REGIONE AUTONOMA FRIULI-VENEZIA GIULIA PROVINCIA DI UDINE COMUNE DI MANZANO UFFICIO LAVORI PUBBLICI PROGETTO “O.P. N^ 5/012 LAVORI DI AMPLIAMENTO E GESTIONE DELLA PISCINA COMUNALE” PROGETTO PRELIMINARE RELAZIONE TECNICA. TAV 2 Il progettista e Direttore dei Lavori geom Paolo Nardin____________________ Manzano, Maggio 2012 RELAZIONE TECNICA IMPIANTI MECCANICI PREME S S E Gli impianti meccanici costituiscono l’aspetto tecnologico qualificante di un impianto natatorio, a maggior ragione in un impianto come questo che verrà sottoposto ad un potenziamento funzionale e tecnologico per migliorare l’attuale offerta di servizi agli utenti. All’interno della struttura in oggetto sono presenti vari ambienti a diverse destinazioni d’uso; l’intervento progettuale in oggetto di riferisce all’ampliamento degli spogliatoi e alla realizzazione di una nuova vasca ricreativa esterna. La presente relazione tecnica si riferisce agli impianti meccanici posti a servizio dell’ampliamento dell’impianto natatorio. Poiché gli impianti meccanici di una piscina costituiscono un unico sistema integrato, la cui progettazione non può che essere affrontata in maniera unitaria, si è ritenuto opportuno riunire tutti gli argomenti trattati in un’unica relazione tecnica, comprendente la descrizione dei seguenti impianti: − Impianti di filtrazione e trattamento acque di piscina della vasca esterna; − Impianti termici e di ventilazione dell’ampliamento degli spogliatoi; − Impianti idrici, igienici, sanitari e di scarico della vasca esterna; − Impianti antincendio. VALORI GUIDA P ER LA REDAZIONE DE L PROGETTO Si riportano i valori dei parametri fondamentali, estrapolati dalle normative citate nel paragrafo precedente, in base ai quali saranno dimensionati gli impianti tecnologici facenti parte del presente progetto. CARATTERISTICHE DELL'ACQUA DI ALIMENTAZIONE − acqua potabile − Pressione a valle del contatore acqua − massima 5 bar − minima 3 bar − temperatura acqua 12 °C − Torbidità ≤ 2 mg/l SiO2 (o unità equivalenti di formazina) − Solidi grossolani assenti − Solidi sospesi ≤ 2 mg/l (filtrazione su membrana da 0,45 µg) − pH 6.5 ÷ 7.5 − Cloro attivo libero 0.6 ÷ 1.8 mg/l Cl2 − Cloro attivo combinato ≤ 0.2 mg/l Cl2 − Acido isocianurico ≤ 75 mg/l − Sostanze organiche ≤ 2 mg/l di O2 (analisi al permanganato) oltre l’acqua di immissione − Nitrati valore dell’acqua potabile − Acido isocianurico ≤ 20 mg/l di NO3 oltre l’acqua di approvvigionamento − Flocculanti ≤ 20 mg/l di Al o Fe (rispetto al flocculante impiegato) CARATTERISTICHE DELL'ACQUA DI PISCINA − Temperatura − vasca nuoto 28 °C − vasca fitness 30 °C − vasca ricreativa 32 °C − Torbidità ≤ 4 mg/l SiO2 (o unità equivalenti di formazina) − Solidi grossolani assenti − Solidi sospesi ≤ 2 mg/l (filtrazione su membrana da 0,45 µg) − pH 6.5 ÷ 7.5 − Cloro attivo libero 0.7 ÷ 1.5 mg/l Cl2 − Cloro attivo combinato ≤ 0.4 mg/l Cl2 − Acido isocianurico ≤ 75 mg/l − Sostanze organiche ≤ 2 mg/l di O2 (analisi al permanganato) oltre l’acqua di immissione − Nitrati ≤ 75 mg/l − Acido isocianurico ≤ 20 mg/l di NO3 oltre l’acqua di approvvigionamento − Flocculanti ≤ 20 mg/l di Al o Fe (rispetto al flocculante impiegato) CARATTERISTICHE DELLE VASCHE Vasca fitness − Lunghezza 16,00 m − Larghezza 10,00 m − Profondità minima 1,2 0 m − Profondità massima 1,30 m − Superficie 160,00 m² − Volume 184,00 m³ ACQUA DI RINNOVO E' previsto un rinnovo giornaliero dell'acqua di piscina pari al 5% del volume complessivo della stessa, in osservanza ai disposti della Circolare del Ministero della Sanità del 16 luglio1971, n.128. FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI TERMICI - Temperatura dell'acqua agli utilizzatori − mandata circuito primario 70 °C − ritorno circuito primario 55 °C − acqua calda miscelata sanitaria 40 °C - Tolleranze − Temperature dell'acqua di piscina +1 °C − Temperatura degli ambienti +2 °C − Temperatura dell'acqua calda sanitaria +2 °C IMPIANTI DI FILTRAZIONE E TRATTAMENTO ACQUE DI PISCINA NORME E REGOLAMENTI Il progetto descritto nella presente relazione sarà redatto secondo le esigenze specifiche della committenza ed in conformità ai criteri generali dettati dalla normativa vigente. Più specificamente, si farà costante riferimento alle norme e regolamenti attinenti agli impianti sportivi, con particolare riguardo alle piscine. La distribuzione e circolazione dell'acqua nella vasca è prevista con immissione dal fondo e ripresa a tracimazione continua mediante canaletta di sfioro laterale. Questo sistema di immissione dell'acqua in piscina, ottenuto per mezzo di un congruo numero di bocchette a getto radiale, poste sul fondo della vasca, garantisce l'afflusso di acqua trattata in qualsiasi punto della stessa. I notevoli vantaggi offerti da questo sistema si possono così sintetizzare: − una miscelazione effettiva ed omogenea dell'acqua, che permette di mantenere il contenuto di cloro attivo costante ed uniforme in tutti gli strati della stessa; − l'eliminazione di zone morte con acqua stagnante; − una spinta costante sul pelo libero dell'acqua per una più rapida e sicura pulizia della superficie; − una pulizia molto efficace del fondo della piscina, grazie al moto radiale impresso all’acqua uscente dalle bocchette, che spazzola costantemente la superficie del fondo. Al riguardo è utile rilevare quanto riportato nella relazione del Servizio Impianti Sportivi del C.O.N.I., nella quale si afferma che "una circolazione dell'acqua perfetta è garantita dall'attraversamento verticale dal basso verso l'alto, mediante immissione dell'acqua attraverso numerose bocchette distribuite sul fondo, e scarico attraverso sfioro perimetrale". Infatti, il sistema di immissione convenzionale “a parete” crea vie preferenziali tra bocchette di immissione e prese di fondo, disuniforme distribuzione del cloro residuo, addirittura assente agli angoli della vasca, spreco di acqua di sfioro e di calore, stratificazione termica, dovuta al reintegro di acqua fresca. Lo sfioro previsto è quello di tipo finlandese, che, oltre a consentire i massimi risultati sul piano agonistico, grazie all'efficace smorzamento del moto ondoso, offre ai bagnanti il massimo comfort, costituendo una battigia simile a quella del mare. Particolare cura sarà posta affinché le acque di lavaggio del pavimento circostante non possano introdursi nella canaletta di sfioro, entrando così nel ricircolo dell'acqua di piscina; grazie ad una seconda canaletta, parallela a quella di sfioro e da questa completamente separata, sarà garantita una perfetta igiene dell'acqua di piscina. Le canalette di sfioro perimetrali saranno ricavate in getto unico con le pareti verticali della vasca e saranno prive di pilette e collettore di scarico. Si intende così eliminare qualsiasi possibilità di infiltrazione