residenza per studenti CORSO DI PROGETTAZIONE AMBIENTALE, prof. M. Lepore arch. Luciana Mastrolonardo IL TEMA Con sempre maggiore enfasi, la casa per gli studenti viene annoverata tra le cosiddette nuove forme dell’abitare, non tanto perché rappresenta effettivamente una formula inusitata di abitazione, quanto piuttosto per il fatto che la funzione abitativa tende sempre più ad esprimere tutta la carica innovativa dello stile di vita dello studente in età giovanile fuori dalle mura domestiche e dal controllo parentale. Inoltre, la residenza studentesca ha ormai assimilato i connotati della temporaneità, altro termine oggi largamente in uso per sottolineare le condizioni abitative soggette ad una dimensione temporale circoscritta e limitata; in questo caso, non si tratta di temporaneità di costruzione dell’opera architettonica ma di temporaneità d’uso. Il tema è la progettazione di un edificio per residenze studentesche e dei servizi ad esse associati. Le residenze universitarie vanno considerate all’interno della più ampia “questione abitativa” e alla luce della feconda sperimentazione che su questo tema si è fatta negli ultimi anni; non vanno intese come semplice dormitorio, ma dovranno prevedere – come nei migliori esempi europei e internazionali – tutte le strutture di supporto, di relazione e di socialità che qualificano la residenza. Nel programma funzionale previsto ci saranno dunque: _ la cucina al piano, _ la sala polivalente, _ i piccoli soggiorni comuni, _ un roof garden, _ la caffetteria _ la lavanderia ecc. I servizi culturali e didattici _ postazioni studio, _ sala lettura, _ mediateca saranno invece allocati tutti insieme rispetto agli alloggi; Un dimensionamento analitico degli spazi e delle quantità sarà fornito dalla docenza durante lo svolgimento del Laboratorio. IL TEMA I modelli esigenziali di riferimento, della residenza universitaria si evolvono rapidamente e continuamente e sono espressi da un’utenza giovane, per sua propria natura incline al rinnovamento delle pratiche comportamentali, individuali e di gruppo, e alla rottura degli schemi precostituiti e delle convenzioni culturali e sociali; un’utenza, peraltro, sempre mutevole nell’arco di periodi anche molto brevi, soggetta a un continuo ricambio nell’assortimento sociale, culturale e di provenienza geografica. Occorre quindi superare i canoni abitativi soliti, corrispondenti a schemi comportamentali più stabili e codificati, alla ricerca di soluzioni innovative meno soggette a vincoli funzionali e tipologici precostituiti. Oltre che la mutevolezza, anche la molteplicità dei profili esigenziali dell’utenza – dallo studente ai primi anni allo studente maturo e talvolta anche sposato, al docente o ricercatore in visita presso quella sede universitaria – e il diverso ruolo che viene assegnato alle attività all’interno dell’alloggio e delle relazioni tra vita individuale e vita collettiva conducono ad una variabilità tipologica che ogni volta condiziona gli assetti spaziali e i rapporti funzionali tra unità residenziali e servizi di utilità generale, dando luogo a modelli denominati: ad albergo, a minialloggi, a nuclei integrati, a nuclei misti. IL TEMA Un altro campo di sperimentazione progettuale è rappresentato dal rapporto con la città, nel senso più ampio del termine. L’insediamento di una comunità studentesca in un ambito urbano ha delle forti ripercussioni, sia dal punto di vista economico che sociale e culturale: in genere, lo studente proveniente da altre regioni contribuisce al mantenimento di un’economia del contesto legata ai servizi di supporto allo studio universitario, ma anche al tempo libero; inoltre, interagisce con la popolazione locale innescando nuove dinamiche strutturali e generando nuovi apporti culturali. Sotto il profilo urbanistico architettonico, va evidenziato che la dimensione, in genere significativa, delle realizzazioni di alloggi studenteschi, associata spesso anche ad altri interventi nel settore universitario (servizi didattici, di ricerca, infrastrutture), viene ad interessare consistenti parti della città con conseguente modificazione dell’assetto complessivo. Nella sostanza, gli interventi di edilizia residenziale studentesca rappresentano un’occasione per lo sviluppo e per la riqualificazione