SIRI - Robot industriali: attuatori, sensori, controllo e programmazione Attuatori e azionamenti elettrici per robot e servosistemi Ezio BASSI - [email protected] Dipartimento di Ingegneria Elettrica Università di Pavia UCIMU – 24 maggio 2006 Applicazioni di motori nell’industria Ventilatori 27% Compressori 15% Altri 5% Pompe 31% Trasportatori 22% Azionamento Elettrico • L’azionamento elettrico è l’insieme dei componenti elettromeccanici ed elettronici per trasformare: • energia elettrica, fornita dalla rete in • energia meccanica con coppia e velocità controllabili Azionamento Elettrico Struttura generale CIRCUITI DI INTERFACCIA GENERATORE RIFERIMENTO LEGGE DI CONTROLLO DISPOSITIVI DI MISURA CONTROLLO ALIMENTAZIONE CONVERTITORE STATICO PROTEZIONI MOTORE STATORE ROTORE TRASDUTTORI Schema di Azionamento con macchina c.c. con controllo di velocità e di corrente GI Vr εω + - Vω Aω * Ia εI +- Ia AI C Ia Va Ia M carico ω DT Lecc Recc Schema di Azionamento con macchina c.a. con controllo V/Hz linea trifase raddrizzatore a diodi Vs* V f fs* * fs Vdc inverter tipo PWM IM 3≈ ωr carico Azionamento Elettrico • un motore elettrico che converte la potenza elettrica nella potenza meccanica richiesta dal carico; • un sistema di conversione statica che comprende uno o più convertitori completi di circuiti di protezione e controllo; • un insieme di dispositivi di controllo che comprendono i circuiti per il rilievo, la trasduzione, il confronto e la regolazione dei segnali per il comando del convertitore; • apparecchiature di comando e protezione Azionamento Elettrico Il convertitore trasforma l'energia elettrica della rete primaria (generalmente a tensione e frequenza fisse) in energia avente i parametri richiesti (tensione e/o frequenza) per l'alimentazione del motore A seconda del tipo di trasformazione si hanno convertitori : A.C./D.C. D.C./A.C. D.C./D.C. A.C./A.C. - Raddrizzatori Inverter Chopper Cicloconvertitori, variatori di tensione Azionamento Elettrico Vari dispositivi ausiliari (contattori, teleruttori, dispositivi di manovra ecc.) sono poi richiesti per l’esecuzione delle procedure di messa in marcia e di arresto del motore e per la salvaguardia e la protezione delle differenti parti dell'azionamento in caso di sovraccarico o di guasto. A questi si aggiungono tutti gli elementi per il condizionamento delle variabili trasdotte e per l’elaborazione dei segnali a scopo di regolazione, controllo, diagnostica, interfaccia col processo ecc. Azionamento Elettrico – Schema (CEI CT 301) Alimentazione Protezioni Convertitore Motore Sorgente di alimentazione Aux Interfaccia con il processo Controllo Sensori Funzione di comando Carico Prestazioni di Azionamenti per la Robotica/1 • Ampia gamma di velocità, a partire da velocità nulla; • erogazione della coppia nominale anche da fermo; • funzionamento reversibile sui quattro quadranti del piano coppia-velocità (quindi: in entrambi i sensi di rotazione sia da motore sia da generatore) e, se richiesto, frenatura con recupero di energia sulla rete di alimentazione; • controllo preciso di posizione, velocità e accelerazione; Prestazioni di Azionamenti per la Robotica/2 • possibilità di controllo, con precisione elevata, di posizione, velocità ed accelerazione; • controllo della coppia anche in regime dinamico; bassa inerzia ed elevato rapporto coppia/volume con elevate accelerazioni (decine di migliaia di rad/s2); • regolarità di moto (rotazione continua senza oscillazioni di velocità e coppia istantanea generata costante a regime) indipendentemente dalla posizione angolare anche a bassa velocità; Prestazioni di Azionamenti per la Robotica/3 • eccellente comportamento dinamico con brevi tempi di avviamento ed arresto; elevate precisioni statiche nel posizionamento (es. 1/1000 di giro); • alta capacità di sovraccarico e sviluppo di coppie impulsive • rapida risposta del motore alle variazioni di coppia e velocità per adattarsi ad una nuova condizione di carico, mantenendo il valore a regime di queste grandezze entro una precisione prefissata; Prestazioni di Azionamenti per la Robotica/4 • buon funzionamento del motore anche in caso di variazioni improvvise del carico o dei parametri della rete di alimentazione; • prestazioni ottimali per quanto riguarda ad es. il fattore di potenza, il contenuto armonico, la corrente assorbita ecc.; • sorveglianza (monitoraggio) delle grandezze più importanti (tensioni, correnti, velocità) dell'azionamento, riportandone i valori anomali da cui risalire a possibili malfunzionamenti Interfacce degli Azionamenti Azionamenti digitali/1 La diffusione di soluzioni completamente numeriche (azionamenti digitali) è legata ai seguenti aspetti: • possibilità di una taratura, cioè definizione di parametri che interessano il campo operativo ed i regolatori dell’azionamento, più puntuale e con maggior ripetibilità; • possibilità di autotaratura, cioè di una impostazione automatica dei parametri dei regolatori che non richiede più l’intervento di un tecnico; Azionamenti digitali/2 • facilità di modifica dei parametri, anche durante il normale funzionamento, rendendo possibile la realizzazione di servosistemi adattativi; • possibilità di interfacciamento con il CN digitale e, in maniera generale, con il resto del processo/impianto; • facilità di scambio di messaggi e di diagnostica centralizzata; • facilità di protezione degli alimentatori dei motori Aspetti applicativi/1 Funzionamento sui quattro quadranti - Possibilità di muovere l’organo comandato in entrambe le direzioni e per frenarlo rapidamente quando necessario; durante la frenatura la macchina elettrica opera da generatore a spese dell’energia cinetica delle masse in movimento. Reversibilità di funzionamento - Erogazione di coppie positive e negative con verso di rotazione sia orario sia antiorario. Queste caratteristiche sono richieste per azionamenti che devono far parte di sistemi di regolazione della posizione come quelli utilizzati nelle macchine utensili dotate di controllo numerico. • La legge del moto richiede in generale, un funzionamento sui 4 quadranti (C, ω) ω C t ++ -+ -- +- • Erogazione di coppia a velocità zero Aspetti applicativi/2 Campi di funzionamento - Indipendentemente dal funzionamento sui quattro quadranti, gli azionamenti possono fornire in genere due diversi campi operativi : un campo a coppia costante con velocità variabile da zero ad un valore massimo nominale, con coppia disponibile costante; un campo con una prima zona di velocità da zero sino a un valore prefissato con coppia costante e una seconda zona