SEMINARIO INTERNAZIONALE Teoria e pratica del Costruire. Esperienze didattiche e di ricerca a confronto. DAPT – Università di Bologna AMBITO TEMATICO: La sperimentazione costruttiva: didattica e ricerca applicata Per una nuova “regola d’arte” negli interventi a basso impatto ambientale di Adriano PAOLELLA e Consuelo NAVA* Facoltà di Architettura di Reggio Calabria – Dipartimento di Arte Scienza e Tecnica del Costruire gruppo di ricerca TRESA - Tecnologie del Recupero Ecologico e Sociale dell’Abitare via Melissari 89125 Reggio Calabria telefax +39.965.3223107 PREMESSA Information and education contribute to define the debate about project, construction and environment, which promotes a direct connession between the values related to the education of the individuals and those related to a sustainability science, aiming at the interventions feasibility, and so at the correct use of the technical information available, at the exportability of experiences, at the “response at the appropriate scale” to the needs typical of global living. These operative and cultural lines have inspired the research and teaching activities within the Faculty of Architecture of Reggio Calabria, of the Tecnologie del Recupero Ecologico e Sociale dell’Abitare ** group, directed by prof. Adriano Paolella, researching about the improvement of energy-environmental efficiency and the social quality of the built environment, focusing on the role of adjustable technologies within environmental design processes. (nota 1) CARATTERI DELL’INFORMAZIONE DEL PROGETTO AMBIENTALE Le informazioni necessarie alla definizione del progetto Il progetto ambientale è un progetto specifico in cui il principale obiettivo è la riqualificazione e conservazione dell’ambiente; così definito il progetto ambientale è dunque un progetto complesso che si interessa dell’insieme delle componenti che interagiscono con la trasformazione e di esso definisce i caratteri delle relazioni, finalizzando le configurazioni progettuali alla riduzione degli effetti negativi da impatto sull’ambiente. In tali processi la predisposizione di informazioni ed elaborazioni contribuiscono sia a definire direttamente le soluzioni tecniche dell’edificio, sia a completare il contesto progettuale in cui l’edificio si inserisce. In questo quadro è necessario predisporre alcuni dedicati livelli di comunicazione che dovrebbero integrare ed approfondire i consueti elaborati di trasmissione delle informazioni progettuali; l’oggetto di questi livelli puntualizza anche l’obiettivo di ogni strategia tesa alla definizione del progetto ambientale, come di seguito proposto. (nota 2) a. Informazioni dedicate al rapporto con l’intorno Si definiscono le relazioni con l’ambito morfologico in cui si inserisce il manufatto, per luoghi differenti le informazioni assumeranno contenuti diversi. Tra i dati che concorrono all’obiettivo: la morfologia e struttura naturale del terreno prima dell’intervento, lo stato della copertura vegetale, le potenzialità ecologiche, le modalità di utilizzazione da parte della popolazione, la presenza di degrado e le condizioni di alterazione del sistema di riferimento. E’ una interpretazione dettata dall’osservazione dei luoghi e dalle tracce (anche minime) presenti nell’area, dalla conoscenza del sistema naturale ed antropico preesistente. Questa indagine definisce anche l’oggetto dell’intervento e declina verso la tipologia di progettazione. b. Informazioni dedicate al rapporto con i caratteri dei luoghi Si definisce come funziona il sistema naturale del luogo. Quali siano i caratteri fisicoambientali: l’esposizione, le temperature, i venti, la piovosità. E’ importante non trattare dati sintetici e generali sull’area vasta, ma tentare ove possibile di avere informazioni specifiche sul contesto insediativo, con restituzioni performanti e riferite alle stagioni. Alle ricerche di settore per raggiungere tali obiettivi si aggiungano le esperienze dirette: la conoscenza della cultura materiale locale e le indagini di natura socio-tecnica definite con gli utenti/abitanti. c. Informazioni dedicate al rapporto con la comunità insediata Il rapporto tra uso delle risorse e popolazione è sempre presente anche quando apparentemente i luoghi appaiono abbandonati. E’ evidente che ancora più significativo è questo rapporto quando si tratta di aree insediative consolidate. E’ dunque opportuno capire come viene usato il luogo, che cosa esso rappresenti per gli abitanti delle aree limitrofe, quali siano i desideri per quell’area e quali le necessità delle comunità. Tale interpretazione si attua sia attraverso il diretto rilevamento dei caratteri che raccolgono le modalità di espressione della domanda (con un’interpretazione a carico dei tecnici), sia attraverso la raccolta delle opinioni e dei desideri degli utenti, attraverso modalità e strategie partecipative, dai questionari, alle interviste fino ai laboratori di quartieri (nel rapporto tra tecnico/facilitatore ed