dell'acqua nel calcestruzzo, assicurando una durata illimitata del manufatto ed al tempo stesso riducendo a zero gli interventi di manutenzione. Per la piscina verrà costruita una vasca di compensazione indipendente, interamente realizzata in calcestruzzo armato e completamente rivestita in gres porcellanato, alla quale verrà condotta per gravità l'acqua raccolta dalle canalette di sfioro. La capacità della vasca di compenso, sarà tale da garantire lo sfioro continuo anche in concomitanza delle oscillazioni del pelo libero dell'acqua, dovuto alla presenza di bagnanti, consentendo il recupero integrale dell'acqua di sfioro. Tutte le tubazioni dei circuiti idraulici così come tutte le parti da annegare nei getti in c.a. delle vasche saranno realizzate in PVC rigido atossico per convogliamento di acque potabili, materiale estremamente resistente alla corrosione anche in presenza di prodotti chimici aggressivi. IMPIANTO DI DEPURAZIONE DELL’ACQUA DI PISCINA Ciascuna vasca sarà munita di proprio impianto di filtrazione autonomo. Le caratteristiche tecniche e dimensionali della vasca esterna sono le seguenti: − Lunghezza 15,00 m − Larghezza 8,00 m − Profondità minima 0.0 m − Profondità massima 0,60 m − Superficie 120+15,00 m² − Volume 60+12,00 m³ − Portata impianto 90,00 m³/h − Tempo di ricircolo 0,80 h Si riporta di seguito una tabella che confronta i tempi di riciclo effettivi con quelli massimi consentiti, rispettivamente, dalla Circolare n. 128 del 16/07/1971 del Ministero della Sanità, dalle Norme UNI 10637 e dal vecchio Atto d’intesa fra Stato e regioni del 17.02.1992: Tempo di ricircolo [h] effettivo Circ.re 128 UNI 10637 vasca fitness 0,8 8,0 1,0 Come si può notare, le caratteristiche dell’impianto di filtrazione consentono di rispettare ampiamente i disposti delle Norme UNI 10637, “Piscine. Requisiti degli impianti di circolazione, trattamento, disinfezione e qualità dell’acqua di piscina” e le prescrizioni del vecchio “Atto d’intesa fra Stato e regioni relativo agli aspetti igienicosanitari concernenti la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio” del 17.02.1992, ancorché abrogato. Quanto all’ “Accordo tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano relativo ai criteri per la gestione ed il controllo delle piscine, ai fini della tutela igienico-sanitaria e della sicurezza”, questo non dà indicazioni sugli impianti, ma fa espresso riferimento alle Norme UNI 10637. In osservanza al D.M. 18 marzo 1996 del Ministero dell’Interno, “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”, la frequenza oraria massima consentita di utenti nell’ambiente piscina sarà pari a 1 bagnante ogni 2 m² di superficie dello specchio d’acqua. L'impianto di depurazione dell'acqua di piscina sarà dimensionato in modo da assicurare il trattamento, oltre alla normale torbidità, anche dei batteri e delle sostanze organiche presenti nell'acqua. Grazie alla tecnica adottata della filtrazione selettiva, l'acqua da trattare distribuisce la torbidità in modo graduale su tutta la massa filtrante, consentendo un flusso d'acqua più veloce con perdite di carico contenute. La filtrazione selettiva si basa sull'importante fenomeno fisico-chimico di flocculazione spontanea, prodotto dalle brusche variazioni di velocità subite dalle particelle in sospensione nel passaggio attraverso strati a granulometria differenziata. In questo modo le varie torbidità presenti nell'acqua vengono via via trattenute dai diversi strati filtranti, fino alla rimozione delle sostanze colloidali, senza l'impiego di prodotti chimici flocculanti, e di tutte le particelle di dimensioni superiori a 5 micronmetri (5 millesimi di millimetro). Al fine di ottimizzare l'efficienza e la flessibilità dell'impianto natatorio, è prevista l'installazione di almeno due unità filtranti collegate in parallelo con opportuni collettori, in modo da permettere il lavaggio di una di esse mentre l’altra rimane in funzione a servizio della piscina. Ciascun filtro sarà dotato di elettropompa centrifuga, avente caratteristiche adeguate all'esercizio dello stesso; una quarta pompa, uguale alle precedenti, è deputata al lavaggio per la rigenerazione dei minerali filtranti. Ciascuna pompa sarà protetta da un prefiltro a pressione, adatto alla rimozione delle impurità grossolane, corredato di cestello estraibile e coperchio con sistema rapido di apertura. I cicli operativi degli impianti di filtrazione saranno completamente automatici, governati da un programmatore logico digitale: secondo il programma giornaliero/settimanale impostato, il PLC comanderà il controlavaggio di ciascun filtri all’orario e nel tempo prefissati; sarà possibile inoltre impostare cicli di funzionamento diversi per i periodi di attività e di sosta degli impianti, in modo da adeguarne la portata all’effettivo afflusso di bagnanti. IMPIANTO DI DISINFEZIONE DELL’ACQUA DI PISCINA La vasca sarà munita di proprio impianto di disinfezione autonomo. La disinfezione dell'acqua di piscina sarà assicurata da un sistema automatico, costituito essenzialmente da un analizzatore di Cl e pH e da dosatori ad esso asserviti, che iniettano in modo continuo la soluzione disinfettante a base di cloro e quella acidificante, prelevandole da appositi contenitori. Questo tipo di impianto è stato prescelto, perché risponde ai seguenti requisiti: − impianto completamente automatico; − semplicità di conduzione; − semplicità e rapidità di manutenzione; − elevata affidabilità; − costo di installazione contenuto; − costo di gestione contenuto. Il funzionamento dell'impianto si può così schematizzare. Un dosatore viene comandato dall'analizzatore automatico del cloro, mantenendo il valore del cloro attivo in vasca entro i limiti prefissati. Affinché l'azione disinfettante del cloro possa esplicarsi in tutta la sua efficacia, risulta necessario mantenere entro i limiti prefissati anche il valore del pH dell'acqua; a questo provvede una pompa dosatrice, comandata dall'analizzatore automatico di pH. IMPIANTO PULISCIFONDO L'operazione di pulizia del fondo nel caso della piscina pubblica richiede una frequenza giornaliera; è importante quindi disporre di un impianto al tempo stesso semplice e funzionale. A questo proposito è previsto l'impiego di un pulitore automatico (robot), adatto alla pulizia del fondo di vasche di grandi dimensioni, dotato di radiocomando. Il robot funziona alla tensione di sicurezza di 24 V, alimentato da apposito trasformatore di isolamento, alloggiato sul carrello di trasporto del pulitore; per l’alimentazione del trasformatore saranno predisposte alcune prese, protetta da quadretto a parete con chiave, collocate nel solarium, posizionate al di fuori della Zona 1, nel rispetto delle norme CEI 64-8/parte 7/sez. 702. Si richiama, in ogni caso, l’attenzione