AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 30 Caso clinico Titolo articolo anche lungo [ come s i fa ] Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica L a tubercolosi (TBC) è una patoSilvia Martini o condizioni di immunodeficienza Dipartimento di Scienze Ginecologiche, logia infettiva sostenuta da micobatteri congenita) i micobatteri possono soOstetriche e Pediatriche, tubercolari e trasmessa per via aerogepravvivere in maniera silente all’inUniversità degli Studi, Bologna email: [email protected] na che colpisce primitivamente i polmoni, da terno dei macrofagi, determinando cui può tuttavia diffondere ed interessare altri la condizione di infezione latente distretti quali l’apparato osteoarticolare, le meningi o le (LTBI), oppure possono proliferare dando origine alla stazioni linfonodali, prendendo il nome di TBC extramalattia tubercolare vera e propria. polmonare. Benché diversi tipi di micobatteri possano Il sistema immunitario dei bambini, specialmente se causare la malattia tubercolare, l’agente eziologico di più di età <2 anni, è ancora alquanto immaturo, pertanto il frequente riscontro nelle infezioni umane è il Mycobacterischio di progressione da infezione a TBC attiva è molrium tuberculosis (MT). Del complesso MT fanno parte, to elevato; nella maggior parte (>90%) dei casi osservaoltre a tale bacillo, anche le specie M. bovis, M. africanum ti in età pediatrica la malattia si sviluppa entro 1 anno ed i più rari M. microti, M. caprae e M. canettii1,2, mentre dall’infezione primaria3 e si manifesta con la comparsa di manifestazioni cliniche caratteristicamente persistenti4. in altri casi l’infezione può essere sostenuta dai cosiddetti Le manifestazioni cliniche polmonari della TBC micobatteri non tubercolari (MNT), come M. marinum, comprendono generalmente una riduzione del murmure M. kansasei o M. flavescens. vescicolare variamente associata a rantoli, ottusità alla percussione e aree di iperinsufflazione/atelettasia secondarie alla compressione del parenchima da parte delQuadro clinico le linfoadenopatie ilari; nei bambini, tuttavia, la TBC ella pratica clinica si definisce “infetto” un polmonare si manifesta frequentemente con sintomi più soggetto che ha avuto un contatto certo con il miaspecifici, quali tosse persistente, produttiva e non, scarso cobatterio tubercolare, senza tuttavia sviluppare manifeaccrescimento ponderale, febbre e sudorazioni notturne, stazioni cliniche o specifici segni radiografici. Il risultato astenia5,6, contribuendo a ritardarne la diagnosi clinica. Nel sospetto di TBC polmonare l’esecuzione di un più comune dell’infezione iniziale è la TBC polmonare esame radiologico del torace in duplice proiezione è di primaria, caratterizzata da un processo infiammatorio fondamentale importanza; il reperto più caratteristico è essudativo generato dalla risposta immunitaria specificostituito da cospicue linfoadenopatie ilari che, laddove ca che consegue alla fagocitosi macrofagica dei bacilli determinino la compressione delle vie aeree adiacenti, tubercolari, con formazione del cosiddetto granuloma possono associarsi a quadri di iperinsufflazione o atetubercolare; i micobatteri contenuti all’interno dei macrolettasia localizzata3. Possono inoltre coesistere aree di fagi possono inoltre migrare verso le stazioni linfonodali addensamento parenchimale o versamenti pleurici che, locoregionali, determinando linfoadenopatie ilari e pase evacuati con la toracentesi, mostrano una natura tipiratracheali. In presenza di un’adeguata immunità di tipo camente essudativa7. cellulo-mediato la completa eradicazione dei micobatteri La disseminazione linfoematogena dell’infezione detubercolari è possibile; se tuttavia la risposta immunitaria termina il quadro della TBC extrapolmonare, che in età risulta variamente inficiata (per es. in caso di infezione da pediatrica costituisce il quadro clinico più frequente e si HIV, immunodepressione