Sociologia dell`educazione. Il rapporto tra Sistema Educativo

U.K.E. Università degli Studi KORE di Enna
Prof. Sergio Severino
Corso di laurea in SOCIOLOGIA E POLITICHE
SOCIALI
Sociologia dell’educazione.
Il rapporto tra Sistema Educativo,
orientamento e i modelli di
s ocializzazione.
.
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Quasi cento anni fa Emile Durkheim scriveva:
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In effetti ogni società, considerata ad un momento determinato del suo
sviluppo, ha un sistema di educazione che si impone agli individui con una
forza generalmente irresistibile.
È vano credere che noi possiamo allevare i nostri figli come vogliamo.
Vi sono delle consuetudini alle quali dobbiamo conformarci (uniformarci,
obbedire); se noi vi deroghiamo troppo gravemente, esse si vendicano poi
sui nostri giovani (!).
Questi, una volta diventati adulti, non si troveranno in condizione di vivere
fra i loro contemporanei, coi quali non si sentiranno in armonia.
Siano essi stati allevati in base ad idee o troppo arcaiche o troppo
avveniristiche, la cosa non ha importanza: tanto in un caso quanto
nell’altro non sono della loro epoca e, di conseguenza, non si trovano in
condizioni di vita normale.
Vi è, dunque, in ogni periodo un modello normativo dell’educazione, dal
quale non possiamo discostarci senza scontrarci con vive resistenze che
contengono velleità di dissidenza.
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Società moderna che si sviluppa a partire dal ‘500, ma che trova grande impulso nelle
Rivoluzioni di fine ‘700 (industriale e francese), pone una serie di problemi riguardo alla
convivenza sociale:
1.  Nuovi modi di produzione
2.  Nuovi modi di lavorare
3.  Nuovi modi di stare insieme
4.  Nuovi processi di urbanizzazione e di sviluppo delle città
5.  Nuove relazioni di lavoro
6.  Profonde trasformazioni dei legami parentali e familiari
! 
Società moderna è centrata su 2 nuove figure:
1.  Lavoratore
2.  Cittadino
! 
Entrambe le figure, come le trasformazioni, implicano un’evidente centralità assegnata
all’EDUCAZIONE…
…per la costruzione di un nuovo soggetto sociale, in grado di corrispondere pienamente
ai compiti sociali della società moderna, fondata sulla divisione del lavoro, sulla
specializzazione, ma anche sull’emergere dell’individualità, con implicazioni importanti
per i processi di integrazione e coesione sociale.
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3
Cos’è la sociologia dell’educazione?
! 
E’ lo studio dell’educazione come fatto sociale. Si analizzano le
relazioni educative in quanto relazioni sociali.
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Educazione non è solo processo di scolarizzazione.
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Una definizione più precisa
La sociologia dell’educazione è una branca della sociologia che ha
come obiettivo principale quello di approfondire, con i metodi e le
categorie della sociologia, l’inserimento nel contesto sociale di ogni
individuo, sia nella fase iniziale che nel corso di vita. (Ribolzi, 2002)
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Cos’è la sociologia dell’educazione?
! 
Al centro vi è il concetto di educazione:
“si intende generalmente quel processo di formazione della
personalità individuale che avviene in un contesto sociale […] e che
passa attraverso la trasmissione di norme, valori, atteggiamenti e
comportamenti […] condivisi dal gruppo sociale di
appartenenza” (Volontè et al. 1999)
! 
L’apporto specifico della sociologia dell’educazione, avviato da
Durkheim, è stato quello di cogliere il nesso tra:
INDIVIDUO
SOCIETA’
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EVOLUZIONE DELLA SOCIOLOGIA DELL’EDUCAZIONE
FASI
SCOPERTA SOCIALE
DELL’EDUCAZIONE
NEL PENSIERO DEI
CLASSICI
RISCOPERTA
DELL’EDUCAZIONE
SVILUPPO DELLE
RIFLESSIONI
TEORICHE E DELLE
RICERCHE
CONSOLIDAMENTO
DELLO STATUTO
EPISTEMOLOGICO E
METODOLOGICO
PERIODO
PROBLEMATICHE
NOTE
1850/1950
RITROVARE LE BASI DELLA SOLIDARIETA’
FORMARE IL LAVORATORE E IL CITTADINO
FORMARE UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE
POLITICA ED ECONOMICA
Società
moderna che si
sviluppa a
partire dal 500
1950/1960
SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE
ISTRUZIONE COME INVESTIMENTO
LEGAME ISTRUZIONE OCCUPAZIONE
CRESCITA SISTEMI EDUCAZIONE
(QUALI-QUANTITATIVA)
RICOSTRUZIONE
ECONOMICA
POLITICA,
ISTRUZIONE
COME MOTORE
MOBILITA’
1970/1980
CRISI DEI SISTEMI DI ISTRUZIONE
UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA’ DI
FRONTE ALL’ISTRUZIONE
ISTRUZIONE COME BENE ESPRESSIVO
POLICENTRISMO FORMATIVO
CAMBIAMENTO SOCIALE E CULTURALE
LEGAME:ISTRUZIONE-OCCUPAZIONE-MOBILITA’
M.D.L.
COMPLESSO E
PROBLEMATICO
INFLAZIONE
TITOLI DI STUDIO
1990/2000
DIVERSITA’, DIFFERENZE, DISUGUAGLIANZE,
ISTRUZIONE COME CHANCE, PERCORSI
DIFFERENZIATI, UGUAGLIANZA DELLE
OPPORTUNITA’
FENOMENOLOGIA,
INTERAZIONISMO
SIMBOLICO, L.L.L.
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Più di recente troviamo sia la convinzione della fine
di un certo modo di concepire l’educazione, sia
l’incertezza che condiziona la formulazione di un
progetto educativo su basi nuove.
! 
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Il coordinamento (forse persino l’armonia preordinata) tra lo sforzo di
“razionalizzare” il mondo e lo sforzo di educare esseri razionali adatti ad
abitarvi, ossia l’assunto di fondo del progetto educativo moderno, non pare
più credibile.
La filosofia e la teoria pedagogica si trovano di fronte al compito inconsueto
e impegnativo di teorizzare un processo formativo che non è guidato fin
dall’inizio da un tipo di bersaglio pianificato in anticipo, di modellare senza
conoscere o visualizzare chiaramente il modello cui mirare; un processo
che nel caso migliore può far presagire, mai imporre, i propri risultati e che
ingloba tale limitazione nella propria struttura; in breve, un processo
aperto, interessato più a rimanere aperto che a fornire un prodotto
specifico, e timoroso più di una conclusione prematura che della prospettiva
di un’eterna inconcludenza. (Zigmunt Bauman)
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EVOLUZIONE DEL SISTEMA EDUCATIVO
PRIMA FASE - FONDATIVA, DELLA DIPENDENZA, GERARCHICA
Centrale in questa fase è il tema del cambiamento, della ricostruzione,
dell’industrializzazione; centrale è il ruolo dell’istruzione quale veicolo per lo
sviluppo dei singoli individui.
Coincide con la nascita di una riflessione sociologica specifica sul fenomeno
“educazione”, considerato quale variabile dipendente da un determinato sistema
socio-politico
! 
SECONDA FASE - DELL’AUTONOMIA, DELLA ROTTURA DEL LEGAME
Accentuarsi dei processi di modernizzazione; istruzione svolge un ruolo cruciale nella
stratificazione e nella mobilità sociale.
Descrive la rottura della dipendenza tra educazione e società; prevalere di una
DISCONTINUITA’ dei processi di socializzazione rispetto alla società di riferimento.
! 
TERZA FASE - DELL’INTERDIPENDENZA
Recupero dei soggetti coinvolti nel processo scolastico, visone più introspettiva, studi
della pedagogia speciale, rapporti con l’utenza-clienti.
Interdipendenza tra i processi formativi e strutture sociali più ampie, ma anche tra
società e i suoi diversi sottosistemi
! 
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Il legame individuo/società fonda la concezione del
rapporto educazione/società
Educazione/
Società
integrazione
Dipendenza
Reciprocità
complementare e
funzionale
Conflitto
contraddizione
Autonomia
Reciprocità
dialettica e
negoziale
Ambivalenza
Dualismo
esistenziale
Circolarità
Interdipendenza
tra strutture
sociali e processi
educativi
Reciprocità
discorsiva e
connettiva
Legame
individuo/società
Paradigma
Diretto
Lineare
Conformità
Consenso
Discontinuo
Dialettico
Doppio legame
Interdipendenza
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Il modello classico della dipendenza
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Durkheim
Marx
Weber
Simmel
Mannheim
Parsons
Educazione quale Variabile dipendente della
società
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“Non esiste un modo di essere e di vivere che sia
il migliore per tutti.
La famiglia di oggi non è né più, né meno
perfetta di quella di una volta,è diversa perchè le
circostanze sono diverse”
E. Durkheim (1888)
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Emile Durkheim
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Questa funzione è colta bene da Durkheim:
“La società non può vivere se non esiste fra i suoi
membri un’omogeneità sufficiente; l’educazione
perpetua e rinforza tale omogeneità, fissando a priori
nell’anima del fanciullo le similitudini essenziali che
impone la vita collettiva. Ma, dall’altro canto, senza
una certa diversità qualsiasi cooperazione sarebbe
impossibile: L’educazione assicura la persistenza di
questa diversità necessaria, diversificandosi essa
stessa e sviluppandosi.”
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Emile Durkheim (1859-1917)
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LE PREOCCUPAZIONI CON CUI L’AUTORE SI AVVICINA ALLO STUDIO
DELL’EDUCAZIONE SONO:
Individuazione di un metodo scientifico-sociologico con cui analizzare i fenomeni (fatti)
sociali
Dare una risposta ad un interrogativo teorico-politico di carattere generale “come è
possibile la solidarietà (sociale ?) nella società moderna?
EDUCAZIONE COME FATTO SOCIALE
(esteriorità e coercizione)
come “insieme di pratiche e di istituzioni che si sono lentamente organizzate nel tempo, che
sono solidali con tutte le altre istituzioni sociali e le esprimono e che, di conseguenza, non
possono essere modificate a piacimento più della stessa struttura della società”.
Per capire cosa è educazione bisogna, quindi, osservare pratiche ed istituzioni, analizzare
come si sono formate e sviluppate, capire a quali necessità rispondono, in prospettiva
diacronica e sincronica, respingendo visioni idealistiche ed astratte dal contesto.
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Emile Durkheim (1859-1917)
Come è possibile l’ordine sociale in un contesto di differenziazione crescente e in cui assume
una valenza positiva il processo di individualizzazione?
Dalla prevalente omogeneità della società a solidarietà meccanica (società segmentaria)
alla prevalente differenziazione della società a solidarietà organica (moderna).
L’EDUCAZIONE VIENE DEFINITA COME TRASMISSIONE DI
NORME
VALORI
STATI D’AMIMO
(psichici, fisici, intellettuali)
“E’ illusorio credere che noi possiamo allevare i nostri figli come vogliamo, i sono dei
costumi cui siamo tenuti a conformarci; se ce ne allontaniamo troppo essi si
vendicheranno sui nostri figli”. ( Durkheim E., L’educazione, la natura, il suo ruolo)
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Emile Durkheim (1859-1917)
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L’educazione è un processo morale e cognitivo assieme.
Attraverso l’educazione si opera la costruzione dell’essere sociale.
L’educazione come creazione socialmente determinata.
L’uomo nasce tabula rasa (con pulsioni antisociali).
L’uomo è una creatura complessa (sistema intrapsichico), diversa dall’animale, ed ha
bisogno di un lungo (life long learning ?) percorso educativo (training) guidato dall’adulto
(modelling, tutoring, mentoring ?).
Attraverso l’educazione si costruisce l’essere morale (sociale).
ATTRAVERSO L’EDUCAZIONE PASSA SIA L’OMOGENEIZZAZIONE (EDUCAZIONE
UNA), SIA LA DIFFERENZIAZIONE DEI SOGGETTI (EDUCAZIONE MOLTEPLICE),
CHE E’ NECESSARIA ALLA SOCIETA’
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EDUCAZIONE UNA
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EDUCAZIONE MOLTEPLICE
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Emile Durkheim (1859-1917)
EDUCAZIONE UNA
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La società può vivere soltanto se esiste tra i suoi membri un’omogeneità sufficiente:
l’educazione la conserva e la rafforza fissando nel bambino le fondamentali uguaglianze
richieste dalla vita collettiva.
Attraverso essa si costituiscono nel soggetto quell’insieme di principi che generano il
senso di appartenenza (“bisogno”, vedi Maslow) e la comunione sociale.
Attraverso essa si costruisce una sorta di coscienza collettiva laica, che garantisce il
mantenimento della coesione sociale all’interno di una determinata società (priorità per le
società).
Solo la scuola di tutti (ma ancora non per tutti), e sotto il controllo della Stato, può
garantire una base comune a tutti i cittadini di una nazione, indipendentemente dal settore
specifico in cui, poi, si potranno inserire. Lo Stato attraverso la scuola deve garantire che
si trasmettano i principi fondamentali del vivere sociale moderno: la fiducia nella ragione,
nella scienza, nella morale democratica. L’insegnante deve trasmettere questi principi
che pochi osano avversare apertamente, e sarà tanto più efficace nella misura in cui si
riconosceranno pienamente in essi. La famiglia, invece, non è in grado di garantire una
formazione comune di tipo universalistico, in quanto troppo orientata al benessere dei
propri figli.
