“Laboratorio di vocalità espressiva, un luogo d’arte” indice Introduzione pag. 2 1. Cenni storici pag. 4 2. Importanza del canto corale pag. 7 2.1 Esperti a confronto pag. 7 2.2 Necessità di un’educazione musicale pubblica e attiva pag. 10 3. Elaborazione dell’esperienza-progetto pag. 14 3.1 Motivazioni e idea guida dell’esperienza-progetto pag. 14 3.2 Il progetto: “Laboratorio di vocalità espressiva, un luogo d’arte “ pag. 17 4. Sperimentazione del progetto (Classe V della scuola elementare “Leopardi” di Roma) pag. 19 4.1 Modalità di realizzazione del processo d’insegnamento pag. 19 4.2 Impressioni dei bambini coinvolti nella metodologia di apprendimento pag. 21 5. Conclusioni pag. 28 5.1 Valutazione espressa dagli alunni che hanno cantato in coro pag. 28 5.2 Considerazioni personali sui risultati raggiunti pag. 30 6. Spartiti di studio allegati - Filastrocca di Natale - Tin Tin - Abete di Natale - Baille de Nadal - Tu scendi dalle stelle - Lumachina vieni qua - Fra’ Martino campanaro - Barcarola di Offenbach - Bella Bulla - Viva la musica pag. 32 7. Bibliografia pag. 33 1 Introduzione La spinta motivazionale che ha dato impulso allo studio della presente tesi nasce dalla passione di “ insegnare la musica attraverso la ‘musica’ ”. L’insegnamento della musica attraverso l’uso della voce, nella fascia di età puerile, pre-adolescenziale e adolescenziale, è un valido metodo per apprendere in modo attivo e non impositivo la conoscenza musicale. Si acquista così dimestichezza con i concetti e le strutture del linguaggio musicale, seguendo un preciso itinerario, nel quale il ritmo, la melodia, l’armonia e forme musicali vengono indagate attraverso l’uso del canto corale. Cantare non è una attività così scontata come si potrebbe pensare, nei Conservatori, per esempio, si canta solo nelle classi di canto e un musicista strumentista diplomato non è ovvio che sappia anche cantare bene, ancor meno saper cantare in una formazione corale. Questo è dovuto all’abbandono del canto corale nell’educazione musicale. È un fenomeno che caratterizza la storia dell’educazione musicale nel nostro paese, è noto infatti che nelle nostre scuole si canta pochissimo o niente, dimenticando che invece è un bisogno ancestrale, è un’ attività che porta ad un approccio attivo verso la musica e l'unica che permette di educare centinaia, migliaia di persone, dal momento che ognuno possiede lo strumento utilizzato, la propria voce, la quale è accessibile a tutti. Uno strumento che permette di vivere in modo creativo l'esperienza musicale e di sviluppare l'orecchio, l'organo più trascurato nell'insegnamento scolastico. Il canto è una manifestazione particolare della più generale attività orale dell'uomo, con la voce l'uomo si mette in relazione con gli altri e favorisce, quindi, il processo di adattamento e socializzazione, aiuta a sviluppare un utilizzo espressivo della voce e a dar sfogo all'emotività naturale dell'uomo. Bei discorsi, ma ciò che sconcerta è che nelle nostre scuole d’infanzia e primaria di primo grado sono assenti i musicisti. Come viene dunque insegnata la musica? E in quei rari casi in cui viene insegnata, da chi? Ci dimentichiamo troppo spesso invece che cantare per i bambini è un’attività naturale e divertente, in cui apprendono come per gioco, mentre, se l’arte del saper cantare bene non viene insegnata ai bambini, da docenti qualificati, si avranno pre-adolescenti e 2 adolescenti completamente restii ad far uscire alcun suono dalla propria bocca, e non cantando perdono così un’occasione unica di interazione e una delle fondamentali risorse comunicative ed espressive. Educare la voce dei bambini e adolescenti è un percorso nel quale non bisogna avere fretta, si apprende e si cresce attraverso esperienze che la pongono in contatto con la dimensione corporea e motoria, con la dimensione percettiva, sensoriale, immaginativa e con la dimensione dell’ascolto anzitutto della propria voce, per poterla poi padroneggiare, la relazione con gli elementi musicali verrà spontanea e più facilitata per la comprensione della stessa grazie all’esperienza diretta che se ne fa con la voce e con l’ascolto. È ulteriormente importante che l’insegnante abbia avuto una personale esperienza vocale e d’insegnamento per poter trasmettere il piacere di dialogare sulla musica, sul suono e sui loro componenti attraverso le voci che concertano tra loro. La presente tesi affronta le numerose problematiche che hanno consentito l’attuazione del progetto, attraverso uno studio delle metodologie in passato adottate. L’idea passa poi attraverso un personale impulso motivazionale da cui è stato elaborato il progetto vero e proprio, che in una successiva fase di sperimentazione ha portato a compimento il progetto stesso, definendo le modalità di realizzazione del processo di insegnamento. I risultati della sperimentazione sono stati quindi analizzati attraverso una indagine conoscitiva che ha visto coinvolti tutti gli alunni impegnati nella formazione delle attività corali , acquisendo per iscritto le loro impressioni, al fine di comprendere gli effetti dell’impegno assunto dagli stessi nelle fasi di apprendimento e valutarne anche gli effetti sociali e psicologici. Nell’arco di tempo di attuazione del progetto, gli alunni hanno dimostrato una efficace attenzione all’apprendimento della musica attraverso il canto, con sorprendenti risultati positivi ed espressioni di gioia, benessere e serenità, sopportando positivamente l’impegno richiesto. In proposito ritengo particolarmente afferente e appropriata la seguente citazione di Zoltàn Kodàly: «… che cosa dobbiamo fare? Insegnare la musica e il canto nella scuola in modo che esso non dia una pena, bensì una gioia per lo scolaro e susciti in lui, per tutta la vita, la sete per la musica più nobile». 3