diletto e armonia villeggiature liberty marine

Andrea Speziali
DILETTO E ARMONIA
VILLEGGIATURE LIBERTY MARINE
Indice
Introduzione .......................................
COMUNE DI PESARO
ASSESSORATO ALLA CULTURA
SERVIZI MUSEI
Una finestra sull’architettura Liberty balneare. Da Sanremo a Trieste.......................
Apparato fotografico...........................
Mar Tirrreno..........
Mar Ionico........
61100 Pesaro, Via Pola, 9
Tel./Fax 0721 35588
Mar Adriatico..............
e-mail: [email protected]
Indice dei nomi...............
Direzione della collana Rerum Maritimarum
Maria Lucia De Nicolò
In copertina: illustrazione del prospetto di villa Ruggeri
Direzione generale:
Maria Lucia De Nicolò
Comitato di studio:
Eugenio Rizzo
Maria Cristina Sirchia
Ulisse Tramonti
Allestimenti:
Giuseppina Dolci
La presente pubblicazione si lega ai sottoprogetti di ITALIA LIBERTY (www.italialiberty.it):
Andrea Speziali
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
UNA FINESTRA SULL’ARCHITETTURA LIBERTY BALNEARE
Da Sanremo a Trieste
La grande bellezza dell’architettura Liberty marina si avverte quanto il progettista riesce a creare
equilibrio tra linee, forme e colori proponendo una armonia tale capace di regalare emozioni a
chi la abita. La maggior parte dei villini Liberty che sorsero tra fine Ottocento e primi Novecento
lungo la costa dei mari Adriatico, Tirreno e Ionio conservavano quell’unicità stilistica denominata con il termine di ‘’Liberty’’ o ‘’Stile Floreale’’, capace di far innamorare comuni fruitori. Oggi
con l’attuale crisi che ha stravolto gli animi e gli stili di vita, quando passiamo davanti a un villino
Liberty viene spontaneo davanti a tanta bellezza avere la curiosità e l’interesse di visitare internamente la dimora davanti ai nostri occhi. Questo è il pretesto che spinse negli anni Settanta una
studentessa come Luisa Fontebuoni a bussare al cancello d’ingresso di Villa Ruggeri a Pesaro per
poterlo visitare internamente.
Da tale storia sorge il titolo della mostra ‘’Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine’’ che
intende rappresentare con fotografie e autentici progetti di villini esposti negli eleganti spazi vi
villa Molaroni a Pesaro, quello che è il Diletto e l’Armonia nell’arte Liberty. A Pesaro non c’è
rappresentazione migliore di villa Ruggeri progettata da Giuseppe Brega per il noto farmacista
Oreste Ruggeri. In un villino così ricco di linee e colori definito all’epoca un’opera chic da una
pubblicazione francese sull’Art Nouveau, non si può fare a meno di notare quanto sia stato il
diletto da parte del progettista, committente e operai per erigere una tale struttura destinata a rimanere nei secoli per l’importanza storica e artistica. Oggi la capacità di creare decorazioni simili
è sparita a causa della moda e di una società più proiettata alla tecnologia. Purtroppo gli artigiani
dell’epoca non hanno tramandato la tecnica e la passione verso l‘artigianato. La ditta di ceramiche
Artistiche Molaroni conserva fortunatamente alcuni calchi d’epoca e artisti capaci di riproporre
ancora oggetti Liberty.
La storia di Luisa Fontebuoni e il suo intelletto ardito per capire da lontano quanto era importante portare alla luce una villa cosi bella, ricorda la mia avventura con villa Antolini a Riccione .
La mostra ‘’Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine’’ con la partecipazione di Maria Lucia De Nicolò vuole portare alla luce il ricco patrimonio Liberty architettonico sviluppatosi lungo
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Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
la costa su territorio nazionale. È chiaro che non
Senigallia, Fano, Pesaro, Cattolica, Riccione, Rimini, Bellaria, Viserba, Cesenatico, Cervia, Co-
basterebbero gli spazi della reggia di Versailles
macchio, Lido di Venezia e Trieste.
per raccontare tutto nel dettaglio, però possiamo
Considerare per ogni di queste città l’aspetto storico-sociale dell’epoca equivarrebbe a scrivere
considerare questa iniziativa come un inizio ver-
un’enciclopedia. Sarò perciò essenziale premettendo che il presente saggio è impostato non solo
so qualcosa di più grande. Infatti grazie all’in-
come un lungo viaggio per ammirare i villini lungo la costa, ma è anche una traccia di riferimento
venzione del computer e di internet è possibile
per poter intraprendere un grande tour Liberty di grande bellezza.
visitare sul portale web www.italialiberty.it tutto
il patrimonio artistico Liberty italiano e in par-
Partendo dal confine straniero con Menton e Ventimiglia, la prima città che merita attenzione
te estero. Mezzi digitali che possono permette-
che conserva villini Liberty è la prestigiosa Sanremo. Tra gli edifici della zona quello più rap-
re grandi opere tanto desiderate da storici come
Fontana di villa ‘‘Per Ufficiali’’ a Sanremo.
presentativo è villa Angerer, localizzata nei pressi del Casino municipale della città. L’ingresso
Rossana Bossaglia e mai compiute fino ad ora. Oggi grazie a questo sito è possibile conoscere
su via Asquasciati è costituito da un imponente cancello, i cui piloni sono sormontati da vasi in
edifici censiti nella penisola sia quelli ancora visitabili che demoliti e rendersi conto degli errori
ceramica in stile Secessionista.
che i nostri antenati hanno commesso. In mostra sono esposti documenti inediti come i progetti
L’esterno della villa è così ricco di decorazioni che ricorda una tipico villino Art Nouveau. Se
dell’Ingegnere Enrico Macchiavello nativo di Rapallo. Egli è il protagonista di questa esposizio-
confrontiamo il bow-window con i vasi di Gallè possiamo notare una forte similitudine per la
ne a cui devo l’onore a privati di esporre per la prima volta progetti di edifici andati dispersi negli
stessa fluidità delle linee, cromie calde e una ricca composizione. A dare un tono di leggerezza
anni e rinvenuti solo ora. Tra questi vi è il progetto del Kursaal di Rapallo.
all’esterno della dimora sono le decorazioni Liberty presenti in ogni particolare come i comignoli
Definire una data esatta di quando il nuovo stile arriva in Italia è difficile, sono molti i dibattiti
in terracotta che riportano soggetti floreali e mitologici ad esempio i draghi, marmi intagliati,
e le considerazioni. È chiaro che grazie al progetto ‘‘Italia Liberty’’ è possibile vedere da qualsiasi
stucchi, vetri, ferri battuti zoomorfi nelle ringhiere dei balconi, opera di Luca Casella. Perfino le
dispositivo digitale, un ricco patrimonio contenente progetti d’archivio e fotografie dell’edifico
giunture tra i tubi delle gronde sono arricchite di motivi floreali. Analizzando i prospetti dell’edi-
che riportano una data e da essa considerare quale sia il villino Liberty più retrodatato. Ad esem-
ficio si nota che il corpo centrale è stato sopraelevato per accogliere la loggia vetrata, richiesta dal
pio Palazzo Migliorati risalente al 1898 a Brescia, progettato da Egidio Dabbeni (1873-1964)
committente per ospitare la libreria. All’interno vi è una pregiata scala in ferro battuto a motivi
riporta delle decorazioni cementizie Liberty. Il Cemento era una novità per allora e considerata
vegetali realizzata dal noto fabbro Mazzucotelli che conduce con una svolta di 180° ai piani su-
la datazione dell’edificio si può presupporre che esso sia uno dei primi esempi di Liberty italiano.
periori i cui spazi interni sono valoriz-
La presente mostra vuole quindi accompagnare il fruitore comune a intraprendere un viaggio a
zati da soffitti affrescati, pannelli lignei
ritroso nel tempo per conoscere le opere architettoniche Liberty da Sanremo a Trieste percor-
scolpiti, vetrate policrome filettate in
rendo tutta la costa dei tre mari (Tirreno, Ionico e Adriatico). Si notano quindi diverse varietà di
piombo a temi floreali. Non è solo
impronte stilistiche, tutte facenti parte della corrente artistica Art Nouveau (Liberty in Italia) ma
l’architettura con le sue decorazioni
con cifre artistiche differenti tra area e area, dove è possibile constatare che il Liberty al Sud è più
che caratterizzano la proprietà come
marcato e ‘‘pesante’’ del Liberty al Nord e ci sono regioni che conservano più Liberty rispetto ad
un gioiello della città, infatti la villa
altre, questo considerando solo la zona balneare in città come Sanremo, Imperia, Alassio, Savona,
conserva un vasto parco annesso che
Genova, Rapallo, La Spezia, Viareggio, Livorno, Cecina, Santa Marinella, Napoli, Palermo, Tra-
offriva al visitatore caverne con rocce,
pani, Catania, Bari, Pescara, Giulianova, Grottamare, Civitanova Marche, Falconara Marittima,
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Interno del Casinò a Sanremo.
statue e giochi d’acqua, ricostruzioni
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Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
orientaleggianti, piante esotiche e una pittoresca
dei sogni, dove se si visitano i balconi vista mare al tramonto si vive l’emozione, la metafora, il
grotta con un drago scolpito. In origine la di-
sentimento e il pensiero filosofico Liberty. Un panorama che si può solo sognare considerato che
mora si chiamava villa Feraldi, già presente nel
l’immobile è inaccessibile perché in abbandono. Così via anche per altre poche ville sulla costa, ad
piano regolatore del 1882 e in seguito nell’anno
esempio villa Haydeè a Miramare con un terrazzo lungo e stretto al primo piano che si estende
1902 subentrò l’avvocato austriaco Leopold An-
a vista mare dove c’è l’inizio della spiaggia. Architetture di grande pregio, destinate ad essere in
gerer. A Sanremo ci sono anche altre proprietà
abbandono fino a quando non si trova un facoltoso acquirente.
Liberty, soprattutto private come villa Anita del
La particolarità di questi immobili è che affacciano direttamente sul mare senza avere piste cicla-
1903 . Il Casinò della città come si può vedere da
bili o strada tra l’uscita lato mare e la spiaggia. Perciò chi abita il villino può godere di una grande
foto d’epoca dell’interno conservava decorazioni
pace e armonia. Lo scatto fotografico di villa Zanelli che vinse il primo premio della prima edi-
Liberty mentre il complesso architettonico si di-
Villa Liberty ad Alassio. (demolita)
zione del Concorso Fotografico nazionale ITALIAN LIBERTY trasmette ai suoi fruitori una
stacca dall’impronta Liberty. Sempre in città si trova la villa ‘‘Per gli Ufficiali’’ dove al suo interno
bella emozione grazie alla capacità del fotografo Jonathan Della Giacoma che è stato in grado di
nel giardino, è conservata una fontana Liberty, la medesima che si può ammirare nel giardino del
studiare in una intera giornata l’angolazione giusta e il momento esatto per avere la luce perfetta
Grand Hotel Rimini. Prima di lasciare la città merita attenzione la scultura marmorea ‘‘Prima-
per risaltare la sua grandezza e bellezza Liberty.
vera’’ realizzata nel 1919 dallo scultore Vincenzo Pasquali. Il Liberty si sviluppò anche nell’arte
La dimora venne edificata nel 1907 dal capitano Nicolò Zanelli, progettata dall’architetto Got-
scultorea, tanto da abbellire alcuni angoli della città.
tardo Gussoni (nato a Torino nel 1869 e deceduto a Villastellone nel 1951). Fu allievo di Pietro
La prossima località è Imperia, dove a far padrona è lo stabilimento balnerare Spiaggia d’Oro
Fenoglio (Torino 1865 – Corio 1927), noto come uno dei più importanti architetti del Liberty
sorto nel 1913 sul molo di ponente a Porto Maurizio, progettato dell’architetto Alfredo Campa-
italiano. Dopo aver lavorato con Fenoglio, si associò a Vivarelli. Il momento più alto ed organico
nini (1873-1926) e realizzato dalla Società Ligure Lombarda. Analizzando da lontano lo stabili-
della sua attività, tale da costituire un importante prototipo dell’Art Nouveau nella Riviera Ligu-
mento notiamo una impostazione di impronta Secesionista viennese, confrontabile con opere di
re, è appunto Villa Zanelli. Con questa realizzazione
Otto Wagner e colori sgargianti e vivaci tipici del Liberty e in sintonia con altre architetture del
pervenne ad elaborare con personale ritmicità plastica
luogo. Gli interni sono riccamente decorati con affreschi ai soffitti ritraneti la natura. Agli angoli
i motivi sviluppati da Horta in Belgio, filtrati attraver-
dell’edificio sono affrescati alberi che ornano il perimetro specularmente.