utenza). d. Informazioni dedicate alle implicazioni sociali dell’intervento E’ altresì importante capire quali effetti l’intervento comporterebbe sulla organizzazione sociale, cercando di rilevare quali siano le capacità tecniche presenti sul territorio e come utilizzarle nel progetto o verificare gli effetti negativi o positivi che scelte diverse di sistemi costruttivi e di organizzazione di cantiere possono comportare sulla manodopera locale. Qualunque trasformazione, seppur piccola, infatti se adeguatamente condotta può portare benefici stabili o se inopportunamente condotta può avviare fenomeni di degrado il cui recupero può essere difficile anche nel lungo periodo (sostenibilità sociale). Tale livello di informazione si può gestire nel passaggio tra la scala del progetto preliminare e quella del progetto definitivo, tentando una fattibilità tecnica ed economica su scenari di contesto differenti. e. Informazioni dedicate al funzionamento dell’edificio per sistemi L’edificio é un sistema di parti fisiche e relazioni, un organismo che funziona in maniera integrata ed è dunque necessario studiarlo nel suo complesso. Il livello di funzionamento ambientale, come può essere definito con le indicazioni sulle prestazioni bioclimatiche (controllo luminoso, raffrescamento e riscaldamento passivo etc), deve trovare risposte nella maggiore definizione di tutto l’organismo e della sua capacità regolatrice ed adattiva per sistemi. Pertanto il livello di progettazione approfondisce le considerazioni fatte in via preliminare e trova rispondenza nella fase definitiva delle elaborazioni. L’edificio è un organismo e quindi va rappresentato nel suo funzionamento organico. Le parti che lo compongono non possono essere considerate come componenti autonome, che non si relazionano ed i cui caratteri sono definiti indipendentemente. E’ questo un fare tipico della progettazione a catalogo di derivazione industriale, in cui il principale interesse è posto nelle capacità tecniche delle singole parti, indipendentemente dal contesto in cui esse sono localizzate ed utilizzate. In particolare il funzionamento dei sistemi passivi di un edificio si comunica soprattutto attraverso sezioni costruttive cielo/terra in cui siano evidenziati i nodi e le connessioni, integrate da informazioni, dati e schemi esemplificativi del funzionamento progettato, ciò da utilizzarsi come metodo di verifica grafica. f. Informazioni dedicate allo studio dei dettagli La costruzione di un organismo edilizio definito per luogo e modalità di uso specifici si caratterizzerà per soluzioni anch’esse specifiche. La progettazione del dettaglio assumerà quindi un’importanza ed una particolarità tale, da non potere essere né trascurato, né affidato sempre a soluzioni conformi o disponibili come “prodotto” sul mercato. Il dettaglio qualifica i sistemi, rende possibile il loro funzionamento, permette di affrontare problemi che solo a questa determinata scala (rapp.1:10, 1:5, 1:2, etc) è possibile individuare e risolvere. Il dettaglio è altresì così connesso all’edificio, che dalla sua configurazione è possibile prevedere i caratteri dell’intero progetto. I caratteri del processo progettuale L’ideazione del progetto ambientale non può essere affidata ad “un attimo di creatività”, come prodotto e concretizzazione di un’ immagine che in qualche forma condensa le conoscenze, la cultura e le sensazioni del progettista. E’ invece processo che, in un continuo avvicinamento alla completa definizione della trasformazione, nel considerare le numerose variabili che interagiscono con il manufatto, alle diverse scale e nei livelli di approfondimento propri, ne definisce momento per momento i caratteri e le forme. I problemi emergono sia alle diverse scale di approfondimento grafico, sia affrontando i diversi temi che interagiscono con la definizione dell’edificio. Ciascuno di essi comporta un arricchimento delle soluzioni progettuali e la loro considerazione aumenta la complessità dell’organismo stesso. Si tratta dunque di un processo che si sviluppa nel tempo, in una continua definizione di soluzioni e nella loro verifica alla luce di altri fattori da considerarsi. In un continuo passaggio di scala dove anche la definizione del più piccolo dettaglio influenza e varia il progetto complessivo; se questo non avvenisse vorrebbe dire che le elaborazioni a scala minore non partecipano alla definizione dell’organismo, non sono relazionate ai sistemi, oppure che non hanno articolato soluzioni progettuali specifiche e non pregiudiziali e quindi in ambedue i casi non risponderebbero ai criteri propri della progettazione ambientale. In sintesi il progetto ambientale non si sviluppa secondo un percorso in cui le fasi, caratterizzate anche da scale di approfondimento differenti, si susseguono definendosi una dopo l’altra; ma in parallelo con questo percorso, che è comunque da considerarsi bidirezionale (si avanza e si retrocede nel processo progettuale), vi sono anticipazioni che