del personale addetto, affinché: − eviti nella maniera più assoluta di impiegare il robot in presenza di pubblico; − adotti tutte le precauzioni atte ad evitare che il trasformatore di isolamento possa oltrepassare i limiti imposti per la zona 1; e questo anche se è stata prevista l’installazione di apposito interruttore automatico con protezione differenziale ad altissima sensibilità per ciascuna presa. SANIFICAZIONE DEI PERCORSI OBBLIGATI Il problema della sanificazione ambientale nel caso di piscine pubbliche riveste una particolare importanza. Infatti, le persone che frequentano i locali spogliatoi e servizi di impianti sportivi per comunità sono facilmente soggette a contrarre le dermatomicosi, soprattutto alle estremità inferiori. Il veicolo attraverso il quale si trasmettono le micosi è rappresentato in particolare dal pavimento dei percorsi a piedi nudi e dalle docce. Per ridurre la probabilità di contaminazione è prevista la vaschetta lavapiedi in corrispondenza dei percorsi obbligati; un apposito sistema di dosaggio, comandato da dispositivo a fotocellula, inietta direttamente il prodotto antimicotico nella vaschetta suddetta. RISCALDAMENTO DELL'ACQUA DI PISCINA Per il riscaldamento dell'acqua di piscina si adotterà l'installazione di uno scambiatore di calore a servizio dell’impianto di immissione della vasca, dotato di complesso di termoregolazione indipendente, al fine di mantenere costante la temperatura di ciascuna vasca. Lo scambiatore previsto è del tipo a fascio tubero coassiale, a flussi incrociati, interamente realizzato in acciaio inossidabile AISI 316, e quindi esente da problemi di corrosione anche in presenza di agenti particolarmente aggressivi, come quelli utilizzati per il condizionamento chimico dell’acqua di piscina; alcuni accorgimenti particolari saranno adottati per rendere agevole le operazioni di manutenzione e pulizia. L'impianto di termoregolazione prescelto è caratterizzato da elevate sensibilità ed affidabilità. Gli impulsi provenienti dalla sonda di temperatura, installata sul circuito di mandata dell'acqua di piscina, vengono elaborati da un multiregolatore digitale, che comanda l'apertura/chiusura di una valvola miscelatrice a tre vie; anche nell’eventualità di guasto del sistema un termostato di massima temperatura, tarato al valore di 38°C, garantisce la sicurezza dei bagnanti. ALIMENTAZIONE E REINTEGRO DELL’ACQUA DI PISCINA Le normative vigenti sulla tutela delle acque dall'inquinamento prevedono l'installazione di dispositivi idonei ad evitare che avvenga il ritorno di acqua, per sifonaggio o depressione, dalle utenze alla rete primaria di distribuzione. Essendo l'alimentazione della piscina uno dei casi tipici in cui si può verificare tale evento, sarà installato un disconnettore sulla tubazione che provvede all’alimentazione dell’utenza piscina. È previsto un reintegro giornaliero dell'acqua di piscina pari al 5% del volume complessivo della stessa, in osservanza ai disposti delle Norme UNI 10637, “Piscine. Requisiti degli impianti di circolazione, trattamento, disinfezione e qualità dell’acqua di piscina”. Per il rilievo della quantità d’acqua suddetta è prevista l’installazione di apposito contatore volumetrico sulla linea di alimentazione di ciascuna piscina. VASCA DI ACCUMULO PER IL LAVAGGIO DEI FILTRI Normalmente, l’acqua per il lavaggio in controcorrente dei letti filtranti viene prelevata direttamente dalla vasca di compenso; nel caso in esame è stata prevista la costruzione di un’apposita vasca di accumulo, in tutto simile a quella di compenso, dedicata esclusivamente al lavaggio dei filtri. L’acqua allontanata in continuità dalla piscina per attuare il reintegro giornaliero previsto, anziché essere mandata in fognatura, viene accumulata nella vasca suddetta, per essere utilizzata per il lavaggio dei filtri. Questo sistema consente l’installazione successiva di un impianto di recupero energetico, appositamente predisposto per recuperare la gran parte (~ 80%) del calore altrimenti dissipato per il reintegro dell’acqua di piscina. In pratica, uno scambiatore di calore del tipo a piastre a flussi incrociati raffredderà l’acqua calda che viene ricambiata, riscaldando contemporaneamente l’acqua fredda di reintegro. SCARICO DELL'ACQUA DI PISCINA Per quanto riguarda l’acqua di lavaggio dei filtri, questa è assimilabile ad uno scarico civile ai sensi del D. Lgs 11 maggio 1999, n. 152 - “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”; il parametro che non rientra nei limiti di accettabilità previsti dalla tabella 3 allegata alla norma suddetta, è costituito dalla concentrazione del cloro attivo, a causa del trattamento di disinfezione normalmente attuato. Si è previsto pertanto l'impiego di una pompa dosatrice, che inietta nella tubazione di scarico dei filtri la quantità necessaria di soluzione di sodio per "neutralizzare" il cloro presente nell'acqua; tale dosatore interviene automaticamente quando si attua il controlavaggio di uno qualsiasi dei filtri. Grazie al moto turbolento dell’acqua nella tubazione di scarico, si ottiene una buona miscelazione fra il sodio ed il cloro, garantendo in tal modo un’efficiente neutralizzazione dello stesso. Pur essendo praticamente istantanea la reazione chimica fra i due elementi, si è prevista una vasca di equalizzazione e decantazione delle acque scaricate, dotata di due scomparti. In questo modo l’acqua può essere conferita direttamente alla fognatura, senza creare problemi di sorta all’impianto di depurazione finale. Lo stesso sistema può essere utilizzato per la neutralizzazione delle acque di piscina, quando si procede allo svuotamento di una vasca; basterà avere l’accortezza di avviare la pompa dosatrice di neutralizzazione quando si avvia la pompa per lo scarico. Prima del conferimento delle acque reflue alla linea della fognatura, è stato previsto un pozzetto ispezionabile di dimensioni adeguate, per consentire al personale preposto di effettuare agevolmente il prelievo di campioni da analizzare. IMPIANTI TERMICI E DI VENTILAZIONE PREMESSE NORME E REGOLAMENTI Il progetto descritto nella presente relazione è stato redatto secondo le esigenze specifiche della committenza ed in conformità ai criteri generali dettati dalla normativa vigente. Più specificamente, si è fatto costante riferimento alle norme e regolamenti attinenti agli impianti sportivi, con particolare riferimento alle piscine, tra le quali citiamo le seguenti: − D.M. 18 marzo 1996 del Ministero dell’Interno, “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”; − Circolare n. 16, 15 febbraio 1951 del Ministero dell’Interno, “Norme di sicurezza per la costruzione, l’esercizio e la vigilanza di teatri, cinematografi e altri locali di pubblico spettacolo”; − D.M. 12 aprile 