CHIUSURE VERTICALI

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CHIUSURE VERTICALI
In generale
si definisce CHIUSURA l’insieme delle unità tecnologiche e degli elementi del
sistema edilizio aventi funzione di separare e di conformare gli spazi interni del
sistema edilizio stesso rispetto all’esterno (UNI 8290)
CHIUSURA VERTICALE
Elemento di fabbrica che ha il compito di separare lo spazio interno da quello
esterno, individuando il perimetro dell’edificio
Deve altresì:
- assicurare il comfort all’interno dell’edificio
- garantire la sicurezza statica
- dell’intero organismo edilizio
Æ
procedimento a setti
- relativamente a condizioni di carico particolari
interno-esterno
esterno per il passaggio di
- consentire o impedire la comunicazione interno
persone o cose
Può essere considerata al tempo stesso come filtro e come delimitazione fisica.
Filtro Æ contribuisce a produrre il microclima interno
Regola:
- lo scambio termico
- lo scambio dell’aria
- l’irraggiamento solare
- i flussi di umidità
- i flussi luminosi
- i flussi sonori
Delimitazione fisica dell’organismo edilizio
↓
finalità di carattere funzionale e implicazioni di carattere formale
Dal punto di vista funzionale
↓
barriera
Æ
garantisce le condizioni di sicurezza
Æ
protegge l’ambiente
l’ bi
interno
i
dagli
d li agentii esternii
Æ
consentire o meno il passaggio di persone o cose
Dal punto di vista formale
Æ
relazione col contesto
Æ
percettivo dell’intero organismo
g
edilizio
elemento p
REQUISITI E PRESTAZIONI DI UNA CHIUSURA VERTICALE
Sicurezza
- Statica:
- resistenza al peso proprio
- resistenza
i
meccanica
i aii carichi
i hi verticali
i li trasmessii dagli
d li impalcati
i
l i
- resistenza meccanica a eventuali carichi orizzontali trasmessi dagli impalcati
- resistenza meccanica ai carichi orizzontali (vento, sisma, spinta delle terre)
- resistenza meccanica ai sovraccarichi permanenti direttamente applicati (finiture
superficiali, carichi appesi)
- resistenza meccanica ai sovraccarichi accidentali direttamente applicati (spinta
della folla, urti)
- Relativa ad eventi che possono pregiudicare la stabilità dell’elemento costruttivo
e/o la sicurezza degli occupanti:
- comportamento in caso dd’incendio
incendio (REI 60
60, REI 90,
90 REI 120,
120 ecc.)
ecc )
- resistenza alle deformazioni
- resistenza alle intrusioni
- sicurezza alle esplosioni
- sicurezza al contatto
Benessere
Requisiti relativi al benessere igrotermico, acustico e alla non emissione di sostanze
nocive. Sono requisiti strettamente legati alla destinazione d’uso dell’edificio.
- Permeabilità all’aria:
Consentire la traspirazione e il passaggio del vapore acqueo
- Tenuta all’acqua:
I
Impedire
di infiltrazioni
i filt i i di acqua dall’esterno
d ll’ t
- Non rumorosità:
La parete, sotto l’azione di fenomeni naturali quali pioggia, grandine, vento o
variazioni igrometriche, non deve generare rumori fastidiosi per gli occupanti,
qquali sibili,, vibrazioni o scricchioli.
- Non emissione di sostanze nocive:
La CV non deve, in condizioni normali di esercizio, emettere gas, polveri o
radiazioni nocive, o anche solo odori fastidiosi per gli occupanti.
Utilizzare materiali da costruzione che non contengano fibre d’amianto, e
schiume isolanti che non liberino formaldeide al momento della loro messa in
opera.
Benessere
- Isolamento termico e controllo delle condensazioni superficiali:
Capacità della parete di conservare la superficie interna a temperature vicine a
quelle dell’aria ambiente.
Evitare l’effetto di "parete fredda" e il rischio di condensazioni superficiali.
