Plutarco, Vita di Antonio 1. Antonio, il nonno di Antonio, fu fatto uccidere perché seguace di Silla. Suo padre era l’Antonio soprannominato il Cretico, non era famoso e non aveva cariche politiche, ma era considerato uomo di buoni sentimenti e generoso, nonostante sotto quest’aspetto fosse molto controllato dalla moglie Giulia. 2. Antonio fu allevato sotto la guida di sua madre Giulia, che quando morì il Cretico, si risposò con Cornelio Lentulo, poi messo a morte da Cicerone perché complice di Catilina. Quando Antonio era giovane strinse amicizia con Curione, che lo indusse alle donne e al bere, spese dunque molti soldi, motivo per il quale venne cacciato di casa e si unì a Clodio, ma poi presto se ne andò in Grecia dove aderì all’Asianesimo (movimento retorico). 3. Dopo essere stato nominato comandante della cavalleria, partì concludendo con successo la sua campagna in Giudea, poi persuase il console Gabino ad accettare la richiesta d’aiuto di Tolomeo di invadere l’Egitto per riconquistare il regno; durante le operazioni Antonio diede prova di grande abilità e coraggio, e non passò inosservata neppure la sua umanità quando seppellì con cura Archelao. Lasciò una grandissima fama di sé tra gli Alessandrini e di uomo illustre e egregio tra i Romani. 4. Era solito fare grandi favori ed elargire grandi quantità di denaro ai suoi amici. Aveva un’aria nobile e un bell’aspetto, bella barba, ampia fronte, naso aquilino, da ricordare l’aspetto di Eracle, di cui si diceva che gli Antoni fossero discendenti. Scherzava, rideva in pubblico e compiva una serie di atteggiamenti che provocavano l’affezione e l’attaccamento dei soldati. Si lasciava burlare sui propri amori. 5. Durante le guerre tra Cesare e Pompeo, Curione – amico di Antonio – si schierò dalla parte di Cesare e convinse Antonio a fare altrettanto. Antonio divenne tribuno delle plebe e in seguito augure. Quando Marcello volle consegnare a Pompeo altri soldati, Antonio si oppose e propose che entrambi sia Cesare che Pompeo, deponessero le armi. Antonio venne poi espulso dal Senato, si vestì di stracci e andò a raggiungere Cesare. 6. Nelle Filippiche Cicerone afferma che Antonio fu la causa della guerra civile, come Elena lo fu per la guerra di Troia. Tuttavia di certo Cesare non fu mosso da sentimenti di difesa, ma dalla sete di potere. Entrò in Italia e scacciò Pompeo, e affidò Roma al pretore Lepido e l’Italia e le truppe ad Antonio. Questi si rese fin da subito popolare con i soldati, ma suscitò antipatie negli altri a causa della sua negligenza (non si curava per negligenza di render giustizia agli offesi, ascoltava con fastidio quelli che gli si rivolgevano.) 7. Cesare dopo aver attraversato Brindisi rimandò le truppe ad Antonio e Gabinio comandando di arrivare in Macedonia, Antonio sconfisse Libone – legato di Pompeo – e portò aiuti a Cesare. 8. Durante la battaglia decisiva di Farsalo, Cesare comandò l’ala destra ed affidò la sinistra ad Antonio mandandolo poi a Roma come magister equituum, carica seconda al dittatore e prima in sua assenza. 9. Tornato a Roma, Dolabella (aveva sposato Tullia, figlia di Cicerone, aveva preso parte alle campagne contro i Pompeiani.) gli propose di accettare una legge che togliesse i debiti, ma Antonio fu assalito dal sospetto che Dolabella avesse una relazione con sua moglie, così scacciò la moglie di casa e prese le armi contro Dolabella, ma così facendo suscitò l’odio delle masse. 10. Al suo ritorno Cesare accordò il perdono a Dolabella, e contrario ai comportamenti di Antonio, al suo terzo consolato come collega non scelse lui, ma Lepido. Antonio, deciso a cambiare vita, sposò Fulvia, vedova di Clodio, donna che su di lui ebbe grande influenza. 11. Nel 44 a.C. Cesare viene eletto console per la quinta volta e scelse Antonio come suo collega, per poi cambiare idea e preferire Dolabella. Antonio reagì male urlando in senato e dicendo che gli auspici erano contrari a questa scelta, Cesare si vergognò della reazione di Antonio, ma poiché erano stati tirati in ballo gli auspici fu costretto a rinunciare a Dolabella. 12. Durante i Lupercali, Cesare era seduto in tribuna e guardava quelli che correvano nel foro, tra questi c’era Antonio che ricoprì un diadema con dell’alloro e passando davanti alla tribuna lo pose sul capo di Cesare, volendo significare che gli si addiceva essere re, ma Cesare se lo tolse rifiutandolo, ottenendo grandi applausi del popolo, Antonio lo fece nuovamente e di nuovo Cesare lo rifiutò: il popolo, che pur viveva in una condizione da suddito, rifiutava il titolo di re che vedeva come restrizione alla libertà. 