federazione italiana ordini dei farmacisti

FEDERAZIONE ITALIANA
ORDINI DEI FARMACISTI
09 marzo 2017
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INDICE
IN PRIMO PIANO
09/03/2017 La Repubblica - Bologna
GIORNO& NOTTE
6
09/03/2017 quellichelafarmacia.com 07:49
Mandelli (FOFI): «Favorevole alla campagna per un logo al SSN»
8
09/03/2017 La Stampa - Asti
La terapia del dolore come diritto di tutti fa tappa oggi ad Asti
9
09/03/2017 Giornale di Brescia
Domani sera in Villa Grasseni la serata dedicata al diabete
10
09/03/2017 La Provincia di Como
Festa della Madonna delle Armi La processione con Coletti
11
09/03/2017 La Sicilia - Agrigento
Farmacisti e medici imputati di truffa Ieri la prima udienza del processo
12
09/03/2017 Ciociaria Editoriale Oggi
Settima farmacia, il Comune dà il via libera all'iter
13
09/03/2017 Il Roma
Prevenzione a tavola Il cibo diventa bello e buono
14
SANITÀ NAZIONALE
09/03/2017 La Repubblica - Nazionale
Epatite C, farmaco per 80mila pazienti "Ora costa meno"
16
09/03/2017 La Repubblica - Nazionale
Dati falsi e plagio, il Nyt stronca l'oncologo-star
17
09/03/2017 Panorama
«LA VITA È SEMPRE OPPORTUNA, LA MORTE DEV'ESSERE DIGNITOSA
18
09/03/2017 MF - Nazionale
Va incontro ai medici la nuova responsabilità
21
VITA IN FARMACIA
09/03/2017 Corriere della Sera - Roma
Lorenzin, dedica alla pioniera Tina Anselmi
23
09/03/2017 La Stampa - Torino
"La notte un solo medico per i codici gialli e rossi"
24
09/03/2017 Il Messaggero - Abruzzo
Infezioni in corsia al «Mazzini» esautorato il gruppo di esperti
25
09/03/2017 Il Messaggero - Latina
Priverno: rapinatore arrestato durante la festa del patrono
26
09/03/2017 Il Messaggero - Frosinone
Colpo alla farmacia Piacitelli
27
09/03/2017 QN - Il Giorno - Milano
Un ambulatorio contro l'abuso di antidolorifici
28
09/03/2017 Il Secolo XIX - La Spezia
«Defibrillatori in tutte le farmacie per intervenire in tempi più rapidi»
29
PROFESSIONI
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
PICCOLE AZIENDE PROMOSSE MA PER BIG PHARMA LA R&S È POCO
REDDITIZIA
31
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
SCADENZE BREVETTUALI VALE OLTRE UN MILIARDO DI EURO IL MERCATO PER
LE GENERICISTE
33
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
ROSUVASTATINA, OLMESARTAN, DUTASTERIDE E TADALAFIL I QUATTRO
BRAND "D'ORO" IN SCADENZA
36
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
FARMACI VETERINARI REGOLE IN DISCUSSIONE PER CONTENERE I COSTI
40
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
SE L'AFRICA APRE LE PORTE ALLA PRODUZIONE DI FARMACI
43
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
NON DECOLLA (ANCORA) IL MERCATO ONLINE DEI FARMACI SENZA RICETTA
45
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
IL FUTURO DI PHARMA E DEVICE SECONDO I CEO: C'È OTTIMISMO MA SERVE
PIÙ STABILITÀ ISTITUZIONALE
48
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
PATIENT SUPPORT PROGRAM: COSÌ SI AFFERMA IL CONCETTO DI "BEYOND
THE PILL"
51
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
LA MULTICANALITÀ AL CENTRO DELLA RELAZIONE TRA IMPRESE E FARMACIE
53
08/03/2017 About Pharma and Medical Devices
LEGAL& AROUND
56
PERSONAGGI
08/03/2017 QS - QuotidianoSanita.it
8 marzo. D'Ambrosio Lettieri (DI): "Ancora molto da fare sulla strada dei diritti e
delle pari opportunità"
59
IN PRIMO PIANO
8 articoli
09/03/2017
Pag. 16 Ed. Bologna
diffusione:239605
tiratura:340745
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
GIORNO& NOTTE
Musica CONSERVATORIO IN CANTINA Alle 22 alla Cantina Bentivoglio (Mascarella 4/B), "Il
Conservatorio scende in cantina": una serata dedicata a Horace Silver, con Filippo Bubbico piano, Federico
Magazzeni basso, Andrzey Kownacky batteria, Sebastiano Terzuolo sax.
ORGANIC SHAPE COLLECTIVE Alle 21,30 al Barazzo Live (Pratello 66/b), Organic Shape Collective, con
Gabriele Gubellini didjeridoo, Gaetano Alfonsi batteria, Danilo Mineo percussioni.
JASON REBELLO Alle 22 al Bravo Caffè (Mascarella 1), il pianista Jason Rebello in trio con Marco Micheli
contrabbasso e Enzo Zirilli batteria.
SPARTITI Alle 22,30 al Locomotiv (Serlio 25/2), il duo Spartiti presenta in concerto il nuovo album
"Servizio d'ordine", con Max Collini e Jukka Reverberi, 10 euro.
Teatro MORTE DI ZARATHUSTRA Oggi e domani alle 21 nel teatro dei Laboratori delle Arti (p.zetta
Pasolini 5/b), per il progetto Terzo Teatro, la compagnia Teatro Akropolis presenta "Morte di Zarathustra",
regia di Clemente Tafuri e David Beronio.
REVELACION Alle 21 al Teatro Duse (Cartoleria 42) l'Accademia nazionale di tango argentino porta in
scena " Revelacion... A la sombra de un tango, abrazame por siempre", ideazione e direzione generale di
Adriano Mauriello.
CARLO & GIORGIO Alle 21 al teatro Dehon (Libia 59), Carlo & Giorgio presentano lo spettacolo comico "I
migliori anni della nostra vita", viaggio nell'invasione tecnologica dei nostri giorni. 12-23 euro.
BOBO JELCIC Alle 20,30 all'Arena del Sole (Indipendenza 44), "At the end of the week" del regista croato
Bobo Jelcic.
Incontri PINO CACUCCI Alle 19 alla biblioteca di Corticella (Gorki 10), incontro con lo scrittore Pino
Cacucci in occasione della mostra "La Collezione Gelman" in corso a Palazzo Albergati: interviene Giuliano
Bugani.
MICHELA MURGIA Alle 21 alla Rocca dei Bentivoglio di Bazzano, la scrittrice Michela Murgia dialoga con
Emiliano Visconti sul tema della violenza e dell'educazione affettiva.
LA MONTAGNOLA Alle 18 alla biblioteca Scandellara (Scandellara 50), presentazione del libro "Ricerche
sulla Montagnola di Bologna. Le fortezze papali, le ghiacciaie, i rifugi antiaerei" di Giancarlo Benevolo e
Massimo Brunelli.
BIANCA TAROZZI Alle 18 alla Biblioteca Italiana delle Donne (del Piombo 5), Bianca Tarozzi presenta il
suo nuovo libro "Una luce sottile. Storia di Eddo e Mary", intervengono Vita Fortunati e Zelda Franceschi.
GIORGIO BASSANI Alle 18 all'Ambasciatori (Orefici 19), Paola Bassani presenta il suo libro "Se avessi
una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il racconto di una figlia" a cura di Massimo Raffaelli; interviene
Marco Antonio Bazzocchi.
L'UOMO NERO Alle 18 alla Zanichelli (p.za Galvani 1/H), presentazione dell'antologia "L'uomo nero.
Stereotipi maschili raccontati dalle donne", interviene la curatrice nonchè autrice Cira Santoro.
IL SECOLO DEI LUMI Alle 17 all'Alliance Française (De' Marchi 4), "Immaginario e Ragione tra Italia ed
Europa nel Secolo dei Lumi" con Gian Mario Anselmi e Walter Tega.
MASTER CHEF DNA Alle 18,30 al bar La Gazzetta (Zamboni 26), aperitivo scientifico "Master Chef Dna. Il
menu del futuro è scritto nei nostri geni" con Vittorio Lucchini.
DISOGNANDO Alle 17,30 in Salaborsa (p.za Nettuno 3), per il ciclo Disognando, "Luci e ombre" incontro
con il disegnatore Andrea Borgioli.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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09/03/2017
Pag. 16 Ed. Bologna
diffusione:239605
tiratura:340745
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MALTRATTAMENTI Alle 18,30 al Centro Natura (Albari 4/a), per il ciclo "Diritto in pillole", si parla di
"Maltrattamenti: in famiglia, nelle strutture di cura e assistenza". LA REGOLA DEL GUSTO Alle 17,30
nell'Aula Prodi (p.za S.
Giovanni in Monte 2), "Estetica e ospitalità", Elio Franzini legge e commenta "La regola del gusto" di David
Hume, per il ciclo "Leggre l'uomo".
MANUALE DEL TRADUTTORE Alle 14,30 al Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne
(Cartolerie 5), presentazione del libro "Il corpo della traduzione. A proposito del Manuale del traduttore" di
Barbara Ivancic.
Eventi RACCONTI BOLOGNESI Alle 18 al Mercato di Mezzo (via Clavature), maratona letteraria "Racconti
bolognesi" con cinquanta autori tra noir, fantasy, romanzo rosa: regia di Stefano Andrini.
DONNE E CULTURE Alle 16,30 nella Sala degli Anziani di Palazzo D'Accursio (p.za Maggiore 6), "La
morale e la consuetudine" momento di riflessione tra donne di paesi diversi sulle proprie culture di origine.
CARO LUCIO TI SCRIVO Prosegue al Nuovo Cinema Nosadella (via Nosadella), la proiezione di "Caro
Lucio ti scrivo" di Riccardo Marchesini (feriali 19,40, sab e dom 17,50 e 19,40): ingresso ridotto
consegnando alla cassa una lettera in busta chiusa indirizzata a Lucio Dalla (le lettere più belle potranno
essere pubblicate).
DELITTO E CASTIGO Alle 18,30 alla biblioteca Renzo Renzi della Cineteca (Azzo Gardino 65/B), Diana
Hobel legge "Analisi" nuovo capitolo della lettura integrale di "Delitto e castigo" di Dostoevskij.
ART DECO Alle 16,30 alla Famèja Bulgnèisa (Barberia 11), Ilaria Francia presenta la mostra "Decò. Gli
anni ruggenti in Italia" in corso ai Musei San Domenico di Forlì. OBESITA' Alle 17 nella sala convegni dell'
Ordine dei Farmacisti (Garibaldi 3), "Obesità: un confronto a tutto campo", con Enrico Roda, Alessandro
Banterle, Giuseppe Plazzi.
SCRIVERE CON MOROZZI Alle 20,30 al FunCoolOh! (Belvedere 2/a), prima lezione del laboratorio
pratico di scrittura creativa di quarto livello, con Gianluca Morozzi, fino al 4 maggio, info www.canto31.it.
LETTURE PER BAMBINI Alle 11 in Salaborsa (p.za Nettuno 3), "Il mio primo libro in giapponese" (0-36
mesi); alle 17,45 "L'ora delle storie" (4-7 anni). Alle 17 alla biblioteca Borges (dello Scalo 21/2), letture ad
alta voce per bambini da 4 a 5 anni da "Henry va a Parigi" di Lenore Klein e "Piccolo Eliot nella grande
città" di M. Curato.
AMBIENTE E SALUTE Alle 20,30 alla libreria Mondadori di Imola, Alberto Bellini presenta il suo saggio
"Ambiente, clima e salute - la sfida delle città negli anni dieci".
ORTODANTISTI Alle 21 alla biblioteca di Rastignano, gli OrtoDantisti processano il conte Ugolino,
protagonista dell'Inferno di Dante, conduce Ugo Mascagni.
Regione ARTHUR MILLER Da oggi a sabato alle 21, domenica alle 15,30 al Bonci di Cesena, "Morte di un
commesso viaggiatore" di Arthur Miller, con Cristina Crippa e Angelo Di Genio, regia di Elio De Capitani.
JUNGE DEUTSCHE Alle 20,30 al teatro Valli di Reggio Emilia, concerto della Junge Deutsche Philarmonie
diretta da Jonathan Nott, con la mezzosoprano Michelle Breedt.
PIANO-VIOLONCELLO Alle 21 al teatro Fabbri di Forlì, il duo piano-violoncello DindoCattarossi.
D.C. JAZZ TRIO Alle 21,30 al Ca' Leoni Jazz Club di Forlì, concerto del D.C. Jazz Trio, con Manuel
Giovannetti batteria, Stefano Toni chitarra, Lorenzo Valentini basso.
FEMMINISMO! Alle 21 al cinema Moderno di Castel Bolognese, proiezione del docufilm "Femminismo!" di
Paola Columba, con Emma Bonino, Dacia Maraini, Lidia Ravera.
LA LINGUA GENIALE Alle 17 alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, Andrea Marcolongo presenta il suo
libro "La lingua geniale".
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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09/03/2017 07:49
Sito Web
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Mandelli ( FOFI ): «Favorevole alla campagna per un logo al SSN»
Mandelli (FOFI): «Favorevole alla campagna per un logo al SSN» By Redazione - 9 marzo 2017 0 0 Share
on Facebook Tweet on Twitter tweet «I simboli sono importanti, soprattutto quando si entra in una sfera
tanto importante quanto delicata come la salute e la sua tutela - così il Senatore Andrea Mandelli,
presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani -. Per questo abbiamo aderito con
entusiasmo all'iniziativa di CattadinanzAttiva che, con le altre professioni della salute, ha indetto un
concorso internazionale per scegliere un logo per il nostro Servizio Sanitario Nazionale». E ancora: «Se i
farmacisti, per esempio, hanno da sempre un simbolo che li rende immediatamente riconoscibili dal
cittadino è giusto che questo accada anche per il nostro SSN, che proprio quest'anno compie 40 anni. E' da
tempo che l'Italia può dunque contare su un bene prezioso, al quale in altri paesi si guarda con rispetto e
magari un po' di invidia, che tutti siamo chiamati a difendere migliorare. Sono certo che aver coinvolto i
cittadini in questo 'regalo di compleanno' al Servizio Sanitario, alle donne e agli uomini che vi riversano la
loro opera, contribuirà a renderlo ancora più nostro»
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
8
09/03/2017
Pag. 53 Ed. Asti
diffusione:154324
tiratura:222715
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«NienteMale Roadshow» al teatro Alfieri
La terapia del dolore come diritto di tutti fa tappa oggi ad Asti
elisa schiffo
Fa tappa oggi, al teatro Alfieri, l'evento «NienteMale Roadshow», il percorso di sensibilizzazione sul diritto
del cittadino ad accedere alla terapia del dolore. Tutto stabilito dalla legge 38 del 15 marzo 2010 che oltre a
definire il dolore c ome una vera e propria patologia, che interessa 12 milioni di persone, individua gli
strumenti e le figure professionali di riferimento per la terapia del dolore. L'incontro patrocinato dal Ministero
della Salute. L'appuntamento è alle 18, in sala Pastrone. Un incontro dibattito che coinvolge esponenti del
mondo scientifico, sociale e istituzionale. A dare il benvenuto il vescovo di Monsignor Francesco Ravinale e
il vicesindaco Davide Arri. Il tavolo dei relatori
Tra i relatori il sociologo e psichiatra Paolo Crepet, il presidente dell'ordine dei medici di Asti Claudio Lucia
, il consigliere dell'Ordine dei Farmacisti Maurizio Cremasco, il primario di anestesia, rianimazione e terapia
del dolore dell'ospedale Massaia Silvano Cardellino e il direttore di Oncologia Franco Testore. «Il tema
della terapia del dolore è di particolare importanza per i cittadini - interviene Silvano Cardellino - il nostro
servizio offre visite sia ambulatoriali che ai pazienti ricoverati al fine di alleviare tutti i tipi di dolore, da quello
acuto, come il dolore post-operatorio che consegue agli interventi chirurgici a quello cronico. Il nostro
reparto garantisce l'analgesia epidurale per il controllo del dolore del parto a tutte le donne che ne fanno
richiesta. La partoanalgesia è stata tra l'altro recentemente inserita tra i livelli essenziali di assistenza,
oggetto del decreto firmato in queste ultime settimane dal ministro Lorenzin, ma sono ancora pochi gli
ospedali in grado di fornire questo servizio». Modera Rosanna Lambertucci. Nel corso dell'incontro
verranno distribuiti questionari sull'autopercezione del dolore cronico e sulla conoscenza della normativa .
L'indagine, facoltativa, costituirà una fonte di dati da condividere con il Ministero della Salute nella giornata
conclusiva del percorso di eventi in giro per l'Italia, previsto a Roma il prossimo ottobre. [e. sc.] BY NC ND
ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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09/03/2017
Pag. 20
diffusione:28318
tiratura:36870
Flero L'Associazione Diabetici della Provincia di Brescia, in collaborazione con la farmacia Cavalli di Flero,
organizza per domani sera in Villa Grasseni, in via Mazzini 11, a partire dalle ore 20.30, un incontro
pubblico dal titolo «Parliamo di diabete...». Sono previsti interventi di Pietro Alberti, sindaco di Flero,
Edelweiss Ceccardi presidente A.d.p.b. (Associazione diabetici della provincia di Brescia), Clara Mottinelli
(presidente ATF-Federfarma Brescia), Francesco Rastrelli (presidente Ordine Farmacisti di Brescia),
Emanuela Zarra (specialista in diabetologia, Asst Spedali Civili di Brescia), Chiara Lecchi (dietista). Al
termine delle relazioni è previsto l'intervento del pubblico con la possibilità di interagire con gli specialisti.
L'incontro si inserisce negli eventi organizzati dalla farmacia Cavalli per festeggiare l'anniversario della
fondazione. L'Associazione Diabetici della Provincia di Brescia rappresenta i diabetici presso l'autorità e gli
enti di assistenza e promuove e aiuta le iniziative di studiosi che possono portare contributo alla cura e allo
studio del diabete.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
10
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Domani sera in Villa Grasseni la serata dedicata al diabete
09/03/2017
Pag. 33
diffusione:24223
tiratura:30901
Quest'anno la festa della Madonna delle Armi compie 6 anni e verrà celebrata domenica a Maccio. La
tradizione che unisce comaschi e calabresi intorno ad un momento di fede, inizierà dalla chiesetta di
Maccio alle 10, con un incontro per contrastare la povertà sanitaria in cui il presidente dell'ordine dei
farmacisti di Napoli descriverà il progetto "un farmaco per tutti".
Alle 15.30 la processione per le vie del paese durante la quale si porta l'effige della Madonna delle Armi,
una copia di quella vera, pregando e cantando canti della tradizione di Cerchiara in Calabria da cui
proviene la Madonna delle Armi, la cui storia riporta ad eventi miracolosi accaduti nel quindicesimo secolo
nei pressi del monte Sellaro in Calabria, oggi nel parco nazionale del Pollino.
Alle 16 la Messa solenne celebrata da monsignor Diego Coletti, che torna a Maccio per la prima volta come
vescovo emerito. Quindi il rinfresco dell'Associazione devoti della Madonna delle Armi, presieduta da Pietro
De Paola.
