sicuri all’orecchio. Per contro un orecchio fine, alla frequenza alla quale è più sensibile può riuscire a distinguere una fluttazione di solo un diecimila milionesimo di atmosfera (6 dB al di sotto della soglia di udibilità). Nella tabella riportata di seguito indichiamo alcuni livelli tipici di pressione sonora da noi rilevata. dB (di pressione) 0 10 20 35 40 45 50 60 70 80 85 90 95 100 110 120 130 SOGLIA DI UDIBILITÀ (UDITO FINE) MORMORIO LEGGERO STORMIR DI FOGLIE RESIDENZA PRIVATA (NON OCCUPATA) BIBLIOTECA UFFICI PRIVATI TRANQUILLI UFFICI IN GENERE CONVERSAZIONE UFFICI MECCANIZZATI OFFICINE DI MACCHINE UTENSILI TRAM METROPOLITANA SALE MACCHINE CABINE DI PILOTAGGIO MARTELLO PNEUMATICO OFFICINE DI COSTRUZIONE CALDARERIA AEREI IN DECOLLO A 30 MT. SOGLIA DI DOLORE Fonti di rumore Il rumore prodotto da impianti di aspirazione e ventilazione può essere suddiviso in tre principali categorie: 1) rumore meccanico; 2) rumore per vortici; 3) rumore di rotazione. 372 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ INFORMAZIONI AGGIUNTIVE 1. Punto di funzionamento del ventilatore. In ogni punto di funzionamento la rumorosità è determinata dalla portata, dalla pressione e dal rendimento aeraulico del ventilatore in quel punto, cioé dal consumo di kW, come detto nel capitolo “La potenza sonora emessa dal ventilatore è la potenza in watt che si trasforma in rumore”. Quindi a parità di portata e pressione miglior rendimento significa minor rumorosità. FDGFE<EKJ Rendimento elevato può significare ventilatore più costoso di un altro con rendimento minore ma significa anHL@GD<EKJ che risparmio energetico e quindi minor costo di esercizio. Come esempio se verifichiamo il comportamento di ventilatori centrifughi a trasmissione con diversi tipi di palettatura, si ottengono i seguenti risultati. Tipo di palettatura pale rovesce Diametro girante mm ηt % LPA dBA Pv kW 1120 83,5 82 46,8 1000 81 84 48,3 differenze -2,5 +2 +1,5 pale 1120 83,5 82 46,8 rovesce 1000 82 85 50,5 differenze -1,5 +3 +3,7 1225 72 88 63,90 1000 67 92 68,65 differenze -5 +4 +4,75 pale radiali pale 1225 72 88 63,90 radiali 1000 68 92 73,80 differenze -4 +4 +9,9 Prestazioni parità di portata e pressione totale FDGFE<EKJ parità di portata e pressione statica parità di portata e pressione totale parità di portata e pressione statica Dal confronto anche se limitato e di valore orientativo si ricava la conferma che rendimento elevato è sinonimo di minor rumorosità e naturalmente di minor spreco di energia. 2.Condizioni di aspirazione Prove di laboratorio hanno dimostrato che se il circuito, in prossimità della bocca aspirante provoca turbolenze nel flusso,queste si traducono in aumento di rumorosità oltre che in diminuzione delle prestazioni rese dal ventilatore. Secondo la letteratura tecnica l’incremento della rumorosità può arrivare anche a 10 dB. L’importanza di questo argomento è dimostrata dal fatto che sono state elaborate varie normative internazionali che presentano procedure di calcolo e consigli utili per ridurre al minimo la formazione delle turbolenze. 3.Rumorosità del ventilatore depurata dalla rumorosità di fondo. Per conoscere la rumorosità effettiva LPAv emessa da un ventilatore posto in un ambiente in cui ci sono altre sorgenti sonore, si applica la seguente procedura: 1. Si rileva la rumorosità totale LPAT dell’ambiente, in punti prestabiliti vicino al ventilatore in funzione. 2. Negli stessi punti si ripetono i rilievi a ventilatore fermo; il risultato è la rumorosità di fondo. 3. Si sottrae dalla rumorosità totale (punto 1) la rumorosità di fondo (punto 2) e si ottiene ∆ dBA. 4. Dalla tabella seguente in base alla differenza ∆ dBA tra i due livelli (punto 3) si ricava il valore di correzione D. ∆dBA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Correzione D -7 -4,5 -3 -2 -2 -1,5 -1 -1 -0,5 -0,5 0 5. Dalla rumorosità totale (punto 1) si sottrae la correzione (punto 4) e si ottiene la rumorosità effettiva del ventilatore depurata o meno della rumorosità di fondo, cioé: LPAV = LPAT - C 373 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI VELOCITÀ DELL’ARIA ATTE AD ASPIRARE FUMI, POLVERI, VAPORI E GAS Processo Condizione di generazione del contaminante Velocità minima di captazione (m/sec) Evaporazione In aria calma 0.5 Verniciatura a spruzzo in cabina; polvere scaricantesi in una cappa In aria avente bassa velocità 0,5 ÷ 1 Generazione attiva in ambiente ventilato Generazione attiva in ambiente ventilato 1 ÷ 2,5 Lanciato ad alta velocità in ambiente molto ventilato Lanciato ad alta velocità in ambiente molto ventilato 2,5 ÷ 10 VELOCITÀ DELL’ARIA NEL CONDOTTO ATTE AL TRASPORTO DI ALCUNE POLLUZIONI Polvere di fumo Abrasivi Allumina Amido Argilla Asbesto Bauxite Calcare Calce Caffè Carbone di legna Carbon fossile Carbonio Carta (refili) Ceramiche Cioccolato Cosmetici Cotone Cromo metallico Cuoio Detersivi Farina Feldspati Ferro metallico Fertilizzanti (essicamento) Fertilizzanti (insaccamento) Frantumazione cemento Gesso idrato Grafite Granito Imballaggi e confezionamento 374 Velocità aria nelle tubazioni 22.5 22.5 20 20 ÷ 22.5 20 22.5 22.5 20 20 22.5 20 ÷ 22.5 20 ÷ 22.5 30 20 ÷ 22.5 20 20 18 25 20 20 20 20 ÷ 22.5 22.5 ÷ 25 22.5 20 22.5 20 22.5 22.5 20 Polvere o fumo Legno di sandalo Lievito in polvere Manganese Mangimi e granaglie Marmo Materie plastiche Mica Molatura - affilatura Molatura - lucidatura Fumo di saldatura Ossido di alluminio Ossido di ferro Ossido di piombo Pietre (lavorazione) Pigmenti di vernice Polvere di bronzo Polvere di legno Quarzo Sapone Segatura di legno Selce Semi di cacao Silice Sughero Tabacco Talco Talco, steatite Trasportatori Vetro Zucchero Velocità aria nelle tubazioni 22.5 20 ÷ 22.5 25 20 25 22.5 20 20 20 ÷ 25 20 ÷ 22.5 22.5 22.5 25 ÷ 28 25 20 25 20 ÷ 22.5 22.5 ÷ 25 20 22.5 22.5 20 ÷ 22.5 22.5 ÷ 25 17.5 ÷ 20 20 20 20 20 20 ÷ 25 20 ÷ 22.5 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI PERDITA DI CARICO (Coefficienti K da considerare per il calcolo delle perdite di carico) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 A A HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ CURVA A SETTO RI B B C C D D E r/d K 3 pezzi K 5 pezzi 0,25 0,8 0,5 0,5 0,4 1,5 0,3 FDGFE<EKJ 0,2 HL@GD<EKJ 0,3 E 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 CURVA STAMPATA F F G G 11 12 A A Rev. Eseguito Data Descrizione della modifica Appr. Verif. RIFERIMENTO : 1:2 H H A3 123 1 2 3 4 5 1 6 2 7 8 3 0 PRV: 1.88 IMPIANTO : - B 10 4 5 0,8 B 0,25 A 11 12 6 K 3 pezzi r/d 7 8 0,4 9 10 0,5 C 11 12 0,25 C 1,0 A 0,16 D FDGFE<EKJ A D CONI DI RIDUZIONE B B E E C C F F D D a G 5° 7,5° 10° K 0,15 0,2 0,25 RIFERIMENTO : - E 1 2 15° Rev. 3 4 Eseguito IMPIANTO : - 5 6 1 Descrizione della modifica 0,40 7 8 10 Aerservice S.r.l. via Marconi, 1 11 35020 Legnano (PD) italy IL PRESENTE DISEGNO E' DI NOSTRA PROPRIETA' VIETATA LA RIPRODUZIONE AI SENSI DI LEGGE 3 4 5 6 7 8 1:5 TIPOLOGIA: - A3 CREATO: Uff. Tecnico DISEGNO A N. FOGLIO 1 di 1 10 45° 0,8 0,9 E RIVENDITORE: - H REV. CURVA QUOTE SENZA TOLLERANZA, SECONDO UNI EN 22768/1 2 Verif. MATERIALE: Materiale <non specificato> Smussi non quotati 0.5x45° 12 COPYRIGHT OF AERSERVICE SRL - REPRODUCTION NOT THIS DRAWINGS IS OUR PROPERTY -ADMITTED WITHOUT WRITTEN PERMISSION. A F 30° G Appr. 0,6 PRV: 0.13 9 H DEVIAZIONE A “Y” 20° Data A 11 F 12 B B G G Rev. C Eseguito Data Descrizione della modifica C Appr. RIFERIMENTO : PRV: 1.98 IMPIANTO : Riduzione conica da diam. 200 a diam. 160 a 15° K 0,1 1 Aerservice S.r.l. via Marconi, 1 35020 Legnano D (PD) italy IL PRESENTE DISEGNO E' DI NOSTRA PROPRIETA' VIETATA LA RIPRODUZIONE AI SENSI DI LEGGE D H 2 E 1 2 30° 3 45° 4 0,25 3 F 4 5 5 60° 6 0,4 6 7 8 9 7 90° 8 0,7 10 11 COPYRIGHT OF AERSERVICE SRL - REPRODUCTION NOT THIS DRAWINGS IS OUR PROPERTY -ADMITTED WITHOUT WRITTEN PERMISSION. TIPOLOGIA: - A3 CREATO: Uff. Tecnico DISEGNO N. FOGLIO 1 di 1 10 H REV. RIDUZIONE 11 A 12 1,2 F 12 A RIVENDITORE: Saldatura 1:5 QUOTE SENZA TOLLERANZA, SECONDO UNI EN 22768/1 E Verif. MATERIALE: Acciaio al carbonio semplice Smussi non quotati 0.5x45° A RACCORDI QUADRO TONDO G G Rev. B Eseguito B Data Descrizione della modifica Appr. Verif. RIFERIMENTO : PRV: 0.57 IMPIANTO : H C 1:5 C H A3 DEVIAZIONE A Y 1 $ a 3 4 5 7 6 8 D D E E F K 2 G 15° 30° 45° 0,5 0,3 0,3 Rev. Eseguito Data F G Descrizione della modifica RIFERIMENTO : - Appr. Verif. 10 11 A 12 60° 0,4 IMPIANTO : H TUBO FLEX 1 2 1 A 3 H TRAMOGGIA PER RC 350 AATEX 1 2 3 4 5 7 8 10 11 TERMINALE A 45° 12 1,5 x K (tubaz. dritta) 4 2 6 3 4 5 6 7 8 9 10 11 K = 0,3 12 1 2 3 A TERMINALE A CIELO APERTO B 4 5 6 7 8 9 10 11 12 TERMINALE A CAPPELLO CINESE A A B B C C D D E E B K = 0,15 C C D D E E F F F F G G Rev. Eseguito Data Descrizione della modifica Appr. K = 0,1 Verif. RIFERIMENTO : IMPIANTO : H H 1 G G Rev. Eseguito Data Descrizione della modifica Appr. Verif. 