Æ Strato di isolamento termico, il più possibile continuo per garantire
l’ if
l’uniformità
ità delle
d ll temperature.
t
t
L’eterogeneità della temperatura superficiale (ponte termico) attiva localmente
i rischi di condensa superficiale e di conseguente formazione di muffe.
muffe
Strato di isolamento termico
Realizzato da pannelli o
materassini coibenti ben accostati
l’uno all’altro, applicati alla
muratura a colla oppure attraverso
tasselli meccanici
Lo spessore è variabile a seconda
del materiale impiegato
I pannelli isolanti sono realizzati
in materiali di varia origine:
- vegetale
- minerale
- materie sintetiche cellulari
sughero
isolanti vegetali
isolanti sintetici cellulari
isolanti minerali
lana di roccia in materassini o in pannelli
polistirene espanso
sughero
polistirolo espanso
lana di vetro in materassini o in pannelli
poliuretano espanso
Vetro cellulare in granuli o in pannelli
Fib di legno
Fibra
l
Isolante sulla faccia esterna della C.V.
INTERNO
ESTERNO
INTERNO
ESTERNO
INTERNO
ESTERNO
Isolante sulla faccia interna della C.V.
Isolante interno alla C.V.
Il modello che meglio risponde al soddisfacimento del requisito è quello della parete
isolata esternamente,
esternamente che presenta una maggiore facilità di correzione dei ponti
termici dovuti agli elementi dello scheletro portante
Interrno
Esterrno
Chiusura verticale isolata dall’esterno - Isolamento “a cappotto”
Benessere
- Controllo dell’inerzia termica:
Caratteristica fisica che contribuisce ad assicurare il benessere termico
Uso degli spazi interni Æ livello di prestazione richiesto alla parete
Inerzia ridotta Æ riscaldamento discontinuo di uffici, locali di spettacolo ecc.
(possibilità di riscaldamento ppiù rapido)
(p
p )
Inerzia più elevata Æ evita l’abbassamento rapido della temperatura in locali di
abitazione con riscaldamento ad attenuazione notturna
In genere:
- Aumento della massa della CV Æ aumento dell’inerzia termica dell’edificio
- Le pareti leggere sono quelle che offrono l’inerzia termica più ridotta
VANTAGGI DELL’INVOLUCRO MASSIVO NEI CLIMI CALDI
Una pparete massiva (grazie
(g
all’elevata capacità
p
e inerzia termica)) riesce a smorzare e sfasare
il flusso termico entrante nelle ore più calde
Lo sfasamento ottimale si aggira intorno alle 12-16 ore Æ il flusso termico di picco estivo
(ore 14:00 circa) giunge all
all’interno
interno nelle ore più fresche (ore 2:00-6:00
2:00 6:00 circa)
Smorzamento e sfasamento subito dal flusso termico attraverso un involucro massivo
Benessere
-
Controllo delle condensazioni interstiziali:
Condensazioni nella massa della parete
Æ produzione di vapore acqueo negli ambienti
Æ messa in equilibrio dei materiali igroscopici
Provocano il degrado
P
d
d fisico
fi i e funzionale
f i l degli
d li strati
t ti
costituenti
Conseguenze:
- infiltrazioni e macchie di umidità sul rivestimento
interno ed esterno
- degrado della resistenza termica dell’isolante
Rischio di condensazione maggiore con isolamento
all’interno
Æ prevedere la presenza di una barriera al vapore
Benessere
- Isolamento acustico:
La parete deve proteggere gli ambienti interni dai rumori prodotti all’esterno
dell’edificio o in locali contigui:
- rumori aerei
aerei, cioè trasmessi tramite ll’aria
aria messa in vibrazione
- rumori d’impatto, cioè trasmessi attraverso un solido
Il livello d’isolamento richiesto varia in funzione del tipo
p di attività svolta nei locali
interni e della zona di esposizione
Tutti gli strati costituenti la parete collaborano con la loro massa nel soddisfare
questo requisito
Le pareti leggere e trasparenti hanno una peggiore risposta a questo requisito
- Assorbimento acustico:
La parete deve evitare la riflessione e l’amplificazione dei rumori interni
Caratteristiche fonoassorbenti determinate dalla geometria superficiale o dalla natura
dei materiali costituenti il rivestimento interno
Æ parete isolata all’interno, dove le funzioni dell’isolante termico possono integrare
quelle dello strato di assorbimento acustico
Aspetto
Requisiti strettamente legati alla concezione architettonica, alla scelta dei materiali e
al tipo di finitura superficiale della parete
-
Regolarità di aspetto:
Parametri riferiti all’aspetto
della finitura superficiale
interna o esterna:
planarità, verticalità, assenza
di difetti superficiali,
omogeneità di colore e
brillantezza
Valutazione estetica della
facciata:
proporzioni, rapporto
vuoti/pieni, contrasto
cromatico, decorazione
Galerie der Gegenwart, Amburgo,
1996 – Oswald Mathias Ungers
Fruibilità
Requisiti legati all’organizzazione degli spazi interni ed esterni dell’edificio
- Attrezzabilità:
Capacità della parete di ricevere e di sopportare carichi appesi internamente o
esternamente
Possibilità di integrazione delle reti di distribuzione impiantistica verticale
d ll’ difi i
dell’edificio
SNAM, uffici e
mensa S
mensa,
S.Donato
Donato
Milanese, 1969-74 –
F. Albini, F. Helg
Gestione
Esigenze di risparmio dell’energia per la climatizzazione e di economia delle spese
di gestione che si presentano in esercizio
Non possono essere considerate indipendentemente dalla destinazione d’uso
dell’edificio; la stessa nozione di durata di vita è strettamente legata al tipo di utilizzo
(costruzioni provvisorie, edilizia industriale o commerciale, edifici residenziali)
- Durabilità e manutenzione:
La CV deve essere in grado, in condizioni di adeguata manutenzione, di sopportare
le sollecitazioni cui è sottoposta senza patire degradi che ne compromettano le
prestazioni o che ne pregiudichino ll’aspetto
aspetto.