delle città ospitanti. Su questo aspetto, il progetto si muove prevalentemente su due modelli: quello a campus, di derivazione anglosassone e nordamericana, isolato e in genere autosufficiente per quanto riguarda l’insieme di funzioni didattiche e residenziali, quello integrato con il tessuto urbano e con i servizi cittadini, in uso prevalentemente in Italia, Francia, Spagna e Germania. IL TEMA E’ evidente, dal punto di vista architettonico, funzionale e sociale, la stretta relazione tra il microcosmo che si genera alla scala edilizia e il macrocosmo sviluppato alla scala urbana. In Italia, la recente normativa tecnica sugli standard per l’edilizia residenziale universitaria, prima nel suo genere ed esito di una ricerca di ampio respiro sullo stato dell’arte della progettazione e sulle tendenze evolutive in atto a livello nazionale ed internazionale, ha contribuito a dare un forte impulso ai caratteri innovativi del progetto di alloggi per residenze agendo proprio sugli aspetti tipologici e funzionali derivanti dai diversi profili di utenza e sulle correlazioni con la sede universitaria, la città, i suoi servizi. IL TEMA Trattandosi inoltre di opere pubbliche finanziate con fondi dello stato, la legge 338/2000, oltre alle norme tecniche, ha fornito anche le indicazioni per la gestione dei processi di intervento, ribadendo i criteri di qualità già presenti nella legge sugli appalti delle opere pubbliche, ma avvalendosi anche di ulteriori strumenti di controllo e indicatori di efficacia procedurale. Gazzetta Ufficiale n. 97 del 28 aprile 2011 è stato pubblicato inoltre il Decreto del Ministero dell'istruzione che definisce gli Standard minimi dimensionali e qualitativi e linee guida relative ai parametri tecnici ed economici concernenti la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari: 1) ad albergo: l'organizzazione spaziale è generalmente impostata su corridoi sui quali si affacciano le camere singole (preferenziale) o doppie. Questo tipo è realizzabile preferibilmente con bagno di pertinenza. Al fine di ridurre i costi della struttura sono ammesse soluzioni nelle quali un bagno di pertinenza sia condivisibile da due stanze. I servizi residenziali collettivi sono concentrati in zone definite e separate dalle camere dei residenti; 2) a minialloggi: prevede l'alloggiamento degli studenti in veri e propri appartamenti di piccole dimensioni raggruppati intorno a zone di distribuzione. Ogni appartamento, destinato preferibilmente ad uno o due utenti, è autonomo in quanto dotato di zona cottura, servizio igienico ed eventuale zona giorno. Gli spazi comuni dell'intero complesso sono molto ridotti e riferiti a servizi essenziali; 3) a nuclei integrati: è costituita da un numero variabile di camere, preferibilmente singole, in grado di ospitare generalmente da tre a otto studenti, che fanno riferimento per alcune funzioni (preparazione pasti, pranzo e soggiorno, ecc.) ad ambiti spaziali riservati, dando luogo a nuclei separati d'utenza; 4) misti: soluzione nella quale sono compresenti diversi tipi distributivi. La residenza deve inoltre essere in grado di ospitare differenti tipi di utenti (studenti, borsisti, studenti sposati, ecc.), al fine di garantire ed incentivare i processi di socializzazione e integrazione. IL TEMA «7. CRITERI RELATIVI AL DIMENSIONAMENTO FUNZIONALE ED EDILIZIO GENERALE. Ai fini del dimensionamento funzionale ed edilizio generale devono essere rispettate le condizioni specificate nei punti che seguono. 7.1. FUNZIONI RESIDENZIALI (AF1). 7.1.1. La superficie netta da adibire alle funzioni residenziali a posto alloggio (p.a.) deve essere uguale o superiore a 12,5 m²/p.a. per la camera singola (incluso il servizio igienico) o 9,5 m²/p.a. per la camera doppia (incluso il servizio igienico). 7.1.2. Per gli utenti con disabilità fisiche o sensoriali deve essere riservato un numero di posti alloggio 5% del numero di posti alloggio totali. In tal caso la su perficie a posto alloggio deve essere incrementata almeno del 10%. 7.2. FUNZIONI DI SERVIZIO (AF2+AF3+AF4). 7.2.1. La superficie netta da adibire alle funzioni di servizio a posto alloggio deve essere 6,0 m²/p.a. e dovrà comprendere i servizi culturali e didattici (AF2), i servizi ricreativi (AF3) ed i servizi di supporto (AF4). 