CAPITOLO DECIMO CICLI TERMODINAMICI Generalità Si chiama ciclo termodinamico una serie chiusa di trasformazioni, cioé una serie di trasformazioni al termine della quale il sistema si ritrova nello stesso stato iniziale; l’ambiente esterno avrà subito cambiamenti di lavoro e di quantità di calore. Il ciclo termodinamico viene compiuto entro una o più macchine in quanto nella macchina vengono compiute una o più trasformazioni. Nelle conversioni calore energia meccanica e viceversa conviene ricordare: 1) si usa un ciclo per usufruire di un fluido riutilizzabile al termine delle operazioni; 2) le operazioni compiute hanno come risultato di trasformare l’energia del calore (energia utilizzabile o exergia) in lavoro meccanico e viceversa. Il calore può derivare da un combustibile che bruciando produce un fluido caldo, da un elemento caldo di barra di combustibile nucleare o da altri tipi di sorgenti. Generalmente un primo elemento intermediario è un fluido (gas di combustione, acqua ad elevata pressione e temperatura per gli impianti termonucleari o geotermici, ecc..) che scambia calore con il fluido che compie il ciclo. Il calore scaricato a temperatura ambiente è trasferito ad un altro fluido (aria atmosferica, acqua di mare o di fiume o di un impianto di ricupero ecc..). Cap. 10 Pagina 1 di 37 Si fa notare che l’indagine, tramite la funzione energia utilizzabile (exergia), mette in risalto le perdite sia per attrito, sia per gli scambi interni di calore fra componenti aventi sensibili differenze di temperatura, sia per calore disperso verso l’esterno senza che abbia compiuto lavoro. Si sottolinea in particolare il secondo tipo di perdite, che sono le meno indagate e che avvengono negli scambiatori di calore, nelle caldaie, ecc.. Cicli diretti ed inversi I cicli termodinamici vengono classificati, secondo il tipo di conversione energetica che in essi si effettua, in: cicli diretti trasformano energia utilizzabile del calore (exergia) in energia meccanica cicli inversi trasformano energia meccanica in energia utilizzabile del calore (exergia) Per i cicli inversi l’energia utilizzabile (exergia) acquisita da un fluido può permettere di: a) fornire calore a temperatura superiore all’ambiente; b) sottrarre calore a temperatura inferiore all’ambiente. Gli impianti che realizzano la prima di queste operazioni si chiamano pompe di calore ed i secondi frigoriferi. Nella figura 3.2 sono indicate le schematizzazioni funzionali di questi impianti. I cicli, rappresentati in diagrammi p – v (Clapeyron), ovvero T - s (Gibbs) ovvero h - s (Mollier) ovvero log p - h, vengono percorsi: in senso orario, se diretti, in senso antiorario, se inversi. Cap. 10 Pagina 2 di 37 Impianti monocomponenti Utilizzano un unico componente chimico come sostenza che compie il ciclo termodinamico; esso viene chiamato intermediario. Alcune miscele di composti chimici diversi si comportano come un unico componente, naturalmente nel campo di pressioni e di temperature entro le quali i componenti non hanno affinità fra loro e non cambiano di stato e pertanto anche queste miscele vengono trattate come monocomponenti (un esempio é l’aria che viene considerata come fluido monocomponente a temperature superiori ai 200 K, mentre a temperature inferiori non é più tale per la solidificazione dell’anidride carbonica e più in basso per la liquefazione dell’azoto e dell’ossigeno). Nella quasi totalità dei casi la sostanza si trova nello stato fluido (liquido o aeriforme) perché molto agevolato ne risulta lo spostamento, ma soprattutto (vedi capitolo secondo) perché in tale stato, si ottengono grandi variazioni