iatrogena, patologie croniche AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 31 N Come si fa Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica manifesta soprattutto con interessamento dei linfonodi laterocervicali (scrofola), dei tessuti ossei o delle meningi. La meningite tubercolare, in particolare, costituisce la complicanza più severa dell’infezione tubercolare prima dei 2 anni di vita; il riscontro alla rachicentesi di liquor limpido con pleiocitosi linfocitaria, ipoglicorrachia ed iperprotidorrachia è generalmente diagnostico. Nei lattanti, a causa della fisiologica immaturità della risposta immunitaria, un elevato numero di bacilli si riversa in circolo determinando una diffusione ematogena dell’infezione, con sviluppo della cosiddetta TBC miliare. Le sedi più coinvolte sono milza, fegato e midollo osseo; si può inoltre osservare anche una disseminazione miliare a livello degli stessi polmoni, rilevabile con la radiografia del torace. Un’altra possibile evoluzione dell’infezione tubercolare è la riattivazione di un’infezione latente, che può conseguire o ad una nuova reinfezione o ad una riduzione delle difese immunitarie del soggetto infetto. Questa condizione consegue spesso ad LTBI contratta durante l’infanzia, manifestandosi più frequentemente durante l’adolescenza e in età adulta ed associandosi sovente all’erosione di un bronco, con formazione di caratteristiche caverne tubercolari che possono essere visualizzate all’esame radiografico del torace; in tal caso avviene l’eliminazione di micobatteri con l’escreato, ed il soggetto affetto diviene contagioso. Epidemiologia AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 32 N onostante gli importanti progressi diagno‑ stico-terapeutici abbiano condotto ad una riduzione della prevalenza e dell’incidenza della TBC, questa rimane ancora la malattia infettiva a più elevata mortalità nel mondo da singolo agente patogeno. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)8, circa un terzo della popolazione mondiale presenta un’infezione tubercolare latente; di questi, nel 2010, quasi 9 milioni di persone hanno sviluppato una TBC attiva, con tassi di incidenza più elevati specialmente nei paesi asiatici ed africani. Circa 2 milioni muoiono a causa della malattia e più di un milione degli affetti è inoltre HIV-positiva, condizione che costituisce un importante fattore predisponente sia all’acquisizione che allo sviluppo della TBC attiva. Complici i flussi migratori sempre crescenti, il parallelo incremento della diffusione di ceppi multifarmaco-resistenti e, non di minore importanza, la progressiva diffusione dell’infezione da virus HIV, negli ultimi decenni la TBC è tornata a costituire un problema sanitario rilevante anche nei paesi più sviluppati, presentando una recrudescenza nelle classi socio-economiche più disagiate e nella popolazione immigrata (specialmente se proveniente da paesi ad alta incidenza di TBC attiva), immunodepressa o HIV-positiva. Per la relativa immaturità del sistema immunitario, i bambini rappresentano una categoria ad alto rischio di contrarre l’infezione tubercolare e sviluppare la malattia attiva. Quando acquisita in età infantile, la malattia tubercolare presenta tassi di morbilità e mortalità più elevati; inoltre, le forme di infezione latente contratte in questa fascia di età vanno più frequentemente incontro a riattivazione in età adulta. I bambini che vivono nelle aree ad elevata endemia ed in quelle a maggior prevalenza di HIV, come l’Africa sub-sahariana, sono i più a rischio di contrarre un’infezione tubercolare3; parimenti, uno stretto contatto con adulti affetti da TBC, la provenienza da paesi endemici o condizioni di povertà, sovraffollamento o l’immunodepressione costituiscono fattori favorenti anche nei paesi più sviluppati, nei quali la maggior parte dei casi di TBC si verifica nella popolazione immigrata9. L’età pediatrica costituisce