RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA CONSIDERAZIONI GENERALI La presente relazione riguarda il Piano di Recupero di un complesso immobiliare posto in Rigutino località Capanne, Podere Renacci. Il Piano di Recupero è stato presentato, ai sensi dell‟articolo 73 della L.R. 1/2005 e del Regolamento Urbanistico del Comune di Arezzo, per preservare e migliorare le tipicità costruttive morfologiche ed insediative. Il Piano di Recupero proposto non interferisce con gli strumenti urbanistici comunali e sovra comunali in quanto si limita a chiedere la parziali modifica della Scheda Normativa n. N. 661. DESCRIZIONE STATO ATTUALE Catastalmente l‟area risulta censita alla sezione B Foglio n. 92, particella 135. Si tratta di un vecchio edificio colonico e di alcuni annessi. Con riferimento agli elaborati allegati, i fabbricati in questione vengono denominati: Numero 1, Edificio Colonico. Numero 2, Ex porcilaia. Numero 3, Ex Lollaiolo. Numero 4, Annesso. La S.U.L. complessiva a disposizione è pari a mq. 549,93 come da elaborati grafici e calcoli dimostrativi riportati nella Tavola n. 2. L‟area su cui insistono gli edifici è classificata come zona agricola e, nel Regolamento Urbanistico, con la Scheda Normativa N. 661. Facendo riferimento a tale scheda, riprodotta negli elaborati allegati, si descrivono separatamente i vari fabbricati. EDIFICIO N. 1, Vedi Tavola 3. Si tratta dell‟edificio Colonico, realizzato in più fasi ed in epoche diverse, costituito da un edificio 1 principale con alcune volumetrie aggiunte successivamente. Le strutture verticali della parte di edificio più antica sono in pietrame e mattoni e risultano intonacate. I solai del piano primo sono in parte costituiti da longherine metalliche con voltine in laterizio ed in parte sono del tipo misto, cemento armato e laterizio. Il solaio del sottotetto e quello della copertura sono in legno. Le strutture, in particolar modo i solai, sono in pessime condizioni ed in più parti puntellate. Il manto di copertura della costruzione principale è costituito da tegole e coppi. La distribuzione interna dell‟edificio è quella tipica delle case coloniche con stalle e cantine al piano terreno, alto oltre 3 metri, e locali per abitazione al piano primo. Le gronde sono costituite da pianelle in laterizio a sbalzo, disposte secondo la tipologia classica delle abitazioni coloniche. Come già detto, al fabbricato principale, sono state aggiunte, in epoca più recente, alcune superfetazioni. Queste sono costituite da cantine e rimesse al piano terreno e da un piccolo servizio igienico al piano primo. Strutturalmente sono state realizzate in mattoni dello spessore di cm 13 e solai in legno, peraltro attualmente pericolanti. Il manto è in tegole marsigliesi. Tutto il fabbricato, nonostante gli interventi spesso disorganici susseguitisi nel tempo, è comunque dotato di una sua valenza tipologica. EDIFICIO N.2. EX PORCILAIA, vedi Tavola 4. Si tratta di un fabbricato realizzato in epoche diverse, già adibito a stalletti per l‟allevamento di maiali. La struttura centrale originaria è costituita da due ambienti, indicati nell‟elaborato grafico con le lettere E e D, realizzati con mattoni cm 13, copertura in legname e manto in tegole e coppi. La schema tipologico è quello tipico delle porcilaie con due locali, uno chiuso ed uno aperto. Successivamente la struttura è stata ampliata, verso 2 Nord, con un corpo di fabbrica originariamente adibito a pollaio e, verso Sud, e con due nuovi ambienti adibiti anche questi a porcilaia. Da un punto di vista costruttivo i solai del pollaio sono in legno mentre sono in travetti in cemento armato vibrato nella parte di porcilaia più recente. Il manto di copertura è in tegole marsigliesi. Tutto il fabbricato, nel suo complesso, è privo di valore sia storico che costruttivo e la limitata altezza in gronda non ne consente il recupero per nuove funzioni. EDIFICIO N.3, LOLLAIOLO, vedi Tavola N. 4. E‟ una costruzione di modeste dimensioni, costituita da pareti in mattoni pieni cm 13, murati in parte a nido