INDICAZIONI ALLE AZIENDE SANITARIE IN TEMA DI RESIDENZIALITÀ PSICHIATRICA Procedure per l’inserimento e la presa in carico. Coerenza tra tipologia diagnostica e tipologia di struttura erogante. Sistema di monitoraggio. 1 PRESENTAZIONE La proposta di revisione del Piano Sanitario Regionale, formulata dalla Giunta al Consiglio, ha fortemente evidenziato la necessità di integrazione degli interventi in materia di salute mentale per realizzare l’integrazione di tutte le risorse pubbliche e private, sanitarie e sociali, territoriali e residenziali presenti nell' ambito di competenza di ogni A.S.L. Le finalità del documento possono essere sintetizzate nella prioritaria necessità di valutare i livelli di qualità e di appropriatezza dei servizi resi ai pazienti ricoverati, di ottimizzare l’efficienza e l’efficacia degli inserimenti di malati in strutture pubbliche e private accreditate, definendone le modalità di accesso ed infine di effettuare un continuo monitoraggio dei progetti terapeutici. I diversi suggerimenti tecnici, di volta in volta proposti, dovranno successivamente essere elaborati nelle sedi appropriate (P.S.R., manuale per l’accreditamento, standard di personale, ecc.). 2 PREMESSA Finalità del contesto e risultati attesi Con il presente documento, tenuto conto delle competenze dell’A.S.L., intesa come soggetto di tutela e di rappresentanza del cittadino, si è ritenuto opportuno fornire indicazioni in tema di residenzialità psichiatrica, con lo scopo di dotare tutti gli operatori interessati di uno strumento di facile utilizzazione, che consenta di individuare percorsi riabilitativi condivisi anche in relazione all’utilizzo delle strutture private accreditate sulla base di indicazioni preventivamente concordate e condivise. In particolare le finalità e gli obiettivi del documento sono rivolti a: - definire protocolli terapeutici comuni, finalizzati ad ottimizzare l’efficienza (attraverso una definizione delle tipologie di pazienti da indirizzare nelle diverse strutture); meglio precisare le modalità di applicazione dei L.E.A. e altre indicazioni ministeriali e regionali; procedere alla valutazione delle situazioni preesistenti riferite agli ex O.P.; controllare la spesa relativa ai percorsi riabilitativi dei pazienti in cura presso i DD.SS.MM. delle AA.SS.LL., in strutture pubbliche e private accreditate; definire protocolli per ottimizzare l’efficienza , attraverso una definizione delle tipologie di pazienti da indirizzare nelle diverse strutture; ottimizzare il livello di integrazione delle strutture pubbliche e private accreditate RIFERIMENTI NORMATIVI GENERALI Sono di seguito sinteticamente richiamati i principali riferimenti normativi utilizzati per la stesura del presente documento. Innanzitutto va ricordata la Legge 13 maggio 1978, n.180 ”Accertamenti e trattamenti volontari e obbligatori”, che ha introdotto due importanti novità rispetto alla legislazione prima vigente, in quanto prevede da una parte il passaggio da un’organizzazione di assistenza fondata sull’ospedale psichiatrico ad un’organizzazione di tipo territoriale, dall’altra l’inserimento 3 della psichiatria nell’ambito sanitario, permettendo così ai pazienti affetti da malattie mentali di acquisire la parità con gli altri cittadini malati. Qualche mese dopo, viene emanata la Legge 23 dicembre 1978, n.833 “Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”, che in buona sostanza non poteva che riconfermare la precedente legge n. 180, trasferendo di fatto alle Regioni, nell’ambito del Piano Sanitario Regionale, la disciplina per il graduale superamento degli ospedali psichiatrici. A distanza di poco più di un decennio e con il D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 “Riordino del Servizio Sanitario Nazionale” le patologie psichiatriche vengono prevalentemente ricomprese tra le “prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria” caratterizzate da: - particolare rilevanza terapeutica ed intensità della componente sanitaria; - preminenza dei fattori produttivi sanitari impegnati nell’assistenza; - inscindibilità di più apporti professionali sanitari e sociali nell’ambito del processo personalizzato di assistenza; - allocazione nel fondo sanitario dei costi dell’assistenza. Tale norma ha anche stabilito che l’esercizio delle attività sanitarie e socio sanitarie, erogate in regime di ricovero ospedaliero, in regime ambulatoriale, in regime residenziale, a ciclo continuativo o diurno, è subordinato all’ autorizzazione, che presuppone il possesso dei requisiti minimi strutturali tecnologici e organizzativi stabiliti successivamente con atto di indirizzo dal D.P.R. 14 gennaio 1997 “Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento delle regioni e delle province di Trento e Bolzano, per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private”. Molto più recentemente il D.Lgs. 19 giugno 1999, n. 229 “Norme per la razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale”, ha confermato l’elevata integrazione socio-sanitaria per le patologie psichiatriche, attribuendo le competenze delle prestazioni sociali a rilevanza sanitaria ai Comuni, anche ai fini del finanziamento. A tal proposito il D.P.C.M. del 29 novembre 2001 ”Definizione dei Livelli essenziali di assistenza”, all’allegato 1 ricomprende nella classificazione dei livelli 1A, l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria rivolta alle persone con problemi psichiatrici e alle loro famiglie. Inoltre con il Decreto del Ministero della Salute del 12 dicembre 2001 “Sistema di garanzie per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria ” viene stabilito un insieme minimo di indicatori e di parametri di riferimento finalizzato al monitoraggio del rispetto, in ciascuna regione, dei livelli essenziali ed uniformi di assistenza. Da un punto di vista operativo, appare necessario precisare che sono stati emanati, a livello nazionale, il D.P.R. 7 Aprile 1994 “Approvazione del Progetto Obiettivo Tutela della salute mentale 1994-1996”, che individua le strutture organizzative del Dipartimento di Salute Mentale e le loro funzioni ed il successivo D.P.R. 10 novembre 1999 - “Approvazione del Progetto Obiettivo "Tutela della salute mentale 1998-2000”, il quale conferma gli aspetti organizzativi strutturali del precedente progetto, individuando obiettivi specifici del settore. A livello regionale, con il Regolamento Regionale n. 4 del 4 Giugno 1996, sono stati normati le tipologie ed i criteri dell’assistenza residenziale e semiresidenziale psichiatrica, fattispecie che richiedono una sostanziale revisione per la quale la Giunta regionale sta predisponendo proposte al Consiglio. 