le vaccinazioni per proteggere i vostri bambini

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LIBRETTO INFORMATIVO COMUNE DI ROMA
LE VACCINAZIONI PER PROTEGGERE I VOSTRI BAMBINI
A cura del Reparto Malattie Infettive, Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica
Istituto Superiore di Sanità-Roma1
Introduzione
Cari genitori,
in questa sezione vi forniamo alcune informazioni sulle vaccinazioni disponibili per i vostri
bambini.
In Italia è in vigore dal 1999 un calendario per le vaccinazioni nell'infanzia che trovate nella tabella
che segue. Il calendario prevede alcune vaccinazioni obbligatorie (antidifterite, antitetano, antipolio,
antiepatite virale B) ed altre non obbligatorie per legge ma altamente raccomandate sia dal
Ministero della Salute che dalle Associazioni Pediatriche (antimorbillo, antipertosse, antirosolia,
antiparotite, antiemofilo tipo b). Le vaccinazioni non obbligatorie sono importanti quanto quelle
obbligatorie; tutte hanno infatti l’obiettivo di proteggere ogni bambino vaccinato nei confronti di
malattie molto gravi o che possono causare gravi complicanze.
I vaccini attualmente in uso sono efficaci e sicuri; tutte le evidenze disponibili hanno infatti
dimostrato che gli effetti collaterali sono generalmente lievi e di breve durata e che le reazioni gravi
sono rarissime e sempre molto meno frequenti delle possibili complicanze della malattia.
Uno dei grandi vantaggi delle vaccinazioni è che se una percentuale molto elevata di bambini viene
vaccinata verso una malattia, questa diventa sempre meno frequente fino a venire eliminata. In
questo modo anche i bambini che per seri motivi di salute non possono essere vaccinati hanno
minori rischi di ammalarsi. La vaccinazione di ogni bambino, quindi, non è solo un atto d’amore
nei suoi confronti, ma anche un segno di responsabilità verso la collettività.
I capitoli che seguono sono articolati in domande e risposte. Oltre alle vaccinazioni incluse nel
calendario vaccinale, previste per tutti i bambini, troverete informazioni anche su altre vaccinazioni,
(per esempio la vaccinazione anti-influenzale) che , al momento, sono consigliate solo in situazioni
particolari.
Se desiderate avere ulteriori informazioni, potete rivolgervi al vostro pediatra curante o al medico
vaccinatore della vostra ASL. Inoltre, vi segnaliamo che su Internet potrete trovare molte notizie
sulle vaccinazioni; tenete però presente che non tutte queste notizie sono affidabili. Vi segnaliamo
quindi alcuni siti italiani dove potrete trovare delle informazioni aggiornate ed attendibili:
www. simi.iss.it
www.levaccinazioni.it
www.sanita.it/malinf
1
Hanno collaborato alla stesura del testo: Marta Luisa Ciofi degli Atti, Antonietta Filia, Biagio Pedalino,
Stefania Salmaso.
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Calendario delle vaccinazioni per l’età evolutiva. Ministero della Salute; Aprile 1999
Calendario delle vaccinazioni per l’età evolutiva. Ministero della Sanità - Aprile 1999
Vaccino Nascita
3°
mese
5°
mese
DTP
DTP
DTP
Antipolio
Epatite B
IPV
Epatite
B-0*
11°
mese
15°
mese
IPV
14-15
anni
Td
OPV
Epatite B
Epatite B§
MPR°°
Hib
11-12
anni
DTP
OPV
Epatite B Epatite B
Hib
3° anno 5-6
anni
DTP
MPR
Hib
12°
mese
MPR#
Hib
*Nei bambini nati da madri positive per HbsAG, da somministrare entro 12-24 ore, contemporaneamente alle immunoglobuline specifiche
antiepatite B; *il ciclo va completato da una seconda dose a distanza di 4 settimane dalla prima, da una terza dose dopo il compimento della
ottava settimana e dalla quarta dose in un periodo compreso tra l’undicesimo e il dodicesimo mese di vita, in concomitanza delle altre
vaccinazioni.
°° E’ possibile la somministrazione simultanea, in un’unica seduta vaccinale, delle vaccinazioni antidifterico-tetanica-pertossica, epatite virale
B, antipoliomielitica e antimorbillo-parotite-rosolia, anticipando quest’ultima al dodicesimo mese di vita. Qualora non sia stato possibile
somministrare una dose di vaccino MPR entro i 24 mesi di vita, è necessario utilizzare ogni seduta vaccinale successiva per il recupero dei
soggetti non vaccinati.
# L’offerta attiva della seconda dose di routine della vaccinazione anti morbillo-rosolia-parotite è epidemiologicamente importante soltanto
dopo il raggiungimento di coperture vaccinali pari o superiori all’80% nella popolazione bersaglio (bambini di età inferiore a 24 mesi di vita).
§ Ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 165, per gli adolescenti non precedentemente vaccinati.
P:\vaccini\comroma\intro.doc
Informazioni generali sulle vaccinazioni
Domanda:
Risposta:
Come funzionano i vaccini?