2 3 4 5 6 7 8 10 11 12 375 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI DIAGRAMMA PERDITE DI CARICO Portata in mq/s Portata in mq/h Riferito ad aria a 15°Ca 760 mm Hg (l = 1,22 kg/mq) Perdita di carico in mm di H2O per 1 m lineare Grado di rugosità per canali diversi dalla lamiera zincata Grado di rugosità Molto liscio Mediamente liscio Mediamente rugoso Molto rugoso 376 Esempio di tubazione Vetro PVC Eternit/cemento Muro grezzo 5 0,90 0,95 1,35 1,85 K per velocità aria m/s 15 25 0,80 0,75 0,90 0,85 1,45 1,50 2,07 2,15 50 0,65 0,80 1,50 2,20 Esempio indicato dal segno In un canale del Ø 300 mm passano 5000 mc/h (1,39 mc/s). La velocità media dell’aria sarà di 20 m/s e la perdita di pressione di 1,6 mm H20 per 1 m. Se il canale anziché di lamiera zincata è di Eternit, la perdita diventerà 1,6 x K (K = 1,475) ≅ 2,40 mm H20 per metro lineare. PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ TABELLA DIAMETRI EQUIVALENTI Diametri equivalenti D b a 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 700 750 800 850 900 950 1000 150 165 190 210 230 245 260 275 290 300 310 320 330 340 350 360 365 375 385 220 245 265 285 305 320 340 350 365 380 390 400 415 425 435 445 455 275 300 320 345 365 380 400 415 430 445 466 470 80 495 330 355 375 400 420 440 460 475 490 505 520 535 550 380 410 435 455 475 495 515 535 550 565 585 600 615 625 435 465 490 515 535 555 575 590 610 625 645 660 675 490 520 545 565 590 610 630 650 670 685 705 720 545 575 600 620 645 665 685 705 725 745 760 600 630 655 675 700 720 740 765 785 800 655 680 710 735 755 780 800 FDGFE<EKJ 820 840 710 735 765 790 810 835 855 875 765 790 820 840 865 890 910 820 845 870 900 920 945 875 900 930 950 975 930 955 980 1010 985 1010 1035 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 700 750 800 850 900 FDGFE<EKJ 505 520 560 575 HL@GD<EKJ 950 1040 1065 1000 1095 In base alle dimensioni dei lati canale rettangolare si ricava la sezione circolare equivalente. Equivalenza in perdite di carico a parità di portata tra canali a sezione rettangolare axb e sezione circolare di diametro D. b Esempio: La tubazione Ø 300 mm per una portata di 5000 mm m3/h ha una perdita di carico di 16 Pa per metro. Per la medesima portata e uguale perdita di pressione si dovranno usare le seguenti tubazioni rettangolari: axb = 150x550 mm a 200x400 mm 250x300 mm ESEMPIO DI CALCOLO DELLE CONDOTTE Sistemi di calcolo Metodo a valocità costante Metodo a riduzione di velocità Metodo a perdita di carico costante Metodo a recupero di pressione statica DIR AM TE AZ IO NE RM INA LE 3 P 3 ta Q a ort 3 2 NE ZIO MA A DIR PR INC IPA LE B 1 NE IO AZ AM DIR TE LE INA RM TE 4 ata rt Po Q2 PR INC IPA LE A RM INA LE Po rta ta 1 ta rta 3 +Q 2 1+Q Po Q1 Q 377 Formula base Q = Portata d’aria (mc/h) S = Sezione di passaggio = a x b (mq) V = Velocità (m/sec) Q = S x V (x 3600) PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI Q = Portata d’aria S = Sezione di passaggio = a x b V = Velocità dell’aria Sezione del condotto Ventilazione Ventilazione Dimensione del condotto DIMENSIONE DEL CONDOTTO Conoscendo: portata e velocità Q Formula base S= Q = Portata d’aria (m3/h) V (x 3600) S = Sezione di passaggio = axb (m2) V = Velocità (m/sec) Dalla quale si ricavano le dimensioni dei lati Q = SxV (x3600) S espressa in mq a-b espressi in ml Q = Portata d’aria S a = = axb S = Sezione di passaggio b V = Velocità dell’aria b= S a Sezione del condotto Conoscendo portata e velocità Q V(x3600) S S a = b = b a APPARECCHIATURE Dalla quale si ricavano le dimensioni dei lati S espressa in m2 a-b espressi in ml APPARECCHIATURE CONTROLLABILI HACCP CONTROLLABILI HACCP S = Linea Elemento Velocità m/sec ESTRAZIONE canale principale 7-8 Linea Estrazione IMMISSIONE CAPPA Immissione cappa Immissione ambiente prima derivazione Elemento seconda derivazione canale principale prima derivazione plenum seconda derivazione plenum canna fumaria interna canna fumaria interna fumaria esterna canna canna fumaria esterna griglia espulsione aria all’esterno griglia espulsione aria all’esterno canale principale prima derivazione canale principale seconda derivazione prima derivazione plenum griglia espulsione aria all’esterno seconda derivazione canale principale prima derivazione plenum seconda derivazione grigliadiffusione espulsione aria all’esterno bocchette IMMISSIONE AMBIENTE Velocità (m/sec) 7-8 6,5-7 6-6,5 5 7-8 8-9 7 6,5-7 6-6,5 6 5 3 5,5-6,5 4,5-5,5 4,5 1-1,5 6,5-7 6-6,5 5 7-8 8-9 7 6,5-7 6-6,5 6 5 3 canale principale 5,5-6,5 prima derivazione 4,5-5,5 seconda derivazione 4,5 bocchette diffusione 1-1,5 01.2007 VE 101 - 01.2007 378 - VE101 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ Calcolo a velocità costante La velocità dell’aria all’interno delle condotte è la stessa, sia nel tratto principale che nelle derivazioni. Ciò permette di tenere in sospensione le particelle corpuscolate inquinanti, evitando il deposito nelle pareti del condotto. FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ Vantaggi Contenimento delle sezioni dei condotti. Riduzione del costo degli stessi. Svantaggi Limitata precisione. Elevata perdita di carico complessiva della rete. Sovradimensionare il gruppo ventilante. Bilanciamento problematico delle varie diramazioni. V= 7m /se c 7 V= 7 V= sec 7m FDGFE<EKJ m/ c /se V= sec m/ V= 7m /se c Calcolo a riduzione di velocità La velocità dell’aria all’interno delle condotte varia: nel condotto principale sarà maggiore, con riduzione dopo ogni derivazione. La velocità sarà inferiore man mano che diminuisce la portata d’aria. Vantaggi (rispetto al metodo precedente) Metodo più preciso rispetto al calcolo a velocità costante. Meno pressione necessaria. Ventilatore meno potente (meno costi acquisto e gestione). Svantaggi (rispetto al metodo precedente) Condotti di sezione maggiore Costo più elevato. Limitate perdite di carico. V= c /se 6m 6m V= /se c V= 6,5 m/ sec V= c /se V= 6m 7m /se c 379 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI Calcolo a perdita di carico costante Impiegato per il dimensionamento di condotti molto lunghi, prevede una perdita di carico lineare costante per l’intera rete di distribuzione. Anche se risulta tecnicamente migliore e più preciso dei precedenti, trova scarsa applicazione nel dimensionamento degli impianti di cucina. Calcolo a recupero di pressione La procedura, indubbiamente la più precisa, viene utilizzata in particolar modo nel settore civile per la distribuzione accurata dell’aria in reti complesse, dove risulta importante controllare molteplici fattori. Il principio su cui si basa questo sistema è di far si che la perdita di carico di un determinato elemento venga compensata dal recupero di pressione statica dovuta alla riduzione di velocità. Anche questo metodo trova scarsa applicazione nel dimensionamento degli impianti di cucina. 380 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ 2. composizioni generali di un ventilatore TIPI DI VENTILATORI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ I ventilatori si dividono nei seguenti tipi: – ventilatori centrifughi o radiali; – ventilatori elicoidali o assiali; – ventilatori elico-centrifughi; – ventilatori tangenziali. FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ Esistono poi altri apparecchi, come le torrette ed i termoventilatori in cui sono impiegate le sole giranti, assiali o radiali, mentre la parte statica è studiata in modo da essere adattabile al complesso al quale è destinata. Ventilatori centrifughi o radiali Dal punto di vista aeraulico, il ventilatore radiale è composto dai seguenti elementi fondamentali: – la girante con il mozzo; – il boccaglio di aspirazione; – la chiocciola. FDGFE<EKJ A questi tre elementi, che caratterizzano le prestazioni del ventilatore, si sommano poi gli altri, la cui funzione è più meccanica che aeraulica e che sono l’albero ed i supporti nei ventilatori a trasmissione, il motore elettrico nei ventilatori direttamente accoppiati e la base di sostegno degli uni o dell’altro che varia a seconda dell’esecuzione costruttiva della macchina (vedi tabella esecuzioni). La girante è il cuore del ventilatore. Essa è, dei tre componenti fondamentali, l’unica che ruota ed imprime al fluido una spinta centrifuga verso l’esterno, creando una depressione al centro. L’aria che si trova nei pressi della bocca aspirante entra per effetto di questa depressione, ed è poi a sua volta spinta verso l’esterno. Il secondo componente fondamentale del ventilatore è il boccaglio. La sua forma deve essere studiata in rapporto alla struttura della girante. La sua funzione è quella di fare pervenire alla girante il fluido nelle condizioni ottimali. Alle volte il boccaglio è munito di palette pre-raddizzatrici, che danno una pre-rotazione al fluido e riducono, quindi, al minimo l’urto del fluido contro le pale della girante. Terzo componente fondamentale è la chiocciola. Essa è un diffusore la cui forma è generalmente una spirale logaritmica. All’interno avviene un parziale ricupero di energia cinetica in energia statica. La forma degli alberi, e delle basi, come la posizione ed il tipo di supporti variano a seconda delle esecuzioni costruttive del ventilatore. Dalla tabella si possono rilavare i tipi di esecuzioni costruttive. I tipi di girante normalmente impiegati sono: – pale curva rovesce; – pale curve rovesce a profilo alare; – pale dritte rovesce; – pale curve in avanti (sirocco); – pale radiali. Per il trasporto di fumi o di aria polverosa, interessano le ultime tre sopra riportate. Facendo un rapido confronto sui diversi impieghi, si deduce che i vantaggi del ventilatore Sirocco rispetto a quello con girante a pale rovesce possono riassumersi, a parità di portata e di pressione, in: – minore ingombro; – minore peso; – minore velocità periferica; – presumibilmente minore costo (molto dipende, però, dal progetto e dai metodi costruttivi); – probabile minore rumore. Il ventilatore a pale rovesce ha a sua volta: – migliore rendimento; – minore potenza assorbita. Il ventilatore a pale radiali ha rendimento e dimensioni internmedie fra i due. 381 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI Ventilatori elicoidali o assiali Dal punto di vista aeraulico, il ventilatore assiale è composto dai seguenti elementi fondamentali: – la girante con il mozzo; – il tamburo con eventuale boccaglio d’ingresso o diffusore all’uscita; – le palette convogliatrici a monte o a valle della girante. A questi tre componenti si