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Emile Durkheim (1859-1917)
EDUCAZIONE MOLTEPLICE
! 
Si tratta della formazione destinata all’inserimento nei vari settori
specifici della società. In particolare della formazione ai ruoli
lavorativi; compito delle corporazioni (associazioni o burocrazie) del
mondo produttivo.
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Emile Durkheim
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“Poiché la società è innanzitutto una “autorità morale”,
l’educazione (il problema pedagogico), ossia il mezzo attraverso il
quale tale autorità si trasmette (influenza sociale: uniformità,
conformità, obbedienza), non può non avere un’importanza
centrale”.
La soluzione proposta è quella relativistica, funzionalistica,
olistica: “L’importante non è tanto quali sono i principi insegnati,
ma che vi sia un’autorità morale che rappresenta la società e che
inculchi nei giovani un qualche sistema educativo, quale che esso
sia”.
Relatività delle diverse configurazioni sociali a partire da una
distinzione fondamentale tra due tipi di società, alle quali
appartengono due tipologie di solidarietà: meccanica e organica.
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Karl Marx
!  IL
RAPPORTO TRA EDUCAZIONE E
SOCIETA’ SI CARATTERIZZA IN MODO
DUPLICE:
" EDUCAZIONE VARIABILE
DIPENDENTE (ANALISI CRITICA)
" EDUCAZIONE ELEMENTO
SIGNIFICATIVO ALL’INTERNO DEL
PROCESSO DIALETTICO DI
RISOLUZIONE DEI CONFLITTI DI
CLASSE (ANALISI PROPOSITIVA)
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KARL MARX (1818 - 1883) STRUTTURA
ECONOMICA ED EDUCAZIONE
! 
La realtà sociale è una realtà prodotta dagli uomini e dipende
dall’attività di esseri umani concreti
! 
L’organizzazione della società è definita dalla sua struttura
economica, che ne è pertanto la base materiale
! 
I rapporti sociali sono rapporti economici, di produzione che si
impongono agli uomini fin dalla nascita
! 
Il materialismo storico è l’analisi delle condizioni materiali
degli uomini così come si sono storicamente
determinate → storia dell’umanità, cioè dei modi in cui gli uomini
si sono organizzati insieme per produrre.
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Karl Marx
Concetti importanti: contraddizione
! 
! 
! 
Con materialismo storico si intende, nell'ambito dell'analisi
marxiana di struttura e sovrastruttura, l'interpretazione
materialistica della storia delle società umane.
L'uso di questa espressione si deve ad Engels che negli ultimi
anni della sua vita scrisse ripetutamente di «concezione
materialistica della storia»..
Nella società capitalista la contraddizione è tra le forze
e i rapporti di produzione, e tra aumento progressivo
delle ricchezze e la miseria crescente della
maggioranza della gente, quindi tra borghesia e
proletariato, perchè perseguono interessi diversi.
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Karl Marx
Concetti importanti: alienazione
il rovesciamento dei rapporti originari
tra l’uomo e la realtà. Il soggetto
dell’attività perde il controllo
dell’oggetto che ha prodotto, che
acquista in questo modo una
resistenza e gli si contrappone.
Espropriazione per il soggetto della
sua umanità.
Classe sociale: insieme di individui che
si trovano nella medesima posizione
all’interno dei rapporti di produzione
tipici di un modo di produzione dato
→ le classi perseguono interessi
diversi → lotta fra le classi.
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Karl Marx
Concetti importanti: educazione
L’educazione appartiene alla dimensione sovrastrutturale e dipende dalla
struttura economica
! 
Critica all’educazione borghese: è un’educazione finalizzata al mantenimento
del dominio
! 
Critica all’educazione popolare delle masse: solo finalizzata alle mansioni
lavorative (educazione unilaterale)
! 
Concezione emancipatoria dell’educazione
! 
Il proletariato deve acquisire una coscienza di classe (classe per sè)
! 
L’educazione del proletariato è strumento per tale acquisizione: provvede allo
sviluppo dell’uomo onnilaterale e ricompone pensiero e azione
Rapporto educazione-società in Marx
! 
in chiave critica: l’educazione è variabile dipendente perchè riproduce i
rapporti di dominio esistenti
! 
in chiave propositiva: l’educazione è elemento strategico per la risoluzione dei
conflitti di classe
! 
l’educazione è comunque sempre funzionale ai processi sociali
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Georg Simmel
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Georg Simmel (1858 -1918) è stato un filosofo e sociologo tedesco."
L'uomo blasé vede tutte le cose in una totalità per così dire
opaca e grigia e le sente indegne di suscitare una reazione.
! 
! 
! 
! 
Egli studia il passaggio dal piccolo gruppo al grande gruppo (il quale, raggiunta una
certa dimensione, deve sviluppare forme e organi), in cui l'individuo diventa sempre
più solo, analizzando gruppi di elementi (diade, triade, ecc.). "
La divisione del lavoro porta alla frammentazione della vita sociale, le cerchie sociali
da concentriche diventano tangenziali e incoraggia l'individualismo e l'egoismo."
Il denaro è la fonte e l'espressione della razionalità e dell'intellettualismo
metropolitano ed è qualcosa di assolutamente impersonale, è un livellatore, riduce
qualsiasi valore qualitativo ad una base quantitativa, portando quindi al determinarsi
dell'ipertrofia della cultura oggettiva e all'atrofia della cultura soggettiva.
La città moderna, la metropoli, porta ad una vita alienata. Nell'individuo metropolitano
le sfere della famiglia e del vicinato, tipiche della comunità, perdono il loro peso, per
essere sostituite dalla sfera dei mille contatti superficiali. L'individuo metropolitano
vive una vita nervosa, perché un susseguirsi frenetico di immagini colpiscono il suo
sistema nervoso, causando una diminuzione della capacità di reazione agli stimoli
(uomo blasé). L'individuo è quindi costretto a cercare rifugio negli spazi interstiziali
dove si sostanzia la ricerca dell'"altrove" e dove è totalmente assente il
condizionamento rigido del contesto sociale."
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Georg Simmel
l nocciolo dell’educazione nella società moderna è definito a partire dall’analisi delle forme della
sociabilità:
! ogni individuo vede l’altro nella sua specifica collocazione sociale.
! ogni elemento di un gruppo non è soltanto parte di un gruppo ma è anche colto nella sua
individualità.
La società è una formazione composta da elementi disuguali ed è caratterizzata da innumerevoli
intrecci di funzioni.
Ogni elemento occupa un posto individualmente determinato e la vita della società scorre come
se ogni elemento fosse predestinato alla sua posizione in questa totalità e intercorre fra questi un
rapporto unitario.
La possibilità dell’individuo di appartenere alla società e di avere una sua posizione è garantita
della professione.
L’attenzione al soggetto costituisce il punto di partenza di una concezione dell’educazione che
associa il significato di questa individualità all’universalità delle strutture e delle forme di
associazione.
! È quindi vero che la società moderna offre una possibilità di emancipazione dell’individuo ma c’è
anche il rischio che ciò conduca allo sradicamento rispetto a un preciso ambito di vita.
! L’educazione deve a questo punto promuovere complessivamente l’umanità, essendo la sola che
rende l’uomo pienamente uomo.
L’autonomia di pensiero e l’individualità dello studente sono i due obbiettivi educativi fissi
degli studi di Simmel.
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Karl Mannheim
l suo concetto base concerne il fatto che lui crede che vi siano aspetti del
pensareche non possono venire adeguatamente interpretati, finche le loro
origini rimangono oscure.
Il sapere dell'uomo è condizionato dalle ideologie ed il suo intento è
quello di costruire una società democratica non permeata da ideologie e
capace di fondare l'Uomo nuovo.
È Nella sua opera "Ideologia e utopia", l'ideologia è indagata come sistema di
pensiero che si fonda su valori e metri interpretativi che sono statuiti e validi
all'interno di quell'unico sistema.
Sviluppando in maniera approfondita tale analisi, Mannheim giunge ad
osservare come all'interno di ogni sistema di pensiero si vada sviluppando una
gnoseologia e un'epistemologia, che agiscono per vie che sono valide solo
all'interno di questo sistema, e che riconoscono su un piano ontologico
determinati elementi che sono ignorati al di fuori di tale ideologia.
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Karl Mannheim
Karl Mannheim (Budapest, 27 marzo 1893 - Londra, 9 gennaio 1947) è
stato un sociologo tedesco di origine ungherese. Viene considerato il
fondatore della sociologia della conoscenza."
! 
L'opera del sociologo ungherese è comunque ricca
di contenuti originali, così come sono originali e
importanti le conclusioni; ne emerge, al termine di
questo studio, che ogni "conoscere", come ogni
esperienza mediata che si compie della realtà,
avviene attraverso un filtro inconsciamente
presente che rende questo "conoscere" come
ideologico già nell'esser posto alla coscienza."
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Karl Mannheim
L’educazione risulta dunque uno strumento con cui
influire sul sistema di vita e sul modo di pensare degli
individui.
Ogni forma educativa è collocabile storicamente e,
pertanto, ha un valore relativo al tipo di società nella
quale si realizza.
I due poli del discorso sull’educazione diventano:
!  adattamento del soggetto.
!  autonomia del soggetto.
Questi due poli mettono in evidenza la pluralità degli
scopi educativi.
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Max Weber
Weber condivide con Durkheim e Simmel l’attenzione
dell’educazione come elemento chiave che promuove le
energie individuali nella direzione della costruzione di un
legame stabile con il gruppo sociale di appartenenza.
Considera l’uomo come un essere culturale dotato di
capacità di assumere posizione nei confronti del mondo
e di attribuirgli un senso.
Legame tra stratificazione sociale, potere ed
educazione: lo strato prevalente tende ad imporre il
proprio modello educativo.
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Max Weber
! 
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OGNI STRATO PREVALENTE DEFINISCE L’IDEALE EDUCATIVO
L’EDUCAZIONE E’ IL RIFLESSO NECESSARIO DELLA STRUTTURA DI
POTERE STORICAMENTE VIVENTE.
IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE/EDUCAZIONE HA 4 OBIETTIVI:
1.  RIBADIRE LA LEGITTIMITA’ DELL’ORDINE ESISTENTE
2.  CONSOLIDARE IL POTERE
3.  RIPRODURRE IL TIPO SOCIALE STORICAMENTE SIGNIFICATIVO
4.  FAVORIRE UNA PROGRESSIVA RAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA
NELLA STORIA SI SUSSEGUONO E SI SOVRAPPONGONO 3 TIPI DI
POTERE E DI SOCIALIZZAZIONE:
1.  CARISMATICO
2.  TRADIZIONALE
3.  LEGALE
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cultura
Ideale
educativo
meccanismi
istituzionali
di controllo
Ambiti
Strutture
formative
carisma
orale
iniziato
iniziazione
individui
Famiglia
clan
tradizionale
tradizione
scritta
colto
plasmazione
Gruppi di
status
Corporazioni
di status
Legale o
burocratica
razionalità
Tecnico
pratica
Specialista
esperto
Esame
formale
Tutti i
cittadini
scuola
forme di
potere
legittimazione
carismatico
Il carisma è definito come: qualità personale, dono di individui eletti
La tradizione è definita come:miti e valori tramandati da individui caratterizzati da status
La razionalità è definita come: valutazione della conveniente corrispondenza tra
Interessi comuni e interessi privati
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Talcott Parsons
Porta a compimento l’impegno della sociologia classica alla
comprensione della società moderna e dei problemi di
integrazione che essa pone.
Il rapporto tra educazione e società è legato sia al suo concetto di
azione sociale, sia alla sua analisi dell’organizzazione della
società in sottosistemi funzionali, tra di loro interdipendenti.
L’azione sociale secondo lui, è quella compiuta da un agente
in vista di un fine ed avviene all’interno di un sistema di
aspettative reciproche e attraverso una complementarità
degli attori.
Il paradigma AGIL può essere impiegato nell'analisi di un qualsiasi
sistema sociale. Lo si può utilizzare, ad es., nell'ambito della
Sociologia delle organizzazioni per studiare organizzazioni formali
(aziende, amministrazioni pubbliche, agenzie formative, ecc), ma
anche nell'ambito delle componenti elementari della società (quali la
famiglia, i gruppi di interesse, etc).
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Talcott Parsons
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Il paradigma sociologico indicato dall'acronimo AGIL è stato
introdotto da Talcott Parsons come strumento di analisi di una
società e più in generale di un qualsiasi sistema sociale.
L'assunto base del paradigma dal quale muove il sociologo
americano, nell'ambito della sua lettura in chiave funzionalista
dei sistemi sociali, è che ogni sistema per sopravvivere e
svilupparsi deve saper risolvere quattro classi di problemi
funzionali richiamate dalle quattro lettere dell'acronimo:
A = Adaptation (funzione adattiva)
G = Goal attainment (raggiungimento dei fini)
I = Integration (funzione integrativa)
L = Latent pattern maintenance (mantenimento del modello
latente)
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Talcott Parsons
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La funzione adattiva riguarda l'adattamento al contesto esterno ed il suo controllo in modo da
avere la garanzia che al sistema vengano assicurate le risorse necessarie. La funzione adattiva
ci porta dunque ad indagare il sottosistema economico, cioè il funzionamento delle strutture
che concorrono alla produzione delle risorse intese in senso lato (beni materiali, tecnologie,
capitali, informazioni, conoscenze, etc.) e la divisione del lavoro che lo caratterizza.