Come ogni anno si prevede una partecipazione molto numerosa, per la festa molti fedeli, vengono a Maccio
dal nord Italia ed anche da Svizzera e Germania. Nel 2012 l'effige sacra, quella vera, da Cerchiara in
Calabria arrivò fino a Maccio per poi proseguire verso la Basilica di San Pietro a Roma, il tutto fu
organizzato per far festa nel trentacinquesimo anniversario dal ritrovamento della pietra con l'immagine
sacra, rubata nel maggio 1977. • P. Mas.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
11
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Festa della Madonna delle Armi La processione con Coletti
09/03/2017
Pag. 30 Ed. Agrigento
diffusione:20102
tiratura:32759
FRANCESCO DI MARE Prende quota il processo a dieci persone accusare di staccare le fustelle dai
farmaci per ottenere il rimborso dal Servizio sanitario nazionale e poi rivenderle sottobanco. Imputati sono
farmacisti, medici e rispettivi collaboratori. Il nuovo collegio giudicante, composto dalla presidente Luisa
Turco, a latere Ricotta e Croce ieri ha preso atto dell ' istanza di inutilizzabilità delle intercettazioni avanzata
dalle difese degli imputati e delle lunghissime liste di testi che saranno chiamati a deporre nei prossimi
mesi. Su entrambe le circostanze il Tribunale si è riservato di decidere. Un processo che di fatto sarebbe
iniziato lo scorso anno, ma che subì un contraccolpo proprio alla prima udienza. Il presidente del
precedente collegio giudicante Giuseppe Melisenda Giambertoni infatti comunicò con la consueta
correttezza e integrità professionale la propria incompatibilità con la conduzione di tale processo,
comunicando che il tribunale avrebbe individuato nel giudice Gianfranca Infantino colei che lo avrebbe
sostituito. Anche uno dei giudici a latere, Michele Contini venne trasferito. Quindi ci fu una riassegnazione
dei processi disposta dal Tribunale, sfociata nell ' individuazione del collegio che ieri ha tenuto la prima
udienza. Il rinvio a giudizio fu disposto dal gup Francesco Provenzano il quale accolse quasi interamente le
richieste del pm Carlo Cinque. La presunta associazione a delinquere avrebbe avuto al vertice il farmacista
Mario Terrana, 62 anni, che - secondo l ' accusa - si avvaleva della collaborazione di medici compiacenti
che gli fornivano le ricette all ' insaputa dei loro assistiti. Terrana, titolare di una farmacia a Porto
Empedocle e di due parafarmacie che avrebbe utilizzato per vendere abusivamente farmaci privi delle
cosiddette fustelle, le targhette identificative obbligatorie per legge, il dieci aprile dell ' anno scorso era finito
ai domiciliari. Il provvedimento era stato firmato dal gip Alessandra Vella. Il divieto di dimora ad Agrigento e
Porto Empedocle era stato imposto a 6 persone. Si tratta di Ninì Mirella Pace, 61 anni, moglie di Terrana;
Cinzia Venturella, 32 anni di Ribera; Carmelinda Strazzeri, 34 anni di Mazzarino, farmaciste collaboratrici
della farmacia di Terrana; Gino Montante, 68 anni di Agrigento e Andrea Savatteri, 64 anni di Porto
Empedocle, medici di base, e Michele Alletto, 46 anni di Agrigento, dipendente della farmacia di Terrana.
Nella lista degli imputati anche i medici Raffaele Sanzo, 54 anni, e Carmelo Amato, 64 anni, e il
canicattinese Salvatore Cani, 50 anni. Le accuse ipotizzate, con ruoli e posizioni differenti, sono di
associazione a delinquere finalizzata a truffa, falso, ricettazione ed esercizio abusivo della professione.
Prossima udienza il 3 maggio per l ' e s c u ssione dei primi testi del pubblico ministero. LA VICENDA
GIUDIZIARIA nasce da alcuni farmacisti, che si sono insospettiti dal volume d ' affari di una farmacia di
Porto Empedocle, e di due parafarmacie, una nella città marinara e l ' altra ad Agrigento. QUALCOSA NON
QUADRAVA ANCHE NEI RIMBORSI. Per questo motivo l ' Asp di Agrigento (avvocato Maria Calcara), l '
Ordine dei farmacisti (avvocati Angelo Farruggia e Giacomo Butera), e i tre titolari di farmacie, Di Ganci,
Russo e Sammartino, si sono costituiti parte civile. TERRANA è ritenuto dagli inquirenti il dominus della
vicenda. Avrebbe utilizzato due parafarmacie come farmacia, acquistato medicinali di provenienza illecita,
venduto farmaci privati delle relative fustelle, poi utilizzate fraudolentemente per il rimborso.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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Farmacisti e medici imputati di truffa Ieri la prima udienza del processo
09/03/2017
Pag. 23
Ciociaria Editoriale Oggi
Settima farmacia, il Comune dà il via libera all'iter
Sarà realizzata a Pantanello Intanto a San Bartolomeo si attende la sesta Il comune chiede la settima
farmacia, destinata a Pantanello. Con la delibera 398 del 29.12.2016, approvataall ' unanimità da sindaco
ed assessori assistiti dalla segretaria Marina Saccoccia, la giunta ha aderito all ' invito della regione.
Premessa «La legge 27/12 ha modificato la legge 475/68 per favorire l ' accesso alla titolarità delle
farmacie ad un più ampio numero di aspiranti, nonché di consentire l ' apertura di nuove sedi
farmaceutiche. Il sette dicembre 2016 la Regione ha fornito indicazioni sulla revisione della pianta organica
delle farmacie, stabilendo che i comuni possano deliberare e non più proporre l ' istituzione delle sedi
farmaceutiche. Il comune in base alla popolazione residente al 31.12.2015 (n. 21.464) individua il numero
secondo un preciso quorum (una farmacia ogni 3.300 abitanti)». Precisando che «l ' organizzazione dell '
assetto territoriale del servizio farmaceutico, che è un servizio pubblico, è in capo all ' ente comunale e lo
organizza nel modo che ritiene opportuno, al fine di garantire una distribuzione equa e capillare sul
territorio», aggiungendo «che l ' ente nell ' interesse della tutela del diritto alla salute intende favorire l '
apertura di nuove sedi farmaceutiche garantendone al contempo una più capillare presenza sul territorio
del servizio farmaceutico». In attesa, quindi, del parere obbligatorio ma non vincolante della Asl e dell '
ordine provinciale dei farmacisti, alle 5 farmacie esistenti (Giuliani, Leoni, Forli, Da Santis, Morelli) per la
sesta (località San Bartolomeo non risulta assegnata una perimetrazione), delibera di conferire indirizzo all '
Ufficio Urbanistica di procedere alla perimetrazione delle sedi farmaceutiche istituite e istituenda. Di
esercitare la volontà di istituire la 7^ con successivo atto da adottarsi all ' esito dell ' acquisizione del parere
obbligatorio, non vincolante, della Asl e dell ' Ordine dei farmacisti». In futurolacittà potràcosìavereuna
settima farmacia. La vicenda però sta creando malumori tra le forze di opposizione e i residenti di San
Bartolomeo che attendono l ' arrivo della farmacia, la sesta, e che dichiarano di temere " sgambetti " . Non
sarebbe male un po ' di chiarezza.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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ANAGNI
09/03/2017
Pag. 13
Il Roma
diffusione:28000
Prevenzione a tavola Il cibo diventa bello e buono
NAPOLI. Martedì 21 marzo da Eccellenze Campane, in via Brin, a partire dalle 18.30, si svolgerà l'evento
"Buono e Sano, il cibo amico della salute dell'uomo". La serata è organizzata dalla Fondazione Pro Onlus,
presieduta da Vincenzo Mirone, Ordinario di Urologia presso l'Università Federico II e da Eccellenze
Campane, con il patrocinio del Comune di Napoli, dell'Arcidiocesi di Napoli, dell'Ordine dei Farmacisti della
Provincia di Napoli, dell'Università di Napoli Federico II, di Federfarma Napoli. Durante la serata si parlerà
di prevenzione soprattutto a tavola.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ECCELLENZE CAMPANE
SANITÀ NAZIONALE
4 articoli
09/03/2017
Pag. 20
diffusione:239605
tiratura:340745
Epatite C, farmaco per 80mila pazienti "Ora costa meno"
(Michele Bocci)
ROMA. La cura dell'epatite C per 80mila malati all'anno grazie ai prezzi più bassi strappati nei nuovi accordi
con l'industria.
Aifa, Agenzia del farmaco, sta chiudendo la partita dei medicinali che sbaragliano la diffusissima infezione e
ieri ha comunicato i nuovi criteri per arruolare i pazienti. Avrà la terapia non solo chi ha un'infezione in fase
molto avanzata, come avveniva fino ad ora, ma quasi tutti i sieropositivi, compresi operatori sanitari e chi ha
anche altre malattie importanti. Può così partire il piano del direttore generale di Aifa, Mario Melazzini, per
eradicare la malattia. Si conta nei prossimi tre anni di trattare appunto 80mila pazienti l'anno grazie a uno
stanziamento totale del governo di un miliardo e mezzo di euro. Fino ad oggi in due anni si sono trattate
circa 65mila persone. Melazzini mira a raggiungere l'obiettivo senza i due farmaci per ora più utilizzati,
Sovaldi e Harvoni di Gilead. Dopo aver trattato con l'industria per giorni per ridurre i prezzi, infatti, ha deciso
di metterli in fascia C, cioè tra le medicine non rimborsabili.
Foto: Una farmacia
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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L'ANNUNCIO
09/03/2017
Pag. 21
diffusione:239605
tiratura:340745
Dati falsi e plagio, il Nyt stronca l'oncologo-star
(e.d.)
ROMA. Seicento pubblicazioni, sessanta premi scientifici, 86 milioni di dollari di finanziamenti federali negli
Stati Uniti, il record di scienziato italiano più citato. Ma sull'altro piatto della bilancia per Carlo Croce - 72
anni, laureato a Roma e diventato una star della ricerca negli Stati Uniti, con le sue scoperte sui geni che
causano il cancro - pesano una ventina di contestazioni per dati copiati o immagini truccate, che hanno
portato ad altrettante fra precisazioni e ritrattazioni da parte delle riviste scientifiche che hanno pubblicato i
suoi articoli.
Le polemiche vanno avanti da anni, per Carlo Croce, senza particolari ripercussioni. Fino a ieri, quando il
New York Times ha pubblicato una lunghissima inchiesta sullo scienziato italiano. E la sua ultima sede di
lavoro - l'università dell'Ohio - ha deciso di affidare a un comitato di esperti esterni un'inchiesta sull'operato
di uno scienziato che pure è capace di catalizzare fondi per la ricerca come pochi altri, perfino in America.
Croce, dopo l'uscita dell'inchiesta, si fa negare al telefono. «Tornerà la prossima settimana» dice fredda la
segretaria. Con il Corriere.it accusa gli "spifferatori" che pullulano in rete. Spiega che dalle denunce
anonime non è mai emerso nulla di concreto. E che lui viene attaccato più di altri semplicemente perché
pubblica più ricerche scientifiche degli altri. Che sia più interessato a sfornare articoli che non a controllare i
dettagli è in effetti il succo dell'accusa del New York Times. Che fa dire a un suo collega, il premio Nobel
Phillip Sharp: «Non giustifico la trascuratezza che Carlo ha in generale».
Tra le due sponde dell'Atlantico, l'attività del genetista è partita a passo di carica subito dopo la laurea, nel
1969. Croce ha lavorato alle università di Pennsylvania, Temple, Thomas Jefferson e - dal 2004 - dell'Ohio.
Con l'Italia Croce collabora molto (soprattutto all'Università di Ferrara). Nel 2000 il Presidente della
Repubblica gli ha conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce e con i nostri ricercatori la star della genetica
non ha mai smesso di pubblicare. Sotto accusa, in particolare, sono gli articoli scritti con Alfredo Fusco, il
ricercatore dell'università di Napoli diventato vero e proprio recordman delle accuse di manipolazione di
immagini. L'ateneo dell'Ohio, attraverso una dichiarazione del suo portavoce Christopher Davey al New
York Times, per ora mette le mani avanti. E anche l'istituzione di una commissione d'indagine «non vuol
dire che siano emerse nuove evidenze di comportamenti scorretti». Per la scienza italiana, però, si tratta di
una nuova potenziale tegola, dopo gli episodi (più concreti) che hanno di recente coinvolto il chirurgo
italiano Paolo Macchiarini al Karolinska Institutet di Stoccolma.
Foto: RICERCATORE Carlo Croce, 72 anni, laureato a Roma, è una star della ricerca negli Stati Uniti
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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IL PERSONAGGIO/ INCHIESTA DEL QUOTIDIANO AMERICANO SULLO SCIENZIATO CARLO CROCE.
LA REPLICA: "SOLO DENUNCE ANONIME"
09/03/2017
Pag. 56 N.12 - 9 marzo 2017
diffusione:169614
tiratura:247453
«LA VITA È SEMPRE OPPORTUNA, LA MORTE DEV'ESSERE DIGNITOSA
Parla l'esponente dei Radicali italiani che ha accompagnato Fabiano Antoniani a Zurigo per il proprio
suicidio assistito. «L'ho fatto perché dobbiamo parlare di libero arbitrio», dice a Panorama. E racconta delle
centinaia di richieste d'aiuto che riceve e di come, su un tema tanto controverso, la sensibilità collettiva sia
cambiata.
Carmelo Caruso
Gli atei lo venerano e i credenti lo insultano. «I primi mi vogliono mandare in paradiso e i secondi mi
vogliono scacciare dalla terra». Dicono che cavalca la morte ma solo per mettersi alla testa dei vivi. «Mi
hanno dato dell'assassino». Chi? «Militia Christi, l'organizzazione cattolica. Sono stati condannati a
risarcirmi 20 mila euro». Quanto costa un suicidio assistito in Svizzera? «10 mila euro circa, spese di
viaggio comprese». Marco Cappato aiuta a morire ma non ha la faccia da funerale, accompagna le ombre
ma non possiede un'auto. «Eppure mi hanno paragonato a Caronte». Anche lui traghettava le anime e si
occupava di corpi. «Ma ne prolungava il dolore mentre io voglio scioglierne la tortura». C'è chi pensa che lei
abbia trasformato la morte di Fabiano Antoniani, Dj Fabo, in un evento mediatico, in una contesa di aghi e
di commi. Prima un'agonia di tweet, poi l'autodenuncia in caserma, la conferenza stampa e infine gli
interventi in televisione. «Era una pubblicità necessaria. Oggi i messaggi di gratitudine sono più delle
insolenze ricevute. Perfino un prete ha chiamato a Radio radicale per ringraziarmi». E però sembra quasi
che lei cerchi la condanna e che sia eccitato dalla punizione. «Rischio fino a quattordici anni di reclusione
per istigazione al suicidio». Quante volte l'hanno arrestata? «Una volta a Manchester. Fermato due». Non è
il solito protagonismo radicale? «La politica è sempre stata corpo. È evidente che aver aiutato Dj Fabo mi
ha reso più forte e noto. Non me ne vergogno e non ci vedo contraddizione. "Dal corpo dei malati al cuore
della politica"». Parla per slogan. «È il motto dell'associazione Luca Coscioni di cui sono il tesoriere». Ha
raccontato che lei aiuta anche finanziariamente chi vuole morire. «È vero. A Dominique Velati, ad esempio,
abbiamo pagato il biglietto per recarsi in Svizzera. 1.500 euro». Cappato abita a Milano, vicino a piazzale
Dateo, dove i palazzi sono più solidi e carichi di ricordi antichi. «Mi piacciono i lembi, la geografia del
margine, gli interstizi». È per questa ragione che si occupa di zona grigia, partito transnazionale e di
frontiere? «Pierpaolo Pasolini diceva che fosse necessario illuminare gli angoli. Ci provo». Cita Pasolini ma
lei ha studiato economia. «Alla Bocconi ma non frequentavo». Era disobbedienza o indolenza? «Sono stato
sempre uno studente da sei. In condotta avevo otto». Molti radicali vengono da scuole cattoliche e hanno
scelto la militanza come forma di psicanalisi. È tra questi? «Anche io ho frequentato scuole cattoliche ma
solo fino alla quinta elementare. Poi scuola pubblica». Dove? «A Monza». Cappato è brianzolo, figlio di un
ex dirigente di azienda e di un ex insegnante. «Mio padre si chiama Alberto e mia madre Alberta, adesso si
è aggiunta mia cognata». Pure suo fratello fa politica con il corpo? «Venne eletto nel 1992 consigliere
comunale. Lista Pannella-Cappato-Taradash». Lei si è avvicinato al partito per emularlo? «Per superarlo. In
realtà ero più un anarchico. I radicali mi sembravano quasi moderati. Sono sempre stato un
antiproibizionista». Forse perché ha conosciuto l'agiatezza. «Ho annusato i sapori liberali e fatto buone
letture. Mia madre era iscritta ai radicali mentre mio padre era segretario del partito repubblicano di
Monza». Se le chiedesse di aiutarlo a morire lo accompagnerebbe? «Lo farei. La prima volta che andai alla
Dignitas fu proprio mio padre a prestarmi l'auto». La Dignitas è la clinica di Pfaffikon, a pochi chilometri da
Zurigo, dove hanno scelto di praticare il suicidio assistito Dj Fabo e pure Gianni Trez, un pensionato
veneziano malato di tumore, un altro che si è arrampicato fino in Svizzera per non precipitare in Italia. «La
verità è che quelle cliniche sono l'alternativa al balcone, alla morte violenta come quella di Mario Monicelli e
Carlo Lizzani. In Italia ogni anno i suicidi sono più di mille». Ne parla come fosse la montagna incantata. «È
invece è un luogo di normalità, casette di legno e decoro. Sembra eccezionale?». Quante persone ha
accompagnato alla Dignitas? «Prima di Fabiano, Piera Marchi. E sbagliai pure strada». Per paura? «In
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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TESTAMENTO BIOLOGICO / Marco Cappato
09/03/2017
Pag. 56 N.12 - 9 marzo 2017
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tiratura:247453
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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Svizzera di Pfaffikon ce ne sono due. Dovetti fermarmi in una pizzeria italiana e chiedere quale fosse quella
giusta». Se non si andasse a morire ci sarebbe da ridere. «Ero imbarazzato. Durante il viaggio non
avevamo fatto altro che litigare per via della politica. Era una militante che, a proposito di scissione, aveva
scelto di seguire Rifondazione comunista». Ha scelto il suicidio assistito? «Non voleva ingerire il barbiturico
ma chiedeva che le venisse iniettato per endovena. I medici si sono rifiutati perché ritennero che la sua
volontà non fosse così salda. E pensare che aveva già gettato le scarpe nel cestino...». Siete ritornati
insieme? «Sì, ed era disperata, perché voleva riprovarci ma non sopportava l'idea dell'attesa». Ci ha
riprovato? «Un mese dopo e ci è riuscita. Era malata di cancro». Cappato dice che Dj Fabo non era
spaventato di morire ma di non riuscirci, non temeva i giornali ma i giornalisti. «Si era pentito di aver
concesso l'intervista alla trasmissione Le iene ». Perché? «Credeva che i cronisti ci inseguissero e che con
qualche pretesto le autorità potessero fermarci». Dopo la sua morte, in televisione, sono tutti diventati
esperti di farmacologia, terapie del dolore, e non si contano i teologi che accusano e gli avvocati che
perdonano. «E però basta chiedere e passeggiare per strada per accorgersi che oggi abbiamo vinto. Il
consenso sul suicidio assistito è cosi unanime che mi imbarazza. I tassisti, per incitarmi, non mi fanno
pagare la corsa. In Italia, grazie alla lotta di Dj Fabo, la morte è tornata a essere una dinamica della vita e
non più un segreto da celare». Ha reso chiassosa la morte. «Volevo solo far parlare di libero arbitrio. Io per
primo credo che la morte abbia bisogno d'intimità e carezze e non di flash e telecamere». Lo dice proprio
lei? «Accompagno ma rimango dietro la porta». Cappato, prima di arrivare in Svizzera, ha guidato per
cinque ore, si è fermato in due aree di servizio. Prima a Saronno e poi subito dopo il Gottardo. L'automobile
era grigia, «una Citroën» che mi fa vedere. Ci sono ancora le cannule e il respiratore di Dj Fabo. Non la
angosciano? «Parlando di morte ho imparato a non temerla». Da quanto tempo la frequenta? «Dal 2006,
da quando Piergiorgio Welby mi chiese di aiutarlo a morire. Ero riuscito a trovare il medico belga disposto a
praticarne la sedazione. Quando tutto era pronto, Piergiorgio decise di farne una battaglia civile e di
scrivere al presidente della Repubblica. Non ho iniziato nulla, semmai ho solo proseguito». Da allora,
Cappato, dice di ricevere più duecento lettere l'anno. Insieme a Mina Welby e Gustavo Fraticelli ha fondato
due associazioni, «oltre alla Coscioni», che si chiamano Soccorso civile e Sos Eutanasia. Scrivono tutti a
lei? «Quasi tutti». Il più giovane che gli ha scritto, ricorda Cappato, aveva quindici anni. Da adolescente le
capitava di farsi domande sulla fine? «L'idea di morire mi faceva disperare. E ricordo ancora il primo lutto,
la scomparsa di mio nonno. Si chiamava Massimo». Parla della morte ma dice che oggi non si tormenta.