aggiungono le altre parti, che hanno essenzialmente funzione meccanica e che non influiscono sulle prestazioni aerauliche del ventilatore. Esse sono: – albero, supporti e cuscinetti nel caso di ventilatori a trasmissione; – motore elettrico; – sedia di sostegno degli uni o dell’altro. La girante è, come nel caso dei ventilatori radiali, il componente fondamentale del ventilatore. Ruotando, essa fornisce al fluido che l’attraversa, parte dell’energia trasmessa dal motore elettrico. Il fluido è portato dallo stato di quiete ad una certa velocità, la cui direzione è parallela all’asse di rotazione della girante. All’uscita delle pale si ha generalmente anche una componente rotazionale, che rappresenta una perdita di energia, in quanto non è utilizzata. Per recuperare parte di questa energia, è buona norma prevedere a valle della girante un convogliatore, che raddrizza la corrente secondo la direzione assiale. Il convogliatore può essere messo anche a monte della girante: in tal caso è studiato in modo da ridurre al minimo la componente rotazionale del fluido all’uscita delle pale. Il tamburo è un tubo cilindrico, che contiene la girante. La parte del tamburo a monte della girante si trova generalmente in depressione, mentre quella a valle è in pressione. Il fluido cercherà, a causa della differenza di pressione, di ritornare nella zona a monte, cosa che può fare attraverso la sezione anulare costituita dal gioco fra girante e tamburo. È importante, quindi, che questo gioco venga ridotto al minimo, sia per ridurre le perdite volumetriche, sia per ridurre il rumore con il quale questo fenomeno si accompagna. Il ventilatore assiale può aspirare da ambiente o da tubazione. Nel primo caso sarà necessario applicare sull’entrata un boccaglio che ha la duplice funzione di ridurre le perdite d’imbocco, ma, soprattutto, di garantire un regolare afflusso dell’aria alla girante. Nel secondo caso, il boccaglio non è più necessario, il tamburo è flangiato e direttamente collegato alla tubazione in aspirazione. Considerazioni sull’installazione del ventilatore industriale e sulla scelta della palettatura Scelto il ventilatore in base ai dati di portata e di pressione, negli impianti di aspirazione e depolverazione, è sempre opportuno installare il ventilatore a valle del depolveratore in modo da evitare i fenomeni di erosione delle polveri che accorcerebbero di molto la vita della girante. Per la scelta del tipo di girante, si deve distinguere il caso relativo al trasporto di aria pulita, dal caso di trasporto di aria polverosa. Nel primo caso non sussistono problemi; nel secondo bisogna considerare che con ventilatori a pale avanti, la polvere tende ad attaccarsi sulla superficie concava della pala ed ad accumularsi fino a sbilanciare la girante. Per il trasporto di aria polverosa sono, quindi, da preferirsi giranti con pale radiali che risultano autopulenti per effetto della forza centrifuga o giranti con pale dritte rovesce che risentono in minore misura dell’accumulo delle polveri. In alcuni casi si hanno ottimi rendimenti prestazionali utilizzando giranti a pale curve rovesce anche con profilo alare. Esempi di applicazione di giranti Si riportano di seguito alcuni esempi di applicazione di giranti. – pale curve rovesce e sirocco: aria pulita, fumi di saldatura, aria con vapori vari. – pale diritte rovesce: aspirazione da filtri, a tessuto, aria con debole contenuto di polveri. – pale radiali: aria molto polverosa, trasporti pneumatici, aspirazione da scrubbers, cicloni, aspirazione trucioli anche con ventilatore attraversato. – ventilatori assiali: aria pulita, fumi di saldatura, zona di colata, aria con traccia di polvere. Considerazioni sulla scelta dei motori elettrici per gli elettroventilatori È bene che il motore abbia un margine di almeno il 20% sulla potenza teorica assorbita dal ventilatore, considerando che le cinghie assorbono circa il 5% della potenza trasmessa. Quando poi l’impianto funziona con aria più o meno calda (cioè peso specifico variabile) o non è ben nota la resistenza del circuito o si usa 382 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI HL@GD<EKJ un ventilatore con girante Sirocco o a pale radiali (giranti che aumentano la potenza assorbita all’aumentare FDGFE<EKJ della portata che può salire per diminuzione della resistenza del circuito), conviene dare un margine del 30% rispetto alla potenza calcolata. Si ricorda inoltre che è buona norma non superare fra numero di giri del motore e numero di giri del ventilatore, il rapporto di due. Si segnala anche che è buona norma eseguire un unico basamento in profilati per sistemare motore e ventilatore anziché ancorare a terra i due elementi ciascuno per conto suo. FDGFE<EKJ Infine è da tenere presente che, se al ventilatore non sono garantite condizioni di alimentazione e fuoriuscita regolari del fluido, esso non darà le prestazioni dei diagrammi caratteristici. HL@GD<EKJ INSTALLAZIONE ELETTROVENTILATORE CENTRIFUGO - Aspirazione Installazione corretta Limite di pendenza di 15° convergenti Limite di pendenza di 7° convergenti x x FDGFE<EKJ x Sezione trasversale non superiore a 112-1/2% della zona di aspirazione Sezione trasversale non superiore a 92-1/2% della zona di aspirazione Diametri minimi di ingresso 2-1/2 (3 raccomandati) Installazione errata Turbolenza Turbolenza INSTALLAZIONE ELETTROVENTILATORE CENTRIFUGO - MANDATA Installazione corretta Limite di pendenza di 7° convergenti Limite di pendenza di 15° convergenti x x Sezione trasversale non superiore a 105% della zona di mandata Sezione trasversale non superiore a 95% della zona di mandata x Diametri minimi di ingresso 2-1/2 (3 raccomandati) Installazione errata Turbolenza Turbolenza 383 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI 3. il motore elettrico FUNZIONAMENTO Velocità La velocità di un motore asincrono trifase a corrente alternata è in diretta correlazione alla frequenza della rete di alimentazione ed al numero dei poli: ns = (2xfx 60) p dovens= velocità sincrona f = frequenza di rete p = numero di poli N° poli 2 4 6 8 10 12 16 20 24 32 48 50 Hz 3000 1500 1000 750 600 500 375 300 250 187,5 125 60 Hz 3600 1800 1200 900 720 600 450 360 300 225 150 I valori della velocità nominale indicata nella tabella delle caratteristiche elettriche si intendono validi per funzionamento con potenza a pieno carico e a regime. Scorrimento Un motore elettrico asincrono trifase non raggiunge in alcun modo la velocità di sincronismo, anche se nel funzionamento a vuoto si raggiunge un valore notevolmente simile specie sui motori di potenza superiore. Lo scorrimento è determinato dalla seguente formula: S= (ns-n) nsx100% doves = scorrimento ns= velocità sincrona n = velocità asincrona. In base alle norme in vigore, i valori di scorrimento sono validi con una tolleranza del ±20%. Nella maggior parte delle applicazioni sono richiesti motori ad un’unica velocità fissa, tuttavia esigenze particolari richiedono un funzionamento a 2 o a 3 velocità. Questo si può ottenere realizzando motori a polarità multiple. I metodi di costruzione sono sostanzialmente 2: 1. Motori ad un unico avvolgimento “dahlander” con rapporto delle velocità 1 a 2. I più usati sono 2-4 poli (3000/1500 RPM) e 4-8 poli (1500/750 RPM). 2. Motori a più avvolgimenti con rapporto delle velocità diverso da 1 a 2. I più usati sono 4-6 poli (1500/1000 giri RPM) e 6-8 poli (1000/750 RPM). Coppia Il valore della coppia di un motore elettrico esprime la forza torcente del rotore ed è in funzione della potenza resa all’asse e del numero di giri. Ipotizzando ad esempio una trasmissione a cinghia si determinerà una certa forza F in prossimità della puleggia. La coppia corrisponderà al prodotto di tale forza per il raggio della puleggia. 384 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ La coppia nominale del motore si calcola come segue: Mn = Pn x 1000 [Kgm] 1,027 x n Dove Pn= potenza nominale espressa in Kw n = numero dei giri r FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ Qui di seguito, a titolo d’esempio, riportiamo la curva caratteristica della coppia d’avviamento in funzione della velocità di un motore. Caratteristica d’avviamento Mn/Mmax [%] 300 Mn/Mmax (%) 250 Punto di funzionamento normale 200 Caratteristiche elettriche del motore Tensione / frequenza (V / Hz) 380 / 50 Potenza resa (KW) 22 Poli / RPM 4 / 1470 Rendimento (%) 91,4 Corrente nominale (A) 40,6 Coppia nominale (Kgm) 14,61 Momento di inerzia (Kgm2) 0,155 FDGFE<EKJ 150 100 50 0 0 10 20 30 40 50 60 n/ns (%) 70 80 90 100 Tensioni e frequenze di alimentazione Secondo la norma CEI 8-6 del marzo 1990, “le tensioni nominali di 1a categoria delle reti di distribuzione in corrente alternata sono di 230/400 V”. In un termine massimo di 10 anni, le tensioni ai punti di distribuzione dovranno essere mantenute tra i seguenti valori massimi: – tensione monofase: da 207 a 244 V – tensione trifase: da 358 a 423 V La pubbilicazione IEC 38 indica che la tensione di riferimento europea è di 230/400 V in trifase e di 230 V in monofase con tolleranza dal +6% al -10% fino all’anno 2003 e dal ± 10% dopo. Nei motori standard alimentati a 60 Hz, le velocità di rotazione indicate nelle tabelle dei dati tecnici aumentano del 20%, le potenze del 15%, le coppie di spunto, le correnti di spunto e le coppie massime rimangono all’incirca invariate, riferite però alle potenze aumentate. Attenzione Tutti i motori possono funzionare indifferentemente sia a 50 che a 60 Hz, ma con le rispettive tensioni di funzionamento, se ciò non succede i dati nominali variano come da tabella 1 qui di seguito riportata. Per esempio, quando la tensione della