Diapositiva 1 - Gruppo di lavoro per la sicurezza in ambienti a

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CLASSIFICAZIONE DELLE
AREE A RISCHIO DI
ESPLOSIONE
Norma CEI 31-30
Norma CEI 31-35
APPLICAZIONE
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
„
„
Classificazione dei luoghi
Caso applicativo – Topping
Valutazione del rischio di esposizione del
lavoratore
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Individuazione delle sostanze infiammabili
N°
1
2
3
4
5
Residuo
Nome
Greggio
Benzina e nafte
Kerosene
Atmosferi
Gasolio
co
Temperatura
<0
<0
38
>65
55
-
-
-
-
-
0,70
1,4
0,7
1
1
100000
-
-
90000
-
-
140
151
-
220
>2
>2,5
>3
>3,5
>3,5
250
280
210
250
>300
Gruppo
IIA
IIA
IIA
-
-
Classe di temperatura
T3
T3
T3
T3
T2
d’infiammabilità [°C]
Composizione
LEL
[kg/m3]
LEL vol%
Tensione di vapore a 20
°C [kPa]
Temperatura di
ebollizione [°C]
Densità relativa all’aria
del gas o vapore
Temperatura di
accensione [°C]
3
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Identificazione sorgenti di emissione
„
„
„
S.E. di grado continuo: pozzetti fogna oleosa;
S.E. di primo grado: nessuna;
S.E. di secondo grado: flange, valvole, tenute,
connessioni (non saldate);
4
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Identificazione sorgenti di emissione
5
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Identificazione del grado di ventilazione
Parametri caratterizzanti:
„ Tipo: naturale
„ Grado: MEDIO (solo luoghi all’aperto)
„ Disponibilità: BUONA
„ Fattore di efficacia “f”= 2-3
6
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Estensione delle Zone pericolose
Le S.E. determinanti ai fini della determinazione
dell’estensione delle Zone pericolose sono risultate
essere le seguenti:
Greggio
7
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Estensione delle Zone pericolose
Benzine
Kerosene
8
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Estensione delle Zone pericolose
Residuo
Gasolio
9
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Identificazione delle zone pericolose
Di seguito è mostrata la tabella in cui sono riportate le
risultanze della classificazione dei “luoghi pericolosi”.
10
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
A RISCHIO DI ESPLOSIONE
TOPPING 1: Identificazione delle zone pericolose
11
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
Metodo
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
FATTORI DETERMINANTI
I fattori che definiscono il rischio di esposizione del
lavoratore ad atmosfere esplosive sono:
„
„
„
Presenza e probabilità di atmosfera esplosiva;
Probabilità della presenza di inneschi;
Esposizione del lavoratore ad atmosfera esplosiva.
13
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
FATTORI DETERMINANTI
La metodica adottata nella valutazione del rischio da
atmosfera esplosiva si basa su
1.
valutazioni statistiche;
2.
standards e procedure;
3.
letteratura;
4.
interviste tecniche;
5.
sopralluoghi.
14
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PRESENZA ATMOSFERA ESPLOSIVA
La presenza della atmosfera esplosiva viene valutata sulla
base della classificazione delle aree pericolose
(Norma CEI 31-30).
15
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DI ATMOSFERA ESPLOSIVA
La probabilità della presenza di atmosfera esplosiva è
associata alla tipologia di “Zona pericolosa” in accordo
alla Norma CEI 31-35, Tab. 2.2.4-1:
ZONA
Probabilità di atmosfera
esplosiva in
365 d (1 anno=8760 h)
Durata Complessiva di
atmosfera esplosiva in
365 d (1 anno=8760 h)
Zona 0
P> 10-1
Oltre 1000 h
Zona 1
10-3<P≤10-1
Oltre 10 h fino a 1000 h
Zona 2
10-5<P≤10-3
Oltre 0.1 h fino a 10 h
16
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DI ATMOSFERA ESPLOSIVA
La durata e la probabilità della presenza di atmosfera
esplosiva è stata effettuata, con riferimento alle citate
norme CEI, sulla base dell’analisi storica propria del Sito
di Gela (near eccident, segnalazioni di anomalie
impiantistiche, interventi della squadra di emergenza,
etc..) e dei dati storici validati su realtà industriali nel
campo della raffinazione.