13. Bruto e Cassio volevano ammettere Antonio nella congiura contro Cesare, ma Trebonio si oppose perché disse che aveva già parlato ad Antonio del porgetto, ma lo aveva rifiutato, tuttavia mantenendo il segreto, non dicendo nulla a Cesare. 14. Cesare venne ucciso in Senato e inizialmente Antonio fuggì. Tornato propose un’amnistia per i cesaricidi e fu accolto dal popolo con lode perché aveva evitato la guerra civile. Tuttavia durante l’elogio funebre di Cesare di creò un’atmosfera di gran furore e commozione, Antonio agitando le vesti insanguinate di Cesare chiamò assassini e scellerati i cesaricidi, da provocare un’immensa ira nel popolo che dopo la cerimonia andò nelle case dei cesaricidi muniti di tizzoni ardenti. 15. Dunque Bruto e i suoi furono costretti ad abbandonare la città, mentre Calpurnia, mogli di Cesare, fidandosi di Antonio gli assegnò sia le ricchezze di Cesare che le sue carte, nelle quali erano annotati i suoi progetti e le sue decisioni. E Antonio le mise in atto come se fosse stato Cesare a farlo, ad esempio il richiamo degli esiliati e la concessione della libertà ad alcuni prigionieri. 16. Cesare aveva tuttavia lasciato la sua eredità non ad Antonio, ma ad Ottaviano, suo nipote. Antonio cercò di ostacolare che Ottaviano prendesse l’eredità di Cesare. Allora Ottaviano si alleò con Cicerone e si mise dalla sua parte il senato, il che costrinse Antonio a stringere una pace con lui, incontrandolo in Campidoglio. 17. Cicerone, che aveva grandissima influenza a Roma, incitò il senato a dichiarare Antonio nemico pubblico e a mandare i consoli Pansa e Irzio contro di lui, si scontrarono con Antonio presso Modena, ma entrambi morirono. Antonio fuggì con il suo esercito e incontrarono molte difficoltà, più di tutte la fame, ma lui fu di ottimo esempio ai soldati, perché pur abituato a grandi lussi, diede l’esempio di mangiare radici, frutti selvatici e animali mai mangiati prima. 18. Antonio voleva superare le Alpi e raggiungere Lepido che Antonio riteneva suo amico. Entrò nell’accampamento di Lepido fisicamente molto trascurato e con una veste povera e iniziò a parlare, i soldati si impietosirono molto a tale visione, Lepido, spaventato, fece suonare le trombe che impedissero ad Antonio di parlare, a quel punto ancora più impietositi i soldati trattarono con lui di nascosto e lo incitarono ad attaccare l’accampamento poiché loro erano pronti ad accoglierlo e ad uccidere anche Lepido se fosse stato necessario, ma Antonio non permise che Lepido venisse toccato, entrò nel campo, si impadronì di tutto, ma mostro grande gentilezza e rispetto nei confronti di Lepido e gli mantenne anche il titolo di comandante supremo. 19. Nel frattempo Ottaviano aveva abbandonato Cicerone e strinse con Lepido e Antonio un accordo con cui si divisero le province e stilarono una lista di nemici da uccidere. (secondo triumvirato) 20.L’accordo fu ulteriormente suggellato dal matrimonio di Ottaviano con Clodia, figlia di Fulvia, moglie di Ottaviano. 21. Il triumvirato divenne odioso ai Romani, in particolare per responsabilità dell’antipatia provata per Antonio, alla quale si aggiunse il fatto che Antonio viveva nella casa ch’era stata di Pompeo, uomo ammirato per la sua moderazione, che Antonio non aveva. Mentre Lepido resta a Roma, Antonio e Ottaviano vanno in Macedonia per inseguire Bruto e Cassio. 22. Antonio combatté molte battaglie contro Cassio, tutte vittoriose, mentre Ottaviano perse contro Bruto. Successivamente Antonio sconfisse anche Bruto, fece inoltre uccidere Ortensio, incolpato della morte di suo fratello Gaio. Al funerale di Bruto fece invece molti onori. 23. Antonio andò in Grecia alla testa di un grande esercito e strinse amicizia con i Greci. 24. Lasciò Lucio Censorino in Grecia come pretore urbano e si recò in Asia e mise le mani sulle ricchezze del luogo. Mentre a Roma Ottaviano era sommerso da problemi, Antonio in Oriente era dedito ai soliti piaceri. Entrò ad Efeso preceduto da donne vestite da Baccanti quasi ad imitare Dioniso, toglieva beni di alcuni per darli ad altri, come se i primi fossero morti. Si fidava troppo delle persone per ingenuità, ma quando si accorgeva dei propri errori su qualcuno che era stato trattato ingiustamente rimediava, ed era grande sia nelle ricompense che nelle punizioni. Si lasciava conquistare facilmente dagli elogi. 