rete a 60Hz è uguale a quella nominale del motore (ad esempio tensione della rete 220 V / 60Hz, tensione del motore 220V / 50Hz), le potenze e le correnti nominali dei motori restano praticamente invariate, mentre le coppie e le correnti in avviamento decrescono circa del 17%, rispetto ai valori del motore a 50Hz. 385 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI Tabella 1 – Variazioni caratterisitche dei motori a 50 Hz alimentati con frequenza 60 Hz Motore avvolto per 50 Hz e per le tensioni Tensione a 60 Hz 230 V 400 V 400 V 500 V 500 V 500 V 220 V 380 V 440 V 500 V 550 V 600 V Coefficiente di variazione delle caratteristiche Potenza Velocità 1 1 1,15 1 1,1 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 Corrente nominale 1 1 1 1 1 1 Coppia nominale 0,83 0,83 0,96 0,83 0,91 1 Coppia di spunto 0,83 0,83 0,96 0,83 0,91 1 Corrente di spunto 0,83 0,83 0,96 0,83 0,91 1 Coppia massima 0,83 0,83 0,96 0,83 0,91 1 Eurotensione Tutti i motori sono concepiti per l’utilizzazione della rete europea 230/400 V ± 10% - 50 Hz; il che significa che lo stesso motore può funzionare sulle seguenti reti che ancora esistono: – 220/380 V ± 5% – 230/400 V ± 5% e ± 10% – 240/415 V ± 5% Le caratteristiche dei motori subiscono evidentemente variazioni quando la tensione varia in un campo del ± 10% (tabella 2). Tabella 2 – Variazioni caratterisitche dei motori in funzione alla variazione della tensione INFORMAZIONI GENERALI Variazione della tensione in % VN - 10% VN - 5% Curva di coppia 0,81 0,90 Scorrimento 1,23 1,11 Corrente nominale 1,10 1,05 stiche elettromeccaniche Rendimento nominale 0,97 0,98 1,03 nominali dei motori: 1,02 Cos φ nominale si possono ammettere le seguenti tolleranze dei parametri Corrente di avviamento 0,90 0,95 attore di Scorrimento Corrente di Coppia di Coppia Riscaldamento nominale 1,18 1,05 potenza spunto spunto massima (1 – cos �) Riferito alla Pn alla a vuoto+20% -15% -10% P e(Watt) 0,85 0,92 min 0.02) temp. di regime (Rispetto ai dati +25% (Var) a vuoto 0,81 ai dati max 0.07) Pn < 1KW �Q30% dichiarati) (Rispetto (Rispetto0,9 ai dati Pn > 1KW � 20% dichiarati) VN 1 1 1 1 1 1 Momento d’inerzia 1 � 10% 1 (Rispetto ai dati 1 dichiarati) VN + 5% 1,10 0,91 0,98 1,00 0,97 1,05 1 1,12 1,1 VN + 10% 1,21 0,83 0,98 0,98 0,94 1,10 1,10 1,25 1,21 dichiarati) Senso di rotazione In accordo con le pubblicazioni IEC 34-7, i lati di un motore si intendono definiti come segue: – LATO D: è la parte solitamente dove avviene l’accoppiamento del motore. – LATO N: è la parte normalmente opposta all’accoppiamento del motore. ni IEC 34-7, i Ipotizzando di collegare una terna destrosa definiti come L1-L2-L3, in questa successione, ai morsetti U1-V1-W1 di un motore elettrico, nte dove av- si otterrà un senso di rotazione orario guarotore. dando il motore dal lato comando. ente opposta Per ottenere l’inversione del senso di roe. tazione sarà necessario scambiare fra loro onare indiffe- gli attacchi della linea a due morsetti del di rotazione. motore. e semplici Potenza resa [KW] D N Tutti i motori possono funzionare indifferentemente nei due sensi di rotazione. Ipotizzando di collegare una terna destrosa L1-L2-L3, in questa successione, ai morsetti U1-V1-W1 di un motore elettrico, si otterrà un senso di rotazione orario guardando il motore dal lato comando. Per ottenere l’inversione del senso di rotazione sarà necessario scambiare fra loro gli attacchi della linea a due morsetti del motore. = V x I x 1.73 x386 cos � x � Corrente assorbita [A] In = Pr x 1000 Fattore di potenza [cos fi] Cos � = Pa x 1000 Rendimento [n] n%= 100 Pr segue: LATO D: è la parte solitamente dove avviene l’accoppiamento del motore. LATO N: è la parte normalmente opposta all’accoppiamento del motore. Tutti i motori possono funzionare indifferentemente nei due sensi di rotazione. PRONTUARIO TECNICO morsetti U1-V1-W1 di un motore elettrico, si otterrà un senso di rotazione orario guardando il motore dal lato comando. Per ottenere l’inversione del senso di rotazione sarà necessario scambiare fra loro gli attacchi della linea a due morsetti del motore. FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI Unità di misura e formule semplici Tabella 3 – Unità di misura e formule semplici Potenza assorbita Potenza resa Corrente assorbita Fattore di potenza [KW] [KW] [A] [cos fi] Potenza assorbita Potenza resa Corrente assorbita Fattore di potenza � Pr = V x I x 1.73 x cos � x � In = Pr x 1000 Cos � = Pa x 1000 Pa = V x I x 1.73 x cos (KW) (KW) (A) (cos φ) 1000V x l x 1.73 x cos φ 1000 x� V x IPa x 1.73 V x l x 1.73 x cos φ x n V x 1.73 x cos Pr x�1000 x 1000 Pa = Pr = ln = Cos φ = 100 100 V x 1.73 x cos φ x n V x l x 1.73 Coppia nominale Velocità sincrona Scorrimento Momento d’inerzia 2 [Kgm] [ns] [s] [Kgm ] Coppia nominale Velocità sincrona Scorrimento Momento d’inerzia 2 Mn = Pr x 1000 (Kgm) ns = f x 120 (ns) s% = 100 ns –(s) n J = (Kgm PD2 ) Pr x 1000 1.027 xMn Giri/1’ = 1027 x RPM n� poli ns = f x 120 n° poli ns 100 ns - n s%= ns J =4 PD2 4 HL@GD<EKJ Rendimento FDGFE<EKJ [n] Rendimento n%= 100 (n) Pr Pa 100 Pr n%= Pa Momento dinamico [Kgm] Momento dinamico PD2 = 364(Kgm) x P x V2 2 2P x V PD+2 = 364 xn 2 n FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ Legenda: Pa = potenza assorbita Pr = potenza resa (Kw); Pr V = =tensione di alimentazione corrente nominale assorbita(V); (A); Legenda: Pain (Kw); = potenza assorbita inin(Kw); potenza resa in (Kw);(V); V In = =tensione di alimentazione n = giri/1’ aIncarico. = corrente nominale assorbita (A); n = RPM’ a carico. Per le fasiPer di avviamento e di frenatura, oltre alleoltre curve coppia motricemotrice deve essere noto anche il momento d’inerzia della le fasi di avviamento e di frenatura, alledicurve di coppia deve essere noto anche il momento d’inerzia macchina rotante riferito alla velocità del motore. della macchina rotante riferito alla velocità del motore. FDGFE<EKJ Note per il calcolo dell’inerzia J r2 Note per Calcolo il calcolo deldel [J] momento con cilindrod’inerzia pieno: J J= m x 2 rb ra Calcolo del [J] con cilindro pieno: J = m x r2 2 2 2 J = m x ra - rb Calcolo del [J] con cilindro cavo: r 2 Calcolo del [J] con cilindro cavo: J = m x ra2 - rb2 2 - 14 - 387 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI FORME COSTRUTTIVE E POSIZIONE DI FUNZIONAMENTO SECONDO DIN 42950 Montaggio ad asse orizzontale 388 Montaggio ad asse verticale B3 V1 B5 V1/V5 B3/B5 V3 B6 V3/V6 B7 V5 B8 V6 B14 V18 B3/B14 V19 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ ISOLAMENTO Classi di isolamento Le caratteristiche chimiche e fisiche del materiale isolante sono determinanti per il buon funzionamento e la durata di ogni motore elettrico, pertanto è necessario determinare un limite della temperatura in funzione al materiale isolante impiegato; quindi ogni materiale isolante utilizzato dovrà assicurare il buon esercizio del FDGFE<EKJ motore entro i propri limiti di temperatura assoluta. La qualità dei materiali isolanti è definita dalle norme IEC 34-1 secondo classi di isolamento per ognuna delle HL@GD<EKJ quali è fissato un limite di temperatura in valore assoluto. Classe A 105° Classe F 155° Classe B 130° Classe E 120° Classe H 180° In base allo standard internazionale, la temperatura si misura in °C, gradi Celsius, mentre la differenza di temperatura si misura in K, Kelvin. 1°C = 1K. Per la classe F, ad esempio, l’aumento della temperatura non può superare i 105K, purché la temperatura ambiente non sia superiore ai +40°C. Questo valore èFDGFE<EKJ valido se si applica il metodo di misura della resistenza. Ciò significa che si misura dapprima la resistenza dell’avvolgimento alla temperatura ambiente e si esegue poi una prova termica del motore alla potenza nominale, al termine della quale la resistenza dell’avvolgimento viene nuovamente misurata. L’aumento della temperatura si calcola secondo la seguente formula: ΔT = (R2-R1) (235+T1) + (T1 - T2) R1 dove: R1 = resistenza a freddo rilevata alla temperatura ambiente T’; R2 = resistenza a caldo rilevata alla temperatura ambiente T”; 235 = costante per avvolgimenti in rame. Il metodo implica la determinazione dell’aumento medio della temperatura. Per questo 10K, ad esempio, costituiscono un ulteriore margine termico tra la temperatura media dell’avvolgimento e la temperatura del suo punto più caldo. Limiti di temperatura in valore assoluto per le diverse classi di isolamento H 40 125 F 40 105 B 40 80 E 40 75 A 40 60 15 10 10 5 5 Temp. max. ambiente Sovratemp. max. ammessa Riserva termica 389 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI TIPO DI SERVIZIO Potenza e servizio Per potenza nominale si intende la potenza meccanica resa all’asse del motore espressa in Kw. Nella pagina dove sono riportate le caratteristiche elettriche appaiono due valori di potenza: uno espresso in Kw, l’altro arrotondato espresso in Hp. Elenchiamo quì di seguito i tipi di servizi più comunemente utilizzati. Servizio Escludendo il servizio continuo S1 è difficile dare una definizione esatta delle altre condizioni di lavoro, ma data la grande importanza che assume l’argomento riportiamo qui di seguito un’estratto della norma IEC 34-1. L’indicazione del servizio deve essere specificata dall’acquirente con tutta la precisione possibile. In taluni casi quando il carico è costante oppure quando esso varia in maniera prevedibile, esso può essere indicato numericamente oppure per mezzo di un grafico che ne rappresenti le variazioni in funzione del tempo. Quando la sequenza dei valori nel tempo è indeterminata, si deve indicare una sequenza fittizia, almeno altrettanto severa della sequenza reale, scelta di preferenza tra