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MAGGIO 2016
Pubblicazione curata da
Associazione Cuore Amico
Mirano - Venezia
Direttore responsabile
G.L. Dal Corso
Coordinatore di Redazione
e della grafica
Vittorio Pampagnin
Autorizzazione del
Tribunale di Venezia
Reg. Prov. 1456
01.07.2003
Redazione e Sede Sociale
Via Luigi Mariutto, 13
30035 Mirano - Venezia
Tel. e fax 041.5795707
Casella Postale 49
www.cuoreamico.com
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Questo numero
è stato stampato
in 1500 copie
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Tel. 049.502722
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Archivio Cuore Amico
Stra: L’edificio che fu sede dell’Officina Idraulica del Magistrato Alle Acque
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NOTIZIARIO CUORE AMICO
RESOCONTO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL BILANCIO FINANZIARIO
2015 E PREVENTIVO 2016, ALL’ASSEMBLEA ORDINARIA DEL 12/04/2016
DELL’ASSOCIAZIONE “CUORE AMICO MIRANO, ONLUS”
Relazione del Presidente
L’
anno 2015 è stato denso di
novità positive per i nostri
soci, ma anche purtroppo negativo
per alcuni avvenimenti. La nostra
Associazione di Volontariato, con
la fattiva collaborazione di tutto il
Consiglio Direttivo, ha continuato a
realizzare le attività previste dal nostro
Statuto Sociale: diffusione di messaggi
educativi e informazioni sui corretti
stili di vita, rivolti a tutta la popolazione
dell’ULSS 13. Inoltre, ha contribuito a
realizzare progetti di elevato interesse
in tema di prevenzione cardiovascolare,
grazie al contributo del nostro Comitato
Scientifico (Dr F. Giada, Dr A. Zanocco,
Dr.ssa N. Frigato, Dr M. Michieletto, Dr
F. Zoppo).
Tempo di bilanci
Purtroppo, però, il 2015 è stato funestato
dalla scomparsa del Dr. Piero Pascotto,
Presidente Onorario e Socio Fondatore
della nostra Associazione e caro amico
di noi tutti. Come è noto, il Dr. Pascotto
ha rappresentato per oltre un ventennio
il punto di riferimento cardiologico
per l’intera provincia: ha portato ad
un livello di eccellenza la Cardiologia
di Mirano, dandogli una prospettiva
nazionale ed internazionale; ha creato
una affermata scuola cardiologica,
portando al primariato molti dei
suoi allievi, sia in Veneto sia in altre
regioni italiane; ha permesso che la
cittadinanza dell’ULSS 13 potesse
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avere servizi sanitari di elevatissimo
livello tecnico, non dimenticando
mai l’importanza fondamentale del
rapporto umano con i pazienti. La sua
scomparsa ha lasciato in tutti noi un
vuoto incolmabile.
Il 2015 è stato anche l’anno della
chiusura della nostra Cardiochirurgia,
contro la quale l’Associazione è scesa
in campo e si è battuta raccogliendo
oltre 6.000 firme e portandole
all’attenzione dell’Assessore Regionale
alla Sanità, facendo comunicati
stampa e volantinaggio nelle piazze.
Purtroppo tutto questo non è servito
e dopo 15 anni di attività svolta ad alto
livello professionale ed umano, i nostri
Cardiochirurghi sono stati costretti
ad emigrare. Ringraziamo pertanto
il Primario della Cardiochirurgia
Dr Alessandro Giacomin, i suoi
collaboratori Dr Stefano Cisico, Dr.ssa
Lorenza Deperini e Dr.ssa Alina Gallo,
lo staff infermieristico, il tecnico
perfusionista Dr.ssa Carola La Valle e la
Caposala Elisa Bertolin, per tutto quello
che hanno dato alla nostra popolazione.
Comunque, per ovviare alla chiusura
del reparto, si è sviluppato, grazie
anche alla disponibilità del Direttore
Generale Dr. Giuseppe Dal Ben e del
Primario Cardiochirurgo Dr. Domenico
Mangino, uno stretto rapporto di
collaborazione tra la nostra Cardiologia
e la Cardiochirurgia dell’Angelo,
che continua a garantire ai nostri
concittadini la massima assistenza in
questo campo.
Infine, segnalo che a fine anno la Dr.ssa
Donatella Noventa, socio fondatore
della nostra Associazione, Primario
della Medicina dello Sport di Noale
ed ex-Direttore del Dipartimento
Cardiovascolare dell’ULSS 13, è andata
in pensione. A Lei tutta la nostra
gratitudine per quanto in questi anni ha
dato all’Associazione e a tutta l’Azienda
Sanitaria. Auguro alla Donatella un “in
bocca al lupo” !
Fiori per la d.ssa Donatella Noventa
INIZIATIVE SVOLTE NEL 2015
Giornate di prevenzione sul territorio
Cardiologie Aperte
Incontri di educazione sanitaria
Sponsorizzazioni
Donazioni
Pranzo sociale
Gita sociale
Stampa notiziario associazione
PROGETTI SVOLTI NEL 2015
Progetto Sport Sicuro
Progetto Cuore in Tasca
Progetto Menopausa InForma
Progetto Palestra per tutti
Progetto Presto
Il DG dott. Dal Ben a Cardiologie aperte
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MAGGIO 2016
PREVENTIVO DELLE
ATTIVITÀ
E INIZIATIVE 2016
Giornate dedicate alla prevenzione.
Quest’anno, grazie all’acquisto da
parte della nostra Associazione
di un elettrocardiografo e di
un lettino portatile, oltre alla
misurazione di colesterolo,
glicemia e pressione arteriosa,
il Cardiologo presente potrà
eseguire un certo numero di
elettrocardiogrammi nei soggetti
risultati a maggior rischio
cardiovascolare.
Costante presenza e attiva
partecipazione ai convegni
organizzati dal Dipartimento
Cardiovascolare dell’ Ulss 13
Partecipazione alle riunioni
del C.S.V. di Venezia , C.A.V.V.
e agli incontri promossi dalla
Provincia di Venezia e Triveneto
Cuore.
Organizzazione dell’annuale
pranzo sociale.