7.2.2. Nell'ambito dello standard di superficie destinato alle funzioni di servizio, deve essere garantita una superficie minima di 2,5 m²/p.a. per i servizi culturali e didattici (AF2) e per i servizi ricreativi (AF3). La restante quota di superficie destinata ai servizi può essere utilizzata in funzione delle esigenze e priorità definite da ciascun programma d'intervento. 7.2.3. Nell'ambito delle funzioni di servizio le unità ambientali sala/e studio e aula/e riunioni devono essere sempre presenti» Steven Holl ,Simmons Hall, MIT, Cambridge, Massachusetts, USA, 2002 In un contesto in cui l'architettura moderna ha lasciato impronte forti (tra tutti: la Baker House di Alvar Aalto e l'auditorium Kresge di Eero Saarinen) a realizzare i nuovi edifici, oltre Steven Holl, sono stati chiamati altri grandi nomi dell'architettura contemporanea come Frank O Gehry che sta costruendo il Ray Stata Center o Fumiko Maki che ha realizzato l'Okawa Center, un'estensione del Media Lab o ancora Kevin Roche che ha ideato il Zesiger Sports and Fitness Center. L'edificio della Simmons Hall, che ospita 350 studenti in camere singole, è stato concepito da Steven Holl come una fetta di città sviluppata in verticale su dieci piani e lunga oltre 100 metri. Proprio come in un organismo urbano, un sistema viario interno che collega gli spazi destinati alle camere per gli studenti, agli spazi di aggregazione, come stanze di studio e zone per i computer, un teatro da 125 posti, un caffè aperto 24 ore, un fitness center ed una mensa con tavoli all'aperto. Pensata come una spugna, la costruzione e definita esternamente da pareti caratterizzate da più di 3000 piccole aperture quadrate che fungono da finestre, intervallate da aperture più grandi in corrispondenza dei servizi comuni, degli ingressi e degli spazi all'aperto. Questi grossi buchi, ritagliati all'interno della compatta maglia delle facciate, rompono la monotonia del blocco residenziale e proseguono, come morbide voragini all'interno dell'edificio, individuando e caratterizzando, con le curve irregolari del cemento nudo con cui sono realizzate, gli spazi destinati alle attività collettive. Le stanze per gli studenti sono raggruppate in diverse unità abitative e ciascuna camera ha delle dimensioni piuttosto ampie che si rispecchiano in facciata con un modulo di tre finestre per tre. Le finestre, tutte apribili, permettono di regolare la ventilazione all'interno delle stanze e inondano gli ambienti di luce, inoltre lo spessore del muro perforato, come un grande brise soleil, impedisce ai raggi solari estivi di entrare mentre lascia passare quelli invernali diversamente angolati. Steven Holl, come Le Corbusier, affronta il tema della residenza collettiva affiancando la logica rigorosa dell'organizzazione delle stanze, a cui dà delle dimensioni più "umane" di quelle del grande maestro svizzero, alla fantasia plastica degli annessi e dei servizi comuni che caratterizza con soluzioni dal vigore espressionista. Steven Holl ,Simmons Hall, MIT,, Cambridge, Massachusetts, USA, 2002 LA TORRE neutelings riedijk java eiland, amsterdam, 1993 98 La torre di 20 piani che definisce questo edificio è parte del centro commerciale che occupa invece la parte del basamento dell’edificio stesso. La torre contiene 68 appartamenti con una configura<zione base di quattro appartamenti per piano, intorno al corpo centrale. Gli scavi dell’edificio gli danno un aspetto scultoreo, contribuiscono a creare delle terrazze e fanno si che ogni due piani ci siano delle variazioni in pianta che cambiano le confugurazioni degli appartamenti interni. BASAMENTO E VOLUMI actar arquitectura Graz, 1996 La torre di 20 piani che definisce questo edificio è parte del centro commerciale che occupa invece la parte del basamento dell’edificio stesso. La torre contiene 68 appartamenti con una configura<zione base di quattro appartamenti per piano, intorno al corpo centrale. Gli scavi dell’edificio gli danno un aspetto scultoreo, contribuiscono a creare delle terrazze e fanno si che ogni due piani ci siano delle variazioni in pianta che cambiano le confugurazioni degli appartamenti interni. LA CORTE Herman Herzberger Complesso Residenziale,duren 1996 Il complesso residenziale è composto di 120 unità immobiliari con un’area comune