portano ad affrontare contemporaneamente scale differenti nella comunicazione grafica e tecnica del progetto. Il contributo della didattica e della ricerca applicata Le modalità di rappresentazione, i processi progettuali, i percorsi di studio, le soluzioni tecnologiche adottate, gli esiti progettuali desiderati sono tra loro direttamente connessi. Le norme e le procedure regolamentate non possono sostituirsi a scelte culturali, che afferiscono direttamente al ruolo che i progettisti assumono strategicamente all’interno delle esperienze creative. In ciò il progetto ambientale con le sue tensioni tecniche e sociali si riferisce a modalità di comunicazione delle informazioni, secondo propri codici, proprie fasi esecutive, necessitando di attori consapevoli e coerenti nelle modalità operative. In tale senso il ruolo svolto dalla proposta formativa, indirizzata alla definizione di “progettisti che ben governano le trasformazioni ambientali”, non può che realizzarsi interfacciando i contenuti tipici della ricerca di settore con l’esperienza programmata da dedicare durante ogni percorso formativo: per il progetto di tipo ambientale a tutte le scale, didattica e ricerca applicata concorrono coerentemente. COMUNICARE LA SCALA DELLA SOSTENIBILITA’ NELL’ARCHITETTURA ECOLOGICA Le premesse in 5 azioni di progetto Praticare e comunicare la scala della sostenibilità nell’architettura ecologica significa indagare intorno ai temi della tecnologia adattiva, per comprenderne ruolo e caratteri essenziali. Mutuare il significato di “adattivo” dal settore più specifico che studia le trasformazioni dell’habitat dal punto di vista ecologico può tornare di estrema utilità. Il carattere delle trasformazioni legato all’ambiente, peraltro è naturalmente definito “nell’insieme di tutti i fattori ecologici che hanno influenza diretta e regolatrice sui livelli di organizzazione dell’individuo e delle comunità.” Infatti, tutti i caratteri distintivi dei processi ecologici si fondano sulle mutazioni e sull’adattamento dell’ambiente, sotto la pressione dell’uso, nel tempo. Le regole delle trasformazioni relative al contesto d’intervento si ritrovano tra le opzioni possibili riscontrabili all’interno della logica della progettazione ambientale e della sostenibilità degli interventi, le cui azioni possono oscillare dai riferimenti ai livelli di macro lettura (pianificazione ad ampia scala, bio-zoning, etc) ai livelli intermedi microambientali, quali quelli riferibili allo spazio ambientale urbano (per esempio), fino alla definizione dei sistemi per il ripristino delle qualità ecologiche delle aree da trasformare o anche, alla scala di progetto del prodotto e del materiale ecocompatibile, fino al design vero e proprio. La “scala del progetto” è così definita attraverso la “scala dell’oggetto”; ma altro è definire la scala con cui comunicare con efficacia i caratteri dello stesso oggetto, perché esso sia riconoscibile e riferibile direttamente a logiche di sostenibilità dell’intervento. La qualità del progetto esecutivo, la sua maggiore qualificazione nell’esattezza e nel rigore dell’informazione tecnica e grafica possono partecipare alla realizzazione di interventi da definirsi “a basso impatto”, oltre che per la minimizzazione del fabbisogno energetico ed il controllo delle condizioni di comfort, per la più evoluta ed appropriata progettazione degli elementi tecnici della pelle degli edifici, in relazione alle tecniche disponibili ed al contesto d’insediamento dell’organismo edilizio, secondo un approccio progettuale e tecnologico di tipo adattivo. I caratteri riferiti alla qualificazione dell’esecutività delle tecniche a basso impatto e la loro traduzione grafica delle informazioni si realizzano con tutte le strumentazioni proprie del processo progettuale, ma l’approfondimento ideativo si carica di significati concretamente in sei azioni di progetto, che rappresentano nella loro definizione complessiva il significato interscalare dei caratteri stessi dell’intervento di tipo ecologico: a) b) c) d) e) f) I disegni di concept I disegni di Masterplan I disegni di sistema ambientale – simulazione performances La simulazione attraverso il modello I disegni di sistema tecnologico – tecnologia dell’involucro I disegni di dettaglio Questi momenti operativi trovano la loro collocazione e giustificazione all’interno del processo progettuale di tipo informativo – grafico, con l’appropriatezza dell’uso di strumentazioni dedicate al progetto esecutivo ed all’esecutività delle scelte a basso impatto, la cui questione viene trattata in chiusura di paragrafo. Essi rappresentano i passaggi fondamentali connessi ad una strategia sintetica progettuale per cui il carattere “ideativo” si confronta con quello “tecnico” del controllo e della verifica della sostenibilità delle scelte. (nota 3) Gli obiettivi nella necessità di una nuova regola d’arte Con l’avvento delle questioni sulla sostenibilità degli interventi, si è rinnovato l’interesse per