di temperatura per effetto di variazioni di volume. Nell’ambito dei fluidi i gas vengono esaminati per primi in quanto la forma semplice ed analitica dell’equazione di stato e di alcune trasformazioni (soprattutto se i gas vengono considerati come ideali), permette di ottenere, sempre in forma analitica, l’efficienza di conversione. Efficienza di conversione: rendimento In qualsiasi tipo di operazione, anche economica, si considera una efficienza rappresentabile in senso generale come il rapporto fra l’effetto utile e la spesa per ottenerlo. Si definiscono le seguenti efficienze come rapporti fra due grandezze non coerenti fra loro, una grandezza di calore, espressa in Jt o in Wt ed una di energia, espressa in J o in W (si nota che questa notazione é conforme a quella adottata ad esempio in fotometria ed espressa il lm/W; il vocabolo rendimento da molti adottato appare non appropriato e noi lo utilizzeremo, come si vedrà, per rapporti fra grandezze omogenee): Cap. 10 Pagina 3 di 37 ● per i cicli diretti: - efficienza di conversione calore energia (chiamato poco correttamente rendimento energetico): = ● L Q1 ; per i cicli inversi: - efficienza di conversione energia-calore (chiamato anche “coefficiente di prestazione” COP) : pc = Q1 L ; - efficienza di conversione energia-freddo (chiamato anche ”effetto frigorifero specifico”) : cf = Q2 L . Definiamo invece: Per ogni tipo di ciclo la grandezza rendimento (chiamato altrove rendimento exergetico) il rapporto fra grandezze omogenee: = Cap. 10 Bp Bs ; Pagina 4 di 37 essendo: B p l’energia utilizzabile prodotta in J, B s l’energia utilizzabile spesa in J. Secondo i casi, l’una o l’altra di tali energie coincidono con il lavoro (prodotto o speso) espresso anch’esso in J. Riferendosi all’unità di tempo lo stesso rendimento si esprime come: = Pp Ps ; essendo: P p la potenza utilizzabile prodotta in W, Ps la potenza utilizzabile spesa in W. Si ricorda infine che: =⋅N C con , N C numero di Carnot. Le espressioni precedenti risultano identiche se i lavori, le quantità di calore, le energie utilizzabili e le potenze vengono riferite all'unità di massa di fluido (simboli minuscoli); noi adotteremo sempre questa seconda condizione. Cap. 10 Pagina 5 di 37 Cicli termodinamici per i gas Vengono esaminati in dettaglio i cicli termodinamici per i gas ideali; gli stessi cicli valgono anche per i gas reali con l’introduzione delle correzioni derivate dalla veriabilità delle costanti del gas (costante di elasticità, calori specifici, ecc.). A volte il gas che percorre il ciclo cambia un poco la massa e la composizione chimica (ad esempio passa da aria pura ad un gas di combustione); in tal caso il ciclo ideale viene modificato per tener conto più precisamente delle proprietà del fluido. Questa impostazione che prevede una prima disamina sulla base di un gas ideale e successivamente le correzioni per un adattamento alle specifiche caratteristiche del fluido, permette di vedere in prima istanza gli effetti delle scelte importanti (pressioni, temperature, ecc..), e di lasciare successivamente gli affinamenti conseguenti alla realtà del fluido utilizzato. Il minimo numero di trasformazioni che permettono di ottenere una serie chiusa di trasformazioni è tre; tuttavia il numero che permette una discreta scelta di combinazioni è quattro. Di tutte le combinazioni possibili, merita esaminare quelle che hanno portato a macchine realizzate o realizzabili. Per i cicli che vengono esaminati viene ricavata l’efficienza di trasformazione calore-energia essendo tale grandezza facilmente calcolabile. Il rendimento (exergetico), dipende da come si