i tipi di servizio qui di seguito elencati. Servizio continuo S1 Funzionamento a carico costante e di durata utile a raggiungere l’equilibrio termico. Potenza Perdite Temperatura T max S1 tempo Servizio intermittente periodico S3 Funzionamento di una serie di cicli ognuno dei quali consta di una parte con carico costante e di una parte di riposo. Il periodo di servizio è breve e non permette di raggiungere l’equilibrio termico. tc tr S2 tempo tc Potenza Perdite T max S3 [ts / (ts + tr) x 100%] tempo T max Servizio continuo con avviamenti S4 Funzionamento secondo una serie di cicli identici composti da una fase d’avviamento, tale da influenzare la temperatura, una fase di carico costante e una di riposo. Il periodo di servizio è breve e non permette il raggiungimento dell’equilibrio termico. Temperatura Temperatura Perdite Potenza ts 390 ts Temperatura Perdite Potenza ts Servizio di durata limitata S2 Funzionamento a carico costante per tempo determinato, inferiore al raggiungimento dell’equilibrio termico, seguito da una sosta che permette di ristabilire la temperatura ambiente o del refrigerante con approssimazione di 2°C. ta ts tr S4 T max tempo [(ta + ts) / (ta + ts + tr) x 100%] PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI Servizio intermittente con avviamenti e frenature S5 Funzionamento come S4 più frenatura che viene fatta con mezzi elettrici (es. controcorrente). Il servizio S5 è composto da una serie di periodi uguali ognuno dei quali consta di una fase di avviamento, una di servizio a carico costante, seguita da una frenatura elettrica e da una fase di riposo. Il periodo di servizio è breve e non permette di raggiungere l’equilibrio termico. HL@GD<EKJ Servizio continuo con carico FDGFE<EKJ intermittente S6 Funzionamento composto da una serie di cicli uguali ognuno dei quali consta di un periodo di lavoro a carico costante e una fase di funzionamento a vuoto. Non vi sono fasi di riposo. Il periodo di FDGFE<EKJ lavoro è tale da non permettere il raggiungimento dell’equilibrio termico. HL@GD<EKJ ts tf tr S5 T max tempo [t (ta + ts + tf) / tc x 100%] tv Potenza ts tc FDGFE<EKJ Perdite Temperatura Perdite ta Temperatura Potenza tc T max S6 tempo [ts /t tc x 100%] Legenda ts funzionamento carico costante; tc durata di un ciclo; tr riposo; t a avvitamento; tf frenatura elettrica; tv funzionamento a vuoto. 391 PRONTUARIO TECNICO ELETTROVENTILATORI INDICI DI PROTEZIONE Grado di protezione (IP) La scelta di un appropriato grado di protezione è un requisito necessario per ottenere un funzionamento ottimale e duraturo del motore, in relazione alle condizioni dell’ambiente ove lo stesso è destinato ad essere messo in servizio. I tipi di protezione secondo IEC 34-5 sono specificati dalla cifra caratteristica IP (international protection) e da una combinazione di 3 cifre. La prima cifra fornisce l’indicazione della protezione contro contatti accidentali e penetrazione di corpi estranei. La seconda cifra specifica la protezione contro l’acqua. La terza cifra definisce la protezione meccanica. Protezione contro il contatto di corpi solidi esterni 1a cifra caratteristica DESCRIZIONE Protezionecontro la penetrazione di liquidi DESCRIZIONE 2a cifra caratteristica Protezione meccanica 3a cifra caratteristica DESCRIZIONE 0 0 1 2 3 4 5 6 Non protetto 0 Non protetto 1 Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 50 mm 2 Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 12 mm 3 Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 2,5 mm 4 Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 1 mm Protetto contro depositi di polvere Totalmente protetto contro depositi di polvere Protetto contro gocce d’acqua verticali 5 6 7 8 15 15 60 60 Protetto contro gocce d’acqua verticali fino a 15° 1 150 g 10 cm 2 Protetto contro la pioggia fino a 60° 3 Protetto contro la pioggia da ogni direzione 4 Protetto contro il getto di una lancia da ogni direzione 5 Protetto contro inondazioni temporanee 6 Protetto contro l’immersione tra 0,15 e 1 m Protetto contro l’immersione a pressione e tempo prestabiliti Nessuna protezione 200 g 10 cm 250 g 15 cm 250 g 20 cm 7 8 350 g 20 cm 250 g 40 cm 0.5 kg 40 cm 1.25 kg 40 cm 2.5 kg 9 10 392 40 cm Energia d’urto: 0,15 J Energia d’urto: 0,20 J Energia d’urto: 0,37 J Energia d’urto: 0,50 J Energia d’urto: 0,70 J Energia d’urto: 1J Energia d’urto: 2J Energia d’urto: 5J Energia d’urto: 10 J 5 kg 40 cm Energia d’urto: 20 J PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ELETTROVENTILATORI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ COLLEGAMENTO ELETTRICO Avviamento diretto È il metodo più semplice per l’avviamento di un motore trifase e si ottiene collegando direttamente i morsetti dell’avvolgimento alla linea di alimentazione. È un sistema comunemente adottato per i motori di piccola potenza, mentre per potenze maggiori si devono verificare le caratteristiche dell’impianto, il quale deve sopporFDGFE<EKJ tare, senza presentare problemi, la corrente di spunto del motore (da 4 a 8 volte la nominale). Se la corrente di avviamento del motore è superiore a quanto consentito dalla rete si può ricorrere all’avviamento Y/ Δ. HL@GD<EKJ Avviamento Y - Δ È un sistema molto diffuso per motori di media e grossa potenza. L’avviamento Y/Δ implica che un motore avvolto 380 Δ venga avviato con avvolgimento collegato a Y. Con questo sistema la corrente e la coppia di spunto si riducono al 30% circa. Questo sistema presenta come inconveniente, l’interruzione dell’alimentazione, nel passaggio da stella a triangolo, che puo dar luogo a punte di corrente di brevissima durata ma di elevato valore magnetico; questo fenomeno si accentua notevolmente se al motore viene applicato, all’avFDGFE<EKJ viamento, un carico con una elevata copia resistente. Schemi di collegamento Normalmente i motori asincroni trifase, ad una sola polarità vengono forniti con 6 morsetti per consentire il collegamento a stella o triangolo. Quando nell’ordinazione viene precisato un senso di rotazione (visto lato albero) i morsetti delle fasi di avvolgimento vengono montati in modo che applicando una terna di tensioni con successione L1-L2-L3 il senso di rotazione risulterà orario. In caso di collegamento L2-L1-L3 il senso sarà opposto (antiorario). SCHEMI DI COLLEGAMENTO SECONDO IEC 34-08 COLLEGAMENTO TRIANGOLO W2 U2 W2 U1 V1 U1 L1 L2 L3 L2 L1 L3 V2 L3 W2 U1 U2 U1 V1 V1 U2 V1 W1 U2 V1 L1 L2 L3 W1 V2 W2 W1 L2 L1 L1 W2 W2 V2 U2 U1 W1 U2 V1 L3 L3 V1 L1 W2 U1 W1 U1 V2 U2 L2 W2 Velocità SUPeriore V2 L3 U2 U1 V1 W2 V2 U2 U1 V2 U1 U2 V1 W1 L2 L1 L2 L3 W2 V2 ALTA Velocità U2 V1 U2 V2 V1 W2 U2 V2 U2 U1 U1 W2 W2 V2 W1 W1 V2 U2 W2 V1 U2 V2 V1 W1 W1 W2 V2 U2 V2 W1 U2 U1 L1 U2 DOPPIA TENSIONE 12 MORSETTI U1 L2 W2 V1 BASSA Velocità L3 L3 DOPPIO AVVOLGIMENTO 2-4 2-8 4-8 6-8 POLI W2 W2 W1 V2 Motori A 2 velocità U1 L1 W2 U1 L3 W1 L2 L1 L1 U1 V2 L2 L2 W1 L2 W1 L1 V1 Velocità SUPeriore L3 V1 V1 L3 V2 V1 U2 W1 L2 L1 U2 U1 W2 UNICA TENSIONE 6 MORSETTI Velocità inferiore L2 inferiore L2 U1 V1 DAHLANDER (2-4 POLI / 4-8 POLI) Motori A COPPIA QUADRATICA 6 MORSETTI Y-YY 2 velocità UNICO L1 AVVOLGIMENTO Velocità U1 L3 Velocità SUPeriore V2 W2 V2 V2 L3 U1 L3 U1 W1 L1 V2 L2 L1 W2 U2 U2 DAHLANDER (2-4 POLI / 4-8 POLI) COPPIA COSTANTE 6 MORSETTI Δ - YY Velocità inferiore W2 W1 W1 Rotazione oraria Rotazione antioraria COLLEGAMENTO TRIANGOLO Motori monovelocità doppia tensione L1 V2 L2 L3 L1 V1 L2 LINEA V1 W1 U1 W1 L3 U1 L1 L2 LINEA L3 L1 V1 L2 LINEA V1 W1 L2 L3 W1 L3 L1 LINEA Esistono inoltre altri tipi d’avviamento che non abbiamo ritenuto opportuno riportare in questa sede, per ulteriori informazioni contattare il nostro ufficio tecnico. 393 PRONTUARIO TECNICO ANALISI 1. equilibratura e analisi vibrometrica ANALISI VIBROMETRICA In fase di collaudo viene eseguito un running test con conseguente controllo vibrometrico del ventilatore completamente assemblato. Per quanto riguarda questo controllo facciamo riferimento alla norma ISO2372VDI2056 gruppo secondo che identifica il ventilatore fra le macchine aventi numero caratteristico 0,63. I criteri di giudizio da noi utilizzati sono basati sulla velocità di vibrazione con l’uso del grafico seguente: 150 LEGENDA 112 100 90 80 70 60 50 Pericoloso 71 Inammissibile 45 40 30 28 Velocità efficace in mm/sec 20 18 11.2 10 9 8 7 6 5 7.1 Tollerabile Ammissibile Buono Ottimo 4.5 4 3 2.8 2 1.8 1.12 1 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.71 0.45 0.4 0.3 0.28 0.2 Veff = 0.11 mm/sec - limite sensibilità dell’uomo 0.1 2.5 1.6 1 0.63 0.4 0.25 NUMERO CARATTERISTICO EQUILIBRATURA DELLE GIRANTI L’equilibratura ha lo scopo di migliorare la distribuzione delle masse di un corpo rotante in modo tale che esso ruoti nei suoi supporti senza creare forze centrifughe superiori ad un valore limite ammissibile. Questo scopo può e deve essere raggiunto solo fino ad un certo limite; infatti dopo l’equilibratura rimangono inevitabilmente squilibri residui. Come nelle lavorazioni dei pezzi sulle macchine utensili, essendo impossibile ottenere dimensioni “esattamente” uguali a quelle indicate sul disegno, si stabiliscono “tolleranze di lavorazione”, il cui valore varia da caso a caso secondo le esigenze di ogni singolo pezzo, così nell’equilibratura occorre ottenere la precisione di equilibratura adatta ad ogni singolo caso stabilendo il “massimo squilibrio residuo ammissibile” o “tolleranza di equilibratura”. È evidente che una equilibratura insufficiente causerebbe variazioni non tollerabili con tutti i conseguenti disturbi o danni. Sarebbe però errore equilibrare un rotante con precisione superiore a quella necessaria per un regolare e tranquillo servizio della macchina su cui il rotante sarà montato, spingendo ad esempio la precisione di equilibratura alla massima consentita dalle macchine equilibratrici disponibili. 