so la lezione del suo primo maestro Fenoglio. Gussoni
Nella cittadina di Alassio merita attenzione villa Massara sul Lungomare di levante le cui linee
lavorò molto nella Riviera Ligure, ma nulla è così net-
e decorazioni si ritrovano a villa Zanelli a Savona, probabilmente gli stessi calchi cementizi che
tamente caratterizzato da un punto di vista stilistico
si ripetevano da villa a villa. Se vi trovate ad Alassio non può mancare una visita alla galleria
come Villa Zanelli, che rimane il suo capolavoro più
L’Image in Piazza Partigiani per vedere autentici manifesti e poster Art Nouveau realizzati da
celebre. Appartenne alla famiglia Zanelli fino al 1933,
grandi illustratori dell’epoca come Mucha, Dudovich, Cambellotti, Terzi e tanti altri. È grazie
anno in cui fu venduta al comune di Milano, che la
alla grafica e di conseguenza alla pubblicità che l’arte Liberty prese vita e si diffure in Italia a fine
trasformò in campeggio e colonia internazionale. Tale
Ottocento .
funzione rimase fino al 1961, a parte la parentesi del-
Proseguento sul litoreale tirrenico ci si imbatte in un capolavoro di architettura Liberty balneare:
la seconda guerra mondiale, durante la quale fu usata
villa Zanelli a Savona. La perduta livornese, già da parecchi anni in acceso dibattito per la ristrut-
come ospedale da campo. Dal 1961 al 1967 fu ancora
turazione che merita la considero ‘’La regina del romanticismo Art Nouveau’’, ovvero la dimora
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Foto d’epoca di villa Zanelli a Savona.
colonia.
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Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Nel 1967 vi si insedia l’Istituto A.N.F.Fa.S. al quale si affianca una sezione dell’USL. Fino ai
mobile, dalla distribuzione alla disposizione degli spazi interni e esterni, si sposa con il pensiero
primi mesi del 1998 resta alla USL in qualità di centro per la cura dei cardiopatici, ma il degrado
filosofico di questo nuovo stile per l’Italia moderna.
nel quale ormai versa a causa della scarsa manutenzione, che culmina col crollo di parte del sof-
Era l’alba del XX secolo quando, il 1° gennaio del 1901, in bella vista sul tratto di costa che va da
fitto nell’atrio del primo piano, fa sì che la villa venga abbandonata e chiusa definitivamente dalla
Rapallo a Portofino, aprì i battenti il Kurssal. Costruito nel punto dove nel 1865 sorgeva Villa
Regione, a cui tuttora appartiene.
Elisabetta.
Nonostante i molti cambiamenti di destinazione d’uso e gli inevitabili adattamenti interni dell’e-
La progettazione si deve all’architetto svizzero Verrey sotto la direzione dell’Ingegner Enrico
dificio ad uso pubblico, originariamente concepito per uso privato, esso conserva i caratteri ori-
Machiavello.
ginari sia dal punto di vista strutturale che decorativo. In origine le strutture erano intonacate di
Dai progetti originali esposti in mostra si nota che la struttura aveva 140 stanze. Una grande
bianco, al fine di fare risaltare le decorazioni, i vetri cat-Villino Liberty a Monterosso.
struttura promettente che già dall’inizio era meta per persone facoltose e note.
tedrale ed il complesso gioco dei ferri battuti. Di questi
Quest’opera architettonica, ancora oggi visitabile, si può definire il grande capolavoro del Mac-
ultimi restano soltanto le ringhiere interne e quelle del cancello d’ingresso. La costruzione appare
chiavello per le dimensioni e l’importanza della struttura. Se vi addentriamo nelle altre opere di
rovinata dalle pesanti ridipinte in giallo ed anche dalla crescita della città che ha in parte distrutto
Enrico Macchaivello notiamo la poliedricità di una matematico capace di interpretare varie cor-
l’originale contesto verdeggiante in cui sorgeva la villa.
renti artistiche con estro e genialità. Egli ha ristrutturato anche deifici come Il Monastero delle
A Savona oltre villa Zanelli vi sono altri edifici Liberty che meritano un cenno, tra questi il pa-
Clarisse, impreziosendolo con decorazioni eclettiche. Correva l’anno 1908.
lazzo dei Pavoni eretto nel 1906, così battezzato per le maioliche affrescate all’esterno raffiguranti
La mostra propone anche bozzetti decorativi di rosoni, balconi in ferro battuto, prospetti di edifici
pavoni Liberty di grande bellezza. Il pavone nel Liberty era tra i soggetti più rappresentati per la
come l’hotel Oriental o altre ville anonime. Si vige dalla linea sinuosa a colpo di frusta che Mac-
facile stilizzazione delle linee al contrario della rosa dove vi sono pochi elementi su cui giocare a
chiavello aveva una profonda conoscenza dell’architettura veneta di quel periodo, infatti alcuni
‘’linee a colpo di frusta’’.
progetti di villini, come villa Sanguineti sono ispirate a quei modelli di ville al Lido di Venezia.
Genova conserva eleganti edifici Liberty nel centro città rispetto alla zona mare. Un esempio di
Lasciando alle spalle Rapallo ci avventiamo nella magica La Spezia, già da fine ‘800 ricca di arte
palazzo urbano è svisitabile in Corso Firenze al civico 9, caratterizzato da cariatidi e bassorilievi
e cultura. C’è l’ipotesi che al tempo della Belle Èpoque si fosse formato un centro di cultura mo-
così marcati di ispirazione barocca. Ville Liberty dall’impronta simile a quella di villa Zanelli a
dernista, dal quale attingevano le zone limitrofe come Sarzana (che riporta ancora oggi esempi
Savona in quest’area non si trovano. Agli inizi del Novecento si poteva ammirare qualche costru-
di arte Liberty), Lerici ed altre località alle quali il fenomeno si era esteso. A Sarzana, lungo il
zione, oggi andate demolite e stravolte architettonicamente. Qualche villino con decorazioni Li-
viale della Stazione, alcuni villini Liberty confermano quanto sosteneva Rosssana Bossaglia, circa
berty lo si può scorgere su via Piaggio. Per gli amanti della scultura Liberty il nido per ammirare
i villini aristocratici costruiti nei pressi delle stazioni ferroviarie, luoghi fecondi e prolifici dell’arte
dei capolavori marmorei è al Cimitero Monumentale di Staglieno .
Liberty.
A Rapallo il Liberty non ebbe un grande successo, la committenza dell’epoca guardava più a stili
Anche Lerici presenta edifici modernisti le cui foto si possono vedere in mostra.
classici e razionali. Si può notare da cartoline d’epoca e da ciò che rimane che quei pochi villini
Secondo Valeria Scandellari c’è l’ipotesi che da Torino il fenomeno del Liberty sia filtrato imme-
rimasti vicino la costa hanno come fattor comune tetti a chalet e torrette da colori caldi con to-
diatamente alla Spezia e vi abbia preso corpo quasi contemporaneamente . La teoria è che molti
nalità cromatiche prevalentemente gialle. In una città come Rapallo si può dedurre dopo studi e
artisti e operatori locali avevano studiato e si erano perfezionati a Torino, che per molti anni era
ricerche condotte in archivio che l’unico pioniere del nuovo stile sia proprio l’ingegnere Enrico
stato il riferimento più attendibile cui la cultura spezzina voleva uniformarsi.
Macchiavello nativo della città. Un genio che è riuscito a proporre il Liberty in poche aree di Ra-
Da una attento studio basato tra confronti tematici e stilistici di alcuni edifici spezzini a confron-
pallo sia per la progettazione dell’edificio che per le decorazioni. Il concetto progettuale dell’im-
Villino Liberty a Monterosso.
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to con altri torinesi, emerge una forte relazione di
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stili e analogie tra progettazione architettonica e decorazioni,
al posto del tetto, di pura filosofia Liberty. Altri esempi di architettura Liberty a Viareggio sono
capace di stupire. Solo per questo argomento meriterebbe una
il villino Guscio del 1914 caratterizzato da un sottotetto in cemento armato Liberty e il villino
pubblicazione a parte.
Rina eretto nel 1913, sito in via Leonardo Da Vinci 113 .
Tra gli edifici che meritano attenzione il Palazzo Bianchi sito
Aprire un dibattito sull’architettura Liberty a Livorno sarebbe come pugnalare il fegato. Lo sta-
in via Fiume è senza ombra di dubbio il capolavoro Liberty
bilimento ‘’Acque della Salute’’ eretto agli inizi del novecento e progettato da Angelo Badaloni
spezzino per l’impostazione, decorazioni, storia e la cifra sti-
(1849-1920) è un tema che sta a cuore per la città in quanto è un vero capolavoro Liberty, pur-
listica della facciata ispirata al palazzo Sanguinetti progettato
troppo abbandonato. Esso conserva ancora pregiate decorazioni cementizie e maioliche illustrate
da Ettore Lambertini nel 1907 a Bologna. Si può notare una
di notevole importanza. Fin che c’è si può ancora ammirare per quel quello che resta e i fotografi
forte similitudine per la distribuzione delle linee e la stessa to-
del mondo urbex non hanno di certo atteso permessi per immortalare la sua bellezza.
nalità tra Liberty floreale e la linea della Secessione Viennese
Sempre in zona si trova la Palazzina Vichi, un esempio di villino ben conservato nel tempo di
nelle decorazioni.
proprietà privata. Fu costruito nel 1906 su progetto di Pietro Arcangioli e la decorazione spazia
Palazzo Bianchi fu progettato da Vincenzo Bacigalupi tra il
dalla tecnica cementizia a quella della maiolica riposta sul perimetro dell’edificio.
1906 e 1906, ancora oggi è in buono stato di conservazioni
e
reca
Fortunatamente molte delle ville private lungo la costa del mare sono sempre ben conservate e
affreschi ai soffitti interni di raffinata bellezza Art Nouveau.
Nell’in-
spesse volte in continuo stato di vendita o affitto. Le cause maggiori sono per i costi di manteni-
sieme le linee sono assai equilibrate e con il colori delle
vetrate
mento o per inutilizzo. Questo è il movente per cui anche di un bellissimo villino Liberty nella
della scalinata interna, al mattino questo palazzo si trasfor-
ma
in
piccola città di Cecina è in cerca di un facoltoso proprietario. Cecina non è una città che agli inizi
un verso spettacolo architettonico. Ma il Liberty a La Spezia
trovò il
del Novecento ebbe un grande sviluppo artistico-culturale seguendo la moda dell’Art Nouveau,
suo espluà nella grafica, dove ancora oggi si ammirano car-
toline e
infatti si contano pochi edifici Liberty, fortunatamente ancora oggi esistenti.
poster pubblicitari.