Le principali cause che possono provocare tali inconvenienti, interessando lo strato
di rivestimento esterno,, sono:
gli urti
ggli agenti
g
atmosferici
l’irraggiamento solare
gg
le atmosfere aggressive
Gestione
- Contenimento dei consumi energetici:
Adottare accorgimenti progettuali in grado di garantire un maggiore controllo dei
consumi energetici in fase di esercizio e capaci di fare diventare lo stesso edificio
produttore di energia, utilizzando fonti naturali rinnovabili
Æ Sistemi bioclimatici e progettazione sostenibile
Monostrato
Pluristrato
Murature
Portanti
Setti
Opache
Portate
Tamponature
Chiusure
verticali
Serramenti
Trasparenti
Con specchiatura unica
Vetrate continue
i
A doppia pelle
Chiusure Verticali monostrato
P ti costituite
Pareti
tit it da
d un solo
l materiale
t i l che
h assolve
l a tutte
t tt le
l funzioni
f i i
Æ procedimento costruttivo del corpo unico
Æ sistemi a isolamento diffuso
Murature tradizionali: in materiale lapideo e in laterizio
Chiusure Verticali pluristrato
Parete
P
t costituita
tit it da
d più
iù strati,
t ti ognuno “specializzato”
“
i li t ” nell soddisfacimento
ddi f i
t di un
preciso requisito
Æ procedimento costruttivo del corpo multiplo
Æ sistemi a isolamento concentrato
CHIUSURA VERTICALE OPACA
Classe di elemento
Cl
l
tecnico
i che
h impedisce
i
di
il passaggio
i di luce,
l
persone, animali
i li e
oggetti anche nei casi di choc meccanico
Controlla il passaggio di sostanze liquide e gassose e il passaggio di energia fra
l’interno e l’esterno
Strati funzionali delle Chiusure Verticali opache
L’analisi funzionale della parete permette una corrispondente scomposizione in
elementi o strati
Gli strati sono entità funzionali distinte, organizzate in modo tale da formare pareti
multistrato o, nel caso si presentino come elementi fisicamente continui, pareti
omogenee (norma UNI 8979)
Strati funzionali delle Chiusure Verticali opache
St ti di tenuta:
Strati
t t barriera
b i all vapore; tenuta
t t all’acqua;
ll’
tenuta
t t all’aria
ll’ i
Strati di isolamento: isolamento termico; isolamento acustico
St ti di ventilazione:
Strati
til i
ventilazione;
til i
diffusione
diff i
del
d l vapore
Strati di rivestimento: rivestimento esterno; rivestimento interno
St ti resistenti:
Strati
i t ti elemento
l
t resistente
i t t portato;
t t elemento
l
t resistente
i t t portante
t t
Strati di collegamento: collegamento; regolarizzazione
St t di protezione
Strato
t i
all fuoco
f
BIBLIOGRAFIA
Norma UNI 8290-1/1981, Edilizia residenziale. Sistema tecnologico. Classificazione
e terminologia
Norma UNI 8290-2/1981, Edilizia residenziale. Sistema tecnologico. Analisi dei
requisiti
N
Norma
UNI 8979/1987,
8979/1987 Edilizia.
