Scelti per voi
Roger Penrose
Ombre della mente
Alla ricerca della coscienza
Rizzoli 1996
Pagine 562
44.0000 Lire
Dalla quarta di copertina
Con il suo precedente libro, La mente nuova dell'imperatore, Roger
Penrose ha tracciato una mappa completa e dettagliata del meraviglioso
mondo della fisica moderna e avviato una riflessione seria e originale
sulla coscienza umana, definendo da un nuovo punto di vista un territorio
già esplorato. Oggi, con Ombre della mente, spinge ancora più avanti la
sua ricerca nel tentativo di rispondere alle domande fondamentali sulla
coscienza e sul significato del pensiero, interrogandosi su quella qualità
sottile ma materiale della nostra mente che ci rende veramente umani e
così profondamente diversi da un computer. È un'indagine avvincente,
che Penrose si prefigge di condurre per intero nell'ambito della ricerca
scientifica, anche se non necessariamente nei termini di quella odierna e
della fisica classica. Queste pagine dove si parla in modo affascinante di
macchine di Turing, gatti di Schrödinger e di computer giocatori di
scacchi compongono così un'opera tra i cui lettori si riconosceranno i
fisici e i filosofi ma anche semplicemente quanti non si stancano di
interrogarsi sulle ragioni ultime della vita e del pensiero.
Sull’autore
Roger Penrose si è laureato in fisica a Cambridge nel 1957 ed è
attualmente Rouse Ball Professor di matematica all'Università di Oxford.
Nel 1965 ha elaborato un importante teorema sui buchi neri e ha lavorato
in seguito con Stephen Hawking insieme al quale ha vinto nel 1988 il
prestigioso Wolf Prize. Di Penrose Rizzoli ha pubblicato nel 1993 il
bestseller mondiale La mente nuova dell'imperatore. Presso Sansoni è
uscito La natura dello spazio e del tempo, firmato da Penrose insieme a
Stephen Hawking.
Dalla prefazione
Questo libro può essere considerato, in un certo senso, il seguito de La
mente nuova dell'imlperatore (abbreviato in Mni). In effetti, proseguirò
nell'argomento che ho iniziato in Mni, ma quello che scriverò può essere
letto anche senza conoscere quel libro. Uno dei motivi per tornare a
scrivere su questo soggetto è stato, all'inizio, la necessità di rispondere a
molti dubbi e critiche sollevati da più parti in relazione agli argomenti
proposti in Mni, poi l'esigenza di presentare un nuovo argomento che si
regge per conto suo ed esplora alcune nuove idee che vanno ben oltre
quelle esposte in Mni. Uno dei temi centrali di Mni era stata la mia tesi
Roger Penrose
Ombre della mente
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che con l'uso della coscienza siamo in grado di compiere azioni che
vanno oltre qualsiasi genere di attività computazionale. Tuttavia, allora
questa idea era presentata come un'ipotesi sperimentale e vi era una certa
ambiguità circa i tipi di procedimento che potevano essere etichettati
come attività computazionale. Il presente libro fornisce quello che io
credo che sia un argomento molto potente e rigoroso per questa
conclusione generale, un argomento che si applica a qualsiasi specie di
processo computazionale di qualunque tipo. Inoltre, viene qui presentata
una proposta, di gran lunga più credibile di quella data in Mni, riguardo
al meccanismo funzionale del cervello tramite il quale un'azione fisica
non computazionale potrebbe essere alla base del comportamento
controllato dalla coscienza.
La mia argomentazione contiene due elementi distinti. Uno di essi è
essenzialmente negativo, in quanto controbatte energicamente l'opinione
comune che le nostre facoltà mentali coscienti in tutte le loro varie
manifestazioni - possano, in linea di principio, essere comprese in termini
di modelli computazionali. L'altro elemento del mio ragionamento è
positivo, nel senso che rappresenta la ricerca originale di un mezzo, entro
gli stretti limiti posti dalle osservazioni scientifiche, per cui un cervello
descrivibile in termini scientifici possa essere in grado di impiegare
principi fisici sottili e in larga misura sconosciuti per compiere le
necessarie azioni non computazionali.
In conformità a questa dicotomia, gli argomenti in questo libro sono
presentati in due parti distinte. La Prima parte offre un'esauriente e
dettagliata discussione che sostiene con forza la mia tesi che la coscienza,
nella specifica manifestazione della qualità umana della comprensione,
realizza qualcosa di cui il solo computo non è capace. Devo chiarire che
la parola computo include sia i sistemi top-down, che agiscono secondo
procedimenti algoritmici specifici e precisi, sia i sistemi bottom-up, che
sono programmati con una precisione minore affinché sia loro permesso
d'imparare con l'esperienza. Per tutti gli argomenti della Prima parte è
fondamentale il famoso teorema di Gödel, delle cui rilevanti conseguenze
viene presentato un esame esauriente. Ciò amplia notevolmente gli
argomenti precedenti forniti dallo stesso Gödel, da Nagel e Newman e da
Lucas; inoltre, controbatto in dettaglio tutte le varie obiezioni di cui sono
a conoscenza. In relazione a ciò, sono presentati alcuni argomenti
esaurienti contro la tesi che i sistemi bottomup (come quelli top-down)
siano in grado di conseguire un’autentica intelligenza. Le conclusioni
sono che il pensiero cosciente deve realmente implicare elementi che non
possono neppure essere simulati, in modo adeguato, dal solo computo;
tanto meno il computo potrebbe, da solo, suscitare sensazioni o
intenzioni coscienti. Di conseguenza, la mente deve essere proprio
qualcosa che non può essere descritta in termini computazionali quali che
siano.