Una situazione simile è a Santa Marinella dove si trova villa Bettina, la cui data di costruzione
A Viareggio fanno da padroni gli stabilimenti balneari in
coincide con il tramonto dello stile floreale, eretta nel 1906 su via Aurelia. La villa si nota da
viale Regina Margherita come il noto Bagno Balena, il gran
lontano per i suoi colori accesi e vivaci, dalla forma armonica grazie alla torre di pianta circolare
Caffè Regina Margherita, Magazzini Duilio distinguibi-
e stucchi Liberty. Il giardino è ricco di vegetazione e dettagli eleganti non mancano, come un
li per il numero civico 48 raffigurato in grande sul tetto. Si
sottotetto con decorazioni raffiguranti dei cigni per tutto il perimetro. Si noti anche il cancello in
possono definire delle architetture tra Liberty e Art Dèco. Il
ferro battuto, riccamente lavorato.
bagno Balena del 1900 progettato da Alfredo Belluomini è un
Villa Cerrano fu costruita nel 1913 in cemento armato proprio per celebrare le enormi possibilità
esempio di anticipazione per un nuovo stile avvenire. La cifra
espressive del nuovo materiale edilizio.
stilistica del bagno è simile al villino Lydia a Viserba di Rimi-
Il villino, costituisce un esempio notevole di architettura Liberty floreale, progettato dell’architet-
ni. Il Magazzini Duilio eretti negli anni Venti sono con ulna
to romano Gino Smorti, esso mostra il tipico lessico dello stile floreale, con eleganti decorazioni
impostazione generica di impronte Dèco e presentano ancora
fitomorfiche sulla cancellata, sui blocchi prefabbricati dei parapetti e su alcune finestre. Di pregio
decorazioni Liberty notabili da vicino. Il villino Chizzolini del
Villa Rina, Via L. Da Vinci 113, 1903, Viareggio.
la finestra sottotetto a mezzaluna che esprime una forma geometrica tipica di questo nuovo stile.
1910 a firma dell’architetto lucchese Gaetano Orzali riporta sulla facciata esterna un ornamento
Da Santamarinella ci spostiamo a Napoli dove il più importante esempio Liberty è la Palazzina
ceramico raffigurante caravelle sul mare . L’impianto della villa è eclettico e conserva un terrazzo
Velardi che viene considerata una delle prime costruzioni progettate secondo i dettami del nuovo
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Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
stile .
rita 38. Assieme al palazzo Dabbeni e qualche altro esempio di arte Liberty italiana, villa Florio
Sicuramente è l’edificio Liberty più antico e quello più singolare, caratterizzato da una alta tor-
è uno dei primi esempi dello stile floreale. Sicuramente il primo nella Regione Sicilia.
retta tutta decorata con soggetti floreali in cemento.
Le varie influenze stilistiche che determinano l’impianto architettonico dalle superfici ricurve
Nella città di Napoli è l’architettura rispetto alla scultura, pittura e grafica a risentire di questa
barocche, capriate tipicamente nordiche, torrette cilindriche che rimandano ai castelli francesi,
corrente artistica che si diffuse in tutta Europa tra fine ‘800 e inizi ‘900. La diffusione dello stile
colonnine romaniche e bugnati rinascimentali, assimilate tra loro creano una impronta eclettica
Liberty nella città si ha prevalentemente tra il 1900 e il 1920 nei quartieri di nuova urbanizzazio-
nella pianta e nei prospetti. Forse Basile voleva ricreare in questo edificio (proponendo vari ele-
ne che si sviluppano verso le colline del Vomero e di Posillipo , oltre che in talune aree interes-
menti stilistici provenienti da fuori) le tappe che il cosmopolita e viaggiatore Vincenzo Florio. La
sate da attività di demolizione e risanamento architettonico. Sorgono così in gran numero ville,
modernità dell’edificio, il Liberty, viene proposto in maniera espansiva e nelle piccole decorazioni
palazzetti ma anche palazzi, che rappresentano oggi un importante patrimonio architettonico,
su tutto il perimetro della villa partendo dal tetto. Come tanti edifici anche villa Florio venne di-
purtroppo in alcuni casi soffocato dai grandi ed antiestetici palazzi di epoca successiva.
sabitato e negli anni Sessanta subì anche un incendio che devastò l’interno e i suoi preziosi arredi
I temi comuni, nell’architettura Liberty napoletana, sono il massiccio impiego di materiali quali
disegnati dal Basile. Gli affreschi e dipinti ad opera di Ettore De Maria Bergler (1850-1938) e
il ferro battuto e il vetro, la presenza ricorrente di torri e pilastri, l’utilizzo diffuso di stucchi e
Giuseppe Enea (1853-1906) andarono in rovina. Fortunatamente ci fu un grosso restauro e oggi
motivi floreali a carattere decorativo e ornamentale, le forme curve del cemento. Una espressione
questo capolavoro di villa è sede di rappresentanza della Regione Siciliana.
di eleganza e raffinatezza dell’arte Liberty è la scalinata all’interno del palazzo Mannajuolo, sce-
Per gli appassionati di arti applicate, pitture e sculture, sempre in Regione è possibile recarsi alla
nografica, ellittica e priva di decorazioni laboriose con quella linea a ‘’colpo di frusta’’ ricca come
Fondazione Thule e osservare da vicino preziosi manufatti Art Nouveau.
nelle opere di Horta.
Altre ville da visitare a Palermo senza escludere i due chioschi Ribaudo, sono il villino Ida del
Il villino Russo Ermolli progettato dall’architetto Stanislavo Sorrentino tra il 1915 e il 1918 sito
1903-1904 progettato da Ernesto Basile per la moglie Ida Negrini di Novara; villino Favarolo
in via Palizzi 50, ancora oggi è in buono stato di conservazione, merita di essere visitato per le
situato tra piazza Virgilio angolo via Dante Palazzo, caratterizzato da una alta torretta e Palazzo
pregiate e raffinate decorazioni in bassorilievo esterne. La marcatura dei dettagli è più leggera
Dato del 1906 in via XX Settembre, progettato dall’ingegnere Vincezo Alagna. L’opera Liberty
rispetto ad altre decorazioni liberty napoletane.
più suggestiva che si può visitare a palaermo, a mio avviso, è l’affresco del pittor De Meria Von
Traghettimao ora nell’isola di Sicilia bagnata dai mar Tirreno e Ionico per scoprire alcune ville
Bergler realizzato con la collaborazione di L. Di Giovanni e M. Cortegiani nel prestigioso salone
Liberty di maggior rilievo storico lungo la costa. Tra Palermo e Catania vi è Trapani, meno co-
del Grand Hotel Villa Igea, edificio progettato dal Basile nel 1908. In questo grande affresco che
nosciuta per conservare opere Liberty. Qui nella città vi sono costruzioni a firma di Francesco La
si percuote per tutto il perimetro del salone viene illustrata ‘’la vita della Belle Èpoque’’ con figure
Grassa, architetto trapanese attivo in tutta Italia e meritano attenzione edifici come Palazzo Fer-
femminili sorridenti, una folta vegetazione, cromie calde e vivaci che raccontano lo splendore
rante del 1908 e Palazzo delle Poste del 1927 a tre elevazioni con pronao rettangolare, intelaiato
e ottimismo dell’arte Liberty. L’iris è il fiore dominante dell’affresco e embrema Art Nouveau.
da una teoria d’archi incassati a sesto acuto, sostenuti da lesene che partono da erra, inquadrano
Vengono rappresentati nella natura anche papaveri, rose e melograni, gli indumenti delle donne
le aperture e la facciata presenta bassorilievi Liberty, sopra la scritta ‘’Telegrafi’’ vi sono due ali
ricordano i vestiti della modella privilegiata del grande illustratore ceco Alfons Mucha.
d’angelo che sono l’allegoria di un servizio di spedizioni veloci.
Il ritratto di Franca Florio conservato all’interno del Grand Hotel e realizzato da Giovanni Bol-
A Pelermo vi è villino Florio che racconta ancora la stroria dell’architetutra Liberty palermitana
dini è l’emblema della borghesia .
attraverso i suoi affreschi, arredi e dettagli Liberty di inconfondibile eleganza. Opera del genio
‘’Per sensazioni ed immagini lontane, di quando ci sono venuto per la prima volta verso il 1930,
Ernesto Basile (1857-1932), uno tra i più noti architetti della Sicilia. Il villino Florio all’Olivuzza
spesso riesco a estrarre dal bellissimo caos che è Palermo una città essenzialmente Liberty, quasi
costruito tra il 1899 e il 1902 è attorniato da un vasto giardino e si trova in viale Regina Marghe-
una piccola capitale dell’Art Nouveau’’. Queste sono le parole dello scrittore siciliano Leonardo
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Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Sciascia che raccontano di come doveva essere Palermo tanti anni fa.
villa era stato conferito a Manetti Cusa nello stesso anno della sua laurea, conseguita nel 1913.
Una mostra tenutasi al Complesso Monumentale dello Steri a Palermo, “Girolamo Manetti
La villa si distingueva per la complessità stilistica dei prospetti che, sebbene ispirata al manie-
Cusa. Architetto, Ingegnere, Fotografo dal liberty alla Ricostruzione’’ riscopre una figura di ar-
rismo classico, non disdegnava riferimenti ad altri stili come il Liberty. La composizione era
tista poliedrico, che contribuì già allora a censire il patrimonio architettonico palermitano, con
animata dal gioco degli sporti e delle rientranze in cui erano ricavate logge e portici. Partico-
una grande raccolta di scatti fotografici dei villini, e a progettare edifici sia di impronta Liberty
larmente elaborata era la soluzione dove il piccolo portico ionico era sormontato da terrazza. I
che Art Decò.
prospetti erano distribuiti in partiti separati da lesene bugnate; le aperture erano incorniciate da
L’esposizione ha dato risalto a foto e progetti di edifici Liberty oggi scomparsi . Tra questi ricor-
edicole classiche con timpani, circolari al piano terra e triangolari al primo piano. L’ingresso era
diamo il villino Di Giorgi, realizzato nel 1914 e demolito nel 1967 per fare spazio a più moderni
evidenziato da un portico ionico sormontato da un balcone con inferriata neo barocca e mensola
edifici.
sagomata. Sull’apertura era posto un medaglione in bassorilievo. Il muretto d’attico, infine, era
La palazzina era sita in via Notarbartolo e il prospetto principale si affacciava sulla via Sciuti. La
decorato da vasotti.
progettazione del maestoso villino fu realizzata da Cusa in collaborazione con Giovan Battista
Il progetto originario prevedeva anche la realizzazione di un garage, il cui progetto si conserva
Santangelo e la costruzione fu opera dell’impresa Utveggio.
nell’ Archivio Manetti Cusa.
La via Notarbartolo venne prolungata a seguito di un piano di lottizzazione approvato dal Con-
Palermo, come tante altre città italiane negli anni del boom economico, ha visto demolire tante
siglio comunale di Palermo nel 1904 con la destinazione esclusiva di villette ad uso residenziale.
ville Liberty, di cui il villino Di Giorgi è un illustre esempio, a cui si sono sostituiti palazzi più alla
La progressiva fuga aristocratico-borghese dai vecchi quartieri all’interno della città murata de-
moda. Nel novero delle diverse demolizioni di edifici a firma del progettista Cusa va ricordato
terminò, ad inizio Novecento, lo sviluppo progressivo di una nuova organizzazione residenziale
anche il villino Villaura, allora sito in via Notarbartolo, angolo via Lo Iacono. Ricorre ancora una
di carattere lineare, che, iniziata lungo viale della Libertà, proseguiva poi per altri assi, come via
volta l’impresa di costruzione Utveggio con cui Giorolamo Cusa realizzava pregiate costruzioni.
Notarbartolo, caratterizzando così interi quartieri di nuova espansione. Quest’ultima via finì col
Nel 1965 le tendenze dell’economia palermitana e gli interessi privati dei proprietari del villino
rappresentare non tanto il simbolo della Belle Èpoque di fine secolo (che si identificava con viale
hanno fatto sì che prevalessero le ragioni della demolizione su quelle della salvaguardia, perciò
della Libertà), ma la strada della Palermo borghese, della città nuova.
anche questo villino tra arte Liberty e Art Dèco venne inesorabilmente raso al suolo.