«Fino all'ultimo momento ho chiesto a Dj Fabo se avesse cambiato idea. Non è vero che ho il culto della
morte. Così come non è vero che non mi consumi. Non sopporto la vista del cadavere. Ogni volta mi torna
in mente quello di Rino Spampanato. Era un artista autodidatta, mio coetaneo, mio amico. Ha costruito il
primo sito internet del partito radicale. È morto nel 2003. Ancora oggi l'immagine della sua salma mi
impressiona». Ma non piange e si porta questo faccione allegro, esibisce l'aria scanzonata del giramondo e
l'incoscienza del pensiero radicale. Porta perfino le cuffie che fanno assomigliare le sue orecchie a quelle di
un elfo. «E invece mi commuovo e mi capita di piangere». A un funerale? «Quando sono entrato nella
camera ardente per salutare Marco Pannella». Col leader storico dei radicali in vita vi siete separati e nella
morte vi siete ritrovati. «Lui diceva che non eravamo più in sintonia. Io gli riconoscevo l'insuperabile
creatività e la statura inarrivabile. Ma tutto può Pannella tranne che risorgere». Tra radicali litigate per
eccesso di argomenti e per stare insieme avete bisogno di allontanarvi. È riuscito a scontrarsi, in
televisione, perfino con Maria Antonietta Coscioni che è la fondatrice dell'Istituto Coscioni, in pratica la sua
spalla. «Purtroppo è un difetto ma anche una virtù radicale. Siamo abituati agli scontri di potere ma senza
avere potere». Ma dei Radicali è stato segretario, europarlamentare, consigliere comunale a Milano. «E mi
è servito. Da consigliere, durante la giunta di Giuliano Pisapia, ho conosciuto mia moglie». Come si
chiama? «Simona. È una giornalista. Venne per contestarmi e ha finito per sposarmi». Da quanto? «Cinque
anni». Hai figli? «No, ma non mi dispiacerebbe averne». Della vita ha cominciato dalla fine ma non ha visto
09/03/2017
Pag. 56 N.12 - 9 marzo 2017
diffusione:169614
tiratura:247453
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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l'inizio. «Non ancora. Non mi è mai capitato di assistere a una nascita». Gli aggettivi della morte sono
sempre caldi e lenti: dolce, buona, serena. «Welby mi disse: "Sono preoccupato. È la prima volta che
muoio". La morte non è mai buona semmai una conseguenza. Penso che siano aggettivi sbagliati». Li
cambiamo? «Vita opportuna e morte dignitosa». È il suo epitaffio? «Perché morire? E se ci
ripensassimo?». - foto di Roberto Caccuri/Contrasto
BIO GRA FIA
Marco Cappatoè natoa Milano. il 25 maggio 1971. Militante del Partito radicale, è stato segretario nel 1994.
Eletto europarlamentare con la Lista Emma Bonino nel 1999, è stato anche consigliere comunale a Milano
nel 2014. Nel 2006, insieme con Piergiorgio Welby, ha lanciato la lotta per legalizzare l'eutanasia e il
suicidio assistito. Oggi è tesoriere dell'Associazione nazionale Luca Coscioni. Dopo aver accompagnato
Fabiano Antoniani, Dj Fabo, in Svizzera per il suicidio assistito, una volta rientrato in Italia si è
autodenunciato.
La Citroën con cui Cappato ha accompagnato nella clinica svizzera Fabiano Antoniani. Venerdì 10 marzo,
a Milano, ci sarà l'ultimo saluto a Dj Fabo.
Foto: Marco Cappato è l'esponente radicale che ha accompagnato Fabiano Antoniani, chiamato Dj Fabo,
nella clinica svizzera per il suicidio assistito.
Foto: Che ne pensi del testamento biologico e del suicidio assistito? Di' la tua sulla pagina Facebook di
Panorama.
09/03/2017
Pag. 18
diffusione:98970
tiratura:162805
Va incontro ai medici la nuova responsabilità
Marino Longoni
Ci sono voluti tre anni, ma alla fine il Parlamento ha approvato una legge sulla responsabilità dei camici
bianchi che potrebbe far uscire il settore sanitario dal caos creato dal decreto Balduzzi e ridurre molto il
fenomeno della cosiddetta medicina difensiva, che per le stime più prudenti costa al sistema sanitario
nazionale circa 10 miliardi di euro, il 10% della spesa sanitaria. La nuova legge prevede per la struttura
sanitaria la responsabilità contrattuale per i fatti colposi o dolosi del personale sanitario e degli ausiliari. La
conseguenza è l'applicazione della prescrizione di 10 anni e l'onere della prova in capo alla struttura, per
cui al paziente danneggiato basterà provare il rapporto con questa e il danno patito mentre sarà la struttura
a dover offrire la prova del corretto adempimento. Per medici e infermieri la responsabilità contrattuale cede
il passo a quella extracontrattuale, e ciò significa prescrizione di 5 anni e soprattutto onere per il paziente di
provare la colpa dei sanitari. L'effetto sarò di indirizzare gran parte delle richieste risarcitorie alla sola
struttura sanitaria. Al centro del chiarimento del sistema di responsabilità sanitaria ci sono i protocolli di
riferimento (linee guida e best practice) che misurano la perizia del medico e l'accertamento tecnico
preventivo con finalità conciliativa come condizione di procedibilità in giudizio in alternativa alla mediazione,
dimostratasi inadeguata a ridurre il contenzioso. In pratica in sede penale il professionista che ha rispettato
linee guida e buone pratiche clinico-assistenziali risponde solo se risultato negligente o imprudente e non
più per imperizia; in sede civile la responsabilità verso il paziente è extracontrattuale. Un ruolo di equilibrio
sarà svolto dalle assicurazioni. La polizza è obbligatoria per medici e strutture, inoltre il risarcimento danni
sarà definito dalle tabelle ministeriali, che prevedono cifre di solito più basse di quelle definite dalle tabelle
dei tribunali. Un sistema standardizzato, con indennizzi meno gravosi, ma più sicuri e veloci. Un elemento
critico potrebbe essere l'obbligo di copertura assicurativa per strutture sanitarie e professionisti, senza però
l'obbligo per il mercato assicurativo di contrarre le polizze, cosa che potrebbe spostare l'equilibrio a favore
delle compagnie. Resta comunque per le strutture la possibilità di assicurarsi con strumenti interni
equivalenti a una copertura assicurativa. Altro punto critico potrebbe essere la formazione di linee guida e
best practice da adottare ufficialmente, selezionando le migliori tra le diverse esistenti e utilizzate in contesti
diversi. Trattandosi di protocolli scritti sempre da medici, qualcuno già sospetta che saranno scelti in modo
da minimizzare la responsabilità dei camici bianchi. Ma va tenuto conto che tali protocolli non saranno
vincolanti per il giudice, che potrà sempre valutarne l'adeguatezza ai casi concreti, e ciò porta a escludere
scelte troppo funzionali all'interesse dei professionisti. Un risultato positivo della legge dovrebbe essere il
taglio dei costi della medicina preventiva ma anche delle remore che un atteggiamento troppo difensivo
generava nell'attività dei medici. Questi, nel dubbio di incorrere in responsabilità, potevano essere indotti a
evitare interventi troppo rischiosi. Una recente indagine ha rilevato che l'80% di essi adotta spesso strategie
difensive: il 51% ha prescritto farmaci non necessari e il 24% trattamenti non necessari; il 26% ha escluso
pazienti a rischio da alcuni trattamenti al di là delle normali regole di prudenza e il 14% ha evitato procedure
diagnostiche o terapie rischiose su pazienti che avrebbero potuto trarne beneficio. Con le nuove norme i
professionisti potranno esercitare con più serenità, perché viene meno il timore di vedersi costretti a pagare
risarcimenti non per la presenza di colpa ma per l'impossibilità tecnica di dimostrarne l'assenza.
(riproduzione riservata)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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COMMENTI & ANALISI
VITA IN FARMACIA
7 articoli
09/03/2017
Pag. 5 Ed. Roma
diffusione:238671
tiratura:333841
Lorenzin, dedica alla pioniera Tina Anselmi
Una sala intitolata a Tina Anselmi, prima donna ministra della Salute. L'iniziativa è dell'attuale guida dello
stesso dicastero Beatrice Lorenzin, nella foto con le ex Maria Pia Garavaglia, Rosy Bindi e Livia Turco ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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Ministero della Salute Il ricordo
09/03/2017
Pag. 51 Ed. Torino
diffusione:154324
tiratura:222715
"La notte un solo medico per i codici gialli e rossi"
FEDERICO CALLEGARO
Domenico Martelli, medico del Maria Vittoria e sindacalista dell'Usb, riparte alla carica. Giovedì scorso
aveva denunciato in una trasmissione televisiva le difficili condizioni di lavoro nel pronto soccorso. Ieri
mattina, a margine di un presidio sindacale organizzato davanti all'ospedale di via Cibrario, ha deciso di
tornare sull'argomento. Due giorni fa, a seguito delle sue dichiarazioni, era stato ventilato un rischio di
sanzioni nei suoi confronti. «Sì, ma non ci sono state. Alla fine ha prevalso il buonsenso e sono stato
soltanto convocato in direzione, dove mi è stato comunicato che non procederanno nei miei confronti». Le
sue parole, però, hanno destato clamore. Quali sono i principali problemi che ha voluto denunciare?
«Principalmente una carenza di organico che costringe i medici a turni più lunghi di quelli previsti. Al Maria
Vittoria, la notte, c'è un solo medico in servizio al pronto soccorso. A questo si aggiungono i problemi
derivanti dal fatto che ci sono colleghi che in alcuni mesi dell'anno fanno 23 giorni lavorativi senza pause».
Eppure l'Asl ha spiegato in una nota che tutte le sere al Maria Vittoria ci sono più medici in servizio. «Ma
solo uno di loro deve occuparsi dei codici gialli e rossi. L'altro, invece, segue solo i bianchi. Due medici per i
codici più urgenti ci sono solo il venerdì e il sabato». In Consiglio regionale l'assessore ha detto che è stata
fatta una verifica sui turni del personale , e che gli orari di lavoro sono in regola. «Non fatico a crederlo. Che
le bollature di entrata e uscita da lavoro siano regolari è evidente. Il problema è che chi lavoro nei pronto
soccorso entra prima di bollare e esce dopo aver bollato il cartellino. E questo problema di super-lavoro non
riguarda solo qualche ospedale ma tutte le strutture». E' l'unico problema?
«No. Quelli principali sono quattro, e si collegano variamente tra loro. C'è una carenza di posti letto per i
malati, una carenza di risorse per il personale, un costo dei farmaci troppo elevato e liste di attesa per
sottoporsi agli esami troppo lunghe. A pesare sui pronto soccorso c'è un altro fatto: ormai sono diventati un
punto di riferimento, sovente sostituiscono il medico di famiglia». Perchè? « Il paziente timoroso di dover
aspettare troppo per fare un esame va lì. A fronte di questa situazione, purtroppo, si vuol fare passare l'idea
che l'unico problema della Sanità siano i medici truffatori che non hanno voglia di lavorare. E' una leggenda
pericolosa questa: si porta dietro il rischio di voler favorire le privatizzazioni». BY NC ND ALCUNI DIRITTI
RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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Presidio davanti al Maria Vittoria
09/03/2017
Pag. 46 Ed. Abruzzo
diffusione:115344
tiratura:158020
Infezioni in corsia al «Mazzini» esautorato il gruppo di esperti
SANITA'
In ospedale si corre il rischio di essere ricoverati per una patologia ed uscire invece dentro una bara per via
delle gravi infezioni contratte nelle corsie o nelle sale operatorie. Questo è quello che è accaduto ad un
teramano di 83 anni, ricoverato al Mazzini per un intervento ad una protesi al ginocchio ma uscito cadavere
per via di alcuni batteri che l'hanno sfinito. Ogni anno in Italia le infezioni ospedaliere causano la morte di
4.500-7.000 persone, dunque più letali degli incidenti stradali che nel 2015 hanno provocato il decesso di
3.419 persone. Alla Asl le infezioni ospedaliere compaiano in circa 3 casi ogni 1.000 ricoveri acuti in regime
ordinario, la loro valorizzazione (mediante valutazione delle giornate aggiuntive per singolo Drg) comporta
una spesa ragguardevole. Secondo la ricerca Burden economico delle infezioni ospedaliere in Italia
(Francesco Saverio Mennini, Research Director Ceis Economic Evaluation and HTA dell'Università di
Roma Tor Vergata) ogni anno circa il 5-8% dei pazienti ricoverati in Italia contrae un'infezione ospedaliera.
La maggior parte viene colpita da infezioni urinarie, da infezioni da ferita chirurgica, da polmoniti e da sepsi.
Lo studio ritiene dunque che sarebbe opportuno realizzare un Osservatorio permanente sulle infezioni
ospedaliere. A Teramo esisteva fino a poco tempo fa un Comitato per le infezioni ospedaliere ma è stato
esautorato, una pecca evitabile dal momento che la gran parte delle rivendicazioni legali al Mazzini
riguardano appunto le infezioni. Il gruppo era formato da un gruppo di esperti e da un braccio operativo che
si occupava di report della microbiologia su alcuni germi sentinella, individuando anche la spesa in farmacia
di alcuni antibiotici molto specifici, inoltre si preoccupava di effettuare rilevazioni in ospedale in
associazione con altre figure per constatare quante infezioni fossero presenti. Organizzare pure delle
riunioni con le caposala ed infermieri per il lavaggio delle mani e del catetere vescicale, interessandosi ai
tipi di isolamento da effettuare. Davvero una bella cosa esordisce il primario di Malattie infettive al Mazzini
di Teramo, Dante Di Giammartino -, tutto sommato in giro ci sono parecchie di queste infezioni, ad esempio
quelle su protesi che si verificano sovente e sono molto serie. Tutto ciò implica un controllo su quello che è
la profilassi antibiotica in chirurgia, le coliti da clostridium difficilis che avvengono per via dell'uso di
antibiotici, un germe emergente che ha un alto grado di resistenza, difficile da gestire perché sottovalutato.
Di Giammartino, che è prossimo alla pensione, fa intendere che su questa materia, per la sua complessità
ed importanza, si nominino delle figure dedicate, e si organizzino corsi di formazione specifici e altro
ancora, perché oltretutto il primario in genere, cui è stato delegato il compito, non ha il tempo necessario
per seguire tutte queste vicende. E' importante anche la pulizia del reparto, ma anche i cambi di catetere e
quando si gestisce il catetere venoso centrale che porta molte infezioni. Fino a poco tempo fa i contenziosi
che mettevano in allarme il Comitato, ora scomparso, erano appunto le infezioni ospedaliere: L'ospedale si
disse - è un ricettacolo di batteri perché qui arriva tutta la popolazione e con la terapia di antibiotici si
sviluppano sempre più i ceppi resistenti.
Maurizio Di Biagio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«Fondamentale il lavoro in sintonia insieme a tutti i medici e infermieri»
09/03/2017
Pag. 33 Ed. Latina
diffusione:115344
tiratura:158020
E' stato arrestato a Priverno, nel pieno della festa patronale di San Tommaso d'Aquino, un ragazzo di 27
anni, ritenuto uno dei presunti autori della rapina perpetrata, alcuni mesi fa, ai danni di una delle farmacie
nel centro di Frosinone. Ad emettere l'ordine di carcerazione è stato il Tribunale del capoluogo ciociaro. Il
giovane, proprio nella giornata festiva di lunedì, è stato trovato in giro tra le vie di Priverno e quindi i militari
della stazione locale lo hanno dapprima fermato eppoi arrestato, notificandogli così l'ordine di carcerazione
emesso a carico del rapinatore, trasferendolo immediatamente in carcere.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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Priverno: rapinatore arrestato durante la festa del patrono
09/03/2017
Pag. 33 Ed. Frosinone
diffusione:115344
tiratura:158020
E' stato arrestato a Priverno, nel pieno della festa patronale di San Tommaso d'Aquino, un ragazzo di 27
anni, ritenuto uno dei presunti autori della rapina del 2 settembre scorso ai danni della farmacia Piacitelli di
Frosinone (bottino, 2 mila euro). Ad emettere l'ordine di carcerazione è stato il Tribunale del capoluogo
ciociaro. Il giovane, durante la festa del patrono è stato visto tra le vie di Priverno e quindi i militari lo hanno
dapprima fermato e poi arrestato, notificandogli così l'ordine di carcerazione. Già 4 mesi fa era stata
eseguita un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un altro giovane di Priverno, già in carcere per
altri fatti, ritenuto, anche lui, uno degli autori della rapina.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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Colpo alla farmacia Piacitelli
09/03/2017
Pag. 3 Ed. Milano
diffusione:39803
tiratura:63700
Un ambulatorio contro l'abuso di antidolorifici
- GORGONZOLA - «NO AL CONSUMO 'leggero' da parte dei giovanissimi e attenzione all'abuso da parte
di pazienti adulti vulnerabili», a Gorgonzola un ambulatorio pilota contro la dipendenza da farmaci «pain
killers», ovvero capsule, compresse e bustine contro il dolore. Apre al Serbelloni, in seno alla delicata
riconversione per la trasformazione in PreSst, uno spazio dedicato a una nuova dipendenza, quella da
farmaci antidolorifici oppioidi. Le cronache mettono largamente sull'altolà, «attirando l'attenzione dei
cittadini sui rischi che derivano innanzitutto dal consumo a scopo voluttuario di questi farmaci - dice Mario
Alparone, dirigente dell'Asst Melegnano e Martesana -. I farmacia a base di oppiacei sono indicati per il
trattamento del dolore severo; ma tra i giovani, ad esempio tra gli studenti, il consumo dilaga». La
problematica è stata considerata in questa fase di riorganizzazione, ed ecco il servizio specifico ai nastri di
partenza in ospedale. Si chiama ambulatorio «Pain Killers», ed è gestito da professionisti delle
farmacodipendenze. «Un servizio innovativo che si pone come punto di riferimento per persone che hanno
sviluppato tali dipendenze». PER L'UTENZA percorsi personalizzati di disassuefazione e una presa in
carico a 360 gradi. Ma l'ambulatorio, si precisa, fa e farà anche opera di prevenzione sul «paziente
comune». Il rischio dipendenza da farmaci per il dolore non è a tutti noto. Vi sarà dunque la possibilità di
consulenza sull'uso dei farmaci, «che agiscono sul sistema nervoso centrale e possono provocare abuso e
dipendenze soprattutto qualora a farne uso siano pazienti vulnerabili». Il nuovo ambulatorio si trova al terzo
piano del presidio Serbelloni. Sarà aperto al pubblico, su appuntamento, con accesso diretto e gratuito,
ogni giovedì dalle 16 alle 18. Per fissare appuntamenti è indispensabile telefonare dal lunedì al venerdì,
dalle 9 alle 12, al numero 02-92654688/4671. Monica Autunno
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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GORGONZOLA AL SERBELLONI
09/03/2017
Pag. 18 Ed. La Spezia
diffusione:45799
tiratura:62858
«Defibrillatori in tutte le farmacie per intervenire in tempi più rapidi»
" R ENDERE possibile l'utilizzo dei defibrillatori nelle farmacie, per intervenire in tempi rapidi nei confronti
delle persone colpite da arresto cardiaco " . La proposta arriva con un'interrogazione dei consiglieri
regionali del Pd Valter Ferrando e Raffaella Paita. " La tempestivit à del soccorso è elemento
indispensabile per salvare la vita a chi viene colpito da un arresto cardiaco e l'impiego rapido di un
defibrillatore costituisce il mezzo pi ù efficace per farlo. Ma visto che, in un contesto urbano, i tempi di
intervento possono essere ostacolati da vari fattori oggettivi (a cominciare dal traffico e dalla viabilit à ) e in
un contesto extraurbano ci possono essere ostacoli di diversa natura, la presenza diffusa delle farmacie nel
territorio può rappresentare una rete che può essere utilizzata al fine di rendere immediato l'utilizzo dei
defibrillatori. Proprio per questo - concludono Ferrando e Paita - chiediamo alla giunta regionale e all'
assessore competente di mettere in atto, anche in via sperimentale e coinvolgendo gli Ordini dei Farmacisti
, un percorso che renda possibile l'utilizzo di defibrillatori nelle farmacie " .
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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INTERROGAZIONE DEI PD PAITA E FERRANDO
PROFESSIONI
10 articoli
08/03/2017
Pag. 38 N.146 - marzo 2017
About Pharma and Medical Devices
PICCOLE AZIENDE PROMOSSE MA PER BIG PHARMA LA R&S È POCO
REDDITIZIA
Da una ricerca condotta da Deloitte nel 2016 su un totale di sedici imprese internazionali emerge che le
società di minori dimensioni hanno un ritorno maggiore in termini di tasso interno di rendimento degli
investimenti
Alessio Chiodi
Alessio Chiodi AboutPharma and Medical Devices [email protected] Investire in ricerca e
sviluppo è più redditizio per le piccole aziende che per le grandi. Nel 2016, infatti, le Big Pharma hanno
avuto un ritorno sugli investimenti in r&s del 3,7%, mentre per le società più piccole è superiore di oltre sei
punti percentuali, toccando quota 9,9%. A certificarlo il dato è la sur vey "Balancing the R&D equation.
Measuring the return from pharmaceutical innovation 2016" realizzata da Deloitte. Q uesta ha valutato il
rapporto tra le vendite attese sui relativi prodotti e il costo del prodotto stesso dal suo sviluppo al suo lancio.