compresa tra quest’ultimo valore e quello massimo nominale a potenza disponibile costante. Intervalli di velocità a coppia e a potenza costante C Pot ωb ω ωmax Pot = C ⋅ ω Pot = cost → C ∝ ω −1 Aspetti applicativi/3 Impiego degli azionamenti: • • • • • Richiesta di maggiori prestazioni Sostituzione di regolazioni meccaniche Sostituzione di azionamenti idraulici Ragioni energetiche Esigenze di automazione computerizzata Risultati attesi: • Miglioramento della flessibilità del sistema • Interventi di manutenzione più semplici • Incremento della produttività Aspetti applicativi/4 Gli azionamenti elettrici hanno subito una rapida evoluzione in conseguenza di: • nuovi componenti elettronici di potenza • miglioramento della microelettronica • introduzione nuove tecnologie di produzione • nuovi settori di applicazione Azionamenti ad alte prestazioni • Processi discontinui • Processi continui (es. posizionamento) (es. laminatoio) Alte prestazioni dinamiche • Posizione • Velocità • Coppia Collegate gerarchicamente Qualità del moto in generale • Bassa ondulazione di coppia • Interfacciabilità Suddivisione di larga massima • Azionamenti tipo-asse • Azionamenti tipo-madrino Il riferimento è, tipicamente, alle macchine utensili, ma può essere abbastanza bene generalizzato ad altre applicazioni Azionamento tipo-asse • Ottenimento di una predeterminata legge del moto ϑ(t) ω(t), ad alta dinamica C 1 Js Cmax ω 1 s ϑ ωmax • Questo compatibilmente con i vincoli Cmax, ωmax Il motore (servomotore) • è targato in Nm in sovraccarico (stallo), continuativi e • è indicata una velocità massima • il raffreddamento (esecuzione chiusa) è naturale • include un trasduttore meccanico (ω o ϑ) • include spesso un freno di sicurezza azionato elettromagneticamente Il convertitore • Dimensionamento per corrente di sovraccarico e tensione massima (massima velocità) kVA • Condizioni peggiori di lavoro a velocità zero • Tipicamente di tipo non reversibile in rete (l’energia di frenatura viene dissipata) • Operante su quattro quadranti (V, I), ad alta dinamica Campo di potenza • Coppie da circa 1 Nm a 50 Nm (continuativi) • Velocità massima da 3000 rpm (motori c.c.): circa 300 rad/sec a 6000 rpm (motori c.a.): circa 600 rad/sec • Potenza da ≈ 500 W a ≈15 kW • Potenza del convertitore più alta (fattore di sovraccarico, 2 ÷ 3 volte) (kVA) Dimensionamento • Il dimensionamento del motore (prevalentemente) dalla coppia dipende • Il dimensionamento del convertitore (kVA) dipende dal prodotto Imax ⋅ Vmax • Per un motore a c.c.: E = kφω, C = kφIa se k ϕ = cost : E ∝ e C ∝ Ia se k ϕ ⋅ ω = cost : E = cost e C ∝ ω −1 Deflussaggio • Il deflussaggio allevia il dimensionamento del convertitore • È possibile dove è richiesta meno coppia ad alta velocità • La situazione è più complessa, nel caso di motori a corrente alternata • Sorgono problemi di controllo, poiché il coefficiente kT=kφ [Nm/A] rende variabile il guadagno dell’anello di ω Equazione meccanica della coppia Coppia prodotta La coppia prodotta dal motore Cm è in molti casi proporzionale alla corrente ed è uguale alla somma di due termini: la coppia resistente Cr • la coppia di inerzia CJ d ω (t) CJ(t) = J dt Equazione di equilibrio meccanico Cm(t) + Cr(t) Cj(t) 1 J ∫ ω(t) ∫ θ(t) Equazione di equilibrio meccanico CJ (t) = Cm(t) − Cr (t) ω (t) = ∫ C j (t) J Cm (t) − Cr (t) dt = ∫ dt J ∫ θ( t) = ω ( t) dt Ondulazione (ripple) di coppia • Componente alternativa, coppia voluta sovrapposta C alla (a regime) ϑ, t • Fattori costruttivi (motore) – tipicamente meccanico è funzione • Imperfezioni schema di controllo dell’angolo Coppia richiesta all’attuatore Cm (t) = Cj + Ca (t) + Cg + Cc + CL = Cj + Cr (t) Cj Coppia d’inerzia Ca Coppia d’attrito Cg Coppia di gravità Cc Coppia delle forze centripeta e di Coriolis CL Coppia di lavoro Coppia richiesta all’attuatore •Coppia d'inerzia - dipende dall’accelerazione impressa al carico e si manifesta soprattutto nelle applicazioni che richiedono rapidi posizionamenti. Questa coppia ha, per ogni giunto, una componente relativa alla sua accelerazione più le componenti che tengono conto dell'influenza su quel giunto delle accelerazioni degli altri giunti; •Coppie della forza centripeta e di Coriolis dipendono dal quadrato della velocità nei giunti (coppia centripeta) e dal prodotto delle velocità dei vari giunti. Normalmente di valore ridotto a causa delle basse velocità in gioco nei robot; Coppia richiesta all’attuatore •Coppie dovute all'azione gravitazionale - dipendono dalla presenza di oggetti che devono essere mossi dal robot (carichi di massa), oppure da una struttura non bilanciata del robot; •Coppia d’attrito - comprende sia un termine di tipo coulombiano indipendente dalla velocità, sia uno di attrito viscoso ad essa proporzionale. Spesso è di modesta entità; •Coppia di lavoro – è quella richiesta dal processo tecnologico Parametri per attuatori Fattore di merito - Indica l'attitudine di un attuatore a variare nel tempo la potenza meccanica erogata al carico indipendentemente dal rapporto di trasmissione; è definito come: Pt = dP/dt= Cm2 / J Il termine Pt , detto anche potenza transitoria (inglese Power Rate), rappresenta la variazione di potenza dP disponibile in un tempo dt. Se la coppia è costante Pt è uguale all'accelerazione ed ha lo stesso valore a monte ed a valle del riduttore. Accoppiamento diretto di giunti e attuatori/1 Tra le caratteristiche dell'accoppiamento diretto si ricordano in particolare: • elevata rigidezza del sistema cui corrispondono elevate frequenze di risonanza meccaniche; • eliminazione o la drastica riduzione del gioco presente nei sistemi con riduttori; • sensibile riduzione degli attriti. Si noti che il rendimento dei riduttori più efficienti e più costosi può essere anche > 90%, in particolari situazioni esso può scendere fino al 30%. Accoppiamento diretto di giunti e attuatori/2 • con accoppiamento diretto gli altri attriti del sistema vengono riportati all’albero senza l’attenuazione in coppia introdotta dal rapporto di riduzione; • Anche l‘ inerzia del carico viene riportata direttamente all'albero mentre, negli accoppiamenti indiretti, essa risulta attenuata di un fattore pari al quadrato del rapporto di riduzione. Con accoppiamento diretto la dipendenza dal carico è invece rilevante e richiede, ad esempio con le inerzie fortemente variabili che si hanno nei robot, procedure di controllo più complesse; Motore di costruzione speciale a due statori a riluttanza variabile Motore di costruzione speciale a statore esterno e magneti permanenti a riluttanza variabile