l’efficacia delle informazioni tecniche che la “scala del dettaglio” può restituire. L’istruzione del dettaglio si è caricata di altri significati soprattutto a livello grafico, riscoprendo la necessità di definirsi “utile” per controllare il progetto secondo la propria accezione anticipatoria, per individuare l’esatta collocazione dei componenti nello spazio, per rendere visibile l’invedibile e per mostrarsi con una scala di rappresentazione la più vantaggiosa possibile. Ma fin dalla definizione avuta con la prima manualistica, la comprensione dei tipi costruttivi è stata affidata come esito al disegno del dettaglio, comprendendo sempre una “necessità di elaborazione del tipo e della sua contestualizzazione”. Sembra importante riconoscere che le questioni che si sono poste con “la regola d’arte”, che garantiva la perizia del costruire attraverso la sapienza progettuale e la chiarezza delle informazioni grafiche, figura 1, possano oggi rappresentare un utile riferimento di processo progettuale, riconfigurato secondo le nuove istanze del progettare e costruire sostenibile. Affermando la nuova tendenza del dettaglio, come “relazione” di processi non gerarchizzati, e come espressione dell’informazione che si manifesta con rinvii continui alle differenti scale del progetto, si rinnova quindi la necessità di una nuova regola d’arte che descriva gli elementi attraverso i funzionamenti, le relazioni, i significati di un processo creativo dettato da una innovata specificazione tecnologica, in cui il controllo della qualità tecnica avviene con una definizione in grado di organizzare soluzioni ed alternative progettuali per “nodi e sistemi”, risolvendo le questioni con le strumentazioni più idonee, come è proprio delle regole che governano tutte le progettazioni di tipo ambientale. (nota 4) Fig.1 – Processo analogico, Manuale del Donghi (1925-35) Le strumentazioni per il progetto esecutivo e l’esecutività delle scelte a basso impatto La scala della comunicazione del progetto esecutivo per gli interventi a basso impatto, come evidenziato in premessa, non obbedisce a regole interne della rappresentazione e pertanto si configura direttamente connessa alla tipologia dell’intervento, alle modalità con cui si esprimono le scelte sulle tecnologie ed i materiali ed alle logiche del progetto “di sistema”. La rappresentazione grafica e l’informazione tecnica risolvono le questioni di comunicazione del progetto verificando alla scala esecutiva rapporti di coerenza tra tipologia dei dati, elaborati specifici e serie di riferimento. Per cui alla prima (A - informazione grafica) è affidata la capacità di istruire gli elaborati, interfacciando direttamente nel progetto esecutivo, informazioni relative alla qualità architettonica dell’intervento (cfr. tab.1), con quelle relative all’efficacia delle scelte controllate alla scala di sistema (cfr. tab.2); alla seconda (B - informazione tecnica), si affida il compito di trasmettere i contenuti tecnici e procedurali relativi alla scelte operate, individuando percorsi praticabili su sperimentazioni progettuali. E’ evidente che questa procedura progettuale non considera “il progetto esecutivo”, come una semplice fase di ingegnerizzazione delle scelte espresse durante le elaborazioni preliminari e definitive dell’intervento, ma si propone di individuare strategie operative “aperte” che consentono di controllare con continui feed-back le informazioni, fino alla definizione dei disciplinari tecnici, che ne istruiscono in maniera sintetica gli aspetti tecnologici ed ambientali, oltre che di fattibilità economica, rilevanti e quindi istruttori. Di seguito si propone l’esplicitazione di questi due aspetti dell’esecutività delle scelte, evidenziandone la struttura e l’articolazione delle informazioni. (nota 5) A - Informazione grafica – gli elaborati specifici Si fa riferimento alla fase esecutiva del progetto: Tab.1 – el.grafici del progetto architettonico Tipo di dato/rif.fase 1. Dati di individuazione generale 2. Dati di individuazione e specificazione 3. Dati di costruzione e/o assemblaggio 4. Dati di produzione Rappresentazione grafica Elaborati specifici Serie Planimetrie Rilievi, planimetria generale, sistemazioni esterne Piante, Sezioni e Prospetti Rilievi, Demolizioni e Ricostruzioni, Quotature Componenti strutturali Tipologie strutturali Carpenterie e studio fondazioni a. Particolari costruttivi Informazione produzione di settore b. Dettagli esecutivi Capitolati tecnico-descrittivi c. Abachi/ soluzioni tipo Disciplinari tecnici informati Abachi/ componenti di Disciplinari tecnici informativi sistemi a b.impatto Istruzioni di design Dati prestazionali sulle caratteristiche tecniche dei componenti Carattere distintivo della fase esecutiva per il progetto architettonico è la scalarità delle categorie di lettura delle informazioni fornite attraverso gli elaborati grafici e descrittivi. Tab.2 – el.grafici del progetto di sistema Tipo di dato/ rif.fase 1. Studio del contesto