Il motivo? Una maggiore agilità e f luidità nel gestire gli investimenti e concentrarli in un settore ben
specifico da parte delle società minori. "Più l' azienda si concentra in un' area terapeutica, più il focus fa sì
che ci sia un maggior ritorno", ha commentato Valeria Brambilla, Life Science & Health Care Leader di
Deloitte in Italia. "Inoltre - continua l' esperta - l' interruzione di una sperimentazione in una media azienda
comporta un processo decisionale più rapido rispetto alla grande organizzazione dove l' abbandono o
meno di un prodotto è più complesso. Tutto questo comporta, in termini unitari, costi maggiori". Lo studio
ha stimato il ritorno degli investimenti di dodici grandi compagnie biofarmaceutiche internazionali relativi alla
fase di Ricerca e Sviluppo, focalizzandosi sugli asset che attualmente sono in fase avanzata e che saranno
lanciati entro i prossimi quattro anni. A questa "corte originale" sono state aggiunte altre quattro società
farmaceutiche di minor grandezza che vanno a comporre la cosiddetta "corte estesa". Dal 2010 a oggi il
trend dei ritorni sugli investimenti in R&D, però, presenta il segno negativo. Sette anni fa il tasso interno di
rendimento (Irr) per le Big Pharma si attestava al 10,1%, arrivando al 3,7 dello scorso anno. Un calo
evidente che non ha risparmiato anche le medie aziende. Dal 17,4% del 2013 (primo anno in cui è stata
considerata la "corte estesa") si è arrivati al 9,9%. "C'è una tendenza al declino. Se andiamo a scomporre il
dato - precisa Brambilla - questa fase calante non deriva solo dal costo di R&D. Va imputata a una
diminuzione del ricavo medio per prodotto e qui emerge il tema del cosiddetto price, la pressione sul
prezzo. Le aziende fin dall' inizio sostengono un costo in r&s quasi analogo, ma nel tempo non ci sono
variazioni ed è chiaro che il ritorno in termini di ricavi è più basso. La contrazione delle vendite non va
considerata in termini assoluti ma in termini di rapporto tra lancio del singolo prodotto e il costo della
ricerca". I COSTI I costi sono aumentati per tutti. Il dato interessante è che il ritorno sugli investimenti delle
aziende più piccole, seppur maggiore rispetto a quello delle grandi, non è dovuto a una spesa inferiore
durante la fase di sperimentazione, anzi. Dal 2010 a oggi la spesa in R&D per il campione delle dodici Big
Pharma è aumentata del 31%, dai 1,188 miliardi del 2010 ai 1,539 del 2016. Ma per la "corte estesa" delle
quattro aziende medie, la spesa in R&D è stata decisamente superiore, dai 1,304 miliardi del 2013 ai quasi
due miliardi del 2016. Nel 2010 la previsione di fatturato era di circa 816 milioni, nel 2016 è scesa a 394
milioni. Ciò è avvenuto nonostante un buon successo in termini di sviluppo di nuovi farmaci. Dal 2010 le
aziende che compongono la "corte originale" hanno lanciato 233 prodotti per un fatturato totale di 1,538
miliardi di dollari. Nello stesso periodo le divisioni di r&s hanno sviluppato 376 asset nella fase ! nale della
pipeline con una previsione di vendita di 1,697 miliardi. LA SITUAZIONE ITALIANA "L ' Italia ha un
panorama molto vasto. Le aziende italiane sono più focalizzate su determinate aree terapeutiche, sono più
snelle rispetto ad altre organizzazioni ed esprimono una vitalità e vivacità di# cilmente riscontrabile altrove",
commenta Brambilla riguardo la situazione sul nostro Paese e collocando la realtà italiana all' interno della
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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COVER
08/03/2017
Pag. 38 N.146 - marzo 2017
About Pharma and Medical Devices
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"corte estesa". Rispetto ai 107 miliardi di euro spesi globalmente in ricerca e sviluppo nel settore
farmaceutico, l' Italia, a metà 2016, si è fermata a quota 1,4 miliardi, ossia l' 1,4% della spesa totale nel
mondo in R&D. La prospettiva, secondo gli esperti, è che in Italia si possano superare i due miliardi di
investimenti nelle fasi precedenti il lancio di un farmaco. Un settore in ! brillazione che ha segnato lo scorso
anno, stando ai dati di Farmindustria, una produzione che ha superato i trenta miliardi di euro. Q uasi un
quarto della ricerca e sviluppo oggi si concentra su terapie geniche, emoderivati e biotech. Inoltre oggi, l'
80% della r&s viene fatta in partnership con strutture pubbliche, università, startup ed enti no-pro! t. Dieci
anni fa il valore era del 20%. NUOVE STRATEGIE Se dovessimo immaginare il costo della ricerca e il
ritorno sugli investimenti su due piatti della bilancia, lo squilibrio sarebbe evidente. Uno sbilanciamento tutto
a favore di costi che le aziende devono sostenere dalla scoperta ! no al lancio del prodotto. Q uali sono
quindi le strategie per riequilibrare i valori? Prosegue Brambilla: "Selezione dei prodotti, cooperazione dei
pazienti, essere concentrati sui prodotti e sulla popolazione e valutare varie partnership, ragionare sull'e#
cienza del processo. Se io rendo più e# ciente il sistema riduco il rischio di fallimento. Se io mi concentro su
una ricerca generalizzata il rischio è enorme". Le soluzioni proposte da Deloitte riassumono quanto è scritto
nella seconda parte del report, che esamina le vie d' uscita per far tornare in equilibrio i conti. Innanzitutto il
fattore di rischio è tanto più alto quanto più è variegata la linea di sviluppo di un asset. Le grandi aziende
tendono a focalizzarsi su programmi per ridurre il rischio, mentre le società più piccole si sforzano di
sviluppare strategie per accelerare il processo e lanciare nel più breve tempo possibile il prodotto sul
mercato. Q uesto perché la necessità di trovare fondi e ! nanziamenti esterni impone scelte precise e
veloci. Proprio tale aspetto, secondo la ricerca, è risolutivo. Le grandi compagnie devono a#darsi alle
decisioni di varie commissioni e gruppi di lavoro per approvare l' avvio dei programmi di ricerca e un
qualunque ritardo può determinare il rallentamento di un intero progetto. Q uesto avviene molto più
raramente a livello di aziende più piccole, abituate a processi di ricerca meno farraginosi. C'è poi il tema
dell' esternalizzazione dei processi e l' appoggio a organizzazioni di ricerca a contratto (Cro) per portare a
termine le ricerche. Il report non esclude l' utilità dell' outsourcing, ma avverte che non sempre questa
scelta è vincente sia in termini di realizzazione di un prodotto, sia in termini economici. Nella fase di "back
in-house" dei dati che arrivano dalle Cro, spesso i risultati non "rientrano nelle aspettative dell' azienda",
come si legge sul report. Il costo per la gestione dei processi condotti da terzi e del controllo qualità sono,
secondo la survey, una delle ragioni per cui l' esternalizzazione è a volte molto più dispendiosa del
processo "in-house". Un ultimo punto riguarda l' integrazione all' interno della società. La ricerca sottolinea
come sia fondamentale che le proprie business unit non corrano in parallelo e che vi sia comunicazione tra
di loro. Anche in questo caso la mancanza di organicità, infatti, rallenta i processi produttivi e decisionali.
Ritorno sugli investimenti, 2010-16 - coorte originale e coorte estesa
Costi di r&s per sviluppare un prodotto dalla scoperta al lancio, 2010
Parole chiave Investimenti, Ricerca e sviluppo, pipeline, Big Pharma Aziende/Istituzioni Deloitte LLP,
Farmindustria
Foto: Costi di r&s dalla scoperta al lancio
Foto: Fonte: Deloitte LLP
08/03/2017
Pag. 46 N.146 - marzo 2017
About Pharma and Medical Devices
SCADENZE BREVETTUALI VALE OLTRE UN MILIARDO DI EURO IL
MERCATO PER LE GENERICISTE
Tredici brand di grande impatto diventeranno o# patent nel corso del 2017: per lo più molecole prescritte in
aree specialistiche e rimborsate dal Ssn. Un' opportunità per lo Stato ma anche per il settore degli
equivalenti
Cristina Tognaccini
Con otto coperture brevettuali in scadenza nel primo semestre dell' anno e altre cinque nella seconda
parte, il 2017 sarà un anno importante per il mercato dei generici e le casse del Servizio sanitario
nazionale. L ' impatto non sarà pari a quello registrato nel 2007 - quando vennero liberati numerosi farmaci
della primary care - ma sarà ugualmente notevole. A perdere la copertura saranno per lo più principi attivi a
prescrizione specialistica con un mercato complessivo pari a oltre un miliardo di euro. Sul podio dei brand a
maggior peso per i conti pubblici troviamo la rosuvastatina, un ipocolesterolemizzante che vanta una spesa
valorizzata a prezzi al pubblico superiore ai 280 milioni di euro; la dutasteride, utilizzata per il trattamento
dell' iperplasia prostatica benigna, cui corrisponde una spesa a prezzi al pubblico di oltre 160 milioni; l'
olmesartan medoxomil, un antipertensivo di ampio uso che da solo e in associazione con idroclorotiazide
copre un mercato da quasi 300 milioni (circa 149 milioni il solo olmesartan e oltre 134 la combinazione con
il diuretico). A seguire l' etoricoxib che può vantare vendite per oltre 78 milioni. Fuori contesto perché non
rimborsato dal Ssn ma comunque di rilevanza per la spesa privata, il tadala! l, indicato per la disfunzione
erettile, che nel 2015 ha guadagnato il primato di farmaco di classe C con ricetta più venduto in Italia, con
126, 7 milioni (dati rapporto Osmed 2015). L ' ingresso sul mercato dei corrispettivi equivalenti dovrebbe
portare a una riduzione della media del prezzo del 60%, secondo le stime basate sui dati precedenti. Delle
tredici molecole il cui brevetto è in scadenza, soltanto due sono classi! cate in classe C (tadala!l e
olopatadina); una rientra in fascia H (ertapenem, antibiotico beta-lattamico appartenente alla classe dei
carbapenemi) e le restanti in classe A. La riduzione della spesa quindi si ri% etterà direttamente sui conti
del Servizio sanitario nazionale ma probabilmente solo a partire dal 2018: le scadenze a maggior impatto
infatti si concentreranno nella seconda metà del 2017 e una parte dell'e' etto concorrenziale si vedrà solo in
seguito. Si stima che con i brand che diventeranno o' patent nel 2017 si potrebbe generare un risparmio di
circa 600 milioni. Senza considerare la spesa privata. Tra il 2015-2020 la spesa pubblica potrebbe
riguadagnare una quota di mercato che oggi vale 1,7 miliardi (valori prezzo al pubblico relativi alla classe
A), grazie al processo di genericazione. "Ipotizzando dinamiche di prezzo in linea con quelle recenti - si
legge sul Rapporto Nomisma 2015 - è possibile simulare l'e' etto cumulato che queste scadenze avranno
sui conti pubblici. In termini cumulati il risparmio ottenibile sarà di oltre 1,1 miliardi tra 2015 e 2020". Inoltre,
in base a una simulazione e' ettuata sempre dal centro Nomisma, se tutti i farmaci originator utilizzati
fossero sostituiti con il corrispettivo generico a prezzo più basso si otterrebbe un risparmio privato di 1,4
miliardi, a parità di confezioni vendute, considerando sia la spesa per i farmaci di classe C sia la
compartecipazione relativa ai farmaci di classe A. Le scadenze che si susseguiranno tra il 2017 e il 2019
dovrebbero inoltre contribuire a determinare un tasso di crescita medio del mercato dei generici equivalenti
di circa il 5% secondo le stime di Assogenerici. RICHIESTE DI AIC Visto l' ampio mercato coperto dai
brand in scadenza nel 2017 - indicati per patologie croniche ad ampia di' usione che si presume riguardino
una fascia della popolazione con un' aspettativa di vita ancora alta - non stupisce che le richieste di
autorizzazione all' immissione in commercio (Aic) da parte delle aziende genericiste siano elevate. A fare
gola sono soprattutto rosuvastatina e tadala! l, per i quali Assogenerici riferisce siano state presentate ben
sedici domande. "Si tratta di stime teoriche - speci! cano dal centro studi Assogenerici - non essendo
disponibili per ora previsioni e tempistiche certe sull' immissione in commercio dei nuovi equivalenti. Dalla
lista delle sostanze attive per le quali risulta avviata la procedura di valutazione per il rilascio dell'Aic,
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POLITICA SANITARIA
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About Pharma and Medical Devices
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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pubblicata da Aifa, emerge che ! nora sono state presentate una sessantina di richieste per i farmaci in
scadenza nel 2017". Ora resta da capire come cambierà lo scenario. Secondo Michele Uda, direttore
generale di Assogenerici, "sono molte le variabili che vanno considerate. Probabilmente ci sarà una
maggiore selezione dei player attivi sulle prossime scadenze. Considerando che si tratta di molecole
concentrate su aree specialistiche è ragionevole pensare che le aziende attive saranno di meno rispetto a
quelle che abbiamo visto ! nora con i grandi blockbuster andati in scadenza. È presumibile pensare che le
singole società si specializzeranno e andranno a identi! care delle nicchie". Aurobindo - che sarà presente
con diversi equivalenti dei principi attivi in scadenza - intanto spiega che una prima strategia per emergere
è "essere presenti su più livelli". "Stiamo sviluppando uno portfolio prodotti più ricco e diversi! cato - spiega
Massimo Versace, Country Manager dell' azienda per il nostro paese - che va dai farmaci antitumorali ! no
ai medicinali da banco, passando attraverso medical device e farmaci a marchio. Q uesto sta accrescendo
la notorietà dell' azienda, creando sinergie fra i vari canali. Capita di frequente per esempio che i farmacisti
ci conoscano prima ancora di ricevere la visita dei nostri rappresentanti, perché l' Asl di riferimento compra i
nostri medicinali per la distribuzione per conto. Oppure che sia il medico di medicina generale a conoscerci
perché aveva utilizzato i nostri prodotti quando lavorava presso l' ospedale". LA VISIONE DELLE
GENERICISTE Tra le aziende in gioco anche Doc Generici - tra le prime cinque imprese produttrici di
medicinali generici equivalenti, con Teva, Mylan, Sandoz, EG, che detengono oltre l' 80% del mercato
italiano - svela le sue carte. "Non mancheremo all' appuntamento delle scadenze brevettuali del 2017",
dichiara Gualtiero Pasquarelli, amministratore delegato della società italiana. "Abbiamo già depositato da
molto tempo la domanda di registrazione per tutti i principi attivi il cui brevetto è in scadenza e che hanno
un alto valore dal punto di vista del business. È un anno ricco di scadenze importanti, senza considerare le
situazioni dubbie in cui il brevetto non è particolarmente forte e potrebbe essere revocato. Da questo
dipenderà l' ingresso sul mercato di altri prodotti ancora. A settembre probabilmente arriverà nelle farmacie
italiane anche l' equivalente dell' associazione tra nebivololo e idroclorotiazide - non legato a un brevetto
ma all' esclusività sui dati - così come enalapril e lercanidipina, per cui c'è un brevetto molto debole che è
stato concesso solo in Italia e che potrebbe essere annullato". La carrellata di farmaci che verrà liberata nel
corso dell' anno non solo è importante per la riduzione della spesa sanitaria e le tasche di Stato e cittadini
ma anche per il settore dei generici. In tutto il mondo infatti la sua crescita è direttamente legata all'
introduzione di nuovi prodotti con un certo peso. "C'è un e' etto di trascinamento: l' introduzione di nuovi
equivalenti - continua Pasquarelli - dà nuova linfa al mercato perché circolano più confezioni di prodotti
importanti". IL RUOLO DI MEDICI E SPECIALISTI "Ormai il generico è sdoganato tra consumatori e
farmacisti, ma c'è ancora un po' di resistenza a livello dei medici prescrittori - a' erma l'ad di Doc Generici perché sono abituati a indicare un determinato marchio. Nei prossimi due anni però ci sarà un ricambio di
circa il 20% dei medici, che, andando in pensione, verranno sostituiti con altri più giovani e abituati a
ragionare in termini di principio attivo e non di brand. Anche questo avrà un impatto positivo sul settore".
Pensiero confermato dallo studio del centro Nomisma che ha condotto tre di' erenti indagini su medici
prescrittori, farmacisti e pazienti rispetto ai farmaci generici. Ne è emerso che i cittadini conoscono gli
equivalenti (90%) e ne hanno fatto uso negli ultimi dodici mesi (72%), ma i medici tendono sempre a
seguire i "pattern prescrittivi consuetudinari" anche a causa di troppe Aic a disposizione. "Sembra esistere conclude il centro studi Nomisma - un vuoto informativo tra medico e produttori di generici, che determina,
soprattutto in relazione alle patologie più gravi, un ricorso ai marchi tradizionali". Lo slittamento verso la
genericazione di prodotti a scelta dello specialista di con seguenza sta portando anche le aziende a
mettere in piedi strategie adeguate. Doc per esempio ha dato via a due progetti già a partire dallo scorso
anno: "Dal primo ottobre 2016 abbiamo introdotto sul mercato una linea specialistica, accompagnata da
dodici informatori scienti! ci del farmaco che parlano esclusivamente con il cardiologo. Abbiamo iniziato un'
attività per rimuovere le ultime barriere, più che altro psicologiche, nella prescrizione del medicinale
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generico. Simultaneamente dal primo aprile 2017 saremo sul mercato con una linea specialistica sull'o(
almologia. Se guardiamo ancora più in là, tra il 2021 e il 2023 ci sarà una nuova ondata di scadenze
brevettuali che riguarderanno i farmaci più innovativi per il trattamento del diabete e gli anticoagulanti orali.
Ancora molecole a prescrizione dello specialista, che sempre più sta diventando un attore importante del
mondo del medicinale equivalente". Oggi la quota di mercato del settore aumenta di 1-1,5 punto
percentuale all' anno in attesa di incentivi particolari. Conclude Pasquarelli: "Credo però che nell' arco di 45 anni il generico rappresenterà approssimativamente il 50% del mercato o' patent. Non vogliamo però che
ci sia l' obbligo di utilizzare l' equivalente al posto dell' originator per salvare il Servizio sanitario nazionale,
ma che si possa scegliere. Il generico rappresenta una risorsa per tutti, perché il sistema sia sostenibile e
perché in Italia arrivino i farmaci innovativi. Ma vogliamo che il paziente sia convinto del prodotto che usa è
non che gli sia imposto, come accade in alcuni Paesi".
Parole chiave Brand, generico, equivalente, mercato, brevetto, spesa farmaceutica Aziende/Istituzioni
Assogenerici, Agenzia italiana del farmaco, Aifa, Centro Nomisma, Doc, Teva, Mylan, Sandoz, Eg,
Aurobindo, Accord, Università degli Studi di Napoli Federico II, Società italiana di farmacologia Sif, Istituto
di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, Università degli studi di Messina, Ema, Fda, Gsk, Lilly,
Sanofi, Pfizer, Servizio di Informazione e Documentazione Scientifica, Associazione dei cardiologi
ospedalieri italiani, Università degli studi Milano-Bicocca, Daiichi Sankyo, Novartis, Merck, Bms,
Astrazeneca, Teva, Sun Pharma, Sagent Pharmaceuticals, Wockhardt
Foto: Cristina Tognaccini AboutPharma and Medical Devices [email protected]
08/03/2017
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About Pharma and Medical Devices
Identikit dei principi attivi a maggior impatto per la spesa pubblica e privata che perderanno il brevetto nel
corso dell' anno. Solo il loro mercato vale 869 milioni di euro
(C. Tog.)
ROSUVASTATINA LA "RIVOLUZIONARIA" Q uando venne presentata al mondo nei primi anni del 2000
sembrava destinata a essere la statina rivoluzionaria, che avrebbe ! nalmente risolto il rischio di infarto e
ictus. La "pillola magica" contro il colesterolo che tutti volevano. Tanto che negli Stati Uniti nel 2004 questa
classe di farmaci si è aggiudicata il primato di medicinale più venduto dell' anno; e le aziende produttrici
sono state spesso accusate di disease mongering o "commercializzazione della malattia", la messa in atto
cioè di particolari strategie di marketing al ! ne di preparare il terreno a nuovi farmaci in arrivo. Di fatto
numerosi studi hanno dimostrato la maggiore e# cacia della rosuvastatina nel ridurre il colesterolo Ldl e le
placche di aterosclerosi. Al tempo in cui vennero presentati i primi studi, Aldo Maggioni, direttore del centro
studi dell'Anmco, l'Associazione dei cardiologi ospedalieri italiani, aveva dichiarato come "la notizia del suo
ingresso in commercio era stata riportata, sia negli Stati Uniti sia in Italia, con troppa enfasi, come se non
fosse più necessario, per ridurre il rischio cardiovascolare, modi! care lo stile di vita o assumere altri
trattamenti preventivi". Anche se, ammetteva lo stesso: "Si tratta di un farmaco molto e# cace che come
tutte le statine costituisce una delle maggiori scoperte della farmacologia degli ultimi decenni. Ed è ormai
assodato che chi ha un elevato rischio cardiovascolare o un colesterolo fuori norma, che non risponde alla
dieta, debba essere trattato con statine". Ma la rosuvastatina è davvero così rivoluzionaria come si pensa?