Quando contraiamo un’infezione, il nostro corpo risponde producendo delle sostanze
chiamate anticorpi; per ogni malattia infettiva vengono prodotti anticorpi specifici,
che combattono l’infezione e ci aiutano a guarire. Guarita la malattia, gli anticorpi
rimangono nel nostro corpo prevenendo nuove infezioni causate dallo stesso germe.
Questo processo viene chiamato immunità.
I neonati di solito sono immuni verso molte malattie, perché sono protetti dagli
anticorpi trasmessi loro dalla madre durante la gravidanza. Questa immunità però
diminuisce col tempo, fino a scomparire verso il compimento del primo anno d’età.
Fortunatamente, proprio con le vaccinazioni possiamo rendere i bambini immuni
verso molte malattie. I vaccini sono costituti da un agente infettivo (batterio, virus o
un loro componente) reso "innocuo" in modo tale da indurre la produzione di
anticorpi senza causare la malattia; gli anticorpi prodotti in seguito alla vaccinazione
rimangono nell’organismo e lo proteggono dalle malattie contro cui è stata eseguita
la vaccinazione.
Domanda:
Risposta:
Perché le vaccinazioni sono tanto importanti?
Per due motivi:
1) Le vaccinazioni previste per tutti i bambini proteggono da nove malattie infettive:
poliomielite, tetano, difterite, pertosse, morbillo, rosolia, parotite epidemica
(orecchioni), epatite virale B ed Haemophilus influenzae tipo b (Hib). La
vaccinazione è il modo più sicuro e più efficace per ottenere la protezione da queste
malattie.
2) La vaccinazione è importante anche per impedire la circolazione del germe nella popolazione. Se
il numero di persone vaccinate è molto alto, l’infezione non può diffondersi a lungo
da persona a persona e la malattia diventa sempre meno frequente fino a scomparire
del tutto. In questo modo il vaiolo è stato eliminato da tutto il mondo, la polio è stata
cancellata dalla maggior parte dei Paesi ed in alcuni è già scomparso del tutto il
morbillo.
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Le malattie infettive dell'infanzia che si possono prevenire con le vaccinazioni sono
pericolose davvero?
Si. Grazie alle vaccinazioni alcune di queste malattie sono praticamente scomparse,
quindi molti di noi non ne ricordano la gravità, ma queste malattie possono causare
gravi complicazioni (come polmoniti, meningiti), con danni permanenti e talvolta
anche la morte. Per esempio, il morbillo e la pertosse, tra le complicanze possono
dare una encefalite, che è una condizione estremamente grave. Anche le malattie che
vengono da molti considerate lievi possono essere una grave minaccia per la salute.
Se così non fosse, vaccinare non sarebbe giustificato.
E' vero che alcune malattie infettive sono diminuite o scomparse grazie alle
migliorate condizioni igieniche e sanitarie ben prima che fossero introdotti i
programmi di vaccinazione?
No. Le migliorate condizioni igieniche e sanitarie hanno certamente contribuito a
controllare meglio le malattie infettive, ma è solo dopo l’utilizzo su larga scala dei
vaccini che l’incidenza di alcune malattie ha cominciato a diminuire drasticamente.
Riportiamo alcuni esempi:
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Nel 1960, prima dell'inizio della vaccinazione di massa, si sono verificati in
Italia più di 3.000 casi di poliomielite paralitica. Dall'introduzione della
vaccinazione, il numero di casi di malattia è crollato fino allo zero negli ultimi 20
anni. Lo stesso effetto è visibile per la difterite.
In Italia, prima che venisse introdotto il vaccino antimorbillo, venivano segnalati
ogni anno circa 74.000 casi di morbillo. Dall'entrata in commercio del vaccino,
nel 1976, la frequenza del morbillo è progressivamente diminuita e negli anni
1998 e 1999 sono stati segnalati meno di 5000 casi.
Grazie ad una estensiva campagna di vaccinazione condotta negli ultimi 10 anni,
in molti i paesi del Nord Europa non esiste più la meningite causata da
Haemophilus influenzae di tipo b (Hib). Nei paesi che non hanno adottato questa
vaccinazione la malattia è ancora presente. Anche in Italia il numero di casi di
meningite da Hib è molto diminuito, grazie all'introduzione del vaccino nel 1996.
Mentre nel 1995 venivano riportati 118 casi di meningite da Hib, nel 2001 sono
stati registrati solo 46 casi.
Domanda:
Risposta:
Le vaccinazioni sono sicure?
Si, i vaccini sono estremamente sicuri . Tuttavia, come tutti i farmaci, compresi
anche quelli naturali, i vaccini possono avere degli effetti collaterali. Quando si
verificano, gli effetti collaterali sono generalmente lievi, di breve durata e non hanno
conseguenze permanenti. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di sintomi
banali come la febbre, una maggiore irritabilità del bambino o una reazione locale
nella sede in cui è stata effettuata l’iniezione. Complicanze gravi dopo vaccinazione
sono estremamente rare. Il rischio di reazioni avverse è assai più basso di quello
comunemente accettato per altre situazioni considerate del tutto normali, come
andare in bicicletta o viaggiare in macchina. E' necessario inoltre ricordare che i
rischi associati alle malattie sono enormemente maggiori rispetto ai rischi associati
alla vaccinazione.