Accoppiamento diretto di giunti e attuatori/3 • l'accoppiamento diretto può evidenziare problemi di oscillazione della coppia a bassa velocità. Mentre queste ed i conseguenti disturbi sulla velocità possono essere accettate per operazioni di semplice posizionamento, in quanto compensate dalle prestazioni elevate del trasduttore di posizione e dell'algoritmo di controllo, esse sono invece inaccettabili per quelle applicazioni in cui è previsto un tracciamento accurato della traiettoria; Accoppiamento diretto di giunti e attuatori/4 • ai fini della precisione del sistema sono richiesti trasduttori di posizione con risoluzioni più elevate e quindi più costosi. Infatti se il trasduttore è applicato direttamente al giunto la sua risoluzione rimane invariata, mentre quando è collegato all'albero del rotore essa viene moltiplicata per un fattore uguale al rapporto di riduzione (= velocità del giunto / velocità del motore). Motore Elettrico Motore Elettrico/1 • Trasforma l’energia elettrica in meccanica ed è quindi l’attuatore di potenza • Le caratteristiche e le prestazioni dei motori per azionamenti sono diverse da quelle dei motori tradizionali Motore Elettrico/2 Principali tipi di motori per azionamenti: • motori corrente continua • motori a induzione (asincroni) • motori sincroni a commutazione elettronica e magneti brushless) permanenti sul rotore (motori Motore Elettrico/3 • motori a riluttanza • motori a riluttanza commutata (switched reluctance) • motori a passo • motori lineari • motori di coppia (ad accoppiamento diretto) Zone di funzionamento di un motore C LIMITE DI SOVRACCARICO FUNZIONAMENTO INTERMITTENTE FUNZIONAMENTO CONTINUO 0 ω Motore Elettrico La scelta del tipo motore è legata a: • coppia e velocità in regime permanente • prestazioni dinamiche • grandezze di controllo • caratteristiche dell’alimentazione Servomotori in corrente continua (a magneti permanenti) • Struttura isotropa Nm • Ferriti ≈ 0,5 kg • Terre rare ≈ 0,7 Nm kg • Rapporto coppie ≠ rapporto induzioni • Tipicamente: 3 diametri (80 , 115 e 145 mm) Diverse lunghezze attive (taglia) • Inclusa dinamo tachimetrica e (opzionale) freno di emergenza Limitazione: commutazione • Ha andamento all’incirca iperbolico (potenza) Nm • Si distingue funzionamento continuativo da funzionamento intermittente • Per garantire durata (specificata) del rpm collettore Caratteristica tipo • Il funzionamento di tipo intermittente deve essere verificato termicamente, dato il ciclo di carico Servomotore in corrente continua • Un servomotore è una macchina speciale (attuatore completo, tachimetro , freno, esecuzione speciale) • La sua scelta deve essere accurata, in relazione all’applicazione • La targa non è sufficiente, a questo scopo • Deve essere opportunatamente accoppiato al convertitore Svantaggi del servomotore in corrente continua • Commutatore a lamelle: affidabilità manutenzione sovraccarico • Generazione di calore sul rotore: dissipazione più difficoltosa esecuzione chiusa • Rapporto coppia/momento di inerzia Azionamenti con motori “Brushless” • Brushless senza spazzole – indicherebbe praticamente azionamenti in c.a. tutti gli • Uso comune: – azionamenti facenti uso di motore sincrono a magneti permanenti (isotropi) Surface-Mounted Permanent-Magnet Synchronous motor (S.M.P.M.) • Il motore sincrono è azionato ad anello chiuso (autocommutato) Rappresentazione schematica Motore a corrente continua (Magneti permanenti) Motore brushless Vantaggi dello schema brushless • Commutazione elettronica: richiede gli avvolgimenti sullo statore • Generazione di calore sullo statore: facilità di dissipazione, esecuzione chiusa • Alleggerimento del rotore miglior rapporto coppia/momento di inerzia Struttura tipica motore brushless (isotropo) 4 poli (tipicamente 6 od 8 poli) Avvolgimento trifase, a stella senza neutro Tecniche di comando • Scopo: Coppia indipendente dalla posizione angolare del rotore • Mezzi: Progettazione del motore, controllo delle correnti • Tecniche: Trapezia e sinusoidale Tecnica Trapezia (trifase, a regime) E fem I EI potenza di una fase corrente Tecnica Sinusoidale (trifase, a regime) fem, corrente potenza P1 = E ′ I′ sin 2 ωt E ′ I′ = (1 − cos 2ωt) 2 Struttura tipica di rotore IPM (anisotropo) (4 poli) N S (8 poli) S N N S S N N S S N un elevato numero di poli consente concentrazione di flusso (ferrite) Brushless Sinusoidale λd = L eqid + λ λq = L eqiq + λ md mq q dλ d v = Ri + − ωλ d d q dt dλ q v q = Riq + − ωλ d dt jλdq π 2 λdq d Azionamento a motore brushless di tipo sinusoidale + Id Vd ω ω∗ Reg. ω ω I* Contr. invertitore Trasduttore θ Esempio di metodo digitale-analogico Motore Brushless i*1 I* i*2 i*3 ω Convertitore D/A Limitatore Memoria forme d'onda θ ω Contatore f/v Encoder Sincronismo di giro Impulsi Azionamenti a moto incrementale • Motori Passo (Step Motors) • Motori C.C. + encoder • Non sono richieste prestazioni dinamiche elevate • Potenze in gioco contenute (max un centinaio di W ) • Costi contenuti Motori a passo A S N Corrente uscente Corrente entrante B ϑ ϑ* Logica di pilotaggio ϑ* ω* Amplificatore ω Motore Passo ϑ 1 s ϑ • La soluzione con motore passo non richiede la chiusura di anelli di retroazione semplicità, economicità. • Per contro abbiamo una minor precisione e minori potenze. Esempi di applicazione • • • • • Robotica industriale Stampanti e Macchine per scrivere Memorie a dischi (ottici o magnetici) Lettori audio di Compact Disc o Mini Disc Automobili Produzione mondiale annua >100 Milioni di pezzi 22’ • Comando rotazione angolare quantizzata γ : angolo di passo Valori tipici: γγmm=0.9° 400 = 0.9° 400 passi passi // giro giro γγMM=30° = 30° 12 12 passi passi // giro giro S:numero di passi / giro γ=360°/S S =360°/γ Ciclo di lavoro • Si comanda una (rapida) successione di impulsi cui corrisponde una rotazione (continua) fino al raggiungimento della posizione desiderata. • Si interrompe la successione, in certe applicazioni il motore deve mantenere la posizione raggiunta anche in assenza di alimentazione. Tipi di motore passo • Magneti Permanenti • Riluttanza Variabile • Ibridi Bifase (PM) (VR) Trifase (HY) Pentafase Lo statore è a poli salienti Motore Passo a Magneti Permanenti (PM Step Motor) A S N Corrente uscente Corrente entrante B A B α/4=30° S N S N N S S N N S S S S N NN NS S S N N S N • I circuiti magnetici A e B sono sfasati di mezzo polo • Ogni circuito è eccitato da un solo avvolgimento P : paia poli di rotore α: angolo polare = 360°/P Il motore in figura ha 6 poli di rotore: P=3 e α=120° IA A A B B IB Configurazioni: A: Corrente entrante in