Nel 1913 Di Giorgi acquistò da Michele Utveggio un lotto di terreno di 1500 mq. della conces-
Catania come altre note città siciliane ebbe un affioro di opere Liberty nei primi anni del Nove-
sione enfiteutica che Utveggio, a sua volta, aveva acquisito dalla ditta Ingham & Whitaker, e in
cento. Francesco Fichera (1881-1950) era un allievo del Basile e nella città produsse l’arte nuova.
esso venne costruita la sua abitazione privata. Alla sua morte, avvenuta nel 1929, la villa passò nel-
Un esempio importante e noto da visitare è il negozio Frigeri sito in via Manzoni 95, dietro la
la disponibilità della vedova Raffaella Ballesteros ed ai figli Michela e Giuseppe Alberto. Durante
Collegiata realizzato da Malerba. Altri palazzi eleganti o edifici di dimensioni più contenute
il secondo conflitto mondiale la villa ospitò il Comando Militare americano. Infine negli anni ’50
come villa Rigoletto si possono vedere anche nelle foto della mostra. Un altro edificio non Liber-
fu sede dell’ ERAS, l’Ente per la riforma agraria in Sicilia (un tempo, prima del secondo conflit-
ty, ma di rilievo per la l’architetto che lo progettò, è palazzo Vucetich, realizzato intorno al 1930
to mondiale, noto come Ente di colonizzazione del Latifondo siciliano). Nel 1958 la marchesa
dall’ingegnere Alessandro Vucetich , fa da pendente a quello progettato di Silvestro Mascali: le
Raffaella e la figlia Michela (Giuseppe Alberto era deceduto in guerra nel 1943), vendettero la
due costruzioni che presentano un fronte arrotondato sul loro punto focale, creano una soluzione
villa con l’annesso terreno all’Istituto Figlie di S. Paolo. Nel 1964 fu acquistata dai costruttori
urbanistica interessante e movimentata che ha precedenti nella complessa spazialità delle città
Ferrarella e Coraci, che la demolirono per costruire un nuovo palazzo.
barocche. E’ troppo ardito il riferimento alla piazza del Popolo di Roma, ma i due palazzi hanno
E’ da evidenziare, considerati i risultati pregevoli ottenuti, malgrado la complessa elaborazione
la stessa funzione delle due chiese romane che, come questi palazzi, definiscono un’area di sosta
del manufatto, quale appare dalle fotografie storiche e dai progetti, che l’incarico di progettare la
raccolta ma non rigidamente definita anzi aperta su diversi assi viari. Palazzo Vucetich è uno dei
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più tipici esempi di architetture Art Dèco a Catania. La sequenza dei quattro piani è movimen-
palazzina Liberty perfettamente conservata ha una facciata con quattro aperture su due piani e
tata da diversi elementi decorativi: le botteghe al piano terra hanno ampie aperture a tutto sesto,
si segnala per il ricorso allo stile Art Nouveau nelle aperture ad arco ribassato del primo piano e
le finestre del primo piano, anch’esse a tutto sesto, sono inserite entro due lunghe paraste termi-
nelle decorazioni a motivi vegetali e geometrici in cemento nella parte alta. Interessanti e legate
nanti con una sfera piatta. Il secondo piano ha balconi più lineari con cornici rettangolari e infine
al medesimo floreale anche le ringhiere in ferro battuto dei balconcini laterali e della terrazza che
l’ultimo piano presenta una sequenza di finestre con cornici mistilinee di ispirazione eclettica.
conclude la costruzione .
Il prospetto lungo il viale principale è decorato con leggeri rilievi scultorei e movimentato dalla
Lasciando alle nostre spalle le isole Sardegna e Sicilia ci avventiamo nel mar Adriatico atterrando
presenza delle bow windows, elementi tratti dal repertorio architettonico dell’Europa centro-
nella città di Bari per poi proseguire fino a Trieste.
settentrionale. Del palazzo Vucetich è interessante notare che la forma dei balconcini è uguale a
Il Liberty a Bari approdò in una forma di proiezione Barocca con toni più pesanti e marcati ri-
quella proposta a villa Antolini a Riccione del 1923 progettata dal fratello di Alessandro, Mirko
spetto al Liberty conosciuto dal fruitor comune dalle linee molto fluide e leggere. Ciò non toglie
Vucetich.
che si debba definire una produzione eclettica quella tra fine Ottocento e inizi Novecento. Ville
Agli inizi del Novecento ad Avola ebbe notevole sviluppo lo stile Liberty, tanto che la sua diffu-
Liberty di rilievo non vi sono da considerare, mentre questo stile è più evidente e agli albori nei
sione coincise con una vivace crescita economica della città e provocò un rinnovamento nell’edi-
palazzi come l’Atti in Corso Cavour al civico 24 dove ha sede anche una Galleria d’arte.
lizia ancora ravvisabile nei prospetti di molti edifici dell’abitato che, ormai, dilagava oltre la cinta
Il palazzo è noto per le sue cariatidi sedute ai lati del balcone e i timpani delle finestre recanti
esagonale. Protagonisti furono gli scalpellini che lavorarono la tenera pietra iblea nelle forme
decorazioni Liberty dalla cifra stilistica paragonabile alla Casa Elizabetes Iela di Riga.
slanciate e sinuose del Liberty. Motivi floreali, frutti tipici del luogo, volti di ieratiche fanciulle,
Altri esempi di architettura Liberty come il Kursaal Santalucia o Palazzo Dioguardi si vedono
elementi zoomorfici ispirati dalla tradizione classica, ornano numerose facciate delle case di Avo-
nelle vie Nicola De Giosa n. 28, De Rossi n. 221, Calefati n. 396, Sparano n. 99, Imbriani n. 56,
la. Anche i decori degli interni si adeguarono alla nuova moda e si distinse, per le sue splendide
Argiro n. 46-48 e via Imbriani.
volte dipinte con aeree figure, il pittore avolese Raffaele Scalia. Tra i numerosi edifici che si pos-
Proseguendo lunga la costa incontriamo Pescara con il Teatro Michetti del 1910 a far padrone
sono osservare, di particolare interesse sono quelli siti in via Pellico 1, in Piazza Umberto I 23, e
dell’arte Liberty in città. Questo teatro eretto nei primi del Novecento si trova in via G. D’An-
in Corso Vittorio Emanuele 115 dove si impone Palazzo Corsico.
nunzio angolo via Conte di Ruvo. L’edificio sorge con la funzione di teatro grazie alla mano di
Il palazzetto ‘’Liberty’’ sito ad angolo tra via S. Lucia e Corso Vittorio Emanuele, nei pressi dei
Pasquale Michetti, padre di Vicentino su commissione dei cugini Camillo e Vicentino. Il sito
giardini pubblici e della stazione, è un esempio di architettura moderna di inizio novecento che
precedentemente ospitava il piccolo Politeama Aternino. Da una cartolina del 1917 si può con-
reca ancora cimare, ferri battuti, portoni originari dell’epoca.
statare che nel corso degli anni l’edificio non ha subito grandi variazioni. Sono ancora in buono
Il piano terreno ha tre ingressi distinti, una parte è adibita a locale commerciale con ingresso
stato i bassorilievi della facciata del teatro e le maioliche raffiguranti arance dipinte applicate per
autonomo e due vani restaurati.
tutto il perimetro della facciata della palazzina adiacente.
Altro ingresso con scala per accesso al piano superiore; ulteriore ingresso dal vicolo con locale di
A Pescara lo stile Liberty si manifesta quasi esclusivamente in varie case isolate del lungomare
servizio ed un vano ancora da ristrutturare. Il palazzetto è stato ben restaurato internamente con
nord, di quello sud, del centro città o della collina ma principalmente nelle case del quartiere
scelta di materiali che ne rispettano lo stile. Necessita di lavori esterni.
della Pineta. Risale ai primi anni del 1900 l’intenzione del Comune di Pescara di bonificare la
Lasciando l’isola di Sicilia traghettiamo nella Sardegna che sorprende con rari esempi Liberty
zona paludosa della Pineta, poi denominata Dannunziana, trasformandola in lotti edificabili,
sia nell’architettura che nell’arte pittorica con affreschi di grande bellezza, come la palazzina
dotati di infrastrutture. Cinquantadue insule, concepite come “città-giardino” con viali, parco,
Liberty in via Sonnino a Cagliari. L’edifico è localizzato nel tratto S della via Sonnino al civico
stadio, piazzali per giochi, vale a dire come area turistica climatico balneare di soggiorno: questa
11 e si tratta dell’unico superstite dell’espansione urbana di primo Novecento in quella zona. La
era l’idea scaturita dall’ingegnere Antonino Liberi con il “Progetto Pineta”, piano di risanamento
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proposto al Consiglio Comunale di Pescara il 14 settembre 1912. Il piano regolatore prevedeva
esteriormente con maioliche provenienti dalla fabbrica Matricardi, dipinte a mano dai pittori
anche il prolungamento fino al mare dell’attuale viale Luisa D’Annunzio e la realizzazione di un
Polci e Castelli. Le cromie della villa sono chiare, tendenti al giallino e si sposano con i colori
stabilimento balneare. Questa struttura, che doveva rappresentare il fulcro del nuovo quartiere, fu
della città richiamando i toni cromatici della spiaggia e colori vivaci negli affreschi.
inaugurata nel 1910 sempre su progetto dell’ing. Liberi e fu pensata come padiglione di ritrovo
Complemento indispensabile alla fisionomia della villa, il giardino verso il mare, che viene pro-
culturale e ricreativo della borghesia cittadina. Ma a Pescara, l’idea non decollò ed il “Kursaal” -
gettato secondo i dettami del ‘’parco romantico’’, con le sue prospettive asimmetriche e voluta-
denominato così dall’appellativo in voga nelle coeve attrezzature turistico-balneari diffuse sulla
mente casuali. Il villino é a pianta quadrata e la volumetria é variata da terrazze verso il mare e
costa adriatica o nelle città termali - rimase incompiuto.
verso sud, dal portichetto dell’ingresso est nel giardino e dalla splendida torretta che s’innalza e
Una fineste sull’architettura balneare Liberty si apre a Giulianova con villa Montano, caratteriz-
si conclude nell’espandersi curvilineo dei pilastri angolari, originariamente decorata da affreschi,
zata da una torretta Liberty vista mare.
restaurati e conservati negli anni. L’affresco che si ripete in modo simmetrico sui quattro alti ri-
La villa Castelli-Montano, posta all’inizio di viale dello Splendore ed edificata tra il 1910 e il
trae il tema della natura con dei rami e della frutta.
1918, è caratterizzata da una torre d’angolo che, con le sue ampie vetrate decorate, conferisce
All’interno i muri sono decorati da geometrie Art Nouveau e da affreschi floreali dipinti dall’ar-
all’architettura della casa carattere di pregio e singolarità per il richiamo di queste strutture con
tista Coppola. Alcuni pavimenti sono preziosi incastri a mosaico di parquets.
gli elementi a torre dei castelli, riproponendo una tipologia di chiara derivazione toscana diffusa
I proprietari lo vendettero pochi anni dopo la costruzione alla famiglia Cola, i cui eredi tuttora
anche lungo il litorale adriatico. Di impianto asimmetrico, sia nella pianta che nella composizione
ne sono in possesso.
dei prospetti, la villa si sviluppa su un piano seminterrato più due livelli, in cui si distribuiscono
Altri edifici da visitare a Grottamare sono il villino Ida a pochi passi dal villino Matricardi, villa
varie aperture di altrettanto varia tipologia: loggiati con colonnine, finestre bipartite e tripartite e,
Marucchi e il villino Mandolesi.
nella esclusiva torretta, finestroni circolari. Il tutto è ornato con i più variegati e raffinati decori: a
Villa Conti è l’icona Liberty di Civitanova Marche per la storia che ne arricchisce di importanza
stucco e dipinti con temi di natura floreale e a strisce.
e per le sue ricche decorazioni che fanno un unicum architettonico della città. Eretta nel 1907
Nella città di Grottamare, a nord del lungomare principale il viale si restringe a formare uno
circa per volotà della dinastia Conti. La progettazione è a firma del noto architetto Paolo Sironi
stretto vialetto con un terreno prevalentemente sabbioso su cui sorsero attorno gli anni Venti
(Milano 1858 – Bologna 1927) .
diversi villini Liberty.