rende disponibile il calore q1 ; l’impostazione classica lo considera fornito da una capacità termica alla temperatura T 1 , cioé ad una temperatura costante. Ciò non sempre può accadere (si pensi ad un gas di combustione che, cedendo calore, si raffredda o ad un vapore che oltre a raffreddarsi si condensa); in questi casi l’exergia di partenza va calcolata direttamente ovvero, più facilmente, attraverso le funzioni entalpia ed entropia. Esamineremo i seguenti cicli: a) composti da tre trasformazioni: di Lenoir; b) composti da quattro trasformazioni: di Carnot, di Joule, di Otto Beau de Rochat, del Diesel. Esistono cicli aventi più di quattro trasformazioni che però non tratteremo. Cap. 10 Pagina 6 di 37 Per calcoli numerici sui vari cicli riferirsi al programma di calcolo fornito su dischetto dall’autore di questo testo; in esso sono fornite anche le spiegazioni numeriche delle varie grandezze, di stato e non, che permettono di giungere all’efficienza di conversione. Propietà comuni ai cicli di quattro politropiche a due a due con lo stesso esponente Per i gas ideali, i cicli termodinamici costituiti da quattro politropiche a due a due con lo stesso esponente, godono della proprietà: i prodotti delle pressioni o delle temperature o dei volumi specifici relativi ai vertici opposti sono uguali fra loro. Consideriamo un generico ciclo di questo tipo i cui vertici siano rispettivamente A, B, C e D (vedi figura 10.1). Fra il vertice A e quello B la trasformazione sarà una politropica di esponente a, così come fra i vertici C e D; fra i vertici B e C la politropica avrà esponente b così come fra D ed A . Figura 10.1 – Ciclo costituito da quattro politropiche a due a due con lo stesso esponente. Cap. 10 Pagina 7 di 37 Applicando la definizione di politropica si può scrivere: p A v aA = p B v aB , p B v bB = pC v Cb , pC v Ca = p D v aD , p D v bD = p A v bA . Facendo il prodotto membro a membro delle quattro equazioni le pressioni scompaiono e rimane: a b a a a b a b v A⋅v B⋅v C⋅v D =v B⋅v C⋅v D⋅v A , da cui: a−b a−b a−b v a−b . A ⋅v C =v B ⋅v D Elevando ambo i membri alla potenza 1/a−b si ottiene: v A⋅v C =v B⋅v D , in cui la proprietà è considerata per i volumi specifici. Cap. 10 Pagina 8 di 37 Ma l’equazione della politropica: p A⋅v aA= p B⋅v aB può anche essere scritta: 1/ a p 1/a . A ⋅v A = p B ⋅v B Ripetendo questo diverso modo di scrittura alle altre equazioni del precedente sistema e percorrendo nuovamente la stessa procedura precedente si ottiene: p A⋅pC = p B⋅p D ed applicando l’equazione di stato: T A⋅T C =T B⋅T D . Ciclo di Lenoir E’ il ciclo ideale compiuto dalla macchina chiamata pulsoreattore; tale macchina è costituita da una cavità, avente la funzione di camera di combustione, che viene riempita di miscela aria – combustibile a pressione ambiente. La combustione, con conseguente introduzione di calore, avviene a volume costante, con aumento di pressione, e l’espansione avviene in un ugello espansore al termine del quale la pressione raggiunta è pari a quella iniziale ed il lavoro prodotto si ritrova sotto forma di energia cinetica.La macchina ha un funzionamento ciclico, nel senso che molte trasformazioni, essendo compiute nella stessa camera, non possono che succedersi in modo ciclico. Cap. 10 Pagina 9 di 37 Figura 10.2 - Ciclo di Lenoir nelle rappresentazioni di Clapeyron e di Gibbs. Cap. 10 Pagina 10 di 37 Il punto A di figura 10.2 (diagramma p-v , T-s ed h-s), rappresenta la condizione iniziale del fluido (miscela aria combustibile) che riempie la camera di scoppio; la combustione, con introduzione di calore q 1 riferita all’unità di massa, avviene