394 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ANALISI HL@GD<EKJ Infatti ciò facendo, non si migliorerebbero praticamente le qualità del rotante ma si aumenterebbe inutilmente FDGFE<EKJ il tempo necessario per l’equilibratura e quindi il costo dell’operazione. Nel fissare la tolleranza di equilibratura è inoltre necessario tenere presente il concetto della “riproducibilità”, ossia del valore minimo che può essere sicuramente ritrovato facendo più prove. Ad esempio se con la semplice operazione di smontare e rimontare un pezzo sull’equilibratrice o di equilibrarlo in tempi differenti sullaDIAGRAMMA macchina reale manifestaDIuna variazione di eccentricità di 5 micron, non ha DELLA si TOLLERANZA EQUILIBRATURA FDGFE<EKJ senso equilibrare quel pezzo con precisione molto inferioreDIAGRAM a 5 micron. BALANCING’S TOLERANCE’S HL@GD<EKJ 100 -10 3 80 TOLLERANZADI DI EQUILIBRATURA EQUILIBRATURA TOLLERANZA 10 x G . G µm et = n et = 10 µm p in g; P in Kg n 1000 p in g ; P in Kg 1000 n in RPM; r in mm 63 50 40 31,5 p 25 Pxe p = r 20 16 = . Pe r n in g/1' ; r in mm. FDGFE<EKJ G= . 3 10 10 8 0 63 6,3 5 4 3,15 2,5 0 25 2 1,5 1,25 . 3 1 10 800 630 500 3 6, 400 315 250 200 160 100 0 10 125 5 2, 80 63 50 40 31,5 25 20 0 1, 16 40 Eccentricità residua tollerabile et inresidua µm Eccentricità tollerabile et in µm µm (micron) 12,5 12,5 10 8 6,3 5 4 4 0, 3,15 2,5 16 2 1,6 1,25 1 0,8 0,63 0,5 0,4 0,315 0,25 0,2 0,16 0,125 0,1 0,08 0,063 0,05 0,04 30 60 95 150 300 600 950 1500 3000 6 9,5 15 30 60 . 3 95 10 RPM n° (giri/min.) Sezione 13 Catalogo tecnico 259 395 PRONTUARIO TECNICO ANALISI 2. bilanciatura in campo Anche se l’analisi delle vibrazioni non porta sempre miglioramenti immediati, bilanciare la macchina in campo può ridurre in modo significativo i livelli di vibrazioni con tutti i vantaggi che ne derivano. Vantaggi della bilanciatura in campo • Il componente da bilanciare non deve essere rimosso e trasportato sull’equilibratrice. • Le variazioni alle condizioni di bilanciatura ottimale che si verificano durante il funzionamento possono venir subito corrette. • È possibile bilanciare rotori di qualunque peso e dimensioni. • La bilanciatura in campo tiene in considerazione anche l’influenza dei cuscinetti – come sotto mostrato. Bilanciatura sull’equilibratrice La bilanciatura in campo considera l’influenza dei cuscinetti Sbilanciamento residuo ammissibile - Esempio di calcolo eall gtmm/kg RPM Ventilatore industriale Massa del rotore m = 4000 Kg RPM = 1500 Raggio di bilanciatura r = 500 mm Grado G 6.3 (in base a DIN ISO 1940) Ventilatore di precisione Massa del rotore m = 220 Kg RPM = 6000 Raggio di bilanciatura r = 200 mm Grado G 2.5 (in base a DIN ISO 1940) Domanda: Sono ammissibili 21 g di sbilanciamento residuo? g x mm come da grafico eall = 38 kg URest x r eres = m 21 g x 500 mmg x mm eres = eall400 = 38 kg kg g x mm eres = 2.6 kg uRest x r = → 21 g di e sbilanciamento residuo sono ammissibili res Domanda: Sono ammissibili 5 g di sbilanciamento residuo? g x mm come da grafico eall = 4 kg URest x r eres = m 5 g xg200 mm x mm 4 eres eall= = 220 kg kg g x mm eres = 4.5 uRestkgx r →e5resg=di sbilanciamento residuo NONsono ammissibili m m 396 eres = 21 g x 500 mm 4000 kg eres = 5 g x 200 mm 220 kg PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ANALISI HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ CalcolO delle frequenze naturali delle cinghie Nei gruppi di piccola e media potenza si usano a volte gli azionamenti a cinghie e pulegge per adattare le velocità degli azionamenti a quelle delle macchine. Dato che le cinghie trasmettono solo una quantità limitata di potenza, le macchine usano in genere parecchie cinghie della stessa lunghezza oppure cinghie dentate. La lunghezza delle cinghie deve rientrare in determiFDGFE<EKJ nate tolleranze, il mancato rispetto delle quali provoca in genere forti vibrazioni generate dalla distribuzione irregolare del carico sulle singole cinghie. HL@GD<EKJ Il lato scarico della cinghia deve apparire leggermente allentato quando la trasmissione si trova sotto carico. Se tale lato risulta troppo teso, la cinghia tende a slittare sulla puleggia generando alti livelli di rumore. Se la cinghia invece oscilla, la causa delle vibrazioni può essere stabilita tramite l’analisi delle frequenze. Le vibrazioni dovute esclusivamente a difetti delle cinghie si manifestano alla frequenza caratteristica della cinghia e presentano un gran numero di armoniche, con ampiezze maggiori lungo la direzione di trasmissione della forza. In genere, il calcolo delle frequenze della cinghia mostra valori che raggiungono i 100 Hz. La frequenza della cinghia può essere calcolata come segue: FDGFE<EKJ D x np dr x np = fB = r 60 Lw 60 Lw Dr in mm = Diametro effettivo della puleggia np in rpm = Velocità della puleggia Lw in mm = Lunghezza effettiva della cinghia dr Lw Dr Oltre alla frequenza della cinghia, anche la frequenza rotazionale della puleggia d’azionamento può comparire fino alla quinta armonica. A volte i livelli di vibrazione possono aumentare e diminuire a cicli periodici. Infine, un’altra caratteristica tipica degli azionamenti a cinghie e pulegge è la necessità di evitare i rapporti 1:1, poiché spesso provocano vibrazioni insolite. 397 PRONTUARIO TECNICO NOTE AGGIUNTIVE 1. quantità d’aria per ventilazione Il volume d’aria da rinnovare in un ambiente può essere calcolato: – in base al suo contenuto massimo di CO; – in base alla temperatura massiama dei locali da ventilare; – in base alla destinazione degli stessi e al numero delle persone che li occupano; – in base all’ammontare massimo di determinati inquinamenti presenti nell’ atmosfera , affinchè questa non risulti dannosa o pericolosa. La necessità di aria esterna per il fabbisogno della respirazione cioè ossigeno per il corpo umano, non è oggi quasi più presa in considerazione: è infatti generalmente sufficiente il quantitativo di aria esterna che si infiltra nelle strutture dei fabbricati o attraverso altre comunicazioni con l’esterno. Piu interessante è invece esaminare la necessità di aria esterna per la diluizione di odori e organismi patogeni; ma la vera necessità e quella di fornire aria a sufficienza per che il corpo umano conservi il suo equilibrio termico. L’organismo umano disperde verso l’ambiente che lo circonda una certa quantita dell’energia calorifica prodotta nel processo vitale detto “metabolismo” Questa dispersione avviene con la emmissione di calore sensibile per convezione (raffreddamento della superficie del corpo a contatto con I’aria, se piu fredda) e per radiazioni (trasmissione di calore alle pareti e oggetti) mentre un’altra parte di calore è dispersa sotto forma latente per evaporazione sulla superficie esterna del corpo di secrezioni ghiandolari (sudore) e sulla superficie umida delle vie respiratorie con l’emmisione di aria avente un contenuto assoluto di umidita maggiore di quello dell’aria inspirata. Le condizioni di benessere si raggiungono quando e raggiunto l’equilibrio termico tra il calore prodotto e quello disperso. L‘organismo umano entro certi limiti è capace di modificare il quantitativo di calore prodotto, ottimo per la sua costituzione e quindi il quantitativo di calore disperso, a seconda delle condizioni ambientali senza risentirne danno o malessere quindi a seconda delle possibilità di disperdimento. Esistono però attività per le quali e indispensabile la produDIAGRAMMA DEL BENESSERE ASHRAE per ala sc tem d va à relati umidit 398 ra ive ett eff r pe e ell re atu atu ab temperatura a bulbo asciutto tem ulb ou mid o PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ NOTE AGGIUNTIVE HL@GD<EKJ zione di una determinata quantita di calore, pressochè fissa, cosi che si è costretti a creare le necessarie FDGFE<EKJ condizioni ambientali affinchè si verifichi ii disperdimento del calore senza sensazioni di malessere per gli interessati. È in generale se per le condizioni ambientali e per quelle di protezione del corpo degli abiti, l’equilibrio si verifica ad un livello quantitativamente maggiore o minore di quello per lui ottimo, l’individuo avverte rispettivamente una sensazione di freddo o di caldo fino anche a livelli insopportabili. A determinare la quantita totale di calore prodotto e la parte dispersa, intervengono i seguenti fattori: – età e sesso dell’individuo; FDGFE<EKJ – temperatura delle pareti e oggetti circostanti; HL@GD<EKJ – velocità relativa dell’aria a contatto col corpo; – protezione termica del corpo. Tutti questi fattori stanno alla base della moderna tecnica del condi zionamento dell’ aria che ricrea delle condizioni artificiali di aria agendo su temperatura, umidità e velocità tale da permettere all’individuo medio un equilibrio termico ottimo. Si è cosi definito una grandezza nuova della temperatura effettiva che e un valore fittizio di temperatura. Essa tiene conto dell’umidita dell’aria, oltre che della sua velocita, e ci daFDGFE<EKJ l’effettiva misura delle condizioni ambientali nei confronti dell’equilibrio termico. Esistono diagrammi che consentono di ricavare questi valori di temperatura effettiva conoscendo le tre grandi caratteristiche dell’aria ambiente. Si sono ancora stesi diagrammi di “benessere” dove sono riportate le condizioni di benessere per la stagione estiva e la stagione invernale. Si tratta di valori medi validi per le caratteristiche medie degli individui, supponendo una razionale distribuzione di aria alle velocita usuali, che non diano luogo a correnti