La funzione del raggiungimento dei fini (goal attainment) pone, come la precedente, il
sistema in rapporto al suo contesto esterno, ma riguarda la distribuzione e l'impiego delle
risorse in riferimento ai fini prioritari che vengono perseguiti. In tal senso possiamo dire che la
funzione del raggiungimento dei fini dà il sottosistema politico.
La funzione integrativa riguarda il raccordo e la necessaria coerenza e armonizzazioni delle
decisioni e delle azioni che hanno luogo nelle strutture nelle quali la società si articola
(sottosistemi, collettività, ruoli, etc). Essa riguarda dunque l'ordine, la certezza di funzionamento
delle strutture sociali, il rispetto delle aspettative reciproche, ma anche l'utilizzo razionale delle
risorse. Concorrono a tale risultato le strutture che presiedono alla formulazione delle norme,
che ne controllano il rispetto da parte dei sottosistemi e dei membri della società, e che ne
sanciscono negativamente la violazione: sottosistema legislativo e giuridico.
La funzione del mantenimento del modello latente è il sistema attraverso cui si trasmettono i
valori (i modelli culturali) nella società, garantendo che essi siano interiorizzati dai membri della
società. Parsons impiega la parola "socializzazione" come sinonimo del processo che
consente ad un nuovo membro (adolescente, straniero, etc) di "entrare a far parte della
società", acquisendo orientamenti comportamentali corrispondenti ai valori che la società
custodisce.
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Talcott Parsons
Egli distingue tra sotto-sistemi di integrazione:
!  sistema biologico: (questo sistema si sviluppa in seguito) l’organismo vivente che
realizza l’adattamento biologico all’ambiente.
!  sistema della personalità: riguarda il soggetto/agente individuale
!  sistema sociale: interazioni tra posizioni e ruoli sociali
!  sistema culturale: insieme dei modelli culturali presenti in una data società
Prerequisito funzionale
Svolto da
A
Adattamento
organismo biologico
G
conseguimento dei fini
personalità
I
integrazione
sistema sociale
L
latenza
sistema culturale
A.G.I.L.
L’educazione e più in generale la socializzazione è quel processo che attiva
legami di interdipendenza tra il sistema della personalità, il sistema della
cultura e il sistema sociale.
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PROBLEMATIZZAZIONE DEL RAPPORTO
EDUCAZIONE/SOCIETA’
La rottura del legame di dipendenza
! 
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! 
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L’interruzione del legame diretto tra educazione e società avviene a fronte dei mutamenti
socio-culturali che riguardano tutti gli ambiti (economico - politico - culturale). Fino alla fine
degli anni ’50, è inoltre importante ricordare che la scuola rappresentava un mezzo utile alla
mobilità sociale ascendente, mentre negli anni ’60, in Italia si assiste ad una forte espansione
della scolarizzazione che ha come conseguenza una caduta delle speranze di mobilità
sociale attraverso l’istruzione.
La crisi è inoltre presente all’interno dell’istituzione scolastica che si trova a dover combattere
con un crescente numero di compiti, ed anche la popolazione studentesca subisce un
cambiamento perché ha aspettative diversificate verso l’istruzione.
Non bisogna dimenticare quello che dice Cesareo a proposito: “la scuola perde di fatto la
sua funzione monopolistica e mantiene a fatica un potere certificatorio che è
comunque sia messo in crisi dalla quantità e qualità del suo out put.”
La società a questo punto è molto complessa e dopo gli inizi degli anni ’60, diventa
policentrica perché non esiste più un unico centro di riferimento.
Policentrismo formativo = ogni spazio sociale possiede una propria valenza educativa.
Prof. Sergio Severino
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PROBLEMATIZZAZIONE DEL RAPPORTO
EDUCAZIONE/SOCIETA’
La rottura del legame di dipendenza
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In questo periodo, il rapporto educazione/società viene sempre più
spesso considerato nei termini di una discontinuità piuttosto che di
una continuità, viene dunque riconosciuta un’autonomia
all’educazione.
Tuttavia l’educazione può trovarsi al centro di istanze di
rinnovamento (v. i movimenti del ’68 studenteschi e operai – il più
vistoso e influente fenomeno giovanile del dopo guerra) e quindi,
come diceva Gallino (1972): il sistema scolastico viene
riconosciuto come uno dei campi privilegiati nei quali finiscono
sempre per scontrarsi le forze della tradizione e le forse del
mutamento.
Dunque piuttosto che di un’autonomia dell’educazione rispetto alla
società di riferimento, si può parlare di un’autonomia dei processi
Prof. Sergio Severino
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formativi.
La scuola di Barbiana
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è un'esperienza educativa avviata da don Lorenzo Milani negli anni cinquanta. La scuola
sconcertò e stimolò il dibattito pedagogico degli anni ‘60.
Don Milani fu inviato alle priore di Barbiana (frazione di Vicchio), un piccolo borgo sperduto sui
monti della diocesi di Firenze, a causa di alcuni dissapori con il cardinale di Firenze.
Qui incominciò un'esperienza educativa unica e rivolta ai giovani di quella comunità che, anche
per ragioni geografiche ed economiche, erano fortemente svantaggiati rispetto ai coetanei di
città.
La scuola sollevò immediatamente delle eccezioni e molte critiche, gli attacchi ad essa furono
tanti, dal mondo della chiesa (né Giovanni XXIII né Paolo VI intervennero mai a suo favore) e
da quello laico.
Le risposte a queste critiche vennero date con “Lettera ad una professoressa”, libro scritto dagli
allievi della scuola insieme a don Milani (e infatti come autore del libro è indicato "Scuola di
Barbiana"), che spiegava i principi della Scuola di Barbiana e al tempo stesso costituiva un atto
d'accusa nei confronti della scuola tradizionale, definita "un ospedale che cura i sani e respinge
i malati", in quanto non si impegnava a recuperare e aiutare i ragazzi in difficoltà, mentre
valorizzava quelli che già avevano un retroterra familiare positivo, esemplificando questo
genere di allievi con il personaggio di "Pierino del dottore" (cioè Pierino, figlio del dottore, che
sa già leggere quando arriva alle elementari).
Prof. Sergio Severino
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L’innovazione dell’esperienza di Barbiana parte da alcuni presupposti unici ed originali e da
un principio sintetizzato nel motto della scuola I care, in inglese "mi sta a cuore".
Da questo motto parte il principio per cui la scuola è fatta nelle ore più impensate dopo i lavori
nei campi, impegnando i ragazzi praticamente tutto il giorno e sette giorni la settimana. È una
scuola aperta, dove il programma è condiviso dagli allievi, le idee proposte dal maestro sono
spesso rivoluzionarie e per l’epoca ritenute pericolose (a titolo di esempio riportiamo una frase
di una lettera scritta dai ragazzi di Barbiana e Don Milani riferita al socialismo: “il più alto
tentativo dell'umanità di dare, anche su questa terra, giustizia e eguaglianza ai poveri”).
Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali. (da Lettera a una
professoressa, Libreria editrice Fiorentina)
Su una parete della nostra scuola c'è scritto grande: I CARE: Me ne importa, mi sta a cuore.
È il contrario esatto del motto fascista -Me ne frego-
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Gli sviluppi dell’approccio conflittualista
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Pierre Bourdieu, si è dedicato in particolare alla sociologia dei
processi culturali, elaborando il concetto originale di "violenza
simbolica”.
Inoltre, ha sviluppato il concetto di "habitus", che permette di
spiegare la maniera attraverso cui un essere sociale interiorizza
la cultura dominante (la doxa), riproducendola.
Il punto di vista dominante non è dunque né immobile (é il
risultato delle percezioni sociali degli individui), né facilmente
evolvibile (la violenza simbolica porta i dominati e i dominanti a
riprodurre involontariamente gli schemi della dominazione).
I suoi studi sul ceto studentesco universitario francese ebbero
vasta eco negli anni attorno al 1968, in piena agitazione
studentesca.
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Pierre Bourdieu
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In sociologia l'habitus è la condivisione di uno spazio sociale
che permette di avere una medesima percezione delle pratiche
sociali tra i componenti di una società.
Per habitus Pierre Bourdieu intende la chiave della
riproduzione culturale in quanto è in grado di generare
comportamenti regolari che condizionano la vita sociale ed è
strettamente collegata alla struttura di classe.
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Pierre Bourdieu
•  In "la reproduction” sviluppa un'analisi estremamente critica
nei confronti del sistema scolastico il quale ha come risultato
di "riprodurre" la struttura sociale esistente, piuttosto che la
mobilità sociale.
•  Ciò avverrebbe perché l'educazione inculcherebbe non tanto
il sapere, ma degli habitus che riguardano il rapporto col
sapere.
•  Questi habitus sarebbero convergenti con gli habitus familiari
di certi gruppi sociali, che dunque si ritroverebbero
avvantaggiati rispetto ad altri.
•  In questo modo, il sistema scolastico non tenderebbe a
selezionare chi possiede il sapere, ma chi appartiene ad una
determinata classe sociale.
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Ralf Dahrendorf
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I filoni della sua analisi sono essenzialmente due: le teorie della
società e i fattori del conflitto.
Egli sostiene che la tendenza al conflitto sia insita nel sistema:
vi sono gruppi con e senza potere, che perseguono interessi
diversi.
Molto forte è il concetto di "potere", che egli definisce, come
Weber, come la capacità di far fare agli altri quello che si vuole,
cioè di farsi obbedire. Il potere determina la struttura sociale,
anche in maniera coercitiva.
Le "norme” sono stabilite e mantenute dal potere, e servono a
tutelare degli interessi. Sono quindi funzionali agli interessi del
potere e non frutto del consenso sociale. Una prova di ciò è il
fatto che ci sono delle sanzioni a tutela delle norme.
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Ralf Dahrendorf
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“Life chances” le chiamava Ralf Dahrendorf. Sono le
possibilità che ognuno di noi ha quando nasce: se la
famiglia legge libri e ne possiede almeno uno in casa, il
bambino ha il doppio di possibilità di crescere con una
coscienza “democratica”. Se non ci sono libri in casa,...
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Scuola di Francoforte
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Convinzione che le società capitalistiche esercitano un
dominio concreto e completo sull’individuo, ormai
senza capacità e possibilità critica.
Una classe dirigente soporifera o violenta impone a
tutta la società l’adesione alla realtà
Industria culturale
Perdita di senso critico
MARCUSE: industria culturale ha stabilito una cultura e
una società di massa a cui aderiscono anche le classi
che dovrebbero combatterla. I nuovi soggetti idonei alla
rivoluzione sono gli studenti e i disadattati.
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La svolta comunicativa
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Attenzione maggiore al funzionamento sistemico della
società (livello macro e micro):
"  Autopoiesi
"  Autoreferenzialità
"  Interdipendenza
Analisi dell’agire nella vita quotidiana (livello micro)
Convergenza di tanti approcci diversi verso un nuovo
paradigma:
"  La società è comunicazione
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Prof. Sergio Severino
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La svolta comunicativa
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Alfred Schutz
George Herbert Mead
Erving Goffman
Harold Garfinkel
Herbert Blumer
Jurgen Habermas
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Alfred Schutz
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Alla base del pensiero di Schutz c’è il problema della “struttura significativa
della vita quotidiana”: ora, poiché i significati attribuiti alla vita quotidiana
cambiano da un contesto socio-culturale all’altro, egli riconosce la pluralità dei
mondi sociali ed aggiunge che l’interpretazione della realtà, la sua continua
elaborazione in modi diversi, sia un principio attivo anche in ogni momento
delle nostre vite individuali.
Noi possiamo guardare alla realtà da una pluralità di punti di vista differenti a
seconda dei particolari interessi che abbiamo in determinati momenti per essa.
A questo proposito Schutz conia la definizione di “province finite di
significato” e, in merito a ciò, si riporta ad Husserl.
Edmund Husserl:
"  la fenomenologia è un approccio alla filosofia che assegna primaria
rilevanza all'esperienza intuitiva, la quale guarda ai fenomeni come punti di
partenza e prove per estrarre da esso le caratteristiche essenziali delle
esperienze e l'essenza di ciò che sperimentiamo. È appunto chiamata
"fenomenologia trascendentale”.
Prof. Sergio Severino
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Alfred Schutz
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In particolare, reale è tutto ciò che si trova in rapporto con la nostra vita attiva
ed emotiva per cui il principio della realtà è chiaramente soggettivo. E’ reale
tutto ciò di cui noi facciamo esperienza e noi lo accettiamo come tale finchè non
è contraddetto da altre esperienze. James distingue così dei “sottouniversi”
quali il mondo del senso e delle cose fisiche (che è la realtà per eccellenza), il
mondo delle relazioni ideali, il mondo della scienza, ecc.
