USCITA DIDATTICA AL RIFUGIO “MONTE ZUCCO” (seconda parte) prima si prendono le ordinazioni… … poi si mangia 3. Studiare la biodiversità del mondo naturale, che si articola nella diversità del paesaggio, degli ambienti, delle specie viventi. Abbiamo osservato gli ambienti: i prati aridi, le rupi, il bosco, i prati pingui. Abbiamo osservato e disegnato, perché il disegno ci costringe all’osservazione approfondita, anche dei particolari, delle numerose specie che vivono nei differenti ambienti. “Ho imparato a conoscere nuove piante e fiori di cui non sapevo nemmeno l’esistenza. E usare il lentino come i veri scienziati.” “In questa gita ho imparato cose bellissime che non conoscevo, come i fiori nuovi o endemici, nuove piante e nuovi piccoli insetti.” Saponaria ocymoides al primo raggio di luce sul Monte Zucco Viola tricolor Helianthemum nummularium osservazione della Paeonia officinalis Lucrezia davanti ad un’orchidea, la Cephalanthera longifolia Globularia cordifolia Cardamine heptaphylla Anabel con Melandrium rubrum, tipico fiore dei prati pingui Giada e Biscutella laevigata Rumex acetosa. una pianta erbacea commestibile dei prati pingui, dal sapore acidulo. L’apprendimento avviene prima con il gusto, poi….. …. con l’osservazione e il disegno Amelanchier ovalis, arbusto che predilige le rupi e i prati aridi. La peluria tomentosa sotto le foglie consente al Pero corvino (nome volgare) di vivere in ambienti con scarsità d’acqua.. Ci siamo soffermati sugli animali, anche quelli più piccoli, che abitano gli ambienti che abbiamo studiato. “La cosa che mi è piaciuta di più è stata quando siamo saliti sul Monte Zucco e abbiamo visto due aquile che volavano insieme ad un corvo che proteggeva i piccoli e quando stavo lavando i piatti con una mia compagna e ho aperto la finestra perché faceva caldo e ci passò davanti una bellissima volpe di colore rossiccio e con una coda molto folta.” Cattura di una larva di Salamandra pezzata … non da tutti apprezzata … un maggiolino … un grillo Un bruco attira l’attenzione di chi è curioso nell’animo …il cavallo, ancor di più… In particolare abbiamo preso in considerazione alcuni tipi di piante dette endemismi. Le specie degli esseri viventi possono vivere sparsi su ampie zone della terra o solamente in luoghi limitati. Quando vivono in aree molto ristrette vengono definite specie endemiche. Le Prealpi Orobiche racchiudono alcune specie di vegetali che vivono solamente qui da noi o sui monti limitrofi. La loro origine è dovuta al susseguirsi di cambiamenti climatici avvenuti nel Quaternario. Questi avvenimenti hanno distrutto gran parte della flora precente del Terziario. Gli endemismi sono quindi rari relitti di quella flora sopravvissuta o specie nuove formatesi in seguito. Sono piante rarissime, protette, perché, come si può capire benissimo, se si estinguono da noi scompaiono per sempre dal Pianeta. Botanici di diversi paesi, infatti, vengono sulle nostre Prealpi proprio per osservarle. Noi dobbiamo conoscerle ed essere custodi di questi tesori naturalistici. Sul Monte Zucco abbiamo individuato sette endemismi orobici e precisamente: Le foglie sono morbidissime al tatto a causa di soffici e lunghi peli che consentono a questa pianta di non disperdere acqua e sopravvive sulle rupi Campanula elatinoides Carex baldensis Cytisus emeriflorus Viola dubyana Ranunculus thora Telekia speciosissima Saxifraga vandellii 4. Facilitare la relazione all’interno del gruppo classe tramite un momento di condivisione non solo di studio e di gioco, ma di momenti di socializzazione più personali, quali mangiare insieme, dormire insieme, in un luogo connotato da una forte naturalità. “L’ambiente era stupendo, mi è piaciuto rimanere “isolati” dal resto del mondo e trascorrere del tempo assieme a tutti i miei compagni anche per conoscerli meglio.” “Mi è piaciuto dormire e condividere la stanza con le mie amiche perché ho scoperto come sono loro “realmente.” “… ho scoperto che i veri amici o amiche si presentano nel momento del bisogno…” “… dormire in stanza assieme abbiamo imparato a conoscerci e ad apprezzarci.” “È stato bello vedere che tutti riuscivano ad essere d’accordo l’uno con l’altro e che ognuno aveva un compito da eseguire aiutando tutto il gruppo.” “Alcuni di notte hanno fatto un casino madornale e che poi sostenevano di aver dormito tutta la notte, ma senza di loro sarebbe stata una notte normale.” “È stato bello cantare tutti insieme come un vero coro.” Durante le escursioni… … a pranzo … a letto (la camera dove si respirava aria pulita di montagna) … nel gioco…. … questa è per don Vittorio 5. In un momento così delicato della crescita, l’adolescenza, dove prende sempre più spazio l’autonomia individuale, la ricerca di un pensiero autonomo, a volte in opposizione al modo di pensare della famiglia, la Scuola