A B: Corrente entrante in B AB:Corrente entrante in A, B AB:Corrente entrante in A, B A: Corrente entrante in A B: Corrente entrante in B AB:Corrente entrante in A, B AB:Corrente entrante in A, B A B S1 A S2 B S3 A S4 • Ho percorso una distanza angolare pari ad α, cioè 360° elettrici. • Il numero di passi impiegati prende il nome di numero di configurazioni (Z). S = PZ • S è il numero di passi necessari a percorrere 360° meccanici. • Angolo elettrico = P (Angolo meccanico) Per l’esempio in figura si ha: P=3 Z=4 S=12 γ = 360°/12=30° Dove con γ abbiamo precedentemente indicato l’angolo di passo Comando due fasi on • E’ possibile alimentare contemporaneamente due fasi. • Il numero delle configurazioni possibili (Z) così come quello dei passi/giro (S) non varia rispetto al caso una fase on. • Le posizioni raggiunte dal rotore sono in questo caso intermedie rispetto alle precedenti. • Utilizzando le nuove Z configurazioni in unione alle precedenti è possibile raddoppiare i passi. Motori a passo/1 Hanno caratteristiche notevolmente diverse rispetto a quelle degli altri motori. I principali elementi da considerare per descriverne le prestazioni sono i seguenti: • risoluzione: definita come il numero di passi in un giro completo del rotore. La risoluzione P un parametro che dipende dalle caratteristiche costruttive del motore. Essa pub essere migliorata mediante una tecnica di controllo detta microstepping per la cui descrizione si rimanda ai testi specifici; Motori a passo/2 • coppia statica: è la coppia massima caricabile staticamente sul rotore con una fase di statore alimentata in corrente continua senza che ne consegua un movimento di rotazione continuo; • coppia dinamica di regime: è la coppia resistente che può essere applicata a una data frequenza degli impulsi di alimentazione con il rotore in movimento senza che il motore perda il passo. Il valore della coppia dinamica di regime in funzione della frequenza degli impulsi di alimentazione viene indicato mediante una curva; Motori a passo/3 • coppia dinamica nel funzionamento start-stop: in molte applicazioni i motori a passo devono poter raggiungere determinate velocità partendo da fermi senza perdere il passo; Le curve di coppia dinamica nel funzionamento start-stop rappresentano, per una data frequenza degli impulsi di alimentazione, la coppia di carico max che il motore può erogare alla velocità desiderata partendo da fermo senza perdere il passo. Uno dei limiti principali di questi motori è proprio il fatto che sono in grado di fornire coppie acceleranti piuttosto modeste. Motori a passo/4 • tolleranza dell'angolo di passo: costituisce un parametro fondamentale per caratterizzare la precisione di un motore durante un posizionamento; Motori a passo/5 Vantaggi: • possibilità di controllo in anello aperto; • gli eventuali errori di posizionamento sui singoli passi non si accumulano: essi vengono infatti compensati su un intero giro del motore; • struttura costruttiva robusta e compatta con una ridottissima manutenzione; • perdite solo sullo statore facile raffreddamento; • facile interfacciabilità con i circuiti di comando Motori a passo/6 Svantaggi: • il movimento a scatti non consente una risoluzione elevata; • campo di potenze limitato; • Inadatti al funzionamento ad alte velocità per l'andamento decrescente della coppia dinamica; • in un posizionamento, dopo l'ultimo impulso di comando il rotore raggiunge la posizione finale con un’alta sovraelongazione e una prolungata oscillazione; Motori a passo/7 Svantaggi: • per attivare il successivo ordine di moto (ad es. scrittura di un carattere di una stampante), bisogna ottenere la stabilità del rotore. Le oscillazioni sono sensibilmente ridotte con tecniche tipo R.D.P (Reverse Pulse Damping): all'ultimo passo segue un impulso di "passo indietro“ che scarica l'energia cinetica del sistema e blocca il rotore nella posizione desiderata; • altri metodi per ridurre le oscillazioni sono basati sull'impiego di frizioni. Motore a Induzione: Rotore • Struttura a “gabbia di scoiattolo” (avvolgimenti tradizionali solo per potenze molto rilevanti) • Realizzazione tipica in alluminio pressofuso Motore a Induzione 5 equazioni: dλ s v s = Rs is + dt + jω k λ s 0 = Rr ir + dλ r + j(ω k − ω )λ r dt λ s = L s is + Mi r λ r = Mis + L r i r 3 T = p kr λ r ∧ i s 2 ( riferimento generico k modello magnetico lineare (distribuzione sinusoidale) ) M con k r = Lr Azionamenti facenti uso di Motori a Riluttanza: • Due tipi, molto differenziati, di motori a Riluttanza: – “Switched Reluctance” (motori a riluttanza “commutata”) – “Synchronous Reluctance” (motori sincroni a riluttanza) - SYNCHREL Motore “Switched-Reluctance” • la struttura è analoga a quella dei motori a Passo (a Riluttanza Variabile) • sia lo statore che il rotore sono strutture anisotrope • Se la sequenza dei “passi” è regolare la rotazione è uniforme Motore a Riluttanza Commutata 8/6 Azionamenti con motori Switched Reluctance • Azionamenti con attuatori di tipo Switched Reluctance. • VRM Variable Reluctance Motor è il nome usato negli USA • Il termine Switched non sta a significare che sia la riluttanza (induttanza) ad essere commutata ma si riferisce alla commutazione delle correnti nelle fasi, essenziale al funzionamento. Motore S.R. • Doppia salienza, singola eccitazione: poli salienti sia sul rotore che sullo statore, mentre uno solo di essi (statore) reca gli avvolgimenti. • Il rotore non ha nè magneti nè avvolgimenti ed è, come lo statore costituito da una pila di lamierini. • Da un punto di vista topologico ed e.m. è identico ad un motore passo di tipo VR (non stack). S.R. motor • Necessita di un sensore di posizione in quanto la commutazione della corrente nelle fasi avviene in base alla posizione del rotore. • È progettato per garantire una efficiente conversione, alte velocità ed alta potenza (fino a circa 300kW). VR step motor • Tipico funzionamento “open-loop” senza trasduttore di posizione. • Progettato ottimizzando la coppia in modo da garantire il passo, campo di velocità (potenza) ridotto. Caratteristiche • Rotore semplice ed economico, bassa inerzia. • Avvolgimenti di statore semplici. • Perdite per effetto Joule concentrate sullo statore. • Temperature di funzionamento elevate. • Coppia indipendente dal verso della corrente nelle fasi. • Robustezza del motore e dell’elettronica di conversione rispetto ad eventuali guasti. • Coppia di spunto elevata, velocità elevate. Svantaggi • Coppia non uniforme Torque ripple. • Elevata rumorosità. • Esse dipendono oltre che dalla taglia del