Villa Conti è situata sul Colle San Michele e domina la vallata del Fiume Castellaro che unisce
Le ville di questa zona hanno giardini piccoli e quando furono costruiti, i cancelli si affacciavano
la città di Civitanova Marche Alta al Porto. La villa fu abitata fino al 1968 da Pier Alberto Conti
direttamente sulla spiaggia, mentre l’ingresso principale si trova sul lato ovest, su via Roma che
e alla sua morte il patrimonio andò in eredità all’Ordine religioso dei Salesiani. Si tratta di una
scorre parallela alla ferrovia.
importante villa che richiama la forma più conosciuta sironiana, confrontabile con altri suoi mo-
Passeggiando sul lungomare è possibile scorgere una nidiata di villini che ancora oggi hanno
delli di villini bolognesi.
mantenuto il fascino dell’epoca. L’edificio Liberty più rappresentativo di Grottammare é quello
Una città di mare come Falconara non conserva ville Liberty se non qualche cenno di decorazioni
costruito nel 1913 dal produttore di ceramiche ascolano Giuseppe Matricardi, che affidò la pro-
in un bar vicino la stazione e qualche fregio in via Cavour, però basta spostarsi verso monte per
gettazione all’architetto Cesare Bazzani (1873-193).
raggiungere la città di Castelferretti e visitare il Circolo Filarmonica eretto nel 1913 per volontà
In quel periodo Bazzani, membro del consiglio superiore delle Belle Arti, nonché autore di opere
dei soci dell’epoca, i quali vollero dare all’edificio una impronta moderna che richiamasse l’attività
monumentali come il Ministero della Pubblica Istruzione a Roma e la biblioteca nazionale a Fi-
del corpo bandistico. Di fatto la facciata a mattoncini, rimasta come allora, ricorda il disegno della
renze, si trovava ad Ascoli Piceno per progettare il palazzo della Cassa di Risparmio, i cui lavori
lira.
vennero affidati proprio all’impresa edile dell’Ingegnere Matricardi. Il villino venne decorato
La prossima località marina è Senigallia conosciuta sopratutto per l’arte grafica prodotta a inizio
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Novecento più che per le ville Liberty costruite. Infatti i poster pubblicitari dell’epoca illustrati
Seppure si tratta di un immobile molto semplice nella composizione planimetrica, esso conserva
da grafici come Ferruccio Scandellari e anonimi, propongono un tratto grafico ispirato ai mani-
particolari Liberty, specie nella facciata principale, con un carattere tipografico Liberty, simile
festi francesi del periodo, dai toni cromatici alle sinuose linee. Tra questi manifesti ricordiamo
a quello dei manifesti del noto farmacista Oreste Ruggeri (1857-1912), utilizzato nella scritta
‘’Una tranquilla lettura’’ del 1904 e ‘’Quell’aria di libertà’’ del 1910 . Una pubblicità con richiami
‘’Lavoratori della terra’’, ai cui lati sono posti due bassorilievi di terracotta nello stesso stile con
più ottocenteschi che Liberty è ‘’Stagione di bagni e di fiera’’ del 1901 realizzato da Marchetti e
rappresentati elementi legati alla frutta sul lato sinistro, e con la raffigurazione del grano. È pos-
stampato alla Litografia Barbieri di Roma .
sibile che l’artigliano dei bassorilievi sia il medesimo che realizzò i decori esterni della villa Iside
La medesima situazione la si ritrova a Fano, scarsa di ville Liberty se non qualche esempio di
al mare.
villino in via Flaminia e viale Mariotti.
Al centro dei quadrati della facciata principale, sono riportati sotto l’intonaco delle scritte legate
Di manifesti pubblicitari si segnalano ‘’Vanitas marina’’ del 1 giugno 1869 e ‘’Il tuffo’’ del 1905
alle varie attività dell’edificio. Secondo la testimonianza di qualche residente all’epoca compari-
dove l’estetica della grafica Liberty non è nella massima evidenza come la conosciamo nei mani-
vano anche degli affreschi. Oggi la struttura è adibita a negozio e sede di attività commerciale
festi di Mucha. Se ci spostiamo negli anni Venti troviamo i manifesti ‘’Le due bagnanti’’ del 1290
gestita dalla famiglia Montaccini,che offre servizi di tipografia, materiale di cartoleria e articoli
e ‘’Una costa sulla spiaggia’’ (1924) illustrati da Mario Seneca dove in entrambi ripropone una
da regalo da oltre 15 anni.
estetica Liberty nei colori e nelle linee nel periodo in cui è agli albori l’Art Dèco.
A pochi passi da questo edificio verso lato Rimini troviamo un fabbricato Liberty del 1913: Casa
Da Fano a Comacchio, ricoprendo la costa romagnola si segnala un ricco patrimonio di villeg-
per la Cooperativa di Consumo a S. Maria delle Fabbrecce, il cui balcone, lato SS Adriatica, ri-
giature Liberty, fortunatamente ancora visitabili. Si può quindi constatare che le città bagnate
porta in perfetto stato di conservazione il nome dell’edifico.
dal mar Adriatico a confronto di quelle opposte (Tirreno), tra fine ottocento e primi Novecento
Una lavorazione moderna per l’epoca, quando il cemento armato come altri materiali era una
hanno avuto più riscontro verso il nuovo stile per l’Italia moderna. Infatti tra Pesaro e Cervia si
novità nell’arte Liberty. Pesaro è famosa in Italia e all’estero non tanto come meta per le vacanze
contano centinaia di villini Liberty, per non contare poi il Lido di Venezia, un vero proliferare di
estive, ma per un unicum architettonico, ovvero villa Ruggeri. Si tratta di una importante villa che
Art Nouveau all’epoca della Belle Èpoque.
testimonia la stagione floreale in Italia. Uno dei più rappresentativi villini Liberty della nazione.
Il percorso per conoscere i villini che hanno segnato una storia nell’edilizia al tempo della cor-
Il proprietario del villino, il farmacista Oreste Ruggeri aveva visto lontano quando fece costruire
rente artistica che s’impone tra fine Ottocento e inizi Novecento, conosciuta come Art Nouveau,
il villino, infatti commissionò la progettazione a Giuseppe Brega perché ne facesse l’icona del
prosegue con Pesaro, ‘’capitale Liberty dell’Adriatcio’’, consideriamo quindi l’edificio ‘‘Lavoratori
Liberty italiano. La villa nasce con la funzione di villeggiatura estiva per la famiglia Ruggeri. Era
della terra’’, questo per non sfruttare per la millesima volta la perla della città.
maggio del 1902 quando venne posata la prima pietra e il 1907 quando terminarono i lavori. La
Il fabbricato fu progettato nel 1900 e realizzato nel 1905 per ospitare un circolo composto dai
progettazione era in costante cambiamento, Oreste desiderava integrare nel villino tutto ciò che
contadini locali, un punto d’incontro per feste e balli, nel fine settimana. Da uno studio sulle
era la moda Art Nouveau. Non mancano di certo ispirazioni a castelli francesi con le tipiche tor-
ubicazioni storiche pesaresi, si evince che l’architetto sia il medesimo che progettò villa Caprile a
rette che ritroviamo in una forma più stilizzata a villa Ruggeri . Il farmacista Ruggeri introdusse
Pesaro. Come accade a molti edifici dell’epoca della Belle Èpoque, nel corso degli anni, a seconda
l’Art Nouveau anche nelle grafiche dei suoi prodotti farmaceutici e la sua produzione di cerami-
delle varie gestioni, i muri che compongono l’edificio rimangono invariati e cambiamo gli utilizzi
che Liberty rafforza l’idea di un uomo ricco di cultura. Questa dimora aveva anche l’obbiettivo di
dei locali. Infatti l’ex circolo ospitò per un periodo la famosa osteria ‘’I tre scalini’’, il cui nome
essere un modello di villa che voleva celebrare le idee innovatrici e cosmopolite del secolo e far
prende origine dai tre gradini nella traversa principale della ss Adriatica 16, al civico 339.
parlare nei secoli avvenire. Purtroppo la guerra ha lasciato un’impronta anche in questa villa, dove
A ritroso nel tempo risulta che l’edificio ospitò la Casa del Popolo e successivamente la Casa del
i preziosi ferri battuti della cancellata e i portoni raffiguranti figure femminili nude al mare, in
Fascio, come non mancò di ospitare anche un negozio di generi alimentari.
bassorilievo, opera di Alfredo Cartoceti, vennero dati alla patria per fabbricare le armi da guerra.
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La decorazione estesa sulla facciata del villino lato mare ricorda l’effetto di un’onda che va a fran-
Marche.
tumarsi su una parete. Qui Ruggeri non perse occasione di stilizzare questa ipotesi in qualcosa di
Una piccola città di mare come Cattolica ha visto nascere agli inizi del Novecento alcune ville
geniale e di design dell’epoca dove unisce il tema dell’acqua a quello della natura con fiori. Una
Liberty a pochi passi dal lungomare, oggi ancora visitabili alcune. Ma il Liberty più rappresen-
decorazione originale, ancora in buono stato. Le aragosta che si arrampicano alla grondaia del
tativo sta nelle decorazioni di cimase sulla parete di un antico edificio sito sulla via Giuseppe
tetto ricordano i granchi quando salgono la roccia della scogliera nel momento in cu arriva l’onda.
Mazzini ai civici 111, 113 e 115 della città.
Tutto è giusto e perfetto e la villa funziona alla perfezione. Anche il balcone ondulato rende ancor
Spostandoci a Riccione si trova un ricco patrimonio di villeggiature Liberty, tra queste la più
più l’idea dell’onda. Brega non si limitò alla progettazione del solo villino, ma progettò anche gli
importante è villa Antolini realizzata nel 1923 dall’architetto di origine dalmate Mario Mirko
arredi interni, dai mobili agli affreschi.
Vucetich su commissione dei coniugi Dante Antolini e Egle Massei. La famiglia Antolini era
Grazie a lui Pesaro vede un proliferare di ville e villini lungo la costa in stile Liberty, oggi ancora
nota per l’azienda di famiglia con sede a New York e vantava di importanti contatti all’epoca. La
fruibili e in buono stato di conservazione. Tra questi merita menzione villa Iside e villa Olga del
dimora estiva di Riccione venne nominata anche dal New York Times il 6 novembre 1947 per la
1907 dedicata alla moglie di Oreste Ruggeri, l’edificio era destinato ad albergo per turisti.
cerimonia di fidanzamento tra Brunilde Antolini e Adolfo Giesselmann. La famiglia Antolini
La produzione Liberty pesarese non si diffuse solo nei villini e qualche palazzo, bensì anche i
commissionò a Vucetich anche la villa di famiglia a Rutherford (New Jersey). La nascita del vil-
settori delle arti pittoriche e grafiche subirono una forte influenza dello stile rispetto ad altre città
lino Antolini si presume che avvenne quando già nel 1922 la famiglia Vucetich si stabilizzò nella
limitrofe. Ci sono diversi manifesti pubblicitari di Pesaro che testimoniano quanto sia stato ap-
cittadina riccionese con la costruzione di villa Lampo e da li conobbero gli Antolini sorpresi per
prezzato il Liberty tra fine Ottocento e primi Novecneto in città. Ricordiamo tra questi ‘’Nottur-
la bellezza dell’immobile. Villa Lampo prende questo soprannome per la velocità in cui venne
no con Sirena’’ del 1904 illustrato da A. Bagioli e stampato da Federici a Pesaro; ‘’Il richiamo della
costruita, ‘’dall’oggi al domani’’. Le decorazioni di natura orientale come le svastiche in marmo
sirena’’ del 1903; ‘’Notturno sulla piattaforma’’ illustrato da Luciano Castaldini nel 1907; ‘’Una
che componevano la balaustra e gli affreschi esterni e interni ritraenti dei Budda erano a firma di
finestra sul lido’’, illustrato da Giuseppe Brega nel 1905 e stampato da Federici a Pesaro; ‘’Le bel-
Mirko Vucetich.
lezze al bagno’’ illustrato da Dante Comelli nel 1910 e stampato da Wenk a Bologna; ‘’Giuochi
Ma l’opera più famosa di questo poliedrico astista rimane villa Antolini, che ancora oggi affascina
innocenti’’ illustrato da Roberto Franzoni nel 1910 e ‘’Una stagione doc’’ del 1912 illustrato da
i passanti per la facciata curvilinea lato monte che ricorda gli ingressi delle chiese del Borromini
A. Bagioli. Il poster ‘’Una tranquilla lettura’’ del 1904, stampato da Varzi ricorda per le linee e le
a Roma.
cromie una influenza dell’artista Eugene Grasset.