La metodologia descritta ha permesso la determinazione
della durata di atmosfera esplosiva G2 tipica di “Zona 2”
(e.g. data da flange).
17
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DI ATMOSFERA ESPLOSIVA
La metodica per la determinazione della durata G2 della
“Zona 2” si articola stimando i seguenti termini:
„
„
„
Numero “N” di accoppiamenti flangiati presenti nel Sito;
Dato statistico sul numero di emissioni “E” di infiammabili
da accoppiamenti flangiati, nell’arco di un anno;
Durata “t”probabile di guasto su accoppiamento
flangiato.
18
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
La valutazione del rischio connesso all’ esposizione ad una
atmosfera esplosiva comporta considerare la probabilità
che sia presente un innesco concomitante con la
formazione della suddetta atmosfera, secondo i due
possibili approcci:
„
„
Approccio puntuale;
Approccio speditivo;
19
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO PUNTUALE
Si articola nei seguenti steps:
„ Puntuale ricerca ed analisi di tutte le potenziali sorgenti di
innesco presenti (cfr. Uni 1127-1:2001);
„ Analisi delle misure di prevenzione e protezione attuate;
„ Valutazione della probabilità dell’innesco (cfr. Second
Canvey report, HSE 1981a).
20
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO PUNTUALE
Tale approccio, puntuale ma oneroso, è idoneo ai fini della
valutazione dell’idoneità delle apparecchiature all’impiego
in zone classificate (DPR n.126/1998).
Ai fini della Valutazione del rischio di esposizione del
lavoratore ad atmosfere esplosive risulta idoneo
l’approccio speditivo, meno esatto ma conservativo
21
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO
Deriva dall’osservazione documentata (cfr. Cox, Less Ang,
- Institution of Chemical Engineers, 1990) che le più
frequenti cause d’innesco sono quelle da superfici calde,
da innesco di tipo elettrico, da operazioni occasionali.
Pertanto occorrerà in generale:
„ Censire le superfici “Calde”;
„ Verificare l’idoneità delle apparecchiature elettriche;
„ Redigere procedure per l’esecuzione di
operazioni/lavorazioni in aree a rischio di esplosione.
22
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO
Ai fini dell’analisi dell’innesco si definisce una scala di
valutazione dell’innesco cautelativa, rispetto all’approccio
puntuale, per tener conto di tutte le cause d’innesco qui
non puntualmente valutate. La relativa applicazione
comporta l’analisi delle principali cause d’innesco.
PROBABILITÀ PRESENZA INNESCHI
Sempre
1
Frequente
0.75
Sporadico
0.25
23
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO – Superfici “Calde”
Una superficie è più o meno “Calda” in funzione di:
„ Temperatura della superficie;
„ Natura delle sostanze infiammabili che possono venirne
a contatto quando emesse (Tacc).
In tal modo, censite in campo le temperature superficiali
nonché le sostanze infiammabili presenti, si determina
una suddivisione planimetrica di ciascun impianto in zone
“Calde”, “Temperate”, “Fredde”.
24
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO – Superfici “Calde”
Tale suddivisione ha tenuto conto di una constatazione
consolidata nell’industria del petrolio: superfici calde, a
temperature al di sopra della temperatura di
autoaccensione degli idrocarburi presenti, non sono
sempre efficaci all’ignizione di atmosfere esplosive.
