LA PAROLA AI GRUPPI 39 Collegio Pennisi, centro di rilievo internazionale elle mie azioni in seno al Consiglio Provinciale, da sempre mi sono fatto interprete delle esigenze della collettività acese, tra tutte queste, mi sta particolarmente a cuore, la realizzazione di un centro culturale di rilevanza internazionale da realizzarsi nella storica struttura dei Padri Gesuiti che, nel tempo, è stata sede di importanti istituzioni religiose, civili e scolastiche. La vicinanza del mare, la ricca vegetazione, il profumo della zagara, il clima fra i più dolci d’Italia, ne fecero un luogo ricercato e piacevole, una pietra preziosa di cultura in seno alla Nostra Terra di Aci così come di essa nelle sue “Primavere Elleniche” il Carducci descrive : “Sai tu l’isola bella, a le cui rive Manda il Jonio i fragranti ultimi baci, nel cui sereno mar Galatea vive e su monti Aci?…” L’idea di costituire un collegio scuola, si deve al sacerdote Giuseppe Carpinato appartenente ad una nobile e ricca famiglia acese, il quale donò parte del terreno e dei fondi; ma, a seguito di un Decreto Regio del periodo di Garibaldi, i gesuiti, non avevano titolo giuridico per accedere alla donazione e proprio per questo motivo che, il collegio, viene costruito sotto la presidenza del Barone Agostino Pennisi di Floristella e l’incarico dei lavori del progetto venne affidato Arch. Cav. Carmelo Sciuto di Catania; per tale opera di dedizione e di generoso affetto dimostrato ai gesuiti, al Collegio fu dato il nome “Pennisi”. Solo in secondo momento il Barone, fece donazione di tutta la proprietà al collegio S. Luigi Birkir Kara di Malta, siamo negli anni in cui la scuola viveva i suoi anni di massimo splendore, ma furono anche gli anni della guerra, fu allora che per sfuggire agli inglesi il collegio S. Luigi Birkir Kara di Malta fece donazione del Collegio alla Provincia di Sicilia “ Casa della Compagnia di Gesù”, così che, il collegio divenne un collegio Italiano. All’origine la costruzione del collegio era meno maestosa di quella originale, il grande cortile, non esisteva, ma vi erano delle costruzioni, che nel tempo sono state acquistate e successivamente demolite per fare spazio al grande cortile centrale. Al collegio, si accedeva da un portone, ora secondario, che da “Vico Bella” ancora in parte esistente, costeggiava tutte queste case, per arrivare su di una piccola strada, “Vico Rosa”. Il Collegio iniziò a funzionare nel 1888, con soli 17 alunni, ma sin dalla sua nascita, si conformò come scuola della nobiltà; infatti gli studenti appartenevano alla più alta nobiltà del tempo. Il collegio, nel suo interno era autosufficiente , per ogni esigenza, vi era il mulino, il pastificio, il panificio, la lavanderia, il barbiere, il medico, nella persona del Dott. Scionti di Acireale, Chirurgo presso l’ospedale S. Marta e S. Venera di Acireale. Esso si ergeva su di una struttura gerarchica ben definita, vi era il Rettore, capo della scuola il quale curava i rapporti con le autorità; il Ministro o Preside, a sua volta coadiuvato dai Prefetti e da vice Prefetti, con i quali gestiva la disciplina della scuola. All’interno del collegio, vigeva una disciplina ferrea, con una struttura militare; tutti gli studenti, indossavano la divisa, costituita da completo blu in doppio petto con i bottoni dorati con lo stemma del N “Il Collegio Pennisi, diretto dai Padri Gesuiti intendeva dare ai suoi alunni una solida formazione, mirava a formare gli alunni nel pensiero, come nella loro sensibilità e cultura, tenendo a fare di essi uomini fermi nelle convinzioni e nobili negli ideali” collegio , camicia bianca, cravatta azzurra, scarpe e calze nere; non erano ammessi altri abbigliamenti; ogni giorno i ragazzi dopo lo studio venivano condotti fuori per una passeggiata; in un ordine ben definito, si schieravano nel corridoio, in fila per due, per scendere nel cortile, dal quale si accedeva dalle scale laterali, per non calpestare lo stemma del collegio, “ L’Aquila con la penna in bocca” che si trova ancora oggi ai piedi della grande scalinata. Nell’atrio, in silenzio, con movimenti stabiliti, in fila per tre, si usciva, la gente si affacciava ai balconi per vedere passare gli studenti del collegio Pennisi; le strade da percorrere, sempre sotto sorveglianza del vice ministro, erano ben definite e i capo fila la conoscevano bene, via Dafnica, via Davì, via Roma, dove in piazza Roma, per 15/20 minuti, si scioglievano le file e solo i liceali potevano fumare una sigaretta, dopo si riprendeva la passeggiata, via Regina Margherita, si entrava nella Villa Belvedere, si usciva senza fermarsi in piazza Indirizzo, Corso Umberto, via Cavur, via S. Carlo, fino al collegio. Il