Di sera la villa assume una forma più poetica e misteriosa. La lunetta posta sopra il portone di
La ditta di ceramiche artistiche Molaroni ebbe una grande produzione Liberty con piatti, vasi e
ingresso mostra in piccolo una grande scala che accoglie coloro che entrano nella hall. Prevalgono
oggetti decorativi fruibili nei cataloghi dell’azienda. Rimangono una icona i due portali in ma-
cromie chiare, giallo all’esterno e banco all’interno per dare un tocco di purezza. Il modello delle
iolica raffigurati nel catalogo aziendale dell’anno 1911. Nessuno seppe della loro realizzazione,
porte delle camere all’interno si ritrova a villa Meriggiani a Bologna del 1922, sempre ad opera
quando nel 2005 arrivò alle mie orecchie la voce del ritrovamento da parte di un collezionista
di Vucetich. La decorazione dei lampioni e la cancellata in ferro battuto è tutta in sintonia con la
di maioliche. Caso vuole che alla demolizione del villino Ercolessi questo collezionista notò la
villa. Perfezione ed equilibrio prevalgono in questa villa. Di originalità le finestre che ripercorrono
bellezza dei due portali e riuscì a recuperarli piastrella per piastrella salvandoli dalla demolizione.
la linea ondulata tipica della Secessione Viennese. La villa conserva un ampio giardino lato mare
Le due illustrazioni riportate in alto al portale, nell’apposita targa predisposta, rispecchiano sce-
e un terrazzo piano primo vista mare dove godersi un romantico tramonto.
ne di vita quotidiana. Il primo portale rappresenta due donne in posa che odono il canto di due
Questo villino assieme ad altri della città, ad esempio villa Laeta Domus, simboleggiavano la
angioletti, nel secondo due donne lungo la riva del fiume.
presenza massonica a Riccione, è possibile che si trattava di edifici sorti per volontà dei fratelli
Tuffiamoci ora nella terra romagnola soffermandoci a Cattolica dopo aver lasciato alle spalle le
del Grande Oriente Italia. Infatti nelle planimetrie e prospetti delle ville si notano simboli legati
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all’istituzione massonica. Purtroppo la villa Laeta Domus, in stile Liberty venne demolita per
fu abbandonata, di conseguenza il corrimano in legno della scala fu rifatto perché l’originale era
far spazio a due alberghi. Il periodo del boom economico portò alla distruzione numerosi villini
andato in malora, le balaustre e le decorazioni cementizie esterne furono restaurate per effetto di
Liberty.
cedimenti e corrosione. Durante la guerra i cancelli, le inferriate in ferro battuto venivano confi-
Di villa Laeta Domus rimangono solo le fotografie dell’esterno e le planimetrie conservate all’ar-
scati per la fabbricazione delle armi da guerra e proiettili, ma dal racconto di qualche riccionese
chivio di Stato Rimini . La dimora, di ampie dimensioni, era ubicata sul Lungomare e appar-
risulta che la cancellata della villa rimase intatta perché i villeggianti erano sammarinesi. Secondo
teneva alla numerosa famiglia milanese Piva, proprietari della Vecchia Fornace che, eretta nel
Arianna Mamini, il villino in stile Liberty, eclettico, è da considerarsi più recente rispetto all’Ho-
1908 con un forno Hoffmann per la produzione a ciclo continuo di laterizi, ha dato lavoro a
tel Stazione. Dall’analisi approfondita dei decori che seguono il perimetro della villa, agli angoli
centinaia di riccionesi fino al 1970, per poi diventare un deposito per materiale edilizio. La villa
troviamo uno scudo araldico, forse anche affrescato all’epoca, come ‘’impronta’’ della famiglia
era il buenritiro per le vacanze estive. Nel corso degli anni la struttura fu adibita a pensione e suc-
Zanni. Questa è una delle poche differenze che ci sono tra il villino Zanni e l’Hotel Stazione,
cessivamente, nel 1956, venne acquistata da Leardini Domenico e da Tentoni Dino, quali nel ‘62
che al posto degli scudi negli angoli del cornicione ha dei leoni. Rimangono di uguale stampo i
la demolirono per fare spazio a due hotel: il Lungomare (di proprietà di Leardini Vincenzo) e il
‘‘bruciafiori’’ posti sotto le finestre.
Mon Cheri, che conserva ancora le pigne originarie della villa Domus Laeta, poste ai lati del can-
Oggi il poco che resta ha subito abusi edilizi e alcuni in stato di abbandono. Villa Antolini è
cello d’ingresso su viale Milano. I coppi con il marchio della fabbrica Piva sono stati utilizzati per
quel genere di villa che raramente troviamo in Italia per la bellezza, l’equilibrio di linee e forme,
la locanda ‘’i girasoli’’ a Misano Adriatico. Erano gli anni del boom economico a Riccione e tante
un Liberty originale e allo stesso tempo eclettico. Vucetich in questa villa non si limitò alla sola
belle ville vennero polverizzate per fare spazio agli hotel, per favorire l’incremento del turismo.
progettazione dell’edificio, bensì curò tutti i dettagli, dalle lanterne luminose ai mobili fino alle
Villino Zanni (o villa Matteoni), ubicato in viale Piva, oggi viale Vittorio Emanuele II incuriosi-
piastrelle decorative e il camino che orna la sala.
sce per la perfetta somiglianza con l’ex ‘’Hotel Stazione’’ sito all’inizio di Viale Diaz, singolare edi-
Villa Florence nata come abitazione privata nel primo decennio del Novecento, divenne Pen-
ficio in mattoni rossi e decori in pietra grigia che rammentano l’ecclettismo dello stile Coppedè.
sione Florenza negli anni Venti, conservando però, nei tratti principali, l’aspetto del precedente
Secondo i progetti, l’edificio fu costruito tra il 1925 e il 1929. Dalle testimonianze della fami-
edificio.
glia Pullè, questo è uno dei cinque villini realizzati intorno alla villa di famiglia. Nella facciata
Pregevoli i decori di facciata, esempio di quell’espressione del Liberty italiano che si diffuse parti-
principale i cornicioni classicheggianti sono decorati a rosoni e fanno da profilo a lesene con ca-
colarmente nelle città emiliane. Si noti inoltre il delicato disegno del cancello in ferro dai motivi
pitelli ionico-corinzi e protomi sugli spigoli. Nella facciata retrostante vi sono aperture circolari
vegetali, con gambi sinuosi e linee spezzate. L’architettura propone un Liberty decisamente italia-
con ricci e mascheroni che richiamano elementi della cultura manierista, combinati con moduli
no che non sommuove superfici, non genera esplosione formale, ma si attesta su classici equilibri
dell’eclettismo architettonico in voga tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. A firmare
ritmici e simmetrici. Lo stesso stampo cementizio nelle cimase e nelle fasce decorative di pensio-
il fabbricato è stato l’Architetto Giorgetti. Al momento dell’autore non si conoscono né il nome
ne Florence si ritrovano nella facciata di un appartamento dei primi del Novecento a Rimini, sito
di battesimo né informazioni sulla sua attività professionale. Si presuppone che anche il Villino
in viale Tripoli. Tra i due immobili è evidente che il progettista della decorazione abbia realizzato
Zanni, eretto nel 1923 come attestano i documenti conservati dalla Fam. Matteoni, sia stato pro-
sempre con lo stesso stile diversi elementi: balaustra, cimasa, travetti che reggono il balconcino e
gettato dall’architetto Giorgetti. Il fabbricato non è però firmato né sulle planimetrie né sul’ar-
fascioni. Questa pregiata decorazione è rara nella riviera adriatica e mentre nella Pensione Flo-
chitettura stessa, come invece avvenuto per l’Hotel stazione, che riporta inciso su pietra il nome
rence troviamo più elementi decorativi, nell’appartamento riminese ne troviamo pochi.
dell’architetto. E’ probabile che, come nel caso di Villa Antolini, in nome o la data dell’architetto
Viale Ceccarini a Riccione, all’epoca viale Viola, presenta ancora ville antiche come la villa del
incisa su pietra come da usanza, sia stato cancellato a seguito di restauri o per effetto delle condi-
dottore Sanzio Serafini eretta nel 1923 e progettata da Alberto Sironi. Negli anni Settanta la villa
zioni atmosferiche. Come racconta l’attuale proprietà del villino Zanni, la villa per lungo tempo
venne ristrutturata e amplificata. Dai soffitti, alti più di cinque metri, venne ricavata la soffitta,
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Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
e la dimora fu divisa in due appartamenti. L’architetto, trovandosi dinanzi a committenti intelli-
dello stesso Arnaldo.
genti, ha rispettato le decorazioni caratteristiche dell’immobile senza stravolgerne l’architettura.
Arnaldo Passerini fu vicepodestà a Riccione, dove è ricordato non solo per essere stato il proprie-
Secondo le testimonianze dell’attuale proprietaria dell’immobile, villa Serafini fu una delle prime
tario della farmacia dell’Amarissimo, ancora oggi in piena attività in viale Ceccarini, e per aver
dimore che ebbe l’impianto di riscaldamento a carbone, installato dalla centenaria impresa Torri.
controllato lo sfruttamento delle acque termali riccionesi, ma anche per il suo carattere di uomo
Alberto Sironi all’epoca fu un architetto in voga. Nacque nel 1882 a Milano e si spense a Bologna
mite e generoso, che non faceva mancare donazioni e aiuti alla popolazione. Se ci spositamo in
nel 1924. Nulla si sa dei tempi di realizzazione di villa Serafini, ma il prospetto della villa con-
zona paese possiamo notare una palazzina su Piazza Matteotti assai importante per i decori in
servato dall’Ingegnere Antinori del Comune di Riccione la riconsegna alla nostra memoria nella
cemento armato, una novità per allora, che raffigura elementi mito morsi e sirene come balaustre
sua originaria identità e ci attesta che comunque non ha subito sostanziali cambiamenti nel corso
nel terrazzino.
del tempo. Il villino conserva ancora l’originaria copertura in mattoncini nel piano superiore, che
Rimini conserva invece il capolavoro Liberty simbolo della Romagna, Il Grand Hotel ad opera
contrasta con il color cemento della parte inferiore e di alcuni elementi ornamentali come le cor-
dei Fratelli Somazzi dove fascino, stile, eleganza sono le eccellenze naturali, che non si improvvi-
nici delle finestre, le due scalinate e le colonne del portico del primo piano. Interessante è anche
sano e determinano il soggiorno in questa prestigiosa struttura.
lo stemma decorativo in cemento posto sulla facciata dell’abitazione in cui ora è riconoscibile solo
Importanti artisti e registi intuirono perfettamente quell’atmosfera di magia, di eccitazione pro-
una fascia trasversale; purtroppo il tempo ha corroso ciò che vi era scolpito e affrescato. Invece è
fonda dei sensi che pervade i locali del Grand Hotel: non a caso l’hotel è muto protagonista, come
rimasto come allora il cancello principale con lavorata in ferro battuto la lettera ‘’s’’ della famiglia
scenario, di alcuni famosi film, ricordiamo la figura di Fellini.
Serafini.
Nulla di che stupirsi: con le sue duecento camere, i giardini esotici, le ampie terrazze e l’imponen-
Purtroppo anche un carrarmato piombò nella villa dal cancello sul viale Viola, distruggendo la
te facciata in stile Liberty, il Grand Hotel Rimini nacque adulto, il carattere già formato.
fontana nel giardino di cui rimane testimonianza da alcune cartoline. Durante la guerra villa Se-
Fin dalla sua inaugurazione, nel luglio del 1908, si impose come la più importante attrazione del
rafini fu occupata dai tedeschi e successivamente dal comando inglese.
Mediterraneo, meta di vacanza per le più celebri personalità dell’epoca. Nè l’incendio che devastò
A lato di villa Serafini troviamo villa Graziosi sempre a mattonici e caratterizzata da un fascione
la struttura nel 1920, nè i bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale furono in
affrescato che percorre il perimetro della villa caratterizzando la dimora di impronta Liberty.
grado di oscurare la sua fama. Anzi, le vicissitudini della storia e i frequenti restauri lo hanno reso
A lato mare di viale Ceccarini vi è la villa di proprietà della Fondazione Cicchetti Fontanesi
ogni volta più bello, tanto che nel 1994 l’intero edificio è stato dichiarato monumento nazionale
Pantaleoni caratterizzata da una facciata affrescata da quattro artisti torinesi nel 1928. Il decoro
e posto sotto la protezione della Sovrintendenza delle Belle Arti.
