OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 275 Mercoledì 21 settembre 2011, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni mese, Massimo Bagnati parlerà dei terremoti e, se il cielo sarà sereno, si potranno effettuare delle osservazioni al telescopio. La Luna avrà superato di un giorno la fase dell’ultimo quarto e sorgerà tardi. Nella prima parte della sera sarà pertanto possibile osservare le ultime costellazioni estive e le prime autunnali, oltre a numerosi oggetti del cielo profondo quali M13, M51 e M27 e, sul tardi, M1, M101 con la supernova (vedasi più avanti). Giove sarà visibile in prima serata basso all’orizzonte est nella costellazione dell’Ariete. È l’oggetto più luminoso visibile in cielo in questa sera e, praticamente, l’unico pianeta osservabile. Saturno e Venere saranno molto bassi ad ovest al tramonto nella costellazione della Vergine ove tramonteranno poco dopo il Sole. Mercurio sarà praticamente invisibile all’alba nel Leone, in congiunzione con il Sole Marte sorgerà a tarda notte nel Cancro; sarà molto piccolo e poco luminoso in quanto molto lontano. (234 milioni di chilometri); avrà una magnitudine simile a quella della stella Polluce della costellazione dei Gemelli, dalla quale disterà circa 10 gradi. RECENSIONI LEONARDO CASTELLANI E GIULIA ALICE FORNARO TELETRASPORTO – Dalla fantascienza alla realtà Springer, Milano – 2011 - Pag. 224 - € 24.95 Chi di noi non ha mai desiderato di potersi teletrasportare? Proprio come facevano i personaggi di Star Trek entrando nella sala teletrasporto dell'Enterprise e ricomparendo immediatamente in qualche altro punto dell'universo. La scienza e gli sviluppi della tecnologia permetteranno, in un futuro più meno lontano, di realizzare il teletrasporto? Gli autori propongono un viaggio nel mondo dei quanti, dove si nascondono possibilità sorprendenti: non solo il teletrasporto di particelle, ma sistemi crittografici a prova della più abile spia, e calcolatori che usano singoli atomi come registri di memoria, capaci di calcoli ritenuti fino a oggi impossibili. I fondamenti della fisica microscopica vengono descritti senza tecnicismi; se ne illustrano applicazioni che, come è successo in passato con il transistor e il laser, trasformeranno radicalmente i calcolatori, le transazioni commerciali e le carte di credito, internet e le comunicazioni, insomma una parte importante della nostra vita di lavoro e di relazione. E scopriremo che a volte la realtà, o meglio l'insieme di potenzialità offerte dalla ricerca scientifica, supera davvero la fantascienza. (a cura di Silvano Minuto) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI A Sizzano, in Via Pietro Negri n. 3, nel cortile interno (chiedere l’autorizzazione ai proprietari), si trova un semplice quadrante realizzato nel 2003. Ha forma quadrata e misura circa 1,40 m x 1,40 m. la parete declina a sud est e le linee orarie sono francesi su sfondo beige. Le ore, dalle 6 del mattino alle 14 del pomeriggio, sono in caratteri arabi su sfondo bianco. Sono indicate anche le mezze ore. Il quadrante è racchiuso in una cornice scura. In alto campeggia un sole sorridente intorno al quale è riportato il motto: “CARPE DIEM”. Lo gnomone, obliquo, termina con foro gnomonico. Vi è l’equinoziale con inseriti i rispettivi segni zodiacali. Le linee orarie sono spostate a sinistra del valore della costante locale. Per poter indicare l’ora del nostro orologio il quadrante solare avrebbe dovuto essere corredato con il grafico dell’equazione del tempo. Le ore 12 vere sono contrassegnate da una campanella. Rilevazione 2009 (a cura di Salvatore Trani) TEMPESTA DI STELLE CADENTI DI GABRIELE VANIN Gabriele Vanin : Tempeste di Stelle Cadenti, Edizioni Rheticus, pagine 80, Euro 12; per avere una copia contattare l'autore [email protected]. Questo piccolo-grande libro mette in evidenza che l'autore Gabriele Vanin si documenta abbondantemente, fa ricerca e seleziona egregiamente tutte le notizie necessarie per studiare l'argomento che si prefigge di esaminare. Avevo già fatto una recensione per un libro