collegio, possedeva, ampie sale di studio, una ricca Biblioteca di consultazione per gli studenti, e varie biblioteche di classe, gabinetti di fisica, chimica e storia naturale, una sala teatro, una luminosa palestra coperta attrezzata, una sala da scherma, un maneggio per l’equitazione, una pista da pattinaggio e per le gare di bicicletta, un campo da tennis, pallavolo e di calcio, di cui uno regolamentare per incontri di qualifica; inoltre possedeva un rinomato Osservatorio meteorologico-sismico, che, divenne corrispondente dell’ufficio meteorologico centrale di Roma. Inoltre il collegio, pubblicava una sua rivista << Il Pennisi>>, bimestrale di informazione affinchè si potesse seguire la vita dell’istituto nelle sue manifestazioni e attività scolastiche, religiose e sportive. Esso fu un centro rinomato di cultura non solo acese, ma di tutta la nazione Italiana, fu protagonista di eventi storici e culturali, infatti per il 50° anniversario della sua fondazione, ospite d’onore, fu S.A.R. il Principe Ereditario Umberto di Savoia; e negli anni della Repubblica Italiana, L’On Mario Scelba appuntò sulla bandiera del Collegio, la medaglia d’oro assegnata all’Istituto per i suoi meriti scolastici dal Presidente della Repubblica Italiana. Il progetto che si vuole oggi realizzare, l’acquisto da parte della Provincia di Catania del collegio Pennisi, è sicuramente ambizioso, ma di grande respiro, per una città come Acireale, che non si è vista mai mancare in più occasioni, l’affetto del Presidente della Provincia Regionale di Ct On. Nello Musumeci, ed è con viva commozione, ma soprattutto per l’amore che nutro per una città che mi ha visto felice negli anni della mia spensieratezza di giovane studente, che ora in veste di rappresentante del collegio di Acireale alla Provincia Regionale di Catania, desidero che tutto ciò venga ripreso e valorizzato come ad esso compete, affinchè possa essere un volano di cultura per tutto il mediterraneo e un richiamo turistico a livello internazionale. Martino Orazio Ferro Forza Italia 40 LA PAROLA AI GRUPPI Opposizione responsabile e propositiva l dibattito in aula sulla relazione “biennale” del Presidente della Provincia di Catania on.le Musumeci, ha finalmente consentito al centrodestra di buttare la maschera. Del resto carnevale è finito da poco. Lo stesso Musumeci, senza mezzi termini, ha preso atto della inesistenza di una maggioranza di centrodestra in Consiglio Provinciale. Dichiarare di “ avere sin qui lavorato da solo “, nonostante circa 35 consiglieri su 45 appartengano alle forze di centrodestra, è la attestazione di una evidente sconfitta politica del centrodestra. Sconfitta politica che però, non può essere riferita alla sola rappresentanza consiliare di Forza Italia, Alleanza Nazionale e C.C.D. , ma che va estesa allo stesso Presidente e alla Sua amministrazione, composta e modellata sulla base del “manuale cencelli”, sulla scorta delle posizioni di forza dei partiti di centrodestra nel Consiglio Provinciale. Dunque, quanto dal centrosinistra dichiarato in questi anni, viene finalmente ammesso dal Presidente della Provincia. Del resto, il merito dello stesso dibattito consiliare sullo stato di attuazione del programma, ha dimostrato come le iniziative più qualificanti avviate dalla Provincia, non siano state proposte dal centrodestra, ma avviate invece dal centrosinistra, attraverso una forte, convinta e responsabile azione di indirizzo politico, posta in essere, in un contesto istituzionale nel quale si rendeva necessario sopperire alla assenza di idee e di programmi di una Giunta e di una maggioranza consiliare che sempre più è andata somigliando ad una “armata brancaleone”. Paese Albergo, la pianta organica, l’acquisto del complesso immobiliare di via nuovaluce, sono punti programmatici ascrivibili alla proposta politica del centrosinistra e non già del centrodestra. Come non ricordare la proposta del Presidente finalizzata alla contrazione di un mutuo di 145 miliardi per la costruzione del I nuovo palazzo della Provincia a Librino e il necessario dietrofront a seguito della più ragionevole e vantaggiosa proposta del centrosinistra di procedere all’acquisto nel quadro della procedura fallimentare allora in corso, del complesso immobiliare di via nuovaluce. Come non ricordare, la presenza sistematica in aula dei consiglieri di centrosinistra, che ha consentito la approvazione di bilanci e piani triennali delle opere pubbliche, necessari alla definizione degli interventi oggi vantati da Musumeci come un successo. Abbia, il Presidente Musumeci, il coraggio di ammettere, che senza una opposizione responsabile e propositiva, che si è sostituita a una maggioranza litigiosa e assente, non gli sarebbe stato possibile governare l’ente. Rivendichiamo con forza il nostro senso delle istituzioni. Lo abbiamo fatto non certo per fare un favore al Presidente della Provincia, quanto piuttosto, per farci carico della necessità di assecondare i bisogni dei cittadini che compongono la comunità che amministriamo. E lo abbiamo fatto, con la consapevolezza di chi prima di tutto ha a cuore i problemi reali del territorio. Strade, scuole, parchi, interventi nel sociale, sostegno allo sviluppo, hanno rappresentato le linee guida della iniziativa politica del centrosinistra alla Provincia Regionale di Catania. Senza il costante e responsabile impegno quotidiano dei Consiglieri Provinciali del centrosinistra, la Provincia Regionale di Catania sarebbe stata un ente caotico , impossibilitato ad attuare anche i più elementari interventi assegnati dal legislatore all’ente intermedio. Non ci pentiamo di esserci sostituiti a chi aveva il compito di programmare e pianificare. Siamo orgogliosi di aver governato, seppur dall’opposizione, importantissimi processi di vitale importanza per lo sviluppo della Provincia di Catania. Peccato che il Presidente Musumeci faccia finta di non accorgersene. Fabio Roccuzzo Capogruppo Democratici di Sinistra 41 Cine Metropol, quale futuro? D ue edifici di importanza strategica per la città di Caltagirone sono tra le priorità dell'amministrazione provinciale: l'ex cine-teatro Metropol e l'ex caserma dei carabinieri. Per il primo edificio, situato nel polmone commerciale della città , la giunta ha dato incarico agli uffici per redigere un progetto di manutenzione straordinaria finalizzato praticamente esclusivamente a ripristinare il preesistente, per il secondo, usufruendo della legge 433, tramite il genio civile è in fase di completamento il restauro finalizzato al ripristino della destinazione d'uso, cioè caserma dei carabinieri. Ma gli anni passano e cambiano le esigenze: così i carabinieri paiono essersi sistemati per benino e non vorrebbero cambiare sede, e quindi si porrebbe il problema di cosa fare dell'edificio in questione; il ripristino della sola funzione di cinema e teatro per il Metropol sarebbe limitativo davvero rispetto alle accresciute esigenze della comunità nel settore specifico. Di tutto ciò si è discusso in una tavola rotonda giorno 10 dicembre 2001, presso l'hotel villa San Mauro a Caltagirone, organizzata dal gruppo consiliare alla provincia del PPI. Presenti le associazioni del calatino la discussione ha avuto interventi qualificati ed attenti che hanno permesso di evidenziare in sintesi come l'edificio dell'ex caserma dei carabinieri oggi si presterebbe senz'altro, ponendosi tra il poggio e l'ingresso sud della meravigliosa villa comunale, ad un uso ad indirizzo ambientalistico, per esempio sede universitaria della laurea in produzioni vegetali o architetture dell'ambiente. Per quanto riguarda il Metropol è stata opinione diffusa la necessità di fare sorgere una struttura multi-valente adatta a soddisfare le molteplici esigenze della comunità in tema di spettacoli ed arte. Così potrebbe essere auspicabile che al suo interno potessero sorgere, oltre alla sala di circa mille posti a sedere, indispensabile per tutto il calatino, una sezione dedicata alla musica, una sala di incisione, una scuola di teatro, collaborazioni con università dello spettacolo... E' chiaro che per la diversità delle attività da ospitare e per la centralità urbanistica dell'edificio il discorso diventa complesso. Di tutto ciò ha preso atto l'assessore Oliva che ha dimostrato di volere recepire le istanze per soddisfare le esigenze della comunità. Mi sono fatto carico di organizzare e moderare l'incontro per il desiderio di riuscire insieme alla città a meglio definire l'utilizzazione di questi due importanti edifici; alla fine mi permetto di esporre la mia opinione: 1. sono d'accordo con quanto emerso per la destinazione dell'edificio dell'excaserma dei carabinieri, convinto che individuando come destinazione la sede dell'università di agraria (produzioni vegetali) chiuderemmo un anello tra due importanti siti verdi della città: poggio S. Bonaventura e la Villa comunale; 2. per la complessità dell'operazione sul cine teatro Metropol, in relazione alla centralissima ubicazione e alle diverse funzioni assorbibili proporrei senza remore di avviare le procedure per un concorso internazionale di architettura coinvolgendo gli studi più prestigiosi italiani ed esteri, mettendo insieme risorse molteplici per regalare alla nostra città una struttura unica nel suo genere e nella sua fattura, un'opera d'arte in sintesi. Luigi Failla Capogruppo Partito Popolare Italiano