4 Con la D.G.R. n. 2354 del 16/1/2001 è stata approvata la revisione del Piano Sanitario Regionale 1999/2001, che all’”obiettivo 4.1: migliorare la qualità della vita dei soggetti con malattia mentale e delle loro famiglie”, tra l’altro, recita: “……Obiettivi 1) migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale dei soggetti con malattia mentale e delle loro famiglie; 2) ridurre l’incidenza dei suicidi nella popolazione a rischio per problemi di salute mentale.” REQUISITI PREVISTI PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI E PER L’ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE RESIDENZIALI PSICHIATRICHE A LIVELLO NAZIONALE R EQUISITI STRUTTURALI, TECNOLOGICI L ’AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO ED ORGANIZZATIVI MINIMI PER I requisiti attualmente vigenti sono quelli contenuti nel D.P.R. 14/01/1997; peraltro non si può escludere la possibilità che l’esperienza regionale affini e/o integri gli stessi. Requisiti minimi organizzativi generali (rif. pagg. da 10 a 14 del DPR 14.01.97) 1. politica, obiettivi ed attività documenti e piani di lavoro annuali che esplicitino: politiche aziendali (mission, vision, valori di riferimento), attività e obiettivi (tipologia, volumi, qualità, articolati nel tempo ed in modo congruente con le risorse); organigramma e funzionigramma; livelli di responsabilità; carta/guida dei servizi. 2. struttura organizzativa esplicitare organizzazione e politica di gestione delle risorse (umane, economiche, strutturali, ecc.) per attività ambulatoriali e di ricovero, anche per garantire continuità nell’assistenza in caso di urgenza o imprevisti (organizzativi, clinici, tecnologici). 3. gestione delle risorse umane definizione del fabbisogno di personale in relazione a tipo e volume di attività, per ciascuna qualifica (numero, posizione funzionale, qualifica, titoli); piano di formazione – aggiornamento - inserimento del personale) 4. gestione delle risorse tecnologiche prevedere procedure per la programmazione degli acquisti e pianificare le manutenzioni (documentando). Inventariare le dotazioni. Garantire l’uso sicuro, appropriato ed economico delle attrezzature. 5 5. gestione, valutazione e miglioramento della qualità, linee guida e regolamenti interni creare e promuovere percorsi valutativi e di miglioramento dei processi, secondo le norme e gli indirizzi nazionali e regionali; attivare programmi di valutazione e miglioramento delle attività secondo priorità (affidando responsabilità). Favorire l’utilizzo di linee guida prodotte da autorevoli società scientifiche o esperti. Predisporre protocolli, specie per situazioni più frequenti e di maggiore gravità e costo (aggiornando periodicamente). 6. sistema informativo (S.I.) raccolta, elaborazione ed archiviazione dati come metodo di verifica e ridefinizione di obiettivi e attività, per il ritorno di informazioni ai produttori di dati e per assolvere ai debiti informativi verso l’esterno. Assicurare individuazione dei bisogni informativi, struttura del S.I., modi di raccolta dati, diffusione e utilizzo delle informazioni, valutazione della qualità dei dati, integrazione delle informazioni provenienti da diverse fonti. Individuare un referente. Requisiti minimi strutturali e tecnologici generali (rif. pag. 15 del DPR 14.01.97) Possesso dei requisiti di legge (internazionali, nazionali, regionali, locali) di: ? protezione antisismica, antincendio, acustica e dalle radiazioni ionizzanti; ? sicurezza elettrica (compresa continuità), degli impianti di distribuzione del gas, antinfortunistica, dalle esplosioni; ? igiene dei luoghi di lavoro (compreso microclima, anche per utenti); smaltimento dei rifiuti; ? eliminazione delle barriere architettoniche. Da notare la necessità di rispetto del D. Lgs. 626/94 sull’igiene e sicurezza per i lavoratori (valutazione dei rischi, piani di emergenza ed evacuazione locali, gestione del pronto soccorso, sorveglianza sanitaria nei casi previsti, ecc.) Requisiti minimi organizzativi specifici Medici e altre figure professionali ex DPR 07.04.94 (presenza programmata o per fasce orarie); personale di assistenza: 24 h su 24 nel caso di acutisubacuti e nel caso di elevata intensità terapeutica-riabilitativa; per fasce orarie in caso di minore intensità; collegamento con altre strutture per la tutela della salute mentale di cui al DPR 07.04.94. In generale: ? presenza attiva o in pronta disponibilità del medico psichiatra; ? possibilità, su attività programmata, di utilizzare in comune personale di strutture vicine; ? attività ambulatoriali decentrate intese come parte integrante della struttura da cui dipendono; 6 ? ? possibilità di unica entità (Presidio) nel caso di più CTR con medesimo livello assistenziale in stesso edificio (o distanza di max un Km tra due edifici) fino a max 20 posti letto; in relazione all’assistenza erogata dalla struttura, l’Azienda Sanitaria/Ente responsabile della struttura, acquisito il parere del Responsabile sanitario della medesima, dichiara la tipologia della struttura stessa. Requisiti minimi strutturali specifici Capienza fino a 20 posti, organizzati in moduli (al massimo 3), in normale contesto residenziale urbano. Se vi è la presenza fino a 10 posti valgono le caratteristiche delle civili abitazioni, con organizzazione e spazi idonei. Per le strutture con più di 10 posti letto valgono i requisiti del D.P.C.M. 22.12.89, All. A, limitatamente ai criteri 5, 7, 9 (punti a e b; punto f in relazione alle dimensioni della struttura) e 10. Questi requisiti sono: ? criterio 5: area residenziale ospite: camere personalizzate (di norma 1 o 2 letti, massimo 4) e/o alloggi con zona letto, piano cottura e spazi soggiornopranzo. Bagno di norma autonomo per ciascuna camera (max 1 ogni 2 camere, comunque per un totale max 4 ospiti), con superamento barriere architettoniche secondo i casi previsti ? criterio 7: contemperare esigenze di assistenza, sicurezza (anche dei materiali), fruibilità e riservatezza. Uso auspicabile di tecnologie innovative (allarmi personali, rilevatori, segnaletiche, ecc.) sempre nel rispetto della riservatezza. ? criterio 9 punto a: area abitativa con camere o alloggi con relativi servizi igienici. ? criterio 9 punto b: servizi di nucleo (ogni 15-20 ospiti): soggiorno – gioco – TV; cucina; saletta da pranzo; servizi igienici e bagno assistito; locali di servizio per il personale di assistenza, dotato di servizi igienici. ? criterio 10: standard dimensionali netti (superfici utili funzionali). Se trattasi di alloggi: 28, 38 o 52 m2 rispettivamente per 1, 2 o 3 persone. Per le camere: 12, 18, 26 o 32 m2 rispettivamente per 1, 2, 3 o 4 persone. Nel caso di strutture preesistenti e di ristrutturazioni si ritiene di segnalare l’esigenza di consentire, come previsto al punto d) del criterio 10 del medesimo D.P.C.M., un margine di flessibilità e di tolleranza del 20 % rispetto agli standard di riferimento. A LIVELLO REGIONALE E’ attualmente in vigore il manuale per l’accreditamento, approvato con D.G.R. n. 395 del 29 aprile 2002, che deve essere ulteriormente affinato alla luce di nuovi standard, in corso di valutazione. 