a volume costante per cui: q 1=c v⋅1⋅T B −T A . L’espansione avviene in modo adiabatico reversibile per cui: p B⋅v kB = p C⋅v kC = p v k ed il lavoro sviluppato risulta dalla differenza fra i lavori tecnici lungo la BC e la AB: pC C l =−∫ v dp=−∫ p x B 1/k B vB p 1/ k pB = p C k−1 k dp= p B v B [1− k ]−v A p B− p A = k −1 pB T k p B v B [1− C ]−v A p B − p A k −1 TB Tale lavoro tecnico lx coincide con l'area del ciclo e con il lavoro termodinamico l . L'efficienza risulta: = lx lx = q1 cv T B −T A mentre il rendimento vale: x = l = b1 l cv T B −T A⋅[1− x T amb lnT B /T A ] T B−T A con Tamb temperatura ambiente. Ciclo di Carnot Il ciclo di Carnot è un ciclo termodinamico ideale per trasformare in lavoro, con il massimo di efficienza, il calore q1 disponibile da una capacità termica a temperatura costante T 1 , essendo T a la temperatura ambiente (vedi figura 10.3). Esso è difficilmente realizzabile e pertanto non si hanno schemi di apparecchiature. L’efficienza deriva immediatamente dal diagramma di Gibbs, osservando che le quantità di calore, aree sottostanti le linee B C di introduzione del calore e D A di sottrazione del calore, sono proporzionali alle rispettive altezze: q1 q = 2 T1 T2 . Pertanto l’efficienza risulta: = q T l = 1− 2 = 1− 2 q1 q1 T1 , come assunto al capitolo terzo. E' evidente che il rendimento del ciclo di Carnot è sempre unitario. Stesso risultato si sarebbe ottenuto calcolando nel dettaglio i vertici del ciclo e le quantità di calore e di lavoro messi in gioco. E’ evidente che, qualora la quantità di calore q1 non fosse disponibile alla temperatura T 1 costante, ma a temperature via via differenti, il ciclo sopra descritto dovrebbe essere suddiviso in tanti cicli elementari fra le temperature T 1 e T 2 variabili; verrebbe quindi ad introdursi l’entropia. Cap. 10 Pagina 12 di 37 Figura 10.3 – Ciclo di Carnot nelle rappresentazioni di Clapeyron, di Gibbs e di Mollier. Cap. 10 Pagina 13 di 37 Ciclo di Otto – Beau de Rochat E’ l’idealizzazione del ciclo realizzato da un motore a combustione interna ad accensione comandata (motore a benzina). Nella figura 10.4 é indicato uno schema con la nomenclatura dei vari componenti. Figura 10.4 – Schema funzionale di un motore a combustione interna ad accensione comandata (benzina). Nella figura 10.5 sono indicate le rappresentazioni del ciclo sui diagrammi di Clapeyron, di Gibbs e di Mollier. L’efficienza si calcola ricordando che l’introduzione del calore avviene lungo la trasformazione isocora B C e che la sottrazione lungo la D A anch’essa isocora: T T /T −1 q c T −T A l =1− A D A = =1− 2 =1− v D . q1 q1 c v T C −T B T B T C /T B −1 Cap. 10 Pagina 14 di 37 Figura 10.5 – Ciclo di Otto Beau de Rochat nelle rappresentazioni di Clapeyron, di Gibbs e di Mollier. Cap. 10 Pagina 15 di 37 Essendo il ciclo di quattro politropiche a due a due con lo stesso esponente: T A⋅T C = T B⋅T D , e: TD TC = TA TB . L’efficienza diventa quindi: = q T l = 1− 2 = 1− A q1 q1 TB . Essendo infine la linea A B una linea adiabatica, il rapporto delle temperatura è legato al rapporto dei volumi specifici dalla: TA vB = TB vA k−1 = 1 ϱ k−1 , avendo indicato con ϱ=v A /v B il rapporto di compressione volumetrico. In conclusione: = l 1 = 1− k−1 q1 ϱ e il rendimento si ottiene introducendo l'exergia dei gas di combustione: b1 = q1 [1− Ta ⋅lnT C −T B ] T C −T B da cui: = 1 l = 1− k −1 ⋅ b1 ϱ 1 [1− Ta . ln T C /T B ] T C −T B Ciclo di Joule E’ l’idealizzazione del ciclo realizzato da una turbina a gas; nella figura 10.6 è indicato uno schema con la nomenclatura dei vari componenti. Nella figura 10.7 sono indicate le rappresentazioni