il 10-20% della popolazione globalmente affetta da TBC ed i dati diffusi dall’OMS stimano circa 1 milione di casi all’anno in questa fascia di età; si ritiene tuttavia che tali cifre siano sottostimate3,10, in prima istanza a causa dell’elevata frequenza delle forme paucibacillari e, nondimeno, per le oggettive difficoltà all’isolamento del patogeno dall’espettorato, considerato il gold standard diagnostico dell’infezione tubercolare, Il gold standard diagnostico della TBC è dato dal riscontro del bacillo di Kock all’analisi microscopica e/o colturale dell’espettorato o dell’aspirato gastrico mattutino. Come si fa Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica Micobatteri non tubercolari Bacillo di Calmette Guérin Mycobacterium tuberculosis A Citochine (TNF-a, IL-2) Antigeni tubercolari B C Antigen Presenting Cell (APC) I l gold standard diagnostico della TBC è costituito dal riscontro diretto del bacillo di Koch all’analisi microscopica e/o colturale dell’espettorato o, in alternativa, dell’aspirato gastrico mattutino, prelevato con sondino; tuttavia, per l’elevata frequenza delle forme Linfocita T CD4+ Linfocita T della memoria paucibacillari ed extrapolmonari e per l’oggettiva difficoltà a ricavare campioni biologici adeguati in età pediatrica, le indagini microscopiche risultano positive in meno del 15% dei bambini con diagnosi clinico-radiologica di TBC, mentre l’esame colturale, che necessita di tempistiche molto più lunghe (fino a 8 settimane), risulta diagnostico in meno del 30-40% degli affetti, con conseguente rischio di sottostima diagnostica11,12. Si rende pertanto evidente l’importanza dei test diagnostici indiretti dell’infezione tubercolare, costituiti dal test cutaneo alla tubercolina di Mantoux (tuberculin skin test o TST) e dai più recenti test di rilascio di interferone-γ (interferon-γ-release assays o IGRA), entrambi fondati sull’evidenza dell’immunità cellulo-mediata che si sviluppa da 2 a 12 settimane dopo l’infezione13. L’interferone-γ prodotto dai linfociti T CD4+, e, in minore misura, dai linfociti T CD8+ e dalle cellule natural killer svolge un ruolo fondamentale nell’eliminazione del micobatterio tubercolare, attivando nei macrofagi infetti | gennaio-giugno 2013 33 data la scarsa capacità dei bambini di produrre quantità di espettorato adeguate senza ricorrere a manovre invasive. Si rende pertanto evidente come un’approfondita conoscenza dell’attuale epidemiologia dell’infezione tubercolare, una valida attuazione delle strategie profilattiche, un adeguato utilizzo degli strumenti attualmente a disposizione per la diagnosi di malattia tubercolare e, ancor di più, di infezione latente costituiscano il primum movens per il controllo e la prevenzione della TBC in età pediatrica. Strumenti diagnostici IFN-g AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 Figura 1. Meccanismo di attivazione immunitaria specifica per la tubercolosi. A. Esposizione agli antigeni tubercolari per infezione primaria conseguente all’inalazione di Mycobacterium tuberculosis o micobatteri non tubercolari oppure per immunizzazione attiva con Bacillo di CalmetteGuérin. B. Sensibilizzazione dei linfociti T agli antigeni tubercolari presentati dalle APC. C. Attivazione dei linfociti T con conseguente produzione di citochine ed interferone (IFN-γ) e differenziazione in cellule T della memoria specificamente sensibilizzate agli antigeni tubercolari. IL, interleuchina; TNF, fattore di necrosi tumorale. Come si fa Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica I test di rilascio di interferone-g hanno la capacità di discriminare tra una reale infezione tubercolare, uno stato di immunità acquisita dopo vaccinazione o un’infezione sostenuta da altri micobatteri. AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 34 un burst respiratorio atto a contenere la proliferazione dei micobatteri fagocitati, limitando pertanto l’infezione. Nel corso