La vita universitaria non si vede, ma c`è

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La Voce dei Berici
Domenica 20 febbraio 2011
TERRITORIO
ISTRUZIONE Viaggio nelle strutture che ospitano le varie facoltà beriche: frequentata soprattutto da vicentini, gli studenti fuori sede fanno i pendolari
La vita universitaria
non si vede, ma c’è
Le aule sono intitolate
agli sponsor: c’è quella
con il nome di una
ditta di ristorazione,
un’altra si chiama
come uno studio di
professionisti
Aule intitolate ad illustri scienziati? Macchè, agli sponsor. È la
prima cosa che lascia interdetti
della nuova sede universitaria di
viale Margherita. All’interno del
neopolo, non si trova “Aula Albert Einstein”, ma si legge il
nome di una ditta di ristorazione
o di uno studio di professionisti,
con tanto di striscioni pubblicitari appesi sul muro.
La seconda cosa a colpire è
quanto sia difficile trovare uno
studente “fuori sede”: quasi tutti
sono di Vicenza, oppure, se vengono da fuori, fanno vita da pendolari. L’università insomma, per
quanto sia in costante crescita,
non ha “contaminato” il resto
della città. Eppure gli studenti
sembrano abbastanza soddisfatti
delle strutture e dell’organizzazione dei corsi.
«Sono di Vicenza e vivo con i
miei genitori - racconta Giacomo
Crotta, 19 anni al primo anno di
Economia, dalla nuova biblioteca
La nuova sede di viale Margherita che ospita i corsi di Economia e commercio, Economia
aziendale, Economia internazionale e Sicurezza igienico sanitaria degli alimenti.
A sinistra, la hall delle sede con
alcuni studenti in coda davanti
alla segreteria. A destra, ragazzi a lezione
del complesso di viale Margherita
-. In effetti non conosco ragazzi
fuorisede che abbiano preso casa
in città. Però la vita universitaria,
anche se non si vede, c’è: ci sono
i mercoledì universitari, con lo
spritz scontato, in diversi bar. Da
qualche mese c’è un gruppo di
studenti, “L’uni Toones”, che organizza serate universitarie: all’ultima c’erano 1500 persone».
Rali Ahindak frequenta il secondo anno di Economia aziendale: «Ho 24 anni e da tre e
mezzo vivo a Monteviale - dice -.
Sono marocchino, sono venuto
qui per studiare». La scelta della
facoltà con sede a Vicenza, oltre
alla comodità, è dovuta alla disponibilità di posti: «Qui non c’è
il numero chiuso come a Padova.
A Vicenza la selezione avviene
durante l’anno, prosegue solo chi
fa almeno tre esami. Il dipartimento è ben organizzato, siamo
in pochi studenti e le strutture
sono nuove».
Vita sociale? Con i compagni di
corso, non tanta. «Io vivo nella
casa della mia ragazza, ma la
maggior parte degli studenti vivono dai genitori – continua
Ahindak –. Non frequento i miei
compagni di corso, ma altri
amici».
Ad Ingegneria, che ha sede nei
palazzi rossi dell’ex Gil in contra’
Barche, incontriamo una studentessa non vicentina. «Sono di Verona, ma faccio la pendolare ogni
giorno con il treno - spiega -. A
Vicenza non ci vivrei, è una città
noiosa, qui ci si viene solo a studiare».
Gli unici fruorisede, o quasi,
abitano nella residenza dell’Esu
(l’agenzia padovana per il diritto
allo studio) nell’ex convento di
San Silvestro. Nei mini appartamenti da due o tre posti ci sono
in tutto sessanta posti letto.
L’anno accademico 2011-2012 è
il primo in cui la struttura è al
completo: vi sono ospitati dieci
I NUMERI Vicenza non ospita un’università autonoma, ma una serie di corsi che dipendono dagli atenei di Padova e Verona
L’anno scorso gli iscritti
erano circa 4.000, la metà
sono futuri ingegneri
In 14 anni, dal 1995
al 2009, si sono laureati 5.635 ragazzi
L’Università arriva a Vicenza nel
lontano 1204, da una migrazione
di studenti bolognesi, ma ci resta
pochissimo: già nel 1209 quell’esperienza finisce.