centrale che costituisce una sorta di corte intorno la quale si dispongono. Gli ingressi sono collocati lungo tutti i lati della corte, per invitare ad una vita comunitaria di coloro che vivono gli alloggi. All’interno della corte il traffico è interdetto e quindi gli accessi all’interno sono solo pedonali o ciclabili. L’IBRIDO Xavier de geyter / Xdga , Chaschassé park, breda, 1996 2001 Il complesso residenziale è composto da 5 torri residenziali che si alzano su un complesso più basso che crea una corte interna pedonale e ciclabile. I parcheggi sono collocati intorno all’edificio. Le torri sono collocate una vicino all’altra, ma hanno orientamenti diversi in base alla vista, al sole, per la visuale e per la definizione della zona interna. Ogni appartamento ha la sua larga veranda che rappresenta il proseguo dello spazio interno, come una stanza all’aperto o il proseguo del soggiorno . L’IBRIDO Rem Koolhaas / Oma, Chaschassé park, breda, 1996 2001 Il Carré è stato progettato come un blocco compatto nato da una serie di blocchi separati. L’attacco a terra dell’edificio co ntiene I garage nell’interrato destinati ai residenti. La circolazione degli edifici avviene attraverso tre vani scala con ascensori che possono essere raggiunti dalla corte interna. L’edificio ha un’impronta di 100 m x 80 e 10 piani di altezza. La corte interna è progettata come parte integrante della vita collettiva che si svolge all’esteno. Ci sono 144 appartamenti e 6 negozi per piccole attività di quartiere.. Ogni appartamento è dotato di balcone che è personalizzato e nasce come elemento schermante rispetto al sole. EDIFICIO IN LINEA Nl architects roof road nt, leidschenveen, 2001 La Row House reinterpreta l’idea delle abitazioni singole in termini di abitazioni collettive. Ovviamente la risposta è ad una richiesta abitativa che in Olanda predilige la vita in una casa con giardino, con la macchiana fuori dalla porta, bambini che possono giocare in tutta sicurezza, etc. La strategia è quella di scoraggiare il piu possibile l’utilizzo dell’auto privata in un momento storico in cui la mobilità deve essere sostenibile.quindi il primo problema che si è risolto con questo progetto è quello della macchina. Anche perchè per mantenere la maggior parte di suolo permeabile occorre limitare la sueprficie di parcheggio e anche quella di percorrenza. La soluzione di questo problema è quella di utilizzare il tetto delle abitazioni. Lo schema prevede 210 case per famiglie singole collocate in linea, una accanto all’altra, per risparmiare energia. . L’EDIFICIO A CORTE CON BALLATOIO Mecanoo oeverpad, amsterdam, 200oeverpad, 2002 05 Il complesso ad appartamenti Oeverpad ad Amsterdam è una sorta di “summa” dell’interazione di parti, percorsi e materiali diversi attuata da Mecanoo nello housing per creare luoghi riconoscibili all’interno di una edilizia seriale. Un complesso a corte quadrata è aperto su un lato per donare la vista a tutti gli appartamenti sul limitrofo lago Sloterpas ed è trattato come un montaggio verticale di due ali di cinque piani rivestite di un curtain wall su un basamento a quattro piani di mattoni che si lega all’edilizia circostante. Il gioco costruttivista dei volumi si alterna a quello dei rivestimenti che oppongono l’esterno e l’interno della corte nonché diversi “strati” di una singola facciata. Mentre i frontisulla strada sono monolitici e “murari” con singole finestre che forano il paramento di mattoni, l’interno della corte ècaratterizzato da “tende” di lamiera microforata che schermano i ballatoi, dietro cui gli appartamenti sono rivestiti da pannelli di legno Anche il terreno è stratificato e un deck al livello mezzanino sormonta il parcheggio e si affaccia su un giardino con alberi al centro della corte. Gli appartamenti sono raggiunti da ballatoi serviti da scale comuni e diventano una sorta di “strada elevata” che attraversa la geografia di materiali diversi che caratterizzano la corte con significativi punti di affaccio sulla città e sul lago. 120 appartamenti da 104 a 168 mq 20.000 mq totali PALAZZINE con servizi colettivi Stéphane beel, Plutoterreinplutoterrein, ’s graveland, 2003 La scelta progettuale riguarda la realizzazione di tre volumi di forma e dimensione diversa in una libera composizione spaziale per