Dati in letteratura raccolti dal Servizio di informazione e documentazione scienti! ca (Sids) dimostrano che a
parità di dose sia leggermente più e# cace di atorvastatina, simvastatina e pravastatina nel ridurre il
colesterolo Ldl e i trigliceridi, ma mancano dati sulla riduzione della morbi-mortalità. Inoltre pur essendo a
tutt'oggi comparabile con quello delle altre statine, il pro! lo di sicurezza deve essere ancora oggetto di
sorveglianza, specie nelle popolazioni a rischio. Silvio Garattini direttore dell' Istituto di ricerche
farmacologiche Mario Negri di Milano conferma: "Non ci sono dati che indichino la superiorità di
rosuvastatina rispetto ad altre statine, considerando gli e' etti più importanti come la comparsa di eventi
cardiovascolari. Q uesta è una anomalia nell' ambito della rimborsabilità dei farmaci all' interno del
prontuario del Ssn, perché si accettano farmaci con prezzi diversi - più alti - senza che vi siano di' erenze
signi! cative. La rosuvastatinaè un esempio,è una spesa che si potrebbe evitare. All' interno di classi molto
numerose di farmaci che hanno indicazioni analoghe dovrebbero essere rimborsati solo i farmaci che a
parità di e' etti costano meno". Di contro, secondo Achille Caputi professore ordinario di farmacologia
presso l' Università degli studi di Messina, "il fatto che sul mercato si trovino di' erenti tipi di statine non è un
male: permette al medico di poter scegliere il principio attivo più adeguato in base al singolo, alle sue
comorbidità e alle interazioni con altri farmaci che assume. Sono molecole appartenenti alla stessa
famiglia, omogenee per l' attività farmacologica e magari anche per gli e' etti collaterali, ma non lo sono per
esempio per le interazioni potenziali con gli altri farmaci. Insomma ci sono piccole di' erenze che possono
essere sfruttate se il medico ne è a conoscenza. Il problema, semmai, è che le particolarità di
farmacocinetica o farmacodinamica da memorizzare sono tante e non tutti le possono ricordare sempre". A
ogni modo oggi la rosuvastatina è uno dei medicinali più utilizzati anche in Italia. Nel 2015 si è confermata
la molecola a più alta spesa pro capite (4,4 euro) nonché la principale voce di spesa farmaceutica
convenzionata per la categoria dei farmaci cardiovascolari (7,9%) secondo i dati del rapporto Osmed 2015.
Inoltre prendendo in considerazione i primi trenta principi attivi si trova al secondo posto in termini di spesa
convenzionata e al diciassettesimo posto per quanto riguarda i consumi (l' anno precedente si trovava al
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ROSUVASTATINA, OLMESARTAN, DUTASTERIDE E TADALAFIL I
QUATTRO BRAND "D'ORO" IN SCADENZA
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quindicesimo posto), ottenendo il titolo della terza molecola ipolipemizzante, dopo atorvastatina e
simvastatina rispettivamente al quinto e tredicesimo posto. È senza dubbio la molecola più importante tra
quelle che verranno liberate dal brevetto nel 2017,l' ultimaa diventare o' patent. OLMESARTAN, L'ETERNO
RIVALE DEGLI ACE-INIBITORI Tutta la vita dei sartani si è giocata in un eterno confronto con i farmaci
ace-inibitori, rispetto ai quali ancora oggi sono la seconda scelta per l' ipertensione arteriosa. L ' olmesartan
è un antagonista dei recettori dell'angiotensina II (sartano, appunto), il settimo registrato in Italia e l' ultimo
della famiglia a perdere il brevetto. Oggi da solo e in associazione con il diuretico copre un mercato che è
anche superiore a quello della rosuvastatina. "È un' evoluzione dei sartani e anche degli ace-inibitori spiega Giuseppe Cirino, professore di Farmacologia all' Università degli Studi di Napoli Federico II e
segretario della Società italiana di farmacologia Sif - e i bene! ci sono stati dimostrati tramite numerosi
studi. Sugli ace-inibitori però esistono numerose prove che ne hanno confermato la capacità di allungare la
vita. Perciò prescrivere un sartano - per cui non è stata dimostrata la stessa e# cacia sulla mortalità - non è
etico. Sono utilizzati come alternativa agli ace-inibitori, quando questi sono poco tollerati, spesso per via
degli e' etti collaterali, come la tosse. Nel tempo, comunque, il numero di pazienti che hanno avuto accesso
ai sartaniè cresciuto, come dimostrano i dati di mercato". I sartani in combinazione con il diuretico e da soli
nel 2015 si trovano al primo e secondo posto rispettivamente nella classi! ca dei prodotti a più alta spesa
pro capite, così come olmesartan e l' associazione con il diuretico coprono rispettivamente il quarto e quinto
posto della classi! ca dei farmacia più alta spesa pro capite (Osmed 2015). DUTASTERIDE, UN FUTURO
CONTRO LE CALVIZIE? Q uello che la dutasteride si contende con gli alfabloccanti non è un mercato da
poco: il trattamento dell'iperplasia prostatica benigna riguarda infatti una buona fetta della popolazione
maschile. All' inibitore della 5-alfa reduttasi (l'enzima responsabile della conversione del testosterone in
diidrotestosterone) va però il primato di molecola con la più alta spesa pro-capite della categoria, il cui
utilizzo è cresciuto notevolmente negli anni ! no quasi a raggiungere la tamsulosina principale
rappresentante della classe degli alfabloccanti. La dutasteride occupa inoltre l' undicesima posizione nella
lista "nera" dei primi trenta principi attivi a maggior impatto sulla spesa convenzionata. A di' erenza della !
nasteride (appartenente alla stessa classe farmaceutica) la dutasteride non ha ancora ottenuto da parte di
Ema e Fda, l' approvazione per il trattamento dell' alopecia androgenetica. Negli anni sono stati e' ettuati
diversi studi clinici dalla stessa GlaxoSmithKline, proprietaria del brevetto, per un suo eventuale utilizzo nei
soggetti a' etti da calvizie. Uno di questi, condotto nel 2014, ha dimostrato la superiorità di dutasteride alla
dose di 0,5 mg rispetto a ! nasteride (1 mg) e placeboe una buona tollerabilità. Nonostante questo, il
farmaco per ora è stato autorizzato per il trattamento dell'alopecia androgenetica solo in Corea del Sud dal
2009, dove lo scorso anno siè concluso (positivamente) uno studio post-marketing di sorveglianza. A oggi
anche se non è stato approvato per questa indicazione speci! ca viene comunemente utilizzato o' -label in
diversi Paesi. CIALIS, IL FARMACO DI "SAN VALENTINO" Il tadala!l venne lanciato nelle farmacie italiane
il 14 febbraio del 2003, il giorno di San Valentino. Fu soprannominato subito "pillola dell' amore" e "del
week end" per via della sua lunga emivita (17 ore) che gli conferisce un e' etto di circa 36 ore, contro le
quattro del suo maggior concorrente: il sildena!l (Viagra). Elemento, questo, che se da una parte può
essere maggiormente apprezzato dagli utilizzatori che non gradiscono programmare il rapporto sessuale,
dall' altra li sottopone a maggiori rischi di interazione con altri farmaci, senza considerare le
controindicazioni per chi so' re di malattie cardiovascolari. Il problema potrebbe probabilmente emergere in
misura maggiore in seguito all' arrivo del generico sul mercato. Come per il Viagra, è infatti attesa una
riduzione del prezzo del brand oltre che dell' equivalente che ne estenderà l' utilizzo a una fascia più ampia
della popolazione. Di contro il minor costo potrebbe spingere molti consumatori ad abbandondarei siti
online, che promettono medicinali per la disfunzione erettile a pochi soldi ma con dubbia sicurezza e
autenticità. Non sarà un farmaco salvavita ma se ne vende una grande quantità. Basti pensare che è stato
il farmaco più venduto in Italia nel 2015 tra quelli in classe C (anche più del Viagra) generando una spesa di
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146 milioni di euro. Dal punto di vista scienti! co è il secondo esponente della classe degli inibitori della
fosfodiesterasi di tipo 5 dopo il sildena! l. Non esistono però confronti diretti tra i due principi attivi in grado
di stabilire la supremazia di uno o dell' altro. L'e# cacia è però probabilmente simile, così come gli e' etti
collaterali, a eccezione di quelli sulla visione che, al momento, sembrano essere meno frequenti per il
tadala! l. Tempo fa la Lilly, azienda che ha in mano il brevetto, aveva chiesto di riclassi! care il tadala!l come
farmaco vendibile senza l' obbligo di prescrizione medica. Nel maggio del 2014 in accordo con Sano! l'
aveva dunque proposto come Otc in Europa, Usa, Canada e Australia. Stessa richiesta avanzata dalla P!
zer per il suo prodotto Viagra nel 2008. Per entrambe però la risposta è stata la stessa, negativa. La Lilly
intanto da gennaio 2017 ha aumentato il prezzo del medicinale (come ogni anno dispari quando alle
aziende è concesso apportare aumenti) e non di poco. Se lo scorso anno la confezione da 28 compresse
da 5 mg costava 130 euro, oggi si trova a 140 euro. Mentre le confezioni da quattro compresse alla dose di
10 e 20 mg, le più vendute, sono passate dai 64,50 euro del 2016 ai 70 euro odierni. Una probabile
strategia per tamponare le perdite in vista della scadenza del brevetto. (C. Tog.)
Il Mercato dei Generici in Italia e in Europa Durante il 2016, circa il 70% dei farmaci dispensati dal SSN era
senza brevetto: Valore Volumi Europa I medicinali equivalenti rappresentano: 54% 21% Valore Volumi Le
medie italiane sono inferiori in valori e in volumi. Il confronto delle variazioni di prezzo e volume attraverso
sette aree terapeutiche diverse dal 2005 al 2014 Paesi in cui la diminuzione di prezzo ha comportato un
aumento dei volumi ma non una diminuzione del costo totale della terapia. Paesi in cui la diminuzione di
prezzo ha comportato un aumento dei volumi e una stabilizzazione del costo totale della terapia. Paesi in
cui la diminuzione di prezzo ha comportato un aumento dei volumi e una diminuzione del costo totale della
terapia. 1.5 miliardi di € il denaro risparmiato dal SSN negli ultimi 6 anni grazie ai generici. La riduzione
media del prezzo dei farmaci è del 60% dopo la scadenza brevettuale. A fronte di una diminuzione della
spesa netta, vi è una diminuzione fortemente inferiore delle confezioni dispensate, questo perché grazie
anche alla diffusione del generico il prezzo dei farmaci negli ultimi anni è diminuito comportando un
risparmio sia per il SSN sia per il cittadino. Il divario regionale in termini di spesa e unità dispensate nel
2016 Incidenza dei generici sul totale della spesa netta Media Italiana 19% Il consumo di farmaci generici
nelle Regioni meridionali si colloca sotto la media italiana e ben lontana dai valori registrati nelle regioni del
Nord. La mappa dell'incidenza dei generici sul totale della spesa netta nel 2016 e sul totale delle unità
dispensate, a livello regionale, evidenzia un divario importante tra Nord e Sud. Incidenza dei generici sul
totale delle unità dispensate
Il Mercato dei Generici in Italia e in Europa Durante il 2016, circa il 70% dei farmaci dispensati dal SSN era
senza brevetto: Valore Volumi Europa I medicinali equivalenti rappresentano: 54% 21% Valore Volumi Le
medie italiane sono inferiori in valori e in volumi. Il confronto delle variazioni di prezzo e volume attraverso
sette aree terapeutiche diverse dal 2005 al 2014 Paesi in cui la diminuzione di prezzo ha comportato un
aumento dei volumi ma non una diminuzione del costo totale della terapia. Paesi in cui la diminuzione di
prezzo ha comportato un aumento dei volumi e una stabilizzazione del costo totale della terapia. Paesi in
cui la diminuzione di prezzo ha comportato un aumento dei volumi e una diminuzione del costo totale della
terapia. 1.5 miliardi di € il denaro risparmiato dal SSN negli ultimi 6 anni grazie ai generici. La riduzione
media del prezzo dei farmaci è del 60% dopo la scadenza brevettuale. I termini del risparmio per il SSN
grazie ai generici Valore Spessa netta del SSN in milioni A fronte di una diminuzione della spesa netta, vi è
una diminuzione fortemente inferiore delle confezioni dispensate, questo perché grazie anche alla
diffusione del generico il prezzo dei farmaci negli ultimi anni è diminuito comportando un risparmio sia per il
SSN sia per il cittadino. Il divario regionale in termini di spesa e unità dispensate nel 2016 Il consumo di
farmaci generici nelle Regioni meridionali si colloca sotto la media italiana e ben lontana dai valori registrati
nelle regioni del Nord. La mappa dell'incidenza dei generici sul totale della spesa netta nel 2016 e sul totale
delle unità dispensate, a livello regionale, evidenzia un divario importante tra Nord e Sud. Incidenza dei
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generici sul totale delle unità dispensateIl confronto (dati in milioni di euro) Rosuvastatina Dutasteride
Olmesartan Tadalafil Olmesartan/Idrocl. Etoricoxib Bosentan Bimatoprost Rupatadina Valganciclovir
Tramadolo/Paracetamolo Ertapenem Olopatadina 101 - 160 mln 59 - 100 mln 1 - 7 mln 8 - 30 mln 31 - 58
mln Fonte: Assogenerici 2016 Farmaco Rosuvastatina Dutasteride Etoricoxib Bimatoprost Olmesartan
Rupatadina Tramadolo Tadalafil Velganciclovir Bosentan Olopatadina To tale Stima totale del risparmio
662.805.208 euro Calendario delle scadenze Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Luglio Novembre
Dicembre
Il peso in farmacia dei brevetti in scadenza (anno 2016) Fonte: Federfarma 2016 Farmaci di classe C
rimborsat dal Ssn solo in alcuni casi
Foto: N° Richieste Presentate
Foto: N° Richieste Presentate
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In Parlamento si ragiona sui prezzi troppo alti e si tenta di cambiare le norme per facilitare il ricorso ai più
economici medicinali ad uso umano, soprattutto generici. Ecco i dubbi del ministero della Salute e dei
medici, le ragioni dell' industria e anche alcune possibili misure alternative per limitare la spesa
(Mar.Lo.)
Chi possiede un cane o un gatto lo sa bene: i farmaci per gli animali costano parecchio, molto di più di
quelli per l' uomo. La spesa, poi, è tutta a carico del proprietario, perché a di' erenza dei "nostri" medicinali
non è prevista la rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale. Esistono i generici, ma in pochi lo
sanno. Insomma, i farmaci veterinari sono un argomento sensibile. Per le tasche di chi li compra, ma non
solo. E sono anche nell' agenda politica del Parlamento italiano che a febbraio scorso ha cominciato a
occuparsi di alcune proposte sull' argomento, orientate a facilitare il ricorso ai più economici medicinali ad
uso umano per la cura degli animali da compagnia. LE PROPOSTE La Commissione Igiene e Sanità del
Senato sta esaminando, infatti, due disegni di legge (n.499 e n.540 presentati rispettivamente da
parlamentari del Partito Democratico e di Area Popolare) che puntano - intervenendo sul decreto legislativo
193/2006 - a rivedere le regole per il cosiddetto "uso in deroga". Secondo questo principio, oggi il
veterinario - nel caso in cui non siano disponibili medicinali veterinari autorizzati per una determinata
patologia di specie animali non destinate alla produzione di alimenti (gli animali da compagnia, appunto) può, in prima battuta, scegliere un medicinale veterinario destinato a un'altra specie o ad altra malattia della
stessa specie e, solo in seconda battuta, fare ricorso a un farmaco per uso umano. È il cosiddetto
meccanismo "a cascata", ispirato alla necessità di evitare all' animale inutili so' erenze, che prevede anche
una terza e ultima possibilità: la somministrazione di preparazioni realizzate in farmacia, sempre secondo le
indicazioni del veterinario. Entrambe le proposte in discussione - quasi sovrapponibili, tranne che per pochi
aspetti - tentano di ampliare il potere di scelta del medico, prevendo l' accesso all' uso in deroga già in
"assenza di molecole attive registrate e autorizzate in medicina veterinaria, con eccipienti e con vie di
somministrazione ritenute idonee dal veterinario". Uno dei due disegni di legge (n.540), in particolare,
rivede radicalmente l' ordine della "cascata": l' uso in deroga dei medicinali ad uso umano diventa possibile
già come prima opzione. L ' obiettivo sembra chiaro: risparmiare, facilitando l' accesso ai farmaci per uso
umano, in particolare generici, che costano molto meno di quelli registrati per gli animali. I DUBBI DEL
MINISTERO... Pur condividendo la necessità di contenere la spesa per i medicinali veterinari, il ministero
della Salute esprime diversi dubbi sulle proposte all' esame del Parlamento, a cominciare da quelli sulla
compatibilità con le disposizioni europee, che pare irrealizzabile con proposte così formulate. A esprimerli
Silvio Borrello, a capo della Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, nel corso di un'
audizione davanti alla XII Commissione del Senato, a febbraio scorso: "L ' introduzione del concetto di
'molecola attiva' in luogo di 'medicinale veterinario' rischia di trasformare la deroga in regola, perché amplia
a 360 gradi la condizione per l' accesso all' uso in deroga. Si lascia al medico la facoltà di utilizzare una
sostanza attiva presente in un medicinale umano, che non sia mai sta ta testata in un animale da
compagnia, non come estrema ratio, ma anche prima scelta". Dubbi, quindi, anche sulla sicurezza: dal
ruolo degli eccipienti ("sostanze innocue per l' uomo infatti possono essere potenzialmente tossiche per gli
animali") all' uso di molecole largamente di' use nel settore umano (es. paracetamolo) che possono
provocare gravi conseguenze (ad esempio, danni a fegato e globuli rossi nei gatti). ... E QUELLI DEI
VETERINARI Anche sul fronte dei veterinari non mancano le perplessità. Sentiti dalla XII Commissione, i
rappresentati della Fnovi (Federazione nazionale ordini veterinari italiani) hanno messo sul tavolo diverse
questioni. La prima, che potremmo de! nire "di metodo", riguarda l' opportunità di una modi! ca delle regole
"qui e ora". È attualmente all' esame della Commissione europea il nuovo regolamento europeo sul
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FARMACI VETERINARI REGOLE IN DISCUSSIONE PER CONTENERE I
COSTI
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farmaco veterinario: "Allo stato attuale della rilettura e delle nostre conoscenze - spiega la Fnovi - prevede
una modi! ca sostanziale della 'cascata' prevista per l' uso in deroga, sostituendola con la proposta
comunemente nominata 'a ventaglio' : in caso di assenza di medicinale veterinario, la scelta e l' utilizzo del
farmaco potrà ricadere indistintamente su una qualsiasi delle altre opzioni terapeutiche disponibili".