25. L’amore per Cleopatra risvegliò in Antonio e portò al delirio tutte le passioni che portava dentro. Antonio ordinò a Cleopatra di raggiungerlo in Cilicia per giustificarsi delle accuse che le venivano mosse sull’aver fornito a Cassio delle truppe e averli aiutati nella guerra. 26. Sebbene ricevesse molte lettere da Antonio e i suoi amici che l’affrettavano a sbrigarsi, Cleopatra ignorò l’invito e per prendersi gioco di Antonio si mise a risalire il fiume Cidno su un battello dalla poppa dorata, facendo sfarzo di enormi comodità e lussi. Molta folla assisteva a quello spettacolo. Cleopatra lo invitò a pranzo e si trovò davanti ad un allestimento senza uguali, con dei giochi di luce maestosi. 27. Il giorno dopo Antonio cercò di superarla, ricambiandole l’invito, in splendore e raffinatezza, ma sconfitto su entrambi questi punti scherzo per primo sulla miseria e rozzezza della sua accoglienza. La dote di Cleopatra non era in realtà un’esagerata bellezza, quanto più fascino, grande eloquenza, voce incantevole, conoscenza di moltissimi idiomi. 28.Antonio si lascia sedurre da Cleopatra, noncurante di sua moglie Fulvia che a Roma combatteva contro Ottaviano per gli interessi del marito e dell’esercito dei Parti che minacciava seriamente l’Impero e si lasciò portare da lei ad Alessandria. 29. Cleopatra non lasciava mai Antonio, condivideva con lui ogni gioco, ogni divertimento e ogni piacere, perfino di notte si travestivano da servi e andavano per le case a beffarsi degli abitanti per divertirsi. 30.Così mentre Antonio perdeva tempo in giochi e divertimenti, lo raggiunsero due notizie: una lo informava che sua moglie Fulvia e suo fratello Lucio avevano perduto tutto ed erano fuggiti dall’Italia, l’altra notizia è che la minaccia dei Parti diventava sempre più seria, stavano ormai sottomettendo l’Asia. Venne a sapere che era stata Fulvia la causa della guerra, ma che ormai era morta. Antonio sbarcò in Italia dove si incontrò con Ottaviano, dove strinsero un accordo: ad Ottaviano andava il controllo dell’Occidente e ad Antonio dell’Oriente, mentre lasciarono a Lepido il controllo sull’Africa. 31. Per sugellare gli accordi, servì un nuovo matrimonio, Antonio dovette sposare Ottavia, sorella di Ottaviano, vedova di Marcello. 32. Intanto Sesto Pompeo, figlio di Pompeo, che occupava la Sicilia, minacciava l’Italia e praticava saccheggi, si accordò con Antonio ed Ottaviano che gli accordarono la Sicilia e la Sardegna, a patto che liberasse i mari dai predoni e permettesse l’approvvigionamento di grano a Roma. 33. Nel frattempo Antonio mandò in Asia Ventidio per sconfiggere i Parti, Ventidio riuscì nell’operazione. Uccide Labieno, generale di re Orode. 34. Ventidio uccide anche Pacoro, figlio di Orode. Ventidio è l’unico generale ad aver trionfato contro i Parti. 35. Si crearono nuove discordie tra Antonio e Ottaviano, ma che furono risolte anche per Ottavia, che non avrebbe mai voluto perdere né il fratello, né il marito. I due si incontrarono a Taranto dove strinsero l’accordo secondo cui Ottaviano avrebbe dato due legioni ad Antonio ed Antonio avrebbe fornito all’altro cento navi. Dopo questi accordi Ottaviano si dedicò alla guerra contro Sesto Pompeo con cui si erano ricreate tensioni, mentre Antonio dopo aver affidato ad Ottaviano la moglie con le figlie, tornò in Asia. 36. Arrivato in Siria Antonio non potendo resistere all’amore per Cleopatra mandò un suo collaboratore, Fonteio Capitone, a prenderla per condurla in Siria da lui. Quando ella arrivò Antonio le offrì in dono molti possedimenti romani orientali, suscitando l’ira dei Romani che accrebbe al riconoscimento di Antonio dei figli avuti da Cleopatra, Cleopatra ed Alessandro, soprannominati Luna e Sole. Per placare l’ira dei Romani disse che la grandezza dei Romani si vedeva non da quello che conquistavano, ma da quello che donavano. 37. Fraate, figlio di Orode, uccise il padre e si impadronì del regno. Antonio si preparò alla guerra alleandosi con Artavasde il re d’Armenia ed altri re, con cui riuscirono a creare un esercito enorme. Tuttavia Antonio diresse le operazioni di guerra in anticipo e molto in fretta, per poter raggiungere Cleopatra e trascorrere con lei l’inverno. 