Rappresentazione grafica Elaborati specifici Serie Planimetrie – soluzioni per Riferimenti localizzazione sito differenti scenari Riferimenti climatici e performances stagionali Risorse disponibili in situ (materiali, tecniche e risorse naturali) 2. Dati di specificazione tecnologico-ambientale 3. Dati di pre-progetto a. Studio dei dettagli esecutivi – nodi costruttivi b. Abachi per nodi comuni da soluzioni conformi a. Particolari costruttivi per soluzioni compatibili b. Sezione di involucro per studi relativi ai nodi funzionali c. Schemi di funzionamento per performances a. Verifica di adattività dei sistemi adottati (sistemi costruttivi e modelli di funzionamento prodotti dalla fase 2) al contesto progettuale alla scala di insediamento e di edificio Capitolati tecnico-descrittivi Grafie da dettaglio (rapp.1:10, 1:5. 1:2) Disciplinari tecnici Simulazione con modelli in scala (serie dei plastici) Sezioni cielo –terra (rapp.1:20) Verifica con software dedicati alle performances energetiche (diagrammi di simulazione) Adeguamento morfologico-ambientale (simulazione grafica inserimento contestuale) Carattere distintivo della fase esecutiva per il progetto di sistema è l’interscalarità delle categorie di lettura delle informazioni fornite attraverso gli elaborati grafici e descrittivi. B - Informazione tecnica – i percorsi praticabili sui tre livelli di rappresentazione I caratteri dell’informazione tecnica si giocano tutti sull’interfaccia tra fasi del processo progettuale ed organizzazione dei contenuti. In questo ambito occorre precisare che pur operando all’interno dell’esecutività del progetto, la fattibilità dell’intervento e la sua concezione sono fortemente incisive sui processi realizzativi, indirizzandone già le modalità, le tecniche e le scelte di configurazione. Come si evince dalla metodologia operativa di seguito esposta, gli steps delle differenti fasi si riferiscono ai momenti in cui l’informazione grafica, con le sue regole e le sue istruzioni è funzionale ai contenuti da illustrare e mai viceversa; questo nel progetto ambientale degli interventi a carattere ecologico costituisce un plusvalore non solo “comunicativo” ma anche di “significato”. A) Fase di ANALISI Strumento: fattibilità dell’intervento Contenuti degli studi/elaborati 1. Scelta area di intervento (opzione tra differenti siti) B) Indagine sulle risorse del luogo (contesto sociale, storico, economico-produttivo, dell’ambiente naturale, dell’ambiente fisico, dell’ambiente costruito) 3. Raccolta della domanda 4. Individuazione delle questioni progettuali – Scelta del tema – guida: obiettivo dell’intervento 5. Riferimenti culturali ed approccio interdisciplinare Riferimenti attività/scala di rappresentazione Rilievo fotografico Cartografia storica (scale varie) Rilievo fotografico (sistematizzazione per categorie informative) Documentazione tecnica (dati interpretati) Documentazione storica (informazioni dedicate) Indagine socio-tecnica (gestione delle esigenze, metodologia diretta o indiretta) Scenari di progetto (progetti di visioning – varie tecniche e varie scale) Check list delle informazioni utilizzate Programma funzionale (più soluzioni) Report di casi di studio su progettazioni simili a quella oggetto dell’intervento Interpretazione critica delle questioni poste sul campo Acquisizione delle tecniche specifiche del settore della progettazione ambientale ed individuazione di contributi specifici interdisciplinari Come è evidente in questa prima fase del processo progettuale il tempo per le elaborazioni grafiche è veramente ridotto, mentre molto ampio è quello da dedicare ai ragionamenti ed alle interpretazioni sulle questioni, oltre che all’approfondimento conoscitivo. Eppure, dalle esperienze rilevate, si può dire che questa fase assieme a quella conclusiva del progetto esecutivo (studi di dettagli e sistemi costruttivi), riesce a pesare significativamente ed influenzano la buona riuscita dell’intervento; in tal senso molto probabilmente si deve alle scelte iniziali ed al disvelamento tecnico finale, il successo dell’operazione progettuale. g) Fase di INTERPRETAZIONE Strumento: progetto preliminare Contenuti degli studi/elaborati 1. Localizzazione intervento 2. Rilievo tematico dell’esistente (architettonico e delle parti significative costruttive) 3. Studi di settore specifici per l’intervento 4. Studi di concept: caratteri morfologici dell’intervento caratteri tipologici dell’intervento caratteri tecnologici- materici dell’intervento 5. Masterplan con individuazione dei settori d’intervento 6. Verifica delle trasformazioni per categorie d’intervento (assetto preesistente: assetto di progetto) 7. Definizione del quadro della domanda Riferimenti attività/scala di rappresentazione Planimetrie e sezioni a scala territoriale Rapp. 1:1000 / 1:500 Piante, sezioni e prospetti con quotature Mappatura del degrado Rapp. 1:200 / 1:100 Dati microclima Dati regolamentativi e normativa di settore Dati e Layouts funzionali