d‟ape, con copertura in legno. Il manto è costituito da tegole marsigliesi. Le murature ed il solaio sono in precarie condizioni statiche. La costruzione, di epoca non remota ma tipica delle nostre campagne, per le sue caratteristiche tipologiche può essere facilmente recuperata come annesso. EDIFICIO N.4. ANNESSO, vedi Tavola 4. E‟ stato realizzato nel 1968 come fienile. A seguito di D.I.A. numero 07/02445 e successiva variante, sono stati eseguiti i lavori di tamponamento, realizzazione di un piano ammezzato e sostituzione della copertura, prima in cemento amianto, con una tradizionale con manto in tegole e coppi. DESCRIZIONE DELLO STATO DI PROGETTO Stante l‟evidente condizione di degrado fisico, socio economico ed ambientale esteso a tutta l‟area indicata nella scheda, si propone il recupero della volumetria esistente. Più in dettaglio, edificio per edificio, si descrivono di seguito le proposte del presente Piano di Recupero. Edificio N. 1 Colonica. 3 Nella scheda normativa N. 661, per l‟edificio identificato con il numero 1, viene prevista la ristrutturazione edilizia (ri). Si propone la sostituzione edilizia delle superfetazioni, che hanno alterato l‟impianto originario dell‟edificio di matrice storica, con accorpamento di mq. 94 circa di S.U.L. all‟edificio N. 2. In altri termini, con riferimento al prospetto riportato nella tavola n. 3 allegata, la demolizione delle superfetazioni verrà recuperata trasferendo la S.U.L. all‟edificio identificato con il N. 2. Inoltre, come evidenziato nelle tavole 2 e 3, alcune superfetazioni, di cui si propone la demolizione, sono a distanza inferiore di 10 metri dall‟argine del Rio di Rigutino. Di tali superfici viene previsto un incremento pari al 35 per cento, come previsto dal comma 1 dell‟articolo 50 delle N.T.A. del R.U. vigente. Si ritiene di proporre il recupero della parte più antica e tipologicamente interessante della costruzione, liberandola dalle superfetazioni realizzate in epoca recente, in pessimo stato ed in alcuni casi realizzate in area non a distanza regolamentare dal corso d‟acqua. In base a tali previsioni la muratura esterna sarà intonacata, i solai saranno del tipo in legno tradizionali, il manto di copertura sarà in tegole e coppi. Le gronde saranno, come le attuali, in pianelle di laterizio. EDIFICIO N.2. Nella scheda è prevista la Sostituzione edilizia. Per il fabbricato identificato con il N. 2 si chiede, oltre alla sostituzione edilizia, la possibilità di accorparvi le volumetrie provenienti dalle demolizioni delle superfetazioni del già citato fabbricato N. 1. Si prevede la demolizione con il recupero della volumetria esistente con accorpamento di S.U.L. proveniente dalla demolizione dall‟edificio N. 1. L‟edificio, dopo l‟intervento proposto, avrà destinazione parte a rimessa attrezzi agricoli e parte ad abitazione. Sarà posizionato con lo stesso allineamento di quello esistente, ma più scostato di 4 questo dall‟edificio colonico, in modo da ampliare l‟aia a comune, vedi tavola N.2. Lo schema tipologico allegato è costituito da un unico edificio con un piano terreno e, solo su una parte, con un piano primo. La parte destinata a rimessa attrezzi avrà ampie aperture architravate in legno con spallette e lesene in mattoni a vista. La parte destinata ad abitazione, contigua alla rimessa, sarà intonacata con copertura in tegole e coppi. Su un lato viene previsto un porticato costituito da colonne in muratura, struttura in legno e manto in tegole e coppi. EDIFICIO N.3. Nella scheda normativa N. 661, per l‟edificio identificato con il numero 3, viene prevista la ristrutturazione limitata (ril). Si prevede il recupero con la possibilità di ristrutturazione nel rispetto delle dimensioni, della forma e dei materiali da impiegare. EDIFICIO N.4. Nella scheda normativa si prevede la sola manutenzione straordinaria. Si propone di estendere l‟intervento alla ristrutturazione senza alcun limite. Questo in considerazione del fatto che, successivamente al rilievo redatto a cura del Comune di Arezzo in data 5.06.2006, l‟edificio