Schutz preferisce parlare di “province finite di significato” per mettere in
evidenza che la struttura ontologica degli oggetti non cambia ma cambia il
significato a essi attribuito.
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George Herbert Mead - 1
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L'interazionismo simbolico è un approccio teorico sviluppatosi negli Stati Uniti
d'America
Esso pone l'accento sulla creazione dei significati nella vita e nelle azioni
umane, sottolineando la natura pluralistica della società, il relativismo culturale e
sociale delle norme e delle regole etiche e sociali e la visione del sé come
socialmente strutturato.
Esso si occupa principalmente dell'interazione sociale che ha luogo nella vita
quotidiana della gente. È una teoria microsociologica.
Sono tre i principi dell'interazionismo simbolico, divenuta una vera e propria
scuola di pensiero:
1.  gli esseri umani agiscono nei confronti delle "cose" (oggetti fisici, esseri
umani, istituzioni, idee...) in base al significato che attribuiscono ad esse;
2.  il significato attribuito a tali oggetti nasce dall'interazione tra gli individui ed è
quindi condiviso da questi (il significato è un prodotto sociale);
3.  tali significati sono costruiti e ricostruiti attraverso un "processo interpretativo
messo in atto da una persona nell'affrontare le cose in cui si imbatte” .
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George Herbert Mead - 2
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Mead sosteneva che le interazioni fra individui e gruppi di individui non
nascano da una serie di risposte a stimoli (prospettiva comportamentista),
ma dall'interpretazione dei significati simbolici attribuiti agli stimoli stessi.
Per Mead l'individuo vive e opera in un mondo sociale.
Si può comprendere il modo in cui il singolo agisce solo se si considera il
suo comportamento all'interno del gruppo sociale al quale appartiene,
poiché le azioni del soggetto trascendono i confini del singolo e
coinvolgono anche gli altri membri del gruppo.
Interessante fu la distinzione fra "Me", ovvero l'assorbimento degli
atteggiamenti degli altri, e "Io", ovvero la reazione del soggetto in risposta
all'interazione con l'ambiente, oltre alla focalizzazione sul controllo sociale,
effettuata tramite l'intervento limitante del "Me" sull'"Io".
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George Herbert Mead - 3
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Mead teorizzò che gli esseri umani iniziano a conoscere il mondo sociale
tramite il "gioco" e la "competizione". Nello sviluppo dei bambini vi è
innanzitutto il "gioco". I bambini assumono i diversi ruoli che osservano nella
società "adulta" e interpretandoli giocando essi cercano di acquisire una
comprensione dei differenti ruoli sociali.
Come risultato di tale gioco, i bambini imparano a diventare soggetto ed
oggetto e iniziano a costruire il proprio sé.
Considerando che nel gioco i bambini assumono il ruolo di altri distinti, nel
gioco di squadra il bambino deve assumere il ruolo di tutti gli altri coinvolti
nel gioco. Inoltre, questi ruoli devono essere in una precisa reciproca
relazione.
Nella fase del gioco inizia l'organizzazione ed iniziano ad emergere le
personalità. I bambini cominciano ad essere capaci di agire in gruppo e
soprattutto a determinare che cosa faranno all'interno di uno specifico
gruppo.
Prof. Sergio Severino
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George Herbert Mead - 4
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Mead definisce questa condizione come il primo incontro del bambino con
"l'altro generalizzato", che rappresenta uno dei concetti principali per la
comprensione della nascita del sé (sociale) negli esseri umani.
"L'altro generalizzato" può essere inteso come la comprensione di una data
attività e del posto occupato dagli attori in quella data attività dalla
prospettiva di tutti gli altri esercitanti quell'attività.
Attraverso la comprensione di "l'altro generalizzato" l'individuo capisce che
tipo di comportamento è previsto, appropriato e così via, in differenti contesti
sociali.
Il meccanismo di prospettiva preso insieme agli atti sociali è lo scambio di
posizioni sociali.
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Erving Goffman
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Autore del testo Asylums - che sarà il capostipite di un filone di pensiero - per il quale
aveva attinto informazioni all'Istituto d'igiene mentale di Washington, descrive la
"istituzionalizzazione" come la reazione dei pazienti alle strutture burocratiche di
un'istituzione ospedaliera. Goffman usa la fenomenologia per comprendere come gli
esseri umani percepiscano le interazioni che essi osservano ed alle quali
partecipano. Per Goffman non esiste alcuna "verità vera", ma solo interpretazioni che
sono vere per ciascun individuo.
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Il principale contributo di Goffman alla teoria sociale è la sua formulazione
dell’interazione simbolica nel suo La vita quotidiana come rappresentazione del
1959. Sebbene Goffman sia spesso classificato come interazionista simbolico, egli
tentò di correggere i difetti di detto indirizzo di pensiero. Per Goffman, la società non
è una creatura omogenea. Noi dobbiamo recitare in modo diverso a seconda dei
diversi teatri. Il contesto che dobbiamo giudicare non è un’ampia società, ma un
contesto specifico. Goffman indica che la vita è un teatro, ma c’è bisogno anche di
un parcheggio e di un guardaroba: c’è un più ampio contesto sottostante
all’interazione simbolica faccia a faccia.
Prof. Sergio Severino
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Erving Goffman
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Al centro dell’analisi resta la relazione tra recita e ribalta. A differenza di altri autori
che pure hanno fatto ricorso a quest'ordine d'immagini, Goffman sembra prendere in
considerazione tutti gli elementi della recita: un attore svolge la sua parte in
un'ambientazione teatrale che si compone di un palcoscenico e di un retroscena; i
vari elementi del gioco s'influenzano e sostengono reciprocamente. Difatti, egli è
osservato da un pubblico, ma al contempo egli è un pubblico per la "parte
recitata" (nello specifico rituale interattivo) dai suoi stessi spettatori.
l'attore è in grado di scegliersi il palco e chi gli farà da "spalla allo stesso modo in cui
è libero di scegliere il costume di scena più adatto.
Lo scopo principale dell'attore è mantenere la coerenza espressiva, adattandosi ai
differenti palcoscenici che gli vengono di volta in volta proposti.
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Harold Garfinkel
l’etnometodologia
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Il nome sta ad indicare l'insieme dei metodi di cui i membri di un
gruppo etnico si servono per comprendere la loro stessa attività
e Garfinkel lo ha coniato per assonanza con il termine
etnobotanica, usato dai botanici per indicare l'insieme dei
metodi che un gruppo etnico utilizza per comprendere la
botanica.
Per elaborare i principi su cui si basa la scuola
etnometodologica, Garfinkel ha preso ispirazione dalle teorie di
Edmund Husserl, di Alfred Schutz, da alcuni presupposti del
funzionalismo di Talcott Parsons e dalle teorie
dell'interazionismo simbolico.
Etnometodi: pratiche di uso comune che riescano a dare senso
all’attività ed all’interazione tra gli individui
Prof. Sergio Severino
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Harold Garfinkel
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L'etnometodologia si fonda principalmente su due concetti che hanno
ripercussioni importanti sul modo di intendere l'agire sociale:
l'indicalità e la riflessività.
"  Secondo il concetto di indicalità, nessuna affermazione può avere
un significato indipendente dal suo contesto. Il senso di ogni
affermazione è, quindi, anche di ogni spiegazione, contiene
qualcosa in più rispetto al significato letterale perché la sua
comprensione avrà modalità diverse in contesti diversi.
"  Il concetto di riflessività si rifà all'idea che un'affermazione è
riferibile solo a sé stessa e non fa riferimento a nessuna realtà
diversa da sé stessa, vale a dire che non esiste una realtà
oggettiva e modi di osservarla per descriverla, ma che ogni
osservazione costituisce la realtà stessa.
Secondo i presupposti dell'indicalità e della riflessività, i membri di un
gruppo etnico mentre agiscono danno senso a quello che fanno, cioè
lo spiegano; il senso del loro agire è l'azione stessa.
Prof. Sergio Severino
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Harold Garfinkel
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L'indicalità è la proprietà delle pratiche (account), sia verbali
sia legate alla prassi, per la quale gli account non possono
essere compresi se non in riferimento ad un contesto
particolare. Ciò significa che, per Garfinkel, non esiste un
significato oggettivo nel linguaggio o nei gesti, ma un significato
che è dato dal rapporto tra l'account e il contesto (alzare il
braccio è una pratica che fornisce diverse spiegazioni di sé e
della realtà a seconda del contesto in cui viene effettuato).
Infine, la riflessività significa che la comprensione
dell'account richiede una pre-conoscenza dell'account
stesso
Prof. Sergio Severino
60
Jurgen Habermas
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recependo la caratteristica di "partecipazione" nei movimenti del
cosiddetto '68, ha proposto i lineamenti fondamentali di una teoria
discorsiva della morale e della politica.
Il discorso pubblico si pone come modello di un agire comunicativo che
egli oppone all'agire strumentale sulla scia dei maestri francofortesi
Horkheimer e Adorno.
"  l'agire strumentale sembra organizzato dalle logiche della tecnica e del
dominio;
"  l'agire comunicativo indica la possibilità di un'unione sociale non
coercitiva, basata sul criterio di riconoscimento intersoggettivo non
violento, orientato all'intesa.
Prof. Sergio Severino
61
Jurgen Habermas
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Nei suoi scritti occupano una posizione centrale le tematiche
epistemologiche inerenti alla fondazione delle scienze sociali reinterpretate
alla luce della "svolta linguistica" della filosofia contemporanea; l'analisi
delle società industriali nel capitalismo maturo; il ruolo delle istituzioni in
una nuova prospettiva dialogico emancipativa in relazione alla crisi di
legittimità che mina alla base le democrazie contemporanee e i
meccanismi di formazione del consenso.
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La sua elaborazione filosofica lo ha visto sempre impegnato nella critica
del metodo del conoscere oggettivamente. Questo lo ha condotto sulla via
della fondazione di una nuova ragione comunicativa che egli ritiene che
possa liberare l'umanità dal principio di autorità. Infatti considera che solo il
paradigma conoscitivo intersoggettivo quale elemento fondativo di una
nuova ragione comunicativa va ben aldilà di un astratto paradigma della
soggettività di cui peraltro sollecita l'abbandono.
Prof. Sergio Severino
62
Herbert Blumer
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mette in primo piano la fluidità e la negoziabilità dell'ordine
sociale:
"  gli esseri umani agiscono nei confronti delle "cose" (oggetti
fisici, esseri umani, istituzioni, idee...) in base al significato
che attribuiscono ad esse;
"  il significato attribuito a tali oggetti nasce dall'interazione tra
gli individui ed è quindi condiviso da questi (il significato è
un prodotto sociale);
"  tali significati sono costruiti e ricostruiti attraverso un
"processo interpretativo messo in atto da una persona
nell'affrontare le cose in cui si imbatte".
Prof. Sergio Severino
63
Socializzazione ed Educazione
Quale distinzione tra “educazione” e
“socializzazione”?
Prof. Sergio Severino
64
Elaborazione di norme etiche e giuridiche, le quali,
stabilendo obblighi comuni e reciproci, allocando mezzi,
compensi e responsabilità a differenti posizioni sociali in
differenti situazioni, in modo chiaro e stabile, e
coordinando i rapporti tra le posizioni, impediscono che le
azioni dei vari soggetti interferiscano tra loro, con esiti
distruttivi per il sistema.
Definizione di “continuità”: ossia il problema cruciale che
ogni società deve affrontare e risolvere.
65
Prof. Sergio Severino
65
Ogni società deve assicurare la propria
continuità nel tempo.
È necessario, quindi, che essa disponga di
pratiche e istituzioni, atte a trasmettere
almeno una parte del patrimonio culturale che
ha accumulato nel corso delle generazioni.
La socializzazione è lo strumento attraverso il
quale il patrimonio culturale della società
viene appreso dagli individui.
66
Prof. Sergio Severino
66
La “socializzazione” consente la
regolamentazione del comportamento di un
membro della società, rappresentando al
tempo stesso un prerequisito indispensabile
per la stabilizzazione dell’individualità e
dell’auto-consapevolezza.
67
Prof. Sergio Severino
67
La “socializzazione” formale fa riferimento
all’intenzionalità e alla progettualità del processo
educativo, a differenza del livello informale che
descrive, invece, tutte quelle relazioni il cui
effetto non sia intenzionale, atteso, previsto dai
partecipanti a quella determinata situazione.
Quella non formale, infine, fa riferimento ad ogni
attività educativa organizzata al di fuori del
sistema formale e realizzata, ad esempio, nel
luogo di lavoro, pur non prevedendo
l’acquisizione di titoli culturali o professionali.
68
Prof. Sergio Severino
68
A differenza del mondo animale, dove azioni e
comportamenti sono trasmessi perlopiù per via
genetica attraverso un cospicuo bagaglio
istintuale, per acquisire conoscenze che
andranno poi a sostanziare azioni e
comportamenti, il mondo umano ha bisogno di un
lungo periodo di apprendimento, visto lo scarso
bagaglio istintuale.
