relazione

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“COLORIAMO LA NOSTRA TAVOLA”
L’approccio operativo per indirizzare il comportamento alimentare nell’infanzia
Alessandra Fabbri, Maurizio Rosi, Alessandra Palomba
Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione- AUSL di Reggio Emilia
INTRODUZIONE
Fra gli elementi indagati dal piano di sorveglianza nutrizionale della regione Emilia
Romagna(1,18), la conoscenza infantile di quali alimenti facciano bene o male alla salute ha
destato sorpresa: i bambini sanno perfettamente che acqua, frutta e verdura sono indispensabili
mentre deve essere limitato il consumo di dolciumi, bibite, snacks….. Di conseguenza, gli
interventi di promozione della salute rischiano di essere perfettamente inutili se basati solo
Grafico 1 e 2
sull’informazione.
Tuttavia, a tanta conoscenza non corrisponde un comportamento adeguato, come si evince dai
dati inerenti “ le frequenze consumo” (1,18), da cui si rilevano gli errori più comuni:
prima colazione scarsa o assente
spuntini assenti o a base di alimenti a ridotto valore nutritivo
consumo scarso o nullo di verdure e frutta
eccessivo consumo di salumi, cioccolata, barrette, patatine fritte, caramelle e altri dolci
confezionati, bevande gassate e zuccherate
spazio eccessivo al fast food all'americana, ricco di alimenti ad elevato contenuto in calorie,
grassi saturi, sale e zuccheri semplici e poveri in fibra e vitamine.
Come intervenire in modo più efficace sul comportamento?
Nel nostro studio (1) si domanda ai bambini quali possano essere le tecniche più gradite per
affrontare il tema della nutrizione. Le risposte suggeriscono metodi di coinvolgimento attivo con
visite guidate a fattorie e stabilimenti di produzione, didattica in cucina oppure utilizzo di
programmi televisivi ai quali viene riservato particolare interesse. Ancora una volta dunque
possiamo riscontrare che la dimensione comunicativa in cui i bambini vorrebbero collocarsi non
è tanto quella della conoscenza teorica, del “sapere fine a se stesso”, quanto quella del “saper
fare” , vorrebbero cioè essere coinvolti in un percorso di apprendimento con ruolo di soggetti
attivi, per quanto guidati nel proprio agire.
Sorprendente è il gradimento mostrato nel considerare la Nutrizione come materia di
insegnamento, quindi come parte integrante dei programmi didattici; scarso è invece l’interesse
nei confronti del materiale informativo, che in larga misura viene invece prodotto da coloro che
si occupano di educazione alimentare.
Proseguendo nell’analisi delle risposte al questionario(1), emerge una dicotomia tipica del
Grafico 3
consumatore:
- i bambini relegano la pubblicità fra i fattori meno influenti e le loro scelte alimentari sono
indirizzate nella quasi totalità dai genitori;
- i genitori dichiarano che le richieste di acquisto dei bambini sono motivate prevalentemente
dalla pubblicità.
Questa condizione si può spiegare con due ipotesi :
- i bambini tengono le distanze dalla pubblicità, quasi consapevoli del suo potenziale
intrinseco di “ingannevolezza“;
- il messaggio pubblicitario è un elemento tanto consueto nella giornata dei bambini da non
essere percepito, ma solo agito.(7,10)
D’altra parte , dallo studio delle strategie comunicative utilizzate nel marketing commerciale ci si
accorge che già da tempo i pubblicitari hanno focalizzato la regola “informa il bambino, se vuoi
arrivare alla mamma”, regola che può benissimo essere trasportata nel mondo del marketing
sociale per la promozione della salute (12,14).