N.4 è stato ristrutturato, come evidenziato nella documentazione fotografica, vedi tavola n.4. L‟intervento, si veda la Pratica Edilizia n. 07/02445 del 19.06.2007 e n. 07/03493 del 17.09.2007, ha comportato la trasformazione dell‟annesso in un fabbricato in muratura a pianta rettangolare su due piani. Pertanto, in armonia con quanto prescritto dalle N.T.A. del R.U. vigente, sui fabbricati esistenti in zona agricola di superficie superiore a 80 metri quadrati, si chiede la possibilità di trasformarlo in abitazione. Si propone dunque la ristrutturazione edilizia. Con riferimento agli elaborati allegati, viene prevista una costruzione intonacata, delle stesse dimensioni planimetriche di quelle attuali, con l‟aggiunta di un porticato, lato Ovest. 5 Il porticato sarà previsto con colonne in muratura, struttura in legno e manto in tegole e coppi. Si prevede inoltre la realizzazione di un piccolo annesso come rimessa auto. SISTEMAZIONI ESTERNE e CARATTERISTICHE GENERALI Dopo l‟intervento proposto, lo schema di aggregazione sarà a corte, con un‟ampia aia a comune, vedi tavola N.2. I materiali impiegati saranno del tipo tradizionale, laterizio ed intonaco per le pareti e coppi e tegole in laterizio per le coperture. Negli edifici da ristrutturare e nei porticati dei nuovi fabbricati saranno impiegati solai in legno. Sarà posta attenzione all‟isolamento energetico ed all‟utilizzo di materiali ecocompatibili. Non saranno previsti piani interrati. L‟ autorimessa sarà prevista in adiacenza all‟edificio indicata con il numero 4. Questa sarà realizzata con le stesse caratteristiche costruttive, mattoni murati a nido d‟ape, presenti nelle pareti dell‟annesso N.3, ex Lollaiolo e della parte di casa colonica, indicata con la lettera G nell‟elaborato N.3. Tali caratteristiche sono comunque tipiche di molte costruzioni rurali. La zona attualmente è dotata di sottoservizi quali acqua attraverso un pozzo esistente, linea telefonica ed elettrica. Degli scarichi, originariamente convogliati nella letamaia, viene previsto il trattamento con depurazione e dispersione nel terreno a distanza di sicurezza dai pozzi e dai corsi d‟acqua. Gli accessi ai resede e gli spazi di manovra saranno realizzati in terra battuta con finitura in ghiaia. OBIETTIVI E MOTIVAZIONI DEL PIANO Scopo del Piano di Recupero, la cui zona di degrado e dunque di intervento viene identificata con quella della scheda 661, è quello di migliorare la qualità dell‟esistente. L‟intenzione è quella di recuperare l‟edificio più significativo, indicato con il n.1, liberandolo dalle superfetazioni di cui si prevede il recupero 6 nell‟edificio n.2, attualmente di nessun pregio architettonico. Quanto sopra viene motivato da alcune considerazioni, di seguito esplicitate. - Il presente progetto si adegua di fatto alla citata Scheda Normativa N. 661 con la sola eccezione dell‟annesso N.4. Questo in quanto, come già sopra argomentato, la scheda N. 661 è stata redatta molto tempo prima dell‟adozione del R.U. e pertanto non ha potuto tener conto che nel frattempo l‟edificio N.4, con pratica edilizia n. 07/02445 e successiva variante, è stato ristrutturato. Si veda a tale scopo la documentazione fotografica. - Con il presente progetto si ritiene di apportare un indubbio miglioramento a quanto previsto dalla Scheda Normativa. Infatti, sempre nel fabbricato indicato con il N. 1 nella scheda N. 661, con l‟intervento di ristrutturazione reso possibile dalla scheda normativa, le più volte citate superfetazioni verrebbero di fatto consolidate snaturandone le originarie caratteristiche. Si ritiene invece più opportuno mettere in evidenza le caratteristiche tipologiche originarie del fabbricato colonico, indicato il N. 1, mantenendo la “parata” laterale per il ricovero del carro e demolendo le volumetrie delle superfetazioni, realizzate in modo spontaneo in base alle necessità che di volta in volta si manifestavano. - Gli edifici sono stati realizzati, in epoche diverse, secondo tipologie costruttive funzionali alla conduzione di un podere, come è avvenuto