69
Prof. Sergio Severino
69
Patrimonio culturale = è l’insieme dei valori,
norme, atteggiamenti, conoscenze, capacità,
linguaggi, che consentono alla società di esistere,
di adattarsi al suo ambiente esterno e di
modificare a sua volta se stessa e il suo
ambiente
Socializzazione = è il processo mediante il quale
i nuovi nati diventano membri della società
70
Prof. Sergio Severino
70
Socializzazione primaria = l’insieme dei
processi volti ad assicurare all’individuo la
formazione delle competenze sociali di base.
Avviene durante i primi anni di vita fino al
raggiungimento dell’età scolare.
71
Prof. Sergio Severino
71
Competenze sociali di base:
1. 
acquisizione di un livello minimo di competenza
comunicativa, ossia la capacità di usare il
linguaggio per scambiare informazioni con gli altri
membri
2. 
sviluppo della capacità di entrare in rapporto con
gli altri, scambiando affettività, prestazioni, risorse
che consentono lo sviluppo di legami sociali e di
forme di cooperazione indispensabili
all’esistenza stessa della società
72
Prof. Sergio Severino
72
Per quanto ogni percorso esperenziale sia
assolutamente individuale, è possibile tuttavia fissare
alcune fasi tipiche del processo di socializzazione
primaria:
1. 
2. 
3. 
attaccamento affettivo
reciprocità del rapporto adulto-bambino
determinazione di modelli o regole di
comportamento
Le modalità e gli esiti di una fase condizionano modalità
ed esiti della successiva
73
Prof. Sergio Severino
73
Socializzazione secondaria = l’insieme dei processi di
formazione delle competenze specifiche richieste
dall’esercizio dei vari ruoli sociali. Si svolge dall’età
scolare, per tutto il corso della vita
Competenze sociali specifiche = sono quelle che
consentono agli individui di svolgere ruoli particolari e
comportano la capacità di usare linguaggi e di disporre
di conoscenze condivise soltanto da coloro che sono
coinvolti nell’esercizio di tali ruoli
74
Prof. Sergio Severino
74
Socializzazione secondaria = l’insieme dei processi
di formazione delle competenze specifiche richieste
dall’esercizio dei vari ruoli sociali adulti.
Nelle società moderne, altamente differenziate, ogni
individuo ricopre nella società una pluralità di ruoli
(role set): è in tale quadro che assume importanza la
socializzazione secondaria, come processo di
apprendimento attraverso cui l’individuo si dota delle
competenze che attengono ai ruoli che, nel corso
della sua vita, egli via via occupa.
75
Prof. Sergio Severino
75
Altro generalizzato = il bambino, man mano che cresce e si
trova ad agire in una cerchia di persone allargata, opera
un’astrazione e generalizzazione dai ruoli e atteggiamenti
delle figure parentali ai ruoli e agli atteggiamenti in generale.
In questo modo, i valori, le norme e le conoscenze che il
bambino ha ricevuto dai genitori vengono rafforzate e
sostenute dagli altri e assumono quindi una generalità sempre
più ampia fino a includere la società nel suo complesso.
76
Prof. Sergio Severino
76
Attaccamento affettivo = si sviluppa un rapporto carico di
affettività tra la madre, dispensatrice di soddisfazioni, e il
bambino, che manifesta “attaccamento” nei suoi confronti in un
rapporto di totale dipendenza.
Molte ricerche hanno dimostrato che, se questo rapporto è
positivo, il bambino sviluppa fiducia nell’ambiente e in se
stesso, maggiori capacità di autonomia e di apprendimento. In
caso contrario, si ha un arresto o comunque un rallentamento
delle capacità comunicative, motorie, affettive.
77
Prof. Sergio Severino
77
Identità personale = immagine che l’individuo ha di se
stesso
Identità sociale = l’insieme dei ruoli svolti dal soggetto nelle
varie sfere della vita alle quali appartiene
l'autostima è l'azione di valutare se stessi come insieme di
determinate caratteristiche, nonché il giudizio risultante da
questa valutazione, che viene fatta sulla base di criteri
ottenuti dal confronto delle proprie caratteristiche con quelle
di altri soggetti. L'autostima è il rapporto tra come siamo e
invece come vorremmo essere.
la stima di sé si connota come un'esperienza molto
soggettiva, legata più a ciò che ciascuno sente e pensa a
proposito di se stesso, che non a quello che gli altri credono
di lui.
78
Prof. Sergio Severino
78
Agenti di socializzazione:
famiglia
⇒ socializzazione primaria, sviluppo
dell’identità
scuola
⇒ inizio socializzazione secondaria,
rapporti e norme impersonali e oggettivi
lavoro
⇒ formazione professionale
gruppo dei pari ⇒ rapporti simmetrici, assenza di autorità e
di subordinazione
media
⇒ formazione di atteggiamenti, opinioni e
comportamenti relativi alle più diverse sfere di attività, che
possono rafforzare o indebolire l’efficacia dell’azione degli
altri agenti di socializzazione
79
Prof. Sergio Severino
79
La socializzazione è un processo continuo, piuttosto che
lineare.
Non solo non vi è coerenza tra i vari agenti che concorrono alla
socializzazione di un individuo, ma l’azione di ognuno di essi
può non essere, e in genere non è, internamente coerente.
In questo quadro l’individuo è agente attivo della propria
socializzazione:
!  sceglie nell’ampia gamma di opportunità di socializzazione
!  deve farsi carico di gestire l’inevitabile conflitto che, in una
società altamente differenziata, si produce tra le varie
agenzie di socializzazione.
80
Prof. Sergio Severino
80
Socializzazione e/o Educazione?
! 
! 
! 
Talvolta i due termini vengono usati come sinonimi
Il termine “socializzazione” ha origini recenti: attorno agli anni ’30.
La bilancia propendeva dalla parte societaria.
Ogni società ha la necessità di socializzare
le nuove generazioni:
! 
! 
! 
! 
Necessità di INTEGRAZIONE
Attività di REGOLAMENTAZIONE
Punto di incontro tra INDIVIDUO e SOCIETA’
FINE = stabilizzare una “personalità modale”, cioè adeguata ai fini della realtà
(Maccarini 2003)
Prof. Sergio Severino
81
Socializzazione e/o Educazione?
! 
Ambedue fanno parte dell’azione che gli adulti esercitano sulle nuove
generazioni.
! 
Ma educazione = insieme di azioni intenzionali e formalizzate
! 
E socializzazione = tutto ciò che concorre all’assunzione, anche indiretta di
orientamenti, atteggiamenti e significati adeguati al contesto. (Cesareo, 1972)
! 
Socializzazione è
“quel processo ampio e continuo, che tocca i soggetti durante tutto l’arco
della loro esistenza, in varie forme e modalità, all’interno del quale
assumono particolare rilevanza gli aspetti istituzionali e formali, che
tuttavia non esauriscono la portata complessiva di tutte le azioni
intersoggettive e reciproche che definiamo in senso ampio con il termine
“socializzazione”” (Ribolzi, 2002)
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82
Modelli di socializzazione
Modello funzionalista integrazionista
Modello conflittualista
Modello interazionista comunicativo
Enfasi su norme e ruoli sociali
Enfasi su dominio e coercizione
Enfasi su comunicazione e identità
Integrazione come risposta alle
aspettative sociali
Acquisire capacità di resistenza e
emancipazione
Acquisire competenza comunicativa
per la gestione del Sé
Centralità della società
Centralità della classe sociale o del
gruppo di appartenenza
Centralità del soggetto
Identità relativizzata, stabile,
sostanziale
La diversità: fonte di conflitto di
interessi, di dominio
Identità aperta, flessibile,
processuale
Il rapporto Alter-Ego:
complementarietà funzionale
Il rapporto Alter-Ego:
complementarietà dialettica
Il rapporto Alter-Ego:
complementarietà discorsiva
La diversità: utile se funzionale,
altrimenti assimilata o negata
La diversità: fonte di conflitto di
interessi, di dominio.
La diversità: componente
dell’identità, risorsa individuale e
sociale.
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83
Modello funzionalista (integrazionista) di
socializzazione
Il mezzo per il quale la società rinnova perpetuamente le condizioni della propria esistenza (Durkheim)
Quell’azione esercitata dalle generazioni adulte su quelle che non sono ancora mature per la vita sociale.
Essa ha per fine di suscitare e sviluppare nel bambino un certo numero di stati fisici, intellettuali e morali,
che reclamano da lui sia la società politica nel suo insieme, sia l’ambiente particolare al quale è destinato
Processo di interiorizzazione di orientamento riguardanti
ciò che ha significato per la società, che risponde quindi
alle aspettative di ruolo presenti nella società e serve al
suo funzionamento
Complementarità tra colui che
educa e chi viene educato
Meccanismi fondamentali attraverso i quali avviene l’apprendimento
Parsons
Rafforzamento
estinzione
Gratificazioni o privazioni che vengono messe in campo al fine di portare il
bambino all’assunzione di modelli di comportamento accettati
Inibizione
Il bambino impara ad astenersi dal compiere immediatamente un’azione
che gli interessa e diventa capace di aspettare, tanto di agire, quanto di
essere ricompensato
Sostituzione
Il soggetto impara a trovare oggetti diversi di gratificazione rispetto a
quelli desiderati
imitazione
Meccanismo importante attraverso il quale il bambino assimila dalle
persone che lo circondano aspetti importanti della realtà sociale:
conoscenze, abilità, comportamenti
Identificazione
Interiorizzazione vera e propria del soggetto con cui il bambino entra in
relazione, in forma di modello di riferimento
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84
Le radici…
Ha le sue radici nell’idea durkheimiana dell’educazione, intesa
come “il mezzo per il quale la società rinnova perpetuamente le
condizioni della propria esistenza”.
Ci sono a monte di questa concezione tre presupposti
fondamentali:
1.  l’uomo egoistico (se lasciato allo stato naturale, sarebbe un
essere asociale)
2.  primato storico, logico e morale della società (la società si
ordina di realizzare in noi i tratti essenziali del tipo collettivo)
3.  società armonica e ben organizzata (ognuno andrà ad
occupare il posto per il quale è destinato).
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85
Talcott Parsons
Egli integra la concezione durkheimiana con la psicologia sociale
di Mead e la psicanalisi di Freud.
Introduce la distinzione tre socializzazione:
primaria = interiorizzazione degli orientamenti fondamentali di
valore (personalità fondamentale / famiglia)
secondaria = specificazione degli orientamenti di ruolo
precedentemente interiorizzati (variabilità personale / scuola).
Inoltre, bisogna ricordare che l’identificazione è il processo più
importante nella socializzazione primaria, mentre l’imitazione è il
meccanismo più importante nella socializzazione secondaria.
La scuola e la famiglia sono le due agenzie di socializzazione più
importanti anche se hanno un peso ed un ruolo ben diverso.
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86
identificazione
L'identificazione, in psicologia, rappresenta quel processo
mediante il quale un individuo costituisce la propria personalità
assimilando uno o più tratti di un altro individuo e modellandosi
su di essi.
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87
imitazione
Con questo termine s'intende un'attività di produzione o un
comportamento non originale, basati su un modello
preesistente che si ritiene valido e che si cerca di eguagliare
intenzionalmente o casualmente.
La parola può avere sia valenza positiva, se il modello è preso
solo come punto di partenza e stimolo, che negativa, quando
la riproduzione è solo una sterile e pedissequa copia
dell'esempio esistente.
La socializzazione infantile e la formazione della personalità è
un processo durante il quale il bambino si rivolge a modelli
privilegiati, che egli trova nell'ambiente sociale in cui vive.
Questa "socializzazione secondaria” è soprattutto un
fenomeno di identificazione.
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88
Talcott Parsons
La scuola si inserisce tra famiglia e mondo del lavoro, per
continuare il processo di socializzazione
La scuola ha il compito di verificare ed integrare quanto
appreso in ambito familiare
L’insegnante mette in atto un principio di differenziazione degli
alunni in base al criterio dell’achievement (successo), da essi
manifestato con le relative ricompense. Pertanto la classe
scolastica si sviluppa lungo un continuum di achievement, il cui
contenuto è rappresentato dalla superiorità relativa nel
corrispondere alle aspettative dell’insegnante in quanto agente
della società adulta.
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89
Approccio conflittualista
il conflitto come categoria fondamentale di descrizione dei rapporti sociali.
Analisi dei rapporti sociali in termini di dominio.
Educazione come riproduzione dei rapporti di forza e dei meccanismi di
distribuzione delle risorse esistenti.
È pur vero però che l’approccio conflittualista ha svolto una funzione
significativa di denuncia dei condizionamenti ed ha contribuito
all’approfondimento di come si realizza il processo di socializzazione.
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90
Modello conflittualista di socializzazione
Conflitto
Categoria fondamentale di
descrizione dei rapporti sociali
Riproduzione sociale e culturale
All’interno di questa matrice critica, di svelamento del dominio e delle contraddizioni insiti nei rapporti sociali,
confliuiscono diversi autori anche in qualche misura distanti tra loro:
Teorici della
riproduzione sociale
Rimettere in discussione il rapporto tra struttura economica e sovrastruttura
Teorici della
riproduzione culturale
Problematizzare il rapporto esistente tra cultura familiare (che fornisce
un’eredità culturale) e scolastica (depositaria della cultura e dell’ideologia della
classe dominante)
Ideale emancipatorio
Emancipazione possibile attraverso il conseguimento di una coscienza di classe
Analisi weberiana della
struttura di potere e dei
rapporti tra i gruppi,
secondo un’analisi
multidimensionale della
stratificazione sociale
I gruppi sono in lotta tra loro per la ricchezza, per il potere politico, per il
riconoscimento e l’affermazione di prestigio sociale. Il conflitto è considerato
una modalità di relazioni sociali, piuttosto che una contraddizione strutturale
insanabile, e, pertanto, dall’antagonismo tra individui, gruppi, classi, possono
emergere anche intese più o meno durature, dove l’equilibrio appare sempre
instabile, dato che il conflitto è sempre possibile.