Da recenti indagini (16) emerge che più di un quarto della pubblicità televisiva riguarda gli
alimenti e che è trasmessa soprattutto nella fascia oraria dedicata ai bambini. Facendo
un’estrapolazione da dati pubblicati, considerando un’esposizione giornaliera di due ore, si
raggiunge nelle reti private il numero di 500 spot alimentari in un periodo di 4 settimane e 5.500
in un anno. Questi messaggi pubblicitari riguardano essenzialmente prodotti dolciari da forno,
cereali zuccherati, bevande zuccherate, dolciumi e prodotti di fastfood, alimenti che in sé non
vanno criminalizzati, ma che assunti in eccesso, rendono fortemente sbilanciato qualsiasi regime
alimentare. Anche il nostro studio (1) conferma l’ipotesi che il rischio obesità aumenti col
numero delle ore passate davanti alla TV ( 15,9).
Grafico 4
Considerata l’efficacia della pubblicità televisiva sulle scelte alimentari (17,2) si sono analizzati
gli elementi principali su cui si fonda il messaggio: ottimismo, brevità, ripetizione dello spot,
altissima definizione di immagine, utilizzo mirato della musica attraverso la creazione di jingles e
slogans che finiscono per far parte del linguaggio e delle altre modalità espressive del bambino.
Queste caratteristiche della pubblicità (6), meglio definite come pensiero positivo e
riproducibilità, sono quelle a cui si dovrebbe attingere per rendere più efficace il marketing
sociale per la promozione della salute nei bambini: a queste ci siamo ispirati per realizzare il
progetto “Coloriamo la nostra tavola” .
LA NOSTRA ESPERIENZA: COLORIAMO LA NOSTRA TAVOLA
Col progetto “Coloriamo la nostra tavola” si vuole favorire la conoscenza, l'esperienza gustativa
e l'aumento del consumo di frutta e verdura, cercando di modificare l’atteggiamento dei bambini
di fronte a cibi notoriamente poco graditi, coinvolgendo gli alunni in un percorso didattico
conoscitivo ed esperienziale che gradualmente tende a trasformare il rifiuto in apprezzamento .
L'OMS ha infatti individuato nel consumo regolare e giornaliero di 5 porzioni di frutta e verdura,
uno dei fattori per ridurre l'incidenza delle malattie del benessere. Anche in Italia, dove il
consumo di vegetali fa parte integrante della dieta tradizionale, il consumo di frutta e verdura
tende a diminuire. Questa nuova abitudine alimentare è diffusa nella popolazione generale, e
nella popolazione infantile assume le caratteristiche di reale problema nutrizionale.
L’infanzia è tuttavia il luogo in cui le sollecitazioni più varie hanno la possibilità di essere accolte
con entusiasmo, vitalità e semplicità. Contribuire ad un cambiamento positivo degli stili di vita
significa interagire con la creatività dei bambini, spesso raggiungendo obiettivi inaspettati.
Il percorso è inserito a pieno titolo nel programma didattico della scuola e prevede momenti di
approfondimento conoscitivo (gustativo, tattile, visivo, olfattivo ) e nutrizionale dei vari prodotti
ortofrutticoli, con possibilità di affrontare il tema anche attraverso un approccio storico,
linguistico, letterario, antropologico, di educazione all'immagine e alle attività espressive. Ad
ogni insegnante, infatti, si propone di affrontare il tema frutta e verdura all'interno del programma
della propria area didattica, fissando un calendario preciso degli interventi protratti nell'arco di
una settimana di ogni mese dell'anno scolastico. La stimolazione di comportamenti alimentari
positivi, tra cui il consumo di prodotti ortofrutticoli, può avvenire solo attraverso un
coinvolgimento attivo e ludico, continuativo, rafforzato nel corso dell’anno scolastico, condiviso
all’interno della classe, delle famiglie e dell’intero istituto. In questo contesto si inserisce il gioco
quale strumento di apprendimento all’interno dei percorsi didattici tradizionali: utilizzando infatti
un metodo fortemente interattivo ed operativo che coinvolge direttamente più attori di
professionalità diversa (insegnanti, alunni, genitori, cuochi, studenti scuola alberghiera, medici
nutrizionisti) si offre ai bambini la possibilità di valutare i prodotti ortofrutticoli da diverse
prospettive che coinvolgono trasversalmente le varie aree disciplinari, sollecitando e sviluppando
alcune potenzialità dell’infanzia, quali la capacità di investigazione, di osservazione, di
rielaborazione, nonché il rispetto di sé e dell’altro (attraverso il gioco di gruppo) e il rispetto della
natura e dei suoi prodotti.