Fattori determinanti per l’ignizione sono: l’estensione della
superficie, la geometria, le condizioni ambientali, la
velocità del rilascio, la velocità di trasporto del calore,
eventuali variazioni di temperatura o di interazioni
molecolari nel liquido nelle condizioni ambientali, la
velocità di vaporizzazione e diffusione del liquido
25
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO – Superfici “Calde”
In generale, può essere assunta l’ignizione di idrocarburi
da parte di superfici calde che posseggano una
temperatura che superi di circa 182°C quella di
autoaccensione della sostanza idrocarburica coinvolta
(Rif. API Recommended Practice 2216, 3th edition,
December 2003).
La temperatura di autoaccensione AIT a riferimento in
questa fase è la minore tra quelle delle sostanze presenti
nell’area.
26
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO – Superfici “Calde”
Alla luce di ciò, si considerano:
„
„
„
Superfici “Calde”, quelle con T>(Tacc+180°C);
Superfici “Temperate”, quelle con Tacc<T<(Tacc+180°C);
Superfici “Fredde”, quelle con T<Tacc;
27
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO – Superfici “Calde”
In relazione alla probabilità dell’innesco,
„
Superfici “Calde”
Innesco “Sempre”
„
Superfici “Temperate”
Innesco “Frequente”
„
Superfici “Fredde”
Innesco “Sporadico”
28
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO – Apparecchiature elettriche
È stata assunta l’assenza degli inneschi elettrici data
l’idoneità delle apparecchiature elettriche in conformità a
quanto previsto dal D.P.R. n.126/1998.
29
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
PROBABILITÀ DELLA PRESENZA DI INNESCHI
APPROCCIO SPEDITIVO – Inneschi occasionali
Sono attuate, in accordo al Sistema di Gestione della
Sicurezza, procedure per l’esecuzione di operazioni e
lavorazioni in aree a rischio di esplosione (e.g., mediante
la procedura dei permessi di lavoro).
30
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESPOSIZIONE DEL LAVORATORE AD ATMOSFERA ESPLOSIVA
La durata temporale dell’esposizione al pericolo di atmosfera
esplosiva del singolo lavoratore sarà una frazione
dell’intera durata dell’atmosfera stessa in relazione a:
„
Ore annue lavorate;
„
Ripartizione delle ore lavorate, di cui al punto precedente,
nelle varie zone classificate come pericolose.
31
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESPOSIZIONE DEL LAVORATORE AD ATMOSFERA ESPLOSIVA
ORE ANNUE LAVORATE
La organizzazione del lavoro prevede l’espletamento delle 8 ore
lavorative giornaliere per i circa 200 giorni lavorativi annui,
corrispondenti al 19% dell’intero anno.
Il lavoratore che trascorresse tutto il suo anno lavorativo all’interno di una
“Zona 2” dovuta ad una singola S.E. ne risulta esposto per un tempo
pari a 0.19*G2*h/(anno*sorgente di emissione).
*G2 Durata di una atmosfera esplosiva
32
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESPOSIZIONE DEL LAVORATORE AD ATMOSFERA ESPLOSIVA
Distribuzione dei tempi di permanenza in varie Zone
Mediante interviste con personale di esercizio e dalla
consultazione dei mansionari specifici per ciascuna
posizione di lavoro contemplata in organigramma
aziendale, è stata valutata la percentuale di permanenza
pn di ciascuna di esse nelle varie “Zone”.
Ne risulta
∑ p =1 , con “n” esteso a zone pericolose e non
n
n
33
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ACCETTABILITÀ DEL RISCHIO
La valutazione del rischio esposizione del lavoratore è
funzione del tipo di Zona, della probabilità di presenza
dell’innesco, della durata della permanenza in zona
classificata pericolosa.
La definizione dei criteri di accettabilità del rischio da
esposizione è stata fatta sulla base di dati statistici
disponibili in letteratura secondo cui la probabilità annua
mondiale, per singolo lavoratore, di incidente mortale
nell’industria chimica della raffinazione è dell’ordine di
4.8*10-5 (rif. API Publication 2382, May 2004), pari ad
un’esposizione al rischio di decesso pari a (4.8*10-5
*200*8*3600= 275 s/anno).