7 Sono inoltre in corso di revisione gli standard di personale attualmente normati dal Regolamento Regionale n. 4 del 4 Giugno 1996. Gli standard suggeriti, frutto di una verifica effettuata sia nei confronti delle realtà pubbliche che private accreditate, sono i seguenti: Tipologia di struttura Comunità Terapeutica Riabilit. Residenza Sanitaria Assist.le Comunità Alloggio Utenza Psic. Comunità Alloggio Utenza Psic. Centro Diurno Tipologia di struttura Comunità Terapeutica Riabilit. Residenza Sanitaria Assist.le Numero Ospiti 20 20 4 8 10 Minuti/pz/die di inf. prof. 20 35 10 10 15 Tot. min./die di inf. prof. 400 700 40 80 150 Numero Ospiti 20 20 Minuti/pz/die di OSA/OTA 45 60 Tot.min./die di OSA/OTA 900 1200 Le succitate figure professionali turnano sulle 24 ore. All’interno del monte ore previsto dalle suddette tabelle, ogni struttura, in rapporto alla tipologia degli ospiti e ai propri criteri organizzativi e di qualità delle prestazioni erogate, individuerà la collocazione e la turnazione migliore rispetto alle fasce orarie. Tipologia di struttura Comunità Terapeutica Riabilitativa Residenza Sanitaria Assistenziale Comunità Alloggio Utenza Psichiatrica 4 posti Comunità Alloggio Utenza Psichiatrica 8 posti Centro Diurno Psichiatra o spec. affine Psicologo Ed. prof.le/ tecnico riab. Ausiliario Amm.vo 36 h/sett. 15 h/sett. 76 h/sett. 36 h/sett. 72 h/sett. 6 h/sett. 0 18 h/sett. 72 h/sett. 24 h/sett. 4 h/sett. 4 h/sett. 18 h/sett. 12 h/sett. 0 6 h/sett. 8 h/sett. 18 h/sett. 18 h/sett. 0 6 h/sett. 10 h/sett. 38 h/sett. 18 h/sett. 18 h/sett. Per quanto concerne la C.T.R. e la R.S.A., dovrà essere previsto per uno degli psichiatri in servizio anche lo svolgimento delle funzioni di direttore sanitario. E’ inoltre necessario che in ogni struttura lo psichiatra sia reperibile negli orari notturni e festivi. Per quanto riguarda l’assistenza non specialistica specifica si fa riferimento al medico di medicina generale ed agli specialisti della Azienda Sanitaria Locale. 8 ASPETTI EPIDEMIOLOGICI Se si considerano tutti i disturbi psichiatrici inclusi nella classificazione ICD10, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, più del 25% degli individui, nell’arco della loro vita, sviluppano uno o più disturbi mentali o comportamentali. I tassi di prevalenza dei disturbi psichiatrici variano nelle aree europee tra il 25 e il 31% nella popolazione generale; i tassi di prevalenza per disturbi affettivi maggiori variano nei diversi studi tra il 6 e il 32% e per i disturbi d’ansia tra il 4 e il 17%. In tutto il mondo si stima che la prevalenza puntiforme per episodi unipolari depressivi sia 1,9% per i maschi e 3,2% per le femmine, mentre nell’arco di un anno la prevalenza può salire rispettivamente a 5,8% e 9,5%. I disturbi depressivi non bipolari sono molto frequenti nelle popolazioni industrializzate, oscillando tra 18 e 32 per 1.000 maschi e tra 20 e 112 per 1.000 femmine. Secondo l’O.M.S., la schizofrenia ha una prevalenza puntiforme di 0,4% nella popolazione mondiale. I disturbi schizofrenici hanno una prevalenza annuale compresa tra 1,3 e 7 per 1.000, con un’incidenza tra 0,1 e 0,5 per 1.000. Secondo il Ministero della Salute, l’ansia nelle sue diverse manifestazioni colpisce circa il 15% della popolazione, mentre la depressione colpisce più di un cittadino su dieci in tutte le fasce d’età. Nei Registri Psichiatrici dei Casi (R.P.C.) italiani (Arezzo, Caltagirone, Legnano, Portogruaro e Verona Sud), nei primi anni ’90 si è rilevata una prevalenza media annuale di 977 per 100.000: le psicosi schizofreniche oscillano tra 169 e 360 per 100.000, le psicosi distimiche tra 30 e 159 per 100.000 e le nevrosi tra 146 e 612 per 100.000. Per quanto riguarda l’incidenza risultante dai R.P.C. italiani, nello stesso periodo si è registrato un valore di 231 per 100.000. Considerando i disturbi mentali, visti nell’ambito delle cure primarie, la prevalenza misurata in 14 centri internazionali collaboranti con l’O.M.S., pur con le sue variazioni locali, risulta abbastanza elevata: circa il 24% per tutti i disturbi, il 10,4% per la depressione, il 7,9% per l’ansietà generalizzata e il 2,7% per l’alcooldipendenza. In uno studio multicentrico dell’O.M.S., condotto, per quanto riguarda l’Italia, nell’area di Verona Sud si sono ottenuti i seguenti risultati riferibili ai soggetti che avevano contattato gli ambulatori di medicina generale: a) disturbi psichici ben definiti secondo i criteri dell'ICD-10 erano presenti in un paziente su otto (12,4%) tra quanti contattavano i servizi di medicina generale; considerando anche i disturbi psichici "sotto soglia", disturbi psichici erano presenti all'incirca in un paziente su quattro (23,6%); sintomi psicopatologici, infine, indipendentemente da qualsivoglia criterio nosografico, sono stati lamentati da più della metà dei soggetti del campione (56,6%); b) i disturbi psichici sono risultati più frequenti nel sesso femminile; nel sesso maschile sono risultati più frequenti i disturbi legati all'abuso di bevande alcoliche; c) la maggior parte dei soggetti con disturbi psichici ben definiti secondo i criteri dell'ICD-10 non hanno presentato al medico sintomi psicopatologici, ma piuttosto una sintomatologia di natura somatica; più della metà di questi soggetti, inoltre, lamentava almeno un disturbo 9 organico cronico concomitante. Queste osservazioni sottolineano le difficoltà che il medico di base deve affrontare sul piano del riconoscimento e del trattamento dei disturbi psichici presenti nella sua pratica clinica quotidiana; d) oltre la metà dei soggetti con disturbi psichici ha riportato un giudizio negativo sul proprio stato di salute e limitazioni di vario grado in campo occupazionale e nelle attività quotidiane. Contrariamente all'opinione tuttora diffusa, i disturbi psichici lamentati dai pazienti che si rivolgono ai servizi di medicina generale costituiscono un importante problema di salute pubblica e per essi si rendono necessari appropriati programmi d'intervento. In uno studio epidemiologico, effettuato in parallelo a Verona e a Londra, è stato possibile determinare il numero di pazienti con disturbi psichiatrici gravi: circa il 40% dei pazienti psicotici in carico ai servizi è da considerarsi grave; una cifra cui va aggiunto il 9% dei pazienti non psicotici. In totale bisogna attendersi almeno 332 pazienti con disturbi psichiatrici gravi (per circa due terzi psicotici) ogni 100.000 abitanti. In relazione a quanto precedentemente espresso diviene necessario: 1) verificare il rispetto dei L.E.A., sia in termini di quantità che di qualità delle prestazioni erogate e controllo dei flussi legati al debito informativo delle strutture pubbliche e private del sistema d’intervento ed alla remunerazione delle prestazioni, anche ai fini del governo della spesa; 2) verificare il possesso/mantenimento dei requisiti delle strutture pubbliche e private ai fini del rilascio/mantenimento della autorizzazione al funzionamento e dell’accreditamento; 3) programmare, integrare e coordinare gli interventi socio-sanitari, erogati dai servizi pubblici e privati accreditati. 