motore, dalla bontà della costruzione meccanica e dalla precisione dell’ angolo di accensione. • Ripple di coppia elevato significa anche elevata distorsione delle grandezze lato bus e, quindi, lato rete EMC 10’ 30” • Un convertitore per motore • Collegamento più complesso 12’ Applicazioni • • • • • • • Drive di tipo brushless, quindi con grandi doti di affidabilità. Campo di velocità elevato. Costi contenuti. Buona efficienza. Ripple di coppia e rumore. Applicazioni in campo minerario, spaziale, trazione • Piccoli motori p.e. elettrodomestici. S.R. motor 8/6 360° Nr βr βs βs :Arco polare di statore βr : Arco polare di rotore (360°/ Nr) - βr : Arco interpolare di rot. Coppia di riluttanza • Risulta fondamentale la geometria, in particolare la dimensione degli archi polari. • La coppia sarà sviluppata lungo un angolo β che risulta essere il minore tra βs e βr. • β è l’angolo che intercorre tra la posizione in cui un dente di statore ed uno di rotore cominciano a vedersi e la posizone in cui essi risultano completamente allineati. LM α Lm θo θc • Funzionamento “Single Pulse”. • Funzionamento “Chopping”. Convertitore per motore S.R. Va D1 D3 D5 T1 T3 T5 A B C T2 T4 T6 D2 D4 2n transistor D6 Caratteristica meccanica motore S.R. T θD Chopping T=cost. θD fisso Tω2=cost Tω=cost ωb ω Motori Sincroni a Riluttanza • Motori Sincroni come i motori Brushless ma senza magneti permamenti (autocommutati) • La coppia deriva dall’anisotropia del rotore, mentre lo statore è idealmente isotropo Statore • Equivalente a quello dei motori: - Brushless sinusoidale - Induzione + tipicamente trifase, connesso a stella senza neutro • Genera una f.m.m. sinusoidale al traferro (vettori spaziali) Motori Sincroni a Riluttanza • Rispetto al motore a induzione, l’assenza di perdite Joule di rotore costituisce un vantaggio • Per avere coppia confrontabile con il motore ad induzione (o superiore) occorre una progettazione adeguata • Per avere basso ripple di coppia occorre una progettazione adeguata La coppia si scrive: essendo: essendo: 3 T = p ( λ ∧ i) 2 ( λ ∧ i) = λ d i q − λ q i d (linearità magnetica) λ d = L d id 3 T = p (L d − L q ) i di q λ q = L q iq 2 T ∝ (L d − L q ) i d i q Per avere alta coppia occorre avere, contemporaneamente: • alta Ld • bassa Lq (non semplicemente alto rapporto Ld / Lq) La semplice struttura “a poli salienti” è del tutto inadeguata: si può solo diminuire Lq a scapito di Ld (e viceversa) Infatti ξ q d β β ampiezza del polo ipotesi (grossolana): ci sia flusso soltanto in corrispondenza dell’arco β fmm d ∝ cos ξ ; fmm q ∝ sin ξ Esempio di rotore a segmenti (2 poli) ξ q d • la f.m.m. di asse d (cos ξ) non polarizza magneticamente il rotore • l’induzione Bd(ξ) ha forma ~ cosξ: il suo valore è limitato dal solo traferro: Ld ~ M ∞, Se il numero dei segmenti rotorici tende si ottiene una struttura “ad anisotropia distribuita”. In tal caso, solo il flusso che attraversa il rotore dà contributo ad Lq Il flusso di circolazione tende a 0 Rotore • non contiene né magneti né avvolgimenti • presenta un comportamento decisamente anisotropo: asse d alta permeanza q asse q bassa permeanza d la struttura in figura è un esempio, l’anisotropia è però insufficiente Motori sincroni a riluttanza ad alta anisotropia: tecniche costruttive Esistono due tipologie di ROTORI: • rotore a laminazione assiale (ALA) • rotore a laminazione tradizionale (trasversale) Rotori a laminazione assiale q ∞ • il numero di segmenti (anisotropia distribuita) • struttura a raggiera di appoggio (spider) – meglio se magnetica • interpolo di fissaggio (pole holder) – tipicamente amagnetico (cut-off) • alto rapporto Ld / Lq, se lo spessore di materiale amagnetico è adeguato • in tal caso si ha saturazione superficiale dei lamierini di rotore, per via delle cave statoriche • si inducono perdite nel ferro rotorico, per effetto dell’anisotropia di cava La struttura rotorica a laminazione assiale: • non consente lo skewing di rotore • è complessa da costruire, e perciò inadatta alla fabbricazione in serie • i campi armonici (asincroni) inducono correnti parassite nei lamierini, che non le contrastano per via della laminazione assiale Rotori a laminazione trasversale q • il singolo lamierino si ottiene per tranciatura tradizionale • la tenuta meccanica è affidata a ponticelli, disposti al traferro e anche internamente • i ponticelli vengono saturati dalla f.m.m. di statore Il flusso nei ponticelli rappresenta un flusso di dispersione (rotorica) • riduce la coppia • peggiora il fattore di potenza Deve essere ridotto al minimo, compatibilmente con le esigenze meccaniche La struttura rotorica a laminazione trasversale: • consente lo skewing di rotore • è semplice ed economica • il tipo di laminazione contrasta le correnti parassite nel rotore indotte dai campi armonici (asincroni) Il numero di segmenti rotorici non può essere elevatissimo – i ponticelli vengono disposti al traferro in modo regolare: nr “cave rotoriche” (p=1) – nr (pari) non si discosta molto da ns esempio: nr = ns + 4 Un vantaggio della laminazione trasversale è di poter dimensionare in modo ottimale le permeanze delle singole barriere di flusso: – Si deve fare in modo che l’induzione Bq(ξ) abbia un andamento il più possibile sinusoidale • Sia il rotore a laminazione assiale che quello a laminazione trasversale consentono buoni rapporti di anisotropia: (il rapporto ottenibile diminuisce con p) • non si arriva comunque a rapporti pari a σ (induzione), almeno per p>2 Ld ≈ 10 Lq per p=2 -1 • La relazione corrente-flusso del motore sincrono a riluttanza è complessa ma di tipo algebrico – il flusso può essere variato a piacere, anche velocemente, a differenza che nel motore a induzione – a carico, conviene variare entrambe le (λd, λq) componenti id, iq • La struttura di controllo dovrà adeguarsi alle peculiarità di tale macchina • Il motore sincrono a riluttanza, adeguatamente controllato, si presta bene sia ad applicazioni tipo asse che ad applicazioni tipo mandrino • Il costo è decisamente basso (laminazione trasversale) (no magneti - no gabbia) Convertitore Statico Convertitore Statico Il convertitore alimenta il motore e converte: • energia elettrica assorbita dalla rete in • energia nella forma adatta per il motore Convertitore Statico L’ingresso del convertitore può essere: • in continua o in alternata • di valore costante o variabile L’uscita del convertitore può essere: • in continua o in alternata • a frequenza e ampiezza fisse o variabili Convertitore Statico Alternata C.C. Continua C.A. Continua C.A. C.C. Alternata Convertitore