Edili i Pareti
P ti perimetrali
i t li verticali.
ti li Analisi
A li i degli
d li strati
t ti
funzionali
Norma UNI 7959/1988, Edilizia. Pareti perimetrali verticali. Analisi dei requisiti
CHIUSURE VERTICALI
PORTANTI
CHIUSURE VERTICALI PORTANTI
Hanno ffunzione
H
i
portante
t t primaria
i
i cioè
i è garantiscono
ti
la
l sicurezza
i
statica
t ti complessiva
l i
dell’edificio
Devono resistere a:
- peso proprio
- carichi verticali trasmessi dagli impalcati
- eventuali carichi orizzontali trasmessi dagli impalcati
- carichi orizzontali esterni ((vento,, sisma,, spinta
p
delle terre))
- sovraccarichi permanenti direttamente applicati (finiture superficiali, carichi appesi)
- sovraccarichi accidentali direttamente applicati (spinta della folla, urti)
Æ
Murature
Æ
Setti portanti
MURATURE
E.C.F. costituite da:
E.C.B. Æ
M.B.
Æ
conci,, blocchi,, mattoni
malta
Procedimenti costruttivi
- Per addizione di elementi, correlati tra loro a secco
- Per addizione di elementi, correlati tra loro tramite malta
- Per addizione e intelaiatura di elementi (muratura armata)
Addizione di conci, correlati tra loro a secco
Addizione di conci, correlati tra loro tramite malta
Le caratteristiche di resistenza meccanica di una muratura dipendono dalla qualità
degli E.C.B. utilizzati e dalla maniera in cui essi si trasmettono reciprocamente i
carichi.
Maggiore è la quantità di malta presente in una muratura, peggiore sarà il
comportamento statico di questa.
Addizione e intelaiatura di conci (muratura armata)
LE MALTE
Sabbia
Malta
Acqua
Calce aerea
Calce idraulica
Legante
Cemento
Gesso
Le malte non sono collanti ma servono per rendere più uniforme la ripartizione dei
carichi, aumentando la superficie di contatto e l’attrito tra gli elementi, e per creare
un livellamento dei filari orizzontali della muratura
I giunti di malta devono essere preferibilmente continui (ossia coprire l’intera faccia
verticale e orizzontale dell’elemento) e comunque, se si eseguono giunti interrotti per
migliorare le prestazioni termiche del muro, la distanza fra i due “cordoni” di malta
non deve essere maggiore di 2-3 cm
Stilatura dei giunti di malta
Murature tradizionali con uso di materiali naturali locali
La materia prima
Gli elementi costruttivi base
- Muratura in pietrame informe posto in opera a secco
- Muratura in pietrame informe a secco, con parti “scagliate e incalcinate”
- Muratura in pietrame informe e malta di calce
- Muratura a sacco
- Muratura in conci sbozzati
- Muratura in conci squadrati
- Muratura listata
Murature in laterizio
Con il nome di laterizi viene denominata una vasta categoria di prodotti ottenuti dalla
cottura di un impasto a base di argilla (sostanza naturale derivante dalla
decomposizione delle rocce feldspatiche)
In passato lenta essiccazione al sole dopo formatura manuale o con casseforme
Oggi cottura in appositi forni dopo formatura per estrusione
E.C.B.:
Mattoni Æ elementi di volume minore o uguale
g
a 5500 cm3
Blocchi Æ elementi di volume maggiore a 5500 cm3
Il mattone può essere considerato come il primo elemento modulare prefabbricato
La forma, le dimensioni ed il peso
del mattone sono legate alla
possibilità ergonomica e di
movimentazione della mano
dell’uomo
Mattone pieno UNI
Volume = 1650 cm3
Percentuale di foratura
La normativa vigente,
vigente Norme tecniche per
le costruzioni (D.M. 14.01.2008, NTC08)
fornisce la denominazione degli elementi
resistenti in laterizio per murature in
funzione della dimensione e della
percentuale di foratura
Mattone o blocco pieno
Æ percentuale di foratura
inferiore al 15%
Mattone o blocco semipieno
Æ percentuale di foratura
tra 15% e 45%
Mattone o blocco forato
Æ percentuale di foratura
tra 45% e 55%
I mattoni o i blocchi con percentuale di foratura
fino al 55% sono utilizzabili per murature
portanti soltanto in zone non sismiche
I mattoni o i
blocchi con
ppercentuale di
foratura superiore
al 55% non
possono essere
utilizzabili per
murature portanti
ma solo per
elementi non
portanti
(t
(tamponature)
t )
Murature portanti in zona sismica
(D M 14
(D.M.