Liberty si ispira a motivi orientali, infatti l’edifico che ospitava la prima autorimessa della città,
Attualmente il Grand Hotel Rimini è entrato a far parte del Gruppo Select Hotels, di proprietà
‘’Garage Cicchetti’’ inizialmente era adibito a hotel Montparnasse. Successivamente diventò una
della famiglia Batani.
discoteca e poi uno spazio culturale per mostre d’arte.
Federico Fellini ha amato il Grand Hotel fin da bambino, tanto da volerlo immortalare in nume-
Tra i villini dei primi del ‘900, a Riccione, merita certamente una menzione villa Amarissimo,
rosi suoi film facendolo assurgere alla fama mondiale: si ricordi in particolare “Amarcord” in cui
sorta nei primi anni del Novecento sul viale Dante. A distanza di tanti anni la villa fortunatamen-
le atmosfere inimitabili e suggestive del Grand Hotel fanno da sfondo ad alcune delle scene più
te non è stata soggetta alla demolizione per far spazio a un condominio o a un albergo, seppure
significative.
destinato alla nobile causa della crescita del turismo riccionese; essa è ancora lì, con le stesse linee
Ancora oggi le camere conservano gli arredi francesi e veneziani del XVIII secolo, il parquet e
con cui la volle far erigere il suo primo proprietario, noto farmacista di quell’epoca: Arnaldo Pas-
i lampadari veneziani dell’arredamento originale mentre nelle sale ristorante gli arredi, i dipinti
serini, nato nel 1891 a Finale Emilia in provincia di Modena e deceduto attorno agli anni ’50.
e le luci rievocano la suggestiva atmosfera del passato. Mobili e opere d’arte importanti come la
Come ci racconta l’attuale proprietaria, sembra che il villino fosse stato progettato da un fratello
sirena Liberty in bronzo realizzata dall’artista Albert Bruce Joy.
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A Rimini vi sono anche altre ville Liberty tra i viali Vespucci e Principi di Piemonte . La villa
mascheroni all’esterno dell’edificio, abbonda infatti di citazioni Liberty, che, anche se non amate
Cacciaguerra di recente restauro è un esempio di villeggiatura Liberty di proprietà di colui che
dal Regime, la ricca committenza si può permettere di realizzare. A Bellaria come Riccione ci fu
uccise il padre del poeta Giovanni Pascoli. Altri esempi si trovano percorrendo via Principi di
un fiorire di ville Liberty di cui molte oggi le rivediamo solo nelle cartoline fotografiche dell’epo-
Piemonte dove due grandi cariatidi Liberty poste ai lati dell’ingresso di una villa disabitata fanno
ca. Ricordiamo tra queste villa Semprini che ricorda il modello classico delle villeggiature marine
testimonianza di un’arte sviluppatasi anche nella scultura.
con una accogliente scalinata d’ingresso, balaustre in ferro battuto Liberty e cimase delle finestre
Secondo anni di studi e ricerche tra Archivi di Stato e archivi di collezionisti privati il Liberty a
riccamente decorate con motivi floreali. Un altro esempio è villa Teresa eretta nei primi anni del
Rimini non approda come in altre città limitrofe. Come afferma anche Giovanni Rimondini, nei
Novecento. Fu forse Napoleone Nonato a fondare Villa Teresa dal nome della moglie, poi pas-
progetti conservati all’Archivio di Stato Rimini le minime decorazioni Liberty o Eclettiche pre-
sata ai figli Luigi e Alfonso. La villa svela un passato nobiliare e benestante, di frequentazione di
senti nei progetti vengono violentemente cancellate da chi allora amministrava. A quanto pare il
artisti che hanno lasciato alcune testimonianze quali un bellissimo bassorilievo in gesso e le de-
nuovo stile per l’Italia moderna non emerge nel riminese; centri più piccoli invece, come Viserba,
corazioni floreali che fasciano nella parte superiore la casa rendendola particolarmente leggiadra.
Viserbella, Bellaria, Cattolica e in particolare Riccione, abbracciano questa nuova corrente cono-
Ora è abitata da una famiglia che l’ha restaurata e conservata come un tempo.
sciuta come Art Nouveau, tant’è che Riccione è la perla del Liberty in riviera.
Anche Viserba conserva ancora ville importanti, forse tra tutte quella che merita più attenzione
Ci fu però una grande mostra organizzata nella storica villa di Luppis in viale Regina Elena, che
è il villa Dorina sita in via Dati. Si tratta di un villino rimasto come allora come si può constatare
possiamo definire ‘’la strada delle ville Liberty sopravvissute’’ con il villino Rosa e l’hotel Belvede-
da una cartolina del 1905. L’ingresso è caratterizzato da una forma circolare che ricorda l’Omega.
re Mare (che conserva le sirene dell’ex villa Cacciaguerra in viale Vespucci).
Dalla provincia di Rimini ci spostiamo a Cesenatico dove su via Anita Garibaldi si incontra al
La mostra Nazionale di Belle Arti del 1909 si svolse nella residenza che Ferruccio Luppis fece
civico 22 la ‘’Regina Art Nouveau’’ conosciuta anche come villa Pompili che prende il nome dal
costruire nei primi anni del Novecento per la sua famiglia. A quell’epoca villa Luppis si trovava
primo proprietario, farmacista cesenate. Di questo villino è importante considerare il prezioso
circondata dalla sabbia, costruita in un ambiente selvaggio, ma di grande effetto.
cancello in ferro battuto realizzato dal fabbro Castellani di Massa Finalese. Il design Liberty di
Anche questa villa nella sua architettura novecentesca con decorazioni Liberty che emergono in
questo manufatto in ferro battuto sta nell’aver rappresentato diversi soggetti nell’insieme come
una cartolina dell’epoca si può considerare un gioiello sopravissuto.
una farfalla, due teste di delfino, due pavoni e ventidue gatti stilizzati. Un cancello simile si trova
Oggi è uno dei tanti edifici adibiti a residenze alberghiere in seguito al boom economico che,
anche in una villa a Cesena, meno lavorato ma con la stessa impronta manifatturiera.
dando impulso al turismo in Riviera, creò la necessità di ampliare la ricettività turistica. L’edificio,
Il villino come si vige dal piano regolatore e da una cartolina d’epoca può essere stato costruito nei
già ampliato nel 1930, oggi è conosciuto come hotel Augustea.
primi anni del Novecento 1906 circa. Di pregio anche le maioliche poste sotto il tetto della villa
Alla mostra parteciparono grandi artisti già affermati all’epoca, tra questi il toscano Lorenzo Via-
. L’immobile inizialmente contava tre edifici, la villa padronale, la villetta della servitù e la stalla
ni, Ornati Mario, Carlo Corsi e Pier Augusto Tagliaferri che, a pochi giorni dell’inaugurazione
per i cavalli, questa fu venduta per ricavarci appartamenti.
della mostra, morì in villa il 31 agosto del 1909. È corretto affermare che questa esposizione fu
A Cesenatico il Liberty approdò come a Riccione dove ricchi forestieri fecero costruire la villeg-
una sorta di rivoluzione dei criteri artistici decisi dall’amministrazione pubblica: infatti vennero
giatura estiva di famiglia nello stile in voga al momento. L’Art Nouveau venne concepito secondo
esposte opere che abbracciarono lo stile Liberty, quello stile che non solo villa Luppis e poche
un’ottica italianizzata per la maggior parte dei villini cesenaticensi, a differenza della dimora
altre residenze private, ma anche il Grand Hotel Rimini mostrava di aver recepito. D’altra parte
Faedi-Moretti. Questo villino era ubicato fino agli anni Cinquanta in via Anita Garibaldi a pochi
proprio il Grand Hotel è la prova di come il potere economico potesse influenzare le decisioni
passi da villa Pompili, dove oggi sorge un moderno edificio con negozi commerciali. Questo è
politiche dell’epoca o, almeno, non se ne sentisse condizionato: obbedendo alla moda del mo-
senza dubbio l’orrore più grande che si conta in città. la villa Faedi-Moretti di proprietà di parenti
mento, il progetto, che possiamo paragonare alle architetture di Mikhail Eisenstein a Riga, per i
del grande poeta, era un’architettura proiettata con una cistra stilistica ispirata a quella della Se-
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cessione Viennese. Diverse cartoline dell’epoca testimoniano la belleza e il fascino di questa villa
Rossi in via Rodi 1, che per altre ville alle architetture di Mirko Vucetich. Infatti la villa Marghe-
ricca di decorazioni lignee sul ttto, decori a forma di ferro di cavallo e un affresco Liberty su una
rita, nota anche come villa Alverà Marzotto, fu uno dei primi villini di Mirko Vucetich, i quali
parete esterna. All’epoca l’edificio fu adibito a ristorante per poi essere demolito. E’ possibile pen-
calchi Liberty gli utilizzò sia per il villino al Lido che per villa del Meloncello a Bologna.
sare che chi ha compiuto questo atto demoniaco volesse distruggere una grande testimonianza di
Di pregio nelle ville al Lido di Venezia sono anche i cancelli in ferro batutto che meritano un
questo stile in Romagna. Non c’era villa più bella che la Faedi-Moretti in Romagna.
capitolo a parte per l’artigianato. Ciò che rende speciale i villini della zona sono le decorazioni ap-
Oggi lungo il viale Anita Garibaldi si vede qualche esempio di villa Liberty, come all’inizio del
plicate e alcuni affreschi presenti internamente. Vediamo ad esempio villa Candia in via Candia
viale a lato del porto, vi è un villino abbandonato che riporta poche decorazioni Liberty, ma ben
1, villa Rotelli raniero in via Candia 3, casa Campese in via Sandro Gallo 47, villa la Garbera in
mantenute nel tmpo e di pregiata raffinatezza. Un’altra villa degna di attenzione è villa Magrini
via Dardanelli 42, villa Gemma in via Dardanelli 22, casa Noto in via Lepanto 10, Villa Erinna
dove dai progetti dell’edificio si nota la progettazione del giardino in forma Liberty che si disto-
in via lazzaro Mocenigo 17, villa Jolanda, via Mocenigo 16, villa Luigi ain via Dandolo 31 e villa
glie dai modelli di giardino all’Italiana o a forma ottocentesca. La villa conserva ancora i caratteri
Giannina in via lazzaro Mocenigo 2.
stilistici del tempo, mantenuta in ottimos tato con le sue decorazioni e ringhiere in ferro batutto.
Se confrontiamo una cartolina fotografica vista aerea del lido a una cartolina vista aerea con tutti
Il Grand Hotel Da Vinci in fondo al viale era una struttura Liberty, successivamente stravolta
i villini di città come Cervia, Viserba e Riccione troviamo delle somiglianze. Si nota che il mo-
negli anni, recentemente la famiglia Batani ha portato allo splendore la struttura ricavando un
dello di villa al mare dalla Romagna al veneto è somigliante. Questo perché vi furono influenze
hotel di lusso tra i più belli della provincia.
stilistiche tra città e città e i progettisti solitamente erano nativi di città capitali.
Tuffandoci nella provincia di Ravenna si incontra la città giardino di Cervia Milano Maritti-
Il cinema Excelsior di Mestre è una delle antiche sale cinematografiche d’Italia ancora funzio-
ma, quale conserva ancora eleganti ville a firma di noti architetti dell’epoca, tra questi si ricorda
nanti. Un bellissimo edificio in stile liberty che ha resistito, almeno nella parte esterna, intatto
Matteo Focaccia . Qui si può notare che lo stile Liberty viene rappresentato in una forma più
fino ai nostri giorni.
eclettica come si vede ad esempio nella villa Righini. Anche la villa Palanti a Milano Marittima
Fu costruito nel 1911 grazie a Vittorio Furlan uno dei pionieri della distribuzione e dell’esercizio
presenta una impronta più simbolista che Liberty nelle decorazioni e nella struttura dell’edificio.
cinematografica.