Insomma, forse meglio aspettare il nuovo regolamento, suggeriscono i veterinari, che nel frattempo
chiedono "cautela nell' utilizzo dei farmaci a uso umano" e richiamano l' attenzione su alcuni paletti. Tra
questi, il principale riguarda gli antibiotici: "Parte dei problemi derivanti dall' antibiotico-resistenza sono di#
cilmente controllabili a causa dell' utilizzo di principi attivi ad attività antimicrobica comuni sia alla medicina
veterina che umana. Secondo l' Organizzazione mondiale della sanità sarebbero pertanto da considerarsi a
rischio e andrebbe normato diversamente il loro utilizzo. In questo ambito, un accesso diretto al farmaco a
uso umano potrebbe non essere una strategia ottimale", avverte la Fnovi. PERCHÉ COSTANO DI PIÙ? La
strada dei due disegni di legge sembra già in salita, ma l' iniziativa parlamentare ha comunque prodotto
almeno un e' etto: aprire (o forse risvegliare) il dibattito sui costi dei farmaci veterinari. Una questione che
non riguarda soltanto i proprietari di cani, gatti e altri animali d' a' ezione, ma anche gli enti locali che
mantengono canili e rifugi sanitari pubblici. Secondo l' associazione Codici (Centro per i diritti del cittadino),
sentita dalla XII Commissione, siamo di fronte a una vera e propria distorsione del mercato, con prezzi dei
farmaci "superiori anche di dieci volte" rispetto a quelli umani. "I prezzi - denuncia l' associazione - sono
determinati dalle dinamiche del mercato, un mercato di dimensioni inferiori rispetto a quello dei medicinali
umani e ripartito fra poche imprese, che sembrano abbiano ogni interesse a tenere i prezzi alti". Una
situazione che "dovrebbe scuotere il ministero della Salute". Più volte, in passato, il ministero ha provato a
chiarire le dinamiche del mercato dei farmaci veterinari. In una nota di' usa nel 2015 è spiegato innanzitutto
che non essendo i farmaci veterinari rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale non è previsto alcun
meccanismo di negoziazione dei prezzi con l' agenzia regolatoria. Si fa poi riferimento ad "aspetti produttivi,
commerciali e distributivi", ma anche a "limitati volumi di produzione di ogni singolo medicinale, ridotte
dimensioni del mercato e l' alto numero di diversi formati che è necessario produrre per adattarsi alle
diverse 'taglie' animali". LA VOCE DELL'INDUSTRIA "Più di una precisazione" è necessaria quando si
confrontano medicinali per l' uomo e per gli animali secondo Aisa, l' Associazione delle imprese della salute
animale che fa capo a Federchimica. "Ogni specie ha il suo farmaco - spiega Giampiero Vantellino, vice
presidente di Aisa - e la sua registrazione richiede studi ad hoc, per ogni singola specie. Diventa di# cile, se
non demagogico, paragonare le due cose. Le di' erenze tra i due farmaci possono essere rilevanti, dai
principi attivi agli eccipienti, dalle formulazioni agli appetibilizzanti. Bisogna usare prudenza quando si
ricorre a farmaci a uso umano per gli animali: già in medicina pediatrica un bambino non viene considerato
un piccolo adulto, come possiamo pensare che diverse specie animali possano avere un unico
approccio?". E bisogna anche guardare alle dinamiche del comparto: "Una parte del problema dei costi di
produzione - spiega Vantellino - deriva anche dall' eccesso degli oneri ai quali l' industria farmaceutica
veterinaria deve sottostare. Inoltre, in veterinaria non si hanno le risorse e le economie di scala del settore
del farmaco umano". In! ne, un invito a evitare generalizzazioni: "Ci sono prodotti che costano molto meno
dei farmaci ad uso umano, alcuni hanno lo stesso prezzo, altri costano di più. Ad esempio, i vaccini utilizzati
per le pro! lassi sugli animali da compagnia costano meno che in umana". QUASI "TROPPO"
EQUIVALENTI Il lavoro della Commissione Igiene e Sanità ha acceso i ri% ettori anche sull' uso dei
farmaci a brevetto scaduto in campo veterinario, uno degli strumenti a disposizione per la riduzione dei
costi. Il tema è spesso fonte di equivoci per alcune di' erenze fondamentali tra generici destinati agli animali
e quelli per uso umano. Innanzitutto per il modo in cui i primi vengono chiamati: i farmaci equivalenti
veterinari spesso non sono chiaramente individuabili perché sono in commercio con denominazioni di
fantasia. Poi, perché - come richiamato nelle nuove proposte di legge - non esiste una norma che preveda
l' obbligo per i medicinali generici veterinari di avere un prezzo di vendita inferiore di almeno il 20% rispetto
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all' originator. Nell' ambito della discussione sul nuovo regolamento europeo - ha spiegato Borrello in
audizione - i delegati italiani in seno al Consiglio dell' Unione europea hanno proposto alcune iniziative per
favorire un' identi! cazione più immediata dei farmaci equivalenti veterinari. Ad esempio, far coincidere il
nome del medicinale con la denominazione comune del principio attivo, seguito dal marchio del titolare dell'
Autorizzazione all' immissione in commercio (Aic), come avviene nel settore umano, oppure aggiungere all'
etichetta l' indicazione "medicinale generico". Una posizione condivisa anche dai veterinari, che chiedono di
rendere i generici più riconoscibili. In questa direzione va l' impegno annunciato dal dg Borrello in
audizione: pubblicare sul portale del ministero l' elenco dei medicinali veterinari di riferimento e dei loro
equivalenti. UNA "RICETTA" ALTERNATIVA Il farmaco generico è la prima opzione che viene in mente a
chi cerca soluzioni per contenere i costi, ma non l' unica. Sia dal ministero che dalla Fnovi arrivano
proposte che, con modalità diverse, puntano allo stesso obiettivo. Ecco alcune possibili misure indicate da
Borrello: sensibilizzare l' industria per "razionalizzare" il packaging dei farmaci, prevedendo "confezioni
adeguate alla durata dei trattamenti terapeutici tipicamente prescritti", come quelle monodose; consentire al
veterinario di "cedere singole unità posologiche o parti di confezione (blister, sacchetto) estratte da
confezioni multidose" e, sulla stessa linea, permettere ai farmacisti lo spacchettamento dei prodotti per dare
ai pazienti solo le dosi strettamente necessarie. Q ueste ipotesi trovano d' accordo i veterinari, che
propongono anche un ragionamento sulle preparazioni galeniche in farmacia - previa analisi su fattibilità e
presenza di laboratori attrezzati per rispettare le buone pratiche - come buona alternativa per la riduzione
dei costi. Trovare una sintesi, in Italia e in Europa, è il compito a# dato alla politica.
Il mercato in farmacia (in valori e unità di sell-out) Animali da affezione Farmaci veterinari Totale mercato
(migliaia di euro) 328.974 313.939 Totale mercato (unità) 14.654 13.879 Nota: I dati non includono
eventuali farmaci a uso umano prescritti da medici veterinari, farmaci per animali da reddito (che passano
da canali specializzati), altri canali di vendita (veterinari, negozi specializzati, parafarmacie). Fonte:
QuintilesIMS Multichannel 2016
I numeri del settore Oltre 5,5 miliardi di euro di fatturato all'anno, 50 mila addetti, l'8% dei ricavi investito in
Ricerca e Sviluppo. Sono questi i numeri principali del settore dei medicinali destinati agli animali in Europa
secondo il report annuale 2016 dell'Ifah (International federation for animal health), la rappresentanza
dell'industria del farmaco veterinario nel Vecchio Continente. In Italia, secondo i dati forniti da Aisa
(Associazione imprese salute animale), il fatturato del comparto dei farmaci veterinari è stimato nell'ordine
di 600 milioni di euro, dato che - spiega Aisa - può essere considerato stabile nel suo complesso o al
massimo con un trend di leggera crescita (+1-2% annuo). Nel totale sono inclusi sia i farmaci destinati ad
animali che producono alimenti (livestock) che agli animali da compagnia (pet). Oggi queste due categorie
si suddividono abbastanza equamente il fatturato, con una tendenza di crescita per i pet e di calo per i
livestock. Quanto alla presenza industriale nel nostro Paese, l'ultima indagine interna di Aisa (maggio
2013), dice che le imprese che operano direttamente sul mercato italiano del farmaco veterinario sono circa
30. Un numero, però, in continua evoluzione e ridimensionamento, a causa di sempre più frequenti
acquisizioni o merger. Sempre dalla stessa indagine è emerso che il numero degli addetti è di circa tremila
unità. Di questi, il 25% è laureato in Medicina veterinaria.
Parole chiave Antibiotico-resistenza, superbatteri, allevamenti, salute animale, farmaci veterinari, costi, uso
in deroga, generici Aziende/Istituzioni G7, Ema, Efsa, Ecdc, Ciwf, Unione europea, ministero della Salute,
Commissione Igiene e Sanità del Senato, Fnovi, Aisa, Ifah, Codici, QuintilesIMS
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SE L'AFRICA APRE LE PORTE ALLA PRODUZIONE DI FARMACI
Si moltiplicano le iniziative dei governi locali per attrarre investimenti stranieri ! nalizzati all' apertura di
impianti, con particolari opportunità nel settore dei generici
(S.D.M.)
Produrre farmaci in Africa non è un miraggio di stampo sahariano ma un progetto concreto fondato su
notevoli opportunità e forte di antiche preesistenze (Novartis in Egitto, ad esempio). In questo preciso
momento, molti dei 54 Paesi continentali stanno cercando di incentivare l' insediamento di fabbriche che
preferibilmente sfornino farmaci fuori brevetto o fuori tutela regolatoria, per l' ov vio motivo di contenere i
costi di accesso ai medicinali a favore di popolazioni tra le più deprivate al mondo. L ' obiettivo nel breve e
nel medio periodo è il soddisfacimento del fabbisogno interno (non certo l' esportazione), agevolato anche
da numerosi accordi di cooperazione economica che comportano la soppressione di dazi negli scambi. Per
inciso, l' interesse delle aziende italiane è accompagnato dal lavoro dello Studio legale BonelliErede
(riassunto in queste pagine) che nel 2016 ha aperto una sede al Cairo e una ad Addis Abeba e si è dotato
di uno specifico Africa Team. Nei prossimi mesi, inoltre, Farmindustria, dovrebbe organizzare un roadshow
ad hoc. Lo scenario appare incoraggiante. Come sottolineava già nel 2015 un rapporto di McKinsey, tutti i
segmenti del pharma sono pronti a crescere (brand, generici, Otc, Sop, dispositivi medici). Il valore
complessivo dell 'industria farmaceutica in Africa è passato da 4,7 miliardi di dollari nel 2003 a 20,8 nel
2013 e le previsioni sul Pil danno conto di una crescita dai 2 ,4 miliardi di dollari del 2013 ai 3,3 del 2020,
pari a quella della Russia. Sempre McK insey stima che fra tre anni il valore del mercato africano dei
farmaci oscillerà tra i 40 e i 60 miliardi di dollari. Stupisce il tasso di crescita: 9,8 per cento annuo tra il 2010
e il 2020, rispetto ad appena il 2 per cento per gli Stati Uniti e l '1 per cento del Giappone. Certo le difficoltà
non mancano. Per tacere dell' instabilità politica e della pericolosità che caratterizza determinate regioni, se
può essere relativamente facile produrre a Est del continente, non lo è altrettanto spostare le merci a Ovest
e viceversa. Ciò soprattutto per l' approssimazione o l' assenza di reti di trasporto e/o di presìdi di
stoccaggio che banalmente resistano alle alte temperature. Tali circostanze, nei fatti, selezionano il tipo di
medicinali che conviene produrre a quelle latitudini, imponendo una scelta che tenga conto soprattutto della
domanda emergente nei vari contesti: su tutti, gli antisettici e prodotti per contrastare i grandi f lagelli (Aids,
malaria, Ebola e Tbc le aree individuate da Oms e Unione africana). Una delle principali questioni aperte che dovrebbe essere pian piano risolta dalla nascente Agenzia africana dei medicinali (Ama) - concerne l'
assenza di un organismo di regolamentazione farmaceutica pan-africano. Tra le coste mediterranee
settentrionali e il Capo di Buona Speranza convivono molteplici organizzazioni economiche regionali,
ciascuna dotata di proprie norme che complicano l' armonizzazione del quadro complessivo. Uno dei
compiti di Ama (si veda il box pubblicato in queste pagine) sarà proprio quello di proporre modelli di legge
che gli Stati dovranno condividere. (S.D.M.)Parole chiave Produzione farmaci, Africa, Etiopia, cooperazione
internazionale Aziende/Istituzioni Novartis, BonelliErede, Farmindustria, McKinsey, Oms, Unione africana,
Agenzia africana dei medicinali (Ama), Ema
Entro il 2018 nascerà la nuova Agenzia regolatoria africana Vincenzo Salvatore Focus Team Healthcare e
Life Sciences BonelliErede È del 17 aprile 2014 la decisione dei ministri della Salute dei 54 Stati africani
convocati su iniziativa dell'Unione africana (Ua) e dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), di
istituire un'agenzia africana per i medicinali (Ama). L'obiettivo è creare strumenti e procedure a livello
sovranazionale per facilitare l'accesso dei pazienti a farmaci essenziali a costi contenuti in tutto il
continente. L'agenzia nasce come organo dell'Unione africana con il compito di coordinare le procedure di
valutazione dei farmaci, promuovendo la costituzione di un network fra le varie autorità di regolamentazione
già presenti a livello nazionale, sul modello dell'agenzia europea per i medicinali (Ema). La creazione
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BUSINESS E MERCATO
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About Pharma and Medical Devices
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dell'Ama intende portare a compimento l'iniziativa africana di armonizzazione regolatoria in ambito
farmaceutico (Amhr), lanciata nel 2009 nel contesto del Pharmaceutical manufacturing plan for Africa
(Pmpa) del 2007. Tra le principali competenze dell'Ama, l'elaborazione di modelli legislativi da proporre
all'adozione degli Stati per armonizzare il quadro regolatorio, lo sviluppo di linee guida e la formulazione di
pareri scientifici. Vengono previsti inoltre la costituzione di un database panafricano, la possibilità di
rilasciare autorizzazioni a livello centralizzato di farmaci per il trattamento di patologie a più alto impatto
sociale (Aids, tubercolosi, malaria, Ebola), il coordinamento delle attività di farmacovigilanza e il supporto
alle Comunità economiche regionali (Rec). La nuova agenzia, il cui inizio attività è previsto entro la fine del
2018, avrà sede ad Arusha, in Tanzania.
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About Pharma and Medical Devices
Dai primi via libera di marzo 2016, il numero degli esercizi autorizzati è cresciuto progressivamente (430 a
gennaio 2017), ma sono ancora pochi a vendere in rete Sop e Otc . Il business si regge su altri prodotti,
come integratori, dispositivi, solari e cosmetici. Ecco il bilancio tracciato da Altroconsumo, un anno dopo il
debutto
Laura Filippucci
La possibilità di comprare farmaci online è stata annunciata nel luglio 2015 quando è stato individuato a
livello comunitario il logo che identi! ca le farmacie autorizzate a vendere farmaci in rete. In realtà, perché
questa possibilità vedesse la luce si è dovuto attendere gennaio 2016, quando il ministero della Salute ha
de! nito le disposizioni nazionali per la vendita. Poi a marzo dell'anno scorso, ! nalmente, sono state
concesse le prime autorizzazioni e oggi anche i consumatori italiani possono acquistare un analgesico sul
web in tutta sicurezza. LE REGOLE Prima di tracciare un bilancio a un anno dal debutto, facciamo il punto
su "chi può vendere cosa": Possono essere venduti solo i farmaci senza obbligo di ricetta (Sop e Otc),
compresi i farmaci omeopatici e i veterinari (purché senza ricetta). R icordiamo che il mercato dei farmaci
senza ricetta è stato liberalizzato nel 2006. Q uindi il prezzo é libero (non più impresso sulla confezione) e
c'è l' apertura dei canali di vendita. Non più solo farmacie, ma anche parafarmacie e corner salute degli
ipermercati: a patto che ci sia il farmacista. Chi può vendere? Solo le farmacie e parafarmacie (identificate
con il nome di "esercizi commerciali ") che hanno già un loro punto vendita fisico che dispensa farmaci al
pubblico. In altri termini, le farmacie non possono essere solo virtuali. E solo loro possono vendere, i
grossisti ad esempio non possono farlo. Ma non tutte le farmacie possono vendere (d' ora in poi si parlerà
indistintamente di farmacie intendendo anche le para farmacie). Solo quelle che hanno chiesto e ottenuto l'
autorizzazione, riconoscibili grazie a un "bollino" interattivo ug ua le per tutti i Paesi europei. Il prezzo del
farmaco online deve essere uguale a quello applicato nel punto vendita. Va detto che la regola vale solo
per i farmaci. Per gli altri prodotti venduti sempre dalla farmacia (come integratori, cosmetici, ecc...) il
prezzo può essere diverso (e normalmente online è più basso). I NUMERI Q uanti sono gli esercizi che
hanno avuto l' autorizzazione? Ad aprile 2016 erano 38, a giugno il numero era salito a 236, a ottobre 379 e
a fine gennaio 2017 erano 430. Ma, ad oggi, solo il 2% delle farmacie ha iniziato a ven dere farmaci online,
una percentuale allineata a quella delle parafarmacie. Il numero di esercizi è in lenta ma continua crescita e
si può presupporre che sia destinato ad aumentare. PRIME OSSERVAZIONI Da una prima analisi dei siti è
possibile fare alcune osser vazioni. In primo luogo, non sempre il nome del sito richiama in modo esplicito
quello della farmacia di appartenenza. Eccomamma.it, Bosciaclub.it, Farmaok.it, Meditua.it,
Lascienzadellasalute.it, ad esempio, sono siti che legalmente vendono farmaci, ma che non hanno un
chiaro legame col punto vendita. In un contesto caratterizzato da moltissimi siti che, spacciandosi per
farmacie, vendono farmaci contraffatti, stupisce questa scelta di scarsa "trasparenza" che non aiuta certo a
disting uersi dalla massa di illegalità. L' altro elemento interessante è che non tutti i siti autorizzati hanno
cominciato a vendere farmaci. A luglio 2016 erano meno della metà, a gennaio 2017 il numero è
aumentato, ma sono ancora molti gli esercizi che non vendono alcun farmaco o ne vendono poche decine.
Per lo più si tratta di siti già attivi di farmacie che vendono molti altri prodotti tipici del canale farmacia.
Integratori alimentari, di spositivi medici, prodotti veterinari (alimenti e antiparassitari), solari, cosmetici sono
le categorie più presenti per le quali il canale web offre delle promozioni di prezzo molto competitive rispetto
al canale tradizionale. L'analisi dei siti ha presentato due elementi di criticità nell' applicazione delle norme
da parte delle farmacie. Il primo è che a gennaio un terzo delle farmacie analizzate vendeva un farmaco
antistaminico diventato con obbligo di ricetta dal maggio scorso. Il secondo rig uarda il prezzo di vendita,
che online deve essere ug uale a quello praticato nel punto vendita. Un controllo a campione su 30
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NON DECOLLA (ANCORA) IL MERCATO ONLINE DEI FARMACI SENZA
RICETTA
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About Pharma and Medical Devices
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farmacie ha mostrato che in 19 casi il prezzo di un determinato farmaco (molto conveniente online) era in
realtà più alto nel punto vendita. I PREZZI In merito ai prezzi, una ricerca curata da A ltroconsumo ha
analizzato il costo di 24 farmaci (estratti dall 'elenco fornito dal ministero della Salute dei 50 più venduti) in
un campione di 121 siti (101 farmacie e 20 esercizi commerciali). Accanto al canale web sono stati aggiunti
21 parafarmacie appartenenti a 6 catene della grande distribuzione (Gdo). La Gdo è storicamente il canale
tradizionale più conveniente e si è voluto confrontarlo con la questa nuova modalità di vendita. Il primo
risultato che emerge è l' ampia variabilità di prezzo per il singolo medicinale. Ad esempio, il farmaco
Moment da 12 compresse può costare da 2 ,99 fino a 5,80 euro. Le compresse di Pursennid costano
mediamente 5,80 euro nel canale farmacia, partendo da un minimo di 3,25 euro fino a un massimo di 7,60
euro. Q uesti sono solo alcuni esempi. Se ne potrebbero fare molti altri. Perché tutti i farmaci hanno una
forchetta di prezzo molto ampia. Nel canale farmacia la variabilità media è pari all' 83%, nelle parafarmacie
il 47% e negli ipermercati il 45%. Q uesta altissima variabilità può rivelarsi critica per il consumatore per
orientarsi in un mercato, che per sua stessa natura, è poco trasparente. Infatti, i farmaci si acquistano al
bisogno, non hanno un prezzo esposto, né impresso sulla confezione. Q uesto crea scarsa familiarità con il
prezzo, per cui non sempre il cittadino è in grado di valutare se quello che sta pagando è corretto o è
invece troppo alto. In questi casi si parla di asimmetria informativa, che limita i potenziali vantaggi per i
consumatori. DOVE SI RISPARMIA Confrontando i prezzi medi dei 24 farmaci, l' ipermercato si conferma il
canale più conveniente. Mediamente si risparmia il 10% rispetto alla farmacia (la parafarmacia si posiziona
a metà), ma il dato ancor più interessante è che oggi i corner degli ipermercati applicano mediamente dei
prezzi più bassi (-1%) rispetto a dieci anni fa, prima della liberalizzazione. I siti internet prevedono
normalmente dei costi di spedizione pari a 5-6 euro che diventano nulli sopra una certa soglia, circa 60-70
euro di spesa. Per il momento nessuno dei siti analizzati sembra puntare su tempi rapidi di consegna (es.
entro le 24 ore). È da capire se questa leva potrebbe essere un'arma vincente per rispondere a reali
bisogni dei consumatori e disting uersi dal mercato tradizionale. SARÀ MAI UN'ABITUDINE? A un anno dal
suo debutto, il mercato delle farmacie online è partito anche se sono ancora poche le farmacie che hanno
chiesto l 'autorizzazione anche se sono ancora di meno quelle che vendono un numero significativo di
farmaci. Tutti i siti vendono "anche" farmaci, ma il loro business sembra piuttosto essere legato alla vendita
di altri prodotti come integratori e cosmetici. È ancora presto per dire se entrerà nelle abitudini degli italiani
acquistare i farmaci online. Sicuramente, vista l' esplosione dell 'ecommerce in tutti i settori e la possibile
apertura della proprietà delle farmacie alle società di capitale, è doveroso monitorare il settore.