34
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ACCETTABILITÀ DEL RISCHIO
Dovendo il rischio da esplosione per ciascun lavoratore
incidere in misura non determinante, si ritiene di dover
considerare come “da migliorare” l’esposizione con valori
maggiori di 27.5 s/anno (equivalente al 10% del rischio
complessivo per il lavoratore tipo del settore). Ne deriva la
seguente scala di accettabilità del rischio:
Tempo di
esposizione
[s/anno]
Livello di rischio
>27.5
Da migliorare
14-27.5
Tollerabile
<14
Accettabile
35
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
A questo punto, la metodologia adottata prevede la
valutazione, in modo esatto, del tempo di esposizione , in
secondi/anno, di ciascun lavoratore ad atmosfera
esplosiva con innesco mediante la seguente espressione:
t esp = t
Zona1
esp
+t
Zona 2
esp
+ tTOP =
Zona1
∑ 36000 * 0.19 * p
n
n
* in +
Zona 2
∑G
2
* 0.19 * N s * pn * in + tTOP
n
dove
G2= durata caratteristica dell’emissione, [s/(anno*sorgente di emissione);
pn= percentuale di permanenza nella generica area “n”;
in= probabilità dell’innesco nella generica area “n”;
Ns= numero di sorgenti di emissione che generano la atmosfera esplosiva di
tipo“Zona 2” (in genere assunto pari a 400);
tTOP= tempo di esposizione al rischio esplosione associato al Top Event peggiore
36
di Sito
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
L’esposizione per ciascun lavoratore viene quindi valutata
secondo la scala di accettabilità del rischio definita e in
relazione a ciò si individuano gli eventuali interventi
migliorativi da attuare per una attenuazione del rischio.
La procedura qui esposta è quella funzionale alla redazione
delle schede di valutazione del rischio per i lavoratori.
37
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
Applicazione
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESEMPI APPLICATIVI
Nel caso della Raffineria di Gela la durata caratteristica
sperimentata in campo tipica di Zona 2 è pari a
G2= 1.25*10-4 h/(anno*sorgente di emissione)=0.45
s/(anno*sorgente di emissione);
Inoltre, il tipico Top Event di Sito associato a fenomeni di
esplosione ha una frequenza di accadimento di 10-5
occasioni/anno. Assumendone la durata di un’ora si ha:
tTOP = tempo di esposizione annuo del lavoratore al rischio
esplosione associato al Top Event=
=1600*3600*10-5/8760=0.0066 s/anno
t esp = t
Zona1
esp
+t
Zona 2
esp
+ tTOP =
Zona1
∑ 36000 * 0.19 * p
n
n
* in +
Zona 2
∑G
2
* 0.19 * N s * pn * in + tTOP
n
39
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESEMPI APPLICATIVI – IMPIANTO TOPPING 1
Il censimento delle superfici calde consente di stabilire per
ciascuna area d’impianto il valore della probabilità in.
Temperatura
di
Area
Sostanza
caratterizzante
Temperatura di
accensione
autoaccensione
efficace
[°C]
[°C]
(rif. API RP
Temperatura
superficiale
Caratteristiche
massima
di zona
Note
[°C]
2216)
A
Residuo
250
400
320
Temperata
B
Gasolio
300
450
60
Fredda
C
Residuo
250
400
320
Temperata
D
Kerosene
210
360
320
Temperata
E
Greggio
250
400
140
Fredda
F
Greggio
250
400
370
Temperata
G
Greggio
250
400
370
Calda
Zona
forno
H
Greggio
250
400
270
Temperata
I
Greggio
250
400
140
Fredda
L
Kerosene
210
360
320
Temperata
M
Benzina
280
430
50
Fredda
N
Kerosene
210
360
270
Temperata
O
Kerosene
210
360
370
Calda
40
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESEMPI APPLICATIVI – IMPIANTO TOPPING 1
41
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESEMPI APPLICATIVI – IMPIANTO TOPPING 1
Di seguito si riporta la scheda di valutazione del rischio per
l’operatore esterno del Topping 1, da cui si evince un
livello di rischio “Tollerabile”, secondo la scala di
accettabilità definita.