I bambini vengono suddivisi in gruppi; la frutta e la verdura sono ripartite secondo 5 colori, ogni
bambino si impegna a mangiare il maggior quantitativo di frutta e verdura nei differenti colori ; è
premiato il gruppo che, alla fine dell’anno scolastico e a conclusione delle sei settimane di
rilevazione, consuma il maggior numero e varietà di prodotti. Ai vincitori viene consegnato un ''
attestato'' e una penna biro con inchiostro al colore e al profumo di frutta.
CONCLUSIONI
Il consumo medio giornaliero rilevato in un campione di circa 1000 alunni di scuola primaria si è
attestato su una razione media giornaliera di 4 porzioni, portando ad un incremento del consumo
di frutta e verdura di quasi il 70 %, rispetto al valore iniziale, avvicinandosi così alla media
giornaliera di 5 porzioni, consigliata dall’OMS.
Grafico 5
Il progetto presenta molti elementi di innovazione:
1)Approccio Multidisciplinare: il messaggio si propone nell'ambito delle differenti aree
didattiche, con uniformità di intenti
2)Modalità di apprendimento: adozione del gioco come principale metodo per migliorare i
comportamenti della quotidianità
3)Brevità e ripetitività: proponendo gli interventi e le rilevazioni una settimana al mese per ogni
mese dell'anno scolastico, si permette al bambino di meglio assimilare, attuare e riproporre i
nuovi comportamenti appresi. La continuità e la regolarità del messaggio sono risultati gli
strumenti fondamentali per incidere sui comportamenti.
4) Indicatori di salute: il progetto ha sperimentato un sistema di valutazione del comportamento
alimentare in grado di quantificare il risultato
5)EBP: il progetto è stato costruito secondo i canoni dell'EBP e ha permesso di dimostrare la
propria efficacia. I risultati ottenuti nelle scuole oggetto dell'intervento raffrontati con scuole
campione hanno evidenziato la significatività .
6)Coinvolgimento di più attori: partendo dal presupposto che nella comunicazione di messaggi
complessi più sono gli attori maggiore è l'efficacia , si sono coinvolti più enti (comprese le ditte
di ristorazione e la scuola Alberghiera) che, ciascuno per la propria competenza, hanno lavorato
in sinergia per sviluppare il progetto, in modo che il messaggio fosse unico, a più voci e
continuamente riproposto.
Utilizzando i principi su cui si basano i messaggi pubblicitari si è potuto così coinvolgere
attivamente la popolazione infantile in un processo di miglioramento alimentare relativamente
al consumo di prodotti notoriamente poco apprezzati come gli ortofrutticoli, utilizzando un
metodo fortemente operativo e coinvolgente, proponendo contenuti adeguati al contesto
culturale di riferimento e proporzionati alla capacità di assimilazione.
BIBLIOGRAFIA:
1. Regione Emilia Romagna. Sorveglianza Nutrizionale. Determinanti ed indicatori di
rischio obesità nella popolazione infantile, Indagine 2003 e 2005. Collana contributi
2006; n. 40.
2. AA.VV “Review of research on the effects of food promotion to children” report Food
Standards Agency settembre 2003
3. AA.VV “Promotion of food to children” report Food Standards Agency marzo 2002
4. AA.VV “Food Promotion and marketing to children views of low income consumers”
report Food Standards Agency giugno 2004
5. AA.VV. “Pubblicità TV ed alimentazione: indagine conoscitiva tra gli alunni delle scuole
elementari” Educaz.sanitaria e Promozione della salute, n°2 /2000
6. V.Codeluppi “Che cos’è la pubblicità?” Carocci edit. 2001
7. Andersen RE, Crespo CJ, Bartlett SJ, Cheskin LJ, Pratt M (1998). Relationship of
physical activity and television watching with body weight and level of fatness among
children. JAMA 1998; 279: 938-42.