Farmacie autorizzate alla vendita online - Gennaio 2017 Regione Farmacia Esercizi commerciali Totale
Basilicata 1 1 2 Campania 47 7 54 Emilia Romagna 33 10 43 Friul-Venezia Giulia 5 1 6 Lazio 37 7 44
Liguria 6 3 9 Lombardia 61 4 65 Marche 13 Molise 1 Piemonte 63 11 74 P. A. Bolzano 3 Puglia 13 8 21
Sardegna 16 2 18 Sicilia 13 2 15 Toscana 19 1 20 Umbria 8 2 10 Valle d'Aosta 2 Veneto 25 5 30 Totale
366 64 430 Fonte: AltroconsumoPharma Retail Seminar Il bilancio di Altroconsumo sulla vendita dei
farmaci online è stato uno degli argomenti trattati durante "Pharma Retail Seminar", un corso di formazione
promosso da AboutPharma (Roma, 2 febbraio 2017) in collaborazione con lo studio legale Gianni, Origoni,
Grippo, Cappelli & Partners e con il sostegno di MediaForHealth. All'evento - moderato da Roberto Adrower
(Università La Sapienza) - hanno partecipato Andrea Fortuna (PwC), Giancarlo Esperti (Federfarma
Servizi), Antonio Lirosi (Studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners), Guido Mantovani (Corman),
Gianluca Ferri (Sanofi), Gianluigi Pertusi (Chiesi Group), Clementina Rosato (Harmonium Pharma),
Gianluca Strata (Cef - La Cooperativa dei farmacisti).
Variabilità dei prezzi di un singolo farmaco per canale di vendita Farmacia online 83% Parafarmacia online
47% Corner ipermercato 45% Fonte: Altroconsumo
Parole chiave Farmaci online, vendita, parafarmacia, farmacia, Gdo, Sop, Otc Aziende/Istituzioni
Altroconsumo, ministero della Salute
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About Pharma and Medical Devices
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Foto: Laura Filippucci Area Inchieste Salute Altroconsumo
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About Pharma and Medical Devices
IL FUTURO DI PHARMA E DEVICE SECONDO I CEO: C'È OTTIMISMO MA
SERVE PIÙ STABILITÀ ISTITUZIONALE
All' evento About Future Leaders' Talks 2017 organizzato da Hps-AboutPharma si è parlato delle
prospettive di crescita del settore. Capitale umano e innovazione sono i punti chiave per proiettare le
aziende verso nuove tipologie di business
Alessio Chiodi
Il Ceo è come un direttore d' orchestra. Basta questo per definire il ruolo di un top manager di un' azienda
farmaceutica? Forse no ma il concetto calza comunque a pennello: tenere le fila dei diversi dipartimenti
societari, farli lavorare in sinergia tra loro, evitare le stonature. Certo, disegnare le strategie presenti e
future, senza ov viamente dimenticare profitti e perdite, sono cose che attengono al talento individuale ma
che senza l' affiatamento del team di certo più difficilmente si realizzano. In un mercato tumu ltuoso come
quel lo del le life sciences è importante avere una g uida che sappia g uardare avanti con idee chiare in
testa la rotta da seg uire. Di questo si è parlato il 26 gennaio scorso durante l' evento About Future:
Leaders' tal ks 2017 a Pa lazzo Bovara a Mi lano, organizzato dal Hps-AboutPharma in col laborazione con
lo studio lega le Bonel li Erede, P wc e Si lvano Chiapparoli Log istica. Al dibattito, moderato da Enrico
Sassoon, direttore responsabile di Harvard Business Review Italia, hanno partecipato i top manager di
importanti aziende farmaceutiche e del medtech: Eugenio Aringhieri (Gruppo Dompé), Giuseppe Banfi
(Biogen Italia), Maurizio Castorina (Italfarmaco), Maurizio de Cicco (Roche Italia nonché vicepresidente di
Farmindumancata formazione universitaria. Castorina lamenta, ad esempio, che dagli atenei del nostro
Paese non si esce con una mentalità internazionale. INNOVAZIONE E DIGITALIZZAZIONE Il dinamismo
che i giovani portano in azienda è contestuale ai repentini cambiamenti che caratterizzano l' attuale periodo
storico. Ser vono menti fresche e idee nuove per affrontare le sfide del futuro e trovare soluzioni vincenti
per superare i problemi che sempre più impegnano i manager delle multinazionali farmaceutiche. "Viviamo
in un mondo in cui la discontinuità è l' unica costante. Il settore farmaceutico, per definizione, è un' area
strategica - ha sottolineato Aringhieri - è un campo nel quale si può giocare la partita. Una partita dove la
digitalizzazione e la capacità di fare network rappresentano elementi chiave e l' attitudine al nuovo e al
rischio diventa una costante che viene richiesta". Maurizio de Cicco denuncia la mancanza di stabilità nel
nostro Paese. "Il sistema italiano vive di questa instabilità perenne. Per noi è una continua prova di
capacità affinché l' Italia continui a essere un Paese attrattivo per gli investimenti. Q uello che noi
cerchiamo sono stabilità, regole chiare e prevedibilità. L' instabilità è nota, però con i risultati e la creatività
che portiamo, anche i nostri capi internazionali ci riconoscono una capacità diversa rispetto a tanti altri
Paesi ". L' innovazione è considerata naturalmente come una chiave fondamentale per proseg uire nella
crescita e affermarsi sulla scena globale a prescindere dalle "spinte retrograde dell' economia", come le ha
definite Sassoon. Sì, ma c'è la possibilità per le aziende di vedersi riconosciuti da parte dei payer gli sforzi
fatti per alimentare la ricerca e la portata innovativa dei prodotti? "Fino a ora non siamo riusciti a farci
remunerare adeg uatamente i nostri farmaci più innovativi ", ha ammesso Massimo Visentin di Pfizer Italia.
Ma che cos'è l' innovazione? Castorina invita a fare delle distinzioni. Una è quella "genetica, quella che in
one shot therapy riesce a cambiare drasticamente la vita di un paziente". L' altra è il "miglioramento di
quello che c'è oggi" e in quel caso è necessario, sempre secondo l' Ad di Italfarmaco, "moderare il nostro
modo di pensare ai premium price. Ser vono priorità per le patologia gravi e cercare di avere una
compartecipazione intelligente del paziente". Fa notare ancora de Cicco che bisogna fare attenzione agli
strumenti previsti dalla legge di stabilità per valorizzare l' innovazione. "C'è un fondo da cinquecento milioni
che valorizza i farmaci innovativi e l' Aifa fisserà (entro il 31 marzo 2017, ndr) i criteri per classificarli: anche
questo è un percorso da seg uire per ottenere rimborsi più adeg uati. Contiamo sulla capacità di dialogo
che ormai abbiamo potuto toccare con mano grazie all' apertura del professor Melazzini, direttore generale
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SOTTO LA LENTE
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dell' Aifa, per instaurare un confronto". Ma la sola innovazione, per de Cicco, non è su# ciente a
determinare il successo dell' industria. Serve una mentalità nuova e lavorare sulla reputazione. Pur avendo
immesso nel mercato farmaci che cambiano il decorso di una patologia, manca, a detta dell' Ad di Roche,
"un buon lavoro di contorno per valorizzare il successo terapeutico". Tra i settori più appetibili ci sono
sicuramente il biotech e il medtech. Sul fronte delle biotecnologie, Aringhieri è ottimista e scommette sulla
capacità e la voglia di rischiare degli imprenditori del Paese. L' Italia " ha sicuramente una comunità
scientifica di alto livello, le pubblicazioni lo dimostrano. Abbiamo imprenditori che hanno voglia di rischiare ha affermato il Ceo di Dompé - e ci sono più di duecento aziende che investono in biotech ". Un potenziale
questo, messo però a dura prova da criticità sistemiche legate a investimenti esteri che stentano ad
arrivare. Per Aringhieri il problema non sono i soldi. Il vero tema è riuscire ad attrarre gli investimenti e a
valorizzare i capitali in settori strategici. "Noi dobbiamo cavarcela con le nostre forze e con alleanze", ha
lamentato Frozzi, Ad di Angelini, facendo riferimento alla necessità di immettere sul mercato nuove
tipologie di antibiotici e svecchiare l' armamentario terapeutico attualmente in uso. Q uanto ai device, che
notoriamente scontano gli e' etti di un' obsolescenza rapidissima, per Michele Perrino di Medtronic, è
fondamentale adattarsi rapidamente e anticipare costantemente il futuro. In questo senso la strada che
Medtronic ha intrapreso è quella della miniaturizzazione con conseguente "riduzione dei costi", precisa
ancora il Ceo. Che aggiunge: "Bisogna legare al prodotto una serie di servizi che arricchiscono non soltanto
il valore del dispositivo per il paziente, ma che ci permettono di avviare un percorso di crescita più ampio".
Ogni ragionamento tentato da tutti i manager, come ha suggerito Frezza, non può prescindere dall'
innovazione digitale. Q ualunque sia il settore di interesse per un' azienda, il management deve fare i conti
con la digitalizzazione. È questa forse l' innovazione sui cui, in prospettiva, si deve maggiormente puntare.
A lexander Zehnder, Ceo di Sanofi Italia, per esempio, mette sullo stesso piano le scoperte in campo
genetico e l' utilizzo dei big data. "Nei prossimi dieci anni potrebbe esserci una vera disruption di questo
settore. E arriverà da robotica, genetica e intelligenza artificiale", ha continuato l' Ad di Sanofi sottolineando
la portata dirompente che l' utilizzo di dati informatici avrà per il business delle aziende. Anzi un nuovo
business. Zehnder non esclude che in futuro una Big Pharma possa vendere anche " informazioni" oltre ai
medicinali. La strada è ancora lunga e Massimo Visentin ha lamentato il fatto che "è particolarmente
scandaloso che solo il 10% circa dell' informazione farmaceutica sia digitale". Ser ve uno sforzo maggiore.
Con una tecnologia di questo tipo si abbattono tempi e costi. Gli informatori avrebbero la possibilità di fare
colloqui via skype e i centri di ricerca potrebbero arruolare i pazienti grazie all' utilizzo di app. Per questo
sempre più aziende decidono di investire in joint venture con colossi dell' informatica come Google (si pensi
proprio all' alleanza tra Sanofi e Verily, ex Google life sciences, del gruppo A lphabet). "Q ueste grandi
aziende - ha tenuto a sottolineare Visentin - non vogliono sostituirsi alle società farmaceutiche, bensì
affiancarle". Secondo un recente studio del McKinsey Global Institute, citato a titolo esempli! cativo da
Aringhieri, nel prossimo futuro, l' innovazione digitale avrà un tale impatto sull' economia globale che il 49%
dei lavori svolti manualmente sarà automatizzato. Le professioni che saranno completamente
automatizzate saranno circa il 5%, ma nel 60% delle professioni, il 30% potrà essere svolto
automaticamente da robot o sistemi di intelligenza arti! ciale. "L ' automazione - si legge nel rapporto - ha il
potenziale per cambiare le attività quotidiane dei minatori, dei giardinieri, dei banchieri, ma anche degli
amministratori delegati delle aziende". Tutti i Ceo sono concordi nel dire che l' opportunità va colta al volo.
Secondo la ricerca di Pwc le esigenze dei clienti non possono essere ignorate. Il 60% dei pazienti è
disposto a una visita medica attraverso un dispositivo mobile e il 32% ha usato almeno un' app sanitaria o
di ! tness. l' entusiasmo. Q uesto deve essere molto ben coordinato, altrimenti dove c'è la prevalenza di uno
dei due elementi il rischio che il sistema vada in stallo è molto alto. Il compito di un manager è riuscire a
bilanciare il sistema - ha sottolineato Porrini - affinché ci sia sempre assunzione di responsabilità in ogni
singolo pilastro dell' azienda e ci sia agilità, adattabilità, capacità di rispondere alle esigenze del momento".
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Il capitale umano, quindi, per usare le parole di Fabio Torriglia, Ceo di Zambon Italia, inter venuto al
dibattito, "non è un 'di cui' dell' azienda, ma la sua componente fondamentale. Le persone che lavorano con
noi devono essere sicuramente appassionate al nostro lavoro". Q uali sono le figure più richieste dal
mercato? Q ual è il profilo giusto? Secondo Leonardo Frezza, amministratore delegato di Hps Human
Capital, i profili più ricercati sono in campo medico specialistico, business unit, oncologia e immunoncologia
o malattie rare. Ma anche market access e reg ulatory affair". Frezza, durante la serata, ha inoltre
sottolineato che è italiano il 72% degli amministratori delle sedi italiane delle multinazionali Usa, il 56% di
quelle europee e il 91% delle società che hanno sede legale in Italia. La ricerca di una professionalità
speci#ca, soprattutto in ambito manageriale, tuttavia non è semplice, complice una
Parole chiave Innovazione, digitale, capitale umano, Ceo, business, biotech, medtech Aziende/Istituzioni
Hps-AboutPharma, Hps Human Capital, BonelliErede, Pwc, Silvano Chiapparoli Logistica, Harvard
Business Review Italia, Gruppo Dompé, Biogen Italia, Italfarmaco, Roche Italia, Farmindustria, Medtronic
Italia, Boehringer Ingelheim Italia, Pfizer Italia, Sanofi Italia, Aifa, McKinsey Global Institute, Verily, Angelini,
Zambon Italia
Impatto della tecnologia secondo i Ceo Rimodella completamente l'industria Base: Intervistati (1998=377;
2017=1.379) Ha un impatto significativo Fonte: PwC, Primo rapporto annuale Global CEO Survey e 20°
CEO Survey Ha un impatto moderato Non ha impatto
Foto: Alessio Chiodi AboutPharma and Medical Devices [email protected]
Foto: In primo piano da sinistra, Maurizio De Cicco, Maurizio Castorina, Anna Maria Porrini
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About Pharma and Medical Devices
PATIENT SUPPORT PROGRAM: COSÌ SI AFFERMA IL CONCETTO DI
"BEYOND THE PILL"
Il PSP integra una serie di servizi o# erti al paziente cronico, in stretto coordinamento con il medico
specialista di riferimento. L ' obiettivo è facilitare il percorso terapeutico del paziente e aumentarne l'
aderenza alla terapia. Intervista all' amministratore delegato di Italiassistenza Spa
Il focus dell' industria farmaceutica sta passando dalla prescrizione del farmaco a cosa succede un attimo
dopo. Di conseguenza le società farmaceutiche stanno rapidamente spostando il proprio baricentro, dall'
accesso al mercato all' accesso al paziente, non limitandosi all' ottimizzazione della fase di registrazione
ma intervenendo sull' intero percorso di impiego del prodotto. Ne è una prova che negli Usa gli investimenti
su iniziative di supporto all' aderenza sono aumentati del 300% in tre anni. Q uesta evoluzione è anche
guidata dal cambiamento del paziente stesso, non più soggetto passivo che si a# da ciecamente alle
indicazioni del medico, ma interlocutore esigente che vuole avere un ruolo attivo nel proprio percorso
terapeutico. Il paziente oggi è anche più informato, internet e i social media gli o' rono canali alternativi di
informazione sulla patologia e nuovi strumenti di gestione della terapia e recenti studi confermano quanto l'
aderenza al trattamento sia correlata all' empowerment del paziente stesso nel suo percorso terapeutico.
La leva a disposizione dell' industria farmaceutica per guidare tale evoluzione sono i Patient Support
Program (PSP): un set coordinato di servizi offerti al paziente cronico, in stretto coordinamento con il suo
medico specialista di riferimento, che può facilitare il percorso terapeutico del paziente e aumentarne l'
aderenza alla terapia. "L ' approccio one-size-! ts-all non funziona" taglia corto Stefano Caporali,
amministratore delegato di Italiassistenza SpA che con 15 mila accessi domiciliari e 40 mila counseling call
e' ettuate negli ultimi dodici mesi nell' ambito di oltre venti programmi attivi, è stata tra i primi provider in
Italia a credere nei Patient Support Program. Il manager dettaglia così il concetto: "Identi! care i servizi di
cui il paziente ha realmente bisogno è fondamentale. Ogni patologia ha le sue peculiarità ed è
indispensabile analizzare il patient journey identi! cando i momenti del percorso terapeutico nei quali esiste
una maggiore necessità di supporto. Inoltre ogni paziente è diverso dall' altro, per età, livello culturale e
familiarità con la tecnologia; è importante progettare il PSP in maniera tale da o' rire la possibilità di
scegliere i servizi a maggior valore aggiunto individuale". Continua Caporali: "Non va sottovalutata l'
esperienza emozionale e psicologica dei pazienti e i bene! ci che possono derivare dal supportarli in tale
ambito, a integrazione dei servizi tradizionali quali somministrazione domiciliare, formazione all' autosomministrazione e chiamate di drug reminder. Stiamo sempre di più constatando gli importanti bene! ci di
un percorso di sostegno psicologico e l' incremento di aderenza terapeutica che ne deriva. Su questo
fronte, ci viene in aiuto anche la tecnologia, la possibilità per il paziente di accedere a piattaforme web e
app in connessione con il proprio medico che ne accrescono l' empowerment". L ' impatto dei PSP è
evidente e può anche essere misurato. "La nostra esperienza decennale - conclude Caporali - ci consente
di avere una solida base statistica per esaminare gli e' etti e il valore dello strumento. Abbiamo
implementato meccanismi di monitoraggio dell' aderenza, per fornire al medico di riferimento l' opportunità
di intercettare tempestivamente casi di scarsa attenzione all' assunzione della terapia. Oggi sono disponibili
device non invasivi anche per il monitoraggio dell' aderenza di terapie orali. La raccolta su ampie basi
statistiche di questionari di soddisfazione dei medici e dei pazienti, in! ne, ci fornisce il quadro dell'e' ettivo
valore aggiunto veicolato attraverso i nostri PSP".
L'esperienza con il Dedicare di Italiassistenza La gestione della patologia reumatica è facilitata dal ricorso a
uno specifico PSP - denominato Dedicare - messo a punto da Italiassistenza. Giovanni Italiano, Dirigente
medico reumatologo presso l'Uoc Medicina interna dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di
Caserta, ne spiega i vantaggi: "Grazie al programma i miei colleghi ed io non abbiamo più l'incombenza di
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
dover effettuare visite per tight control in ambulatorio a ritmi a dir poco serrati: il medico si reca direttamente
a casa del paziente, raccoglie i parametri di monitoraggio clinico (CROs) in maniera precisa e professionale
e li condivide in tempo reale con il curante attraverso la piattaforma IAR. Il paziente che usufruisce dei
servizi del programma Dedicare si sente più seguito, coccolato e ascoltato: mentre in una struttura
ospedaliera il medico può concedere al massimo 15 o 20 minuti, presso il domicilio il professionista
Dedicare ha un'ora di tempo da destinare esclusivamente alla persona, in un clima familiare e nelle
condizioni migliori per poter raccogliere eventuali note e informazioni su comorbidità che diversamente
potrebbero sfuggire. Il feedback avviene in maniera continuativa e può essere inoltrato al centro
specialistico attraverso una piattaforma informatica centralizzata". Se un membro della famiglia è affetto da
artrite reumatoide, il carico assistenziale elevato che ne deriva grava chiaramente sui componenti del
nucleo familiare. "Con il programma Dedicare - continua Italiano - la famiglia è sollevata di una parte della
gestione logistica e psicologica del paziente, sentendosi supportata e più sicura, perché sa che a intervalli
regolari una figura professionale qualificata (medico e infermiere) farà visita e raccoglierà i parametri
necessari a monitorare lo stato di salute del congiunto". Un altro fattore da sottolineare riguarda l'impiego
da parte dei pazienti di cure on demand: le persone affette da patologie reumatiche spesso fanno ricorso a
terapie cortisoniche o con antinfiammatori in maniera costante e prolungata nel tempo. Si stima che i
pazienti inseriti nel Programma Dedicare facciano sempre meno uso di tali farmaci, principal- mente perché
grazie al maggiore controllo del medico sulla patologia è facilitata anche un'automedicazione più regolare,
nel rispetto del piano terapeutico. "Pur non avendo a disposizione dati clinici precisi, il consumo di
antinfiammatori da parte del singolo paziente in caso di riacutizzazione dei sintomi della patologia sostiene ancora Italiano - sembra considerevolmente ridotto, portando indirettamente a un decremento
degli effetti collaterali e a un conseguente incremento della tolleranza del farmaco. Quindi: maggiore
controllo della malattia e di conseguenza una migliore qualità della vita". Va ricordato infine che una buona
par te del peso dell'assistenza diretta ai malati per questo tipo di patologie grava anche economicamente
sulle spalle delle famiglie. In questo senso, il progressivo miglioramento delle condizioni di vita e lo
stabilizzarsi dei sintomi della patologia riducono la necessità di spostamento fisico del paziente per visite di
controllo al Centro, con evidente risparmio di tempo e denaro.