42
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESEMPI APPLICATIVI – IMPIANTO COMPRESSIONE H2/PRISMA/PSA
Il censimento delle superfici calde consente di stabilire per
ciascuna area d’impianto il valore della probabilità in.
43
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI
ESPLOSIONE
ESEMPI APPLICATIVI – IMPIANTO COMPRESSIONE H2/PRISMA/PSA
Di seguito si riporta la scheda di valutazione del rischio per
l’operatore esterno dell’impianto Compressione H2 da cui
si evince un livello di rischio “Tollerabile”, secondo la scala
di accettabilità definita.
44
IMPATTO DELLA NORMATIVA
ATEX SULL’ATTIVITÀ
LAVORATIVA
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
POLITICA
Nello spirito del D.Lgs 81/08 art. 289 gli interventi saranno
mirati, in ordine di priorità, alla
„ prevenzione della formazione di atmosfere esplosive
„ prevenzione dell'accensione di atmosfere esplosive
„ attenuazione degli effetti pregiudizievoli di un'esplosione
Attraverso
„ Attenuazione, in numero ed entità, delle S.E.
„ Inibizione degli inneschi efficaci
„ riduzione dell’esposizione dei lavoratori ai luoghi
pericolosi
46
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MISURE TECNICHE - CONTROLLO S.E.
„
„
„
„
„
„
„
„
Impiego di doppie tenute;
Riduzione degli accoppiamenti flangiati o utilizzo di
guarnizioni ad alta tenuta (ring joint, a spirale);
Riduzione spurghi, dreni o impiego di doppie valvole;
Prese campione a ciclo chiuso;
Scarico PSV a Blow-down o in quota;
Luoghi pericolosi al chiuso con adeguata ventilazione;
Adozione di sistemi per il rilevamento delle emissioni di
infiammabili;
Pianificazione manutentiva.
47
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MISURE TECNICHE - CONTROLLO S.E.
Le misure individuate consentono il contenimento di:
„
numero di S.E.
„
“gravità” delle S.E. (Zona 2/22)
„
estensione delle Zone pericolose
48
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MISURE TECNICHE - CONTROLLO SORGENTI DI INNESCO
„
„
„
„
„
„
Impiego “apparecchiature” idonee al luogo pericoloso in
cui vengono installate (D.P.R. n.126/1998);
Le zone calde degli impianti sono, per quanto possibile,
adeguatamente coibentate;
Impiego indumenti antistatici;
Impiego di sorgenti occasionali (manutenzione) di
innesco proceduralizzate (SGS)
Sistemi di messa a terra, equipotenzialità (anche durante
le manutenzioni)
Utilizzo utensili antistatici (UNI1127 e API RP 2214)
49
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MISURE ORGANIZZATIVE - CONTROLLO ESPOSIZIONE
„
„
„
„
„
„
„
„
„
Remotizzazione e pianificazione delle operazioni
Organizzazione del lavoro mediante procedure (e.g. SGS)
Formazione al lavoro
Utilizzo Dispositivi di Protezione Individuali e Collettivi
Piani di emergenza
Coordinamento delle attività di più gruppi di lavoratori (Ditte
Terze): Dir. 89/391/CEE-D.Lgs.81/08
Accesso a luoghi pericolosi confinati secondo procedure
Pozzetti fogna oleosa (Zona O)
Cartellonistica pericolo AtEx
50
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MARCHIATURA “APPARECCHI”
Stato fisico
emissione
GAS
Tipo
di
zona
Categoria
di
protezione
Zona
0
1G
Zona
1
2G (o
superiore)
Zona
2
3G (o
superiore)
Zona
20
1D
Zona
21
2D (o
superiore)
Polvere
Gruppi di
costruzione
Classe di
Temperatura
Grado di protezione
IIA/IIB/IIC
T1/T2/T3/T4/T5/
T6
n.a.