della risposta immunitaria primaria al micobatterio tubercolare si producono inoltre specifici linfociti T della memoria, in grado di liberare cospicue quantità di interferone-γ in seguito a nuovi contatti con gli antigeni tubercolari (Figura 1). Per più di un secolo il TST ha rappresentato lo strumento più utilizzato per la diagnosi dell’infezione tubercolare. Esso consiste nell’iniezione intradermica, a livello della faccia volare dell’avambraccio, di 0.1 ml contenenti 5 unità di derivato proteico purificato tubercolinico (PDD); una corretta esecuzione dell’iniezione intradermica prevede che durante la procedura si osservi un sollevamento di 6-10 mm della cute sovrastante l’inoculazione. Le cellule T sensibilizzate da una pregressa infezione vengono reclutate nella sede di inoculo, dove rilasciano una serie di citochine responsabili della formazione, dopo circa 48-72 ore dall’esecuzione del test, di un infiltrato dermico (Figura 2) le cui dimensioni, valutate in relazione ai fattori epidemiologici e di rischio propri di ciascun paziente, stabiliscono il risultato del TST7,14. Per i bambini a basso rischio, ovvero residenti in aree di bassa endemia, immunocompetenti, con anamnesi negativa per contatti recenti con sorgenti di infezione e senza sintomi di malattia tubercolare, si considera positivo un infiltrato di diametro ≥15 mm. Nei bambini di età <4 anni, o affetti da linfomi, diabete mellito, insufficienza renale cronica, malnutrizione15 o, ancora, provenienti da aree ad elevata endemia, che vivono in condizioni di soFigura 2. Illustrazione del vraffollamento, istituzionalizmeccanismo d’azione del test cutaneo alla tubercolina (TST). zazione, esposti ad adulti con A. Inoculazione intradermica infezione da HIV oppure fadi 0,1 ml contenenti 5 unità centi uso di droghe iniettive si di derivato proteico purificato tubercolinico (PDD), che considera positivo il riscontro contiene sequenze antigenidi un infiltrato ≥10 mm. Nei che comuni a Mycobacterium bambini a più alto rischio di tuberculosis (MT), Bacillo di Calmette-Guérin (BCG), infezione e progressione a mamicobatteri non tubercolari lattia, ovvero in caso di recente (MNT). B. Riconoscimento contatto con sorgente di infeantigenico e liberazione da parte dei linfociti sensibilizzati zione, infezione da HIV o altre di citochine infiammatorie. forme di immunosoppressione C. Produzione di infiltrato compresa quella iatrogena, opdermico palpabile.IFN, PIVKA; IL, interleuchina; TNF, fattore di necrosi tumorale. Sequenza antigenica in comune con: A MT BCG MNT B in vivo 0.1 ml PDD epidermide derma sottocute PDD Antigen Presenting Cell (APC) Linfocita T della memoria IFN-g, TNF-a IL-2, IL-8, ecc. C TST positivo: infiltrato dermico Antigen Presenting Cell (APC) Linfocita T della memoria pure in presenza di sintomatologia o quadro radiologico compatibili con malattia tubercolare, deve essere considerato positivo un infiltrato di diametro ≥5 mm16. Tuttavia, come noto da tempo17,18, il TST presenta significative limitazioni, principalmente secondarie ad una scarsa specificità; il PDD presenta infatti antigeni in comune con il Bacillo di Calmette-Guérin (BCG) e con i MNT, pertanto il test può fornire risultati falsamente positivi quando eseguito in individui precedentemente vaccinati19, oppure con infezioni micobatteriche non tubercolari20,21. Inoltre, in presenza di condizioni che inducono uno stato di anergia quali immunodepressione, malnutrizione o la stessa TBC in stato avanzato, può verificarsi una riduzione della sensibilità del test, con possibilità di risultati falsamente negativi22. La sensibilità alla tubercolina si sviluppa dopo 2-12 settimane dall’avvenuta infezione; trovandosi di fronte ad un caso di esposizione certa ad una sorgente di infezione tubercolare il cui TST risulti negativo, è pertanto consigliabile ripetere il test nelle settimane successive. A tale proposito occorre tuttavia ricordare la