8. Taveras EM, Berkey CS, Rifas-Shiman SL, Frazier AL, Colditz GA, Gillman MW.
Longitudinal relationship between television viewing and leisure-time physical activity
during adolescence. Pediatrics 2007; 119 (2): e314-e319.
9. Matheson DM, Killen JD, Wang Y, Varady A, Robinson TN. Children’s food
consumption during television viewing. Am J Clin Nutr 2004; 79: 1088-94.
10. Borzekowski DL, Robinson TN. The 30-second effect: an experiments revealing the
impact of television commercials on food preferences of preschoolers. J Am Diet Assoc
2001; 101: 42-6.
11. Jeffery RW, French SA (1998). Epidemic obesity in the United States: are fast foods and
television viewing contributing? Am J Public Heath; 88:277-280.
12. M.F.Diamanti “Pubblicità” dal kit “Smontiamola! Il kit della comunicazione” a cura
dell’Assoc. Naz. Cooperative Consumatori 2004
13. K. Popper “Cattiva maestra televisione” Marsilio edit. 2002
14. A. Zanacchi “Convivere con la pubblicità” Ellenici Leumann edit. 1999
15. L.Iughetti, S.Bernasconi “L’obesità in età evolutiva” McGrawHill 2005
16. AA.VV “Pubblicità in televisione, monitorata ogni mese” Altroconsumo n° 187nov.2005
17. A.Oliverio Ferraris “TV per un figlio” Laterza edit. 2004
18. Albertini A, Tripodi A, Fabbri A, Mattioli M et al . Prevalence, determinants and
indicators of risk of obesity in six-year-old children living in Central-North Italy. Obes
Rev 2007 (inviato per pubblicazione).
GRAFICI
Grafico 1. Indagine conoscenze nutrizionali. Bambini 9 anni (1)
I cibi che fanno bene alla salute
verdura cruda
verdura cotta
formaggio
legumi
pasta, riso
minestrone
pesce
latte
carne
frutta
acqua
80
85
90
95
100
%casi
Grafico2. Indagine conoscenze nutrizionali. Bambini 9 anni (1)
I cibi che “non” fanno bene alla salute
58,9
torte
62,6
gelato
71,7
patatine confezionate
73,4
Hamburger (fast food)
75,7
vino
78,5
bibite zuccherate
80
cioccolato/crema ciocc.
90,9
dolciumi
50
60
70
%casi
80
90
100
Grafico3. Fonti di indirizzo di scelte alimentari. Bambini di 9 anni (1)
“ ti fai guidare nell’alimentazione da….”
sorpresine
15,7
pubblicità
18,2
compagni,amici
23
abitudine
37,2
sapore
54,9
famiglia
81,5
0
20
40
60
80
% Casi
100
Grafico 4. Correlazione stato nutrizionale ed esposizione ore /Tv giornaliere (1)
normopeso o sottopeso
sovrappeso
%
obeso
100
90
80
70
60
46,5
50
48,8
44,9
40
30
20
28,1
26,1
22,9
18,4
18,0
16,9
11,0
8,6 9,9
10
0
1 ora
2 ore
3 ore
> 4 ore
Grafico 5. Consumo medio giornaliero del campione, confrontato con consumo medio (=5
porzioni/die) raccomandato da OMS
Consumo medio giornaliero di frutta e verdura.
Campione Scuole Primarie di Reggio Emilia
anno 2006/2007
6
Media die
5
5
4
5
3,7
5
5
5
5
5
4
4,2
4
4,2
3,9
3
2
2,3
media /die
media raccomandata/die
1
0
t=0
nov
dic
gen
feb
mar
apr
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