Domanda:
Risposta:
Quando devo iniziare a vaccinare il mio bambino?
Le vaccinazioni vanno eseguite nel rispetto del calendario previsto dal Ministero
della Salute. La maggior parte delle vaccinazioni richiede la somministrazione di più
dosi per ottenere una protezione adeguata contro la malattia che si vuole prevenire;
quindi è importante non ritardare e non dimenticare nessuna delle dosi previste.
La prima dose dei vaccini antidifterite, tetano, pertosse, epatite B ed Hib viene
somministrata durante il terzo mese di vita (cioè a partire dai 2 mesi compiuti).
Le dosi successive vengono effettuate nel 5° e 11°-12° mese, nel 2° anno e a 3 e 6
anni. Inoltre a partire dal 12°mese di vita, vengono somministrati i vaccini contro
morbillo, parotite e rosolia.
Alcune di queste vaccinazioni vengono somministrate in forma combinata; questo
significa che due o più vaccini sono contenuti nella stessa fiala ed in questo modo il
suo bambino riceverà un minore numero di iniezioni.
Domanda:
Effettuare contemporaneamente più vaccini per differenti malattie aumenta il rischio
di effetti collaterali?
No, i vaccini vengono autorizzati per essere usati contemporaneamente soltanto
quando si sono dimostrati sicuri ed efficaci quando somministrati assieme. Prima che
essi vengano approvati dagli organismi nazionali di controllo dei diversi Paesi
vengono effettuate numerose prove di sicurezza e di efficacia. Gli studi scientifici
hanno dimostrato che non c’è un aumento di rischio di effetti collaterali quando si
somministrano più vaccini nello stesso momento.
Risposta:
P:\vaccini\comroma\intro.doc
Domanda:
Risposta:
Cosa può accadere se un bambino non viene vaccinato?
Possono accadere tre cose:
1) Se il bambino non viene mai a contatto con il germe che causa la malattia, non
succederà nulla.
2) Se il bambino viene a contatto con il germe che causa la malattia, avrà elevate
probabilità di ammalarsi. Se si ammala, correrà il rischio di andare incontro a
pericolose complicanze.
3) Se il bambino si ammala, potrà trasmettere la malattia ad altri bambini non
protetti. Questo potrà causare un’epidemia, con molti bambini malati.
Domanda:
Quante probabilità ci sono che un bambino non vaccinato venga a contatto con una
delle malattie prevenibili con la vaccinazione?
Alcune delle malattie prevenibili con la vaccinazione, come la rosolia e il morbillo,
sono molto frequenti in Italia perché la percentuale di bambini vaccinati è stata negli
anni passati scarsa. Quindi le probabilità che un bambino non vaccinato venga in
contatto con queste malattie sono elevate. Altre malattie, come la difterite e la
poliomielite grazie alle vaccinazioni sono invece ormai rarissime in Italia. Tuttavia
queste malattie, che erano molto frequenti in Italia prima della vaccinazione, esistono
ancora in molte parti del mondo ed è possibile incontrarle nel corso della propria
vita.
Risposta:
Domanda:
Risposta:
In quali casi la vaccinazione non deve essere eseguita?
I vaccini, come tutti i farmaci, presentano delle controindicazioni; tuttavia occorre
precisare che le vere controindicazioni alla vaccinazione sono pochissime e sono
riportate nelle sezioni dedicate ai singoli vaccini.
In alcune situazioni invece la vaccinazione è controindicata solo temporaneamente e
va semplicemente rimandata, per esempio in caso di febbre alta oppure per i bambini
che abbiano ricevuto una trasfusione o che siano in trattamento con cortisonici ad
alte dosi.
Domanda:
Risposta:
E vero che la vaccinazione non può essere eseguita se il bambino ha il raffreddore?
No, non è necessario rinviare la vaccinazione in questo caso, né in presenza di altre
malattie o sintomi lievi, come per esempio la tosse.
Esistono numerose altre situazioni che non controindicano la somministrazione delle
vaccinazioni (false controindicazioni). Per esempio: reazione locale o febbre lieve
dopo una precedente dose del vaccino; forme lievi di allergia all’uovo; pregresse
convulsioni febbrili o storia familiare di convulsioni; trattamento in corso con
antibiotici.
E' bene ricordarsi che un rinvio ingiustificato di una vaccinazione utile può esporre il
bambino ad un rischio di malattia.
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La vaccinazione contro la poliomielite
Domanda:
Risposta:
Cos’è la poliomielite?
La poliomielite è una malattia contagiosa causata da un virus che viene eliminato con
le feci. Il virus si trasmette da persona a persona attraverso le mani o oggetti
contaminati, o attraverso cibi ed acqua. I bambini piccoli hanno il rischio maggiore
di contrarre l'infezione.