4) sviluppare strategie di miglioramento continuo dei modelli clinicoorganizzativi (anche attraverso il potenziamento di misure di attività e di esito e la definizione di linee guida ), allo scopo di ottimizzare i livelli di assistenza in un contesto di risorse limitate. Si dovrà inoltre provvedere a: 1) riconoscere nel Distretto sanitario il soggetto coordinatore della rete di risorse presenti sul territorio dell’A.S.L., anche allo scopo di fornire risposte integrate a problematiche di confine (abuso di sostanze, disturbi dell’adolescenza, immigrazione, disabilità di rilievo psichiatrico, malati terminali, gestite da servizi A.S.L.) e di garantire il raccordo con la rete sociale e socio-sanitaria ad elevata integrazione della A.S.L.; 2) attivare un lavoro per progetti, che preveda: 10 - - - la stesura di protocolli o procedure minime con i M.M.G. (modalità d’invio, filtro, restituzione, follow-up, urgenze), nonché di modalità organizzative per il trattamento dei disturbi dell’umore o di disturbi mentali lievi trattabili dal M.M.G. con la consulenza dello specialista; la definizione di linee guida e protocolli “trasversali” pubblico/privato per il trattamento dei disturbi mentali gravi associati a problemi di rilievo sociale e/o disabilità; la definizione di linee guida e protocolli “trasversali” per i disturbi dell’adolescenza e quelli da uso di sostanze; ecc. 3) attivare organismi di coordinamento ed integrazione; in particolare un Forum di coordinamento, in cui siano presenti operatori del D.S.M., l’A.S.L., le Associazioni dei familiari e degli utenti, i M.M.G., le associazioni di categoria, oltre a rappresentanti degli enti locali, agenzie del volontariato, soggetti erogatori, mondo del lavoro. 4) predisporre un piano di formazione continua degli operatori da parte delle AA.SS.LL., concordemente con un gruppo individuato ad hoc nell’ambito della Commissione regionale Salute Mentale. RUOLO DEI DIPARTIMENTI DI SALUTE MENTALE E DELLE STRUTTURE ACCREDITATE L’organizzazione del Sistema Psichiatrico Regionale si fonda sullo stretto collegamento fra i soggetti erogatori pubblici e privati accreditati che, pur nei diversi ruoli e funzioni, operano in una condizione di pari dignità. I Dipartimenti di Salute Mentale in Regione Liguria vengono costituiti in tutte le AA.SS.LL. in base alla D.G.R. n. 8627 del 16/12/1994. La mission di tali Dipartimenti deve essere quella di: 1. garantire la libertà di scelta della cura da parte degli utenti, 2. assicurare, nel contempo, il trattamento dei pazienti gravi (presa in carico). Le strutture private accreditate hanno assunto un importante ruolo assistenziale nei servizi psichiatrici, in quanto, a seguito dell’emanazione della L. 180/78, relativa alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici ed in attesa dei Progetti Obiettivi Regionali, hanno supplito alle carenze di strutture pubbliche. Le strutture residenziali con finalità terapeutico-riabilitative si inseriscono nel più ampio complesso dei trattamenti psichiatrici forniti da altri presidi, assumendo la piena responsabilità della gestione del paziente durante la sua permanenza. La verifica dell’esito degli interventi effettuati dalle strutture residenziali deve essere documentata in cartella e discussa con il Servizio inviante, anche ai fini della eventuale proroga dell’inserimento o modifica del percorso di trattamento. 11 La residenzialità psichiatrica in Regione Liguria si definisce storicamente per caratteristiche centrate sull’intervento terapeutico riabilitativo diversificato in relazione alle caratteristiche della struttura stessa. Il perseguimento di tale obiettivo ha spesso generato delle criticità fra le strutture eroganti le prestazioni, la tipologia dell’utenza e i tempi di permanenza. A tale proposito diviene indispensabile razionalizzare la materia, normando in modo chiaro le strutture ed i loro compiti terapeutico/riabilitativi: ? Riabilitazione ospedaliera psichiatrica È necessario che la Regione, d’intesa con le Aziende Sanitarie e nel rispetto delle autonomie aziendali, verifichi l’opportunità di attivare funzioni di riabilitazione ospedaliera psichiatrica, tenendo conto delle realtà ospedaliere esistenti , con particolare riguardo all’esperienza universitaria. Tali strutture sono destinate a pazienti psichiatrici in fase subacuta, per permettere l’individuazione di un progetto terapeutico riabilitativo intensivo, in genere conseguente alla permanenza in SPDC, che può essere continuato in strutture residenziali extra ospedaliere o al domicilio del paziente. Il periodo di permanenza è consigliato al massimo di 90 giorni. ? Residenzialità extra-ospedaliera 1. Ad alta intensità terapeutica terapeutico riabilitativa). riabilitativa: C.T.R. (Comunità Gli interventi sono a termine, con una permanenza in struttura da un minimo di 6 mesi ad un massimo di tre anni. 2. A media intensità terapeutico riabilitativa: R.S.A. (Residenze sanitarie assistenziali) 3. A bassa intensità terapeutico riabilitativa: C.A.U.P. (Comunità alloggio utenza psichiatrica). Per queste due ultime tipologie non è previsto un termine temporale di permanenza e non sono, a differenza di quelle ad alta intensità terapeutica, a totale carico del Servizio Sanitario Regionale (rif. D.P.C.M. 29.11.01 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”) ? Semiresidenzialità. A) Ospedaliera: D.H. (Day-hospital) B) Extraospedaliera : C.D. (centro diurno) 12 RAPPORTI CON I COMUNI Le problematiche connesse al disagio psichico implicano, per la loro complessità, un approccio che non può essere esclusivamente di natura specialistica, come per altri tipi di patologie: la malattia mentale pone coloro che se ne occupano a rapportarsi con la persona che vive lo stato di disagio nella sua globalità, ampliando la prospettiva dal singolo individuo alle persone che lo circondano ed ai luoghi in cui vive. Si viene così ad interessare una rete di relazioni che rimanda direttamente all’ambito sociale e alle problematiche ad esso collegate. È a partire da queste riflessioni che si ritiene indispensabile ragionare in termini di sinergie e collaborazioni tra enti che, a vario titolo, si occupano della salute dei cittadini; gli sforzi per realizzare concretamente l’integrazione tra cultura sanitaria e sociale sulla problematica della salute mentale è stata ulteriormente rafforzata dalle indicazioni fornite dalla Legge n° 328 dell’8 Novembre 2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e del Progetto obiettivo nazionale per la tutela della salute mentale 1998/2000, dove è esplicito il riferimento del legislatore a realizzare “patti territoriali” per la gestione integrata, fra enti e servizi, delle aree maggiormente problematiche e complesse, tra le quali, appunto, anche l’area della salute mentale. I dati rilevati da varie ricerche compiute a livello nazionale sottolineano la necessità di un più stretto confronto sui problemi più scottanti a livello sociale che il disagio psichico fa emergere, al fine di individuare possibili strategie congiunte d’intervento, particolarmente urgenti alla luce anche dell’entrata in vigore dei L.E.A. In tale senso saranno importanti le decisioni del tavolo di lavoro per l’attuazione delle previsioni in materia di integrazione socio-sanitaria del D.P.C.M. 29/11/2001 “ Definizione dei L.E.A.”, di cui alla D.G.R. n. 612 del 14/06/2002. Si tratta in sintesi di impostare un lavoro congiunto fra Comuni e A.S.L., sui principali bisogni della persona con disagio psichico che necessitano di un alto livello di integrazione tra area clinico-riabilitativa e area socialepreventiva, che dia vita ad accordi di programma tra Dipartimenti di Salute Mentale delle AA.SS.LL. e Comuni, raggruppati secondo gli ambiti distrettuali, su precise progettualità individuate come prioritarie rispetto ai bisogni rilevati nei diversi distretti. A tale riguardo si ritiene di segnalare tre settori su cui porre maggiore attenzione: l’assistenza domiciliare, la residenzialità protetta in appartamenti messi a disposizione dagli enti locali, l’offerta