1996, “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi” − D.P.R. 27 aprile 1955 n. 547, “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” − Norme UNI 10339: “Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti”. − Norme UNI 9860: “Impianti di derivazione d’utenza del gas”; − Norme UNI 10779: “Reti di idranti. Progettazione, installazione ed esercizio”. − D.M. 1 dicembre 1975: “Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione” − Legge 9 gennaio 1991 n. 10, “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”; − D.P.R. 6 dicembre 1991 n. 447, “Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990, n. 46”; − D.P.R. 6 dicembre 1993 n. 412, “Regolamento secondo norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10”; − D.P.R. 551/99 “Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412: regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’articolo 4, comma 4 della legge 9 gennaio 1991, n. 10.” − Norme CEI 64-8, “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua”; − Norme CEI 64-2, “Impianti elettrici nei luoghi con pericolo d’esplosione”; − Norme CEI 64-2/A, “Impianti elettrici nei luoghi con pericolo d’esplosione - Appendici”. VALORI GUIDA PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO Si riportano i dati tecnici fondamentali in base ai quali sono stati dimensionati gli impianti tecnologici facenti parte del presente progetto. CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE DELL'ARIA ESTERNA Condizioni invernali − Temperatura aria -5 °C − Umidità relativa 80 % Condizioni primaverili − Umidità specifica 9.0 g/kg − Entalpia 35.1 kJ/kg CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE DELL'ARIA INTERNA Temperatura Spogliatoi − Temperatura aria 24 °C − Umidità specifica 50 % VENTILAZIONE DEGLI AMBIENTI Così come previsto dalla norma UNI 10339 e dalle norme CONI per l’impiantistica sportiva, per gli spazi chiusi viene previsto un adeguato ricambio d’aria onde consentire idonee condizioni igieniche e di comfort per gli utenti. Ricambi d’aria (volumi ambiente / ora) − Spogliatoi 5 Vol/h CARATTERISTICHE DELL'ACQUA DI ALIMENTAZIONE − Acqua potabile − Temperatura acqua 10°C − Pressione a valle del contatore acqua/autoclave − massima 4,5 bar − minima 2,0 bar FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI TERMICI - Temperatura dell'acqua agli utilizzatori andata circuito primario 70 °C ritorno circuito primario 60 °C acqua calda miscelata sanitaria 40 °C - Tolleranze − Temperature dell'acqua di piscina ±1 °C − Temperatura degli ambienti +2 °C − Temperatura dell'acqua miscelata sanitaria ±3 °C IMPIANTI TERMICI CENTRALE DI PRODUZIONE CALORE Per l’alimentazione del calore necessario ai vari utilizzatori termici si sfrutterà la centrale termica completa esistente, collocata in un locale tecnico apposito posto in copertura. L’intera potenza termica è suddivisa su più generatori di calore di pari potenza, ad alto rendimento, funzionanti in parallelo. Il frazionamento consente il funzionamento di tutti i generatori con un carico modulante e flessibile in funzione delle richieste termiche degli utilizzatori e, inoltre, si garantisce la continuità di funzionamento degli impianti ad un regime accettabile nel caso di avaria di uno qualsiasi dei generatori. Le caldaie sono collegate ad un collettore di distribuzione esistente, al quale andremo a collegarci per spillare la potenza termica necessaria. Un circolatore gemellare e due tubazioni direttamente collegate al collettore principale faranno arrivare il fluido termovettore allo scambiatore di calore posto nei cunicoli della piscina esterna Verranno adeguati vasi di espansione, sistemi di scarico invernale degli impianti, sistema di regolazione elettronica, ecc. I pannelli radianti posti a servizio dei nuovi locali saranno alimentati mediante fluido termovettore spillato direttamente dai circuiti esistenti a monte dei collettori esistenti. All’alimentazione ed il riempimento dei circuiti tecnologici provvede un apposito collettore, collegato all’adduzione idrica generale, dotato di disconnettore idrico, atto ad impedire la contaminazione dell’acqua sanitaria e alimentare con quella dei circuiti tecnologici. Al fine di ridurre e possibilmente di eliminare la formazioni di incrostazioni sulle pareti interne dell’impianto e allontanare l’insorgenza di fenomeni corrosivi, si installerà sulla linea di adduzione dell’acqua di caricamento dell’impianto, un sistema di protezione anticorrosiva mediante l’iniezione di un apposito prodotto a base di silicati di fosforo. Tutte le funzioni di comando e regolazione descritte, nonché il controllo di tutte le apparecchiature elettriche facenti parte della centrale termica sono espletati da un sistema di regolazione centralizzato. RISCALDAMENTO E VENTILAZIONE DEI LOCALI SPOGLIATOI PER L’UTENZA Negli spogliatoi ampliati la temperatura dell’aria sarà mantenuta al valore costante non inferiore a 24 °C, mentre il ricambio dell’aria sarà correlato alla destinazione d’uso dei singoli locali ed al grado di affollamento degli stessi. Il riscaldamento della zona spogliatoi comporta la soluzione di molteplici problematiche: mantenere invariati i valori di temperatura prefissati in fase di progetto, garantire anche il ricambio d’aria necessario, rendere confortevoli le operazioni di vestizione e svestizione anche a corpo bagnato, velocizzare i tempi di asciugatura della pavimentazione degli spogliatoi. Allo scopo di ottemperare a tutte le esigenze suddette, si è data la preferenza ad un sistema misto simile a quello già esistente, costituito da un sistema di riscaldamento primario con pannelli radianti a pavimento e da un sistema di rinnovo d’aria con estrazione dell’aria per ogni spogliatoio. Gli impianti a servizio dell’ampliamento degli spogliatoi del pubblico sono costituiti essenzialmente dalle seguenti parti: − Pannelli radianti a pavimento per il riscaldamento primario; − Integrazione del complesso di valvole, griglie, canali e ventilatori per l’espulsione dell’aria viziata; RISCALDAMENTO DELL'ACQUA DI PISCINA Per il riscaldamento dell'acqua della piscina si installerà uno scambiatore indipendente, dotato di complesso di termoregolazione, al fine di permettere il mantenimento di un livello di temperatura nelle vasca (piscina fitness: 30°C). L'impianto di termoregolazione prescelto è caratterizzato da elevate sensibilità ed affidabilità. Gli impulsi provenienti dalla sonda di temperatura, installata sul circuito di ripresa dell'acqua di piscina, vengono elaborati da un regolatore elettronico, che comanda l'apertura/chiusura di una valvola miscelatrice a tre vie. Una sonda di temperatura di mandata regolerà il limite massimo e, nell’eventualità di guasto del sistema, un termostato di massima temperatura, posto sulla