Ralph Dahrendorf
Il conflitto sociale è elemento vitale per la società e per l’esistenza individuale e,
pertanto, è ineliminabile: rappresenta una molla per il cambiamento
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91
Modello conflittualista di socializzazione
Caratteristiche fondamentali
A matrice marxista
Enfasi sul conflitto, sul coercizione e il dominio
Svelamento dei condizionamenti
Educazione è una dimensione sovrastrutturale ed è legata alla struttura economica
Educazione è uno strumento di dominio e di riproduzione sociale e culturale
Educazione può diventare strumento di emancipazione della classe dominata
Discontinuità tra stili di vita, educativi, bisogni ed aspettative in relazione alla classe sociale
La riuscita scolastica è legata a fattori ascritti, all‘habitus, al capitale sociale e culturale
L’identità è collettiva e corrisponde alla coscienza di classe
A matrice weberiana
Enfasi sulla lotta tra i gruppi e tra gli individui per la ricchezza, il potere, il prestigio
L’istruzione è uno strumento per la lotta tra i ceti
Il conflitto, anche nel campo dell’istruzione, si gioca tra i vincoli e opportunità, e assume i caratteri di
competizione
L’identità è costruita all’interno di ambienti di vita (ceto) e definisce lo stile di vita e gli orientamenti
verso il mondo
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92
Approccio interazionista-fenomenologico
Questo approccio trova le sue radici da un lato nella psicologia
sociale, dall’altro nella filosofia fenomenologica.
Presupposti:
•  l’uomo costruisce attivamente la realtà sociale attraverso la
sua capacità di riprodurre simboli.
•  discontinuità tra natura e cultura
•  l’attribuzione di significato e acquisizione di senso della
struttura sociale
•  l’unità di analisi non è il comportamento del singolo individuo
bensì l’interazione
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93
Approccio interazionista-fenomenologico
Mead: i significati simbolici traggono origine da una soggettivizzazione o
interiorizzazione delle strutture oggettive di senso.
Blumer: gli aspetti micro sociali di analisi dell’interazione e la dimensione
soggettiva del significato.
Berger e Luckman: riformulano e sintetizzano lo studio del processo di
socializzazione e dei rapporti tra il pensiero umano e il contesto sociale.
“Com’è possibile che i significati soggettivi diventino attualità oggettive?”
Il problema centrale della socializzazione dunque è avere la capacità di
rielaborare e trasformare delle realtà, mettere in comune dei significati, oppure
prendere distanza da significati che non condividiamo.
Di fatto dunque, ogni interazione modifica il sistema culturale e quello sociale.
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94
Modello interazionista-comunicativo di
socializzazione
Caratteristiche fondamentali
Enfasi sulla costruttività della realtà sociale, mediante l’interazione e l’intersoggettività
Il soggetto è produttore di simboli, segni, significati
Il soggetto è riflessivo, capace di rielaborazione personale e creatrice
Il linguaggio è il medium della comunicazione
La socializzazione secondaria consente la destrutturazione/ristrutturazione dell’identità e la
discontinuità dell’esperienza esistenziale del soggetto
L’identità è aperta, processuale, riflessiva, legata alla capacità di continua ricomposizione delle
esperienze da parte del soggetto
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95
Berger e Luckmann
Realtà della vita quotidiana, data per scontata, senza problematizzazione, poiché si presenta come modo
intersoggettivo condiviso con gli altri
Il bambino interiorizza in
forma di tipizzazioni
Modelli utili per l’agire, che sono diventai tali perchè oggettivati nella struttura
sociale
La struttura sociale è la somma delle tipizzazioni e dei modelli ricorrenti di interazioni stabiliti per il loro
tramite
Svolta comunicativa
La società è comunicazione
Mead
L’identità assume l’aspetto di processualità, di una dialettica tra la parte
socializzata (il me) e l’interiorità creatività del soggetto (l’io)
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96
Personalità fondamentale e modale
FONDAMENTALE
MODALE
Personalità di base, che si
struttura attraverso
l’interiorizzazione degli
orientamenti di valore espressi
das coloro che socializzano il
bambino.
Denominatore comune tra la
personalità e la struttura dei ruoli
Generale, diffusa, maggiormente
condivisa.
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97
David Riesman
Diretto
Autodiretto
Eterodiretto
Guidato
Periodo
dall’opinione
Dalla tradizione, rinascimentale,
dei suoi
assume i
possiede una
contemporanei,
personalità
modelli culturali
personalità
tradizionali,
salda e stabile,
variabile, che si
tipico del
la fonte di
adatta, classe
direzione è
Medioevo
media formatasi
“interiore”.
nelle città.
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98
EDUCAZIONE E SOCIALIZZAZIONE
SOCIALIZZAZIONE ….
LE RELAZIONI TRA LA STRUTTURA SOCIALE E LA
FORMAZIONE DELLA PERSONALITA’…
I PERCORSI DI VITA CHE SI REALIZZANO
CONCRETAMENTE NELL’ESPERIENZA
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99
EDUCAZIONE ……
ASPETTI ISTITUZIONALIZZATI, IDEALI, DELLA
SOCIALIZZAZIONE
STRUTTURAZIONE DEI PERCORSI PERSONALI
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100
SOCIALIZZAZIONE Definizione generica
Insieme dei processi tramite i quali un individuo sviluppa
lungo tutto l’arco della vita, nel corso dell’INTERAZIONE
SOCIALE con un numero infinito di collettività entro una
CULTURA e in un dato livello di CIVILTA’.
Sinonimi: formazione di PERSONALITA’, CARATTERE
SOCIALE, BISOGNI, PROCESSO DI INCULTURAZIONE
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101
Educazione (definizione generica)
! 
rapporti osservabili e/o taciti tra le diverse componenti di un sistema
educativo, i fini pedagogici…la formazione degli insegnanti…i
contenuti culturali espliciti e quelli impliciti degli studenti e degli
operatori…lo sviluppo economico del territorio….la cultura delle
famiglie …la stratificazione sociale…il conflitto…gli oggetti, le
tecnologie
! 
significato limitato: trasmissione, istruzione…insegnamento…
formazione…
! 
significato esteso: socializzazione, interazione, apprendimento,
pratica;
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102
una più complessa definizione di socializzazione…..
apprendimento di specifiche forme di
comportamento sociale, scambio, interazione,
acquisizione, adattamento verso specifici modelli di
comportamento, concezioni della realtà, stili di vita
capaci di costituire identità ed agire sociale,
apprendimento pratico, apprendimento in azione,
situato….
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103
Socializzazione e/o Educazione?
! 
Tipi di socializzazione:
- primaria
- secondaria
- indiretta
- in età adulta
- risocializzazione
! 
Agenzie principali per i
diversi tipi
- 
Famiglia
Scuola
Mass-media
Lavoro
- 
- 
- 
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104
Socializzazione e/o Educazione?
Per concludere:
!  La
socializzazione non può realizzarsi se
non a partire da due poli di riferimento:
l’integrazione sociale e il conseguimento
dell’identità personale.
!  La società è l’ambiente imprescindibile del
soggetto che è condizionato ma non
determinato da essa.
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105
Socializzazione e/o Educazione?
Problemi aperti:
! 
! 
E’ possibile, in una società pluralistica e multiculturale
convergere su alcuni valori comuni?
E’ possibile lo sviluppo di un soggetto libero e responsabile
in un mondo complesso, carico di incertezza? (Baumann
1999)
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106
Famiglia: gruppo primario
l gruppo primario si ha quando gli aderenti si conoscono e
sono in stretto rapporto personale. Sarà pertanto piuttosto
. ristretto ma questo non può considerarsi un carattere
distintivo e necessario ma solo una caratteristica diffusa.
Esempi di gruppi primari sono un gruppo di amici o una
scolaresca ben affiatata
Per gruppo secondario si intende il gruppo formato da
individui che non hanno uno sfondo emozionale comune ma
sono legato da motivi più oggettivi. I membri hanno rapporti
fra loro rapporti formali, spesso freddi e cortesi ,vige la
gerarchia, i membri sono molto numerosi. Nessuna di tali
caratteristiche è necessaria o determinante: si tratta solo di
caratteristiche diffuse nella maggior parte dei casi
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107
Famiglia: istituzione
• Possiede un assetto normativo che è definito socialmente.
• Rapporto tra società e famiglia (collocazione giuridica,
ecc., dei suoi componenti).
• L’esperienza vissuta nella famiglia non è scandita
semplicemente da norme interne, definite dai suoi membri,
bensì è pervasa da modelli che regolano il comportamento
di coloro che vi abitano e che contemporaneamente
mettono in relazione questo comportamento con dei
contesti di signicato più ampio.
• La vita quotidiana avviene nel contesto avvolgente di un
ordine istituzionale.
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108
Famiglia
Approccio funzionalista
Approccio conflittualista Approccio comunicativo
Duro attacco da parte
dei movimenti antiautoritari ed antiistituzionali
companionship
Rapporto con società
Critica alla famiglia
borghese
Mutuo consenso
giornaliero
Vita interna scandita da
regole istituzionali
Famiglia come sovrastruttura che riproduce
la struttura autoritaria
affetto
Istituzione sociale
Assetto normativo
definito socialmente
interazione
Rischio di implosione e
perdita di rilevanza
sociale
Rapporto con le altre
istituzioni
Anni ‘70
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109
Nucleare è una famiglia formata da una sola unità coniugale;
Estesa è una famiglia formata da una sola unità coniugale e uno o più parenti
conviventi;
Multipla è una famiglia formata da due o più unità coniugali;
Senza struttura coniugale è una famiglia priva di unʼunità coniugale (vi sono
persone che convivono);
Solitario è una famiglia formata da una sola persona.
Coniugale, composta dal/i genitori e dal/i proprio/loro figli
Monogama, quando vi sono solo due genitori (la più diffusa, soprattutto in aree
urbane)
poliginica, quando non vi è una distinzione tra la genitrice naturale e le altre donne
appartenenti al proprio gruppo parentale e un solo padre
poliandrica, quando non vi è una distinzione tra il genitore naturale e gli altri uomini
appartenenti al gruppo parentale e una sola madre
poliginandrica, o del matrimonio di gruppo, quando vi sono più madri e padri
conviventi
Consanguinea, sinonimo di famiglia estesa, composta dai genitori, dalle loro
famiglie di origine e dai loro discendenti
Monogenitoriale, composta da un solo genitore e dai suoi figli, generati o adottati.
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110
! 
NON ESISTE UN MODO DI ESSERE E DI VIVERE CHE SIA IL MIGLIORE PER
TUTTI…. LA FAMIGLIA DI OGGI NON E’ NE’ PIU’ NE’ MENO PERFETTA DI
QUELLA DI UNA VOLTA : E’ DIVERSA PERCHE’ LE CIRCOSTANZE SONO
DIVERSE.
(E.DURKHEIM)
SE è IL SESSO MASCHILE A STRUTTURARE LA PARENTELA
- 
la relazione parentale si dice agnatica
- 
la filiazione si dice patrilineare
SE è IL SESSO FEMMINILE A STRUTTURARE LA PARENTELA
- 
la relazione parentale si dice uterina
- 
la filiazione si dice matrilineare
SE ENTRAMBI I SESSI STRUTTURANO LA PARENTELA
- 
la relazione parentale si dice cognatica o indifferenziata
- 
la filiazione si dice bilineare
DIFFERENZA TRA
PATRI-MATRI LINEARITA’
PATRI-MATRI LATERALITA’
PATRI-MATRI ARCALE
PATRI-MATRI LOCALE
Sistema di discendenza
Flusso di obbligazioni e solidarietà
Rapporti di potere
Dove si va a vivere
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111
In quasi tutte le società sono presenti:
-  famiglie nucleari: due adulti che vivono insieme sotto uno stesso tetto con i propri figli naturali o adottivi.
Quando insieme alla coppia e ai suoi figli vivono sotto lo stesso tetto anche altri parenti prossimi (es. zii,
fratelli, nipoti ecc.) in un rapporto stretto e continuativo, si parla di famiglie estese. Famiglie allargate sono
quelle con i parenti affini.
Nelle società occidentali il matrimonio, e quindi la famiglia, sono associati alla monogamia ⇒ è possibile
sposare un solo partner.
In altre società, invece, è possibile sposare più di un partner
poligamia:
poliandria
la donna può sposare più uomini
poliginia
l’uomo può sposare più
donne
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112
! 
! 
! 
1. 
2. 
3. 
4. 
! 
1. 
2. 
3. 
4. 