Grafie e schizzi (rappresentazioni interscalari) Planimetrie e sezioni Rapp.1:500 Schemi con nuovo stato di utilizzazione dei suoli (sup in %, mq, mc) Rapp.1:500/ 1:200 Studi di sintesi e sistematizzazione dei dati sul contesto socio-tecnico (questionari, ricerche, etc) In questa fase vi è il passaggio tra l’interpretazione dei dati raccolti e la restituzione grafica delle prime idee di progetto, in cui i rapporti con i luoghi ed i caratteri formativi del progetto si raccontano e si sintetizzano graficamente essenzialmente nelle due azioni di progetto: concept e masterplan. I disegni di concept, figura 2/A, figura 2/B, figura 2/C, perché realizzati prevalentemente “con grafie a mano”, restituiscono l’immediatezza di alcune osservazioni dei luoghi (viste e scorci), la sintesi delle necessità di adattare l’intervento all’ambiente, descrivendolo in unità paesaggistiche (sezioni ambientali e planimetrie sintetiche orientate), l’intuizione legata alla risoluzione di problemi tecnici attraverso la comprensione di nodi e particolari costruttivi (sezioni di dettaglio), la capacità dell’intervento di integrare assetti morfologici con scelte legate all’efficienza energetico-ambientale (sezioni di funzionamento bioclimatico con definizione della morfologia degli elementi tecnici: coperture, involucro, attacco a terra, dispositivi annessi). Fig.2/A – concept di pianta (studente I.Iriarte) Fig. 2/B – concept di volume (studente I.Iriarte) Fig.2/C – concepì di dettaglio (studente I.Iriarte) Il masterplan, figura 3/A e figura 3/B descrivendo essenzialmente la nuova utilizzazione dei suoli, decifra le azioni di porgetto dettando i caratteri qualitativi e quantitativi del progetto. Per qualità si descrivono i sistemi della copertura vegetazionale, di quella costruita, degli spazi di relazione, degli spazi pubblici e privati, della sintesi in un assetto insediativo che ritrovi relazioni e funzionamenti all’interno della logica della sostenibilità degli interventi. La quantità, come capacità delle categorie d’intervento elencate di “pesare” più o meno sul territorio, verifica che il processo progettuale si riconosca per attributi di ecologicità e sostenibilità sociale, promuovendo azioni che prendono in considerazione l’utilizzo delle risorse naturali, la rinnovabilità e la chiusura dei cicli dei flussi di energia e materia all’interno dei processi realizzativi. Il confronto tra il “prima ed il dopo l’intervento” (planimetrie a confronto, layouts per categorie), stabilisce i valori della nuova impronta ecologica ed in caso verifica con passaggi di feed back la necessità di operare scelte differenti e tornare indietro nel processo. Fig.3/A – masterplan funzionale (studente A.Sgambelluri) Fig. 3/B – masterplan generale (studente A.Sgambelluri) h) Fase di PROPOSTA Strumento: progetto esecutivo - I Contenuti degli studi/elaborati 1. Progetto architettonico 2. Studio di funzionamento energetico-ambientale 3. Viste dell’intervento 4. Relazione descrittiva dell’intervento Riferimenti attività/scala di rappresentazione Piante, prospetti e sezioni Rapp. 1:200 Piante orientate e layout dei comportamenti Sezioni bioclimatiche e verifiche performances (sistema ambientale) Simulazione con modelli volumetrici dei sistemi a basso impatto adottati (materici e/o digitali) Rapp. 1:200 / 1:100/ 1:10 Volumetrico dell’intero intervento e viste particolari (varie scale) Relazione illustrata (documento testo ed immagini) In questa fase si collocano altre due azioni ideative di progetto che ne evidenziano in maniera tendenziosa l’approccio: adottare i criteri dell’efficienza energetico-ambientale dell’intervento. Le strumentazioni esecutive in questa fase si riconoscono per il loro forte carattere di “simulazione”, tentando di aggiungere alla prefigurazione tipica del pro-gettare, un orientamento basato sugli effetti e sui comportamenti fisico-ambientali, ancorché sulle scelte costruttive appropriate. Gli studi di sistema ambientale per la verifica delle performances, figura 4, di fatto simulano il comportamento degli organismi edilizi e la capacità degli stessi di sovrapporre agli effetti dovuti a condizioni ambientali indoor, gli effetti delle condizioni ambientali outdoor, secondo la logica con cui gli spazi di relazione, gli spazi filtro ed i sistemi naturali entrano in una relazione costitutiva del progetto con capacità di mitigazione, conservazione e/o produzione di condizioni di benessere diffuso. Attraverso le simulazioni integrate (sezioni sintetiche degli effetti del controllo luminoso, del raffrescamento e del riscaldamento passivo), è possibile anticipare la prestazione dell’edificio e degli ambiti costruiti in genere, correggendo le scelte non favorevoli, nel caso di condizioni di inefficienza dei sistemi. Gli schemi grafici devono peraltro adattarsi alle differenti condizioni climatiche esterne e pertanto vengono utilizzati i quadri stagionali (simulazioni in estategiorno, inverno-notte; incidenza solare e capacità