di iniziative per la gestione del tempo libero. All’interno di queste macro aree è possibile poi individuare interventi specifici quali l’inserimento lavorativo, i soggiorni di vacanza, il sostegno di progetti di auto-aiuto, anche nell’area dell’abitare. Gli accordi di programma devono contenere la descrizione delle linee guida e dei principi generali che regolano il lavoro sinergico degli enti coinvolti: non più, quindi, soggetti che contrattano impegni di spesa, che offrono 13 prestazioni/servizi o che si occupano del “minimo vitale” per i propri assistiti, ma partners che, sulla base di principi condivisi, realizzano una progettualità comune. Costituiscono, inoltre, elemento fondamentale degli accordi di programma i protocolli attuativi che rappresentano il passaggio dall’assetto organizzativo e programmatorio a quello operativo e gestionale, traducendo la strategia di collaborazione in reali azioni sinergiche per ogni settore di intervento; attraverso i protocolli vengono definite le azioni che ogni ente deve compiere per il raggiungimento degli obiettivi; viene, quindi, salvaguardato l’apporto specifico di ogni partner, evitando la delega o il rimando di competenze, grazie alla progettazione comune e alla programmazione annuale delle attività. All’interno degli accordi di programma, uno spazio significativo deve essere riservato al ruolo del “terzo settore”, la cui collaborazione in ambito psichiatrico non può che favorire una costante interfaccia fra le istituzioni e il mondo del volontariato e dell’associazionismo, permettendo di completare l’intervento degli enti con gli aspetti informali e motivazionali di cui è portatrice la cultura del privato sociale. La proposta di pervenire alla sottoscrizione di accordi di programma per la gestione degli interventi a tutela della salute mentale in ambito distrettuale, ha, quindi, la finalità di realizzare un nuovo modello di lavoro che possa favorire il superamento delle rigidità fra istituzioni, passando dal sistema delle competenze all’approccio “partecipativo” di tutti i soggetti per obiettivi. In questo modo si ritiene di promuovere uno stile di lavoro in cui il fulcro dell’azione, per i partners pubblici e privati, è il perseguimento e/o il mantenimento della salute per ogni cittadino. 14 DEFINIZIONE DEI CASI E DELLE STRATEGIE RELATIVE AGLI INSERIMENTI NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI I Dipartimenti di Salute Mentale delle singole AA.SS.LL. devono darsi un protocollo comune per l’invio dei pazienti affetti da malattie mentali in strutture residenziali accreditate facendo riferimento alle normative regionali vigenti. Criteri per l’ammissione: 1. Clinici: ? diagnosi secondo il D.S.M. IV R. o ICD10 2. Temporali: l’invio deve essere effettuato , su richiesta del paziente o su indicazione del medico curante, precocemente, in modo da evitare invii in strutture psichiatriche quando la patologia non è più aggredibile da un punto di vista terapeutico-riabilitativo 3. Socio-ambientali: qualora la permanenza al proprio domicilio od in famiglia diventi intollerabile per incompatibilità ambientale. Il progetto elaborato dalla Commissione regionale Salute Mentale colloca le Strutture Residenziali all’interno di un percorso terapeutico, ove la residenzialità assume una funzione di risposta ad esigenze di natura riabilitativa e/o assistenziale, mediante una pluralità di risorse con caratteristiche di flessibilità e di integrazione nella vita sociale. Le strutture residenziali possono essere differenziate, come prima menzionato, in base al livello di intervento terapeutico-riabilitativo ed al grado di intensità assistenziale. Il percorso terapeutico deve soddisfare le esigenze della persona e non può essere caratterizzato da rigidità strutturali, quali sistemi di gerarchie di trattamento e riabilitative che posizionano in sequenza il ricorso all’uso delle strutture dall’ S.P.D.C. alle strutture residenziali. I percorsi terapeutici nella loro elasticità debbono prevedere gradualità di utilizzo della struttura residenziale, in modo da consentire il passaggio dei pazienti più autonomi dalle strutture a più elevata intensità riabilitativa alle strutture a più bassa intensità riabilitativa. Molto importante, inoltre, è la condivisione del percorso terapeutico fra il Medico di Medicina Generale e i Medici Psichiatri curanti, previsto dalla Commissione regionale. La volontà di far interagire con un coinvolgimento attivo sia le AA.SS.LL. che i Comuni, oltre a completare l’iter di cura mediante l’eventuale reinserimento sociale della persona bisognosa, ridisegna il quadro d’intervento economico, ove la partecipazione alle spese dei Comuni e dei familiari potrà omogeneizzare le procedure. 15 PROTOCOLLO PER L’INSERIMENTO 1. I D.S.M. applicano il presente protocollo per l’invio di pazienti affetti da malattie mentali in strutture residenziali e semiresidenziali accreditate, facendo riferimento alle normative regionali vigenti. 2. L’intervento terapeutico nelle strutture residenziali, finalizzate alle esigenze sanitarie e socio-sanitarie dei pazienti, è caratterizzato da tecniche terapeutico-riabilitative volte a sostenere e sviluppare le residue capacità di autonomia. L’accoglimento è subordinato alla presenza sia di uno stato di malattia psichica perdurante e stabilizzata, con riduzione del grado di autonomia, sia di una sfavorevole condizione socio-ambientale, circostanze che non consentono né la permanenza del paziente al proprio domicilio, né il suo inserimento in strutture socio-assistenziali. Tali circostanze richiedono sia la continuità del trattamento terapeutico-riabilitativo che una soluzione abitativa protetta. Sulla base della valutazione clinica, viene deciso il livello di protezione. 3. La permanenza nelle strutture residenziali è condizionata dalla presenza di patologia psichiatrica; le persone nelle quali prevale il bisogno di carattere sociale, anche se in presenza di sintomi psichiatrici non determinanti ai fini dell’autonomia personale, usufruiscono delle strutture residenziali dell’area socio-assistenziale. 4. L’intervento terapeutico nelle strutture residenziali (e semiresidenziali) fa parte del più ampio complesso dei trattamenti del D.S.M.; pertanto l’inserimento in una struttura riabilitativa fa parte del percorso terapeutico di un paziente grave e problematico. 5. Qualora ritenuto opportuno, nell’ambito del trattamento prolungato del paziente, il medico del C.S.M. presenta una relazione clinica al collega della struttura residenziale (o semiresidenziale), che redige una lista d’attesa connessa alla disponibilità della struttura. 6. Qualora la lista d’attesa per l’inserimento nelle strutture residenziali e semiresidenziali dell’Azienda inviante sia incompatibile con la necessità di trattamento (comprese le condizioni socio-ambientali del malato), il D.S.M. formula la proposta di inserimento in una struttura accreditata, esterna all’Azienda. 7. Qualora sussistano elementi che inducano a individuare una struttura residenziale accreditata, interna o esterna all’Azienda Sanitaria Locale, come maggiormente idonea al trattamento del caso in esame (per le caratteristiche del contesto residenziale e/o del percorso riabilitativo offerti) il D.S.M., motivandolo, potrà formulare la richiesta di inserimento nella struttura individuata. 