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COSA SUCCEDE QUANDO UNA DONNA FONDA E DIRIGE UN'ORCHESTRA ?
Un film per chi ama la musica, e per chi comincerà ad amarla…
Regia e soggetto di Silvia Lelli ©
Documentario, Dic. 2012, Italia-Germania, 70 min.
Fotografia: Silvia Lelli
Montaggio: Silvia Lelli
Consulenza video-HD: Giuseppe D’Addino, D&D System
Revisione audio: Mauro Frangini-Agimus
Registrazioni audio: Omikron
Fotografa di scena: Dana Ram, Marco Mori
Interpreti: Johanna Knauf, Coro e Orchestra ‘Desiderio da Settignano’, Solisti.
Musiche: G. Verdi, L. van Beethoven, J.S. Bach, W.A. Mozart, A. Honegger
Lingua: italiano, tedesco-sottotitoli italiano / sottotitoli inglese
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Produzione Indipendente: Antropo ogiche
Realizzato con la partecipazione della Regione Toscana e Toscana Film Commission
Première: “50 Giorni di Cinema Internazionale - Cinema&Donne”, Sala Odeon, Firenze, Dicembre 2012
VideoLibrary Festival dei Popoli 2012
Vincitore del Premio “The Spirit of Da Vinci Award” al Da Vinci Days Film Festival (U.S.A.- OR) 2013
Apertura del Parma International Film Music Festival, 2013
Comune di Firenze-Assessorato Pari Opportunità: Festa della Donna 2013
Consiglio Regionale: ‘Festa della Toscana’ 2013
Domanda: “Come si colloca una donna nella
storia della direzione d’orchestra,
che è una storia tipicamente maschile?”
Risposta: “Innanzi tutto deve essere una
donna speciale, altrimenti
non ci sarebbe collocata affatto…”
Sinossi
Cosa succede quando una donna fonda e dirige un’orchestra? Ecco l’attività e il metodo di Johanna
Knauf, una delle pochissime donne-direttrici al mondo. Il suo metodo fonde musica, istinto e
socializzazione, si dice di lei che sia una maga che fa cantare ‘anche i sassi’… Quel che è certo è che fa
lavorare assieme centinaia di dilettanti e di professionisti fino ad eseguire le più grandi opere nei luoghi
più belli della città di Firenze. Trova la musica ‘dentro’ chiunque e insegna a darle forma esteriore,
restituendola a più gente possibile non solo come ascoltatori ma nel ruolo di esecutori e interpreti attivi:
una politica culturale di empowerment che rivoluziona la prassi competitiva, selettiva, tecnicista e
‘conservatrice’ dei ‘Conservatori’. Filmato da un’etnografa infiltrata nel coro...
Contatti: [email protected] tel. 0039 3392973580
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Antropo ogiche: tel. 0039(0)55243281
Presentazione: Tracce del lavoro di una direttrice d’orchestra, raccolte dall’etnografa Silvia Lelli dal 2005
al 2012, divengono un racconto su una complessa attività artistica tradizionalmente maschile, svolta e
trasformata da una donna. Johanna Knauf, nata in un piccolo paese nella campagna tedesca,
perfezionata tra Austria e Italia, fonda un coro e un’orchestra in un piccolo paese della Toscana. Tra
ironia e profondità, il documentario è la storia di un empowerment culturale di centinaia di persone,
diverse per preparazione musicale, provenienza, classe sociale, idee, della creazione di un grande
ensemble classico, il “Coro e Orchestra Desiderio da Settignano”. La metodologia del racconto
etnografico porta il pubblico in mezzo al coro e all’orchestra, a sentirsene parte, a godere della semiotica
affascinante dei segni della direttrice, a percepire la cura e la creatività necessarie per fabbricare quella
costruzione impalpabile detta ‘concerto’. Rovesciando la performance ‘concerto’ e trovandosi di fronte
alla direttrice, si capisce come essa faccia a far emergere la musica all’interno di ogni individuo,
indipendentemente dalla sua preparazione - e addirittura intonazione iniziale dei dilettanti - per farla
uscire, condividerla, farla esistere tra la gente. Il “mistero della Johanna…” dicono i professionisti: come
si fa a far cantare musiche così difficili a chi non ha mai cantato, non sa leggere la musica, non l’ha mai
studiata, ottenendo risultati come quelli che vedete? Composto da backstage, interviste e brani di
Mozart, Beethoven, Verdi, Bach, Honegger, il documentario racconta un approccio particolare alla
musica classica, che la rende spontanea e divertente senza mai banalizzarla, mostrando un nesso
psicologico tra felicità e rendimento. Johanna produce ‘accordi’ sociali fra professionisti e amatori, fonde i
metodi della musica popolare con quelli della musica classica, la democratizza facendola eseguire al
popolo che se ne impadronisce, non solo da ascoltatore ma da interprete, esecutore attivo e soggetto
creativo capace di concedersi soddisfazioni. La musica colta arriva nelle piazze pubbliche, tra migliaia di
persone, fuori dalla selezione e competizione tecnicista dei Conservatori. I professionisti si sentono,
“finalmente liberi”, come i dilettanti. Ci dicono che questo fare non produce solo musica, ma un
benessere più profondo che attraversa corpo, psiche, spazio e tempo, espresso nel suono di gruppo,
eludendo esclusioni o frustrazioni e, permanendo nelle persone oltre i confini dei momenti musicali,
rende migliore anche il resto della vita, in un’imprevista impresa di pace collettiva.
L’etnografa si infiltra nel coro, in-segue stati di difficile definizione, rivelando l’intreccio tra emozioni,
tecniche e fatti sociali, componenti millenarie e attuali di ciò che chiamiamo ‘arte’. Lo spettatore si trova
dalla parte del musicista, immerso in una trasversalità intersensoriale visiva, uditiva, percettiva, dentro
una produzione musicale in fieri, che non è riduttivamente solo una ‘questione di tecnica’, ma un
complesso di stati psichici che può “dar vita e forma esterna al suono ascoltato dentro”. Cercando di
mostrare questo congegno umano della produzione di musica, dato per scontato ma in realtà poco noto,
il linguaggio etnografico, calato nei contesti senza estetismi, senza esotizzazioni o manipolazioni - né
tecniche, né degli ambienti - restituisce questo mondo dal punto di vista degli interpreti di un’impresa
artistica e sociale. Un’impresa al femminile, capace di coniugare diversità, lavorare contemporaneamente
su livelli psichici, tecnici e sociali per condurre la musica classica in nuovi vissuti.
Il risultato filmico è interdisciplinare, esplicativo ma mai didascalico, appassionante ma non immaginario,
trova sintonia con i suoi contenuti e vuole approfondire la riflessione, oltre che sulla complessità di tale
interazione umana, sull’intersezione tra musica e genere/gender, sull’innovazione che le donne possono
apportare al ‘patrimonio’ culturale quando, tra varie difficoltà, riescono a raggiungere una posizione di
direzione, restando in parte ‘fuori dallo schema’ delle modalità e delle strutture previste. Vediamo una
donna mentre rinnova la musica ‘classica’ sui piani sociale, culturale e organizzativo, il che - non a caso suona come un ossimoro: come si fa a ‘rinnovare il classico’…?! Ma è quello che fa Johanna Knauf…
Articoli: http://www.stamptoscana.it/articolo/spettacoli/un-insolito-ritratto-di-una-direttrice-dorchestra
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/12/04/il-suono-perfetto-mi-annoia-dirigo-vestita.html?ref=search
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http://www.cinemaitaliano.info/news/16183/johanna-knauf-la-storia-di-una-direttrice.html
http://soloconlamiatesta.wordpress.com/2013/02/09/un-desiderio-chiamato-musica/
http://www.retetoscanaclassica.it/index.php?programmi (click on TamTam 21st Feb. 2013)
http://www.davincidays.org/film-festival/film-festival-awards ; http://www.davincidays.org/film-festival/schedule-of-films
http://oregontuscans.files.wordpress.com/2012/10/0613.pdf
Biofilmografia di Silvia Lelli
Ricercatrice e docente di Antropologia, assistente alla cattedra di Etnomusicologia - PROGEAS,
dell’Università di Firenze. Raccoglie un archivio di documentazioni visive in molte parti del mondo; gira
con metodologia etnografica, attenta al rapporto con i soggetti. Fondatrice e prima presidente
dell’Associazione AntropoLogiche; co-fondatrice dell’Associazione Documentaristi Anonimi Toscani.
1984: Qualifica Professionale di Tecnico Cinematografico della Regione Toscana - Istituto di Scienze
Cinematografiche di Firenze (tra gli insegnanti: Nikita Mikhalkof, Tonino Guerra, Sofia Scandurra). Ha
collaborato con Festival Cinema&Donne, Festival dei Popoli, Festival del Corto e MediaMix.
Tra le principali realizzazioni:
1984, “Pollution”, fiction in collaborazione con Controradio-FI.
1985, “Come rifiorisce il deserto”, Oltremare Film (VR), denuncia gli sprechi della cooperazione
internazionale vs. le buone pratiche di Associazioni Contadine in Senegal e Burkina Faso.
1995-2002, Documentazione dell’attività musicale della Famille Dembele, West-African Griots - Costa
d’Avorio-Burkina Faso-Italia.
2005, “Mebliti-Zikr: rito sufi in un campo di sosta”, documentario etnografico, Campo Rom, Coltano (PI),
AntropoLogiche.
2005, “Jorge a-vuelo–Chaski el mensajero”, auto-rappresentazioni incrociate, migrazione, Italia-Ecuador.
2006, “Salsiccia Project: living/dead-blood circle”, Food Anthropology, Calabria.
2006, “Storie di ordinaria busvia, da un punto di vista statico”, 1° Premio al Festival del Corto e MediaMix
‘Contrasti 2007’, DEAPress-Comune di Firenze-Q2.
2006, “Era una via di pietra”: distruzione del lastricato di pietra da una via del centro fiorentino, con il
Comitato Cittadino Q1-FI.
2010, “I gesti del suono: studio di una direzione d’orchestra”, Selezione di Ars Videndi, Antropologia
Visiva - Università di Siena.
2011, “Anteprima italiana con Vandana Shiva”, in “L’Economia della felicità”, di Helena Norbert Hodge
(Premio Nobel Alternativo), ed. orig. “The Economics of Happiness” (GB), Collana Satya Doc, ISEC Prod.
2012, “Semo 'taliani, parlemo ‘talian”, con E. Giusti e A. Pieroni, emigrate italiane di 3ª generazione in
Romania, 12’, Selezione MAV 2012 - Università La Sapienza, Roma.
Riprese e montaggi teatrali, 2009: Peer Gynt di H. Ibsen, Teatro della Pergola; Collage Futurista,
Teatro13, regia di P. Bartolini; Macerie Vive, Caduta del Muro di Berlino, regia di G. Cauteruccio Krypton.
In corso: “Eu gosto de ser mulher…violenza domestica e simbolica sulle donne” (con Presença
Feminina, Madeira-Portogallo), dal progetto Europeo VAVME-Grundvig, Vincitore del Premio Star Project
2012 - Agenzia Nazionale UE.
In corso: “Violenza Invisibile. La violenza psicologica sulle donne”, con M. Gagliardo, AntropoLogiche.
Altre info su: http://www.cinemaitaliano.info ~ http://www.documentaristianonimi.it
Foto Dana Ram©
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