del ciclo sui diagrammi di Clapeyron, di Gibbs e di Mollier. L’efficienza si calcola ricordando che l’introduzione del calore avviene lungo la trasformazione isobara B C e che la sottrazione lungo la D A anch’essa isobara: = q2 c p T D−T A T A T D /T A−1 l =1− =1− =1− . q1 q1 c p T C −T B T B T C /T B −1 Essendo il ciclo di quattro politropiche a due a due con lo stesso esponente: T A⋅T C =T B⋅T D , e: Cap. 10 Pagina 17 di 37 TD TC = TA TB . L’efficienza diventa quindi: = q2 TA l =1− =1− q1 q1 TB . Figura 10.6 – Schema funzionale di una turbina a gas. Essendo infine la linea A B una linea adiabatica, il rapporto delle temperatura è legato al rapporto della pressioni dalla: TA p = B TB pA Cap. 10 1−k k 1 = ϱ k−1 k , Pagina 18 di 37 Figura 10.7 – Ciclo di Joule nelle rappresentazioni di Clapeyron, di Gibbs e di Mollier. Cap. 10 Pagina 19 di 37 avendo indicato con ϱ= p B / p A il rapporto di compressione barico. In conclusione: = l 1 = 1− k−1 q1 ϱ k ed il rendimento: = l 1 = [1− k−1 ] ⋅ b1 [1− ϱ k 1 T amb . lnT C /T B ] T C −T B Ciclo di Diesel E’ l’idealizzazione del ciclo realizzato da un motore a combustione interna ad accensione spontanea (motore a gasolio). Nella figura 10.8 è indicato uno schema con la nomenclatura dei vari componenti. Figura 10.8 – Schema funzionale di un motore a combustione interna ad accensione spontanea (Diesel). Figura 10.9 – Ciclo di Diesel nelle rappresentazioni di Clapeyron, di Gibbs e di Mollier. Cap. 10 Pagina 21 di 37 Nella figura 10.9 sono indicate le rappresentazioni del ciclo sui diagrammi di Clapeyron, di Gibbs e di Mollier. L’efficienza si calcola ricordando che l’introduzione del calore avviene lungo la trasformazione isobara B C e che la sottrazione lungo la D A isocora: = q c T −T A l 1 T A T D /T A−1 =1− 2 =1− v D =1− q1 q1 c p T C −T B k T B T C /T B−1 . Il ciclo non è più costituito di quattro politropiche a due a due con lo stesso esponente; effettuando i calcoli nel dettaglio si giunge al risultato: = k q2 l 1 1 −1 =1− =1− k −1 q1 q1 kϱ −1 , avendo indicato con ϱ=v A /v B il rapporto di compressione volumetrico e con =vC /v B il rapporto di introduzione. Il rendimento vale: k l 1 1 −1 = =[1− ]⋅ b1 k ϱk−1 −1 Cap. 10 1 [1− Ta . ln T C / T B ] T C −T B Pagina 22 di 37 Cicli composti Sono state sviluppate macchine composte da due o più apparecchi, ciascuno dei quali compie un suo ciclo termodinamico; tali cicli si accoppiano uno con l'altro in modo da aumentare l'efficienza complessiva. Tali cicli, idealizzati ed accoppiati, possono formare un nuovo ciclo. Ad esempio il motore a combustione interna ad accensione comandata può essere accoppiato con una turbina a gas di scarico che sfrutti l'espansione fino alla pressione esterna; pertanto al tratto D A viene accostato un ciclo di Lenoir, ottenendo in definitiva un ciclo costituito da due linee adiabatiche, una isocora di introduzione del calore ed una isobara di sottrazione (vedi figura 10.10). Figura 10.10 - Ciclo di Otto accoppiato ad un ciclo di Lenoir (ciclo di Atkinson), realizzante il ciclo ideale di un motore a combustione interna ad accensione comandata e turbina a gas di scarico. Cap. 10 Pagina 23 di 37 Così la stessa turbina a gas di scarico può essere accoppiata ad un motore a combustione interna ad accensione spontanea, ottenendo un ciclo di Joule (vedi figura 10.11). Figura 10.11 - Ciclo compiuto da un motore a combustione interna ad accensione spontanea con una turbina a gas di scarico; si ottiene un ciclo di Joule. Cap. 10 Pagina 24 di 37 Cicli termodinamici per i vapori Il più semplice impianto a vapore (generalmente d'acqua) è quello rappresentato