Parole chiave Patient Support Program, empowerment, malattie reumatiche, Programma Dedicare
Aziende/Istituzioni Italiassistenza Spa, Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta
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LA MULTICANALITÀ AL CENTRO DELLA RELAZIONE TRA IMPRESE E
FARMACIE
Ad averlo intuito agli inizi del 2000 è stata Pharmaidea, società bresciana che ha trovato il modo per
colmare il bisogno di innovazione nel contatto tra azienda retail. L ' intervista all' amministratore delegato
Gianpiero De Mestria
Diciassette anni dopo il nuovo millennio innovare signi! ca anche saper sfruttare le nuove e vecchie
tecnologie esistenti per migliorare e ra' orzare il rapporto tra azienda farmaceutica e farmacia. Integrando
più canali e o' rendo servizi che si pongono a cavallo tra le due realtà. Riesce bene a farlo Pharmaidea,
società nata nel 2000 da tre fratelli e due amici. Dopo un anno di crescita alle spalle e un trend in continua
ascesa, l' azienda bresciana guarda con ottimismo anche al nuovo anno. L ' obiettivo è ra' orzare
ulteriormente le relazioni tra le imprese mandanti e le farmacie clienti, passando anche per l' acquisizione di
una propria linea prodotti e l' o' erta di servizi di distribuzione. "Tanti anni fa abbiamo intuito il bisogno di un
operatore che portasse innovazione nel contatto tra azienda e farmacia. A quel tempo avveniva in maniera
molto tradizionale: o non c' era proprio, perché a fare da tramite era il distributore grossista, o era una
relazione basata solo sulle tradizionali reti ! siche di agenti e solo per il mercato dell' Otc". A raccontarlo è
Gianpiero De Mestria, amministratore delegato di Pharmaidea. Pharmaidea si pone come tassello di unione
tra azienda farmaceutica e farmacia: come lo fa? Sfruttiamo la multicanalità per avere una relazione più
profonda e frequente. L ' idea è nata quando ci siamo chiesti come queste due realtà potessero interagire
tra di loro nel 2000. Non c' era ancora il web e il concetto di multicanalità era sconosciuto: l' abbiamo
sviluppato noi. Il nostro obiettivo è fornire servizi multipli di vendita diretta alle industrie del pharma per i loro
prodotti. Oggi utilizziamo quattro tipologie diverse di canali attraverso cui facciamo attività commerciale in
farmacia: una rete di dipendenti sul territorio nazionale, una rete di agenti, due contact center telefonici e il
web. Nel 2016 abbiamo lavorato con 12 mila farmacie clienti su un totale di 18 mila presenti in Italia, con un
fatturato di 150 milioni e una crescita del 5% rispetto al 2015. Insomma l' azienda è in constante crescita e
dà lavoro a 90 dipendenti e oltre 45 agenti. I canali come si integrano fra di loro? Prima di tutto ci sono
venditori e agenti che si recano ! sicamente in farmacia. A ogni vendita segue poi un' attività telefonica di
up e cross selling. In! ne tra una visita e l' altra di un nostro commerciale ci sono delle attività telefoniche di
outbound: cioè un operatore telefonico che chiama la farmacia e fa attività di vendita. Con questo sistema
mediamente ci relazioniamo con la farmacia circa 26 volte l' anno. Da un lato è un sistema che permette di
aumentare la ! delizzazione del farmacista verso le aziende che rappresentiamo. Dall' altro portiamo in
farmacia brand di grosse multinazionali e aziende italiane e rappresentiamo il partner che consente al
farmacista di stabilire relazioni con le grosse aziende del mercato farmaceutico. Q uali sono i vantaggi per
le farmacie clienti? Un portfolio di prodotti di diverse aziende che viene loro o' erto senza dover interagire
con tutte ma solo con noi che fungiamo da tramite. Vengono raggruppati i contatti: il farmacista tramite
Pharmaidea si relaziona con più aziende ma in maniera sempli! cata. E per le aziende farmaceutiche? Vale
la stessa sempli! cazione: snelliamo la relazione commerciale con migliaia e migliaia di farmacie, evitiamo
la complessità della gestione di migliaia di fatture, spedizioni, incassi e così via, perché agiamo come full
service provider delle aziende farmaceutiche. Lo scorso anno avete acquistato da Bayer le linee di prodotto
Sobrepin e Sobre% uid: è un segno che il vostro modello di business sta cambiando? No, non si tratta di un
cambio di direzione ma al contrario di un sistema per ra' orzare il modello già esistente. Lo stesso sistema
che applichiamo ai prodotti di terzi lo abbiamo utilizzato per le nostre linee. La nostra scelta è orientata
verso brand "maturi", locali e conosciuti, che le aziende multinazionali a un certo punto dismettono perché
si crea un con% itto. Perché lo stesso prodotto ! nisce per avere due facce e due nomi: uno solo per l' Italia
e l' altro internazionale. Ovviamente le company preferiscono promuovere il farmaco internazionale anziché
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AZIENDE
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quello locale. Così già nel 2010 abbiamo acquistato il primo prodotto, la Neonisidina dalla Boehringer
Ingelheim. Abbiamo deciso di avere una nostra linea semplicemente perché pensiamo ci possa aiutare a
ra' orzare ulteriormente la relazione con le farmacie. Al contempo porta un vantaggio anche per le aziende
mandanti perché aumenta la ! delizzazione della nostra clientela. In caso di altre acquisizioni il focus resta
sempre sul mercato Otc? Sì, saranno sempre medicinali Otc o Sop. È e' ettivamente un mercato di
potenziale interesse per noi, proprio perché è un ambito su cui il farmacista recupera redditività rispetto a
quello dell' etico per il quale i margini sono costantemente in contrazione. Sono queste tipologie di mercato
quelle cui guardiamo con interesse nell' ambito dello sviluppo della nostra ulteriore linea prodotto.
Certamente è uno dei nostri target futuri ma viene sempre dopo il continuare a sviluppare le relazioni con le
aziende mandanti e le farmacie. Avete anche aperto una nuova " liale in Spagna... Esatto, due anni fa
abbiamo lanciato lo stesso modello di business in Spagna perché tra i mercati europei è quello più simile
all' italiano. In termini di numerosità e frammentazione delle farmacie, tipologia e stato di maturazione dei
prodotti farmaceutici si avvicina all' Italia e abbiamo pensato ci fossero le carte per replicare la nostra
attività. Come sta andando? Anche se è presto per tirare le somme, la nostra ! liale spagnola ha già
relazioni con il 20-25% delle farmacie. Su un totale di circa 22 mila farmacie, 4-5 mila sono già in contatto
con noi. Certo, in Italia siamo su percentuali molto più elevate (70%) ma per aver aperto da soli due anni
direi che la nostra sorella spagnola sta andando bene. Insomma modello vincente non si cambia ma al
massimo si replica? Sì, il nostro modello di business di multicanalità non è cambiato, è solo cresciuto nel
tempo. Siamo partiti con canali più piccoli e meno persone ma con il tempo abbiamo incrementato la
dimensione del tutto anche perché sono cresciute le farmacie e le aziende farmaceutiche con cui
lavoriamo. Il modello è in costante evoluzione e crescita, con il tempo si sta via via completando quel
disegno che avevamo ipotizzato sin dal principio. Sempre su questa base due anni fa abbiamo creato una
startup dello stesso modello multicanale ma sulle attività di informazione medico-scienti! ca e di formazione
per farmacisti e prescrittori. Abbiamo sviluppato una piattaforma web, un contact center con degli
informatori medico scienti! ci e abbiamo creato anche una piccola rete di informatori scienti! ci sul territorio.
Lo stesso identico modello di contatto multicanale che Pharmaidea utilizza per la vendita in farmacia lo
abbiamo sviluppato anche per l' informazione medico scienti! ca con il nome di Pharmacall. Il sistema
funziona su tutto quello che non è vendita, e quindi sulla generazione di prescrizione o counseling alle
farmacie per regolare il sell-out di alcuni prodotti. Q uali sono le vostre prospettive future? Per quanto
riguarda il mercato estero prima di tutto vogliamo portare a termine il completamento della startup in
Spagna. Non escludiamo però eventuali ulteriori espansioni anche in altri paesi. Per quando riguarda le
nostre linee di business veri! cheremo eventuali nuove opportunità che possono essere in linea con la
nostra strategia, ma il nostro principale driver è continuare a crescere nelle relazioni con le aziende
farmaceutiche e le farmacie alle quali forniamo servizi. Probabilmente ci sarà un ulteriore allargamento
delle attività fornite ai nostri clienti e anche lo sviluppo di nuovi servizi digitali evoluti. Siete però anche
distributori: che cos'è il "Servizio S.o.s."? È una della attività sviluppate negli anni che risponde molto bene
alle esigenze di entrambe le nostre tipologie di clienti. Viene attivato quando le farmacie non trovano
farmaci di di# cile reperibilità nel circuito dei grossisti tradizionali. Per le aziende che ci hanno a# dato il
servizio noi gestiamo un numero verde, un fax, un account di posta elettronica, tramite cui il farmacista può
richiedere e ricevere entro 48 ore il farmaco direttamente da Pharmaidea. È utile sia ai farmacisti per
reperire un farmaco "mancante", sia alle aziende per ovviare alle situazioni in cui il farmaco non è
disponibile dal grossista locale e attraverso di noi riescono a farlo arrivare direttamente in farmacia.
Parole chiave Multicanalità, distribuzione, servizi, farmacia Aziende/Istituzioni Pharmaidea, Bayer,
Boehringer Ingelheim
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LEGAL& AROUND
Laura Orlando
Gli effetti sul mercato dei farmaci dell'intesa Aifa-Agcm È stato siglato il 19 gennaio 2017 un Protocollo di
Intesa tra l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e l'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm),
con l'obiettivo di condividere le informazioni acquisite nell'esercizio delle rispettive funzioni e rendere così
più efficace l'esecuzione dei rispettivi mandati istituzionali. Il mercato farmaceutico è il destinatario naturale
delle attenzioni delle autorità garanti della concorrenza in tutti i Paesi europei e lo è più che mai da quando
la Commissione Europea ha avviato la tanto discussa "Sector Inquiry", conclusasi nel luglio 2009. I diritti di
proprietà intellettuale sono l'elemento propulsivo dell'innovazione, e la loro protezione è quindi
particolarmente importante per il settore farmaceutico, che vive di ricerca e sviluppo. L'esclusiva garantita
in particolare dai diritti di brevetto e dai certificati di protezione complementare costituisce il presupposto
perché le aziende c.d. originator possano continuare ad investire in innovazione. Allo stesso tempo, i bilanci
pubblici ed i budget di spesa sanitaria sono sottoposti a costante tensione. Alla scadenza delle dovute
privative, pertanto, l'elemento concorrenziale introdotto soprattutto dai farmaci generici contribuisce a
ridurre il livello di rimborso della spesa farmaceutica posto a carico del Servizio sanitario nazionale. A chi
conosce da vicino la storia e l'evoluzione della giurisprudenza italiana che si è formata nell'ultimo decennio
intorno alla scadenza dei diritti di brevetto relativi a molti medicinali (c.d. blockbuster ed all'ingresso sul
mercato dei farmaci generici) non sfuggirà che tra le previsioni di natura largamente programmatica
contenute nel Protocollo appena siglato tra Aifa ed Agcm, ve ne sono alcune suscettibili di implicazioni
pratiche per la vita delle aziende. Prime tra queste, vi è la formalizzazione del potere delle rispettive autorità
di segnalare reciprocamente eventuali violazioni di norme di propria competenza. Si tratta di un potere
senz'altro legittimo e volto a introdurre efficienza nel sistema. Tuttavia, occorrerà particolare accortezza da
parte delle autorità affinché questa forma di collaborazione non lasci margini di discrezionalità tali da
trasformarsi in altrettanti spettri per l'industria farmaceutica innovatrice, già frastornata da alcuni celebri casi
in cui recentemente l'Agcm ha inflitto sanzioni per pretesi abusi di brevetto prima che un'autorità giudiziaria
competente in materia brevettuale si fosse pronunciata in tal senso. Se è vero che il libero mercato va
protetto, vero è altrettanto che le società farmaceutiche innovatrici hanno bisogno prima di tutto di certezza
normativa e regolamentare, senza le quali il nostro Paese non è in grado di attrarre (o trattenere)
investimenti. TUTELA DELLE SCADENZE BREVETTUALI In proposito, ad esempio, il Protocollo indica
espressamente che le reciproche segnalazioni di Aifa e Agcm potranno riguardare (tra l'altro) "attività di
negoziazione dei prezzi di farmaci che l'Agenzia svolge in contraddittorio con le imprese farmaceutiche".
Tra le righe di questa previsione in sé generica sembra di poter leggere un riferimento al dibattito in corso al
Senato sull'emendamento del disegno di legge in materia di concorrenza proposto dall'Agcm, volto a far
abrogare la norma della c.d. legge Balduzzi che stabilisce il divieto per Aifa di classificare come farmaci a
carico del Servizio sanitario nazionale i prodotti medicinali "equivalenti" a quelli il cui brevetto o certificato di
protezione complementare non sia ancora scaduto (decreto legge 13 settembre 2012 n. 158, convertito,
con modificazioni, in legge 8 Novembre 2012 n. 189). La c.d. legge Balduzzi aveva fornito una risposta
all'auspicio espresso da più parti dell'introduzione di meccanismi che garantissero che la verifica della
scadenza dei diritti di brevetto nel processo di autorizzazione all'immissione in commercio dei farmaci
generici non fosse interamente lasciata all'autodisciplina delle società c.d. genericiste. Dopo che, nel
gennaio 2012, era stata abrogata una delle norme più controverse del nostro sistema brevettuale
farmaceutico, che aveva procurato all'Italia anche l'apertura di una procedura d'infrazione da parte della
Commissione Europea (l'ex art. 68-1bis del codice della proprietà industriale, che impediva alle società
genericiste di avviare l'iter di approvazione del proprio farmaco prima dell'ultima anno di protezione
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brevettuale), si era ritenuto che un meccanismo alternativo di salvaguardia per l'industria farmaceutica
potesse trovarsi in una qualche forma di raccordo istituzionalizzato tra Aifa e l'Ufficio Brevetti e Marchi
(Uibm), preposto a fornire le informazioni sulle scadenze brevettuali. Nella legge Balduzzi era stata così
inserita una disposizione (articolo 11, comma 1) secondo cui i "medicinali equivalenti", ai sensi di legge, ai
medicinali il cui brevetto o certificato di protezione complementare non è ancora scaduto, non potranno
essere classificati come farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale prima della data di scadenza del
relativo brevetto o certificato di protezione complementare. La medesima disposizione specifica inoltre che
l'Aifa dovrà far riferimento alle informazioni relative a brevetti e certificati di protezione complementare
pubblicate dal ministero dello Sviluppo Economico (cui l'Uibm fa capo). L'INCERTEZZA NORMATIVA
Facile immaginare come questa norma abbia dato origine a dibattiti e controverse pronunce
giurisprudenziali sui suoi limiti di applicabilità. Il quadro è peraltro complicato dal fatto che nel diritto vivente,
a pronunciarsi sull'applicazione della norma da parte di Aifa sono ovviamente le corti amministrative e non
le sezioni specializzate in materia brevettuale del tribunale ordinario: pertanto, tutta la giurisprudenza che
dovrebbe fornire le linee guida sull'applicazione della norma in questione sconta una certa inevitabile
mancanza di rigore sotto il profilo strettamente scientifico-brevettuale. Ora, tornando al Protocollo d'Intesa,
è chiaro che ogni qual volta nel caso concreto vi sia incertezza circa la corretta applicazione di questa
norma da parte di Aifa - ciò che accade di frequente in virtù di quanto appena evidenziato - vi potrebbe
essere spazio per la segnalazione di una potenziale lesione delle regole della concorrenza. Per questa
ragione, il potere/dovere di dialogo tra Aifa e Agcm dovrà essere improntato ad agevolare la vita
dell'industria farmaceutica, con l'accortezza che non accresca invece nelle aziende il timore di vedere
sanzionate le proprie condotte, a fronte di un'obiettiva incertezza normativa. L'ANTICONTRAFFAZIONE
L'altra area in cui il Protocollo potrà avere importanti implicazioni pratiche è quello della lotta alla
contraffazione o della vendita on-line non autorizzata di farmaci. In proposito non vi sono riserve e si ritiene
che un coordinamento strutturato tra le autorità non potrà che fare bene. Basti pensare all'esperienza
virtuosa della ormai rodata collaborazione dell'Agcm con Indicam (Istituto di Centromarca per la lotta alla
contraffazione), che ha portato ad un potenziamento della lotta alla contraffazione on-line attraverso
l'esercizio da parte di Agcm del proprio potere di oscuramento dei siti web. Risale a giugno 2016 la notizia
della più grande operazione di sempre condotta dall'Agcm ed eseguita dal Nucleo Antitrust della Guardia di
Finanza, su segnalazione di Indicam (coadiuvata da Digital Content Protection, società specializzata nel
monitoraggio online), che ha condotto all'oscuramento di 252 siti di vendita di merce illegale. Si tratta
peraltro di un'operazione non isolata: si contano oltre 400 provvedimenti di oscuramento di siti web emessi
dall'Agcm nel solo 2016. Infine, si auspica che la collaborazione tra Agcm e Aifa possa promuovere un
processo di legiferazione più razionale nel settore farmaceutico. L'Agcm è infatti investita di un compito
attivo nella formulazione di proposte di legge in materia di concorrenza. Il dialogo con Aifa, anche
attraverso tavoli di confronto generale o gruppi di lavoro tematici, come previsto dal Protocollo, consentirà
senz'altro ad Agcm di approfondire la conoscenza dei meccanismi del tutto peculiari del mercato
farmaceutico e di essere così in grado di svolgere al meglio il proprio ruolo consultivo e di supporto del
potere legislativo.
Foto: Laura Orlando Avvocato, partner Simmons & Simmons
PERSONAGGI
1 articolo
08/03/2017
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
8 marzo. D'Ambrosio Lettieri (DI): "Ancora molto da fare sulla strada dei
diritti e delle pari opportunità"
"Le donne sono ancora discriminate sui luoghi di lavoro, guadagnano meno degli uomini, vivono con
grande difficoltà la conciliazione tra famiglia e lavoro per assenza di servizi adeguati. E i dati sulle donne
uccise, stuprate, violentate nelle proprie aspirazioni e nella propria dignità sono terrificanti". Così il
componente della commissione Sanità del Senato intervenendo in Aula per la celebrazione della Giornata
nazionale delle Donne.
08 MAR - "Oggi, nella Giornata internazionale della donna che celebra e promuove i diritti delle donne,
possiamo dirci che molti passi avanti sono stati fatti, considerando come spartiacque il riconoscimento del
voto alle donne e l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana. L'emancipazione femminile è passata
nel nostro Paese, in quasi 70 anni dalla entrata in vigore della Carta, attraverso indubbie conquiste
legislative. In termini di garanzie lavorative, sia come tutela delle madri lavoratrici sia come opportunità di
accesso al mondo del lavoro; sotto il profilo sociale, sanitario e della tutela giuridica della donna, vedi anche
il diritto di famiglia; e, infine, in relazione alle pari possibilità di accesso alla vita politica ed economica del
Paese. Ma abbiamo il dovere di dirci anche che l'Italia è ancora lontana dalla piena realizzazione del
principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della nostra Costituzione". Lo ha dichiarato Luigi d'Ambrosio
Lettieri (Direzione Italia) intervenendo nell'aula del Senato, a nome del gruppo, sulla celebrazione della
Giornata nazionale delle Donne.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 09/03/2017 - 09/03/2017
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