Statico Continua C.C. Continua C.C. Alternata C.A. C.A. Alternata 1φ Raddrizzatori a diodi (non controllati) 3φ Vout Vout Vr ≈ VI IN fswitch = fs OUT L C rete raddr. bus c.c. inverter motore Tipo di convertitore • Convertitore a tensione impressa, retroazionato in corrente (lato motore): IGBT ∼ • Funzionamento su 4 quadranti (lato motore) Tipo di convertitore • Eventuale doppio convertitore, per reversibilità in rete ∼ a seconda della potenza e dell’applicazione • In sistemi multi-azionamento unico convertitore lato rete (bus unico) Convertitore Statico Le tensioni generate consentono di modificare coppia e velocità del motore in base alle richieste del carico. Le forme d’onda non sono quelle ideali: • maggiori perdite nel motore • maggiore rumorosità • armoniche in rete Dispositivi di potenza a semiconduttore I semiconduttori di potenza usati nei convertitori statici sono: a) DIODI b) SCR c) MOSFET d) BJT e) IGBT f) GTO Caratteristiche dei Semiconduttori di Potenza • Ideali • Perdite piccole • Controllo semplice • Freq. alta • Corrente alta • Tensione alta SCR MOSFET BJT IGBT GTO L V.H. H L H C V.S. S S M L V.H. H H M H V.L. M M H H V.L. M M H MOSFET - Caratteristiche 100 M potenza [VA] 10 M 1M SCR 100 k GTO 10 k robotica BJT 1k IGBT trazione leggera MOSFET 100 elettrodomestici 10 10 500 1k 10 k 100 k 1M frequenza di commutazione [Hz] BJT - Caratteristiche 100 M potenza [VA] azionamenti 10 M 1M SCR 100 k condizionatori GTO 10 k elettrodomestici BJT 1k IGBT MOSFET 100 10 10 500 1k 10 k 100 k 1M frequenza di commutazione [Hz] IGBT - Caratteristiche 100 M potenza [VA] robotica 10 M 1M SCR 100 k azionamenti GTO 10 k BJT 1k IGBT trazione leggera MOSFET 100 10 10 500 1k 10 k 100 k 1M frequenza di commutazione [Hz] GTO - Caratteristiche 100 M potenza [VA] trazione pesante 10 M 1M SCR 100 k azionamenti di grande potenza GTO 10 k BJT 1k IGBT MOSFET 100 10 10 500 1k 10 k 100 k 1M frequenza di commutazione [Hz] SCR - Caratteristiche 100 M 10 M potenza [VA] Azion. c.c., Raddr., HVDC, SVC 1M SCR 100 k GTO 10 k BJT 1k IGBT MOSFET 100 10 10 500 1k 10 k 100 k 1M frequenza di commutazione [Hz] Modulazione di un inverter (PWM – Pulse Width Modulation) 13’ Modulazione delle tensioni • Le tre gambe dell’inverter possono applicare al motore tensioni: -Vs < vj0< Vs + 1 Vs + 0 2 N 3 Vs mod. v*123 le tensioni di ingresso v*j danno le informazioni al modulatore 14’ 20” Le tre tensioni di ingresso v*j sono a somma nulla v*1 + v*2 + v*3 = 0 • o sono generate da errori di corrente (schema su assi fissi) 2 • o provengono da una trasformazione (schema 3 su assi rotanti) non contengono componente omopolare 15’ 15” Lo schema PWM classico (analogico) prevede la modulazione separata dei tre riferimenti v*j , per comparazione con una portante triangolare + VT vT(t) -VT vT(t) v*j C mj 16’ 45” Si utlizza la stessa portante per i tre segnali v*1 C v*2 C v*3 C vT(t) m1 m2 m3 • nonostante semplicità, funzionamento soddisfacente (controreazione corrente) la il è di • se v*j > VT si ha sovramodulazione (saturazione) Tecnica PWM per il controllo della tensione (campionamento naturale) vac, vtri vac vtri π 2π ωt vao ωt Tecnica PWM per il controllo della tensione Spettro armonico della forma d’onda ( ) V$ ao h 1.0 Vdc / 2 0.8 V$ c = 0.8 $ Vtri 0.4 0.0 f f fs fs+2f 2fs 2fs+2f 3fs 3fs+2f Metodi PWM per la generazione di tensioni alternate vac vtri π 2π naturale ωt vac vtri π 2π simmetrico ωt vac vtri π 2π asimmetrico ωt Modulazione “Space-Vector” • è nata per impiego in campo digitale • ad un certo istante, i tre valori v*j definiscono un vettore v*123 che ha un preciso orientamento spaziale rispetto allo statore • si individuano gli stati adiacenti dell’inverter e si modula tra di essi • vengono calcolati per ciascuno stato, i tempi di permanenza Gli stati dell’inverter sono 8 (tre bit): • 6 (diversi “vertici”) • 2 “origini” (equivalenti) rappresentano l’estensione del chopper: 2 stati (± Vs) e due origini • nelle origini (“zero-voltage”) il motore è chiuso in cortocircuito (trifase) • ad ogni vertice riceve un differente vettore spaziale: ad esempio, con le solite convenzioni, 1 2’ 3’: 100 le tecniche “space-vector” modulano, per realizzare un certo vettore v*, tra i due vertici adiacenti e le origini • ci sono diversi modi di alternare i tre punti A, B e 0 • sono comunque fissati i tempi totali su di un ciclo (tA, tB, t0), dato v* B 0 v* A Lo schema PWM classico fa praticamente la stessa cosa, alternando gli stati 0, A, B v*1 v*2 v*3 • poiché ∑ v*j = 0 non viene impostata componente omopolare • può essere introdotta appositamente 0 A B 0 B A 0 • può essere generata, sul motore, dall’azione congiunta del feedback di corrente e della saturazione del modulatore Massimo sfruttamento della tensione + 1 Vs + Vs massima tensione concatenata: 2 Vs 0 2 3 N massima tensione 2 Vs stellata: 3 ne consegue che dev’essere vN0 ≠ 0, se si vuole sfruttare tutta la tensione disponibile Finché vNO = 0 massima tensione stellata: Vs a regime, per v*j sinusoidale: ∑ v*j = 0 Vs 2 Vs 3 • Aggiungendo un segnale omopolare (armoniche triple) alle modulanti, si arriva al cerchio inscritto nell’esagono: vettore rotante di 2 Vs ampiezza 3 Si potrebbe usare, ad esempio, un segnale di tipo “elmo”, analogamente a quanto fatto per le F(α) e per la Bm(ξ) • La tecnica “space-vector” è equivalente ad usare un “segnale modulante” un po’ diverso Questo in tutto il campo di variazione della tensione (non solo quando è strettamente necessario) Comunque, anche il PWM classico, si “arrangia”, in quanto retroazionato in corrente: • quando mancherebbe tensione (vjN > Vs) si genera un errore di corrente che produce una distorsione dei segnali v*j • i nuovi segnali v*j , una volta modulati (e clampati) producono sul motore le terze 2 Vs armoniche necessarie Vs 3 Si verifica, idealmente, una situazione del tipo: ∑ v*j = 0 v*j una volta “clampati” dal modulatore (sovramodulazione) si ottengono i segnali giusti (a prezzo di un po’ di errore sulle correnti) Saturazione di tensione cerchio inscritto esagono six-step In conclusione • il dimensionamento deve prevedere un adeguato margine di tensione, per le esigenze di dinamiche: Leq dt • l’esagono può essere assunto come limite, ove occorrano alte prestazioni • il “sacrificio” di tensione è limitato: vs ∼ 1,27 Vs ∼ 1,22 Vs 4 12 2 π π (4%) Controllo di un Azionamento Elettrico Controllore • Il controllore attua la strategia di controllo e determina le grandezze di comando per il convertitore • Il dispositivo di controllo è realizzato con circuiti analogici, digitali discreti e/o a