Organizzazione della gita
sociale.
Pubblicazione dei notiziari
dell’associazione
PROGETTI 2016
Progetto Sport sicuro.
Continua l’adesione dei Comuni:
a Santa Maria di Sala donazione
di 5 defibrillatori; 1 defibrillatore
a Spinea; 2 defibrillatori per le
palestre delle scuole pubbliche
di Mirano; 2 defibrillatori per le
palestre delle scuole pubbliche
di Noale; 1 defibrillatore per la
piazza Martiri di Mirano.
Progetto PRESTO.
Continueranno i corsi dedicati
ai famigliari dei pazienti
cardiopatici, volti ad insegnare
loro la gestione iniziale delle
emergenze cardiologiche, quali
l’arresto cardiaco. La rapidità
d’intervento, infatti, risulta
I componenti del Consiglio Direttivo quadriennio 2013-2017.
determinante per salvare la vita
dei pazienti colpiti da un evento
cardiovascolare.
Progetto Cuore in Tasca.
Il progetto continuerà anche nel
2016, con le modalità già in atto.
Progetto Menopausa InForma.
Da aprile 2016 partiranno le
rivalutazioni finali dei parametri
misurati, da mettere a confronto
con quelli iniziali. Le donne
verranno gradualmente affidate
alle palestre del territorio per
continuare, in autonomia, il
cambiamento dello stile di vita
avviato grazie al Progetto.
Progetto Palestra per tutti.
Si stima di aumentare l’attività
pomeridiana della palestra di
Noale, coinvolgendo nel progetto
150 nuovi pazienti, i quali
potranno in tal modo fruire del
beneficio dell’esercizio fisico a
costi contenuti.
Concludo ringraziando
nuovamente tutti i soci ed in
particolare il Consiglio Direttivo,
gli infermieri, i medici ed il
comitato scientifico, che con
la loro disponibilità hanno
permesso e permetteranno alla
nostra Associazione di continuare
a crescere e a raggiungere nuovi
traguardi. Si ringraziano i
presenti per l’attenzione prestata
e si passa alla presentazione del
bilancio consuntivo 2015 e quello
preventivo 2016 .
Il Presidente
Nicolò Cammarata
Alcuni componenti del Gruppo di lavoro che ha avviato e
seguito il “Progetto Donna Menopausa In Forma”
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NOTIZIARIO CUORE AMICO
Cardiologie Aperte edizione 2016
Il cuore “batte” a Mirano e Noale: grande sinergia tra la Cardiologia e il servizio di
riabilitazione cardiologica
G
rande successo per
affluenza di presenze e
grande partecipazione ha riscosso
anche quest’anno a Mirano la
manifestazione “Cardiologie
Aperte”, inserita nella settimana
nazionale di prevenzione delle
malattie cardiovascolari promossa
da Heart Care Foundation e
dall’Associazione Nazionale dei
Medici Cardiologi Ospedalieri
(ANMCO). Oltre 700 cardiologie
in tutta Italia hanno aderito
all’iniziativa che, come sempre,
mira a sostenere la ricerca
finalizzata alla prevenzione,
diagnosi e cura delle malattie
cardiovascolari. Quest’anno
la manifestazione si è tenuta
giovedì 11 febbraio presso i locali
adiacenti gli ambulatori della
Cardiologia di Mirano. Con la
straordinaria presenza e l’aiuto
dell’Associazione Cuore Amico
Onlus e del suo Presidente
Nicolò Cammarata, è stato
possibile offrire gratuitamente
alla popolazione l’opportunità
di valutare alcuni parametri
ematici (glicemia e colesterolo)
e clinici come il peso, l’altezza,
la circonferenza addominale e
la misurazione della pressione
arteriosa. Durante la giornata si
sono presentate, fin dalle prime
4
ore del mattino, oltre duecento
persone. In circa 30 persone, per
la presenza di importanti fattori
di rischio, è stato eseguito anche
un elettrocardiogramma. Tra le
persone con parametri anomali del
cuore il personale della Cardiologia
ha individuato anche un cittadino
a rischio infarto che è stato
sottoposto ad una coronarografia.
Le persone che hanno eseguito
l’elettrocardiogramma, inoltre,
hanno avuto la possibilità di
aderire all’iniziativa della Banca
del Cuore (Bamcom Heart), una
schedina a forma di bancomat
che permette, con l’inserimento
dei dati clinici, l’archiviazione
dell’elettrocardiogramma in un
data base a cui il medico curante
può ricorrere in caso di necessità.
Durante la manifestazione
erano presenti alcuni stand,
dove il personale delle
Cardiologie di Mirano e Dolo,
della Medicina dello Sport
e Cardiologia Riabilitativa
di Noale e del Dipartimento
Prevenzione dell’Ulss 13 hanno
offerto gratuitamente opuscoli
informativi sulla prevenzione
dei principali fattori di rischio
cardiovascolare e in particolare le
proposte per ridurre l’abitudine
al fumo di sigaretta. Ogni mese,
nella Cardiologia di Mirano,
vengono eseguiti oltre 500
elettrocardiogrammi (escluse le
emergenze). Si eseguono circa
2500 procedure interventistiche
all’anno, di cui un migliaio solo
di coronarografie e novecento
angioplastiche. Si ricorda che il
malato cardiovascolare è preso
N. Cammarata, L. Dalla Barba, F. Giada,
F. Valentini
in carico a 360° dal Dipartimento
Cardiovascolare e questo significa
che prima di essere dimesso,
viene valutato dal cardiologo che
decide se inviarlo poi a Noale in
Medicina dello Sport e Cardiologia
Riabilitativa per cominciare
il percorso di riabilitazione
cardiologica (con ottimizzazione
dei fattori di rischio e della terapia
farmacologica, valutazione
dietologica e psicologica ed
esercizio fisico adattato nella
palestra medica).
Naturalmente, durante l’evento
della Cardiologia Aperta di
Mirano, grande enfasi è stata data
dalla partecipazione all’iniziativa
del nuovo direttore generale
della Ulss 13 Giuseppe Dal Ben,
il quale si è sottoposto con
simpatia e disponibilità ai controlli
cardiologici previsti, elogiando
l’importanza della prevenzione in
ambito cardiovascolare.