per la quasi totalità delle aziende agricole della zona fino agli anni „60. Oggi queste costruzioni non sono da anni più funzionali allo scopo originario in quanto la conduzione del fondo avviene con modalità e caratteristiche differenti. Per questo, pur essendo il titolare iscritto ed operante come imprenditore agricolo, gli immobili non sono più abitati né utilizzati da circa 40 anni. L‟attuale proposta progettuale prevede la realizzazione di un annesso, di S.U.L. pari a circa mq. 59, da adibirsi 7 a rimessa delle attrezzature conduzione del podere. necessarie alla - Motivi storico architettonici suggeriscono l‟opportunità di non consolidare le alterazioni che nel tempo sono state realizzate nell‟edificio originario, vedi tavola N.3. Dette alterazioni sono costituite dalle superfetazioni, con eccezione del piccolo W.C. posto al piano primo, poste tutte al piano terreno. Le superfetazioni sono state realizzate in epoca abbastanza recente con mattoni ad una testa e tegole marsigliesi, ed erano adibite ad annessi a servizio dell‟edificio rurale. Si sottolinea il fatto che il fabbricato, indicato con il N. 1 nella scheda N. 661, originariamente era un edificio semplice di tipo e matrice rurale, su due piani e “parata”, per la rimessa di carro ed attrezzi. - La demolizione delle superfetazioni, alcune delle quali edificate nel lato dell‟edificio prospiciente il corso d‟acqua denominato Rio di Rigutino, consentirebbe inoltre una maggiore sicurezza idraulica, vedi tavola 2. Questo in armonia con quanto indicato nel comma 1 dell‟articolo 50 delle N.T.A. del Regolamento Urbanistico. - Con riferimento al quadro riassuntivo, riprodotto nella tavola 2, la volumetria e la superficie coperta proveniente dalle demolizioni delle superfetazioni, verrebbero recuperate nell‟edificio 2. Tale accorpamento consentirebbe una diversa e più consona articolazione all‟intero complesso, leggendone le gerarchie con il fabbricato di antico impianto, il numero 1, a rappresentare la matrice fondativa e riconoscibile. I fabbricati, indicati con i numeri 2, 3 e 4, in posizione minore rispetto al fabbricato N. 1, contribuiscono a racchiudere lo spazio funzionale comune, ricostruendo di fatto la tipica aia contadina. Quanto sopra viene documentazione allegata. meglio evidenziato nella 8 VALUTAZIONE ESTERNA DELLA COERENZA INTERNA ED Ai sensi del comma 2 lettera a della L.R. 1/2005 la presente proposta, riguardando solo la parziale modifica di una scheda normativa e per quanto sopra esposto, è coerente sia nei confronti degli strumenti urbanistici comunali che sovra-comunali. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI Ai sensi del comma 2 lettera b della L.R. 1/2005 la presente proposta, per i motivi sopra esposti, non comporta apprezzabili effetti, peraltro sicuramente positivi, a livello paesaggistico, territoriale, economico, sociale e per la salute umana. 9 DICHIARAZIONE DERURALIZZAZIONE Oggetto: Piano immobili in di Recupero località Capanne relativo di ad alcuni Rigutino, Podere Renacci. P.U. 55/2012. Precisazione sulla richiesta di Piano Aziendale di Miglioramento. Con riferimento al parere formulato e trasmesso con lettera del 20.03.2013 protocollo 31716/M1, con la presente si precisa quanto segue. Ai sensi della L.R. 1/05 articolo 43 comma 4, sul patrimonio edilizio esistente in zona agricola, sono consentiti interventi, come quelli proposti nel presente Piano di Recupero, “previa approvazione del programma restando aziendale il rispetto di miglioramento delle superfici e fermo fondiarie minime previste nel PTC…”. Il PTC di Arezzo, nell‟allegato C, indica, per la Valdichiana, la superficie fondiaria minima in 10 ettari di seminativo. L‟azienda poderale di cui trattasi, attualmente è costituita da circa 6 ettari di terreno seminativo, un quantitativo pertanto inferiore rispetto al minimo previsto dal PTC di Arezzo. Per questo motivo non si ritiene, a norma di legge, che l‟azienda sia tenuta alla presentazione di un Piano Aziendale di Miglioramento. Distinti saluti. Arezzo, maggio 2013. 10