Nella maggioranza dei casi l'infezione dà sintomi lievi, come febbre e faringite;
talvolta però il virus raggiunge il sistema nervoso causando paralisi che può essere
permanente ed anche mortale. Non esiste nessuna terapia specifica per curare la
poliomielite.
Domanda:
Risposta:
La poliomielite è ancora un problema in Italia?
Prima della vaccinazione, ogni anno si verificavano in Italia tra i 1.000 e i 10.000
casi di poliomielite paralitica. La vaccinazione antipolio è obbligatoria in Italia dal
1966, e da allora la malattia si è drasticamente ridotta. L’ultimo caso di poliomielite
paralitica acquisita in Italia si è verificata nel 1983. Negli anni 90 la polio è stata
completamente eliminata dall'intero continente americano. Anche nel continente
europeo gli ultimi casi di polio risalgono alla fine degli anni 90 .Tuttavia, la
poliomielite è ancora presente in molte nazioni, soprattutto in Asia e Africa. Per
questo è possibile che il virus della polio sia reintrodotto anche in Italia. Grazie alla
vaccinazione nessuno si ammala, senza la vaccinazione potremmo di nuovo trovarci
di fronte a casi di poliomielite.
Domanda:
Risposta:
Quale vaccino si usa per prevenire la poliomielite?
Esistono 2 tipi di vaccino antipolio: il vaccino costituito dal virus ucciso, che si
effettua per iniezione intramuscolare (vaccino Salk, detto anche IPV) ed il vaccino
costituito dal virus vivo reso inattivo, che si prende per bocca (vaccino Sabin, detto
anche OPV).
La vaccinazione è obbligatoria in Italia per tutti i bambini; sono previste 4 dosi, la
prima nel 3° mese, la seconda e la terza rispettivamente nel 5° mese ed 11°-12° mese,
e la quarta durante il 3° anno di vita. Fino al 1998 è stato utilizzato il vaccino Sabin,
per bocca per tutte le quattro dosi. Dal maggio 1999, viene utilizzato il vaccino Salk
per le prime due dosi e il vaccino Sabin per la terza e la quarta dose.
Domanda:
Risposta:
Quali sono i rischi della vaccinazione?
Per quanto riguarda il vaccino intramuscolare Salk, la maggior parte dei soggetti
vaccinati non lamenta alcun problema; in alcuni casi si può avere dolore in sede di
iniezione.
Anche con il vaccino orale Sabin gli eventi collaterali sono rari e lievi. Tuttavia, il
vaccino orale Sabin può causare, in una bassissima percentuale di casi, una paralisi
muscolare. Si tratta di una eventualità rarissima, che si verifica in circa 1 caso ogni
5-8 milioni di dosi, ed è quindi incomparabilmente inferiore al rischio di paralisi
associato alla malattia.
Per ridurre ulteriormente il rischio di paralisi, che è maggiore dopo la prima
vaccinazione, dal maggio 1999 viene utilizzato per le prime due dosi il vaccino Salk.
Da allora, non si sono più verificati casi di paralisi associati alla vaccinazione.
Domanda:
Perché si parla di eliminare l'utilizzo del vaccino orale Sabin e di sostituirlo
completamente con quello intramuscolare Salk?
Il vaccino orale è altamente efficace ed è tuttora il vaccino di prima scelta in
situazioni in cui il rischio di contrarre la polio è elevato. Questo vaccino contiene
virus vivo reso inattivo, che si replica nell'intestino e viene eliminato nelle feci delle
persone vaccinate. Al contrario, il vaccino intramuscolare contiene solo virus ucciso,
che non viene eliminato dall’organismo e non in grado di replicarsi. Adesso che in
Italia non si verificano più casi di poliomielite ed il virus della polio non circola più,
Risposta:
P:\vaccini\comroma\intro.doc
si dovrà ridurre progressivamente anche la circolazione del virus vaccinale. Per
questo motivo si prevede, in futuro, di sostituire completamente il vaccino orale
Sabin con quello intramuscolare Salk.
Domanda:
In quali casi la vaccinazione non può essere eseguita?
Risposta:
La vaccinazione deve essere rimandata in caso di febbre. Il vaccino orale Sabin è
controindicato in caso di gravi malattie del sistema immunitario nel bambino o in un
suo convivente. In questi casi, viene effettuata la vaccinazione con il vaccino
intramuscolare Salk, che è indicato anche per vaccinare gli adulti che non sono stati
vaccinati da bambini.
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La vaccinazione contro la difterite e il tetano
Domanda:
Risposta:
Cos’è la difterite?
La difterite è una malattia contagiosa causata da un batterio che si trasmette da
persona a persona tramite le secrezioni del naso e della gola di persone infette.
Il batterio di solito si localizza nel naso e nella gola e produce una tossina che
attraverso il sangue può raggiungere il cuore, il sistema nervoso e i reni provocando
gravi danni.