Un saluto inoltre ai cittadini è
stato fatto dal sindaco del Comune
di Mirano Maria Rosa Pavanello
e del Comune di Noale Patrizia
Andreotti.
Dr. Albino Zanocco
Cardiologo
Il Sindaco di Mirano M.R. Pavanello
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MAGGIO 2016
I fattori di rischio cardiovascolari
S
ono il risultato di abitudini
e stili di vita non corretti,
fattori ambientali e biologici, che,
se presenti in un soggetto sano,
predicono la probabilità di ammalare
in un certo periodo di tempo.
NON MODIFICABILI
•Età: il rischio aumenta
progressivamente con l’avanzare
dell’età: per gli uomini il rischio
aumenta con età ≥55 anni, per le
donne con ≥65 anni
•Sesso maschile: gli uomini sono più
a rischio delle donne. Nella donna il
rischio aumenta sensibilmente dopo
la menopausa.
•Familiarità: parenti con eventi
cardiovascolari in età giovanile
(meno di 55 anni negli uomini e di 65
nelle donne).
•Globalizzazione, urbanizzazione,
inquinamento che interagiscono
con determinanti sociali, culturali
ed economici di salute (scolarità,
abitazione, lavoro).
sangue maggiore senza dispendio
supplementare di energia.
•Consumo dannoso di alcol:
Viene raccomandato di limitare
l’assunzione giornaliera di alcool
a non più di un bicchiere/die nelle
donne (10 g di alcool) e non più di
due bicchieri/die negli uomini (20 g
di alcool), essendo questo il livello
di consumo alcoolico associato
con il più basso rischio di malattie
croniche.
•Fumo: va assolutamente abolito.
Esistono Centri specializzati per
la cura dell’abitudine al fumo. La
propria ULSS di riferimento saprà
dare indicazioni in merito.
MODIFICABILI
Tali fattori si instaurano spesso
già durante l’infanzia o durante
l’adolescenza. Sono quelli sui quali
si può intervenire in maniera più
radicale:
•Dieta non corretta, in termini di
quantità, di scelta dei prodotti.
•Sedentarietà: va sconfitta! La
pratica di un’attività fisica aerobica
regolare:
-Rende il cuore più “robusto” e
resistente alla fatica
-Aumenta la richiesta di ossigeno da
parte del corpo e il carico di lavoro
di cuore e polmoni, rendendo la
circolazione più efficiente.
-Rende il cuore allenato inducendolo
a pompare una quantità di
INTERMEDI
Pur non rappresentando ancora
una patologia conclamata, vanno
già considerati condizioni patologiche,
seppure ancora almeno in parte
reversibili se diagnosticate e trattate in
tempo:
•Ipertensione arteriosa: se sei un
individuo sano e rilevi da qualche
tempo valori di pressione superiori
a 140/90 mmHg, allora rivolgiti al
tuo Curante, perché potresti essere
iperteso e potrebbe esserti indicata
una valutazione specialistica.
Se l’ipertensione viene diagnosticata
va curata per:
- Evitare ingrossamento ed
affaticamento del cuore
- Evitare irrigidimento delle arterie
di tutti i distretti circolatori e degli
organi bersaglio (reni, cervello, cuore,
arterie degli arti inf)
- Evitare ictus infarti emorragie
cerebrali
•Colesterolo: se sei un individuo
sano e la tua colesterolemia tot
è maggiore di 190 mg/dl e le tue
LDL sono maggiori di 115 mg/dl,
fai attenzione, rivolgiti al tuo
Curante perché le conseguenze
di valori elevati di colesterolo nel
sangue nel tempo sono pari a delle
“incrostazioni” delle arterie con
riduzione del calibro e possibilità
di partenze di corpuscoli e quasi
sempre avvengono senza nessuna
sintomatologia se non quando ormai
è troppo tardi…
•Sovrappeso e obesità: se dividi
il tuo peso (espresso in kg) per la
tua altezza (espressa in mt2) ottieni
un numero che si chiama indice
di massa corporea. Se tale numero
è maggiore di 25, allora sei in
sovrappeso; se è addirittura maggiore
di 30, allora sei obeso.
Il sovrappeso e l’obesità aumentano
il rischio di malattie cardiovascolari.
- Diabete: è una malattia importante
e, se non viene correttamente curata,
presenta complicanze macro e
microvascolari. Il diabete aumenta
il rischio di aterosclerosi, favorisce
l’ipertensione e l’ipercolesterolemia
e riduce il livello dell’HDLcolesterolemia. Inoltre, il diabete può
provocare complicanze a carico degli
occhi, dei reni e del sistema nervoso.
Dr.ssa Mariapiera Vettori
Cardiologa
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NOTIZIARIO CUORE AMICO
Dr. Flavio Valentini
La tua casa è sicura?
Dr. Flavio Valentini Direttore Dipartimento Servizio di Sicurezza
in Ambienti di Lavoro ULSS 13 Dolo-Mirano
O
gni anno in Italia si
verificano circa 3 milioni
di incidenti domestici. La casa
e le sue dirette pertinenze non
sempre sono sicure e tra le mura
domestiche spesso si annidano
insidie e pericoli per tutte le età. Per
comprendere il fenomeno la AULSS
13 (Dipartimento di Prevenzione e
Dipartimento per le Emergenze)
ha aderito per alcuni anni (20042010) al sistema di sorveglianza
nazionale degli infortuni in ambiente
domestico (SINIACA), promosso
dall’Istituto Superiore di Sanità. La
attività è stata quella di raccogliere e
inserire in un database nazionale le
informazioni contenute nei certificati
rilasciati dal ns. Pronto Soccorso
nei casi di accesso agli stessi per
infortuni accaduti in abitazione
e nelle sue pertinenze. In base a
questi dati, di seguito sinteticamente
illustrati i risultati della indagine al
fine di stimolare alcune riflessioni.
