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Fabio Tamburini e Marco Marini
Una terra
Templari
per i
In una piccola chiesa
di Castelmezzano,
paese a sud di Potenza,
sono stati trovati
dei simboli enigmatici
dell’ordine
dei templari
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obiettivo sicurezza
C’è ancora qualcosa da scoprire sui templari? Cosa c’è di vero
nelle decine di libri che vengono pubblicati ogni anno? Non ci riferiamo
ai testi storici ma a quei libri che i lettori trangugiano con avidità e che
diventano best sellers, come i lavori di Dan Brown sul santo Graal,
piuttosto che i film americani alla ricerca del tesoro dei cavalieri del
tempio. Noi siamo semplici giornalisti e quando ci siamo fatti questa
domanda abbiamo cercato di rispondere partendo dall’inizio, cioè dal
primo cavaliere templare, Hugues de Payens. Ma era questo il suo nome?
La storiografia ufficiale lo vuole nato nello Champagne, in Francia, poco
dopo la seconda metà dell’anno mille. Il padre era Pagano dei Pagani, la
madre Emma. Ebbene Pagano e la moglie erano di sicuro in quella che
oggi è la Basilicata nel 1084. Donavano alla Abbazia della SS. Trinità di
Venosa, vicino Melfi, alcuni loro possedimenti nella zona, così come a quel
tempo usavano fare i feudatari che volevano ingraziarsi la Chiesa. Pagano
dei Pagani era infatti signore di Forenza, in provincia di Potenza, e di altre
terre come Nocera dei Pagani. Perché allora non ritenere che Ugo dei
Pagani, il figlio che viene annoverato tra i testimoni della donazione, sia
nato in quelle terre, quindi in Italia, pur se originario dello Champagne?
Anche perché la stessa teoria è sostenuta da Filiberto Campanile, storico
appassionato di araldica che in uno studio per la regina Giovanna scrive
nel 1610 che da Pagano ed Emma nacquero due figli, uno di nome Disigio
ed uno Ugo, che nel 1117 scrive Campanile citando anche Sigonio, Paulo
Emilio e Volaterrano, sarà fondatore dell’ordine dei templari. Piccolo passo
indietro, per maggiore chiarezza.
In principio si chiamava “ordine dei cavalieri del tempio” ed era composto
da soli 9 cavalieri. La loro missione era proteggere la Cristianità in terra
santa, la Gerusalemme liberata con le crociate dagli infedeli. Un manipolo di
esperti in combattimento che si offrivano di proteggere i pellegrini diretti
in terra santa. Guerrieri normanni abili nel combattimento a cavallo?
O religiosi solo in seguito divenuti il braccio armato della Chiesa? Già
dalla prima crociata tutti parlano di loro come, diremo oggi, delle invincibili
forze speciali delle truppe cristiane. Baldovino re della Gerusalemme liberata
dona loro un’ala del palazzo accanto al tempio di re Salomone. Da qui il
nome di cavalieri del tempio, presto solo templari. L’ordine viene riconosciuto anni dopo nel 1118. Huges de payens e i suoi cavalieri templari sono
ora migliaia. I monaci combattenti più potenti della Chiesa di Roma.
Povertà, castità ed obbedienza la regola che Bernardo di Chiaravalle crea
per loro col Concilio di Troyes nel 1129. Dipendono dal Papa e da nessun
altro. Possiedono denaro, chiese, terreni, castelli. Primi banchieri della storia,
prestano soldi a re e nobili. Ma è per i debiti contratti con i templari che il
re di Francia Filippo il Bello convince il Papa Clemente V a por tare i
templari davanti all’inquisizione.Tanto più che Filippo aveva appoggiato con
decisione l’elezione di Clemente V che per primo sposta la sede del
papato ad Avignone. Proprio i templari, considerati i custodi del Santo
Graal, la coppa in cui sarebbe stato raccolto il sangue di Cristo crocefisso,
sono accusati di satanismo, esoterismo e riti orgiastici.
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Una terra
per i Templari
Molti templari muoiono sui roghi, altri cavalieri confessano
colpe mai commesse, pur di aver salva la vita. Nel 1312
Clemente V sospende l’ordine e i templari spariscono
del tutto lasciando a noi il mistero delle loro origini, del
Santo Graal e del loro tesoro.
Di recente due scoperte hanno fatto parlare di nuovo
dei templari. Una effettuata da Barbara Frale che trova
lo scorso settembre un documento inedito custodito
negli archivi segreti del Vaticano. È il documento in cui
alcuni templari scampati al rogo successivo al processo
per eresia vengono perdonati dal Papa. Un atto che
oggi autorizzerebbe a credere che sia potuta giungere
fino ai giorni nostri una stirpe di discendenti dei
templari originari.