è punto di riferimento di valori condivisi, il luogo dove si può realizzare la propria personalità mediante il lavoro quotidiano, la correttezza delle proprie azioni, la solidarietà, la fiducia nelle proprie capacità…. La gita è stata un momento di gestione autonoma della propria vita e di condivisione di ideali comuni. È stata l’occasione di dimostrare a se stessi e agli altri la capacità di gestirsi da soli che non vuol dire fare ciò che si vuole, ma significa condividere regole comuni, in cui la propria libertà non danneggia quella del compagno. Ci si ferma dove inizia lo spazio dell’altro, la sua sensibilità, la sua gioia. Significa, in poche parole, star bene tutti. Il rifugio è stato dato in gestione agli alunni che assieme ai due docenti accompagnatori ne hanno gestito l’apertura, la chiusura, le pulizie. Ognuno si è portato nello zaino il proprio necessario, ha provveduto a farsi il proprio letto e a gestire il proprio cibo, tra pranzo cena (gli insegnanti hanno cucinato i primi e la colazione). Ognuno ha svolto il proprio incarico a servizio del benessere di tutti, apparecchiando la tavola, sparecchiandola, lavando i piatti, pulendo per terra, oltre ad esplicare le attività didattiche programmate. “Questa gita mi ha insegnato come è bello e divertente aiutare gli altri e a passare del tempo con altre persone non sempre le stesse.” “Ho imparato non solo il nome dei fiori, ma anche che se si è in una comunità ognuno deve fare la sua parte.” “Ho imparato che se ognuno fa una piccola cosa, si riesce a far tutto senza accorgersi, ad esempio io ho lavato i piatti e mi sono anche divertita.” “Cucinare è bello, se poi bisogna farlo per gli altri è ancora meglio.” “Io mi sono divertita perché sapevamo che la nostra camera era la più ordinata perché avevamo pulito e ordinato così bene che si sentiva aria di montagna, non come nelle altre camere che c’era una puzza tremenda.” “Ho imparato che in montagna tutti i rifiuti si portano a valle e che occorre pulire quando si sporca.” “Ho imparato anche ad apparecchiare e a scopare per terra, perché prima lo facevo in modo sbagliato: invece di tirare la scopa verso di me, la spingevo in avanti.” Le formidabili aiutanti della cuoca Gli apparecchiatori della tavola Gli ordini: pasta al pomodoro e basilico, pasta al pesto, pasta alla pizzaiola… il profe è un po’ sfizioso Quando è pronto…suona la campanella Il cambusiere prende gli ordini per il bere Si serve a tavola Alla fine, si sparecchia… anche se non è sempre piacevole si pulisce per terra… con uno stile molto personale si lavano piatti e pentole … alla perfezione Noi insegnanti vogliamo immergerci insieme ai nostri alunni nel loro progetto di vita; non desideriamo indicare dall’alto la via che altri devono percorrere, preferiamo camminare insieme lungo il medesimo percorso. In questo modo si instaurano relazioni di conoscenza e di stima reciproca, che favoriscono il processo di apprendimento. “Ringrazio il prof. Arzuffi per la compagnia tenuta cantando e la prof.ssa Vignaga per la cena, la colazione e il pranzo che erano buonissimi.” Lezione di tecnica ad acquerello Studio della biodiversità Q Quando si arrabbia la cuoca….. fa delle meravigliose … pastasciutte alla pizzaiola Quando osserva gli alunni giocare è più rilassata Momenti in cui si fa lezione e… momenti in cui si condivide l’esperienza del gioco Conclusioni “Siamo stati molto fortunati a fare questa esperienza. La conserverò nel cuore, per sempre.” “Mi è piaciuto molto immergermi nella natura, cosa che in città non riesci a fare.” “Questa gita non è stata solo un gita di divertimento, ma una gita molto istruttiva e io ne rifarei migliaia. Anche se abbiamo fatto lezione, non è stato noioso, anzi.” “La gita è stata meravigliosa; non vedo l’ora di fare un’altra gita simile a questa, forse che duri un po’ di più.” “Secondo me questa gita è stata perfetta.” “Io vado spesso nei rifugi di montagna, tuttavia fino ad ora nessuno mi aveva mai spiegato l’affascinante mondo della natura. La prossima volta che andrò in montagna, forse potrò fare io da guida.” Noi insegnanti realizziamo uscite didattiche, percorsi di apprendimento basati su attività laboratoriali perché crediamo nel progetto di scuola pubblica. Noi abbiamo un’idea forte in cui crediamo, che è quella di poter partecipare a creare un mondo migliore. Noi abbiamo la fortuna di lavorare con il futuro del mondo, che sono i vostri figli. Solamente con la loro felicità, con la loro libera analisi critica, con le loro competenze, con la volontà di vivere solidali, con la capacità di stupirsi, con la ricerca della bellezza avremo un mondo più bello. E noi lavoriamo per questo, e ciò dà senso e gioia al nostro lavoro di insegnanti ed educatori. Paladina, 12.06.2014 Prof. ARTURO ARZUFFI Prof.ssa ORNELLA VIGNAGA Prof. CARLO FORTUNATO