16 8. Qualora l’intervento terapeutico-riabilitativo venga richiesto dall’interessato o dai familiari e qualora essi abbiano già individuato una struttura terapeutico-riabilitativa accreditata, interna o esterna all’Azienda Sanitaria Locale, la richiesta di inserimento si indirizzerà, in prima istanza, alla struttura scelta dall’interessato, posto che, nel percorso terapeutico complessivo del paziente, tale ricorso sia stato valutato come pertinente dai curanti e dal Responsabile del C.S.M. competente per territorio. 9. La proposta è costituita da una relazione clinica e psico-sociale, controfirmata dal dirigente medico di struttura complessa, volta ad indicare le finalità e i tempi dell’ inserimento. 10. Copia della proposta, una volta accettata, viene conservata dal direttore del D.S.M., che comunque garantisce il coordinamento complessivo degli interventi, affinché il direttore della struttura e il medico inviante possano programmare i trattamenti psichiatrici a lungo termine e formulare progetti di intervento ed il monitoraggio degli inserimenti nelle strutture accreditate in collaborazione con la A.S.L. . 11. Per l’individuazione della struttura gli operatori si attengono ai seguenti criteri: a. strutture della zona, al fine di favorire il mantenimento dei rapporti del paziente con i propri familiari; b. specificità del trattamento terapeutico-riabilitativo; c. risorse fornite dalla struttura residenziale o semiresidenziale; d. acquisizione del consenso della persona interessata; e. scelta dell’interessato. Questo criterio, qualora espresso, diventa prioritario. 17 CRITERI DIAGNOSTICI DI ORIENTAMENTO ALLA SCELTA DELLA STRUTTURA Premessa: le indicazioni di seguito descritte costituiscono linee operative cui far riferimento, da qui in avanti (ex post) circa gli inserimenti di utenti dei Servizi psichiatrici presso le strutture residenziali. Per quanto riguarda la situazione dei casi già inseriti (ex ante) in strutture residenziali, si suggerisce una valutazione specifica da parte del C.S.M. di competenza. Definizione del bisogno residenziale e tipologie di trattamento. Si constata l’esistenza nel territorio di persone affette da disturbi psichiatrici persistenti, con elevata disabilità e notevole carico familiare, che necessitano di un “trattamento” protetto in strutture residenziali accreditate e scientificamente ritenute di comprovata “abilità” ( per conoscenza, frequentazione, valutazione d’esito) In merito a questo tipo di domanda, si differenziano 3 tipologie di trattamento: 1. Trattamento terapeutico - riabilitativo, con possibilità di un percorso verso un auspicabile reinserimento nella vita sociale reale, attraverso strutture residenziali-semiresidenziali a minor intensità assistenziale, con promozione di una sempre maggior autonomia. I casi inclusi in questa categoria sono prevalentemente le Psicosi Croniche e i Disturbi di Personalità gravi o complessi, con ampia disfunzionalità sociale, che necessitano di un lungo training personalizzato e mirato al recupero di una vita autonoma. 2. Trattamento di prevalente contenimento emotivo-ambientale a ridotta valenza riabilitativa , rivolto a pazienti con psicosi croniche a prognosi altamente sfavorevole, con turbe psicotiche ancora attive, necessitanti d’assistenza clinica specialistica continuativa nel tempo. Tali soggetti necessitano di un trattamento in effetti istituzionale, a media protezione, con conduzione specialistica delegata al contenimento della patologia, “mirato a contenere i danni”, con dichiarata scarsa o nulla possibilità di reale riabilitazione. 3. Trattamento terapeutico-riabilitativo di casi atipici, giunti alla osservazione specialistica psichiatrica per turbe cognitive o del comportamento, come D.C.A., D.P.T.S., disabili psicofisici, sindromi psicoorganiche, comorbilità nell’ambito delle dipendenze. 18 Considerazioni Operative e Strategie Riabilitative -Assistenziali Residenziali. Si ritiene opportuno che una struttura residenziale con caratteristiche riabilitative, che ha preventivato determinati risultati in un determinato tempo e nel corso del quale non riesca a conseguirli, debba poter giustificare il mancato raggiungimento degli obiettivi (come si trattasse di budgeting), in un contesto di ri-negoziazione con l’Ente inviante, attraverso un report che evidenzi dettagliatamente ed obiettivamente le difficoltà emerse nel percorso terapeutico-riabilitativo. A questo proposito uno degli strumenti attualmente utilizzati e testato è il Redancia System, che, opportunamente integrato e/o modificato, potrà essere adottato come strumento di verifica e monitoraggio. 19 LINEE GUIDA PER L’INVIO DI PAZIENTI IN COMUNITÀ Definizione dei casi La possibilità di inserimento di un paziente in un progetto di tipo riabilitativo a carattere residenziale prevede il riferimento esplicito alle condizione psicopatologiche e funzionali del soggetto e gli obiettivi attesi del percorso riabilitativo. Definizione diagnostica e funzionale: il medico inviante correda la proposta d’inserimento con la diagnosi, secondo i criteri diagnostici attualmente in uso (ICD10 e/o DSM IV/R) e con precisa definizione funzionale che specifichi le aree di deficit, di funzionamento ed i bisogni del soggetto. In tal modo verranno, altresì, definite le caratteristiche della struttura residenziale che opererà per il progetto riabilitativo. Tali caratteristiche dovrebbero definire l’età degli utenti verso cui si rivolge la struttura (adolescenti, giovani adulti ed anziani), gli strumenti riabilitativi utilizzati (tecniche riabilitative sulle abilità di base, reinserimento sociale e lavorativo, interventi orientati secondo un approccio psicodinamico), l’arco temporale medio dei progetti (comunità con progetti terapeutici brevi o con interventi lungodegenziali). Obiettivi della riabilitazione Il medico inviante dovrà corredare la proposta d’inserimento in struttura con la definizione degli obiettivi del progetto, che saranno individuati in funzione al quadro diagnostico, delle aree di deficit funzionale e dei bisogni espressi dal soggetto. Sempre in questa fase viene formulata l’ipotesi di un ambito temporale, nell’arco del quale vengono verosimilmente raggiunti gli obiettivi. A seguito di un adeguato periodo di osservazione presso la struttura di accoglimento (1-6 mesi), il medico inviante e l’équipe della struttura ridefiniranno con cadenza bimestrale i termini temporali e gli obiettivi del progetto. Obiettivi dell’assistenza psichiatrica a) Definizione delle necessità e degli obiettivi assistenziali nell’ambito di fasi temporali del progetto terapeutico e degli eventuali gradienti riabilitativi b) Previsioni di ruoli e di responsabilità nella gestione assistenziale; in prospettiva anche nell’ambito di collaborazione di rete (servizi psichiatrici, servizi sociali dei Comuni, familiari ed altri soggetti di supporto, privato sociale e volontariato). Al fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili, lo psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale dovrà, inoltre, prendere in considerazione 20 alcuni criteri, (oltre a quelli già enunciati che si riferiscono alla popolazione che generalmente utilizza le strutture residenziali ) specifici e particolari, per l’invio dei pazienti verso strutture riabilitative. Questi sono: a) Criterio in base all’età: 1) Per i soggetti con più di 65 anni si attua una valutazione individuale per stabilire il grado di sintomatologia psichiatrica attiva e residua, l’impegno clinico necessario per il trattamento e le possibilità riabilitative. 