moleste. Temperatura max consentita in ambiente Esaminiamo il problema della ventilazione dal punto di vista della quantità di calore (sensibile) prodotto in ambiente e della temperatura max da mantenere. Si ha: C = 60 Q CP λ (T1-TE) Dove: C = quantità di calore da eliminare in cal/ora; Q = portata d’aria in mc/min; CP = calore specifico dell’aria a pressione costante; λ = peso specifico dell’aria in kg/m3; T1 = temperatura dell’aria nell’ambiente; TE = temperatura dell’aria che si introduce. Risulta: Per aria a 15° e 760 mmHg risulta CP = 0.24 e λ = 1.22 Affinché nell’ambiente si realizzi effettivamente la temperatura T1 è necessario che tutta l’aria immessa venga in buon, contatto con le sorgenti di calore, cosi che possa assorbire la quantita desiderata. La quantita di calore C da asportare viene calcolata tenendo conto che: – una persona a lavoro di ufficio emette 100/150 cal/ora – una persona addetta a lavori pesanti 200/250 cal/ora – una lampada ad incandescenza 0.7 cal/watt – una lampada ad arco 0.45 cal/watt – un motore elettrico, avente l’utilizzazione fuori dall’ambiente in esame C = 860 N (1-η) Dove N è la potenza resa in Kw e η è il rendimento riferito all’unità con: – motore da 1 kw η=80% – motore da 10 kw η=86% – motore da 50 kw η=91% – motore da 100 kw η=95% 399 PRONTUARIO TECNICO 2. ricambi d’aria consigliati per alcuni ambienti tipici Locali Ambienti per animali Abitazioni Auditori Aule scolastiche Autorimesse (depositi) Autorimesse (riparazioni) Bagni galvanici Banche Bar d’albergo Barbieri Burrifici Cabine di verniciatura (locali) Caffè Carpenteria - saldatura Cartiere Caveau di Banca Centrali termiche Chiese Cinema Colorifici Concerie Cuccette (a bordo di nave) Cucine (ristoranti) Cucine scolastiche Cucine di abitazioni Dormitori Fabbriche in genere Fabbriche celluloide Fabbriche gomma Falegnameria Fonderie Forni da pane Fungaie Gabinetti Granai Grandi magazzini Laboratori Latterie Lavanderie Librerie Locali imballaggio Locali pompe Magazzini Ricambi aria/ora 20 - 30 2-4 10 - 12 2-4 10 - 12 12 - 30 25 - 30 2-4 4-6 10 - 20 15 - 25 30 - 60 12 - 15 6 - 10 15 - 20 12 - 20 10 - 15 1-2 10 - 15 20 - 30 20 10 - 20 20 - 30 15 - 20 10 -15 9 - 12 6 - 10 20 - 30 10 - 20 10 - 20 20 - 30 20 - 30 10 - 20 10 - 20 5 - 10 6 - 10 6-8 15 20 - 30 3-5 5 - 10 6 - 12 5 - 10 Locali Mense Mulini Negozi Officine Ospedali Palestre Piscine Pollai Porcilaie Reparti fucine Ristoranti Ritrovi Sale banchetti Sale bowling Sale conferenze Sale da ballo Sale da biliardo Sale da gioco Sale d’aspetto Sale di convegno Sale di cromatura Sale di ricreazione Sale di riunione Sale esposizione banche Sale macchine e caldaie Sale manifattura tabacco Sale motori Sale trasformatori Saloni di bellezza Stabilimenti (polverosi) Stabilimenti (in genere) Stabilimenti tessili Stive (di navi in genere) Stive (per frutta) Stive (per carne, uova, ecc.) Supermercati Taverne Teatri Tintorie Tipografie Toelette Uffici Uffici tecnici NOZIONI AGGIUNTIVE Ricambi aria/ora 4-6 15 - 30 6 - 20 6 - 20 4-6 6 - 20 20 - 30 10 - 15 10 - 15 20 - 30 6 - 10 8 - 10 6 - 10 15 - 18 10 - 15 8 - 12 8 - 12 10 - 20 5 - 10 15 - 20 6 - 10 10 - 15 10 - 15 8 - 12 20 - 30 10 - 15 10 - 15 12 - 30 12 - 16 10 - 20 6 - 10 8 - 12 6 - 10 6 - 10 6 - 10 9 - 12 20 - 30 10 - 15 20 - 30 15 - 25 10 - 20 4-6 4-8 Calore dissipato da una persona a seconda dell’attività svolta Persone sedute a riposo: 100 kcal/h Persone impegnate in lavori leggeri: 150 kcal/h Persone che camminano a 5 Km/h: 250 kcal/h Persone che camminano a 7 Km/h: 350 kcal/h 400 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ NOZIONI AGGIUNTIVE 3. aspirazione da cappe e pareti aspiranti HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ Esempio di utilizzazione del diagramma Aspirando da una cappa dim. 700 x 340 con sezione aspirante di 0,238 m2 con portata Q = 7000 m2/h, si ottiene una velocità a filo cappa pari a 700 : 3600 : 0,238 = 8,17 m/s. Ipotizzando la fonte inquinante a una distanza di 300 mm dalla cappa, per sapere tramite il nomgramma la velocità di controllo con i dati sopra citati, procedere come segue: tracciando una retta dal punto relativo alla distanza X (0,3 m) e l’area della cappa A (0,238 m2) si ottiene Y = 22%, della velocità a filo FDGFE<EKJ cappa, perciò 22% di 8,17 m/s = 1,7 m/s. HL@GD<EKJ Conoscendo quale può essere la velocità ottimale di controllo alla distanza X e l’area dell’imboccatura della cappa, con procedimento inverso a quanto descritto, si ottiene la portata richiesta. 0,05 FDGFE<EKJ 3,0 2,5 0,10 2,0 0,15 1,5 0,20 3 4 5 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,30 0,40 10 0,50 0,60 20 30 40 50 60 70 80 0,2 Y = % della velocità alla cappa 0,9 0,70 0,80 0,90 1,00 1,50 A = area dell’imboccatura della cappa (in m2) 2 1,0 Y = % della velocità alla cappa X = Distanza dall’imboccatura della cappa (in m) 1 2,00 90 3,00 4,00 0,1 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 401 PRONTUARIO TECNICO 1. introduzione ATEX VENTILATORI E DIRETTIVE ATEX Molti processi e/o lavorazioni sono caratterizzati dalla presenza di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori, nebbie o polveri che, in combustione con l’aria, originano miscele potenzialmente esplosive come per esempio negli impianti chimici, farmaceutici, petrolchimici ed altri. Leggi e norme relative alla protezione contro le esplosioni sono state sviluppate in vari paesi per garantire un livello di sicurezza adeguato; dal 2003 sono diventate obbligatorie due direttive riguardanti le atmosfere potenzialmente esplosive (Atmospheres Explosives): – Direttiva ATEX 94/9/CE: apparecchi e sistemi di protezione (DPR 126/98); – Direttiva ATEX 99/92/CE: luoghi di lavoro e sicurezza dei lavoratori, (Dlgs 81/08- titolo XI: atmosfere esplosive; in precedenza Dlgs 233/03). In sintesi queste direttive definiscono i requisiti delle apparecchiature e le misure di prevenzione / protezione per i luoghi con pericolo di esplosione. Il livello di sicurezza richiesto per le apparecchiature dipende dal livello di pericolosità degli ambienti. A tale scopo le aree pericolose sono classificate in zona 0, zona 1 e zona 2, in funzione della probabilità di presenza di atmosfere esplosive (norma IEC/EN 60079-10). La zona 0 è quella più pericolosa (maggior probabilità) mentre la zona 2 è la zona meno pericolosa (minor probabilità); le zone pericolose sono identificate da un triangolo a sfondo giallo, bordo nero con la scritta EX all’interno. I costruttori di apparecchi con sorgenti di accensione elettriche e meccaniche (quali per esempio: motori elettrici, ventilatori, pompe, riduttori, ecc.) devono assicurare che gli apparecchi rispettino i requisiti essenziali di sicurezza (Essential Safety Requirements) previsti dalla direttiva ATEX 94/9/CE e dalle norme applicabili. Per gli apparecchi di superficie (gruppo II) esistono 3 categorie, in funzione del livello di protezione (zona di utilizzo): – Categoria 1: livello di protezione molto elevato (per zona 0); – Categoria 2: livello di protezione elevato (per zona 1); – Categoria 3: livello di protezione normale (zona 2). Una ulteriore suddivisione (gruppi di gas IIA, IIB, IIC) è prevista per le apparecchiature del gruppo II: rispettivamente gruppo IIA (meno restrittivo), IIB (medio), IIC (più restrittivo, che comprende anche idrogeno e acetilene); le apparecchiature del gruppo IIC sono idonee per tutte le applicazioni. Ai fini della conformità CE ATEX e della relativa marcatura sono previste differenti procedure in funzione del prodotto e della categoria. Le apparecchiature di categoria 1 (elettriche e non elettriche) e di categoria 2 (elettriche e motori a combustione interna) devono essere certificate da parte di un Organismo Notificato ATEX ed il costruttore deve disporre di una notifica della produzione da parte di un Organismo Notificato ATEX mediante un controllo del sistema di qualità dell’azienda. Per le apparecchiature non elettriche, quali per esempio i ventilatori, di categoria 2 non è necessaria la certificazione tramite Organismo Notificato. È sufficiente il controllo di fabbricazione interno e l’invio del fascicolo tecnico ad un Organismo Notificato che lo conserva, rilasciandone apposita ricevuta. Per la categoria 3, ai fini della conformità ATEX, sono richieste la dichiarazione di conformità ed il manuale d’uso. Naturalmente i produttori possono decidere di certificare anche le apparecchiature di categoria 2 e 3 tramite organismo notificato. Questa scelta si traduce in un’ulteriore garanzia di sicurezza per l’utilizzatore. Nell’ambito della direttiva ATEX 94/9/CE, relativamente alle apparecchiature non elettriche, le norme EN 1127-1, EN 13463-1 ed EN 13463-5 sono alcune delle norme di riferimento più importanti, alle quali i costruttori devono attenersi ai fini del rispetto dei requisiti essenziali di sicurezza (ESR) della direttiva. In aggiunta alle norme citate il CEN (Comitato Europeo di Normazione), ha pubblicato la norma europea armonizzata EN 14986, norma di riferimento utilizzata per la conformità e la certificazione ATEX per gas/vapori o polveri combustibili. Nel caso dei ventilatori lo scopo è evitare che siano causa d’innesco; pertanto devono essere valutati tutti i rischi ed in particolare quelli relativi a scintille dovute a frizioni e/o urti tra parti fisse e parti rotanti. 