nella figura 10.12, dove sono indicati anche i nomi dei vari componenti; nella figura 10.13 sono riportate le trasformazioni compiute dal fluido, con riferimento alle lettere che compaiono nella figura 10.12. Figura 10.12 - Schema di un impianto a vapore con ciclo Rankine. Cap. 10 Pagina 25 di 37 Figura 10.13 - Ciclo termodinamico (di Rankine-Clausius) realizzato da un impianto a vapore, nei diagrammi di Clapeyron, di Gibbs e di Mollier. Cap. 10 Pagina 26 di 37 L'efficienza si calcola, dopo aver disegnato il ciclo, sulla base delle seguenti relazioni: - con l'uso del diagramma di Gibbs: = Q L area sottostante linea 4 5 =1− 2 =1− Q1 Q1 area sottostante linea 2 3 ; - con l'uso del diagramma di Mollier: = Q h −h h −h −h 2−h5 L =1− 2 =1− 4 5 = 3 4 Q1 Q1 h3−h 2 h3−h 2 . L'espansione adiabatica 3-4, ipotizzata in precedenza come reversibile (isentropica) nella realtà risulta adiabatica con attriti. In tal caso il lavoro degli attriti diventa calore entrante nel sistema, con aumento di entropia. La rappresentazione grafica del ciclo diventa quella di figura 10.14. L'efficienza diventa: - con l'uso del diagramma di Gibbs: = Q L area sottostante linea 4 ' 5 =1− 2 =1− Q1 Q1 area sottostante linea 2 3 , - con l'uso del diagramma di Mollier: = Q2 h 4 ' −h5 h3−h 4 ' −h 2−h5 L =1− =1− = Q1 Q1 h3−h 2 h3−h 2 . Dal diagramma di figura 10.14 si nota che non tutto il calore corrispondente agli attriti viene perso, ma in parte viene ricuperato; il rapporto fra il lavoro ricuperato e quello degli attriti viene chiamato ricupero. Fisicamente il ricupero è conseguente al fatto che il calore degli attriti riscalda il fluido per ogni tratto di espansione, facendone aumentare il volume e quindi il lavoro sviluppato nel tratto successivo. Cap. 10 Pagina 27 di 37 Figura 10.14 - Ciclo Rankine con espansione adiabatica con attriti. Nel caso di compressione il lavoro speso sarebbe superiore alla somma del lavoro adiabatico e di quello degli attriti: si parla allora di controricupero. In questo caso il calore fa aumentare il volume, e quindi anche il lavoro di compressione. Artifici per aumentare termodinamici per i vapori l'efficienza dei cicli L'esigenza dell'aumento dell'efficienza degli impianti a vapore ha portato alla introduzione di alcune modifiche di cui esaminiamo le motivazioni: 1) Secondo le indicazioni di Carnot un incremento di efficienza si ottiene tramite aumento della temperatura massima del ciclo; ciò comporta però un aumento di pressioni (fino a pressioni sopracritiche cioé superiori a 220 bar). Cap. 10 Pagina 28 di 37 Il ciclo sarebbe però troppo stretto ed il titolo del vapore allo scarico troppo basso con inconvenienti e corrosioni sulle palette delle turbine di espansione. Si introducono allora surriscaldamenti ripetuti, ottenendo lo schema di figura 10.15 ed il corrispondente ciclo di figura 10.16. Figura 10.15 - Schema di impianto a vapore con surriscaldamenti ripetuti (ciclo di Hirn). Cap. 10 Pagina 29 di 37 Figura 10,16 - Ciclo termodinamico a vapore con surriscaldamenti ripetuti. L'efficienza si ottiene come rapporto fra il lavoro ottenuto (somma delle differenze di entalpia per ogni espansione) ed il calore speso (somma delle differenze di entalpia corrispondenti al primo riscaldamento, evaporazione e primo surriscaldamento e tutti i surriscaldamenti ripetuti). 