Collegio Pennisi, centro di rilievo internazionale

LA PAROLA AI GRUPPI
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Collegio Pennisi, centro
di rilievo internazionale
elle mie azioni in seno al
Consiglio Provinciale, da sempre
mi sono fatto interprete delle esigenze della collettività acese, tra
tutte queste, mi sta particolarmente a cuore, la realizzazione di un centro culturale di
rilevanza internazionale da realizzarsi nella storica struttura dei Padri Gesuiti che, nel tempo, è stata sede di
importanti istituzioni religiose, civili e scolastiche. La
vicinanza del mare, la ricca vegetazione, il profumo
della zagara, il clima fra i più dolci d’Italia, ne fecero un
luogo ricercato e piacevole, una pietra preziosa di cultura in seno alla Nostra Terra di Aci così come di essa
nelle sue “Primavere Elleniche” il Carducci descrive :
“Sai tu l’isola bella, a le cui rive Manda il Jonio i fragranti
ultimi baci, nel cui sereno mar Galatea vive e su monti
Aci?…” L’idea di costituire un collegio scuola, si deve al
sacerdote Giuseppe Carpinato appartenente ad una
nobile e ricca famiglia acese, il quale donò parte del terreno e dei fondi; ma, a seguito di un Decreto Regio del
periodo di Garibaldi, i gesuiti, non avevano titolo giuridico per accedere alla donazione e proprio per questo
motivo che, il collegio, viene costruito sotto la presidenza del Barone Agostino Pennisi di Floristella e l’incarico dei lavori del progetto venne affidato Arch. Cav.
Carmelo Sciuto di Catania; per tale opera di dedizione e
di generoso affetto dimostrato ai gesuiti, al Collegio fu
dato il nome “Pennisi”. Solo in secondo momento il
Barone, fece donazione di tutta la proprietà al collegio
S. Luigi Birkir Kara di Malta, siamo negli anni in cui la
scuola viveva i suoi anni di massimo splendore, ma
furono anche gli anni della guerra, fu allora che per
sfuggire agli inglesi il collegio S. Luigi Birkir Kara di
Malta fece donazione del Collegio alla Provincia di
Sicilia “ Casa della Compagnia di Gesù”, così che, il
collegio divenne un collegio Italiano. All’origine la
costruzione del collegio era meno maestosa di quella
originale, il grande cortile, non esisteva, ma vi erano
delle costruzioni, che nel tempo sono state acquistate e
successivamente demolite per fare spazio al grande cortile centrale. Al collegio, si accedeva da un portone, ora
secondario, che da “Vico Bella” ancora in parte esistente, costeggiava tutte queste case, per arrivare su di
una piccola strada, “Vico Rosa”. Il Collegio iniziò a funzionare nel 1888, con soli 17 alunni, ma sin dalla sua
nascita, si conformò come scuola della nobiltà; infatti
gli studenti appartenevano alla più alta nobiltà del
tempo. Il collegio, nel suo interno era autosufficiente ,
per ogni esigenza, vi era il mulino, il pastificio, il panificio, la lavanderia, il barbiere, il medico, nella persona
del Dott. Scionti di Acireale, Chirurgo presso l’ospedale
S. Marta e S. Venera di Acireale. Esso si ergeva su di una
struttura gerarchica ben definita, vi era il Rettore, capo
della scuola il quale curava i rapporti con le autorità; il
Ministro o Preside, a sua volta coadiuvato dai Prefetti e
da vice Prefetti, con i quali gestiva la disciplina della
scuola. All’interno del collegio, vigeva una disciplina
ferrea, con una struttura militare; tutti gli studenti,
indossavano la divisa, costituita da completo blu in
doppio petto con i bottoni dorati con lo stemma del
N
“Il Collegio
Pennisi,
diretto dai
Padri Gesuiti
intendeva
dare ai suoi
alunni
una solida
formazione,
mirava a
formare gli
alunni nel
pensiero,
come nella
loro sensibilità
e cultura,
tenendo a fare
di essi uomini
fermi nelle
convinzioni
e nobili
negli ideali”
collegio , camicia bianca, cravatta azzurra, scarpe e
calze nere; non erano ammessi altri abbigliamenti; ogni
giorno i ragazzi dopo lo studio venivano condotti fuori
per una passeggiata; in un ordine ben definito, si schieravano nel corridoio, in fila per due, per scendere nel
cortile, dal quale si accedeva dalle scale laterali, per non
calpestare lo stemma del collegio, “ L’Aquila con la
penna in bocca” che si trova ancora oggi ai piedi della
grande scalinata. Nell’atrio, in silenzio, con movimenti
stabiliti, in fila per tre, si usciva, la gente si affacciava ai
balconi per vedere passare gli studenti del collegio
Pennisi; le strade da percorrere, sempre sotto sorveglianza del vice ministro, erano ben definite e i capo fila
la conoscevano bene, via Dafnica, via Davì, via Roma,
dove in piazza Roma, per 15/20 minuti, si scioglievano
le file e solo i liceali potevano fumare una sigaretta,
dopo si riprendeva la passeggiata, via Regina
Margherita, si entrava nella Villa Belvedere, si usciva