La malattia si manifesta nella maggior parte dei casi con mal di gola e laringite, dove
si forma una spessa membrana che può arrivare ad ostruire completamente le vie
respiratorie e causare soffocamento. L'azione della tossina su altri organi causa
invece complicazioni gravi a carico del cuore (miocardite) e dei muscoli (paralisi).
Gli antibiotici, pur uccidendo il germe, non sono efficaci nel combattere la tossina
difterica. L'unica terapia che si può usare per contrastarne l'azione è costituita da
anticorpi contro la tossina della difterite (immunoglobuline). Nonostante la terapia, la
difterite è mortale nel 5-10% dei casi.
Domanda:
Risposta:
Cos’è il tetano?
Il tetano è una malattia infettiva causata da un batterio che si trova comunemente nel
terreno. Il tetano non si trasmette da persona a persona ma si può contrarre ferendosi
o pungendosi con oggetti contaminati. Sono particolarmente pericolose le ferite
profonde, ma ci si può infettare anche attraverso piccole ferite. Il batterio produce
una tossina che colpisce il sistema nervoso e causa una contrazione generalizzata dei
muscoli, fino all'insufficienza respiratoria.
Come per la difterite, gli antibiotici uccidono il batterio ma non sono efficaci contro
la tossina, la cui azione può essere controllata usando le immunoglobuline
antitetaniche (anticorpi umani contro la tossina tetanica). Il tetano è mortale nel 50%
circa dei casi.
Domanda:
Risposta:
Difterite e tetano sono ancora un problema in Italia?
La difterite era una malattia molto frequente in Italia e agli inizi degli anni 60 si
registravano circa 6.000 casi ogni anno. Grazie all’uso estensivo della vaccinazione,
la malattia è diventata sempre più rara e negli anni compresi tra il 1995 e il 1999 si
sono verificati solo 2 casi. Va però ricordato che la difterite è una malattia ancora
presente in areee dove la vaccinazione non viene effettuata adeguatamente; per
esempio nei paesi dell’ex Unione Sovietica si è verificata di recente una grande
epidemia con circa 50.000 casi riportati nel 1995.
Come per la difterite, il numero di malati di tetano in Italia è drasticamente diminuito
con l’introduzione della vaccinazione. Nonostante questo, però, ogni anno si
verificano in Italia circa 100 casi di tetano, che interessano persone non vaccinate o
vaccinate in maniera inadeguata.
Domanda:
Risposta:
Quale vaccino si usa contro la difterite e il tetano?
Sia il vaccino antidifterite che quello antitetanico contengono le tossine inattivate. In
Italia la vaccinazione antidifterite è obbligatoria per tutti i bambini dal 1939. Dal
1968, quando è stato reso obbligatorio anche il vaccino antitetanico, questi due
vaccini vengono somministrati contemporaneamente con un'unica iniezione
intramuscolare che viene comunemente indicata con la sigla DT (o vaccino
bivalente). Il calendario della vaccinazione prevede 3 dosi, nel 3°, 5° e 11°-12° mese.
A 6 anni ed a 15 anni, vengono effettuate le vaccinazioni di richiamo.
Successivamente, per essere sicuri che la protezione duri tutta la vità è comunque
bene effettuare dosi di richiamo ogni 10 anni (a 25, 35 anni e così via). Dopo i 7 anni
di vita le dosi di richiamo vengono effettuate con un vaccino che contiene una dose
ridotta di anatossina difterica (indicato comunemente con una la sigla dT).
Domanda:
Quali sono i rischi della vaccinazione?
P:\vaccini\comroma\intro.doc
Risposta:
La vaccinazione può causare febbre o dolore e rossore nella sede di iniezione. Si
tratta di sintomi di breve durata, che si risolvono da soli. Le reazioni allergiche gravi
alla vaccinazione sono eccezionali.
Domanda:
Risposta:
In quali casi la vaccinazione non può essere eseguita?
La vaccinazione va temporaneamente rinviata in caso di febbre. Chi ha avuto una
reazione allergica grave (anafilassi) al vaccino, non deve ricevere le dosi successive.
P:\vaccini\comroma\intro.doc
La vaccinazione contro la pertosse
Domanda:
Risposta:
Cos’è la pertosse?
La pertosse è una malattia molto contagiosa, causata da un batterio che si trasmette
con le secrezioni di naso e gola. La pertosse inizia con i sintomi di un comune
raffreddore: tosse, naso che cola, febbre lieve. Nei giorni successivi la tosse peggiora
ed è caratterizzata da colpi di tosse in successione, durante i quali il bambino non
respira, seguiti da una rumorosa ripresa del fiato (accesso di tosse con "urlo"). Questa
tosse dura circa 2 settimane, poi migliora progressivamente. Complessivamente la
malattia dura 1-2 mesi. Le complicanze principali sono la polmonite, le convulsioni,
l'encefalite. La terapia antibiotica è scarsamente efficace e può ridurre la gravità dei
sintomi solo se iniziata molto precocemente, durante la prima settimana di malattia,
quando è comunque difficile che la pertosse venga riconosciuta.
Per un anno circa dopo la guarigione si possono ripresentare i caratteristici accessi di
tosse, scatenati per esempio da episodi di raffeddore.
Domanda:
Risposta:
La pertosse è un problema in Italia?
Si, la malattia è ancora molto frequente perché fino alla metà degli anni 90 la
percentuale di bambini vaccinati è stata scarsa. Tra il 1995 e il 1999 sono stati
segnalati in Italia circa 32.000 casi di pertosse, di cui circa 3.000 nel Lazio.
Domanda:
Risposta:
Che vaccino si usa contro la pertosse?
Attualmente il vaccino più utilizzato in Italia è il vaccino “acellulare”, che contiene
solo alcune componenti del batterio, importanti per indurre la protezione nei
confronti della malattia.
La vaccinazione di solito si effettua contemporaneamente a quella contro difterite e
tetano, con un’unica iniezione (vaccino DTP, o trivalente).
La vaccinazione antipertosse è raccomandata dal Ministero della Salute; sono
previste tre dosi, nel 3°, 5° e 11°-12° mese d’età, ed un richiamo a 5 anni.
Domanda:
Risposta:
Quali sono i rischi della vaccinazione?
La vaccinazione può causare reazioni nel punto di iniezione (rossore, gonfiore), o
febbre. Queste reazioni guariscono da sole in 2 o 3 giorni. Reazioni più importanti,
quali febbre alta (superiore a 40°C) o convulsioni febbrili sono rarissime. Questi
eventi si risolvono comunque spontaneamente e senza lasciare danni. In questi casi,
l'opportunità di proseguire il ciclo vaccinale deve essere valutata dal medico curante.
Domanda:
Risposta:
In quali casi la vaccinazione non può essere eseguita?
Come le altre vaccinazioni, l'antipertosse deve essere rimandata in caso di febbre.
La vaccinazione antipertosse è sconsigliata per i bambini con malattie neurologiche
evolutive e per i bambini che hanno avuto una manifestazione allergica grave
(anafilassi) dopo una precedente somministrazione.
P:\vaccini\comroma\intro.doc
La vaccinazione contro l’Epatite virale B
Domanda:
Risposta:
Cos’è l’epatite B?
L’epatite B è un’infezione virale che colpisce il fegato. Si trasmette attraverso il
sangue di una persona infetta o con i rapporti sessuali; può inoltre essere trasmessa
dalla madre al neonato.
L’infezione può non dare sintomi, oppure causare un’epatite acuta, mortale nell’1%
circa dei casi.
Inoltre l’infezione può persistere nel tempo causando un’epatite cronica che può
evolvere in cirrosi e tumore del fegato.
La frequenza dell’epatite cronica è del 90% se il bambino contrae l’infezione prima
della nascita o durante il parto, del 20-40% delle infezioni nel bambino e del 10%
circa delle infezioni negli adulti.
Non esiste una terapia specifica contro l’Epatite B.
Domanda:
Risposta:
L’epatite B è un problema in Italia?
L’epatite B è una malattia frequente in Italia, e prima dell'introduzione della
vaccinazione venivano segnalati circa 3.500 casi ogni anno. Negli ultimi dieci anni il
numero di casi si è notevolmente ridotto.Tra il 1995 ed il 1999, sono stati segnalati in
totale circa 10.000 casi (pari ad una media di circa 2.000 casi per anno). Nello stesso
periodo, nel Lazio, sono stati segnalati circa 250 casi per anno.
Domanda:
Risposta:
Che vaccino si usa contro l’epatite B?
Si tratta di un vaccino costuituito da un’unica proteina del virus dell’epatite B
(HBV).
Si somministra per iniezione intramuscolare in tre dosi nel primo anno di vita nel 3°,
5° e 11°-12° mese d’età. Dal 1991, la vaccinazione è obbligatoria in Italia per tutti i
neonati.
Domanda:
Risposta:
Quali sono i rischi della vaccinazione?
La vaccinazione causa raramente febbre o reazioni locali, che si risolvono
spontaneamente. Le reazioni allergiche gravi (anafilassi) sono rarissime.
Domanda:
Risposta:
In quali casi la vaccinazione non può essere eseguita?
La vaccinazione va rimandata in caso di febbre. In caso di reazioni allergiche gravi
ad una somministrazione di vaccino, le dosi successive non vanno eseguite.
P:\vaccini\comroma\intro.doc
La vaccinazione contro il morbillo, la rosolia e la parotite
Domanda:
Risposta:
Cos’è il morbillo?
Il morbillo è una malattia infettiva molto contagiosa, causata da un virus che si
trasmette attraverso le secrezioni di naso e gola. E’caratterizzato da febbre alta, tosse,
congiuntivite, e da una caratteristica eruzione della pelle che dal viso si estende a
tutto il corpo. La febbre dura circa una settimana, l'eruzione 3-5 giorni. Il morbillo
può avere delle complicazioni importanti: otite e polmonite in circa un bambino su
10, encefalite in 1 caso su 1000. L'encefalite è mortale nel 3-15% dei casi e causa
danni permanenti (sordità, ritardo mentale) nel 40% dei sopravvissuti. Non esiste una
terapia specifica contro il morbillo.