2) Sempre seguendo le indicazioni di Carnot un incremento di efficienza si ottiene effettuando scambi di calore con piccole differenze di temperatura; quando questa operazione avviene all'interno della macchina, si parla di rigenerazione termica (vedere a questo proposito il capitolo 11). Cap. 10 Pagina 30 di 37 Ciclo inverso a vapore Le macchine frigorifere (meglio frigorigene) e le pompe di calore, nella quasi totalità dei casi, realizzano cicli termodinamici a vapore; il fluido è l'ammoniaca, uno dei tanti algofreni (idrocarburi nei quali le molecole di ossigeno e di idrogeno sono sostituite da cloro e fluoro) comunemente chiamati freon con una sigla riassuntiva della composizione chimica. Oggi si stanno studiando altre sostanze più ecologiche dei freon, imputati dell'assottigliamento delle coltre di ozono nell'atmosfera, quali il propano, il butano, l'anidride carbonica ed altri ancora. Lo schema dell'impianto è indicato in figura 10.17, con la nomenclatura dei vari componenti, ed in figura 10.18 è indicato il ciclo termodinamico compiuto. Figura 10.17 - Schema di un impianto a ciclo inverso per la refrigerazione o per il pompaggio del calore. Cap. 10 Pagina 31 di 37 Il ciclo è percorso in senso inverso; esso presenta le stesse trasformazioni del ciclo di Rankine, ad eccezione della compressione del liquido che viene qui sostituita con una espansione senza lavoro esterno (valvola di laminazione). Questa valvola si comporta come una macchina a rinnovamento di fluido, sufficientemente isolata termicamente, tanto da poter considerare la trasformazione adiabatica; essendo inoltre il lavoro compiuto nullo, l'entalpia a monte della valvola eguaglia quella a valle. Figura 10.18 - Ciclo inverso per i vapori per impianti di refrigerazione e per pompe di calore. Il ciclo termodinamico viene tracciato più comodamente sul diagramma h logp essendo le due isobare di condensazione e di evaporazione determinate dalle temperature dell'ambiente esterno e della cella da refrigerare o da riscaldare (pompa di calore). La compressione risulta idealmente isentropica e praticamente ad entropia crescente in relazione alle perdite. Cap. 10 Pagina 32 di 37 L'efficienza risulta: - impianto frigorifero: cf = Q 2 h1−h 4 = ; L h 2−h1 - pompa di calore: pc = Q 1 h 2−h3 = L h2−h1 . Il rendimento è fornito rispettivamente dalle relazioni: cf = B 2 h1−h 4−T a s1−s 4 = L h 2−h1 pc = B 1 h2−h3−T a s 2 −s3 = L h 2−h1 e Qualora si volesse valutare il rendimento dell'intero impianto (e non del solo ciclo termodinamico), compresi gli scambiatori di calore (condensatore ed evaporatore) le relazioni sarebbero rispettivamente: cf glob.= Q 2 /T a /T c −1 L e Cap. 10 Pagina 33 di 37 pc glob. = Q1 1−T a /T r L essendo: Q2 e Q1 le quantità di calore asportata dalla cella refrigerata o fornita all'ambiente riscaldato rispettivamente alle temperature T c e T r ; L il lavoro speso nello stesso tempo nel quale sono calcolate le Q1 . Q2 e I numeratori delle due ultime espressioni sono rispettivamente le exergie di Q2 e Q1 . Impianti pluricomponenti L'esigenza della sostituzione degli algofreni con altri fluidi più ecologici, ha spinto l'industria chimica alla produzione di miscele particolari che, oltre a produrre un minore impatto sul nostro ecosistema, siano compatibili con i materiali ed i lubrificanti degli impianti in esercizio e per i quali necessiti una aggiunta di fluido eventualmente perso per fughe o durante manutenzioni. Tali miscele sono solo raramente azeotropiche, nel qual caso il fluido si comporta come un composto unico, mentre nella maggioranza dei casi non lo sono. In questa seconda situazione le isobare di condensazione e di evaporazione non sono più isoterme e quindi il calcolo dell'efficienza e delle composizioni del fluido in vari punti del circuito è più difficoltoso. Impianti bicomponenti con interazioni fisiche La funzione del compressore meccanico può essere sostituita da una operazione