I corsi universitari tornano nel
1990, grazie a un consorzio fra Comune, Provincia e Camera di commercio, che nel 2003 si
stabilizzerà formando la Fondazione Studi Universitari di Vicenza
- FSU: inizialmente la sede di
Monte Berico ospita corsi di Ingegneria Gestionale dell’Università
di Padova, poi l’offerta si amplia e
oggi comprende cinque corsi di
Ingegneria (dell’Università di Padova), tre corsi di Economia (del-
l’Università di Verona), e il corso
di Sicurezza Igienico-sanitaria
degli Alimenti (dell’Università di
Padova, facoltà di Medicina).
Vicenza non ospita, quindi,
un’Università autonoma, ma una
serie di corsi degli atenei vicini: se
la gestione amministrativa e burocratica dipende sempre da Padova
e Verona, la Fondazione reperisce
i capitali per costruire le strutture,
ad esempio la sede di Economia in
viale Margherita, da poco inaugurata.
Nell’anno accademico 20092010 sono stati 3.645 gli studenti
iscritti a Vicenza: la metà esatta in
Ingegneria (1.830), il 38% ad Economia (1.394) e il 12% in Sicurezza degli Alimenti (421). I nuovi
immatricolati sono stati 1.302
(contro i 1.252 dell’anno precedente), di cui 593 in Ingegneria,
551 in Economia e 158 in Sicu-
fra docenti, ricercatori e dottorandi, e cinquanta studenti soprattutto di ingegneria, ma
anche di economia, del corso in
sicurezza degli alimenti e di
quello in infermieristica. Il 90%
vengono dal Veneto, qualcuno
dal Sud, e c’è una quota di studenti stranieri, prevalentemente
africani.
La residenza ospita anche ragazzi del conservatorio (fra cui
cileni, giapponesi e cinesi) e gli
studenti Erasmus che frequentano la scuola superiore di mediatori linguistici, che ha sede in
corso San Felice.
Giulio Todescan
CURIOSITA’
Il gruppo “L’uni Toones”,
per ravvivare Vicenza
“città smorta”
L’interno della facoltà di Economia
rezza degli Alimenti.
In quattordici anni, dal 1995 al
2009, si sono laureati nella città
berica 5.635 studenti: 4.468 in Ingegneria, 983 in Economia (attivata nel 2003) e 184 in Medicina e
Veterinaria (il corso in sicurezza
degli alimenti è stato attivato nel
2004).
A farla da padrone è il corso di
Ingegneria gestionale: 1.809 i laureati con il vecchio ordinamento,
837 con il nuovo, 419 hanno con-
seguito la laurea magistrale (il
biennio di specializzazione previsto con il nuovo ordinamento).
Considerando invece Economia, il
corso più gettonato è decisamente
Economia del Commercio Internazionale, che ha sfornato 768
laureati.
Oggi l’Università ha le sue sedi
in centro storico: nell’ex convento
di San Nicola, all’ex Gil e in viale
Margherita.
G.T.
Ravvivare Vicenza, renderla universitaria a tutti gli effetti, organizzando feste e serate, per
contrastare il ritornello “Vicenza,
città smorta”. Nasce con questi
propositi il gruppo universitario
“L’Uni Toones”, formato da quattro ragazzi vicentini di 23 anni:
Damiano Calabrò, Manuel Munaretto, Alessandro Granieri e
Marketto Calandra. Tre di loro
frequentano Economia in città,
il quarto è iscritto a Venezia.
Da ottobre a giugno, per due
mercoledì al mese, organizzano
una serata-spritz al “Circus”, locale in via Fermi. Poi varie serate
in discoteca, al Victory, a Villa
Bonin, fino al ritrovo di due settimane fa al Crazy Bull di Torri di
Quartesolo. «Siamo partiti in
circa 300, oggi raduniamo più di
mille teste. Senza dubbio un
successo!», spiegano i quattro
ragazzi.