adattare al scala dell’edificio al contesto. Il risultato progettuale è un forma dinamica che crea degli spazi interni con differenti gerarchie. I tre volumi sono connessi grazie ad un unico basamento che contiene parcheggi, volumi tecnici e anche i servizi collettivi. Ogni blocco è caratterizzato da colori e materiali differenti in facciata. Edifici singoli Ryue Nishizawa Moriyama apartments, Tokyo, 2002 2005 QUAERTIERE URBANO Camerana, Derossi, Steidle villaggio olimpico, torino, 2003 05 QUARTIERE URBANO cino zucchi portello, milano, 2003 06 Il progetto realizzato dallo studio Cino Zucchi Architetti per l’area dell’Ex Alfa Romeo al Portello a Milano si colloca in un più complesso piano di sviluppo della città per l’a rea industriale ad est di viale Scarampo che per anni è stata oggetto di numerosi progetti di riforma. La porzione disegnata da Cino Zucchi Architetti comprende cinque edifici di residenza convenzionata, tre edifici di residenza libera affacciati sul parco, e un edificio a uffici sul sedime della ex mensa dell’Alfa Romeo di cui è conservata la facciata su via Traiano. Il “fuori scala” del perimetro industriale esistente diventa un’occasione significativa di riforma dei rapporti tra le parti esistenti attraverso l’apertura di una nuova serie di percorsi che la riconnettono con i tracciati dell’intorno. La parte sud dell’area è contraddistinta da tre corpi in linea alti otto piani. La loro giacitura parallela a via Traiano crea un fronte urbano verso la strada e massimizza l’esposizione solare dei fronti, schermando al contempo le abitazioni dal rumore del traffico di Viale Serra. La profondità del corpo di fabbrica è scavata da una piccola corte aperta verso sud ovest che include gli affacci di bagni e cucine. I fronti a nordest si presentano compatti; i fronti a sud ovest verso il parco sono risolti invece con uno schermo in elementi metallici la cui disposizione sfalsata crea una tessitura continua che protegge le ampie logge affacciate verso il parco. A piano terra, un lungo porticato a doppia altezza unifica l’accesso alle circolazioni verticali e crea un affaccio privilegiato verso la corte. L’elaborazione architettonica e la definizione dei materiali (piastrelle in cotto decolorato, pietra di Trani bianca, serramenti in legno grigio caldo, tapparelle e scusi scorrevoli in alluminio verniciato in color grigio verde) esplora il concetto di “casa di civile abitazione”, operando una riflessione sulla vita urbana contemporanea. QUARTIERE URBANO Bevk Perovi arhitekti Non profit apartments Cesta v Gorice, Ljubljana 2002 2007 Non profit apartment settlement is located in the degraded area on the edge of the city. The site occupies a long piece of derelict land wedged between Cesta v Gorice road and swamp vegetation. The settlement, designed as experimental housing scheme, is in the vicinity of Asylum Centre and offers a new home to low income families as well as to refugees with residence permits. The urban design tries to avoid the typical social housing scheme where territories in between blocks, without clear ownership become desolate areas. The settlement is therefore divided into four enclaves which form independent social units, similar in size with village structures. The S shape buildings form two types of courtyards as semi private spaces, thus marking out territories for social exchange. The narrower, paved courtyard with childrens’ playgrounds is more ‘urban’, whereas wider one with orchard has more ‘rural’ atmosphere. All apartments, accessible via outside corridors, have double orientation. Bright yellow doors mark each individual unit. The apartments – there are five different types ranging from 26 to 76 square meters – have similar entrance modules with sanitary units, wardrobe and kitchen. Balconies are deliberately omitted – they are substituted with collective courtyards, to further stimulate social interaction. Storage units, located in the low structures along the road, work as sound barrier, protecting inner courtyards. The simple concrete construction is clad with cement composite panels. Their appearance changes with the orientation of the facade. Smooth black panels are used on the outside corridors while corrugated panels are used on more exposed parts of the elevation.