possibilità di sviluppare un effetto booster, conseguente alla sensibilizzazione dei linfociti T al PDD in occasione dell’esecuzione del test, con successivo riscontro di risultati falsamente positivi difficilmente distinguibili da una conversione post-infettiva23. I test a puntura multipla (MPT) non sono accurati quanto il TST poiché la dose esatta di antigene tubercolinico introdotta nella cute non è controllata, pertanto non sono più utilizzati nella pratica pediatrica14. I test IGRA, introdotti nella pratica clinica a partire dal 200120, costituiscono una delle principali innovazioni diagnostiche in ambito tubercolare; essi si basano sulla determinazione, mediante saggio immunoenzimatico (ELISA), della quantità di interferone-γ rilasciato dai linfociti della memoria precedentemente sensibilizza- in vitro IFN-g QuantiFERON-TB A T-SPOT TB B Figura 3. Illustrazione del meccanismo d’azione dei test di rilascio di interferone-γ (IGRA): i test prevedono l’incubazione in vitro dei linfociti del paziente con antigeni altamente specifici per Mycobacterium tuberculosis. A. QuantiFERON-TB: misurazione della quantità di interferone (IFN)-γ prodotta in vitro in seguito ad incubazione linfocitaria con antigeni ESAT-6, CFP-10 e TB7.7. B. T-SPOT TB: determinazione del numero di linfociti T producenti IFN-γ in seguito ad incubazione in vitro con antigeni ESAT-6 e CFP-10. ti in vivo ed incubati in vitro con antigeni peptidici specifici dei micobatteri tubercolari (ESAT-6, CFP-10 e TB7.7); tali antigeni vengono infatti secreti precocemente nel corso dell’infezione e sono assenti nel BCG e nella maggior parte dei micobatteri non tubercolari, conferendo pertanto ai test IGRA la capacità di discriminare tra una reale infezione tubercolare, uno stato di immunità acquisita in seguito a vaccinazione con BCG24 o un’infezione sostenuta da altri micobatteri25, con l’eccezione di M. kansasii, M. szulgai e M. marinum, che tuttavia condividono con il MT le regioni genetiche di ESAT-6 e CFP-1026. I test IGRA attualmente disponibili in commercio sono due (Figura 3). Il QuantiFERON-TB Gold In-Tube Assay (Cellestis Ltd, Australia) con metodiche ELISA determina la quantità di interferone-γ rilasciato dai linfociti T in risposta agli antigeni ESAT-6, CFP-10 e TB7.7 e deve essere eseguito su campioni di sangue fresco, incubato per 16-24 ore a 37° entro 16 ore dal prelievo e sottoposto a centrifugazione per separare il plasma dalle cellule ematiche; il T-SPOT TB misura invece il numero di linfociti T che producono interferone-γ in risposta ai soli antigeni ESAT-6 e CFP-10 e va effettuato entro 8 ore dal prelievo di sangue, che anche in questo caso deve essere incubato per 16-20 ore a 37° prima della lettura dei risultati; incubazioni superiori alle 48-72 ore sembrano associarsi ad un aumento della sensibilità della metodica27. Entrambi i test prevedono inoltre controlli positivi e negativi, che ne attestino la corretta esecuzione e forniscano nello stesso tempo stime dei livelli di interferone-γ minimi e massimi che il soggetto testato è in grado di produrre. | gennaio-giugno 2013 35 ESAT 6, CPF 10 o TB 7.7 Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 Come si fa Come si fa Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica I test IGRA sono facilmente effettuabili e, a differenza del TST, richiedono una sola visita ambulatoriale; tuttavia, per la complessità tecnologica della metodica, questi test presentano costi di circa 3 volte superiori rispetto al TST28. È tuttavia fondamentale ribadire che, determinando la presenza di una risposta immunitaria cellulo-mediata, TST e test IGRA forniscono l’evidenza indiretta di un’avvenuta esposizione al micobatterio tubercolare, considerata surrogato di infezione, ma non sono altrettanto in grado di distinguere tra LTBI e malattia tubercolare in atto o pregressa. Diagnosi di infezione tubercolare latente AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 