senza fermarsi in piazza Indirizzo, Corso Umberto, via
Cavur, via S. Carlo, fino al collegio. Il collegio, possedeva, ampie sale di studio, una ricca Biblioteca di consultazione per gli studenti, e varie biblioteche di classe,
gabinetti di fisica, chimica e storia naturale, una sala
teatro, una luminosa palestra coperta attrezzata, una
sala da scherma, un maneggio per l’equitazione, una
pista da pattinaggio e per le gare di bicicletta, un campo
da tennis, pallavolo e di calcio, di cui uno regolamentare per incontri di qualifica; inoltre possedeva un rinomato Osservatorio meteorologico-sismico, che, divenne
corrispondente dell’ufficio meteorologico centrale di
Roma. Inoltre il collegio, pubblicava una sua rivista << Il
Pennisi>>, bimestrale di informazione affinchè si potesse seguire la vita dell’istituto nelle sue manifestazioni e
attività scolastiche, religiose e sportive. Esso fu un centro rinomato di cultura non solo acese, ma di tutta la
nazione Italiana, fu protagonista di eventi storici e culturali, infatti per il 50° anniversario della sua fondazione, ospite d’onore, fu S.A.R. il Principe Ereditario
Umberto di Savoia; e negli anni della Repubblica
Italiana, L’On Mario Scelba appuntò sulla bandiera del
Collegio, la medaglia d’oro assegnata all’Istituto per i
suoi meriti scolastici dal Presidente della Repubblica
Italiana. Il progetto che si vuole oggi realizzare, l’acquisto da parte della Provincia di Catania del collegio
Pennisi, è sicuramente ambizioso, ma di grande respiro,
per una città come Acireale, che non si è vista mai mancare in più occasioni, l’affetto del Presidente della
Provincia Regionale di Ct On. Nello Musumeci, ed è
con viva commozione, ma soprattutto per l’amore che
nutro per una città che mi ha visto felice negli anni della
mia spensieratezza di giovane studente, che ora in veste
di rappresentante del collegio di Acireale alla Provincia
Regionale di Catania, desidero che tutto ciò venga ripreso e valorizzato come ad esso compete, affinchè possa
essere un volano di cultura per tutto il mediterraneo e
un richiamo turistico a livello internazionale.
Martino Orazio Ferro
Forza Italia
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LA PAROLA AI GRUPPI
Opposizione
responsabile e propositiva
l dibattito in aula sulla relazione
“biennale” del Presidente della
Provincia di Catania on.le
Musumeci, ha finalmente consentito al centrodestra di buttare
la maschera. Del resto carnevale è finito da
poco.
Lo stesso Musumeci, senza mezzi termini, ha preso atto della inesistenza di una maggioranza di centrodestra in Consiglio
Provinciale.
Dichiarare di “ avere sin qui lavorato da
solo “, nonostante circa 35 consiglieri su 45
appartengano alle forze di centrodestra, è la
attestazione di una evidente sconfitta politica
del centrodestra.
Sconfitta politica che però, non può
essere riferita alla sola rappresentanza consiliare di Forza Italia, Alleanza Nazionale e C.C.D.
, ma che va estesa allo stesso Presidente e alla
Sua amministrazione, composta e modellata
sulla base del “manuale cencelli”, sulla scorta
delle posizioni di forza dei partiti di centrodestra nel Consiglio Provinciale.
Dunque, quanto dal centrosinistra
dichiarato in questi anni, viene finalmente
ammesso dal Presidente della Provincia.
Del resto, il merito dello stesso dibattito
consiliare sullo stato di attuazione del programma, ha dimostrato come le iniziative più
qualificanti avviate dalla Provincia, non siano
state proposte dal centrodestra, ma avviate
invece dal centrosinistra, attraverso una forte,
convinta e responsabile azione di indirizzo
politico, posta in essere, in un contesto istituzionale nel quale si rendeva necessario sopperire alla assenza di idee e di programmi di una
Giunta e di una maggioranza consiliare che
sempre più è andata somigliando ad una
“armata brancaleone”.
Paese Albergo, la pianta organica, l’acquisto del complesso immobiliare di via nuovaluce, sono punti programmatici ascrivibili
alla proposta politica del centrosinistra e non
già del centrodestra.
Come non ricordare la proposta del
Presidente finalizzata alla contrazione di un
mutuo di 145 miliardi per la costruzione del
I
nuovo palazzo della Provincia a Librino e il
necessario dietrofront a seguito della più ragionevole e vantaggiosa proposta del centrosinistra di procedere all’acquisto nel quadro della
procedura fallimentare allora in corso, del
complesso immobiliare di via nuovaluce.
Come non ricordare, la presenza sistematica in aula dei consiglieri di centrosinistra,
che ha consentito la approvazione di bilanci e
piani triennali delle opere pubbliche, necessari
alla definizione degli interventi oggi vantati da
Musumeci come un successo.