402 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ATEX 2. descrizione HL@GD<EKJ Il campo d’applicazione della Direttiva ATEX comprende tutti gli apparecchi che devono essere installati, FDGFE<EKJ all’interno della Comunità Europea, in ambienti potenzialmente a rischio di esplosione. In base alla tipologia di sostanza fonte di pericolo le atmosfere esplosive si classificano in: – Gas (indicate con la lettera G) – Polveri (indicate con la lettera D) – Gas-Polveri(indicate con la lettera GD) FDGFE<EKJ Il collegamento tra zona classificata (secondo Direttiva Europea 1999/92/CE) e classe di protezione dell’ HL@GD<EKJ apparecchiatura da impiegare rispetta la seguente tabella. Livello di protezione Categoria Categoria 1G Area di utilizzo con presenza di gas Zona 0 1D Area di utilizzo con presenza di polveri Zona 20 Molto elevato Elevato 2G Zona 1 2D Zona 21 Normale 3G Zona 2 3D Zona 22 Livello di pericolo della zona di utilizzo Atmosfera esplosiva SEMPRE PRESENTE Atmosfera esplosiva MOLTO PROBABILE Atmosfera esplosiva NON PROBABILE FDGFE<EKJ N.B. Le apparecchiature di categoria superiore possono essere installate anche al posto di quelle di categoria inferiore. Quando le apparecchiature devono essere installate in zone con presenza di gas o vapori infiammabili (Categoria G) verificare la corretta Classe di temperatura e Gruppo di custodia. Gruppo T1 T2 IIC Idrogeno Acetilene IIB Gas di Coke Gas d’acqua 1,3-Butadiene Etilbenzene Etilene Ossido di etilene IIA I Acetato di Etile Acetato di butile Acetato di Metile Acetato di Propile Acetone Alcool Amilico Acido Acetico Alcool Etilico Alcool Metilico Alcool isobutilico Ammoniaca Alcool n-butilico Benzene Anidride acetica Benzolo Cicloesanone Butanone Gas Liquido Clorometilene Gas Naturale Etano Monoamilacetato Metano n-Butano Metanolo Monossido di carbonio Naftalene Propano Toluene Xilene Classe di temperatura T3 T4 T5 T6 Nitrato di etile Solfuro di carbonio Acido Solfidrico Isoprene Petrolio Etere etilico Cicloesano Cicloesanolo Decano Eptano Esano Gasolio Kerosene Nafta Pentano Acetaldeide Etere Metano (Grisou) I gruppi di custodia e le classi di temperatura sono fatte in modo che quella più elevata includa quella inferiore (per es. IIC include IIB e T5 include T2). La classe di temperatura fa riferimento alla massima temperatura raggiunta durante il funzionamento in condizioni nominali, in qualsiasi punto della superficie dell’apparecchiatura. Classe di temperatura T1 T2 T3 T4 T5 T6 Massima temperatura superficiale (°C) con temperatura ambiente di 40°C 450 300 200 135 100 85 403 PRONTUARIO TECNICO 3. zone ATEX ATEX Zona 0 Luogo in cui un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia è presente continuamente, o per lunghi periodi, o frequentemente. Nota: in generale, dette condizioni, quando si presentano, interessano l’interno di serbatoi, tubi e recipienti, ecc. Zona 1 Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili sottoforma di gas, vapore o nebbia, si presenti occasionalmente durante il funzionamento normale. Nota: detta zona può comprendere, tra l’altro: – – – – luoghi nelle immediate vicinanze della zona 0; luoghi nelle immediate vicinanze delle aperture di alimentazione; luoghi nelle immediate vicinanze delle aperture di riempimento e svuotamento; luoghi nelle immediate vicinanze di apparecchi, sistemi di protezione e componenti fragili di vetro, ceramica e materiali analoghi; – luoghi nelle immediate vicinanze di premistoppa non sufficientemente a tenuta, per esempio su pompe e valvole con premistoppa. Zona 2 Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, si presenti durante il normale funzionamento, ma che, se si presenta, persiste solo per un breve periodo. Nota: detta zona può comprendere, tra gli altri, luoghi circostanti le zone 0 o 1. Zona 20 Luogo in cui un’atmosfera esplosiva sotto forma di una nube di polveri combustibili nell’aria è presente continuamente, o per lunghi periodi, o frequentemente. Nota: in generale, dette condizioni, quando si presentano, interessano l’interno di serbatoi, tubi e recipienti, ecc. Zona 21 Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, sotto forma di una nube di polveri combustibili nell’aria, si presenti occasionalmente durante il normale funzionamento. Nota: detta zona può comprendere, per esempio, tra gli altri, luoghi nelle immediate vicinanze di punti di caricamento e svuotamento di polveri e luoghi in cui si formano strati di polvere o che, durante il normale funzionamento, potrebbero produrre una concentrazione esplosiva di polveri combustibili in miscela con l’aria. Zona 22 Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva, sotto forma di una nube di polvere combustibile nell’aria, si presenti durante il normale funzionamento, ma che, se si presenta, persiste solo per un breve periodo. Nota: Questa zona può comprendere, tra gli altri, luoghi in prossimità di apparecchi, sistemi di protezione e componenti contenenti polveri, dai quali le polveri possono fuoriuscire a causa di perdite e formare depositi di polveri (per esempio sale di macinazione, in cui la polvere fuoriesce dai mulini e si deposita). 404 PRONTUARIO TECNICO FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ATEX 4. costruzione HL@GD<EKJ FDGFE<EKJ GRUPPO II Categoria 1 ZONA 0 GAS Categoria 2 ZONA 20 POLVERE Presenza atmosfera potenzialmente esplosiva 24/24 ORE ZONA 1 GAS Categoria 3 ZONA 21 POLVERE Presenza atmosfera potenzialmente esplosiva MIN. 10 - MAX. 100 ORE/ANNO ZONA 2 GAS FDGFE<EKJ HL@GD<EKJ ZONA 22 POLVERE Presenza atmosfera potenzialmente esplosiva 0 - MAX. 10 ORE/ANNO FDGFE<EKJ Atmosfera esplosiva solo all’interno del ventilatore Atmosfera esplosiva solo all’interno del ventilatore Atmosfera esplosiva solo all’interno del ventilatore ESEMPIO DI Particolarità costruttive del ventilatore ATEX in funzione della zona di installazione – Costruzione tipo havy duty – Coclea completamente saldata interno/ esterno – Boccaglio speciale, saldato al tronchetto, antiscintilla in ottone – Antiscintilla in ottone tra mozzo girante e coclea – Tenuta flottant graffiata – Cinghie di trasmissione certificate ATEX – Antiscintilla in ottone tra pulegge e carter – Sensori di vibrazioni e temperatura certificati ATEX – Manuale di uso e manutenzione speciale – Disponibilità analisi FEM dinamica – Resistenza all’esplosione di 1 bar – Motore idoneo per zona – Costruzione tipo havy duty – Coclea completamente saldata interno/ esterno – Boccaglio speciale, saldato al tronchetto, antiscintilla in ottone – Antiscintilla in ottone tra mozzo girante e coclea – Tenuta flottant graffiata – Cinghie di trasmissione certificate ATEX – Antiscintilla in ottone tra pulegge e carter – Sensori di vibrazioni e temperatura certificati ATEX – Manuale di uso e manutenzione speciale – Disponibilità analisi FEM dinamica – Resistenza all’esplosione di 1 bar – Motore idoneo per zona – Macchina standard – Boccaglio antiscintilla standard in alluminio – Tenuta antiscintilla standard – Cinghie antistatiche – Motore idoneo per zona 405 QUESTIONARIO DA ALLEGARE ALLA RICHIESTA D’OFFERTA PER VENTILATORI Ex CONFORMI ALLA DIRETTIVA 94/9/C4 (ATEX) (QUESTO QUESTIONARIO È INDISPENSABILE PER LA FUTURA COSTRUZIONE DEL VENTILATORE E IMPEGNA IL COMMITTENTE ALLA VERIDICITÀ DEI DATI) Il tipo di atmosfera, classificazione della zona e la scelta dell’apparecchiatura è a cura e responsabilità dell’utilizzatore DATA: RIFERIMENTO: IL COMPILATORE DELLA RICHIESTA NOME E COGNOME: ........................................................ INCARICO ....................................................................... Tel. ................................ Fax ......................................... CLIENTE: TIMBRO E FIRMA 01 Il ventilatore verrà installato in una zona con pericolo di esplosione? No ■ Sì ■ 02 Se sì, come è stato classificato il luogo? ALL’INTERNO DEL VENTILATORE ■ NON CLASSIFICATO ■ ZONA 1 (2G) GAS ■ ZONA 2 (3G) GAS ZONA 21 (2D) POLVERE ■ ZONA 22 (3D) POLVERE ■ Contrassegnare con una “x” la casella interessata ALL’ESTERNO DEL VENTILATORE NON CLASSIFICATO ■ ZONA 1 (2G) GAS ■ ZONA 2 (3G) GAS ■ ZONA 21 (2D) POLVERE ■ ZONA 22 (3D) POLVERE ■ 03 Se il rischio di esplosione è determinato da polvere (D) indicare se essa è conduttrice Sì ■ No ■ 04 Se il rischio di esplosione è determinato da gas (G) indicare la temperatura Di accensione °C e il gruppo di esplosione IIA ■ IIB ■ IIC ■ La natura del gas ............................. Corrosivo ■ Tossico ■ 05 MOTORI Indicare il tipo di servizio del motore elettrico: da S1 (continuo) a S8 (continuo con variazioni periodiche di velocità) ed il numero di avviamenti n° (avv/ora) Ora del ventilatore S (servizio) 06 Indicare se il motore è controllato da inverter TIPO DI MOTORE EEx-d (custodia a prova di esplosione) EEx-e (modo di protezione a sicurezza aumentata) EEx-n (in accordo alla norma EN50021) IP-65 ■ IP-55 ■ Classe di temperatura T1 ■ ■ ■ ■ T2 ■ Sono classificati in base alla temperatura massima superficiale (T1 450°C T2 T3 ■ 300°C T3 07 Indicare la disposizione dell’asse del ventilatore Verticale ■ 08 Temperatura di accensione di una nube di polvere ................ °C 09 Temperatura di accensione di uno strato di polvere di 5 mm ................ °C 10 Massima temperatura del fluido aspirato dal ventilatore ................ °C 11 Per le polveri precisare la granulometria in µ ................ 12 Ventilatore installato all’interno ■ o all’esterno ■ 13 Ventilatore in aspirazione ■ o in mandata ■ T4 ■ 200°C T4 T5 ■ 135°C T5 100°C Orizzontale ■ 14 Temperatura massima dell’ambiente di installazione del ventilatore ................ °C 15 Esiste pericolo di aspirazione di corpi solidi Ø > 12 mm Sì ■ No ■ Se esiste verranno adottate apposite reti che ne impediranno il passaggio la normativa prevede che i ventilatori abbiano un funzionamento tra i -20 / +40°C PER ESSERE CERTIFICATO IL VENTILATORE DEVE ESSERE MONTATO IN TUTTE LE SUE PARTI ESCLUSIVAMENTE DALLA DITTA COSTRUTTRICE (COMPRESO IL MOTORE 406