13 La Voce dei Berici Domenica 20 febbraio 2011 TERRITORIO ISTRUZIONE Viaggio nelle strutture che ospitano le varie facoltà beriche: frequentata soprattutto da vicentini, gli studenti fuori sede fanno i pendolari La vita universitaria non si vede, ma c’è Le aule sono intitolate agli sponsor: c’è quella con il nome di una ditta di ristorazione, un’altra si chiama come uno studio di professionisti Aule intitolate ad illustri scienziati? Macchè, agli sponsor. È la prima cosa che lascia interdetti della nuova sede universitaria di viale Margherita. All’interno del neopolo, non si trova “Aula Albert Einstein”, ma si legge il nome di una ditta di ristorazione o di uno studio di professionisti, con tanto di striscioni pubblicitari appesi sul muro. La seconda cosa a colpire è quanto sia difficile trovare uno studente “fuori sede”: quasi tutti sono di Vicenza, oppure, se vengono da fuori, fanno vita da pendolari. L’università insomma, per quanto sia in costante crescita, non ha “contaminato” il resto della città. Eppure gli studenti sembrano abbastanza soddisfatti delle strutture e dell’organizzazione dei corsi. «Sono di Vicenza e vivo con i miei genitori - racconta Giacomo Crotta, 19 anni al primo anno di Economia, dalla nuova biblioteca La nuova sede di viale Margherita che ospita i corsi di Economia e commercio, Economia aziendale, Economia internazionale e Sicurezza igienico sanitaria degli alimenti. A sinistra, la hall delle sede con alcuni studenti in coda davanti alla segreteria. A destra, ragazzi a lezione del complesso di viale Margherita -. In effetti non conosco ragazzi fuorisede che abbiano preso casa in città. Però la vita universitaria, anche se non si vede, c’è: ci sono i mercoledì universitari, con lo spritz scontato, in diversi bar. Da qualche mese c’è un gruppo di studenti, “L’uni Toones”, che organizza serate universitarie: all’ultima c’erano 1500 persone». Rali Ahindak frequenta il secondo anno di Economia aziendale: «Ho 24 anni e da tre e mezzo vivo a Monteviale - dice -. Sono marocchino, sono venuto qui per studiare». La scelta della facoltà con sede a Vicenza, oltre alla comodità, è dovuta alla disponibilità di posti: «Qui non c’è il numero chiuso come a Padova. A Vicenza la selezione avviene durante l’anno, prosegue solo chi fa almeno tre esami. Il dipartimento è ben organizzato, siamo in pochi studenti e le strutture sono nuove». Vita sociale? Con i compagni di corso, non tanta. «Io vivo nella casa della mia ragazza, ma la maggior parte degli studenti vivono dai genitori – continua Ahindak –. Non frequento i miei compagni di corso, ma altri amici». Ad Ingegneria, che ha sede nei palazzi rossi dell’ex Gil in contra’ Barche, incontriamo una studentessa non vicentina. «Sono di Verona, ma faccio la pendolare ogni giorno con il treno - spiega -. A Vicenza non ci vivrei, è una città noiosa, qui ci si viene solo a studiare». Gli unici fruorisede, o quasi, abitano nella residenza dell’Esu (l’agenzia padovana per il diritto allo studio) nell’ex convento di San Silvestro. Nei mini appartamenti da due o tre posti ci sono in tutto sessanta posti letto. L’anno accademico 2011-2012 è il primo in cui la struttura è al completo: vi sono ospitati dieci I NUMERI Vicenza non ospita un’università autonoma, ma una serie di corsi che dipendono dagli atenei di Padova e Verona L’anno scorso gli iscritti erano circa 4.000, la metà sono futuri ingegneri In 14 anni, dal 1995 al 2009, si sono laureati 5.635 ragazzi L’Università arriva a Vicenza nel lontano 1204, da una migrazione di studenti bolognesi, ma ci resta pochissimo: già nel 1209 quell’esperienza finisce. I corsi universitari tornano nel 1990, grazie a un consorzio fra Comune, Provincia e Camera di commercio, che nel 2003 si stabilizzerà formando la Fondazione Studi Universitari di Vicenza - FSU: inizialmente la sede di Monte Berico ospita corsi di Ingegneria Gestionale dell’Università di Padova, poi l’offerta si amplia e oggi comprende cinque corsi di Ingegneria (dell’Università di Padova), tre corsi di Economia (del- l’Università di Verona), e il corso di Sicurezza Igienico-sanitaria degli Alimenti (dell’Università di Padova, facoltà di Medicina). Vicenza non ospita, quindi, un’Università autonoma, ma una serie di corsi degli atenei vicini: se la gestione amministrativa e burocratica dipende sempre da Padova e Verona, la Fondazione reperisce i capitali per costruire le strutture, ad esempio la sede di Economia in viale Margherita, da poco inaugurata. Nell’anno accademico 20092010 sono stati 3.645 gli studenti iscritti a Vicenza: la metà esatta in Ingegneria (1.830), il 38% ad Economia (1.394) e il 12% in Sicurezza degli Alimenti (421). I nuovi immatricolati sono stati 1.302 (contro i 1.252 dell’anno precedente), di cui 593 in Ingegneria, 551 in Economia e 158 in Sicu- fra docenti, ricercatori e dottorandi, e cinquanta studenti soprattutto di ingegneria, ma anche di economia, del corso in sicurezza degli alimenti e di quello in infermieristica. Il 90% vengono dal Veneto, qualcuno dal Sud, e c’è una quota di studenti stranieri, prevalentemente africani. La residenza ospita anche ragazzi del conservatorio (fra cui cileni, giapponesi e cinesi) e gli studenti Erasmus che frequentano la scuola superiore di mediatori linguistici, che ha sede in corso San Felice. Giulio Todescan CURIOSITA’ Il gruppo “L’uni Toones”, per ravvivare Vicenza “città smorta” L’interno della facoltà di Economia rezza degli Alimenti. In quattordici anni, dal 1995 al 2009, si sono laureati nella città berica 5.635 studenti: 4.468 in Ingegneria, 983 in Economia (attivata nel 2003) e 184 in Medicina e Veterinaria (il corso in sicurezza degli alimenti è stato attivato nel 2004). A farla da padrone è il corso di Ingegneria gestionale: 1.809 i laureati con il vecchio ordinamento, 837 con il nuovo, 419 hanno con- seguito la laurea magistrale (il biennio di specializzazione previsto con il nuovo ordinamento). Considerando invece Economia, il corso più gettonato è decisamente Economia del Commercio Internazionale, che ha sfornato 768 laureati. Oggi l’Università ha le sue sedi in centro storico: nell’ex convento di San Nicola, all’ex Gil e in viale Margherita. G.T. Ravvivare Vicenza, renderla universitaria a tutti gli effetti, organizzando feste e serate, per contrastare il ritornello “Vicenza, città smorta”. Nasce con questi propositi il gruppo universitario “L’Uni Toones”, formato da quattro ragazzi vicentini di 23 anni: Damiano Calabrò, Manuel Munaretto, Alessandro Granieri e Marketto Calandra. Tre di loro frequentano Economia in città, il quarto è iscritto a Venezia. Da ottobre a giugno, per due mercoledì al mese, organizzano una serata-spritz al “Circus”, locale in via Fermi. Poi varie serate in discoteca, al Victory, a Villa Bonin, fino al ritrovo di due settimane fa al Crazy Bull di Torri di Quartesolo. «Siamo partiti in circa 300, oggi raduniamo più di mille teste. Senza dubbio un successo!», spiegano i quattro ragazzi.