di Vanin nel 1990 dal titolo "Il Cielo dalla storia al futuro" (meriterebbe un aggiornamento) con le stesse caratteristiche di profondità e ricerca dell'autore. Il libro , in esame, è diviso in dieci capitoli tocca tutto ma proprio tutto sulle meteore, storia, recenti studi, è praticamente quello che io chiamo manuale di consultazione, non basta leggerlo con godimento ma bisogna tenerlo in vista nelle propria biblioteca. Pronti a confutare quando la televisione o qualche quotidiano dicono le solite superficialità intrise di errori ed approssimazioni, ma in particolar modo quando si vuole chiarire qualche informazione sulle meteore. E' una lettura dotta e piacevole, e come sempre capita leggendo un libro ho imparato molte cose. Il libro è dotato di tabelle e riquadri inusuali di grande interesse, fra i quali tengo a segnalare i riquadri "Quanto è grande il meteoroide ? " e "L'indice di popolazione" con una tabella dei principali sciami meteorici. Ottimi i riquadri con la storia di alcune comete genitrici di meteore. Si conclude il libro con le previsioni delle Draconidi dell'8 ottobre 2011 e molto interessanti le previsioni quantitative delle prossime Tempeste di Stelle Cadenti degli sciami più noti. Da ultimo questo libro mi ha ricordato un mio articoletto apparso sulla Astronomia UAI (Unione Astrofili Italiani) aprile-giugno 1980 dal titolo "Alla caccia delle briciole della Halley", anche io come l'autore ho le Stelle Cadenti nel cuore. URANIO CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE La costellazione del Capricorno Alfa – Al Giedi AR 20h 18m – D - 12° 32’ - Sep. 377” - m. 3.5-4.5 – AP° 290 E’ una doppia ottica, visibile in buone condizioni anche ad occhio nudo. La componente più luminosa è di colore giallo, mentre l’altra è arancione, entrambe queste stelle hanno delle compagne. La prima ha una componente di nona magnitudine distante 45”, mentre l’altra ne ha addirittura due, di uguale magnitudine 11.5, distanti 8.3” e 1.2”. Beta – Dabih AR 20h 21m – D - 14° 46 - Separazione 205“ – mag. 3 e 6 – AP° 265 Da sottolineare il bel contrasto di colore tra le componenti, gialla la principale, azzurra la secondaria. La primaria è un sistema composto da tre corpi molto ravvicinati, visibili solo spettroscopicamente; la secondaria possiede una compagna di magnitudine 10 distante 0.9” d’arco e quindi praticamente invisibile con telescopi amatoriali. Delta AR 21h 47m – D - 16° 07’ - Mag. 2.85 – Sp. A5 Nonostante sia definita con la quarta lettera dell’alfabeto greco, è la stella più luminosa della costellazione. Dista circa 50 anni luce, di colore bianco. La sua luminosità non è costante; le oscillazioni sono di 0.2 magnitudini in un periodo di poco superiore a un giorno; siamo in presenza di una binaria ad eclisse. Dobbiamo immaginare un sistema con le stelle praticamente a contatto E’ interessante segnalare che quattro gradi a nord di questa stella, vicino alla Mu Capricorni, il 25 settembre 1846, venne scoperto il pianeta Nettuno. I calcoli e la posizione indicata da Le Verrier agli astronomi di Berlino permisero di trovare un nuovo componente del Sistema Solare e di raddoppiare nel contempo le sue dimensioni. Omicron AR 20h 29m – D - 18° 34’ - Sep. 22” – mag. 6.1 e 6.6 – AP° 238 Doppia composta da stelle di colore bianco. Facile da individuare con un piccolo telescopio ed è anche alla portata di un buon binocolo. Sigma AR 20h 19m – D - 19° 07’ - Sep. 54” – mag. 5.5 e 9.0 – AP° 179 Doppia ottica di colore giallo-arancio e bianco-blu. Data la distanza delle componenti è possibile osservarla anche con un binocolo. R. Capricorni AR 20h 11m – D - 14° 16’ – tipo Mira - Mag. 9.4-14.9 – periodo 345 gg E’ una tipica variabile a lungo periodo. La sua osservazione può essere fatta all’inizio del ciclo con un binocolo; quando è però verso il minimo occorre utilizzare un buon telescopio o la ripresa fotografica. RS Capricorni AR 21h 07m – D - 16° 25’ – Variabile irregolare - Magnitudine 8.3 – 10.3 – periodo 340 gg E’ una stella variabile semiregolare. Può essere seguita per tutto il suo ciclo anche con un binocolo. NGC 6907 AR 20h 25m – D - 24° 48’ – Dim. 3.2x2.3’ Mag. 11.8 – tipo galassia E’ forse l’’unica galassia di questa costellazione ha mostrare qualche dettaglio nei telescopi amatoriali. Si trova ad una declinazione molto bassa e quindi risulta sempre difficile da osservare. NGC 7099 – M 30 AR 21h 40m – D - 23° 10’ – Dim. 11’ Mag. 7.5 – tipo globulare Ammasso globulare distante 40.000 anni luce. Risulta visibile come una stella sfuocata se si utilizza un binocolo. Si trova poco più di 23’ ad ovest della stella 41 Capricorni. LE COSTELLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi. Emisfero australe CIVETTA (Noctua) Ha rimpiazzato per un po' di tempo la costellazione del "Tordo Solitario". Fu introdotta nel 1822 da Jamieson e poi in un atlante dell'astronomo americano Elijah Burritt, intorno al 1835. Nemmeno questo nome della costellazione è però sopravvissuto Fonte UAI ASTRONOMI DEL PASSATO Nato a Prato (Firenze) il 15 Giugno 1924; morto a Milano il 26 Dicembre 1985. Dopo le lunghe vicissitudini della Seconda Guerra mondiale, nel 1948 entrò a far parte dell’Osservatorio Astronomico di Brera-Merate dapprima come Calcolatore e quindi come Primo Calcolatore. Laureato in Scienze Matematiche all’Università degli Studi di Milano, percorse tutta la sua carriera di ricercatore e di docente presso l’Osservatorio Astronomico e l’Università di Milano. Assistente ordinario presso la cattedra di Astronomia e Geodesia, svolse dal 1965 al 1968 una intensa attività didattica all’Istituto Matematico "F. Enriques" per i corsi di Astronomia e Geodesia, e di Meccanica Superiore. Nel 1969 conseguì la libera docenza in Astronomia. Dal 1969 al 1986, anno della Sua scomparsa, fu titolare dell’insegnamento di Astrofisica (prima come Professore incaricato, poi come Professore Associato) presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Milano. A partire dal 1972, e per diversi anni, svolse attività di ricerca presso il Laboratoire d’Astrophysique di Meudon (Parigi) diretto dal Prof. E. Schatzman, usufruendo di borse di studio del Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) di Francia, e fece parte del Gruppo di lavoro di spettroscopia stellare. Molto aperto a diverse tematiche sia teoriche che sperimentali, nel corso della carriera ha pubblicato lavori di Meccanica celeste, di Cosmologia, di Astrofisica solare e stellare e sulla Materia interplanetaria. Della sua attività rimangono una novantina di lavori scientifici pubblicati su riviste italiane ed estere, nonché il Catalogue of Apparent Diameters and Absolute Radii of Stars (CADARS) depositato presso il Centre de Donnees Stellaires di Strasburgo. Ha svolto una appassionata attività di divulgazione scientifica e di conferenziere presso il Planetario ed altre istituzioni culturali sia del Comune di Milano che di numerosi altri Comuni della Regione Lombardia. Ha pure svolto attività didattiche e di aggiornamento per insegnanti delle scuole medie superiori. Fu membro dell’International Astronomical Union (IAU) e delle sue Commissioni N. 21, 42, 45, 51. SUPERNOVA NELLA GALASSIA M 101 NELL’ORSA MAGGIORE Il 24 agosto 2011 è stata scoperta una supernova in uno dei bracci della spirale M101 distante 20 milioni di anni luce da noi. Si tratta della supernova più vicina apparsa dopo gli anni settanta del secolo scorso ed è pertanto particolarmente brillante. La scoperta è stata fatta da un gruppo di astronomi che utilizza lo storico telescopio Schmidt da 1.2 metri di Monte Palomar. Anche altri osservatori hanno osservato il fenomeno che è capitato in una delle galassie più osservate di tutto il cielo. La scoperta è avvenuta nei primi istanti del fenomeno e quindi è stato possibile seguirne la curva di luce fin dall’inizio. Attualmente, la luminosità si attesta su valori tali che essa può essere osservata visualmente anche con telescopi di soli 150 mm di diametro. LA COMETA GARRAND Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice Immagine NASA del 9 settembre 2011 La cometa Garrad visibile sopra l’asterismo detto “attaccapanni” nella costellazione della Volpetta. La cometa è stata uno degli oggetti più interessanti del nostro cielo estivo. Visibile con un binocolo, sta gradatamente diminuendo la luminosità che si sta avvicinando alla mag. 7. LA COMETA C/2002 X5 (KUDO – FUJIKAWA) T. Kudo (Nishi Goshi-machi, Kikuchi-gun, Kumamoto-ken, Giappone) ha scoperto questa cometa nella costellazione di Boote il 13 dicembre 2002, utilizzando un binocolo 20x125. La magnitudine totale è stata stimata in 9,5, mentre il diametro del coma di 2 primi. Il 14 dicembre 2002 la osservava anche Shigehisa Fujikawa (Oonohara, Kagawa, Giappone) che la stimava di 9^ magnitudine con un diametro doppio (4 primi). Per Fujikawa si tratta della sesta scoperta, la prima era avvenuta nel 1969. SCOPERTO UN PIANETA CON DUE SOLI Su Nature Il singolare sistema planetario è stato individuato in seguito all'analisi del complesso schema di variazioni di luminosità e di eclissi delle stelle rilevato dalla sonda Kepler Un pianeta che - proprio come il pianeta Tatooine di Guerre stellari - orbita attorno a due soli è stato identificato dalla sonda spaziale Kepler della NASA, che sta monitorando il comportamento di 155.000 stelle che occupano 105 gradi quadrati della volta celeste nella direzione delle costellazioni del Cigno e della Lira. Sistemi stellari doppi che ospitano un pianeta erano già stati individuati, ma questa è la prima volta che si identifica un pianeta che non orbita attorno a una delle due stelle, ma a entrambe. "Questa scoperta è sorprendente. Ancora una volta, quello che era fantascienza è diventato realtà", ha commentato Alan Boss, del Carnegie Institute a Washington, che con i colleghi dello Harvard-Smithsonian Center, della Yale University, del SETI e di altre istituzioni firma un articolo pubblicato su Science. Keplero-16b, situato a circa 200 anni luce dalla Terra, è un pianeta gassoso che ha una massa pari a un terzo e un diametro pari a tre quarti di quelli di Giove e orbita attorno alle sue due stelle a una distanza analoga a quella di Venere dal Sole, con un periodo di 229 giorni. Tuttavia, dato che, con una massa rispettivamente pari a 0,6 e 0,2 masse solari, entrambi i soli di Kepler-16b sono più piccoli e freddi della nostra stella, la temperatura superficiale è decisamente più bassa, oscillando fra i 170 e i 200 K. La scoperta del pianeta è stata possibile in seguito all'osservazione del complesso schema di variazioni di luminosità e di eclissi delle stelle rilevato dalla sonda Kepler, ma per poter giungere alla conclusione che si trattava di un singolare sistema planetario, i ricercatori hanno avuto bisogno di un supplemento di informazioni che sono riusciti ad ottenere grazie all'uso del Tillinghast Echelle Spectrograph (TRES) montato sul telescopio da 60 pollici dello Smithsonian Astrophysical Observatory, in Arizona. I ricercatori hanno così scoperto che le due stelle orbitano una intorno all'altra ogni 41 giorni a una distanza media di 34 milioni di chilometri. Fonte: Rivista Le Scienze LA STAZIONE SPAZIALE ISS Traccia del passaggio della stazione spaziale internazionale ISS ripresa da Katalin Gauzer con Nikon 5700, obiettivo normale e posa di pochi secondi. L’ORO PIOVUTO DAL CIELO I metalli preziosi originari della Terra sono tutti concentrati nel nucleo del pianeta. Quelli che troviamo in superficie sono il prodotto di un intenso bombardamento meteoritico avvenuto dopo la formazione del nucleo Un'analisi estremamente accurata di alcuni dei campioni delle più antiche rocce della Terra eseguita da ricercatori dell'Università di Bristol e ora pubblicata su Nature mostra che le riserve accessibili di oro sono il risultato di un bombardamento di meteoriti più di 200 milioni di anni dopo la formazione della Terra. Durante la formazione della Terra, il ferro fuso affondò verso il centro andando a costituirne il nucleo, insieme alla maggior parte dei metalli preziosi del pianeta, come l'oro e il platino. Si stima che nel nucleo ci siano abbastanza metalli preziosi da coprire l'intera superficie della Terra con uno strato di quattro metri di spessore. A causa di questo processo, la parte esterna della Terra avrebbe dovuto rimanere pressoché priva di metalli preziosi, che però nel mantello risultano essere decine di migliaia di volte più abbondanti di quanto previsto. Per spiegare questa anomalia si è ipotizzato che questi metalli siano presenti in seguito a una imponente "pioggia" di meteoriti avvenuta molto dopo la formazione del nucleo. Per verificare questa teoria, Matthias Willbold e Tim Elliott, dell'Università di Bristol, hanno analizzato rocce provenienti dalla Groenlandia, risalenti a circa quattro miliardi di anni fa, raccolte dal professor Stephen Moorbath, dell'Università di Oxford. Queste rocce antiche forniscono nuove preziose informazioni sulla composizione del nostro pianeta poco dopo la formazione del nucleo, ma prima del supposto bombardamento di meteoriti. I ricercatori hanno determinato la composizione isotopica di tungsteno di queste rocce: come l'oro e altri elementi pesanti, il tungsteno, molto raro (un grammo di roccia contiene solo circa un decimilionesimo di grammo di tungsteno), sarebbe dovuto sprofondare verso il nucleo all'epoca della sua formazione. Come la maggior parte degli elementi, il tungsteno si compone di diversi isotopi, atomi con le stesse caratteristiche chimiche ma masse leggermente diverse. L'analisi dell'abbondanza dei diversi isotopi permette di risalire all'origine degli elementi. I ricercatori hanno così osservato una diminuzione di 15 parti per milione dell'abbondanza relativa dell'isotopo 182W tra le rocce della Groenlandia e quelle più recenti. Questo cambiamento, piccolo ma significativo, è in eccellente accordo con le previsioni dell'ipotesi del bombardamento di meteoriti. L'estrazione di tungsteno da campioni di roccia e per analizzarne la composizione isotopica con la precisione richiesta è stata estremamente impegnativa data la piccola quantità di tungsteno presente nelle rocce; di fatto siamo il primo laboratorio al mondo che ha realizzato con successo misurazioni di qualità così alta", ha osservato Willbold. "Il nostro lavoro mostra che la maggior parte dei metalli preziosi su cui si basano le nostre economie e molti processi industriali chiave sono stati aggiunti al nostro pianeta per una fortunata coincidenza, quando la Terra è stata colpita da circa 20 miliardi di miliardi di tonnellate di materiale proveniente dagli asteroidi". Fonte: Rivista Le Scienze FLY ME TO THE MOON Il cratere Maginus Al bordo meridionale della Luna possiamo osservare il cratere "Maginus", un circo di 168 Km. È una formazione circolare isolata con versanti scoscesi disseminati di crateri tra cui Proctor e Maginus K e D a nord, Maginus C e H a sud-ovest, Deluc J a sud-est e Maginus E ad est. Ha alte pareti disseminate di crateri tra cui Maginus F e G a nord-ovest, il fondo è piatto molto esteso e tormentato a sud-est. Numerosi crateri tra cui Maginus A e Z ad est, Piccoli crateri e una collina centrale. La sua formazione risale al periodo Pre-Nectariano Tipico (da -4.55 miliardi di anni a -3.92 miliardi di anni). Il periodo migliore per l’osservazione è 1 giorno dopo il Primo Quarto oppure all'Ultimo Quarto. Alcuni dati: Longitudine: 6.2° Ovest Latitudine: 50.0° Sud Quadrante: Sud-Ovest Area: Bordo Meridionale della Luna Origine del nome: Dettagli: Giovanni Antonio Magini Astronomo italiano del 16° secolo nato in Italia Nato a: Padova nel 1555 Morto a: Bologna nel 1617 Fatti notevoli: Avversario di Copernico e di Keplero. Autore del nome: Riccioli (1651) Nome dato da Langrenus: Leopoldi Arch. Aust. Nome dato da Hevelius: Montana Seir Nome dato da Riccioli: Maginus Nelle foto una ripresa del cratere "Maginus " e un ritratto dell'epoca di " Giovanni Antonio Magini". Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un binocolo 10x50. Davide Crespi LA COMETA GARRAD DA SUNO La cometa Garrad ripresa dall’osservatorio di Suno la sera del 14 settembre 2011 con il telescopio riflettore da cm. 40 con posa di 128 secondi da Oreste Lesca, Giuseppe Bianchi e Paolo Guizzardi. LA COMETA SUPERNOVA IN M 101 DA SUNO IL 14/09/2011 la Luna con la sua luce ha reso difficilmente individuabile la galassia ospite della supernova, nella foto si vede il nucleo della galassia come un fiocchetto sfumato, purtroppo la luce della Luna che ha rischiarato il cielo e anche il mancato uso dello strumento principale per questioni di posizione della macchina fotografica che neppure con contorsioni acrobatiche sarei riuscito a guardare nel mirino, il telescopio poteva essere ruotato di 180 gradi e a quel punto sarebbe stato meno scomodo guardare nel mirino, il puntatore meno comodo e andava ricentrato l'oggetto ormai nel campo, quella di ieri sera era comunque una prova per cui abbiamo utilizzato, il rifrattore in posizione più comoda, non serviva neppure la scala, a vista era stata da me inquadrata Alkaid, la prima del timone del carro maggiore e non lontana prospetticamente da M101 e informato Giuseppe Bianchi, socio storico dell'osservatorio, era al PC, visti i non riusciti tentativi di inquadrarla a vista per colpa del cielo rischiarato dalla Luna, ha informato il programma di puntamento dove era puntato e dove doveva andare a inquadrare. La cosa ha portato non proprio al centro ma comunque nel campo inquadrato la galassia. Ho scattato una serie di foto che Giuseppe Bianchi avrebbe poi sommato per ottenere un'unica immagine speriamo rinforzata, in attesa che ciò avvenga, invio una foto singola e anche una della Luna. La Supernova ha forse raggiunto il massimo della luce prodotta dall'immane esplosione di una delle componenti del sistema binario. La luminosità è aumentata di miliardi di volte e dato che si conosce di quel tipo si supernova quale è la luminosità massima raggiungibile, il confronto tra questa e quella che ci arriva serve a determinare la distanza della galassia ospite, tanto sarà più luminosa l'immagine della stella esplosa tanto sarà più vicina la galassia ospite. Trattandosi di una galassia relativamente vicina la sua distanza era stata calcolata usando un altro tipo di stelle, le Cefeidi, stelle variabili la cui luminosità è correlata al periodo di variazione. In galassie abbastanza vicine è possibile con strumenti professionali risolvere in singole stelle zone della galassia, se si scopre che una o più di queste ha quella caratteristica preziosa la si usa come candela per determinare la distanza. Al momento la distanza di M101 era considerata tra i 18 e i 21 milioni di anni luce con indicazioni che privilegiavano la maggiore. Dopo lo studio accurato della curva di luce di questa Supernova dovremmo sapere con maggior precisione quanto lontana si trova la bella spirale vista di fronte e quanti milioni di anni fa è esplosa la supernova che stiamo vedendo in questo periodo. In questo racconto si può notare la differenza che esiste tra gli annunci della informazione pubblica e la realtà delle cose, affermare che una nuova stella splende nell'orsa maggiore porta le persone ad uscire a cercarla ad occhio nudo cosa evidentemente impossibile con le supernove extragalattiche per poi rientrare delusi a seguire programmi tipo - Mistero - e altri che di certo avvincono di più e fanno presa su chi vive di fantasie. Con Giuseppe ci siamo dati appuntamento in osservatorio per venerdì sera, la Luna leverà un po’ più tardi e sarà anche meno piena, contiamo di usare lo strumento principale, avendo qualche decina di minuti in più di cielo più scuro speriamo di ottenere un risultato migliore. In rete trovate immagini molto belle, ci farebbero schiattare d'invidia se questa caratteristica fosse una nostra carenza caratteriale. Oreste Lesca LA GALASSIA M 33 Invio una immagine di M33 fatta dalla piccola corte della casa in montagna purtroppo fortemente illuminata da un lampione pubblico (che abbatterei volentieri....) L'immagine e' stata ottenuta con una camera SBIG ST7 XME USB 5 minuti di posa in modalità selfguide su Tecnosky APO 70/420 su HEQ5 Synscan. Corrado Pidò Hanno collaborato: Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Paolo Guizzardi Sandro Baroni Angelo Fabi Katalin Gauzer Corrado Pidò Giuseppe Bianchi Vittorio Sacco