14.01.2008,
01 2008 NTC08 - Norme tecniche per le costruzioni)
Devono essere impiegati esclusivamente elementi pieni o semipieni per i quali siano
garantiti precisi valori di resistenza caratteristica ai carichi verticali e orizzontali nel
piano della muratura
Resistenza ai carichi verticali
e nell piano
i
della
d ll muratura:
Per elementi semipieni
R1 > 50 kg/cm²
k / ²
R2 > 15 kg/cm²
Per elementi pieni
R1 > 70 kg/cm²
MATTONI
MATTONE PIENO UNI
12 x 5,5 x 25
MATTONE FORATO UNI
12 x 8 x 25
MATTONE SEMIPIENO UNI
12 x 5,5 x 25
MATTONE FORATO
8 x 25 x 25
MATTONE SEMIPIENO DOPPIO
12 x 12 x 25
MATTONE FORATO
12 x 25 x 25
BLOCCHI
BLOCCO IN LATERIZIO SEMIPIENO
BLOCCO IN LATERIZIO ALVEOLARE
18 x 13 x 25
30 x 19 x 25
BLOCCO IN CALCESTRUZZO
BLOCCO IN CALCESTRUZZO
12 x 19 x 50
25 x 19 x 50
BLOCCO IN CALCESTRUZZO CELLULARE
30 x 25 x 50
Tipi di blocchi comunemente impiegati
Blocco forato
in laterizio comune
Blocco isolante in laterizio porizzato
riempito con lana di roccia
Blocco semipieno
in laterizio comune
Blocco isolante in laterizio
porizzato riempito con perlite
Blocco in laterizio porizzato
Blocco isolante in cls alleggerito
con argilla espansa
Muratura armata in laterizio
È unn sistema costruttivo
costr tti o composito costituito
costit ito da blocchi in laterizio,
lateri io che resistono a
compressione, collegati tra loro mediante giunti continui di malta, all’interno dei
quali sono inserite armature metalliche verticali concentrate e armature orizzontali
concentrate e/o
/ diffuse,
diff
aventii il compito
i di resistere
i
a trazione.
i
Sono in grado di assicurare prestazioni di duttilità superiori alla muratura ordinaria.
L’azione composita è ottenuta dall’adesione fra acciaio e muratura attraverso il
calcestruzzo colato negli
g appositi
pp
alloggiamenti.
gg
Le armature verticali sono previste agli incroci dei muri, in corrispondenza delle
aperture, ma anche lungo lo sviluppo della muratura con un determinato interasse, in
modo da assorbire sforzi localizzati di trazione e compressione.
- ad armatura verticale e orizzontale concentrata
- ad armatura verticale concentrata e orizzontale diffusa
Accorgimenti per la posa in opera
Compatibilità tra materiali impiegati Æ Differenti dilatazioni termiche
Realizzazione di vani porta o finestra
Discontinuità strutturale nella cortina muraria
Æ Introduzione di specifici elementi costruttivi per trasferire i carichi della zona
soprastante l’apertura
l’
alle
ll paretii laterali
l
li
Principi costruttivi:
- Principio del trilite
- Principio dell’arco
Principio del trilite
- Architrave
Principio dell’arco
- Arco
SETTI PORTANTI
Il soddisfacimento delle esigenze di benessere igrotermico è essenzialmente affidato
allo spessore della parete. La tenuta all’acqua è possibile grazie a cicli di
assorbimento e successiva evaporazione delle acque meteoriche, che non devono
raggiungere gli ambienti interni. La presenza di un intonaco sulla faccia esterna, non
impermeabile al vapor d’acqua, può peraltro coadiuvare efficacemente la funzione di
tenuta della parete rispetto alle acque meteoriche.
meteoriche
Procedimenti costruttivi
- Per modellatura indiretta (elementi costruttivi a concrezione) in opera
- In calcestruzzo armato
- In terra cruda
- Per addizione di elementi lineari (assemlati in opera)
- In legno
- Per addizione di elementi bidimensionali (pannelli) prefabbricati
- In calcestruzzo armato
- In legno lamellare
Setti a concrezione
- In
I terra
t
cruda
d
Fasi di costruzione di un muro
portante in terra cruda
1 - Cassaforma
2 - Telaio in legno
3 - Spezzettatura della paglia
4 - Preparazione
P
i
d l composto
del
t
(acqua, argilla, sabbia e paglia)
5 - Paglia messa a mollo nell’acqua
Setti a concrezione
- In
I calcestruzzo
l t
armato
t
Getto di cls. in un cassero recuperabile nel quale viene inserita l’armatura.
Il setto può costituire la parete perimetrale esterna (in ambienti non soggetti al
controllo della temperatura) o concorrere alla formazione di una parete isolata.
Impiegati per C.V.
C V portanti,
portanti per pareti di contenimento del terreno e per
realizzazione di vani tecnici, vani scala ecc.
Setti assemblati in opera
-In
I legno
l
Setti prefabbricati
-In
I calcestruzzo
l t
armato
t
Pannelli prefabbricati portanti, prodotti in genere secondo misure standardizzate.
Montati in cantiere a secco o tramite getti armati.
Setti prefabbricati
-In
I calcestruzzo
l t
armato
t
Sono in genere realizzati con l’uso di cls. armato alleggerito con argilla espansa
oppure con cls
cls. cellulare
cellulare, in modo da offrire migliori prestazioni termiche oltre
che alleggerire il peso del pannello.
Possono essere p
piani o nervati. I pannelli
p
sono autoportanti
p
e hanno spessori
p
variabili tra i 6 e i 30 cm. Gli spessori compresi tra i 6 e i 12 cm sono attribuibili
esclusivamente ai tipi nervati.
Setti prefabbricati
- In
I legno
l
lamellare
l
ll
Pannelli lamellari di legno massiccio di spessore
variabile
i bil dai
d i 5 aii 30 cm realizzati
li
i incollando
i ll d stratii
incrociati di tavole di spessore medio di 2 cm
Il peso specifico del
legno lamellare è
inferiore ai 500 kg/m
kg/m³
Calcestruzzo:
2000 2500 kg/m³
2000-2500
kg/m
Acciaio: 7800 kg/m³
Per la giunzione delle
lamelle si utilizzano
speciali adesivi
strutturali
Setti prefabbricati
- In
I legno
l
lamellare
l
ll
Strati unidirezionali, formati da più lamelle, incollati l’uno sull’altro secondo
di i i incrociate:
direzioni
i
i
gli
li stratii adiacenti
di
i sono ruotatii di 90° l’uno
l’
rispetto
i
all’altro
ll’ l
Setti prefabbricati
- In
I legno
l
lamellare
l
ll
I pannelli possono essere tagliati a seconda delle esigenze architettoniche
Setti prefabbricati
- In
I legno
l
lamellare
l
ll
Vantaggi delle pareti in legno lamellare X-lam:
• Montaggio
M
i “a
“ secco“,
“ per semplice
li fissaggio,
fi
i senza la
l necessità
i à di eseguire
i gettii
integrativi
Setti prefabbricati
- In
I legno
l
lamellare
l
ll
• Velocità di posa e gestione ottimale del cantiere La posa delle pareti in legno è
molto
l rapida,
id e vii è la
l possibilità
ibili à di immediata
i
di messa in
i carico
i delle
d ll strutture
• Leggerezza delle strutture Le strutture in X-lam sono molto più leggere rispetto
a pareti realizzate con tecnologie tradizionali.
tradizionali Sono quindi ideali nei casi di
sopraelevazione quando le strutture esistenti non sarebbero in grado di sopportare
carichi troppo elevati
Setti prefabbricati
- In
I legno
l
lamellare
l
ll
• Elevate caratteristiche prestazionali dal punto di vista termico, igrometrico,
energetico
i edd acustico.
i Le
L paretii in
i legno
l
X-lam
X l offrono:
ff
- ottimi valori di isolamento termico;
- buon isolamento acustico;
- buona inerzia termica.
BIBLIOGRAFIA
A. Acocella, L’architettura del mattone faccia vista
ANDIL La corretta esecuzione delle murature in laterizio
ANDIL,
ANDIL, Il corretto impiego del laterizio faccia a vista
F. Brambilla, Il manuale del mattone faccia a vista
M C Torricelli,
M.C.
T i lli Il corretto
tt impiego
i i
d li elementi
degli
l
ti forati
f ti in
i laterizio
l t ii
G. Sciuto, La pietra lavica nell’Architettura, Capitoli 3 e 4
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