La teoria funzionalista analizza la famiglia in rapporto ai bisogni sociali
che essa soddisfa:
La famiglia nucleare è nata in risposta alle esigenze della società
industriale che recluta persone in base alle caratteristiche acquisite e
provoca perciò una forte mobilità orizzontale e sociale.
Le funzioni della società sono comprese nel modello A.G.I.L.:
A:ADATTAMENTO ALL’AMBIENTE ISTITUZIONI
ECONOMICHE
G:DEFINIZIONE DEI PROPRI OBIETTIVI-ISTITUZIONI POLITICHE E
GOVERNO
I:INTEGRAZIONE - ISTITUZIONI GIURIDICHE
L:MANTENIMENTO DEI MODELLI CULTURALI LATENTI - AGENZIE
SOCIALIZZAZIONE
Le funzioni della FAMIGLIA sono comprese nel modello A.G.I.L.:
A:ADATTAMENTO ALL’AMBIENTE PADRE
G:DEFINIZIONE DEI PROPRI OBIETTIVIPADRE
I:INTEGRAZIONE PADRE
L:MANTENIMENTO DEI MODELLI CULTURALI LATENTI - MADRE
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113
Processo di sviluppo nella socializzazione familiare
Fase della dipendenza orale, che corrisponde ll’identità madre-bambino
Fase anale e dell’attaccamento amoroso, in cui si realizza la differenziazione
dell’oggetto genitore da sé.
Fase edipica
Fase della latenza nella quale si realizza un’integrazione nel sistema dei ruoli
familiari
Fase della genitalità, che porta al conseguimento di una maturità psico-sessuale
(adolescenza).
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114
Lo sviluppo della personalità poggia, inoltre, su 2
teoremi di base:
1. la personalità è organizzata sull’interiorizzazione
di oggetto sociali;
2. la personalità si sviluppa, non attraverso un
processo di modificazione di impulsi primari o
istintivi, bensì attraverso un processo di
differenziazione di un sistemi di oggetti
interiorizzati assai semplice in sistemi
progressivamente più complessi.
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115
Analisi del ciclo di vita
• La famiglia è un sistema emozionale plurigenerazionale.
• L’esistenza di un asse verticale lungo il quale vengono
trasmessi (di generazione in generazione) i modelli
relazionale e di funzionamento, determina che lungo
codesti corrano anche atteggiamenti, aspettative, credenze
paure, tabù, pregiudizi, archetipi, stereotipi, grazie ai quali
la gente cresce e viene “educata”.
• Esiste anche un asse orizzontale che, invece, raccoglie
l’ansia prodotta dalle situazioni (comportamento,
ambiente) di stress, che la famiglia incontra nel proprio
cammino, attraverso il tempo, adattandosi (+/-) attivamenti
ai cambiamenti (resistenza) ed alle modificazioni provocate
dal superamento dei vari stadi.
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116
Il ciclo di vita familiare
Fase
Evento critico
Compiti di sviluppo
matrimonio
Formazione
dell’identità
Famiglia con
bambini
Nascita dei figli
Accettazione di una nuova
generazione e assunzione
dei ruoli genitoriali
Famiglia con
adolescenti
Adolescenza dei
figli
Adeguamento delle relazioni
genitori-figli per favorire la
reciproca separazione
Famiglia trampolino
I figli escono di
casa
Accettazione della
relazione adulto-adulto
tra genitori e figli
Pensionamento,
malattia
Sostegno alla
generazione di mezzo e
partecipazione alla vita
dei nipoti
Costituzione della
coppia
Famiglia anziana
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117
Disuguaglianze e differenze nei processi educativi
! 
L’uguaglianza delle opportunità di fronte
all’istruzione è uno dei temi centrali
nell’ambito della riflessione e della ricerca in
sociologia dell’educazione.
Prof. Sergio Severino
118
Disuguaglianze e differenze nei processi educativi
! 
! 
! 
! 
! 
La scolarizzazione di massa, che si avvia anche in Italia negli anni 50 e toccherà le sue
punte massime alla fine degli anni 60, rende visibile il problema delle disuguaglianze e
dell’influenza della stratificazione sociale sull’accesso, la permanenza e la riuscita negli
studi.
La riflessione sull’uguaglianza delle opportunità educative porta oggi alla necessità di
sviluppare ulteriormente l’analisi del legame che intercorre tra diversità e disuguaglianza,
un legame che si è fatto oltremodo complesso nel tempo, soprattutto in relazione alle
trasformazioni nella composizione della popolazione scolastica, che è diventata
progressivamente sempre più eterogenea portando all’interno della scuola tutta una serie
di differenze, riferite sia all’appartenenza di classe o di ceto, sia ad altri aspetti della
differenziazione, come il genere o l’appartenenza etnica.
L’istruzione diventa un requisito ritenuto necessario e, quindi, un bene ambito, facendo
aumentare il numero delle persone che desiderano accedere al sistema di istruzione,
conseguendo un titolo di studio elevato (!).
Cfr. abolizione del valore legale ai titoli di studio.
CREDENZIALISMO
Prof. Sergio Severino
119
! 
! 
! 
! 
Caratteristiche naturali: sesso, forza fisica, età
Caratteriste sociali: reddito, titolo di studio, rendimento scolastico, professione
Caratteristiche ordinabili: che si possono mettere in ordine lungo una scala di importanza
(reddito, scolarità, ecc.)
Caratteristiche non ordinabili: genere, carattere, nazionalità
Caratteristiche
Naturali
Sociali
Ordinabili
differenze
Non ordinabili
diversità
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120
La disuguaglianza è un concetto relazionale
Uguali possibilità di accesso vs. accesso a posizioni uguali
Possibilità di
mobilità sociale
Uguaglianza delle
opportunità
educative
contributi
Formale
Pluralista
Individualista
Continuum di
posizioni sociali
Integrazionista
Funzionale
Mobilità individuale
Uguali opportunità
di accesso
Rimozione barriere
Meritocrazia
Capitale umano
Parsons
Sostanziale
Relazionale
Approccio
collettivista
Conflittuale
Dicotomica
Relazioni
asimmetriche tra
le classi
Solo attraverso una
trasformazione
radicale dei rapporti
economici (mobilità
collettiva)
La scuola
riproduce le
disuguagliane
sociali
Auspicate uguali
possibilità
Abolizione di
qualsiasi
elemento
discriminante
Multidimensioni
Sia individualista
sia collettivista
Valutazione
differenziale delle
posizioni sociali
Lotta tra gruppi ed
individui per il
prestigio, potere,
ricchezza
Scelta razionale
Chances di vita
all’interno di
opzioni e vincoli
Weber
Idea di
uguaglianza
Concezioni della
stratificazione
Prof. Sergio Severino
121
Il rapporto equità-merito
! 
! 
! 
! 
! 
! 
Cosa si intende per “uguaglianza delle opportunità”?
Cosa significa “equità” in educazione?
Cos’è il merito? Da che cosa dipende?
Che posto ha (o deve avere) la meritocrazia a scuola?
Chi sono i migliori?
La selezione scolastica ha ancora senso?
Prof. Sergio Severino
122
Necessità di uno scenario di riferimento …
Prof. Sergio Severino
123
Riflessioni su …
! 
! 
! 
! 
Le funzioni della scuola
I dilemmi per le politiche scolastiche
Il rapporto equità/merito nella “scuola di tutti e di
ciascuno”
Nodi critici e sfide per la scuola oggi
Prof. Sergio Severino
124
La società moderna e industriale chiede di …
! 
! 
! 
Formare il lavoratore
Formare una nuova classe dirigente
Educare il cittadino
Un doppio mandato sociale
… ma scuola d’élite o “scuola di tutti”?
Prof. Sergio Severino
125
Le funzioni della scuola
Socializzazione
→ dimensione cognitiva
→ dimensione morale
! 
Selezione
→ misurare il grado di riuscita, le capacità, valutare … filtrare, mettere
alla prova …
! 
Prof. Sergio Severino
126
La funzione di selezione scolastica
La selezione scolastica è una delle funzioni
fondamentali della scuola: è il processo attraverso il
quale si provano le capacità degli alunni e con ciò si
contribuisce all’allocazione delle risorse umane nel
sistema delle posizioni e dei ruoli sociali
La selezione scolastica è una funzione tipica delle
società industrializzate
Prof. Sergio Severino
127
La funzione di selezione scolastica
“… La scuola è in primo luogo un fattore di prova, di
selezione e di distribuzione …” (Sorokin, 1927)
L’individuo, nella scuola, è “tenuto ad avere successo,
a voler avere successo ed inevitabilmente ciò
comporta avere successo secondo gli schemi
scolastici” (P.L.Berger, B.Berger, 1977)
Prof. Sergio Severino
128
I dilemmi che il sistema scolastico italiano ha affrontato nel tempo
Prof. Sergio Severino
129
Fino agli anni ‘50: selezione o socializzazione?
! 
forte selezione all’ingresso in funzione della
preparazione della classe dirigente
oppure
! 
massimo di apertura per favorire
alfabetizzazione e integrazione?
Prof. Sergio Severino
130
Anni ’60-’80: selezione o uguaglianza delle opportunità?
! 
! 
! 
! 
Negli anni sessanta si sviluppa un’apertura
generalizzata degli accessi all’istruzione
La selezione si sposta dagli accessi ai percorsi
Aumentano bocciature e abbandoni
Si apre un dibattito intenso sulle disuguaglianze di
riuscita
Prof. Sergio Severino
131
Dagli anni ’90: uguaglianza o differenza?
! 
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Emerge il tema della diversità/differenza nei
processi di apprendimento (eterogeneità di
interessi, ritmi di apprendimento, ecc.)
Si sottopone a riflessione critica il concetto di
uguaglianza: di che cosa? di chi?
Si fa strada il tema della giustizia in
educazione: l’equità in che cosa consiste? In
uguali opportunità? Oppure in uguale
trattamento?
Prof. Sergio Severino
132
«Nulla è più ingiusto quanto far parti uguali tra
disuguali»
Don Lorenzo Milani,
Lettera a una professoressa
Prof. Sergio Severino
133
Oggi: uguaglianza e differenza, ma come?
Come coniugare uguaglianza e differenze?
Prof. Sergio Severino
134
Cos’è disuguaglianza?
!  È
un processo di comparazione e
classificazione attraverso il quale avviene
un’attribuzione di valore a una diversità
o a una differenza
!  E’ una disparità nell’accesso alle risorse
materiale e immateriali
!  È una disparità di trattamento
Le disuguaglianze sono costruite
socialmente
Prof. Sergio Severino
135
Uguali o diversi?
! 
La questione dell’uguaglianza è una questione sociale (dimensione dei diritti e
delle relazioni)
! 
La questione delle diversità o delle differenze è una questione individuale
(individualizzazione, unicità del soggetto)
Uguale o disuguale ?
Simile o diverso ?
Prof. Sergio Severino
136
Il mito dell’uguaglianza …
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Uniformità dei percorsi e degli esiti
Abbassamento degli standard di apprendimento
Selezione “differita”
Promozioni formali, ma scarsa qualità dei risultati
reali di apprendimento (vedi dati PISA 2003 e 2006)
Spreco di capitale umano
Prof. Sergio Severino
137
L’uguaglianza delle opportunità di fronte all’istruzione
! 
Uguaglianza formale: a tutti deve essere garantita
un’uguaglianza di opportunità di accesso e di
partecipazione
! 
Uguaglianza sostanziale: a tutti deve essere garantita
un’uguaglianza nelle opportunità di riuscita
Prof. Sergio Severino
138
Sono possibili risultati disuguali?
Esistono disuguaglianze « giuste »?
Coniugare equità e merito …
→ sviluppando e sostenendo la motivazione, la
curiosità, il gusto di imparare
→ chiedendo un impegno costante, calato nella
situazione di ciascun soggetto
(individualizzazione, responsabilizzazione)
→ Premiando i risultati, il merito in relazione a un
percorso
Prof. Sergio Severino
139
La meritocrazia …
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La meritocrazia “pura” trascura il fattore individuale
e i fattori ascritti (disuguaglianze sociali, culturali,
ecc.)
! 
La meritocrazia “egualitaria” combina uguaglianza
delle opportunità (equità distributiva di risorse) e
merito (impegno individuale, talento, ma anche
sforzo)
Prof. Sergio Severino
140
Nodi critici e sfide per la scuola di oggi
Prof. Sergio Severino
141
Il legame selezione/dispersione scolastica
La dispersione scolastica (insieme delle bocciature,
ripetenze , abbandoni) è il risultato della selezione
che si applica nei diversi livelli della scolarizzazione
ma è anche il risultato di un processo di scelta
elaborato attivamente dal soggetto in relazione ad
aspettative e motivazioni che la scuola sovente
ignora
Prof. Sergio Severino
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La dispersione scolastica oggi
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Selezione differita: graduale spostamento verso i livelli
superiori della scolarità
Cruciali i passaggi da un ordine scolastico a quello
successivo
Divario Nord/Sud : evidente e costante nel tempo
Differenza maschi/femmine : particolarmente evidente
dagli anni novanta
Prof. Sergio Severino
143
L’insuccesso scolastico oggi
Nell’anno scolastico 2006/2007 (dati Ministero):
!  Il 3,2% degli alunni di scuola secondaria di I
grado è bocciato
!  In 1a media boccia il 4% degli iscritti
!  Il 14,2% degli studenti di scuola secondaria
di II grado non viene ammesso all’anno
successivo
!  Il 18,4% boccia in primo anno
!  120.000 giovani tra i 14 e i 18 anni sono già
fuori dal sistema di istruzione e formazione
Prof. Sergio Severino
144
Le cause
dell’insuccesso scolastico …
! 