36 L a diagnosi di LTBI costituisce un problema di fondamentale importanza, poiché la precoce identificazione ed il trattamento dei soggetti infetti può contribuire notevolmente a ridurre lo sviluppo della malattia e, conseguentemente, la trasmissione della TBC. Le uniche metodiche laboratoristiche attualmente a disposizione per la diagnosi di LTBI sono TST ed IGRA, nessuna delle quali può tuttavia essere ritenuta un gold standard. Mentre molto si sa sull’efficacia ed i limiti dell’utilizzo della TST in età pediatrica, i dati attualmente disponibili relativi a specificità e sensibilità dei test IGRA in questa fascia di età necessitano ancora di studi ulteriori, non permettendo quindi di delineare linee guida ampiamente condivise. Data la capacità dei test IGRA di distinguere tra infezioni tubercolari, non tubercolari e sensibilizzazioni da BCG, vi è unanime concordanza nel riconoscere a tali metodiche una specificità sensibilmente maggiore quando confrontate con il TST, per la loro capacità di ridurre i risultati falsamente positivi29. Per quanto riguarda la sensibilità di queste nuove metodiche diagnostiche, i dati attualmente disponibili in età pediatrica appaiono meno favorevoli, e necessitano di ulteriori approfondimenti. In particolare, sembra esistere una correlazione inversa tra l’età del paziente e l’incidenza di falsi negativi ai test IGRA; inoltre, secondo lo studio condotto da Lighter et al.30 sull’efficacia diagnostica del QuantiFERON-TB, vi sono minori probabilità di ottenere un risultato positivo se l’esposizione al contagio non è nota e pertanto non databile, se è avvenuta in epoche non recenti o quando interessa bambini di età <2 anni, a causa della minore efficienza della risposta immunitaria cellulo-mediata propria dei primi anni di vita che inficia la produzione dell’interferone-γ. Inoltre, una coesistente infezione da HIV, oltre a costituire un fattore di rischio per l’infezione tubercolare ed una sua più precoce progressione in malattia, determina uno stato di anergia della risposta immunitaria cellulo-mediata, incrementando la probabilità di ottenere risultati falsamente negativi31. Per simili meccanismi, anche infezioni elmintiche o stati di malnutrizione, condizioni estremamente frequenti nei paesi in via di sviluppo in cui la TBC è endemica, si associano ad una riduzione della sensibilità dei test IGRA32. Paradossalmente, per l’altissimo rischio di progressione verso la malattia tubercolare, sono proprio queste le categorie di pazienti che trarrebbero il maggior beneficio da una diagnosi precoce di LTBI e dal conseguente tempestivo trattamento6. Secondo le più recenti metanalisi31,33 l’impiego dei test IGRA da soli ed in sostituzione del TST nella diagnosi di LTBI pediatrica, in particolar modo durante la prima e seconda infanzia, è pertanto generalmente sconsigliato; l’identificazione di valori di cut-off specifici per le diverse fasce dell’età pediatrica potrebbe eventualmente contribuire ad incrementarne la sensibilità30. Le linee guida sull’utilizzo associato di IGRA e TST nella diagnosi della LTBI in età pediatrica sono numerose ed eterogenee, riflettendo le differenze nelle politiche socio-sanitarie e nei tassi di prevalenza dell’infezione tubercolare34. Secondo l’OMS e l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), mentre il TST rimane la prima scelta nei soggetti provenienti da paesi a medioalta endemia, nei paesi industrializzati ed a bassa endemia è invece raccomandabile un approccio diagnostico “two-step”, che prevede l’utilizzo dapprima del TST ed in seguito di un test IGRA, ai fini di incrementare la specificità dei risultati escludendo i falsi positivi secondari a vaccinazione con BCG ed infezioni da MNT, che in questo modo non verranno sottoposti al trattamento farmacologico previsto13,35. Come si fa Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica Diagnosi di tubercolosi attiva D