Domanda:
Risposta:
Cos’è la rosolia?
La rosolia è causata da un virus che si trasmette attraverso le secrezioni di naso e
gola. E’ caratterizzata da febbre lieve, gonfiore dei linfonodi, soprattutto quelli della
nuca, e da una eruzione rosso chiaro a tutto il corpo. Dura circa 3 giorni. Talvolta,
soprattutto nelle donne adulte, può causare dolore e gonfiore delle articolazioni.
Il pericolo principale della rosolia, però, si verifica quando una donna incinta prende
l’infezione. Il virus infatti è molto pericoloso per il feto e può causare sia l'aborto che
la nascita di un bambino con gravi malformazioni. Non esiste terapia specifica contro
la rosolia.
Domanda:
Risposta:
Cos’è la parotite?
La parotite epidemica (orecchioni) è causata da un virus che si trasmette attraverso le
secrezioni di naso e gola. Di solito si manifesta con un gonfiore della guancia causato
dalla tumefazione della ghiandola parotide e con febbre lieve. Il gonfiore può
interessare contemporaneamente i due lati del viso, un solo lato, oppure prima uno e
poi l'altro. La parotite può causare meningite in circa 1 caso su 200. Inoltre, il 2030% dei maschi che hanno la parotite dopo la pubertà hanno un'infiammazione dei
testicoli (orchite) che può causare sterilità. Non esiste terapia specifica contro la
parotite.
Domanda:
Risposta:
Morbillo, rosolia e parotite sono un problema in Italia?
La percentuale di bambini vaccinati contro queste malattie non è ancora ottimale, per
questo morbillo, parotite e rosolia sono tuttoggi malattie frequenti. In Italia, 5-10
persone muoiono ogni anno per morbillo. Tra il 1995 ed il 1999 sono stati segnalati
circa 120.000 casi di morbillo, 67.000 di rosolia e 215.000 di parotite. Nello stesso
anno nel Lazio sono stati segnalati circa 9.000 casi di morbillo, 8.000 di rosolia e
15.000 di parotite.
Domanda:
Risposta:
Che vaccino si usa contro morbillo, rosolia e parotite?
I vaccini contro il morbillo, la rosolia e la parotite epidemica sono costituiti da virus
vivi inattivati, e vengono somministrati per iniezione sottocutanea. E' disponibile sia
un vaccino contro tutte e tre le malattie (vaccino trivalente MPR), che è quello più
comunemente usato, sia i vaccini contro le singole malattie.
La vaccinazione antimorbillo-rosolia-pertosse è raccomandata dal Ministero della
Salute, per tutti i bambini a partire dai 12 mesi d'età.
Domanda:
Risposta:
Perché la vaccinazione viene effettuata a partire dai 12 mesi di vita?
La maggior parte dei neonati è protetto per i primi mesi di vita dagli anticorpi
materni. Questi interferiscono con la vaccinazione, rendendola inefficace. A 12 mesi
d’età, praticamente tutti i bambini non hanno più anticorpi materni e possono essere
vaccinati in modo efficace.
Domanda:
La rosolia è una malattia molto lieve nei bambini. Perché è raccomandata la
vaccinazione?
P:\vaccini\comroma\intro.doc
Risposta:
Di solito nei bambini la rosolia è una malattia lieve. Il problema principale della
rosolia è l’effetto della malattia in gravidanza. Se una donna contrae l’infezione
durante il primo trimestre di gravidanza, il virus può infettare il feto causando
l’aborto o gravi malformazioni come cecità, sordità o ritardo mentale. Queste
manifestazioni vengono di solito indicate come rosolia congenita. La vaccinazione di
tutti i bambini contro la rosolia ha lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella
popolazione generale, proteggendo indirettamente anche le donne in gravidanza.
Domanda:
Risposta:
Quali sono i rischi della vaccinazione?
La vaccinazione antimorbillo-rosolia-parotite può causare a distanza di 7-10 giorni
febbre e talvolta una leggera eruzione cutanea. Raramente (circa 1 caso ogni 3.000
dosi) può essere associata a convulsioni febbrili, che guariscono spontaneamente e
non lasciano esiti. Ancora più rararmente (1 caso ogni 30.000 dosi) la vaccinazione
MPR può essere associata ad una transitoria diminuzione delle piastrine presenti nel
sangue (trombocitopenia).
Domanda:
Risposta:
In quali casi la vaccinazione non può essere eseguita?
I vaccini contro morbillo, rosolia e parotite sono controindicati per le persone con
gravi malattie del sistema immunitario e per chi ha effettuato terapie con
immunoglobuline nei tre mesi precedenti. La vaccinazione non deve essere effettuata
in caso di gravidanza. Come le altre vaccinazioni, la vaccinazione va rimandata in
caso di febbre e deve essere eseguita con particolari attenzioni alle persone che
hanno avuto episodi di grave allergia (anafilassi) all'uovo.