microprocessore Controllore I blocchi principali di un controllore sono: • generatore del riferimento • blocco che attua la legge di controllo • blocco di misura Gli azionamenti possono essere controllati: • ad anello aperto • ad anello chiuso Controllo ad anello chiuso ε Y* + Regolatore Trasduttore Attuatore Processo Y Controllo ad anello chiuso • Il circuito regolato ha proprie caratteristiche di risposta sulle quali non è possibile intervenire il regolatore amplifica il segnale di errore e deve avere una caratteristica tale che la caratteristica complessiva soddisfi ai requisiti di stabilità, precisione e prontezza • la retroazione: trasduttori Trasduttori • Trasduttore di posizione: misura la posizione angolare dell’albero • Trasduttore di velocità: misura la velocità del motore • Trasduttore di corrente: misura la corrente in una parte del circuito Azionamenti ad anello chiuso (velocità) Cr ω∗ Convertitore v controllo i C Motore + Sist. ω mecc. • Sensore tachimetrico (diretto o indiretto) • Sensori di corrente (--> coppia) Prestazioni dinamiche Cr ω* • ω(t) deve inseguire ω*(t) • ω(t) insensibile a Cr ω e/o a seconda dei casi Anelli di regolazione di un azionamento Anello di corrente (di coppia) Internamente all’anello di di velocità è presente negli azionamenti a elevate prestazioni un anello per il controllo della corrente o della coppia. Esso presenta una banda passante elevata e stabilisce il comportamento dinamico del sistema. Controllo di coppia • alta dinamica • bassa ondulazione di coppia (ripple) eseguito indirettamente tramite il controllo della/e correnti Regolazione della corrente • Il controllo di corrente produce anche un controllo di coppia perché la coppia è proporzionale alla corrente assorbita: Cm = kT Ia • Il controllo di corrente è preferito al controllo di coppia, perché i trasduttori di corrente sono più semplici ed economici rispetto a quelli di coppia Controllo di azionamento carico Cr feedf. ω* + - PI + + C* C - 1 Js + ω • Regolatore Proporzionale - Integrale • Compensatore feedforward • Saturazione di coppia ω Compensatore feedforward (in avanti) • Se il modello del carico fosse noto, si potrebbe imporre all’azionamento di sviluppare esattamente la coppia richiesta • Cr è incognita, il modello C --> ω approssimato • Il compensatore allevia comunque il lavoro del regolatore PI (ed è più veloce) Saturazione di coppia • La coppia dipende dalla corrente (e dal flusso) • La corrente è limitata (dall’inverter) • Data Cmax (e il carico) è fissata la massima accelerazione ω max . Cmax = → dinamica saturata J • In saturazione l’anello di velocità è inoperante: la “dinamica” dipende solo da parametri fisici Anelli di velocità e di corrente comando convertitore Rv εv + ω Av εI RI + - convertitore CI Vc AI Va I a M Ia Tv carico Presa di carico T ω* ω Tr 1 Js specifiche su ∆ω e tr ω ∆ω tr Tr t Schema elementare di controllo ω* - kp T* ω = fdt = ω* 1 T Tr - 1 Js kp 1 Js = kp J 1+ s 1+ kp Js Stabile per qualunque valore di kp ω • La dinamica del controllo di macchina (coppia) è generalmente veloce: kp potrebbe essere molto grande, prima di coinvolgere la stabilità dB −20 dec kp J rad sec Esempio: T banda : T* rad 10.000 . kHz ) ( ≈ 16 sec kp rad → ≈ 3000 sec J ( ≈ 500 Hz ) Ondulazione tachimetrica (Ripple) • La velocità del motore viene rilevata tramite un trasduttore • Direttamente: dinamo tachimetrica, tachimetro brushless • Indirettamente, elaborando i segnali di un trasduttore di posizione: resolver, encoder ottico • È generalmente presente un’ondulazione del segnale di velocità, in funzione della posizione angolare • La frequenza del ripple è proporzionale alla velocità (ripple angolare) • L’ampiezza del ripple cresce generalmente al crescere della velocità • La forma del ripple è la più varia, dipendendo dal tipo di trasduttore • Si ammetta (1a armonica): ∆ω = h ω sin kωt • Il ripple ∆ω è sovrapposto al segnale utile ω: ω ∆ω = h ω sin kωt • k dipende dal tipo di trasduttore • h viene fatto più piccolo possibile, dipendendo anche dal tipo di trasduttore Effetti del ripple tachimetrico sul controllo ∆ω viene visto come un ingresso, ed il controllo opera per realizzarlo ripple di coppia ∆T kp ω* T+ ∆T - 1 Js ω ∆ω 1 tachimetro ∆T: effetti indesiderati (rumorosità, perdite) 1 • Si può mettere un filtro 1+ sτ • La frequenza del ripple varia con la velocità kp ∆T ∆T 1 + sτ ∆ω 1 = kp ∆ω kp - 1+ sτ 1 + sτ 1+ 1 Js Js Per un buon smorzamento, deve essere kp −1 τ ≥ J Elasticità torsionali • La loro presenza può ridurre grandemente kp/J, alterando il modello meccanico T ω • Queste possono verificarsi sia tra motore e carico che tra motore e tachimetro tachimetro motore carico • L’accoppiamento tachimetrico è il più critico Caso di elasticità nell’accoppiamento tachimetrico motore + ϑ k’ ϑ’ carico ω T’ ω’ J’ J .. T ' = J' ϑ ' T ' = k ' (ϑ − ϑ ') ϑ' ω' k' J' s ϑ ' + k ' ϑ ' = k ' ϑ ; = = 2 ϑ k ' + J' s ω 2 • La velocità che misuro è ω , non ω Anello di posizione RP + εP θ AP comando convertitore Vc convertitore AzionamentoM Va I a TP carico Schema completo di Azionamento comando convertitore RP εP + θ RV AP εV + - ω Vc TI RI εI AV + - convertitore AI Ia Va M Ia TV TP carico Controllo del convertitore • Uscita del regolatore di corrente intesa come segnale di riferimento per il convertitore • Traduzione del segnale di riferimento in comandi per i semiconduttori • Il convertitore è un amplificatore di potenza Regolazione del motore a induzione Controllo a flusso costante (V/Hz) Controllo a flusso costante (V/Hz) Controllo di scorrimento (slip control) Controllo di scorrimento (slip control) Schemi di controllo Field-oriented • una volta definito lo schema di “Controllo vettoriale di corrente”, che richiede l’angolo ϑo (sia per anelli su assi fissi che rotanti) i*sq i*sd controllo di corrente ~ ϑo is Ci sono diversi possibili schemi Field Oriented (F.O.) • Stima feedback/feedforward • Modello usato per la stima (statore, rotore, misto) • Stima diretta/indiretta • Trasduttore meccanico Ci sono diversi possibili schemi Field Oriented (F.O.) • Stima feedback/feedforward • Modello usato per la stima (statore, rotore, misto) • Stima diretta/indiretta • Trasduttore meccanico FOC – Controllo ad Orientamento di Campo Field Oriented Indiretto • è basato sull’equazione di rotore, scritta in assi d, q isd isq ~ M 1 + sτ~r ~ Μ ωτ~ r ~ λr dλ r τr + λ r = Mi sd dt ω sc τ r λ r = Mi sq ~ ω sc ~ ~ si utilizza ωsc per ottenere ϑo Field Oriented (feed-forward) Indiretto i*sq i*sd ~ M 1 + sτ~r ~ Μ ωτ~ r controllo di corrente ~ ϑo ~ λ is encoder r ~ ω sc ∫ + + ~ ϑsc ϑ • è associato al controllo di corrente in assi fissi, tipicamente • l’impiego dei riferimenti i*sd, i*sq introduce errori, in dinamica • equazione rotore: alta sensitività agli errori di ω: si preferisce l’encoder al tachimetro, in quanto più preciso • l’impostazione di flusso è un’impostazione di corrente i*sd + λ*r in i*sd ~ λr ~ M ~ 1 + sτ r realtà • è molto sensibile a ~τr (equazione rotore): – temperatura del rotore – scorrimento (macchine grandi) • esistono diversi metodi di aggiornamento del valore τr (lenti) ~ • si può includere la saturazione magnetica, in modo approssimato FOC – Controllo ad Orientamento di Campo (indiretto) FOC – Controllo ad Orientamento di Campo (indiretto) Field Oriented Diretto i*sq λ*r + i*sd ~ λr controllo di corrente ~ ϑo is vs Modello ~ ha senso controreazionare λr trasd. mecc. (ω) • Originariamente, con Field Oriented diretto si intendeva l’impiego della sola equazione di statore (sensorless) • Lo schema però è generale: ciò che cambia è il modello • Se il modello è organizzato come osservatore, si ha “observer-based field orientation” ~ λr λr Le prestazioni del Field Oriented diretto dipendono dal Modello: • ad esempio, se si adotta la sola equazione di rotore, le prestazioni non si discostano molto dal Field Oriented (feedforward) indiretto già visto, a parte che l’anello di flusso λr può ~ correggere errori del controllo di corrente (assi fissi) (ma si potrebbe anche implementare uno schema indiretto, ma non feedforward...) FOC – Controllo ad Orientamento di Campo (diretto) FOC – Controllo ad Orientamento di Campo (diretto) Le migliori prestazioni si ottengono con l’impiego di OSSERVATORI, poiché utilizzano tutte le informazioni: ^ ϑo ^ λr Osservatore is vs ω, ϑ Si tende ad impiegare comunque ENCODER, per l’implementazione di tipo digitale Field Oriented Sensorless i*sq λ*r i*sd - controllo di corrente ^ ϑ is vs o ^λ r Osservatore Sensorless is • si può aggiungere il segnale i*sq, che informa l’Osservatore sulla coppia richiesta (feedforward) Controllo di Macchina Si era definito, per il motore a c.c., il blocco: T* kΦ* Controllo di macchina T i*sq già visto, fin qui, il controllo λ*r per applicazioni tipo-mandrino occorre spesso adattare il guadagno dell’anello di velocità alle variazioni di flusso. Il modo più semplice è utilizzare λ*r 3 T = pk r λ r i sq 2 T* λ*r 2 i*sq * 3pk r λ r Iq sat i valori λ*r, Iq sat vengono a dipendere dalla velocità ω i*sq ω* - P.I.+ antiwindup Iq sat λ*r ~ si può anche utilizzare λr o ^λr Il flusso λ*r (ω) deve mantenere limitata la tensione, durante l’intervallo a potenza costante • l’andamento non è esattamente iperbolico: λ*r v s ≅ jω o λ s ω λ s = σ L s is + k r λ r Anche Iqsat (ω) deve essere funzione di ω: • oltre una certa velocità decresce con ω Iqsat ω tale velocità è diversa da quella relativa al flusso • La limitazione λ*r (ω) è limitatezza della tensione, CONVERTITORE richiesta dalla e quindi dal • La limitazione Iqsat (ω) serve invece ad ottimizzare il comportamento del motore (cos ϕ), in considerazione delle limitazioni del convertitore Schemi field-oriented su riferimenti diversi da quello basato sul flusso λr • Esempio, flusso λs invece di λr • Le leggi di controllo si complicano (compaiono termini di interazione tra gli assi) • Si possono avere semplificazioni per quanto riguarda la stima del flusso (λs) ~ DTC – Controllo Diretto di Coppia Controllo diretto di Coppia (e Flusso): D.T.C. • Concetto legato all’implementazione digitale • Comando diretto degli stati dell’inverter, a partire dagli errori T* - T ~ e flusso λ*- λ ~ • Non si evita, ovviamente, la necessità della stima (sia aggiunge la stima T) ~ • Si superano certi problemi di digitalizzazione di schemi analogici Regolazione dell’azionamento con motore brushless sinusoidale Equazioni di funzionamento (componenti d, q) λ dq = L eq i dq + λ mdq λ d = L eq i d + λ md ⇒ λ q = L eq i q + λ mq q avendo scelto λm d λmd = λm λmq = 0 Equazioni di funzionamento (componenti d, q) v dq = Ri dq + d λ dq dt + jωλ dq q si trova: dλ d v = Ri + − ωλ q d d dt dλ q v q = Ri q + − ωλ d dt jλdq π 2 (jλ)d = - λq (jλ)q = λd λdq d Equazioni di funzionamento (componenti d, q) v = Ri + L d eq d v q = Ri q + L eq di d − ω L eq i q dt di q − ω L eq i d + ωλ m dt risolvendo rispetto alle derivate si ha l’equazione di stato: d id = dt i q R − L eq −ω ω id R iq − L eq + vd v q − ωλ m La retroazione di corrente elimina l’interazione tra gli assi d, q: + - i*d=0 - vd+ + 1 R + sLeq ωLeq ωLeq i*q + - - vq + 1 - R + sLeq id (elimina anche la f.e.m., ωλm, come nel motore c.c.) iq ωλm ωm Aspetti salienti della regolazione: • L’anello di corrente id mantiene il sincronismo (i*d = 0) • L’anello di corrente iq diventa il “controllo di macchina” (anello di “coppia”) • Una banda elevata degli anelli id, iq garantisce smorzamento e disaccoppiamento del controllo di macchina Realizzazione del controllo vettoriale di corrente su assi rotanti - v*αβ v*123 v*dq 2 At(ϑ) P.I. 3 mod. i*dq idq v123 = [v] A(ϑ) iαβ ; i123 = [ i ] 3 2 i123 ∑ ij = 0 ϑ Caratteristiche del controllo su assi rotanti • A regime gli errori sono nulli: i regolatori P.I. “lavorano” su grandezze continue (a regime) • Sono necessarie due matrici complete di trasformazione: A(ϑ) e At(ϑ) • occorre effettuare otto moltiplicazioni: id = iα cos ϑ + iβ sin ϑ, etc. Realizzazione del controllo su At - 2 i*123 3 - v*123 mod. i*q i*αβ ϑ i123 ∑ ij = 0 assi fissi Caratteristiche del controllo su assi fissi • Serve soltanto una “mezza” matrice At(ϑ): (id=0) • I tre anelli i123 sono ridondanti (∑ij = 0): è opportuno un regolatore interagente, che rifiuti la componente omopolare spuria (offset) • Le prestazioni di controllo sono inadeguate, ad alta velocità: gli anelli i1, i2, i3 “lavorano”, a regime, su grandezze sinusoidali Bibliografia • Bose: Power Electronics and Variable Frequency Drives. Technology and Applications. Ed. IEEE Press, 1997 • Murphy, Turnbull: Power Electronic Control of AC Motors. Ed. Pergamon Press, 1988 • Legnani, Tiboni, Adamini: Meccanica degli azionamenti, vol.1 - Azionamenti Elettrici, Progetto • Leonardo, Bologna 2002 • Bonometti: Convertitori di potenza e servomotori brushless. Editoriale Delfino, Milano 2002 Bibliografia • Mohan, Undeland, Robbins: Elettronica di potenza. Convertitori e applicazioni. Hoepli, Milano 2005. • Leonhard: Control of Electrical Drives. Ed. Springer 1996. • Vas: Sensorless Vector and Direct Torque Control. Oxford University Press 1998 • www.ece.villanova.edu/~singh/ece8830/ece8839.htm • Consorzio Nettuno: lezioni dei corsi di: