la batteria

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LO STRUMENTO
DEL MESE
LA BATTERIA
La batteria è uno strumento a percussione composto da più elementi disposti in modo
tale che possano essere suonati da un solo musicista.
La batteria moderna si compone di:
GRANCASSA
È lo strumento in grado di emettere i suoni più gravi di tutta la
batteria ed è anche quello dal peso e dalle dimensioni maggiori. In
inglese viene anche chiamata Bass Drum o Kick Drum (poiché prima
dell'invenzione del pedale per cassa, la grancassa veniva usata col
piede, e il termine inglese per calcio è kick).
Nella batteria moderna viene tenuta appoggiata a terra e suonata tramite un apposito
pedale. In quest'ultimo caso viene generalmente chiamata soltanto cassa.
È costruita quasi esclusivamente in legno di forma cilindrica e cava. Alle sue estremità
sono poste due membrane chiamate pelli tese grazie ad appositi tiranti avvitati al
fusto. Fino a un secolo fa le pelli erano effettivamente ricavate da pellame animale,
ma sono state poi rimpiazzate da tessuti prodotti in materiale sintetico in grado di
produrre suoni di ottima qualità con una durabilità nettamente superiore. Il fusto è
realizzato da 4 o più strati di legno con venature incrociate oppure a doghe verticali.
Come per tutti i tamburi, i legni utilizzati sono vari, tra cui l'acero, la betulla, la
quercia, o combinazioni di questi legni con legnami orientali dalle caratteristiche
differenti.
e il suono prodotto è influenzato dalle caratteristiche musicali del legno impiegato.
Il suono della grancassa è generalmente smorzato con l´ausilio di feltri, appositi
cuscini di spugna o gommapiuma che attenuano la vibrazione della pelle e contrastano
la consistente propagazione del suono all´interno della cassa.
Se nelle orchestre sinfoniche venivano utilizzate grancasse gigantesche, con l’avvento
della musica jazz, del contrabbasso moderno e delle prime sale di registrazione – che
difficilmente potevano registrare frequenze molto basse - , le dimensioni dello
strumento vengono nettamente ridimensionate.
Per quanto riguarda la musica pop-rock, invece, la grancassa svolge spesso una
funzione antagonista rispetto al rullante, completandone la pulsazione ritmica: nella
maggior parte dei casi, essa suona all´unisono con il basso elettrico, aumentandone la
compattezza e arricchendo la fascia dei toni bassi. Il suo ruolo all'inizio dei brani, per
dare corpo al suono dei piatti, è insostituibile.
RULLANTE
Il rullante (in lingua inglese snare drum – della famiglia dei
membranofoni) è una sorta di tamburo costituito da un fusto in
legno o in metallo, (ma nel caso di alcuni particolari modelli,
anche in plexiglas o altri materiali), da due pelli messe in
tensione da due cerchi (in metallo o in legno) fissati al fusto mediante tiranti a vite e
blocchetti in metallo. Al di sotto della pelle risonante si trova una cordiera, la cui
azione è attivata o disattivata e regolata da un dispositivo, denominato “macchinetta”.
Il rullante è spesso utilizzato come tamburo principale della batteria e viene
posizionato al centro-sinistra del batterista (al centro-destra, nel caso di
percussionisti mancini), su un supporto da terra, detto reggirullante.
Questo strumento viene utilizzato anche in contesti sinfonici orchestrali e bandistici,
dove prende il nome di tamburo d'orchestra o, in lingua francese, "casse claire". Il
suono dei rullanti varia molto a seconda dei materiali che ne costituiscono il fusto, a
seconda del diametro, della profondità, dello spessore del fusto, del tipo e dello
spessore delle "pelli" impiegate, dei materiali e dei tipi di cerchi tendipelle, e a
seconda del tipo di cordiera montata. Molti batteristi professionisti, in particolare
quelli che lavorano intensamente in studio di registrazione, ne possiedono intere
collezioni o se ne fanno realizzare modelli personalizzati, "su misura" o su loro
progetto. Alcuni di questi rullanti vengono poi firmati con il nome del batterista che ne
ha progettato o richiesto il prototipo e, successivamente, prodotti e commercializzati,
spesso in edizioni a tiratura limitata o in versioni da collezione, realizzate in materiali
di particolare pregio e con verniciature, finiture e decorazioni molto curate, degne di
un laboratorio di alta liuteria (rullanti "custom" e "signature").
TOM TOM
Si tratta di tamburi di diametro intermedio chiamati (detti
anche solo "tom"), presenti in numerodifferente (uno o più) su
quasi tutte le batterie.
Il tom-tom (detto anche “muto” in italiano) è un tamburo di
forma cilindrica munito di una pelle battente sulla parte
superiore ed eventualmente di una risonante sulla parte
inferiore. Il fusto è solitamente in legno, ma ne esistono versioni
anche in acrilico.
Si suppone che questo strumento sia originario dei nativi d'America o di culture
Asiatiche: i primi tom-tom della moderna batteria hanno in effetti origini cinesi. In
origine i tom-tom erano costituiti di pelli naturali tese e direttamente inchiodate al
bordo; l'accordatura avveniva inumidendole e riscaladandole. In seguito venne
adottato un sistema analogo a quello del rullante, con cerchi, viti e blocchetti metallici
per fissare la pelle al bordo.
Inizialmente, le misure dei fusti erano di 12' o 13' (30 e 33 cm) per i tom più acuti e
14' o 16' (36 e 41 cm) per quelli più gravi. Oggi i diametri più comuni del fusto variano
tra gli 8' (20 cm) e i 18' (46 cm), ma ne esistono anche di misure inferiori (6', 15 cm)
e superiori (20', 51 cm).
La profondità del fusto di ciascun tom può essere di diverse misure. A quelle classiche
dette "regular" si sono aggiunte durante gli anni '80 misure più profonde, dette
"deep" o "power";
la profondità del fusto incide parzialmente sul volume, ma soprattutto sul timbro dello
strumento, avvertibile specie tra fusti di lunghezza molto diversa.
Per quanto il più diffuso materiale di fabbricazione dei fusti sia tutt'ora il legno
(soprattutto acero, betulla, bubinga, mogano), sono stati sperimentati e messi in
produzione fusti in PVC (come nel caso dei Vistalite drums), vetroresina o altre
materie plastiche, e anche in metallo (acciaio, bronzo e alluminio).
TIMPANI (FLOOR TOM)
I timpani originali derivati dall’orchestra sinfonica sono strumenti
musicali a percussione a suono determinato, in grado cioè di
emettere note definite alterando la tensione della pelle per mezzo
di un pedale.
Diversamente, i timpani che compongono la batteria (chiamati anche
Floor Tom, o Tom da pavimento), pur avendo una costruzione
analoga a quella dei Tom Tom, sono poggiati a terra per mezzo di gambe metalliche
fissate al fusto con viti e morsetti.
PIATTI (CYMBALS)
Il piatto è uno strumento musicale a percussione con suono
indeterminato e si compone di una lamina concava di metallo (in
genere bronzo) solitamente provvista di una campana centrale,
fissata grazie ad un foro, ma libera di vibrare alle estremità.
I piatti sono usati in tutti i generi musicali, tanto nella tradizionale
orchestra
Con l'aumento delle richieste di mercato, l'artigianato ha dovuto ovviamente lasciare
spazio alla produzione industriale, che ha standardizzato pesi, misure e suoni, ma con
risultati qualitativi alterni.
Esistono numerose tipologie di piatto, differenti per forma, suono e tipo di
costruzione: Ride (usati per scandire il tempo, hanno un volume robusto e una
vibrazione lenta); Crash (sono sottili e leggeri e vengono usati per produrre accenti e
per mettere in risalto particolari passaggi strumentali); Flat Ride (si distinguono dagli
altri piatti per la caratteristica forma a lente e per il suono delicato); Splash (piccoli,
leggeri ed immediati, hanno un timbro molto brillante ed esplosivo); China (si
caratterizzano per la forma cilindrica della campana, che produce un suono grezzo ed
esotico); chiodati o sizzle cymbal (sono dotati di fori con rivetti che, al momento del
tocco della bacchetta, forniscono un sottofondo di vibrazioni metalliche a basso
volume); piatti effetto (sono realizzati grazie alle moderne tecniche di lavorazione
che consentono di ottenere forme molto particolari e ricercate, con fori diversa
forma sul corpo del piatto, che consentono di creare atmosfere particolari).
CHARLESTON (HI-HAT)
Questo strumento, azionato da un apposito pedale, consente di
produrre il suono mediante l'urto tra due piatti disposti
verticalmente su di un'asta, facendoli risuonare l'uno contro l'altro
nel punto di massima circonferenza.
Prima di arrivare all'attuale modello, l'Hi-Hat (cappello alto), in cui i
due piatti sono posizionati ad un'altezza tale da permettere al
batterista di suonarli anche con le bacchette variandone l'apertura e
la chiusura in continuum con il piede sinistro, era in uso un modello in cui i piatti
stavano entrambi in basso, poco sopra al piede dell'esecutore. Questo charleston
pioneristico era anche definito Low-Hat (cappello basso) e permetteva di produrre
suoni solo grazie alla percussione del piatto superiore contro quello inferiore. Nel
corso della storia ne sono stati realizzati anche altri modelli, ma è solo dopo il 1930
che il charleston prende la sua forma pressoché definitiva, diventando insieme al
piatto ride lo strumento principe per il batterista.
Nei modelli più recenti sono presenti anche numerose regolazioni che consentono di
variare l'inclinazione dei piatti, registrare l'altezza del piatto superiore, la corsa del
pedale, la resistenza della molla di ritorno, ecc…
Sebbene i singoli pezzi che compongono il set abbiano origini anche molto diverse tra
loro e radici storiche che risalgono alle volte fino alla preistoria, la nascita delle prime
rudimentali batterie avviene nei primi del '900 con la musica bandistica e la necessità
da parte dei percussionisti di raccogliere in un unico insieme relativamente compatto
più strumenti che altrimenti avrebbero richiesto la presenza ciascuno di un musicista
dedicato.
Fin dall’avvento della musica jazz, nel corso degli anni Venti, la batteria è stato uno
strumento fondamentale della musica popolare, coniugato o sostituito in seguito dalla
drum machine, soprattutto nella musica elettronica. L'attuale batteria nasce da
problemi di spazio; infatti in principio, lungo le strade di New Orleans (Louisiana),
c'erano enormi bande che suonavano per strada, in corteo, ed ogni elemento
dell'attuale batteria era suonato da una singola persona, come nelle fanfare militari
odierne. In seguito le esibizioni si spostarono dalle strade ai locali, ed era impossibile
ospitare sul palco cinque/sei musicisti che si dedicassero alle percussioni; quindi si
fuse la grancassa con il rullante militare. A questa batteria primordiale vennero in
seguito aggiunti i piatti, allo scopo di creare un suono acuto che si contrapponesse al
suono grave dei tamburi.
I batteristi solitamente suonano con le bacchette, ma possono usare anche strumenti
diversi come le spazzole, le mani, i rod (bacchette composte da fasci di legno) e i
mallet (battenti). Le tipologie di bacchette in commercio sono varie, spesso alcuni
modelli esistono solo per alcune case costruttrici. Sono realizzate principalmente in
legno di noce, ma ne esistono modelli in carbonio ed in plastica. La punta delle
bacchette può essere di varia forma: ovoidale (la più comune), sferica, cilindrica,
conica; il materiale con cui è realizzata la punta può essere legno o plastica.
Importante anche il bilanciamento delle bacchette che può essere in testa, al centro o
in coda. Il modello delle bacchette è descritto da una sigla, composta da un numero e
da una lettera. La lunghezza è standard, circa 40 centimetri, dipende anche dalla casa
costruttrice la quale può realizzarne dei modelli leggermente (1 cm circa) più lunghe o
più corte.
Anche la batteria è uno strumento che necessita di essere accordato.
L'accordatura è un procedimento che può essere eseguito con tecniche differenti
serve per portare il tamburo, attraverso la tensione delle due pelli battente e
risonante, ad avere un suono il più echeggiante possibile. Esistono vari metodi per
accordare i tamburi: quello qui mostrato è quello più comune e più funzionale,
suggerito anche da molte case produttrici di pelli. È necessario eseguire queste
operazioni senza tenere i tamburi "in braccio", ma tenendoli diritti per terra, cioè con
un cerchio tendipelle appoggiato per terra e l'altro che guarda voi: questo è l'unico
modo per far suonare solo la pelle che state accordando.
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