d’insolazione). Occorre comunque dedicare questi tipi di studi in rapporto alla tipologia d’intervento; pertanto per tipi edilizi, (edifici pubblici, edilizia specializzata, etc), la simulazione è strettamente correlata ai modelli d’uso e gestione giornaliera delle strutture, per cui i quadri di simulazione possono essere costruiti “per modalità di gestione” (condizione di max/min esercizio, ottimizzazione giornaliera, integrazione con altri sistemi, etc). Fig.4 – Studio di performance (Concorso di 3A+studio) La simulazione con modelli (materici o digitali), figura 5/A, figura 5/B, consente di sintetizzare la qualità di alcune scelte connesse all’ideazione di sistemi a basso impatto, la cui forma, consistenza e struttura spesso si realizza con alti livelli di sperimentazione e pertanto va subito verificata, in relazione all’integrazione fisica con le scelte architettoniche sul progetto. La costruzione del modello a scala di sistema o dettaglio consente peraltro di comprendere il rapporto tra le parti del particolare costruttivo, distinguendo il ruolo degli strati funzionali, da quello dei giunti e delle connessioni e tentando un’integrazione coerente in termini di compatibilità dei materiali. Il modello stesso peraltro consente di essere utilizzato per la verifica delle prestazioni sopra illustrate, “usando l’oggetto” registrazione degli effetti sulle tre dimensioni nello spazio. con l’osservazione e la Fig.5/A – Studi con modello fisico (studenti S.Tempera – M.Aliquò) Fig. 5/B – Studi con modello digitale (studente G.Staglianò) Strumento: progetto esecutivo - II Contenuti degli studi/elaborati 1. Tipo A – Progetto esecutivo 2. Tipo B – Esecutività del progetto 3. Elaborati descrittivi di settore (validi per tipo A / tipo B) Riferimenti attività/scala di rappresentazione Elaborati grafici del progetto architettonico Cfr tab.1 Elaborati grafici del progetto di sistema Cfr tab.2 Informazioni tecniche specifiche Ecobilanci, LCA, Valutazioni energetiche, Valutazioni ambientali di prodotto, Studio dell’efficacia economica degli interventi, Studio della fattibilità socio-tecnica, Linee guida di settore In questa fase di proposta si realizzano le grafie che interpretano alla scala costruttiva più adeguata le scelte realizzative. Figura 6/A, Figura 6/B. Per il progetto ambientale degli edifici, ciò avviene non in maniera diretta e consequenziale rispetto alla definizione precedente (progetto definitivo). In relazione alla tipologia d’intervento occorre scegliere se conviene affrontare un progetto esecutivo “ a norma”, per cui tutti i passaggi di scala e di rappresentazione del progetto seguono le regole standards dell’informazione (secondo una scalarità di rappresentazione del progetto), privilegiando certamente in fase descrittiva di dettaglio, quelle parti che meglio raccontano l’adozione di sistemi a basso impatto. L’adozione di una tale procedura è conveniente per gli interventi in cui il progetto si concentra soprattutto alla scala edilizia e comunque le relazioni con il contesto sono strettamente connesse agli ambiti più prossimi alle costruzioni. In questi casi l’edificio è il maggiore accumulatore di informazioni e pertanto diviene l’oggetto privilegiato della sperimentazione progettuale. (Tipo A del percorso). Nel caso in cui l’intervento è fortemente caratterizzato dai caratteri insediativi e dalle strutture locali ad una scala più ampia, oltre che dalle forti relazioni funzionali e morfologiche di altri sistemi preesistenti e progettati, si preferisce adottare percorsi che descrivono la scala di esecutività del progetto, istruendo passaggi interscalari di rappresentazione delle informazioni e procedendo per “definizioni tematiche” degli interventi realizzativi. Dalle sezioni di studio significative (alla scala 1:50) si individuano le sezioni di sistema che meglio descrivono la tecnologia dell’involucro (concepito come frontiera interno-esterno in scala 1:20), per poi produrre le informazioni specifiche da dettaglio esecutivo, in cui materiali, tecniche, connessioni, strati funzionali e soluzioni appropriate verificano la compatibilità e sostenibilità delle scelte costruttive, in ambiti di forte sperimentazione ed innovazione dei processi. Fig. 6/A – Sezione di involucro (studente L.Logozzo) Fig. 6/B – Studi di dettaglio (studente L.Logozzo) La metodologia operativa sopra illustrata è stata sperimentata a livello progettuale con casi di studio localizzati in area mediterranea, essi divengono riconcoscibili per aver affrontato tre tematiche connesse al “progetto ambientale ed alle sue logiche realizzative”. Tema 1 – La complessità dell’abitare 16 Casi di studio: Edilizia post-bellica, Ecovillaggi ed altre modalità insediative autosostenibili, Recupero dei sistemi produttivi agricoli e residenze annesse Tema 2 – La produzione industriale ed artigianali nel progetto ecologico degli edifici 10 Casi di studio: Innovazione alla scala di insediamento (rifunzionalizzazione aree ed