Nella Seconda parte, la trattazione riguarda la fisica e la biologia. La
linea del ragionamento, anche se contiene sezioni che sono decisamente
più sperimentali della discussione rigorosa della Prima parte, rappresenta
un autentico tentativo di capire come una simile azione non
computazionale possa avere origine entro una struttura di leggi fisiche
scientificamente intelligibili. I principi fondamentali della meccanica
quantistica sono presentati dalle basi - poiché non si richiede che il
Roger Penrose
Ombre della mente
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lettore abbia alcuna precedente conoscenza della teoria quantistica. Gli
enigmi, i paradossi e i misteri di questo soggetto sono analizzati
abbastanza a fondo, con l'impiego di molti nuovi esempi che illustrano
pittorescamente gli importanti ruoli della non località, della
controfattualità e dei profondi problemi sollevati dal fenomeno della
correlazione quantistica. Sosterrò con vigore la necessità di una modifica
fondamentale, a un certo livello chiaramente specificato, della nostra
attuale visione quantistica del mondo. (Queste idee sono strettamente
attinenti a recenti lavori di Ghirardi, Disi e altri.) Vi sono differenze
significative tra le idee che sosterrò qui e quelle proposte in Mni.
Sostengo che una non computabilità fisica – necessaria per una
spiegazione della non computabilità nelle nostre azioni coscienti faccia il
suo ingresso a questo livello. Di conseguenza, affermo che il livello a cui
questa non computabilità è significativa deve essere importante per
l'attività del cervello. È a questo punto che le mie proposte attuali si
scostano in modo più sostanziale da quelle di Mni. Io sostengo che
mentre i segnali neuronali possono comportarsi come eventi determinati
nel periodo classico, le sinapsi tra neuroni sono controllate a un livello
più profondo, dove ci si deve attendere un'importante attività fisica alla
frontiera tra classica e quantistica. Le mie proposte specifiche richiedono
l'esistenza di un comportamento quantistico coerente su grande scala (in
accordo con proposte avanzate da Fröhlich) all'interno dei microtubuli
nei citoscheletri dei neuroni. La mia ipotesi è che questa attività
quantistica debba essere collegata in maniera non computazionale a
un’azione di tipo computazionale che Hameroff e i suoi colleghi
sostengono abbia luogo lungo i microtubuli.
Le argomentazioni che presenterò indicano parecchi punti in cui le nostre
attuali rappresentazioni sono profondamente insufficienti a offrirci una
comprensione scientifica delle facoltà orientali dell'uomo.
Ciò
nonostante, questo non vuole dire che il fenomeno della coscienza debba
rimanere senza una spiegazione scientifica. Io sostengo con vigore, come
ho fatto in Mni, che ci deve essere un cammino scientifico che porti alla
comprensione dei fenomeni mentali e che deve iniziare con una
valutazione piùà approfondita della natura della stessa realt fisica. Ho la
sensazione che sia importante che qualsiasi lettore interessato, che
desideri capire come un fenomeno così strano come la mente possa
essere compreso in termini di un mondo fisico materiale, impari ad
apprezzare quanto siano strane le regole che effettivamente reggono
quell'aspetto “materiale” del nostro mondo fisico.
Dopo tutto, la conoscenza è tutto quello di cui si occupa la scienza – e la
scienza è molto di più del solo computo insensato.
Oxford, Aprile 1994
Roger Penrose
Ombre della mente
Scelti per voi
Indice
Prefazione
Ringraziamenti
Nota al lettore
7
11
13
Prologo
15
PRIMA PARTE
Perché abbiamo bisogno di una nuova fisica
per comprendere la mente
1. La coscienza e il calcolo
2. La questione di Gödel
3. Le ragioni a favore della non computabilità
nel pensiero matematico
23
89
164
SECONDA PARTE
La nuova fisica di cui abbiamo bisogno
per comprendere la mente
4. La mente ha un posto nella fisica classica?
5. La struttura del mondo quantistico
6. La teoria quantistica e la realtà
7. La teoria quantistica e il cervello
8. Conseguenze
269
296
376
424
477
Epilogo
513
Note
Bibliografia
Indice analitico
515
525
547
Roger Penrose
Ombre della mente