E ancora più di recente una lettera autografa di Ugo dei
Pagani, scritta in italiano e indirizzata allo zio conte
Amarelli di Rossano Calabro. Un notaio nel 1600
l’avrebbe trascritta, c’è la sua dichiarazione giurata con
sigillo e firma in calce, copiandola da un’altra copia del
1400 del documento originale. Nella lettera Ugo parla
della mor te del cugino, Alessandro de Amarellis,
figlio del conte e suo compagno in terra santa.
Narra di Gerusalemme e del loro pellegrinaggio
alla cor te di Baldovino. E si dispiace Ugo di dover
parlare al conte di una disgrazia come la mor te del
nipote, ma erano andati in terra santa per dolersi
con Baldovino della mor te del fratello Goffredo.
Documento autentico o falso redatto a quel tempo per
dare lustro ad una famiglia? Eppure stando a questi
documenti sembra proprio che Ugo sia italiano, pur se
nato da famiglia francese.
Per tornare ai giorni nostri: la ricerca da noi condotta ci
porta infine in un piccolo paese a sud di Potenza. Le
pietre e le chiese di Castelmezzano nascondono alcune
sorprese. A cominciare dallo stemma del comune. Lo
stesso da almeno 700 anni raffigura proprio il timbro
dei templari. Insomma il luogo, lo vedremo, era di
sicuro impor tantissimo per una serie di motivi che
mostriamo.
Proprio sul picco della montagna c’era una volta una
chiesa. Mille anni fa. Da lassù gli eremiti dietro mura
di for tificazione osservavano lo Ionio e l’Adriatico.
Sentinelle a protezione della vallata. E nella valle una
chiesa e nulla più. Oggi un paese, ma mille anni fa una
piccola chiesa templare con una por ta di ingresso
sormontata da un simbolo enigmatico. Era nascosto
sotto l’intonaco della chiesa ristrutturata nel 1800.
Quando dodici anni fa furono avviati i lavori di ristrutturazione, quelli del terremoto dell’Irpinia, sotto l’intonaco
apparve appunto il portale che sembra essere proprio
l’entrata originaria della piccola preziosa chiesa o cappella
preceduta da quattro grandi gradini.
Una chiesa templare? Forse, se si analizza la porta.
L’architrave è un triangolo al centro del quale c’è una
croce a otto punte inscritta in un cerchio. Il centro della
croce è a sua volta inscritto in un piccolo cerchio.
Dentro la chiesa, poi un’icona stupefacente. Reca l’iscrizione più cara ancora oggi ai sedicenti ordini templari.
Sulla cornice in pietra c’è un’iscrizione ed una data AID
1117. Dopo lunghe ricerche, almeno per noi semplici
cronisti, scopriamo che è un modo di datare introdotto
proprio dal cartolario dei primi templari. Sta per: Anno
Inscritionis Dominice 1117. Proprio gli anni di Ugo dei
Pagani e dei suoi cavalieri del tempio. La scritta recita
testualmente. Hic habitabo qm elegi ea stlla mtna. E’
esattamente quanto scritto nel salmo 132 dei canti di
Davide utilizzati dai pellegrini in viaggio in Terra Santa.
Ed è incompleta, così come ci è giunta originariamente.
Completata si legge così: Hic habitabo q (oniam) elegi
e-a (m) stella matutina. Ovvero qui abiterò perché l’ho
scelto o stella mattutina! Con l’aggiunta del riferimento
alla stella mattutina, culto della Madonna, di origine
orientale, che fu reintrodotto proprio dai templari.
Crediamo che ci sia ancora molto da scoprire sui
misteriosi cavalieri del tempio. Abbiamo consultato
anche degli storici: alcuni hanno rifiutato quasi a priori
la possibilità che ci fossero scoperte ancora possibili. E
da parte nostra, aggiungiamo, non sappiamo se quelle di
Castelmezzano possano essere scoperte sensazionali.
Altri professori di storia ci hanno ricordato che nelle
scuole e negli atenei si insegna la storia ufficiale ed
occupandosi loro stessi di questa non se la sentivano di
escludere, ma ovviamente nemmeno di confermare.
Eppure ci siamo entusiasmati. Credendo che nulla di ciò
che si sa oggi sarebbe mai venuto alla luce se non ci
fosse stato qualcuno pronto a mettere in discussione
la scienza ufficiale. E poi i templari non fanno male
a nessuno, almeno oggi. E se fanno ancora sognare tanti
appassionati in tutto il mondo un motivo dovrà pur
esserci. Che sia questo il loro segreto?
Croce templare e icona
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