2) Per i soggetti compresi tra i 55 e 65 anni si possono prendere in considerazione i singoli casi in cui la compromissione cognitiva risulti preponderante sulla sintomatologia psichiatrica; per tali casi potrebbe, dunque, prevalere una necessità di assistenza sociale più che di intervento clinico. b) Criterio in base alla diagnosi: 1) Per i soggetti con diagnosi di ritardo mentale lieve, moderato, grave o profondo (F70-F73) si effettua una valutazione ad personam per definire la presenza di sintomatologia psichiatrica, le reali necessità di cure e le possibilità riabilitative, da distinguere dalle necessità di assistenza sociale. 2) Per i soggetti che secondaria ad un una valutazione psichiatriche dalle generica. presentano una sintomatologia psichiatrica danno cerebrale organico, verrà effettuata per discriminare le necessità di cure necessità di cure mediche e di assistenza Considerazioni conclusive Oltre al “criterio età” e al “criterio diagnosi”, di cui alle pagine precedenti, occorre tenere conto che la percentuale di valenza sanitaria riconosciuta dovrà risultare congruente, da un lato con la tipologia dei bisogni individuati in fase diagnostica e, dall’altro, con la tipologia dell’offerta assistenziale residenziale o semiresidenziale ( ad es. ad una proposta di inserimento in strutture socio-assistenziali non potrà corrispondere una valenza sanitaria del 100% ). La diagnosi va considerata un processo, dinamico e non fisso, quindi con possibili variazioni negli anni, sia verso gradi di assistenza superiori (più frequente), sia verso ritorni di fasi di esacerbazione psicotica, che non si escludono anche nell’anziano. Indispensabile sarà la verifica e un confronto di ogni Dipartimento di Salute Mentale sui singoli casi inseriti in strutture comunitarie. 21 La scheda di proposta di inserimento dei pazienti in strutture residenziali, redatta dal D.S.M. e indirizzata al Direttore della Struttura, è quella di cui all’allegato. INDICAZIONI DELLE CARATTERISTICHE QUALITATIVE DELL’OFFERTA RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE Allo scopo di ottimizzare l’efficienza e l’efficacia dell’inserimento, nell’interesse del paziente e per meglio uniformare i rapporti tra AA.SS.LL., Comuni, Privato accreditato, viene individuata l’opportunità di procedere ad una codifica delle caratteristiche “qualitative” dell’offerta residenziale e semiresidenziale. INDICATORI DA CONSIDERARE : - accoglimento - trattamento - dimissione ACCOGLIMENTO Tipologia di utenti ai quali la struttura ritiene di rivolgersi. Tipologia di utenti in riferimento all’attività riabilitativa erogata dalla struttura. La proposta d’inserimento dovrà prevedere: - motivazioni, anamnesi, terapie pregresse, obiettivi, durata del progetto - protocollo di ammissione\dimissione - rapporti fra struttura ed inviante - regolamento discusso con l’utente e i familiari - protocollo sugli interventi riabilitativi, sulla somministrazione dei farmaci, sull’igiene, sulla sicurezza, sulla formazione degli operatori TRATTAMENTO - Programma terapeutico (concordato, con obiettivi, verificato, condiviso con inviante e familiari) - Cartella clinica - Riunioni d’èquipe, con i familiari, col gruppo operatori\pazienti - Strumenti di valutazione sugli interventi riabilitativi - Protocolli d’intesa con strutture pubbliche (ASL, Comune) - Protocolli d’intesa con Associazioni territoriali, Cooperative, Agenzie sociali - Personale: qualifiche, responsabilità, mansioni. - Attività riabilitative promosse - Programmi lavorativi, domiciliari, territoriali - Ricoveri in S.P.D.C., tipologia dimissioni 22 PROTOCOLLO PER LA DIMISSIONE - Modalità previste. - In caso di non dimissibilità, monitoraggi con la struttura inviante - programma di semiresidenzialità - aspetti epidemiologici correlati TIPOLOGIA DELLE STRUTTURE RESIDENZIALI IN RELAZIONE A QUADRI NOSOGRAFICI PARTICOLARI Sono auspicabili percorsi terapeutico-riabilitativi in comunità, differenziati per aree cliniche di particolare emergenza quali: 1. AREA CLINICA DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE 2. AREA CLINICA DELLA COPRESENZA PSICOPATOLOGICA E TOSSICOFILICA DI DOPPIA DIAGNOSI 3. AREA CLINICA DEI DISTURBI PSICOPATOLOGICI DELL’ADOLESCENZA 23 SCHEMA DEI FLUSSI INFORMATIVI PSICHIATRICI – STRUTTURE PRIVATE ACCREDITATE – STRUTTURA PRIVATA ACCREDITATA Informazioni su floppy disk e stampa da inviare ogni due mesi ASL Raccolta dati strutt. priv. accreditate - Verifica conformità dati - Elaborazione epidemiologica - Invio semestrale in Regione ? ? REGIONE Ufficio Assistenza Psichiatrica AIDS e Tossicodipendenze Servizio Controllo sulla Gestione delle AA.SS.LL. 24 OBIETTIVI ED INDICATORI Il recentissimo Decreto del Ministero della Salute del 12 Dicembre 2001 “Sistema di garanzie per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria” pubblicato sulla G.U. del 9 febbraio 2002, individua un insieme di indicatori e di parametri di riferimento, finalizzato al monitoraggio del rispetto, in ciascuna regione, dei livelli essenziali e uniformi di assistenza, nonché dei vincoli di bilancio delle Regioni; il set di indicatori interessa le diverse dimensioni della valutazione dei servizi sanitari, inclusi i relativi costi. INDICATORI MINISTERIALI ? ? Giornate in strutture residenziali e semiresidenziali per l’assistenza psichiatrica, ogni 1000 abitanti, di età maggiore o uguale a 18 anni Percentuale di ricove ri tipo T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio) Indicatori dei fattori economici ? ? ? Controllo della spesa relativa all’anno in corso e rapporto con gli anni precedenti Peso medio del ricovero per malati psichiatrici delle U.O. di degenza Peso medio del ricovero in strutture private accreditate CONCLUSIONI - - L’attuazione delle presenti indicazioni ha lo scopo di migliorare la qualità del servizio offerto all’utente e alla famiglia, tramite il coordinamento e l’integrazione tra i diversi soggetti che intervengono nel percorso terapeutico attraverso il progressivo coinvolgimento di tutti gli attori, pubblici e privati, fornitori del servizio. Con il presente documento ci si pone inoltre l’obiettivo di creare dei momenti di verifica degli esiti dei trattamenti psichiatrici residenziali nelle diverse strutture e, non ultimo, permettere di meglio definire e programmare l’organizzazione della spesa da parte delle AA.SS.LL. e della Regione. 25 Bibliografia (1) Brown S. (1997): Excess mortality of schizophrenia. A meta-analysis, Brit. J. Psychiat., 171, pp.502508. (2) Fioritti A. et al.