di assorbimento del fluido (soluto) ad opera di un liquido (solvente) che avviene a bassa temperatura e da una operazione di desorbimento che avviene a temperatura più alta. La spesa di lavoro meccanico viene pertanto sostituita dalla spesa di energia (exergia) del calore utilizzato per il riscaldamento della soluzione. Cap. 10 Pagina 34 di 37 Indagini exergetiche su impianti completi La valutazione della efficienza exergetica (rendimento) di un impianto richiede la conoscenza della energia utilizzabile (exergia) del calore disponibile, di combustione chimica o nucleare o del vapore geotermico. Alcune di tali sorgenti sono chiaramente caratterizzabili: ad esempio nel caso di vapore di produzione geotermica sono definite la pressione e la temperatura e quindi, tramite l'entalpia e la entropia, è chiaramente ricavabile l'exergia. Le reazioni nucleari avvengono a temperature elevatissime ed è solo la resistenza dei materiali che limita la temperatura dei vari elementi ed in particolare dei fluidi; in questo caso la quantità di calore di combustione nucleare coincide con l'exergia. Per la combustione chimica il problema è più complesso in quanto il calore sviluppato serve per aumentare la temperatura dei prodotti della combustione fino alla temperatura di combustione; dalla parte dell'utenza, i gas prodotti cedono il calore diminuiendo progressivamente di temperatura; pertanto anche fosse stabilito che il calore di reazione conseguente al cambiamento dei legami molecolari fosse sviluppato alla temperatura di combustione, non è certamente imputabile alla conformazione dell'impianto termico se la cessione del calore avviene a temperature decrescenti dei prodotti della combustione. D'altra parte la temperatura di combustione dipende dal preriscaldamento di combustibile e di comburente e, purtroppo, dalla quantità di inerti gassosi che il comburente aria si trascina senza che partecipino alla reazione (azoto, gas inerti, vapor d'acqua). Chiaramente il fare riferimento al calore di combustione (potere calorifico superiore o inferiore) come se esso fosse emissibile a temperatura infinita (exergia= calore di combustione) semplifica ogni calcolo ma non rende ragione dei processi di trasformazione e soprattutto delle motivazioni delle perdite di energia utilizzabile associate agli scambi di calore fra corpi a temperature sensibilmente differenti fra loro. Al capitolo nono è indicato un calcolo dell'energia utilizzabile di un gas di combustione. Cap. 10 Pagina 35 di 37 Esempi numerici applicativi I calcoli dettagliati di alcuni cicli sono svolti nei fogli di calcolo allegati al presente testo; vengono qui esaminati alcuni di essi unicamente per fornire alcuni chiarimenti sulla valutazione exergetica corrispondente. Gli esempi numerici, trattati anche con un poco di spiegazioni teoriche, si riferiscono ai seguementi argomenti: 1) Cicli a gas LENOIR DI 4 POLITROPICHE DIESEL OTTO BEAU DE ROCHAT JOULE 2) Cicli a vapore d'acqua CICLO RANKINE-HIRN IDEALE CICLO RANKINE-HIRN REALE CICLO RANKINE-HIRN REALE CON RIGENERAZIONE 3) CICLI COMBINATI (turbogas+vapore d'acqua) 4) Cicli inversi per i vapori FLUIDI REFRIGERANTI CICLI A CFC ED HCFC CICLI A CO2 Cap. 10 Pagina 36 di 37 5) Cicli per bassissime temperature (liquefazione dei gas) CICLO DI LINDE CICLO DI CLAUDE CICLO PER L'OTTENIMENTO DI OSSIGENO E DI AZOTO 6) Cicli ad assorbimento 7) Macchine termoelettriche 8) Impianti di vario genere realizzati E' possibile avere informazioni su impianti con fotografie e filmati ai seguenti portali di ditte costruttrici: • • • • Cap. 10 Franco Tosi Ansaldo Energia Iveco Siemens Pagina 37 di 37