IP6X
II
Zona
22
3D (o
superiore)
Viene indicata la
temperatura
superficiale
massima
ammissibile per
la costruzione
elettrica
IP6X
Polveri
elettrocondutrici:IP6X
Polveri non
elettroconduttrici: IP5X
51
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
GRAZIE DELL’ATTENZIONE
Fine
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MARCHIATURA “APPARECCHI”
„
„
Il gruppo di apparecchi “II” corrisponde agli apparecchi
destinati ad essere utilizzati in siti con il pericolo di
atmosfera esplosiva, ma diversi da sotterranei o miniere
e nei relativi impianti di superficie che potrebbero essere
esposti al rischio di sprigionamento di grisù e/o di polveri
combustibili
I gruppi di esplosione (IIA, IIB e IIC) sono definiti
in base alla natura dell'atmosfera potenzialmente
esplosiva alla quale sono destinati cioè la distinzione è
basata sull'interstizio sperimentale massimo di sicurezza
(MESG) per gli involucri ignifughi o sulla corrente di
accensione minima per gli apparecchi elettrici
intrinsecamente sicuri. (cfr. EN 50014)
53
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MARCHIATURA “APPARECCHI”
Massima temperatura di superficie: Gli apparecchi del
gruppo II G devono essere:
„preferibilmente classificati secondo una classe di
temperatura;
„o definiti dalla massima temperatura di superficie effettiva;
„o, se appropriato, limitati al gas o vapore specifico per il
quale sono previsti.
Gli apparecchi del gruppo II D devono essere definiti dalla
massima temperatura di superficie effettiva.
Dove la massima temperatura di superficie effettiva dipende
non dagli apparecchi stessi, ma dalle condizioni operative
(come un fluido riscaldato in una pompa), nelle istruzioni per
l'uso devono essere fornite le relative informazioni.
54
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MARCHIATURA “APPARECCHI”
Classi di temperatura per gli apparecchi del gruppo II G
Classe di temperatura
Massima temperatura di
superficie (°C)
T1
450
T2
300
T3
200
T4
135
T5
100
T6
85
55
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MARCHIATURA “APPARECCHI”
Su ciascun apparecchio e sistema di protezione devono
figurare in modo leggibile e indelebile almeno le seguenti
indicazioni:
• nome e indirizzo del fabbricante;
• marcatura CE;
• designazione della serie o del tipo; numero di serie (se
esiste);
• anno di costruzione;
• marcatura specifica di protezione dalle esplosioni Ex,
seguita dal simbolo del gruppo di apparecchi e della
categoria;
• per il gruppo di apparecchi II, la lettera "G" (per atmosfere
esplosive dovute a gas, vapori o nebbie) e/o la lettera "D"
(per atmosfere esplosive dovute a polveri.
56
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI Simbolo che indica
MARCHIATURA “APPARECCHI”
la Categoria
della costruzione
elettrica
Esempi di marchiature
0000
Simbolo che indica
che il prodotto è
conforme alla
Direttiva 94/9/CE
II
Marchio specifico
della protezione
contro l’esplosione
Codice di Identificazione
dell’Ente Notificato per la
sorveglianza sulla produzione
per il CESI è 0722
2 G
Simbolo indicante
il Gruppo della
costruzione
elettrica
Simbolo indicante un’atmosfera esplosiva
G
: sta per gas, vapori, nebbie;
D
: sta per polveri;
G/D : sta per gas, vapori, nebbie e polveri.
57
PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTRO LE ESPLOSIONI
MARCHIATURA “APPARECCHI”
Esempi di marchiature
58
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