Nel periodo di osservazione sono
stati registrati poco meno di 50000
accessi per infortunio domestico,
quindi circa 7000 all’anno che
corrispondono al 10% del totale
degli accessi al Pronto Soccorso
(mediamente in un anno sono circa
70.000).
I maschi da 1 a 4 anni di età sono i
più “colpiti”, e i maschi la fanno da
padrone fino ai 65-69 anni di età poi
il testimone (come numerosità) passa
alle donne (vedi grafico).
Queste si infortunano
prevalentemente nei locali interni
della casa e in particolare in cucina,
camera da letto, bagno, soggiorno
mentre gli uomini preferiscono
“farsi male” nelle pertinenze esterne
della abitazione in giardino/cortile e
garage/cantina. Questa distribuzione
evidenzia anche la quasi netta
separazione dei compiti, le donne
“governano” la casa e si fanno male
cucinando e durante le pulizie,
mentre gli uomini nel bricolage, in
occasione di riparazioni varie e la
manutenzione del verde. Le scale e
i ballatoi accumunano entrambe i
sessi e sono i luoghi dove si raggiunge
quasi la parità degli incidenti/
infortuni (1000 donne e 900 uomini).
Nel 70% dei casi il problema
di salute viene risolto con
medicazioni e trattamenti in
Pronto Soccorso mentre nel 15%
dei casi le persone rimangono in
astanteria in osservazione per una
migliore valutazione delle lesioni/
complicanze.
Questo avviene in modo uguale sia
per i maschi che per le femmine,
a mano a mano che si sale con
l’età aumenta però la percentuale
di coloro che hanno la necessità di
maggiori cure e quindi di ricovero.
Questa evenienza è molto bassa
( 1-2% dei casi) fino ai 49 anni per
arrivare ad una percentuale variabile
dal 25-30%, nelle persone di entrambe
i sessi, dagli 80 anni in su.
La dinamica, responsabile dell’evento
infortunistico, non sempre, per
vari motivi, è stata registrata nelle
schede del Pronto Soccorso e
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nella ns. rilevazione non abbiamo
informazioni in poco più della metà
dei casi. Comunque il numero è in
ogni caso importante e quindi è
possibile dare una indicazione anche
da questa informazione.
La causa più frequente di infortunio
è la caduta/inciampamento che
interessa il 20% dei casi, di questi il
21% necessita di ricovero. Al secondo
posto ci sono le ferite/punture/
penetrazioni da parte di un oggetto
che interessa quasi l’8% delle persone
e che porta al ricovero nel 15% dei
casi. Subito dopo ci sono gli urti
o schiacciamenti accidentali che
interessano il 7% degli infortunati
con un 14% di ricoveri. Il corpo
estraneo (orifizio o ingestione) è
al 4° posto con un 4% di casi nei
quali l’8% necessita di ricovero. Le
ustioni interessano l’1% delle persone
che nell’8% dei casi necessitano
di ricovero. Tutte le altre cause
(morso di animale, annegamento,
soffocamento, avvelenamento,
contatto con elettricità, sforzi
violenti) sono al di sotto dell’unità
percentuale ma hanno tutti (quasi)
un’alta percentuale di ricovero
dovuto alla gravità della lesione
riportata. La maggior parte degli
infortuni avviene durante l’azione
di camminare seguita da quella dei
lavori domestici e poi dai giochi e
dall’igiene personale.
Un ultimo elenco utile per
comprendere il fenomeno è quello
relativo alla natura della lesione
e il luogo di accadimento. Anche
questa analisi non riguarda la totalità
degli eventi ma solo il 20% di quelli
segnalati ma come prima comunque
fornisce una interessante fotografia
del fenomeno.
Le scale e i ballatoi sono responsabili
del 9% delle contusioni, del 4% delle
lussazioni, del 3% delle fratture
chiuse. In cucina si riportano il 7%
delle ferite e lacerazioni, il 3% delle
contusioni e l’1,5% delle ustioni. In
camera da letto accadono il 5% delle
contusioni mentre in bagno il 3%,
in soggiorno il 2% e in altri locali
imprecisati della abitazione un altro
3%. In giardino e in altre pertinenze
esterne della abitazione accadono il
9% delle ferite/lacerazioni il 4% delle
contusioni e l’1,5% dei corpi estranei.
In garage, area parcheggio e cantine
infine si consumano il 2% delle ferite
e lacerazioni, il 2% delle contusioni e
abbiamo l’1,5% dei corpi estranei.
Questi dati ci inducono a pensare
che la casa può essere un luogo
poco sicuro e che renderla meno
insicura dipende dai nostri
comportamenti, dall’uso di mezzi di
protezione individuale e di ausili e
dalla predisposizione di impianti e
accorgimenti strutturali che aiutano
a ridurre i pericoli.
Le fasce di età a maggior rischio
sono quelle dei minori e quella degli
ultrasettantacinquenni. Nei primi
deve essere alta l’attenzione alla
prevenzione dei genitori mentre
negli anziani devono essere i figli o le
persone che li assistono.
Uno dei più importanti rischi
emerso è quello delle cadute da
scale e ballatoi, per la prevenzione
di questi è indispensabile avere in
casa E USARE, scale portatili in
buone condizioni, corrimano nelle
scale, strisce antiscivolo sugli scalini.
Altre fonte di caduta sono i tappeti e
quindi se necessari dotarli di sistemi
di fissaggio antiscivolamento o di
toglierli dalle abitazioni dove vivono
anziani.
I dipartimenti di Prevenzione
delle AULSS sono coinvolti
nell’approfondimento delle
tematiche relative agli infortuni
domestici e partecipano attivamente
in programmi di sensibilizzazione
dei bambini (e genitori) nelle scuole
primarie attraverso gli insegnanti
che con dei giochi educano i bambini
alla sicurezza in casa (programma
AFFY FIUTAPERICOLO). Anche
per le altre fasce di età sono in
corso programmi regionali che
tendono a diffondere nei cittadini
una maggior consapevolezza dei
rischi nelle abitazioni e ad adottare
miglioramenti comportamentali e
strutturali.
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NOTIZIARIO CUORE AMICO
Occhio ed Ipertensione
Dr. Romeo Altafini
Direttore UOC di Oculistica
minuti per essere eseguito ma che
ULSS 13 Mirano Ospedale di Dolo rappresenta un buon sistema sia
L
ipertensione sistemica è
quella condizione clinica
caratterizzata da una pressione
arteriosa maggiore dei valori
normali. È una patologia diffusissima
ma, se diagnosticata e curata in
modo scrupoloso difficilmente causa
danni irreversibili. Essendo una
malattia polidistrettuale interessa
vari organi, quali il cervello, il
cuore, il fegato, il rene e l’occhio. La
retinopatia ipertensiva rappresenta
quindi la manifestazione oculare
della ipertensione arteriosa.
L’internista o il cardiologo chiedono
al collega oculista un esame del
fondo dell’occhio per avere precise
indicazioni sullo stato vascolare
del paziente. Infatti l’oculista,
osservando il fondo dell’occhio, ha la
possibilità di osservare direttamente
ed “in vivo”, come suol dirsi,
l’albero arterioso e venoso ed avere
indicazioni sullo stato di salute e
sulla eventuale compromissione.
L’esame viene condotto generalmente
dopo aver dilatato la pupilla,
utilizzando un biomicroscopio
ed una lente ingrandente che
permette di avere un’immagine
chiara stereoscopica delle strutture
retiniche. Si tratta di un’esame
semplice che richiede pochi
classificativo dello stadio della
malattia ipertensiva (presenza o
meno di danno d’organo) che un
buon sistema di monitoraggio della
progressione del danno vascolare
ipertensivo.
Ma andiamo a valutare in dettaglio
quali sono le alterazioni vascolari
che osserviamo nella retinopatia
ipertensiva.
Essa è caratterizzata da un ampio
spetro di alterazioni vascolari
retiniche direttamente correlate alla
frequenza e al grado di innalzamento
della pressione arteriosa sistemica.
L’innalzamento della pressione,
all’interno del vaso arteriolare
retinico, innesca dei meccanismi di
compenso costituiti dalla contrazione
delle fibrille elastiche della parete
vasale.
Questa contrazione porta ad un
restringimento del lume vasale e ad
un aumento della tortuosità del vaso
stesso. Se però il valore pressorio non
si riduce, con una corretta terapia,
i meccanismi di compenso cessano
causando la vasodilatazione con
conseguente stravaso di liquido nel
tessuto retinico (essudati cotonosi)
e, successivamente, emorragie
(emorragie a fiamma). Nelle fasi
avanzate, quando la malattia non
viene curata per lunghi periodi,
si assiste alla comparsa di edema
retinico, con deposizione di
essudati duri intorno alla fovea
(stella maculare), ed alla sofferenza
ischemica delle cellule retiniche che,
morendo, si depositano in ammassi
(drusen).
In virtù di questi meccanismi
evolutivi, la retinopatia ipertensiva
viene clinicamente suddivisa in
quattro stadi:
Dr.ssa Giorgia Sanguinetti
Ambulatorio Retina Medica UOC
di Oculistica- Ospedale di Dolo
Stadio 1: restringimento e tortuosità
dei vasi retinici;
Stadio 2: al restringimento ed
alla tortuosità si associano gli
schiacciamenti artero-venosi
(schiacciamenti A-V ).
Questo stadio presenta 4 gradi
evolutivi:
a) tenue accentuazione del riflesso
arteriolare, lieve attenuazione
arteriolare generalizzata e
occultamento venoso.
b) evidente accentuazione del riflesso
arteriolare, spostamento della
vena con incrocio ad angolo retto
sotto l’arteria a livello degli incroci
arterovenosi.
c) arteriole a filo di rame;
inclinazione della vena distale su un
incrocio arterovenoso;
d) assottigliamento della vena
da entrambi i lati dell’incrocio e
deviazioni ad angolo retto delle vene
(arteriole a filo d’argento)
Stadio 3: caratterizzato dalla
presenza di edema retinico,
emorragie a fiamma, essudati
cotonosi e drusen. Quando l’edema e
gli essudati interessano la macula si
parlerà di stella maculare; situazione
che causa una grave compromissione
della vista.
Stadio 4: caratterizzato dalla
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MAGGIO 2016
comparsa di un edema del
disco ottico (papilla da stasi)
per ipertensione endocranica.
Questa situazione configura il
quadro clinico, molto grave, della
ipertensione maligna.
La sintomatologia è praticamente
silente fino agli stadi 3 e 4 quando
insorgono calo del visus (stadio 3) e
disturbi neurologici (stadio 4).
La diagnosi avviene, principalmente,
attraverso l’esame del fondo
oculare; cosa alla quale, almeno
semestralmente, un paziente
iperteso dovrebbe sottoporsi. La
terapia fonda il suo cardine sulla
regolarizzazione della pressione
sistemica. Particolare importanza
assume la fluoroangiografia, che
permette, attraverso l’iniezione di
un mezzo di contrasto, di avere una
precisa e dettagliata indicazione
dell’albero vascolare e delle sue
eventuali alterazioni. Negli stadi più
avanzati della malattia (stadi 3 e 4)
si deve ricorrere al trattamento laser
fotocoagulativo, al fine di distruggere
le aree retiniche ischemiche. In
questa situazione, però, il recupero
visivo risulta difficile. Si puo quindi
facilmente desumere come stretta
deve essere la interdipendenza tra
oculista, internista e cardiologo e
come la interdisciplinarietà tra queste
figure sia assolutamente necessaria
per il bene del paziente.
2
3
foto 1: stadio iniziale retinopatia ipertensiva;
1
foto 2: presenza di emorragie e di essudati cotonosi;
foto 3: stadio avanzato con edema della papilla
9
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NOTIZIARIO CUORE AMICO
La prostata: istruzioni per l’uso
Dr. Fabio Sercia Urologo: seconda parte
I
l tumore prostatico è la più frequente
neoplasia maligna nel maschio.
Colpisce prevalentemente i maschi dopo il
50° anno di età con un picco di incidenza
attorno ai 70 anni. Il tumore della
prostata origina dalle cellule ghiandolari
prostatiche situate alla periferia della
prostata. La prognosi di questo tumore
dipende dall’estensione della neoplasia
al momento della diagnosi, e dall’età
del paziente, a crescita e lo sviluppo
del tumore prostatico è in parte dovuto
all’azione degli ormoni sessuali maschili
(il testosterone). E’ molto importante,
come sempre in campo oncologico, una
diagnosi precoce di questa neoplasia.
Purtroppo non esistono dei sintomi
specifici del tumore prostatico, se non
quelli dovuti all’ostruzione determinata
dall’ingrossamento della prostata
(indebolimento del getto urinario,
frequenza delle minzioni sia di giorno
che di notte, a volte stimolo impellente di
urinare) e peraltro non distinguibili dai
sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna.
Per questo motivo viene consigliato a
tutti i maschi sopra i 50 anni di eseguire
almeno una volta all’anno un esame
del sangue per il dosaggio del PSA ed
eventualmente una visita urologica.
Il PSA è una sostanza prodotta dalla
ghiandola prostatica e che può essere
dosata nel sangue con un semplice
prelievo. I livelli di PSA aumentano nel
caso di una malattia della prostata e in
presenza di un tumore prostatico. Ma
attenzione: valori alti di PSA non sono
sinonimo di tumore della prostata. Il
PSA può aumentare anche in presenza
di ipertrofia prostatica benigna, o per
un’infezione urinaria o in seguito a
manovre strumentali sull’apparato
urinario (per esempio il posizionamento
di un catetere vescicale o l’esecuzione
di una cistoscopia). L’interpretazione
dei valori di PSA deve essere pertanto
esclusivamente affidata al Medico
Curante e all’Urologo. Negli ultimi anni
la diagnostica della neoplasia prostatica
si è arricchita di ulteriori strumenti come
il PHI (proste healt index) o la Risonanza
magnetica con spettrometria, esami da
utilizzare in casi selezionati. Se l’Urologo
sospetta la presenza di un tumore della
prostata consiglierà di eseguire l’ecografia
prostatica transrettale con biopsia
ecoguidata. Con questo esame è possibile
ottenere dei frammenti di tessuto
prostatico che vengono inviati al Patologo
che eseguirà su di essi l’esame istologico,
rilevando così la presenza o meno del
tumore.
La terapia della neoplasia prostatica
Se l’età, le condizioni generali del
paziente e l’estensione del tumore
lo consentono la terapia del tumore
prostatico è rappresentata dalla
prostatectomia radicale. Si tratta di
un intervento chirurgico con il quale
si asporta interamente la ghiandola
prostatica. Lo scopo di questo intervento
è quello di eradicare completamente il
tumore. Nei casi in cui l’Urologo ritenga.
che non vi siano le condizioni necessarie
per procedere a questo intervento potrà
consigliare delle altre forme di terapia, in
particolare la Radioterapia e/o la terapia
farmacologica con delle sostanze che
sopprimono la produzione degli ormoni
maschili o che ne impediscono l’azione
sulla prostata.
Dopo l’intervento in un piccolo numero
di casi si può presentare una certa
difficoltà a trattenere l’urina. Vi può
essere, cioè, una incontinenza urinaria
che varia di entità da paziente a paziente e
che si risolve, in genere, dopo un periodo
di tempo variabile da caso a caso (da uno
a più mesi). Questa evenienza, quindi,
non deve spaventare dato che il recupero
Dr. Fabio Sercia
è buono già spontaneamente e viene
ulteriormente migliorato da esercizi di
contrazione sfinteriale, che vengono in
ogni caso insegnati. L’altro problema
che si può presentare dopo l’intervento è
l’incapacità a riprendere la propria attività
sessuale. Questo tipo di impotenza è di
natura chirurgica, dato che, per asportare
interamente il tumore prostatico, non
sempre è possibile rispettare i sottilissimi
nervi che sono preposti all’erezione e
che si trovano in strettissima vicinanza
della prostata. Ciò malgrado, si riesce
in molti casi a far riprendere al paziente
una buona attività sessuale con l’aiuto di
farmaci adeguati.
Le patologie della prostata sono
un’evenienza molto frequente.
Fortunatamente l’Urologia moderna
possiede gli strumenti per un diagnosi
tempestiva ed una cura efficace.
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MAGGIO 2016
Le 10 regole per restare in forma
Un breve riassunto dei 10 punti più importanti per essere in forma
1. Fare una colazione ricca e
soddisfacente
La colazione è considerato il pasto
più importante della giornata, e
ormai sono numerosissimi gli studi
secondo cui mangiare proteine e fibre
che danno energia e senso di sazietà
in quello che si deve considerare il
primo pasto della giornata fa bene.
2. Mangiare tanta frutta e verdura
È ormai provato che mangiare
molta verdura è essenziale per un
dimagrimento a lungo termine
e per il mantenimento del giusto
peso. Le verdure sono ricche di
fibre, vitamine, minerali e di altri
nutrienti essenziali per il benessere.
Tutto ciò in poche calorie. La
frutta, ricchissima di vitamine
ed antiossidanti, serve anche a
soddisfare in modo innocuo il
desiderio di dolce.
3. Mangiare proteine ad ogni pasto
Secondo una linea di pensiero che
si sta affermando sempre di più, il
25% delle calorie giornaliere devono
venire da proteine magre come uova,
carni magre, pesce e latticini magri.
Le proteine infatti fanno sentire
pieni più a lungo e sono alleate dei
muscoli.
4. Mantenersi sempre ben idratati
Essere adeguatamente idratati
fa bene all’organismo e aiuta a
conquistare/mantenere la linea.Non
tutte le acque sono uguali: alcune
sono più ricche di sali minerali
rispetto alle altre. Una regola
d’oro è bere un bicchiere d’acqua
prima dei pasti. Notare la parola
magica: acqua. Per bere bene, ossia
idratandosi senza caricarsi di calorie
inutili, è caldamente suggerito farsi
piacere l’acqua e sostituirla alle
bevande zuccherate, con zucchero
artificiale, alcolici etc.
5. Ridurre le dimensioni dei piatti
Bisogna aiutarsi a mangiare di meno
e uno dei modi più facili per farlo
senza sforzo e a basso costo è usare
piatti più piccoli. L’occhio vuole la
sua parte, la mente pure e la pancia
è brava a seguire entrambi per cui
una porzione più piccola in un piatto
piccolo appare grande, e il gioco è
fatto.
6. Evitare i dolcificanti
Una nuova linea di pensiero e
ricerca negli Stati Uniti vuole che i
dolcificanti non servano per perdere
peso e anzi, in alcuni casi, possano
avere l’effetto opposto. Alla base
del problema c’è che sono talmente
dolci da scatenare il desiderio di
zuccheri e dolci, possono generare
dipendenza e in quasi tutti i casi
provocano aumento di peso.
7. Mangiare più spesso
La nuova scuola di pensiero vuole
che debbano passare al massimo
quattro ore tra un “pasto” e un
altro ed è fondamentale che non
arrivare al prossimo appuntamento
alimentare avendo troppa fame
perchè porta facilmente a fare scelte
sbagliate. Mangiare spesso aiuta
poi a mantenere stabile il livello di
zucchero nel sangue e a controllare il
senso di fame.
8. Dormire bene
Per perdere peso e tenerlo sotto
controllo bisogna dormire
almeno 7 ore per notte. È ormai
scientificamente dimostrato che
dormire poco porta ad ingrassare.
9. L’esercizio fisico
Detto e ridetto fino alla noia,
l’esercizio fisico è l’alleato numero
1 di chiunque abbia interesse al
proprio peso.
10. Lo stress
Lo stress fa male e fa ingrassare.
Chi è molto stressato produce più
cortisolo, l’ormone incaricato di
immagazzinare il grasso e che è
stato connesso al desiderio per cibi
grassi. È difficile che ci si metta
autonomamente in situazioni che
causano stress, è comunque utile
sapere che non essere stressati è utile
per la salute dell’organismo e per la
linea.
Dr.ssa Luisa Bedin
Dietologa
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NOTIZIARIO CUORE AMICO
Qualche
Consiglio
SUGGERIMENTI PER I PASTI
PRIMA E DOPO L’ATTIVITA’
SPORTIVA
Attività sportiva nella prima metà
della mattinata o nella prima metà
del pomeriggio
Colazione e pranzo comprendenti
carboidrati complessi (pasta, pane,
fette biscottate, ecc);
Bere acqua nelle ore antecedenti
l’attività sportiva, di modo da arrivare
idratati allo sforzo fisico;
A fine attività sportiva consumare
proteine + zuccheri semplici (es: yogurt
e una spremuta d’arancia fresca);
Bere acqua dopo l’attività sportiva per
recuperare eventuali liquidi persi.
LA SALUTE DELLE OSSA
per le donne e le loro famiglie
In tutti i Paesi e culture, le donne svolgono un ruolo fondamentale
nella loro famiglia e società. Soprattutto dopo i 50 anni, le donne
assumono un carico di responsabilità sempre crescente: come sostegno
a giovani e anziani, come supporto economico della famiglia anche
se vicine alla pensione e come collaboratrici per il benessere delle loro
comunità. Un ulteriore, più insidioso onere si sta diffondendo sempre
di più tra centinaia di milioni di donne anziane: l’osteoporosi, la più
comune delle malattie scheletriche. L’osteoporosi può letteralmente
frantumare la vita delle donne. Le fratture da fragilità gravano con un
tributo pesantissimo sulla qualità di vita delle donne in menopausa nel
Dr. Fabio
mondo. Ognuno ha un familiare o un amico
cheSercia
ha subito una frattura
da osteoporosi, che sia una sorella di 55 anni con il polso rotto, o che
sia la nonna di 78 con frattura dell’anca. Tutte queste donne vedranno
il proprio futuro seriamente compromesso dalla frattura. Poiché
l’osteoporosi è tanto diffusa, soprattutto tra le donne dopo i 50 anni,
ogni donna deve sapere che la salute delle ossa è un problema che la
riguarda da vicino.
CINQUE STRATEGIE
ESSENZIALI
per combattere l’osteoporosi e ridurre
Il rischio di fratture
Attività sportiva nella seconda metà
della mattinata o nella seconda metà
del pomeriggio
Il rischio di sviluppare osteoporosi e fratture da fragilità è determinato
da molti fattori, alcuni dei quali modificabili (es. esercizio fisico,
alimentazione e fumo), altri non modificabili (es. familiarità, età alla
menopausa e patologie quali l’artrite reumatoide). Mentre il picco
di massa ossea è in gran parte correlato alla genetica, dopo i 65 anni
quest’ultima svolge un ruolo sempre meno significativo e altri fattori,
come l’esercizio fisico e la dieta, diventano sempre più importanti. Per
mantenere lo scheletro sano esistono cinque strategie che riducono il
rischio di fratture osteoporotiche.
Consumare un’ora e mezza prima
circa uno spuntino dato da carboidrati
complessi (barretta ai cereali, fette
biscottate, paninetto fresco, ecc);
Bere acqua nelle ore antecedenti
l’attività sportiva, di modo da arrivare
idratati allo sforzo fisico;
Pranzare o cenare con proteine
complete (es: carne, pesce, uova,
cereali+legumi) e con carboidrati;
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MAGGIO 2016
I benefici dell’esercizio fisico
e attenzione ai falsi miti
I
l detto “chi si ferma è perduto”
è più appropriato che mai
dopo i 50 anni di età. Dopo la
menopausa l’attività fisica diventa
fondamentale per il mantenimento
della massa ossea e della forza
muscolare. Oltre a conservare
la resistenza ossea, il principale
obiettivo dell’esercizio fisico è
aumentare la massa muscolare per
migliorare la funzione, l’equilibrio e
la forza muscolare. Un ridotto tono
muscolare e uno scarso equilibrio
possono favorire cadute e fratture.
L’effetto positivo dell’esercizio fisico
sull’osso dipende sia dal tipo che
dall’intensità dell’attività fisica. Per
esempio, esercizi che potenziano
la resistenza (o forza muscolare)
diventano sempre più importanti con
l’avanzare dell’età. Mentre è difficile
costruire la componente minerale
dell’osso, l’esercizio ha dimostrato di
favorire un modesto miglioramento
della densità minerale ossea (BMD)
di circa 1-2%. I programmi degli
esercizi dovrebbero essere scelti
in base alle esigenze e capacità di
ciascuno, specialmente in presenza
di osteoporosi, tendenza alla caduta
e fragilità.
Esercizi per donne
in menopausa
Non affette da Osteoporosi
L’obiettivo è svolgere attività
fisica per 30-40 minuti 3-4 volte la
settimana, in un programma che
comprenda esercizi di resistenza
e con spostamento di carico.
Esempi di questi ultimi sono:
Esercizi di
Impatto
- ballo
- aerobica ad
alto impatto
- escursioni
- corsa/il jogging
- salto con la corda
- salire le scale
- tennis
Potenziamento
Muscolare
- sollevamento pesi
- esercizi con
elastici
- macchinari da
palestra
- corpo libero
- elevarsi sulle dita
dei piedi
Gli esercizi di equilibrio e la
ginnastica posturale e funzionale
sono altrettanto importanti:
Equilibrio: esercizi che rinforzano le
gambe e testano l’equilibrio, quali il
Tai Chi, possono ridurre il rischio di
caduta.
Postura: esercizi che migliorano
la postura e l’incurvamento della
schiena, riducendo il conseguente
rischio di frattura, soprattutto alla
colonna vertebrale.
Esercizi funzionali: esercizi che
facilitano le attività quotidiane
NON È VERO CHE ………..
I prodotti “light” o “senza
zucchero” non facciano ingrassare
e quindi possano essere consumati
liberamente. Molti di questi prodotti
apportano calorie anche in notevole
quantità. Leggi attentamente
l’etichetta nutrizionale e ricordati
che l’uso di questi alimenti induce
un falso senso di sicurezza che porta
a consumare quantità eccessive
sia degli alimenti “light” che degli
alimenti normali.
NON È VERO CHE ………..
L’acqua vada bevuta al di fuori dei
pasti.
Al limite, se si eccede nella quantità
si allungheranno di un poco i tempi
della digestione (per una diluizione
dei succhi gastrici), ma un’adeguata
quantità di acqua (non oltre i
600-700 ml) è utile per favorire i
processi digestivi, perché migliora la
consistenza degli alimenti ingeriti.
NON È VERO CHE ………..
Non è vero che bere molta acqua
provochi maggiore ritenzione idrica.
La ritenzione idrica dipende più dal
sale e da altre sostanze contenute
nei cibi che consumiamo che dalla
quantità di acqua che ingeriamo.
NON È VERO CHE ………..
Non è vero che l’alcol aiuti la
digestione; al contrario la rallenta e
produce ipersecrezione gastrica con
alterato svuotamento dello stomaco.
NON È VERO CHE ………..
Non è vero che le bevande alcoliche
dissetino ma, al contrario,
disidratano: l’alcol richiede una
maggior quantità di acqua per il
suo metabolismo, e in più aumenta
le perdite di acqua attraverso le
urine, in quanto provoca un blocco
dell’ormone antidiuretico.
Dr.ssa Giulia Ciappa
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NOTIZIARIO CUORE AMICO
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MAGGIO 2016
Momenti
del pranzo
sociale 2015
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NOTIZIARIO CUORE AMICO
In bicicletta fra Arte e Storia
Via Nazionale a Stra: le Scuderie Pisani e l’ex Officina Idraulica
U
n percorso interessante
da fare in bicicletta o a
piedi è quello intorno alla cinta
di Villa Pisani andando a scoprire
la parte retrostante del complesso
e una strada assai suggestiva ma
trascurata dai flussi turistici e
non solo da questi.
Via Nazionale si imbocca dalla
regionale a poca distanza dal
semaforo del ponte di Stra, tra
villa Ruffo e villa Cappello,
fiancheggiando gli annessi e il
muro di cinta di villa Foscarini
sede del Museo della Calzatura.
All’ombra dei grandi alberi
del parco Pisani si incontra
villa Zane, edificio risalente al
XV° secolo e, più avanti, villa
Antonucci, nota come Casino
del Prete (casino, sia chiaro, sta
per piccola casa); ancora, villa
Toffetti detta Casino Grande.
Oltre a queste ville, oggi in
disuso, lungo questa passeggiata
salta agli occhi la vista sul parco,
sulla peschiera e sulla facciata
interna di Villa Pisani che si gode
attraverso l‘inferriata traforata
del cancello delle scuderie. Desta
stupore poi un edificio insolito,
un’architettura novecentesca
di grande pregio, una sorta di
basilica civile con tanto di torre,
ideata e modulata su schemi
ancora neoclassici. Si tratta
dell’edificio che fu sede della
rinomata Officina dell’Ufficio
Idrografico del Magistrato alle
Acque che fu dal 1913, anno
della sua inaugurazione, luogo
di studio e di sperimentazione
delle scienze idrauliche e
delle tecniche idrografiche
e sede di un officina che per
decenni ha riparato, costruito
ed esportato in tutta Europa
strumenti di precisione per le
misurazioni idrografiche. Questa
officina, realizzata e gestita in
collaborazione fra il Magistrato
alle Acque e l’Università di
Padova, fu un’eccellenza
scientifica e industriale fino alla
triste decadenza del glorioso
Magistrato fondato più di cinque
secoli fa dalla Serenissima per
governare le acque del suo stato
da terra.
Questo edificio ora del Demanio,
una volta recuperato con i suoi
annessi dall’abbandono e dal
degrado, sarebbe il luogo ideale
per raccontare dei fiumi veneti,
in particolare della Brenta, e della
millenaria storia del rapporto
dei veneti con le acque interne e
con la laguna. Essendo prossimo
a quello che fu l’importante
nodo idraulico di Stra, questo
spazio espositivo permetterebbe
di far comprendere meglio la
storia della Riviera del Brenta e
quella della navigazione interna
e accompagnare così, anche sul
fronte culturale, l’impresa del
completamento della moderna
idrovia Padova-Mare che si sta
finalmente riavviando.
Antonio Draghi architetto
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