(1994): La mortalità nei pazienti affetti da malattie mentali istituzionalizzati. Studio di coorte retrospettivo sui lungodegenti dell’Ospedale Psichiatrico di Bologna, Epidem. Psichiat. Soc., 3, pp. 107-114. (3) Aguglia E. et al. (1994): La mortalità e le cause di morte fra i pazienti affetti da malattie mentali, Epidem. Psichiat. Soc., 3, pp. 59-72. (4) World Health Organization (2001): The World Health Report 2001 – Mental Health: new understandig, new hope, Ginevra. (5) Domenichetti S. et al. (1999): La patologia psichiatrica in Italia, in Geddes M. e Berlinguer G. (a cura di), La salute in Italia - Rapporto 1999, Ediesse, Roma, pp. 153-174. (6) Bellantuono C. et al. (1992): I disturbi psichici nella medicina generale, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma. (7) Ministero della Sanità, Direzione Generale Studi, Documentazione Sanitaria e Comunicazione ai Cittadini (2001): La nostra salute. Lo stato sanitario del paese 2001. (8) Balestrieri M. et al. (1992): Confronti e prospettive nella utilizzazione dei Registri Psichiatrici dei Casi, Epidem. Psichiat. Soc., 1, pp. 133-148. (9) Goldberg D.P., Lecrubier Y. (1995): Form and frequency of mental disorders across centres. In: Üstün T. B., Sartorius N., eds. Mental illness in general health care: an international study. Chichester, John Wiley & Sons on behalf of the World Health Organization: pp. 323-334. (10) Piccinelli M. et al. (1994): I disturbi psichici nella medicina generale - parte II: Lo Studio Collaborativo Multicentrico dell’OMS, Boll. OMS Salute Ment. Neurosc., 1, n°4. (11) Tansella M. (2001): Più ricerca per migliorare l’assistenza psichiatrica, Tempo Medico, n°714, 4 ottobre. (12) Amigoni M. et al. (2000): 1999 – Ricoveri in Lombardia, Regione Lombardia, Direzione Generale Sanità, Remunerazione delle Prestazioni Sanitarie e Flussi Informativi. (13) Giusto G. et al. (2001) Qualità ed accreditamento delle Comunità Terapeutiche in Psichiatria. 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L’assistenza psichiatrica ospedaliera: realtà esistenti, problematiche, prospettive future Edizioni IIPP, Imperia Aprile 2002 26 ALLEGATO REGIONE LIGURIA AZIENDA SANITARIA LOCALE …………………. _____________________________________________ _____________________________________________ PROPOSTA DI INSERIMENTO PRESSO STRUTTURA RESIDENZIALE O SEMIRESIDENZIALE DATI RELATIVI ALL’OSPITE Cognome_________________________ Nome______________________________ Nato/a a __________________________ Il _________________________________ Domicilio ______________________________________________________________ Anno di presa in carico da parte del C.S.M.___________________________________ Titolare di indennità di accompagnamento: SI ? NO ? Diagnosi (per esteso) _____________________________________________________ ICD 10: F ? ? .? ? o DSM IV: F ? ? .? ? 0 10 0 10 Valutazione della severità clinica: ? _____________________________________? Valutazione della severità assistenziale: ? _____________________________________? Valenza Sanitaria: ___________% (La presente valutazione ha lo scopo di rendere congruenti i bisogni del soggetto con le offerte terapeutiche; p.e., in caso di inserimento in struttura socio assistenziale, la valenza sanitaria dovrà essere inferiore al 30%) Medico referente:___________________________________tel.___________________ Struttura inviante:________________________________________________________ Tipologia di trattamento richiesta: 1 . RESIDENZIALE EXTRA OSPEDALIERA ? ALTA INTENSITA’ ? MEDIA INTENSITA’ ? BASSA INTENSITA’ ? + DI 4 ORE ? - DI 4 ORE DURATA PREVISTA PER IL TRATTAMENTO:_____________________________ RIVALUTAZIONE OGNI DUE MESI. 2. SEMIRESIDENZIALE Struttura proposta (allegare lettera di conferma riferita all’inserimento ed alle condizioni relative alla retta) Denominazione:________________________________________________________ Indirizzo: _____________________________________________________________ Telefono/Fax: ___________________________________________________________ Retta: ________________________________________________________________ MEDICO INVIANTE ASSISTENTE SOCIALE RESPONSABILE UOP Brief Psychiatric Rating Scale SINTOMI 1 2 Non Non Molto valutato presente lieve Lieve Modera to Mod. severo Severo Estrem. severo 0 3 4 5 6 7 1 2 Preoccupazione Somatica Ansietà 27 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Ritiro Emotivo Disorganizzazione concettuale Sentimenti di Colpa Tensione Manierismi Grandiosità Umore Depresso Ostilità Sospettosità Allucinazioni Rallentamento Motorio Mancanza di Cooperazione Contenuti insoliti del pensiero Appiattimento Affettivo Eccitamento Disorientamento Punteggio Totale:_______________________ 1) PREOCCUPAZIONE SOMATICA= preoccupazione per la salute fisica, paura di malattia fisica, ipocondria. 2) ANSIETA’= apprensione, paura, iper-preoccupazione per il presente o il futuro, mancanza di serenità. 3) RITIRO EMOTIVO= mancanza di interazione spontanea, isolamento, incapacità nella relazione con gli altri. 4) DISORGANIZZAZIONE CONCETTUALE= processi di pensiero confusi, sconnessi, disorganizzati. 5) SENTIMENTI DI COLPA= biasimo di se stessi, vergogna, rimorso per il comportamento passato. 6) TENSIONE= manifestazioni fisiche e motorie di nervosismo, iper-attivazione. 7) MANIERISMI E POSTURA= comportamento motorio innaturale, particolare, bizzarro (esclusi i tic). 8) GRANDIOSITA’= opinione di sé esagerata, arroganza, convinzione di poteri o abilità straordinari. 9) UMORE DEPRESSO= dolore, tristezza, disappunto, pessimismo. 10) OSTILITA’= animosità, ira, belligeranza, sdegno per gli altri. 11) SOSPETTOSITA’= sfiducia,credenza che gli altri agiscano malvagiamente o con intento discriminatorio. 12) COMPORTAMENTO ALLUCINATORIO= percezione senza la normale corrispondenza con lo stimolo esterno. 13) RALLENTAMENTO MOTORIO= movimento o eloquio rallentato ed indebolito, riduzione del tono corporeo. 14) ASSENZA DI COOPERAZIONE= resistenza, chiusura, rigetto dell’autorità. 15) CONTENUTI DI PENSIERO INUSUALI= contenuto del pensiero inusuale, strano, particolare, bizzarro. 16) APPIATTIMENTO AFFETTIVO= tono emotivo ridotto, riduzione della normale intensità dei sentimenti. 17) ECCITAMENTO= tono emotivo innalzato, agitazione, reattività aumentata. 18) DISORIENTAMENTO= confusione o mancanza di associazioni appropriate alla persona, al luogo o al tempo. (Overall J, Gorham D: Brief Psychiatric Rating Scale. Psychol Reports, 1962; 10: 799-812.) (Roncone R, Ventura J, et al.: Reliability of an Italian standardized and expanded Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS 4.0) in raters with high vs. low clinical experience. Acta Psychiatr Scand 1999 Sep;100(3):229-36.) Scheda di valutazione sociale Situazione economico finanziaria 1. 2. ? completamente autosufficiente ? necessita aiuto da parte dei parenti Situazione abitativa 1. ? alloggio idoneo 2. ? mancanza di alcuni servizi all’interno 28 3. 4. 5. ? necessita di aiuto da parte di conoscenti ? precarietà economica ? povertà Contatto sociale 1. 2. 3. 4. 5. ? ? ? ? ? attivo autonomo senza limitazioni autonomo nell’ambito del quartiere o paese limitato al vicinato limitato alla famiglia ed alla residenza isolamento sociale dell’alloggio 3. ? barriere architettoniche che impediscono l’ingresso al domicilio 4. ? senza casa Situazione familiare 1. ? famiglia collaborante ed in grado di fornire assistenza 2. ? famiglia che necessita di aiuto 3. ? famiglia incapace o non collaborante 4. ? senza famiglia ed amici PUNTEGGIO TOTALE:_______________________________ 29