P:\vaccini\comroma\intro.doc
La vaccinazione contro la meningite ed altre infezioni gravi da Haemophilus influenzae di tipo b
Domanda:
Risposta:
Che malattie causa l’Haemophilus influenzae di tipo b?
L’Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) è un batterio che può causare infezioni
gravi (meningiti, sepsi, polmoniti) soprattutto nei bambini piccoli, ed in particolare è
la causa più frequente di meningite nei primi 5 anni di vita. Le malattie da Hib
possono provocare danni permanenti (sordità, ritardo psicomotorio) e nonostante la
terapia antibiotica sono mortali in circa 2-5 casi su 100.
Domanda:
Quanto sono frequenti le meningiti da Hib in Italia?
Negli anni tra il 1994 e il 1997 si sono verificate circa 100 meningiti da Hib ogni
anno. Con l’introduzione della vaccinazione, la frequenza di queste meningiti è
progressivamente diminuita, e nel 2001 sono stati osservati solo 46 casi.
Domanda:
Risposta:
Che vaccino si usa contro l’Hib?
Il vaccino anti-Hib è costituito unicamente da una componente del batterio,
importante per indurre la risposta immune. Si effettua per iniezione intramuscolare, e
si raccomanda l’esecuzione di tre dosi durante il primo anno di vita, nel 3°, 5° e 11°12° mese.
Domanda:
Risposta:
Quali sono i rischi della vaccinazione?
Si tratta di un vaccino estremamente sicuro. In seguito alla vaccinazione si può
raramente avere febbre, o dolore e gonfiore nella sede dell’iniezione.
Domanda:
Risposta:
In quali casi la vaccinazione non può essere eseguita?
L’unica controindicazione permanente alla vaccinazione è l’insorgenza di una
reazione anafilattica grave dopo somministrazione di una dose. La vaccinazione va
rimandata in caso di febbre.
Altre vaccinazioni
In questa sezione verranno descritti alcuni vaccini consigliati solo in situazioni particolari.
La vaccinazione anti - pneumococco
Lo pneumococco è responsabile di molte otiti del bambino e di altre malattie più gravi come la
meningite, la sepsi o la setticemia, la polmonite e la sinusite. Alcune di queste malattie, come la
meningite o la sepsi possono essere molto pericolose e talvolta possono provocare anche la morte.
L’infezione da pneumococco viene trasmessa per via respiratoria ma la contagiosità è molto bassa.
Le persone più a rischio sono quelle con difese immunitarie compromesse o con patologie croniche.
Nel nostro paese vengono riportati circa 200 casi l'anno di meningite da pneumococco, di cui circa
35 nei bambini fino ai 5 anni di età. La vaccinazione è raccomandata per i bambini con patologie
croniche (per esempio, diabete mellito o insufficienza renale) o immunodepressione.
La vaccinazione anti-meningococco
Il meningococco è un batterio responsabile di meningite e di altre infezioni gravi come sepsi e
setticemie. Anche questo germe viene trasmesso per via respiratoria, e, come per lo pneumococco,
la contagiosità è bassa. I bambini immunodepressi hanno un maggiore rischio di contrarre
l'infezione. La vaccinazione anti meningococcica non è raccomandata di routine ma è consigliabile
in alcune situazioni a rischio come per esempio nei pazienti con problemi del sisitema immunitario.
P:\vaccini\comroma\intro.doc
La vaccinazione anti- varicella.
La varicella è una malattia causata da un virus (virus varicella-zoster); è estremamente contagiosa e
si manifesta con febbre e comparsa di bollicine pruriginose su tutto il corpo. Si tratta di una malattia
molto frequente che generalmente decorre senza complicazioni. La frequenza di complicanze (per
esempio polmonite) è più elevata negli adolescenti e negli adulti rispetto ai bambini. Per prevenire
la varicella è disponibile un vaccino vivo attenuato di elevata efficacia; tuttavia, visto che nei
bambini la varicella è una malattia relativamente benigna questo vaccino non è raccomandato per
tutti i neonati, mentre può essere indicato per gli adolescenti che non hanno ancora avuto la
malattia.
La vaccinazione anti-influenzale
L'influenza è una malattia virale comunissima nel periodo invernale e diffusa in tutto il mondo. I
virus che causano questa malattia hanno la caratteristica di modificarsi ogni anno; per questo
motivo anche il vaccino è diverso di anno in anno e per proteggersi adeguatamente va ripetuto
annualmente. Generalmente l'influenza è una malattia lieve ma nelle persone con malattie croniche
e negli anziani possono verificarsi importanti complicazioni. La vaccinazione può essere effettuata
a partire dai 6 mesi di vita ed è raccomandata per i bambini che soffrono di malattie croniche
respiratorie, cardiache, metaboliche e renali, per i bambini immunodepressi e per quelli in terapia a
lungo termine con aspirina.
P:\vaccini\comroma\intro.doc
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