! 
Il legame tra origine sociale/culturale, scelta della
scuola e riuscita scolastica … è un legame tuttora forte
…
Il titolo di studio dei genitori è un forte predittore delle
scelte e degli esiti scolastici e professionali dei figli
Il merito sovente maschera i privilegi …
Prof. Sergio Severino
145
Tuttavia …
Da analisi monocausali e deterministiche ad
un approccio multidimensionale
Prof. Sergio Severino
146
Aiuto da
insegnanti e
genitori
Doti individuali
Impegno nello studio
aspettative
Status sociale
e culturale
Il soggetto, le
sue scelte, la
sua riuscita
scolastica
Motivazioni ed aspettative
mdl
Clima di classe
e relazioni
Origine etnicoculturale
Prof. Sergio Severino
ambiente
147
Equità, merito ed efficacia
della scuola
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Equità e merito sono intrecciati
L’equità consiste in pari opportunità
Il merito rappresenta il diritto a risultati differenti e
anche disuguali
→ liberare il più possibile il merito dai “privilegi”
→ efficacia del processo di insegnamento/
apprendimento: al centro la relazione insegnantestudente e un progetto individualizzato
Prof. Sergio Severino
148
Rischi e sfide per la scuola oggi
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Erosione di capitale culturale da una
generazione all’altra
Inerzia della scuola: scarso incremento del
capitale culturale e sociale degli alunni
Spreco di talenti
Distanza … digital divide … tra alunni e
insegnanti
Prof. Sergio Severino
149
Guardando al futuro …
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Scovare e coltivare talenti
Valorizzare differenze di interessi, di
intelligenze, di motivazioni
Far crescere capitale culturale e capitale
sociale dei singoli e della comunità scolastica
Il merito si costruisce … è l’esito di pari
opportunità e diritto alla propria differenza o
eccellenza
Il merito non annulla la solidarietà e la
cooperazione tra gli studenti e tra insegnanti e
allievi
Prof. Sergio Severino
150
Attori ed agenzie nei processi educativi
La famiglia possiede una “sostanza sociale” e un
modo di stare nella…e di vivere la società; essa è il
modo di passaggio, sempre da produrre di nuovo,
dalla natura alla cultura, da ciò che è privato a ciò
che è pubblico, da soggettivo a intersoggettivo o
comune.
Prof. Sergio Severino
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Il 1968
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Il 1968 è stato per molti versi un anno particolare, nel quale grandi
movimenti di massa socialmente disomogenei (operai, studenti e
gruppi etnici minoritari) e formati per aggregazione spesso spontanea,
attraversarono quasi tutti i paesi del mondo con la loro carica
contestativa e sembrarono far vacillare governi e sistemi politici in
nome di una trasformazione radicale della società.
La portata della partecipazione popolare e la sua notorietà, oltre allo
svolgersi degli eventi in un tempo relativamente concentrato ed
intenso, contribuirono ad identificare col nome dell'anno il movimento,
il Sessantotto appunto.
Il Sessantotto è stato un movimento sociale e politico ancora oggi
controverso: molti sostengono che sia stato il movimento che ci ha
portato ad un mondo "utopicamente" migliore e molti altri sostengono
invece il contrario ovvero che sia stato un movimento che ha spaccato
e distrutto la moralità e la stabilità politica mondiale
Prof. Sergio Severino
152
Origini e premesse
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Il movimento nacque a metà degli anni sessanta e raggiunse la sua
apoteosi nel 1968.
Nel campo occidentale (Europa e Stati Uniti) un vasto schieramento di
studenti e operai prese posizione contro l'ideologia dell'allora nuova
società dei consumi, che proponeva il valore del denaro e del mercato
nel mondo capitalista come punto centrale della vita sociale.
Negli Stati Uniti la protesta giovanile si schierò contro la guerra del
Vietnam, legandosi alla battaglia per i diritti civili e alle filosofie che
esprimevano un rifiuto radicale ai principi della società del capitale
(controcultura).
Al contempo, alcune popolazioni del blocco orientale si sollevarono
per denunciare la mancanza di libertà e l'invadenza della burocrazia di
partito, gravissimo problema sia dell'URSS che dei paesi legati ad
essa.
Prof. Sergio Severino
153
Origini e premesse
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Nelle fabbriche gli operai rifiutavano l'organizzazione
del lavoro e i principi dello sviluppo capitalistico che
mettevano in primo piano il profitto a scapito
dell'elemento umano.
Facevano il loro esordio nuovi movimenti che
mettevano in discussione le discriminazioni in base al
sesso (con la nascita del femminismo e del movimento
di liberazione omosessuale) e alla razza.
Prof. Sergio Severino
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Il movimento operaio
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Dalla contestazione studentesca che fu inizialmente
sottovalutata dai politici e dalla stampa, si passò
repentinamente alle lotte dei lavoratori.
Le agitazioni presero origine per il rinnovo di molti
contratti di lavoro, per l'aumento dei salari uguale per
tutti, per la diminuzione dell'orario, per le pensioni, la
casa, la salute, i servizi, ecc.
Per la prima volta il mondo dei lavoratori e il mondo
studentesco fu unito fin dalle prime agitazioni su molte
questioni del mondo del lavoro, provocando nel Paese
tensioni sempre più radicali e a carattere rivoluzionario,
sfiorando in alcuni casi l'insurrezione, visti i proclami, i
giornali e i fatti che accadevano in Italia.
Prof. Sergio Severino
155
La Rivoluzione (1968-1969)"
Nell'aprile 1969, la costruzione del People's Park di Berkeley, in California, ha
ricevuto un'attenzione internazionale. L'Università della California (Berkeley)
aveva progettato di demolire tutti gli edifici su una superficie di 2,8 ettari vicino
al campus, volendo utilizzare il terreno per costruire campi da gioco e un
parcheggio. Dopo un lungo ritardo, durante il quale il sito era diventato un
pericoloso pugno nell'occhio, migliaia di comuni cittadini di Berkeley,
commercianti, studenti, e hippy presero la questione nelle proprie mani,
piantando alberi, arbusti, erba e fiori per trasformare il sito in un parco. "
Un importante confronto si ebbe il 15 maggio 1969, e il governatore
Ronald Reagan ordinò due settimane di occupazione della città di Berkeley da
parte della Guardia nazionale americana. Il "Flower Power" prese vita proprio
nel corso di questa situazione, quando gli hippy iniziarono ad impegnarsi in atti
di disobbedienza civile, piantando fiori negli spazi vuoti di tutta Berkeley sotto lo
slogan "Let A Thousand Parks Bloom" (Fai nascere un migliaio di parchi)."
Nell'agosto 1969, a Bethel (New York), ebbe luogo il Woodstock Music and Art
Festival, che per molti rimane il miglior esempio di controcultura hippy. Oltre
500.000 persone vi si recarono per ascoltare i musicisti e le band più notevoli
del tempo"
Prof. Sergio Severino
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La fine del movimento"
Nonostante fosse diffusa in tutto il mondo, la protesta giovanile si
spense, all'inizio degli anni '70, ovunque senza aver riportato
apparentemente risultati significativi. "
La principale ragione di questo fallimento va ricercata nella sua
incapacità di tradurre le aspirazioni in programmi concreti e in strutture
organizzative in grado di realizzarli. "
Il Sessantotto, quindi, si caratterizzò come una rivolta etico-politica dei
giovani contro la società, piuttosto che come un insieme di movimenti
politici finalizzati alla realizzazione di un programma ben definito. "
Merito del movimento giovanile di quegli anni fu, soprattutto in
Occidente, quello di mettere al centro dell'attenzione valori che fino a
poco tempo prima erano stati interesse di pochi: pacifismo,
l'antirazzismo, il rifiuto del potere come forma di dominio di pochi
privilegiati sulla popolazione, i diritti delle donne e l'interesse per
l'ambiente."
Prof. Sergio Severino
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1968
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Ha il suo apice il movimento socioculturale e di protesta ricordato complessivamente come Il Sessantotto"
15 gennaio - Sicilia: il Terremoto del Belice causa la morte di 370 persone"
30-31 gennaio - Vietnam: inizia l'Offensiva pianificata dal comandante dell'esercito nord-vietnamita
Vo Nguyen Giap (Guerra del Vietnam)"
marzo- Roma: di fronte alla facoltà di architettura dell'Università di Roma a Valle Giulia si verificano
violentissimi scontri tra gli studenti e la polizia. L'accaduto dà il via a una serie di occupazioni in numerose
università italiane"
18 marzo - Milano: gli operai della Pirelli-Bicocca danno vita al primo CUB (Comitato Unitario di Base), che
contesta duramente l'accordo sul contratto nazionale della gomma firmato il 3 febbraio."
4 aprile - Memphis, Stati Uniti: Martin Luther King viene assassinato a colpi di pistola sparati dal bianco
James Earl Ray"
9 aprile - Valdagno: gli operai degli stabilimenti Marzotto in sciopero resistono alle cariche della polizia e
danno vita a una battaglia in tutto il paese che si conclude con 42 arresti. La statua del fondatore della
fabbrica, il conte Gaetano Marzotto, viene abbattuta."
11 aprile - Berlino: un uomo ferisce gravemente a colpi di pistola il leader degli studenti Rudi Dutschke, che
non si riprenderà più completamente dalle lesioni fino a morire nel 1979 per le conseguenze dell'attentato."
1 maggio - Italia, l'ingegnere bolognese Giorgio Rosa dichiara l'indipendenza dell'Isola delle Rose"
10 e 11 maggio - Parigi: nel Quartiere Latino scoppiano gravi incidenti tra la polizia e gli studenti delle
università di Nanterre e della Sorbona. "
Il 13 maggio sfilano 800.000 persone a una manifestazione delle sinistre: è l'apice del Maggio francese"
Prof. Sergio Severino
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1968
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5 giugno - Los Angeles, Stati Uniti: viene assassinato il candidato democratico alla presidenza degli
Stati Uniti Robert Kennedy, fratello di John"
▪25 luglio - Città del Vaticano: viene resa pubblica l'enciclica Humanae Vitae, in cui papa Paolo VI
condanna ogni forma di contraccezione con metodi artificiali e ribadisce come legittima la sola
sessualità coniugale a scopi procreativi."
▪15 agosto▪A Città del Messico 40.000 manifestanti protestano contro la repressione in atto nel Paese."
▪▪21 agosto - Cecoslovacchia: le truppe del Patto di Varsavia invadono il paese mettendo fine alla
Primavera di Praga, l'esperimento politico di "socialismo dal volto umano" condotto da
Alexander Dubcek"
▪2 ottobre - Città del Messico: l'esercito spara con le mitragliatrici su una manifestazione studentesca.
I morti sono oltre cento, è il massacro di Tlatelolco. Viene gravemente ferita anche la giornalista
italiana Oriana Fallaci."
▪5 novembre - Stati Uniti: il repubblicano Richard Nixon è eletto presidente degli Stati Uniti"
▪2 dicembre - Avola: la polizia spara sui braccianti durante uno sciopero. Muoiono due manifestanti, i
feriti sono oltre cinquanta."
▪7 dicembre - Milano: l'apertura della Scala viene contestata dagli studenti con lancio di uova e
ortaggi."
▪31 dicembre - Marina di Pietrasanta (Lucca): una contestazione organizzata dal
Movimento Studentesco di Pisa e da militanti di Potere Operaio di fronte all'esclusivo locale notturno
"La Bussola” è duramente represso dalle forze dell'ordine. Lo studente sedicenne Soriano Ceccanti,
colpito da un proiettile, rimane paralizzato."
Prof. Sergio Severino
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Il 1970
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1969 - La strage di Piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato
terroristico avvenuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano, quando, alle
16:37[1], una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura
in piazza Fontana, provocando la morte di diciassette persone ed il ferimento di
altre ottantotto. Per la sua gravità e rilevanza politica, tale strage ha assunto un
rilievo storico primario venendo convenzionalmente indicata quale primo,
feroce atto della Strategia della Tensione
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Il governo istituisce le regioni a statuto ordinario, le cui prime elezioni si
terranno a giugno.
Il Parlamento approva lo Statuto dei lavoratori.
Disordini e fenomeni di guerriglia urbana, strumentalizzati dall'estrema destra,
sconvolgono Reggio Calabria a causa della decisione del governo di eleggere
Catanzaro capoluogo regionale.
Fallisce un golpe, ordinato dal principe Valerio Borghese con la complicità di
deputati missini. Borghese fuggirà in Spagna.
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Prof. Sergio Severino
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“…questa conclusione, benché trovata da povera
gente, c’è para così giusta, che abbiamo pensato di
metterla qui…la quale, se non v’è dispiaciuta affatto,
vogliatene bene a chi l’ha scritta… Ma se invece
fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è
fatto apposta.” (Alessandro Manzoni, I promessi sposi, 1840)
Prof. Sergio Severino
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