ue metanalisi38,39 pubblicate nel 2011 hanno analizzato diversi studi eseguiti in paesi ad alta e bassa endemia, su soggetti HIV e non e su bambini, giungendo alla conclusione che i test IGRA non possono essere utilizzati come strumento diagnostico della malattia tubercolare poiché non in grado di discriminare tra LTBI, pregressa TBC o malattia attiva; inoltre, mentre un test IGRA positivo non indica necessariamente una condizione di TBC attiva, varie casistiche30 hanno riscontrato che un risultato negativo non può escludere con certezza la malattia, soprattutto in età pediatrica ed in presenza di altre condizioni che possano inficiare variamente la risposta immunitaria, tra le quali è compresa anche la stessa TBC. Secondo istituzioni internazionali quali AAP, CDC ed ECDC16,20 l’utilizzo dei test IGRA nella diagnosi di TBC attiva in età pediatrica deve pertanto essere inteso come uno strumento aggiuntivo ai tradizionali criteri diagnostici clinici, radiologici e microbiologici. Per quanto riguarda l’utilizzo degli IGRA nella diagnosi di TBC attiva in paesi ad elevata endemia, le linee guida OMS40 ne sconsigliano apertamente l’utilizzo, per l’elevata prevalenza di LTBI che tali test non sono in grado di discriminare dalla malattia in atto, portando quindi a sfavorevoli valutazioni del rapporto costoefficacia41. È stato inoltre recentemente osservato che l’utilizzo del test IGRA di tipo T-SPOT TB su fluidi extrasanguigni come liquido bronco-alveolare, essudato pleurico e peritoneale, sembra determinare un incremento della sensibilità e specificità diagnostica di tale metodica nella diagnosi di malattia attiva38, tuttavia non sono attualmente disponibili dati analoghi ricavati su popolazioni pediatriche. Una sostanziale comparabilità tra i risultati di TST ed IGRA in caso di TBC confermata dagli esami colturali è stata osservata da Cruz et al.42. Parimenti ai test IGRA, anche l’utilizzo del TST nella diagnosi di TBC attiva è inficiato da scarsa sensibilità, per l’incapacità di discriminare la malattia non solo dalla condizione di LTBI, ma anche da immunizzazioni di natura vaccinale, da infezioni sostenute da NTB e per la possibilità di falsi positivi secondari all’effetto booster precedentemente descritto. Inoltre, anche il TST presenta una ridotta specificità e può fornire risultati falsamente negativi in presenza di uno AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 L’esecuzione di un test IGRA in aggiunta al TST è inoltre largamente raccomandata in caso di HIV, immunodepressione di altra natura o malnutrizione, per ovviare al rischio di risultati falsamente negativi, ed in caso di pregressa vaccinazione con BCG, per discernere i risultati falsamente positivi36. Le linee guida fornite dall’American Academy of Pediatrics (AAP) promuovono l’impiego aggiuntivo degli IGRA in caso di positività al TST nei bambini di età >5 anni, mentre nei bambini più piccoli, specialmente se coesiste un’infezione da HIV, ritengono sia preferibile basarsi sui risultati del TST per intraprendere la terapia farmacologica, preferendo anteporre la sensibilità alla specificità del test diagnostico per l’elevato rischio di progressione in malattia. Concordi con l’utilizzo del TST da solo prima dei 5 anni sono anche le raccomandazioni dei US Centers for Disease Control and Prevention (CDC), secondo le quali, tuttavia, superata questa età i due test possono essere considerati equiparabili34. Infine, dati ottenuti su soggetti adulti hanno dimostrato che un risultato IGRA negativo, quando confrontato con il TST, si associa ad inferiori probabilità di sviluppare in futuro la malattia attiva29,37; sulla base degli studi disponibili non è tuttavia possibile avanzare analoghe considerazioni riguardanti l’età pediatrica. | gennaio-giugno 2013 37 Il test cutaneo alla tubercolina rimane la prima scelta nelle persone provenienti da paesi a medio-alta endemia per la diagnosi di infezione