Abbia, il Presidente Musumeci, il coraggio di ammettere, che senza una opposizione
responsabile e propositiva, che si è sostituita a
una maggioranza litigiosa e assente, non gli
sarebbe stato possibile governare l’ente.
Rivendichiamo con forza il nostro senso
delle istituzioni. Lo abbiamo fatto non certo
per fare un favore al Presidente della Provincia,
quanto piuttosto, per farci carico della necessità di assecondare i bisogni dei cittadini che
compongono la comunità che amministriamo.
E lo abbiamo fatto, con la consapevolezza di chi prima di tutto ha a cuore i problemi
reali del territorio. Strade, scuole, parchi, interventi nel sociale, sostegno allo sviluppo,
hanno rappresentato le linee guida della iniziativa politica del centrosinistra alla Provincia
Regionale di Catania.
Senza il costante e responsabile impegno
quotidiano dei Consiglieri Provinciali del centrosinistra, la Provincia Regionale di Catania
sarebbe stata un ente caotico , impossibilitato
ad attuare anche i più elementari interventi
assegnati dal legislatore all’ente intermedio.
Non ci pentiamo di esserci sostituiti a chi
aveva il compito di programmare e pianificare.
Siamo orgogliosi di aver governato, seppur dall’opposizione, importantissimi processi di vitale importanza per lo sviluppo della Provincia di
Catania. Peccato che il Presidente Musumeci
faccia finta di non accorgersene.
Fabio Roccuzzo
Capogruppo Democratici di Sinistra
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Cine Metropol,
quale futuro?
D
ue edifici di importanza
strategica per la città di
Caltagirone sono tra le
priorità dell'amministrazione provinciale: l'ex
cine-teatro Metropol e l'ex caserma dei
carabinieri. Per il primo edificio, situato nel
polmone commerciale della città , la giunta
ha dato incarico agli uffici per redigere un
progetto di manutenzione straordinaria finalizzato praticamente esclusivamente a ripristinare il preesistente, per il secondo, usufruendo della legge 433, tramite il genio
civile è in fase di completamento il restauro
finalizzato al ripristino della destinazione
d'uso, cioè caserma dei carabinieri.
Ma gli anni passano e cambiano le esigenze: così i carabinieri paiono essersi sistemati per benino e non vorrebbero cambiare
sede, e quindi si porrebbe il problema di
cosa fare dell'edificio in questione; il ripristino della sola funzione di cinema e teatro
per il Metropol sarebbe limitativo davvero
rispetto alle accresciute esigenze della
comunità nel settore specifico.
Di tutto ciò si è discusso in una tavola rotonda giorno 10 dicembre 2001, presso
l'hotel villa San Mauro a Caltagirone, organizzata dal gruppo consiliare alla provincia
del PPI. Presenti le associazioni del calatino
la discussione ha avuto interventi qualificati ed attenti che hanno permesso di evidenziare in sintesi come l'edificio dell'ex caserma dei carabinieri oggi si presterebbe senz'altro, ponendosi tra il poggio e l'ingresso
sud della meravigliosa villa comunale, ad un
uso ad indirizzo ambientalistico, per esempio sede universitaria della laurea in produzioni vegetali o architetture dell'ambiente.
Per quanto riguarda il Metropol è stata
opinione diffusa la necessità di fare sorgere
una struttura multi-valente adatta a soddisfare le molteplici esigenze della comunità
in tema di spettacoli ed arte. Così potrebbe
essere auspicabile che al suo interno potessero sorgere, oltre alla sala di circa mille
posti a sedere, indispensabile per tutto il
calatino, una sezione dedicata alla musica,
una sala di incisione, una scuola di teatro,
collaborazioni con università dello spettacolo...
E' chiaro che per la diversità delle attività da ospitare e per la centralità urbanistica dell'edificio il discorso diventa complesso.
Di tutto ciò ha preso atto l'assessore
Oliva che ha dimostrato di volere recepire le
istanze per soddisfare le esigenze della
comunità.
Mi sono fatto carico di organizzare e
moderare l'incontro per il desiderio di riuscire insieme alla città a meglio definire l'utilizzazione di questi due importanti edifici;
alla fine mi permetto di esporre la mia opinione:
1. sono d'accordo con quanto emerso
per la destinazione dell'edificio dell'excaserma dei carabinieri, convinto che individuando come destinazione la sede dell'università di agraria (produzioni vegetali) chiuderemmo un anello tra due importanti siti
verdi della città: poggio S. Bonaventura e la
Villa comunale;
2. per la complessità dell'operazione
sul cine teatro Metropol, in relazione alla
centralissima ubicazione e alle diverse funzioni assorbibili proporrei senza remore di
avviare le procedure per un concorso internazionale di architettura coinvolgendo gli
studi più prestigiosi italiani ed esteri, mettendo insieme risorse molteplici per regalare
alla nostra città una struttura unica nel suo
genere e nella sua fattura, un'opera d'arte in
sintesi.
Luigi Failla
Capogruppo Partito Popolare Italiano