tubazione di mandata e tarato al valore di 37°C, garantisce la sicurezza dei bagnanti spegnendo le pompe di circolazione e portando in chiusura la valvola miscelatrice. Gli scambiatori previsti sono interamente realizzati in acciaio inossidabile AISI 316, e quindi esenti da problemi di corrosione anche in presenza di agenti particolarmente aggressivi, come quelli utilizzati per il condizionamento chimico dell’acqua di piscina. ISOLAMENTO TERMICO Particolare cura è stata posta nel dimensionamento degli spessori isolanti, in modo da rispettare le condizioni imposte dal D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412, “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10”, sia per quanto riguarda le tubazioni di distribuzione degli impianti termici, che riguardo ai canali di distribuzione dell’aria per l’impianto di termoventilazione. I materiali previsti per l’isolamento termico delle tubazioni sono autoestinguenti e garantiscono la classe 1 di reazione al fuoco, in perfetta osservanza dei disposti del D.M. 18 marzo 1996. IMPIANTI IDRICI RETI IDRICHE L’adduzione idrica avverrà dall’impianto idrico già esistente, a partire dal quale verranno realizzate le nuove linee di alimentazione idrica per l’alimentazione delle utenze. Le tubazioni di distribuzione idrica principale saranno realizzate in acciaio zincato se poste a vista e con tubazioni in multistrato per le tubazioni poste sottotraccia. In entrambi i casi le tubazioni saranno opportunamente isolate e rivestite. I circuiti di distribuzione dell'acqua fredda e calda per uso igienico sanitario sono costituiti dalle linee dorsali derivate dalle linee esistenti, poste parzialmente sottotraccia a pavimento, che arrivano in prossimità dei locali da alimentare; alla fine delle dorsali sono installati dei collettori modulari in lega anticorrosione, da cui si dipartono le condutture che alimentano ciascuna un singolo apparecchio, ad una ad una intercettate, in modo che ogni apparecchio può essere escluso senza pregiudicare il funzionamento degli altri. Le tubazioni saranno isolate secondo gli spessori previsti dal DPR 412/93 e secondo la tabella inserite nelle tavole di progetto ACQUA CALDA SANITARIA Per la produzione di acqua calda per uso igienico sanitario si è previsto l’utilizzo dei produttori d’acqua miscelata sanitaria già esistenti. I vantaggi del sistema a bollitore esistente si possono così riassumere: • erogazione di grandi quantità d’acqua calda in tempi brevi, in modo da far fronte alla forte richiesta per uso contemporaneo delle docce fra un turno di utenza ed il successivo; • erogazione di acqua calda a bassa temperatura con piccole tolleranze di funzionamento; • funzionamento regolare dei gruppi termici senza la necessità di forti pendolamenti di carico, ma costanza di richiesta di potenza termica degli utilizzatori La produzione centralizzata di acqua calda miscelata è ottenuta tramite la regolazione della valvola miscelatrice per acqua sanitaria, in modo proporzionale alla temperatura dell’acqua calda erogata. A valle della sonda di mandata è posto un piccolo accumulo con la funzione di equilibratura e di riduzione dei pendolamenti della temperatura dell’acqua miscelata sanitaria. L’erogazione di acqua premiscelata consente di limitare i consumi dovuti ai tempi morti necessari per trovare la giusta miscelazione da parte dell’utente, mentre la doccia continua nel frattempo ad erogare acqua calda. RETE DI SCARICO La rete di scarico e di ventilazione verrà eseguita in tubo di polietilene con giunzione saldata di testa. Tale sistema si è dimostrato assai valido sia per le caratteristiche particolari del polietilene, sia per la possibilità di dilatazione data dal tipo di giunzione, sia per la sicurezza di tenuta in tutte le condizioni, anche con successivi disassamenti dei tratti di tubo poiché la condotta di scarico risulta continua e flessibile. IMPIANTO ANTINCENDIO In osservanza ai disposti del DM 18 marzo 1996, recante “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi” è stata prevista la dotazione di un adeguato numero di estintori portatili, distribuiti in modo uniforme sull’area da proteggere, disposti in prossimità degli accessi ed in vicinanza di aree di maggior pericolo; essi sono ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile, segnalati da appositi cartelli per facilitarne l’individuazione anche a distanza. RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI IMPIANTI ELETTRICI PREMES SE Lo scopo di questa relazione è di descrivere sommariamente i criteri di progettazione e di dimensionamento degli impianti elettrici, le caratteristiche dei materiali impiegati e le modalità di posa in opera dei dispositivi elettrici facenti parte dell’impianto di illuminazione dell’ampliamento degli spogliatoi e dell’impianto di filtrazione della nuova piscina esterna facente parte del complesso natatorio di Manzano (UD). PRINCIPALI CARATTERIS TICHE DELL' IMP IANTO ELETTRICO Caratteristica Valore Origine impianto (CEI 64-8 art.21.2): Contatore ENEL Tensione di alimentazione: 380 V - 3F-N - 50 Hz Tensione di distribuzione: 380/220 V - 1F+N/3F/3F+N Categorie (CEI 64.8 art. 22.1): 0 (alcuni circuiti ausiliari) I (distribuzione) Frequenza di esercizio (quando non diversamente specificato): 50 Hz Correnti di corto circuito (CEI 64-8 art. 25.8): ≤ 25 Ka Caduta di tensione ammissibile (CEI 64.8 sez. 525): ≤ 4% Sistema di distribuzione (CEI 64.8 sez. 312): TT CARATERISTICHE PRINCIPALI CARICHI ELETTRICI Di seguito sono indicate le caratteristiche indicative dei principali carichi elettrici considerati per il dimensionamento dell’intero impianto elettrico: Denominazione Ubicazione / Locale Potenza indicativa (KW) Sistema di alimentazione Illuminazione Sala vasche 10 TT FATTORI DI CONTEMPORANEITA’ ED UTILIZZAZIONE In considerazione delle reali condizioni di esercizio dei diversi impianti utilizzatori sono stati considerati i seguenti coefficienti di utilizzo e di contemporaneità: – Impianto di illuminazione: Kc x Ku 0.8-1 CARICHI CONVENZIONALI Per l’alimentazione, tramite presa a spina di carichi dei quali non sono note univocamente le caratteristiche elettriche, sono stati assunti convenzionalmente i seguenti carichi: – Prese 10/16A monofase: 200 - 300 W – Gruppo prese per posto lavoro (uffici): 400 - 500 W – Quadretti prese CEE (16 A): 2.000 - 3.000 W RIFASAMENTO Si prevede di realizzare il rifasamento distribuito e fisso degli apparecchi illuminanti e delle principali apparecchiature. VALORI MEDI DI ILLUMINAMENTO L’illuminazione della zona spogliatoi è realizzata prevalentemente con apparecchi a luce bianca con lampada fluorescente. Gli impianti di illuminazione sono stati dimensionati in modo da ottenere i seguenti valori medi di illuminamento finale riferiti sul piano di