latente. Come si fa Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica stato di anergia; l’entità dell’infiltrato dermico non può pertanto essere considerata espressione della probabilità diagnostica di malattia tubercolare. La diagnosi di TBC attiva rimane pertanto di pertinenza soprattutto clinica, radiologica (secondo i quadri precedentemente descritti) e microbiologica, rispetto alle quali TST ed IGRA assumono un ruolo subordinato ed ausiliario20. L’isolamento del MT all’esame colturale di un campione biologico sospetto costituisce ancor oggi il gold standard diagnostico della TBC attiva. Il prelievo di quantità adeguate dell’espettorato nei bambini risulta di difficile esecuzione, per cui è una pratica abbastanza comune ricorrere all’aspirazione, ripetuta in 3 giorni diversi, del contenuto gastrico mattutino, più ricco dell’espettorato ingerito durante la notte; tuttavia, a causa della peristalsi e del conseguente svuotamento gastrico anche la quantità di espettorato raccolta con questa procedura può risultare insufficiente per lo svolgimento di una corretta indagine AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 | gennaio-giugno 2013 38 Bibliografia 1. Bloom BR, Small PM. 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La ricerca microscopica dei micobatteri, mediante colorazione Ziehl-Neelsen o con osservazione al microscopio a fluorescenza, può essere eseguita su ogni tipo di campione biologico e può fornire una risposta entro tempi molto rapidi (in meno di un’ora); tale metodica presenta tuttavia una sensibilità estremamente bassa, fornendo risultati positivi in meno del 15% dei bambini con diagnosi 9. Menzies HJ, Winston CA, Holtz TH, Cain KP, Mac Kenzie WR. Epidemiology of tuberculosis among US- and foreignborn children and adolescents in the United States, 1994-2007. Am J Public Health 2010; 100:1724-9. 10. Nelson LJ, Wells CD. Global epidemiology of childhood tuberculosis. Int J Tuberc Lung Dis 2004; 8:636-47. 11. Zar HJ, Hanslo D, Apolles P, Swingler G, Hussey G. Induced sputum versus gastric lavage for microbiological confirmation of pulmonary tuberculosis in infants and young children: a prospective study. Lancet 2005; 365:130-4. 12. Marais BJ, Pai M. 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Indipendentemente dalla prevalenza dell’infezione da HIV o della farmaco-resistenza, per la sua maggiore sensibilità diagnostica tale metodica può costituire un valido ausilio in caso di negatività dell’esame microscopico, senza tuttavia sostituirsi ad esso; la ricerca microscopica e, ancor di più, l’isolamento colturale del patogeno costituiscono infatti strumenti imprescindibili per valutare il trattamento farmacologico da intraprendere e monitorarne la risposta AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 1-2 clinico-radiologica di TBC ed in meno del 25% di casi in cui l’isolamento colturale del patogeno è stato possibile3. Una novità di recente introduzione nell’ambito della diagnosi microbiologica della TBC è rappresentata dalle tecniche molecolari di amplificazione dell’acido nucleico (nucleic acid amplification techniques o NAAT) che, utilizzando la reazione a catena polimerasica (PCR), sono in grado di rilevare la presenza di materiale genetico proprio del MT all’interno dei campioni biologici analizzati. Secondo Perez-Velez36 tali metodiche presentano una sensibilità complessiva >95% in casi di TBC documentata microscopicamente e colturalmente, mentre in caso di campioni biologici risultati negativi all’osservazione microscopica e positivi all’esame colturale la sensibilità è comunque compresa tra il 50% e l’85%, mentre la specificità è >97%. Dal 2010 è inoltre disponibile Xpert MTB/ RIF, un saggio di amplificazione del DNA tubercolare in grado di rilevare in meno di 2 ore non solo la presenza del MT con soddisfacenti valori di sensibilità e specifi- Nuove metodiche diagnostiche nella tubercolosi pediatrica