edifici); innovazione alla scala di sistema (funzionamenti energetici-tecnologici integrati); innovazione alla scala di componente (produzione artigianale di componenti) Tema 3 – Recupero e Riuso di manufatti, componenti e materiali 3 Casi di studio: Interventi in insediamenti rurali urbani,; interventi in insediamenti extraurbani, insediamenti per ecoparchi tematici. NOTE 1. Le linee di ricerca perseguite dal gruppo TRESA e sviluppate con esperienze di didattica e ricerca applicata sono illustrate e documentate in reports nella Collana Tecnologie per il Recupero Ecologico e Sociale dell Abitare quaderni di Ricerca e Didattica ed.Falzea, Reggio Calabria 2. I temi dei “caratteri dell’informazione del progetto ambientale” rappresentano i risultati della ricerca condotta da Adriano Paolella e verificata attraverso l’esperienza di docenza ai corsi di Progettazione dei Sistemi Costruttivi (II anno) e Tecnologie del recupero e del ripristino ambientale (III anno), di conduzione in qualità di relatore alle esperienze di tesi di laurea in Progettazione Ambientale, svolta presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria dal 1999. Il contributo di questo paragrafo al testo è a cura di A.Paolella. 3.I temi del “comunicare la scala della sostenibilità nell’architettura ecologica” rappresentano i risultati della ricerca condotta da Consuelo Nava e verificata attraverso l’esperienza di assistenza ai corsi di Progettazione dei Sistemi Costruttivi (II anno), di docenza al corso Tecniche della Progettazione per il ripristino ambientale (III anno), di conduzione in qualità di correlatrice alle esperienze di tesi di laurea in Progettazione Ambientale, svolta presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria dal 1999. In termini di ricerca applicata, il tema trova altre definizioni nell’esperienza condotta per l’assegno di ricerca 2005 dal titolo: Tecniche e gestione per l’edilizia sostenibile. Il contributo di questo paragrafo al testo è a cura di C.Nava. 4. Le riflessioni proposte riportano alcune considerazioni sui temi condotte dal prof.V.Legnante in occasione della lezione tenuta al Seminario di Dottorato in Tecnologia dell’Architettura a Reggio Calabria, il 4.07.05 ed ampiamente illustrate nel testo scritto con A.Lauria (V.Legnante, A.Lauria, 1988) e nel contributo per il Seminario Nazionale dI Abita (Firenze, ottobre 2004). 5. La metodologia illustrata è più ampiamente trattata nei paragrafi del testo in corso di pubblicazione, dedicato all’esperienza di ricerca applicata e di didattica, a cura di C.Nava. BIBLIOGRAFIA Bottero Maria. (a cura). 1991. Spazio e conoscenza nella costruzione dell ambiente, ed.F.Angeli, Milano Faroldi Emilio, Vettori Maria Pilar. [1995] 2004. Dialoghi di Architettura, ed.Alinea, Firenze Gangemi Virginia. (a cura). 1987. Il governo del progetto, ed.Parma, Bologna Giuffré Rosario. 1999. Il ridisegno ambientale dell’edificare, in Buccolieri C., Giallocosta G. (a cura), Progetto e produzione nello scenario edilizio contemporaneo, ed.Alinea, Firenze Maldonado Tomàs. 2001. Progettare oggi in AAVV. Le risorse del progetto, p.22-29, ed.Taed, Firenze Mangiarotti Anna.1998. Lezioni di progettazione esecutiva, ed.Maggioli, Rimini Nava Consuelo. (a cura). 2004. Involucro ed edifici a basso impatto ambientale. Atti del 1° seminario sulla Tecnologia dell’Architettura, ed.Falzea, Reggio Calabria Legnante Vincenzo, Lauria Antonio. 1988. architettura nei dettagli, ed.Alinea, Firenze Nardi Guido. 1997. Aspettando il progetto, ed.F. Angeli, Milano Nesi Attilio. 2004. L’involucro dell’edificio intelligente in Nava C. (a cura). Involucro ed edifici a basso impatto ambientale. Atti del 1° seminario sulla Tecnologia dell Architettura, p.38 -41, ed.Falzea, Reggio Calabria Paolella Adriano. 2004. L’involucro ed il sistema ambientale in Nava C. (a cura). Involucro ed edifici a basso impatto ambientale. Atti del 1° seminario sulla Tecnologia dell Architettura, p.6-11, ed.Falzea, Reggio Calabria Peguiron Giorgio. 2004. Sostenibilità e dettaglio architettonico in in Nava C. (a cura). Involucro ed edifici a basso impatto ambientale. Atti del 1° seminario sulla Tecnologia dell Architettura, p.46-50, ed.Falzea, Reggio Calabria Raiteri Rossana. 1992. Trasformazioni tecnologiche dell architettura, ed. BE–Ma, Milano Truppi Carlo. 1994. La dimensione tecnologica del progetto, in La Creta R., Truppi C. (a cura), architetto tra tecnologia e progetto, ed. F.Angeli, Milano Vittoria Eduardo. 2001. Architettura delle tecnologie devianti, in AAVV.Le risorse del progetto, p.30-35, ed.Taed, Firenze *Adriano Paolella Architetto, Professore Associato Tecnologia dell’Architettura, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Facoltà di Architettura [email protected] *Consuelo Nava Architetto, PhD in Tecnologia dell’Architettura, Assegnista di ricerca c/o il Dipartimento di Arte Scienza e Tecnica del Costruire Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Facoltà di Architettura [email protected]