Sicuramente il Liberty ha più successo nelle arti applicate o arti grafiche con il manifesto pubbl-
In realtà la data di apertura della sala è incerta perchè in una pubblicazione dell’epoca si legge: il
ciitario delal città illustrato da Giuseppe palanti o gli affreschi nel soffitto della sala del consiglio
17-2-1908 viene aperto in Piazza Umberto l’Excelsior. Il propretario lo inaugura con una serata
in comune. Sicuramente di questa città la figura di Palanti ha influenzato molto sia nell’arte che
a inviti per cento persone, alle quali alla fine dello spettacolo vengono offerti dolci e champagne.
nella politica di un tempo.
La data del 1911 viene, invece, confermata da un articolo apparso sul Gazzettino nel 1982 che
Come ultima città omagnola uno sguardo a Comacchio non può mancare, con il bar Ragno della
riporta la seguente frase: Vittorio Furlan diede il via alle proiezioni cinematografiche a Mestre
città si scorge un profilo Liberty lungo il nostro tragitto. La lunetta del bar con un ragno stilizzato
nel 1905 e sei anni dopo costruì il cinema Excelsior.
è l’emblema Liberty nell’architettura. Altre opere significative non si trovano.
Un elemento che confermerebbe questa data è emerso durante i lavori di ristrutturazione avvenu-
La penultima tappa è Venezia e il lido. La città galleggiante conserva qualche affresco e marmo-
ti negli anni 30. Durante i lavori venne toccato il pavimento originale, formato da piastrelle che
retto Liberty esterno agli edifici sparso nella città, più interessante e con molti esempi di villini è
costituivano un motivo coordinato. Proprio al centro c’è una piastrella marcata 1911.
il Lido che conta centinaia di ville tra Liberty e Eclettismo. Riportiamo qualche esempio.
Il progetto era dell’ingegner Gandin e il cinema fu costruito dall’impresa Guassin. Il cinema si
La casa del Farmacista al Lido di Venezia è un edificio caratterizzato da un impianto progettuale
sviluppò vicino ai bordi del ramo del Marzenego, detto Orsellino, con una facciata con motivi
ispirato al neobarocco con balconici che ricordano villa Antolini a Riccione di impronta Liberty.
floreali e numerosi affreschi realizzati da Alessandro Pomi.
Il progettista, Brenno del Giudice si era senza dubbio ispirato sia per la Casa del Farmacista, villa
Era, è lo è tutt’oggi, uno degli edifici commerciali più belli di Mestre.
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Con il passare del tempo l’Excelsior perde smalto e subisce la concorrenza di sale più moderne
decorazioni esterne dove i motivi geometrici rendono rigide le sinuosità del Liberty.
ma, nel 1992, grazie ad attenti lavori di restauro, la sala ritrova il suo splendore.
Gli edifici Liberty che rimangono più impressi per la loro particolarità e stile sono: Casa Valdoni
Come riporta La nuova Venezia: ‘’la raffinatezza esecutiva, l’intonaco a marmorino, i colori bril-
sita in via Commerciale 25, costruita nel 1907 su commissione del chirurgo Pietro Valdoni e
lanti e l’aspetto maiolicato sono tornati a splendere grazie al restauratore che ha ridato a Mestre
progettato da Zaninovich; palazzo Viviani in via XX Settembre 35 oggi ospita il cinema Amba-
una delle pagine a Mestre una delle pagine artistiche più dimenticate e corrotte dagli agenti
sciatori, l’edificio fu progettato da Giuseppe Sommaruga bek 1906; palazzo Upim sito in via San
atmosferici e dagli anni. Ora l’Excelsior è stato trasformato in una multisala (dispone di 3 sale)
lazzaro 2 fu costruito dall’architetto G. Zammattio attorno il 1910-1911 con decorazioni a firma
e, forse grazie alla bellezza della sua architettura, primeggia ancora, in quanto a presenza di spet-
del pittore triestino Pietro Lucano; Casa Bartoli in piazza della Borsa 7 è uno degli edifici in stile
tatori, sugli altri cinema della città.
Liberty più conosciuti e famosi della città. Il palazzo fu costruito dall’architetto Maximilian Fa-
Invece altro esempio Liberty è il Grande Albergo Ausonia & Hungaria, quale vi accoglie con la
biani (meglio conosciuto come Max Fabiani) nel 1905-1906. La facciata mostra una bella orna-
sua straordinaria facciata in maioliche policrome, fra le più importanti in Europa realizzate dal
mentazione a cascata di foglie fra finestra e finestra ed un elegante sviluppo dei balconi. Fabiani
celebre ceramista bassanese Luigi Fabris (1883-1962) nel 1913. Meraviglioso esempio di stile
nella realizzazione dei suoi palazzi a Trieste seguì sempre lo stile protorazionale appreso dal suo
Liberty, l’albergo ha mantenuto gli arredi originali creati più di un secolo fa dal designer milanese
maestro, Otto Wagner. Lo stile Liberty si riconosce ancora nel tocco delle decorazioni a cascata
Eugenio Quarti, gli stessi esposti al prestigioso Salone dell’Arte di Parigi.
di foglie mentre la razionalità è espressa nella organizzazione multifunzionale dell’edificio. L’e-
L’hotel venne inaugurato nel 1907, e sin dai primi anni il Grande Albergo Ausonia & Hungaria
dificio ha una parte residenziale ed una parte adibita ad attività economiche. Nei piani inferiori
fu la meta preferita di tanti viaggiatori d’Europa per il suo charme e per la posizione privilegiata,
dedicati alle attività commerciali si ha una disposizione dello spazio del tipo a “grandi magazzini”
sul Gran Viale Santa Maria Elisabetta, a due passi dalla spiaggia. Chiuso durante la guerra e ria-
con grandi vetrate. Salendo con lo sguardo si ha la veranda, che aveva la funzione di un giardino
perto dopo il 1920, è stato uno dei protagonisti della stagione d’oro del Lido di Venezia.
d’inverno di un ristorante kosher. Il balcone sopra la veranda divideva la parte commerciale da
Gli ultimi villini italiani in stile Liberty si possono dunque ammirare al Lido di Venezia come
quella residenziale. Infine vi è Casa Polacco in Corso Italia 22, chiamata così dal nome della com-
ultima tappa, questo perché la prossima ed ultima città, Trieste non conserva villini Art Nouveau,
mittente, la signora Gisella Polacco, è stata progettata dall’architetto Romeo Depaoli. Il palazzo è
bensì importanti palazzi che testimoniano il Liberty triestino.
stato costruito all’angolo tra Corso Italia e via Matteo Renato Imbriani in un antico slargo detto
La disomogeneità della struttura sociologico-cittadina si riflette sullo stile; in centro, nella città
piazza delle Pignatte. L’edificio parte con decorazioni semplici e leggere al piano terra, adibito
borghese, si possono trovare esempi qualificati e importanti; mentre nella città operaia a ridosso
ad uso commerciale, che via via si fanno sempre più ricche negli ultimi tre piani di uso esclusivo
della zona centrale si hanno risultati diversi tra loro, da quelli di ottimo livello a quelli più timidi,
della famiglia Polacco, arrivando all’ultimo piano dove spiccano due figure femminili sedute sul
dalle decorazioni modeste, man mano che ci si avvicina ai comparti industriali.
cornicione, opera di Romeo Rathmann (Trieste 1880 – Londra 1962). La tradizione vuole che
Negli edifici industriali è maggiormente riscontrabile l’influenza austriaca piuttosto che quella
queste due figure riproducano le fattezze delle sue due amanti.
italiana, ma allo stesso tempo molte decorazioni floreali sono di impronta italoliberty.
Terminato il viaggio all’insegna delle villeggiature balneari d’Italia si può quindi avere una idea di
Spesso queste costruzioni non hanno dei segni precisi, facilmente catalogabili come influenze
come l’arte Liberty si sia diffusa nella nazione con le sue isole, a cavallo tra fine Ottocento e inizio
Liberty, in quanto nella maggior parte gli edifici sono il risultato di una somma di correnti di-
Novecento e capire dove questo nuovo stile per l’Italia moderna ebbe più successo nei villini più
verse, eclettico. Le decorazioni Liberty in questi soggetti sono elementi di derivazione neoclassi-
che nei palazzi.
ca, rinascimentale e barocca, successivamente trasformati attraverso una geometrizzazione delle
Certamente Pesaro e la villa Molaroni che ospita il Museo della Marineria dove è stata allestita
forme per apparire innovativi. Infine ci sono gli edifici protorazionali dalle moderne concessioni
la mostra ‘’Armonia e diletto. Villeggiature Liberty marine’’ si può definire la capitale Liberty dei
volumetriche, nuove continuità spaziali degli interni, ai quali si sommano le modeste e sobrie
villini al mare per conservare la dimora Ruggeri, massima espressione dell’arte floreale italiana.
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Progettazione di villa Liberty
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Andrea Speziali
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Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
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Sanremo
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Villa Angerer, 1902-1909, Sanremo
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Sanremo
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Dettaglio di villa Angerer. Fotografia di Silvia Salvini.
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Sanremo
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Villla Anita, via privata fratelli Asquasciati, Progettista: Francesco Sappia 1903 circa, Sanremo
Casa Canessa, Sanremo
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Palazzo Riviera. Progettista: Francesco Sappia. Committente: Giacomo Conio, 1903, Sanremo.
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Imperia
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Balcone Liberty a Imperia.
Stabilimento balneare Spiaggia d’Oro, 1913, Imperia, Porto Maurizio.
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Alassio
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Ville Liberty al mare, primi ‘900, Alassio.
Nella cartolina d’epoca la villa sulla sinistra è stata demolita, al lato opposto si intravede villa Massara.
Villa Massara, primi ‘900, Alassio.
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Savona
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Villa Zanelli, via Nizza 73, 1907, Savona. Foto di Blandine Dao.
Foto di Jonathan Dellagiacoma.
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Cartolina d’epoca della villa.
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Savona
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Affresco all’interno di Villa Zanelli.
Palazzo in Corso Vittorio Veneto, dettaglio di cecorazioni Liberty primo ‘900, Savona. Foto di Lorenza Rossi.
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Palazzo dei Pavoni, 19010, Savona. Progettista: Alessandro Martinengo. Foto di Anna Ribotta.
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Genova
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Hotel Laurens, via Giordano Bruno 7, primi ‘900, Genova. Foto di Anna Ribotta.
Palazzo dei Pagliacci, Corso Martinetti 55, primi ‘900, Genova. Foto di Simona Campi.
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Palazzo Liberty, corso Firenze, primi ‘900, Genova. Foto di Anna Ribotta.
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Camogli
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Hotel Portofino Kulm.
Hotel Portofino Kulm, 1903, Camogli. Commiettente: Sebastiano Gaggini.
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Rapallo
Villino Sanguineti, primi ‘900, Rapallo. Progettista Enrico Macchiavello. Collezione Andrea Speziali.
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Progetto del villino.
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Rapallo
Progetti dell’Ing. Enrico Macchiavello. Disegni di primo ‘900. Coll. Andrea Speziali.
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Rapallo
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Bozzetti decorativi di Enrico Macchiavello.
Bozzetto Hotel Oriental, primi ‘900, Rapallo. Progetto di Enrico Macchiavello.
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Progetti definitivi.
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La Spezia
Palazzo Castrucci, 1903, La Spezia. Progettista: Vincenzo Bacigalupi. Foto di Isabella Urtis.
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Affresco all’interno di Palazzo Castrucci. Foto di Isabella Urtis.
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La Spezia
Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine
Dettaglio del balconcino. Foto di Claudia Mazzoli.
Palazzo Bianchi, via Fiume 61, 1904-1906, La Spezia. Progettista: Vincenzo Bacigalupi. Foto di Luca Traversa
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Viareggio
Villino Il Guscio, via D’Annunzio 4, 1914, Viareggio.
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Magazzini Duilio, viale Regina Margherita, Viareggio.
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Viareggio
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Viale Regina Margherita, Viareggio.
Gran Caffè Regina Margherita, via R. Margherita 30, Viareggio. Progettista: Alfredo Belluomini.
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Bagno Balena, via Regina Margherita 42, 1900 circa, Viareggio. Progettista: Alfredo Belluomini.
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Livorno
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