lavoro non inferiori a: – Zona spogliatoi: 200 lx – Illuminazione di sicurezza: >5 lx PRINCIPALI PARAMETRI DI DIMENSIONAMENTO Grado di protezione Gli impianti da realizzare avranno i seguenti gradi di protezione meccanica: - Zona spogliatoi : IP min.: 55 21 - Illuminazione di sicurezza: IP min.: 40 Caduta di tensione massima La caduta di tensione dal punto di consegna sarà: < 4% In particolare nei vari tratti di impianto: . Dal Contatore ENEL: trascurabile . Dal Q. GEN ai sottoquadri: < 2,0 % . Dai sottoquadri alle varie utenze: < 1,5 % Riserve e disponibilità Margine di sicurezza portata cavi e interruttori: 10 % (oltre ai coefficienti di riduzione relativi alle condizioni di posa). - Riserva di spazio sui quadri: 25 % - Riserva di spazio sulle condutture principali: 30% - Coefficienti riempimento cavidotti: canali: tubazioni: 50% Potenze di riferimento Potenza installata: 15 KW PRINCIPALI CARATTERISTICHE CONDUTTURE ELETTRICHE In relazione ali impianto già realizzato le condutture avranno generalmente le seguenti caratteristiche: Sezione Impianto Tipologia Posa Tipologia Cavidotto Cavo/Conduttore Principale A vista Sottotraccia Canale in VTR o tubazione FG7(O)R 0,6/1 KV Dorsali A vista Sottotraccia Tubazione FG7(O)R 0,6/1 KV Secondarie: A vista Sottotraccia Tubazione N07V-K Sezioni minime dei conduttori I conduttori per la distribuzione terminale avranno generalmente le seguenti sezioni I minime: - Derivazioni a singolo punto luce: 1.5mm2 - Derivazioni a più di un punto luce: 2.5mm2 - Derivazioni a singoli punti presa 10/16 A: 2.5mm2 - Derivazioni a più di un punto presa 10/16 A: 4mm2 Colori distintivi dei conduttori Le guaine dei conduttori dovranno avere le seguenti colorazioni conformi alle tabelle CEI - UNEL 00722 (74): - Conduttore di protezione: giallo/verde - Conduttore neutro: blu chiaro - Conduttore di fase linee punti luce: grigio - Conduttore di fase linee prese luce: marrone - Conduttore di fase linee prese F.M.: nero - Conduttore per circuiti SELV-PELV-FELV: rosso, verde o altri All'interno delle scatole di derivazione saranno chiaramente ed univocamente identificati i vari circuiti: le derivazioni saranno eseguite con morsetti in ottone, isolati in policarbonato autoestinguente antiurto. SISTEMI ADOTTATI PER LA SICUREZZA Per la protezione contro i contatti diretti saranno adottati componenti e apparecchiature con adeguati gradi di protezione (IP min. 2.1); saranno inoltre adottate misure di protezione addizionali quale l'utilizzo di interruttori differenziali con le seguenti caratteristiche: - Circuiti terminali: Id = 30 mA intervento istantaneo tipo AC - Circuiti dorsali: Id ≥ 300 mA intervento selettivo tipo AC Per la protezione contro i contatti indiretti oltre all’utilizzo dei suddetti interruttori differenziali saranno adottate le normali misure che prevedono l'interruzione automatica dell'alimentazione, la realizzazione dei collegamenti equipotenziali principali e secondari e, in particolari casi, l'adozione di componenti elettrici di classe II o equivalente. Saranno presi provvedimenti per evitare che l’impianto elettrico sia causa di innesco di incendio o veicolo di propagazione dello stesso; a tale scopo i canali metallici contenenti conduttori (H07V-K) dorranno essere resi almeno IP4X. Le condutture saranno protette contro le sovracorrenti conformemente a quanto indicato dalla norma CEI 64-8. I dispositivi per la protezione delle sovracorrenti saranno poste all'inizio delle condutture (CEI 64.8). CALCOLO DI DIMENSIONAMENTO ELETTRICO Dimensionamento cavi Il dimensionamento dei cavi è eseguito secondo la tabella CEI UNEL 35024 [IEC 3645-523], in modo da garantire la protezione della conduttura alle correnti di sovraccarico. In base alla norma CEI 64-8/4 (par. 433.2) il dispositivo di protezione deve essere coordinato con la conduttura in modo tale che siano soddisfatte le condizioni: a) Ib ı In ı Iz b) If ı 1.45 Iz Per soddisfare alla condizione a è necessario dimensionare il cavo in base alla corrente nominale della protezione a monte. Dalla corrente Ib viene scelta la corrente nominale della protezione a monte (valori normalizzati) e con questa si procede alla scelta della sezione. La scelta viene fatta in base alla tabella che riporta la corrente ammissibile Iz in funzione del tipo di isolamento del cavo che si vuole utilizzare, del tipo di posa e del numero di conduttori attivi; la portata che il cavo dovrà avere sarà pertanto: Iz minima = In/k dove il coefficiente k di declassamento tiene conto anche di eventuali paralleli. La sezione viene scelta in modo che la sua portata (moltiplicata per il coefficiente k) sia immediatamente superiore a quella calcolata tramite la corrente nominale (Iz minima). Gli eventuali paralleli vengono calcolati, nell'ipotesi che essi abbiano tutti la stessa sezione, lunghezza, posa, etc. (par. 433.3), considerando la portata minima come risultante della somma delle singole portate (declassate dal numero di paralleli nel coefficiente di declassamento per prossimità). La condizione b non necessita di verifica in quanto gli interruttori che rispondono alla norma 23.3 IV Ed. hanno un rapporto tra corrente convenzionale di funzionamento If e corrente nominale In minore di 1.45 e costante per tutte le tarature inferiori a 125A. Per le apparecchiature industriali, invece, le norme CEI 17.5 e IEC 947 stabiliscono che tale rapporto può variare in base alla corrente nominale ma deve comunque rimanere minore o uguale a 1.45. Ne deriva che in base a queste normative la condizione b sarà sempre soddisfatta. Le condutture dimensionate con questo criterio sono pertanto protette contro le sovracorrenti. Dalla sezione del cavo di fase deriva il calcolo dell'I²t del cavo o massima energia specifica ammessa dal cavo come: I²t = K²S² La costante K viene data dalla norma 64-8/4 (par. 434.3), in funzione del materiale conduttore e del materiale isolante: – Conduttore in rame e isolato in PVC: K= 115 – Conduttore in rame e isolato in gomma G: K= 135 – Conduttore in rame e isolato in gomma etilenpropilenica G5-G7: K= 143 – Conduttore in alluminio e isolato in PVC: K= 74 – Conduttore in alluminio e isolato in G, G5-G7: K= 84 Cadute di tensione Le cadute di tensione sono valutate in base alle tabelle UNEL 35023-70. In accordo con queste tabelle la caduta di tensione di un singolo ramo vale: cdt(Ib) = kcdt Ib (Lc / 1000 Vn) [ Rcavo cos ı + Xcavo sen ı ] 100 [%] dove: kcdt = 2 per sistemi monofase kcdt = 1.73 per sistemi trifase. I parametri Rcavo e Xcavo sono ricavati dalla tabella UNEL in funzione al tipo di cavo (unipolare/multipolare) e in base alla sezione dei conduttori; i valori della Rcavo riportate sono riferiti a 80°C, mentre la Xcavo è riferita a 50Hz, entrambe sono espresse in ohm/km. La cdt(In) viene valutata analogamente alla corrente In. La caduta di tensione da monte a valle (totale) di un'utenza viene determinata tramite la somma delle cadute di tensione, assolute di un solo conduttore, dei rami a monte all'utenza in esame, da questa viene successivamente determinata la caduta di tensione percentuale riferendola al sistema (trifase o monofase) e alla tensione nominale della utenza in esame. Dimensionamento conduttori di neutro La norma CEI 64-8 (par. 524.2 e par. 524.3) prevede che la sezione del conduttore di neutro, nel caso di circuiti polifase, può avere una sezione inferiore a quella dei conduttori di fase se sono soddisfatte le seguenti condizioni: - il conduttore di fase abbia una sezione maggiore di 16 mm²; - la massima corrente che può percorrere il conduttore di neutro non sia superiore alla portata dello stesso; - la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16 mm² se conduttore in rame e 25 mm² se conduttore in allumino. Nel caso in cui si abbiano circuiti monofasi o polifasi con sezione del conduttore di fase minore di 16mm², se conduttore in rame, e 25 mm², se conduttore in allumino, il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione del conduttore di fase. Il criterio consiste nel calcolare la sezione secondo il seguente schema: - Sn = Sf se Sf < 16 mm²; - Sn = 16 mm² se 16 <= Sf <=35; - Sn = Sf / 2 se Sf > 35 mm². Dimensionamento conduttori di protezione Le norme CEI 64.8 (par. 543.1) prevedono due metodi di dimensionamento dei conduttori di protezione: - determinazione in relazione alla sezione di fase; - determinazione tramite calcolo. Il primo criterio consiste nel calcolare la sezione secondo il seguente schema: - Spe = Sf se Sf < 16mm²; - Spe = 16 mm² se 16 <= Sf <= 35; - Spe = Sf / 2 se Sf > 35 mm². Il secondo criterio consiste nel determinarne il valore tramite l'integrale di Joule. Il metodo adottato in questo progetto è il secondo. Calcolo della temperatura dei cavi La valutazione della temperatura dei cavi viene fatta alla corrente di impiego e alla corrente nominale, tramite la seguente espressione: Tcavo = Tambiente + [cavo (Ib² / Iz²)] Tcavo = Tambiente + [ı_cavo (In² / Iz²)] espresse in °C. Esse derivano dalla considerazione che la sovratemperatura del cavo a regime è proporziona-le alla potenza in esso dissipata. Il coefficiente ı_cavo tiene conto del tipo di isolamento del cavo e dal tipo di tabella di posa che si sta usando. Rifasamento Il calcolo della potenza reattiva di rifasamento si basa sull'espressione: Qrif= Pn (tanı_tanı_ in cui è l'angolo corrispondente al fattore di potenza (0.8) a cui rifasare. Il rifasamento può essere eseguito in tre modalità: - distribuito; - per gruppi; - centralizzato. Saranno adottati due sistemi di rifasamento: - distribuito per tutti gli apparecchi di illuminazione ed i maggiori carichi fissi - centralizzato per tutte le apparecchiature degli impianti tecnologici La corrente nominale della batteria di condensatori viene calcolata con: Inc= Qrif/(kca Vn) 1000 dove Qrif è espressa in kVAR. Le correnti di taratura delle protezioni devono tenere conto (Norma CEI 33-5) che ogni batteria di condensatori può sopportare costantemente un sovraccarico del 30% dovuto alle armoniche, inoltre deve essere ammessa una tolleranza del 15% sul valore reale della capacità, pertanto: Itarth= 1.53 Inc mentre la taratura della protezione magnetica non deve essere inferiore a: Itarmag= 10 Inc Calcolo dei guasti Il calcolo dei guasti viene fatto in modo da determinare le correnti di cortocircuito minime e massime immediatamente a valle della protezione (inizio linea) e a valle dell'utenza (fine della linea). Le condizioni in cui vengono determinate sono: - guasto trifase (simmetrico); - guasto fase terra (dissimmetrico). I parametri alle sequenze di ogni utenza sono inizializzati da quelli della utenza a monte e i primi vanno, a loro volta, ad inizializzare i parametri della linea a valle. Calcolo delle correnti massime di cortocircuito Il calcolo viene eseguito nelle seguenti condizioni: a) la tensione nominale deve essere moltiplicata per il fattore di tensione pari a 1; b) l'impedenza di guasto minima è calcolata alla temperatura di 20 °C. Calcolo delle correnti minime di cortocircuito Le correnti di cortocircuito minime vengono calcolate come descritto nella norma CEI 11.25 (par 9.3), pertanto tenendo conto che: - la tensione nominale deve essere moltiplicata per il fattore di tensione di 0.95 (tab. 1 della norma CEI 11.25); - la resistenza diretta e quella omopolare dei cavi vengono determinate alla temperatura ammissibile dagli stessi alla fine del cortocircuito. La temperatura alla quale vengono calcolate le resistenze sono date dalla norma CEI 64-8/4 (par. 434.3) in cui vengono indicate le temperature massime ammesse in servizio ordinario a seconda del tipo di isolamento di cavo, precisamente: isolamento in PVC Tmax= 70°C isolamento in G Tmax= 85°C isolamento in G5/G7 Tmax= 90°C. Scelta delle protezioni La scelta delle protezioni viene effettuata verificando le caratteristiche elettriche nominali delle condutture e di guasto, in particolare le grandezze che vengono verificate sono: - corrente nominale, tramite la quale si è dimensionata la conduttura; - numero dei poli; - tipo di protezione; - tensione di impiego, pari alla tensione nominale dell'utenza; - potere di interruzione, il cui valore dovrà essere superiore alla massima corrente di guasto a monte dall'utenza Ikm max; - taratura della corrente di intervento magnetico, il cui valore massimo per garantire la protezione contro i contatti indiretti (in assenza di differenziale) deve essere minore della minima corrente di guasto a fine della utenza (Imag max). Verifica di selettività La selettività tra protezioni viene verificata tramite la sovrapposizione delle curve di intervento di tipo magnetotermico. Dalla sovrapposizione sono disponibili: - corrente Ia di intervento in corrispondenza ai massimi tempi di interruzione previsti dalla CEI 64.8, pertanto viene sempre data la corrente ai 5s (valido per le utenze di distribuzione o terminali fisse) e la corrente ad un tempo determinato tramite la tabella 41A della CEI 64.8 (par 413.1.3). Fornendo alcune case una fascia di intervento delimitata da una caratteristica limite superiore e una caratteristica limite inferiore, il tempo di intervento viene dato in corrispondenza alla caratteristica limite inferiore. Tali dati vengono forniti per la protezione a monte e per quella a valle; - tempo di intervento in corrispondenza della minima corrente di guasto alla fine dell'utenza a valle, minimo per la protezione a monte (determinato sulla caratteristica limite inferiore) e massimo per la protezione a valle (determinato sulla caratteristica limite superiore); - valore del rapporto tra le correnti di intervento magnetico delle protezioni; - valore della corrente al limite di selettività, ossia il valore della corrente in corrispondenza all'intersezione tra la caratteristica limite superiore della protezione a valle e la caratteristica limite inferiore della protezione a monte (CEI 23.3, par 2.5.14); - selettività: viene indicata se la caratteristica della protezione a monte sta completamente sopra la caratteristica della protezione a valle (totale) o solo parzialmente (parziale a sovraccarico se l'intersezione tra le curve si ha nel tratto termico); - selettività cronometrica: con essa viene indicata la differenza tra i tempi di intervento delle protezioni in corrispondenza delle correnti di cortocircuito. CLAS S IFICAZIONE DEGLI AMBIENTI L’intero stabilimento in quanto sede di saltuarie manifestazioni di carattere amatoriale è da classificare come luogo di pubblico spettacolo e intrattenimento (CEI 64.8 sez. 752). I quadri saranno posti in luoghi inaccessibili al pubblico e saranno chiusi e manovrabili dal personale autorizzato. Sarà installato un comando di emergenza atto a porre fuori tensione l’intero impianto con eccezione dei servizi di sicurezza. Le derivazioni saranno eseguite entro apposite cassette di derivazione. Gli apparecchi di comando e segnalazione a disposizione del pubblico saranno facilmente manovrabili e individuabili da parte di persone diversamente abili anche in caso di mancanza di illuminazione; Nei luoghi in cui può accedere il pubblico le prese a spina fisse a portata di mano saranno del tipo con coperchio o dotati di alveoli protetti e avranno protezione singola contro la sovracorrente e negli altri luoghi non siano raggruppate più di 5 prese sotto la stessa protezione. Nel locale vasca dovranno anche essere rispettate le normative relative alle piscine (CEI 64.8 sez.702), per cui la protezione contro i contatti diretti dove si utilizzano circuiti SELV sarà realizzata con barriere/involucri almeno IP XXB. Sarà verificato il collegamento equipotenziale supplementare che colleghi tutta la massa estranea nelle zone 0-1-2 con i conduttori di protezione delle masse situate in questa zona; siano rispettati i gradi di protezione relativi alle varie zone. Nelle docce dovranno essere rispettate le normative relative ai locali contenenti bagni e docce (CEI 64-8 sez.701), per cui nella realizzazione sarà posta particolare attenzione affinché siano rispettate le relative prescrizioni normative e in particolare: saranno verificati i collegamenti equipotenziali supplementari e i componenti elettrici conformi alla zona di installazione. L’infermeria è classificata come locale ad uso medico di gruppo 0 in quanto nei locali non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate NORMATIVE DI RIFERIMENTO NORME DI RIFERIMENTO PRINCIPALI: LEGISLAZIONE ITALIANA. CIRCOLARI MINISTERIALI - DPR 1955 n. 547 e successive integrazioni (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro) - Legge n.186 del 113/1968 Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici - Legge n.791 del 18/10/1977 Attuazione delle direttive CEE 72/23 relative alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico - Legge n.46 del 5/3/1990 Norme per la sicurezza degli impianti - D.P.R. n.447 del 6/12/91 Regolamento di attuazione della legge n.46 del 5 Marzo 1990 - DPR 27 aprile 1955, n. 547 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. 31 - DPR 19 marzo 1956, n. 303 Norme generali per l'igiene del lavoro. - D. MICA 20 febbraio 1992 Approvazione del modello di dichiarazione di conformità dell'impianto alla regola d'arte di cui all'art. 7 del regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990 n. 46, recante norme per la sicurezza degli impianti. - D. Lgs 19 settembre 1994, n. 626 Attuazione delle direttiva 83/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. - D. Lgs 19 marzo 1996, n. 242 Modifiche ed integrazioni al Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttiva comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. - D. Lgs 14 agosto 1996, n. 494 Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei e mobili. COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO - CEI - Norme CEI 16.1 (1978): individuazione dei conduttori isolati - Norme CEI 17-13/1 (1990): apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: prescrizioni per apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ATOUTS) - Norme CEI 64-8 (1998): impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 100 V in corrente continua - Norme CEI 31-30: Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Norme CEI 31-34: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas - Norme CEI 31-35: Guida alla classificazione dei luoghi pericolosi - Progetto UNI U29.00.008.0: illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale I 32 DESCRIZIONE DEGLI IMP IANTI PROGETTATI QUADRI ELETTRICI Come si evince dagli elaborati grafici sono stati previsti i seguenti quadri elettrici: Sigla Denominazione Zona di competenza Q. LIP Quadro Locale Impianti Piscina Sala filtrazione I quadri avranno indicativamente le seguenti caratteristiche: Sigla Esecuzione Tipologia Struttura Dimensioni Indicative (mm/moduli) Q. LIP interno Parete vetroresina (850+400+300)x2100 I nuovi circuiti dell’ampliamento degli spogliatoi saranno derivati dai quadri elettrici esistenti. LINEE DI DIS TRIBUZIONE PRINCIPALI E SECONDARIE Le linee di distribuzione dell’energia elettrica saranno così realizzate: - Linee principali di collegamento tra i nuovi quadri saranno realizzate in cavo multipolare FG7OR posate in cavidotto e passerella in vetroresina. - Linee di alimentazione dei circuiti di alimentazione degli apparecchi di illuminazione nelle zone vasche realizzate in cavo multiplare FG7OR posate in passerella in vetroresina; - Linee di alimentazione dei circuiti di sicurezza saranno realizzate in cavo multipolare FG10OM1 posati in tubazione sottotraccia e in passerella. ILLUMINAZIONE E’ prevista l’installazione di diversi tipi di apparecchi di illuminazione a seconda dei locali e delle diverse zone da illuminare, e più precisamente: ZONA SPOGLIATOI: Apparecchi di illuminazione con lampada fluorescente 1x58W con corpo in policarbonato, riflettore a profilo parabolico, disposti come riportato nei disegni di progetto. 33 Apparecchi di illuminazione con lampada fluorescente 24W con corpo in policarbonato, riflettore a profilo parabolico, autoalimentati, disposti come riportato nei disegni di progetto. (illuminazione di sicurezza). ZONA SCALA ESTERNA: Apparecchi di illuminazione con lampada fluorescente 24W con corpo in policarbonato, riflettore a profilo parabolico, autoalimentati, disposti come riportato nei disegni di progetto. (illuminazione di sicurezza).