38. Procedendo Antonio portava con sé 300 carri su cui c’erano le macchine da guerra, decise di lasciarle indietro perché gli rallentavano il percorso, Fraate così riuscì facilmente a distruggerle. 39. Antonio tentò di prendere di sorpresa il nemico, ma riuscì ad uccidere solamente pochi uomini. 40.Antonio temeva la fame perché l’approvvigionamento stava diventando sempre più difficile, Fraate che temeva le condizioni difficili che avrebbe di lì a poco portato l’inverno ordì un inganno: i Parti iniziarono ad attaccare molto debolmente i Romani durante gli approvvigionamenti e anzi spesso li lodavano, riconoscendogli la massima abilità in guerra e dicendo loro che venivano ampiamente ammirati dal loro re e biasimavano Antonio di non concedergli un’occasione di pace, un accordo. Antonio mandò allora dei messaggeri da Fraate per richiedere le insegne di Crasso e dei prigionieri, ma Fraate lo invitò ad andarsene al più presto assicurandogli pace e sicurezza. 41. I Parti organizzarono un agguato ai Romani, ma questi riuscirono a resistere aiutati dai Celti. 42. Flavio Gallo andò a chiedere ad Antonio delle truppe per compiere una grande impresa e Antonio gliele concesse, ma Gallo fu accerchiato dai Parti, mandò allora a chiamare aiuto, ma pare che i capi della fanteria commettessero un grave ero: mentre era necessario andare in soccorso con l’intero esercito, mandarono invece pochi soldati per volta, inviandone altri quando i precedenti erano sconfitti, così facendo rischiarono la disfatta dell’intero esercito, che fu evitata grazie all’intervento di Antonio che intervenì di persona facendo fronte alla situazione con le truppe di avanguardia. Morirono almeno 30mila romani e i feriti furono 5mila, di cui non tutti sopravvissero alle ferite. 43. Dopo questa esperienza l’esercito continua ad essere fedele ad Antonio e a stimare il suo coraggio. 44. – 49. Antonio cerca di condurre l’esercito, fortemente provato dagli agguati dei Parti, oltre il fiume che collega la Media e l’Armenia 50. Facendo una ricognizione Antonio si rende conto di che enorme responsabilità ha avuto nelle perdite dell’esercito romano Artavasde, re d’Armenia, ritirandosi. Antonio si vendica su costui, lo fa prigioniero e ne celebra il trionfo ad Alessandria. 52. Ci fu una contesa tra Fraate e il re della Media, che si concluse con la richiesta di aiuto di quest’ultimo ai Romani, Antonio accettò perché più che di dare aiuto gli sembrava di ricevere un favore avendo qualcuno che gli mettesse a disposizione le sue truppe. 53. Intanto a Roma Ottavia voleva raggiungere Antonio e Ottaviano glielo permise, secondo molti storici quella di Ottaviano fu una vera e propria provocazione che gli offrisse un pretesto per la guerra nel momento in cui Antonio respingesse la sorella. Infatti giunta ad Atene, Ottavia ricevette una lettera da Antonio che le intimava di fermarsi e che gli facesse sapere dove avrebbe mandato ciò che gli portava (doni e vesti per i soldati, animali da soma e duemila soldati). Cleopatra allora realizzò che Ottavia era sua rivale e per evitare che potesse avere il controllo su Antonio, iniziò ad essere afflitta, a perdere volontariamente peso, così che Antonio tornò ad Alessandria e per Cleopatra rimandò gli affari con la Media. 54. Ottaviano, poiché Ottavia era stata offesa, le ordinò quando tornò da Atene di andare a vivere in casa sua, ma Ottavia si rifiutò, continuò a vivere a casa del marito dove allevava oltre che ai suoi i figli di Fulvia e ostacolò in ogni modo la nascita di una guerra civile che avesse come causa due donne. Così facendo, pur involontariamente, suscitava comunque le antipatie verso Antonio che offendeva una donna così. Egli attirò a sé inoltre ulteriore antipatia per la distribuzione dei regni che aveva fatto ai figli di Cleopatra: fece istituire due troni d’oro, uno per sé, l’altro per Cleopatra e altri più bassi per i loro figli, proclamò Cleopatra regina: d’Egitto, Cipro e Libia (condivideva con lei il potere Tolemeo Cesare, detto Cesarione, figlio avuto da Giulio Cesare), Alessandro – figlio suo e di Cleopatra – assegnò Media, Armenia e Parti – una volta sottomessi – a Tolemeo – loro terzogenito – Fenicia, Siria e Cilicia. Nell’occasione in cui fu fatta questa proclamazione Cleopatra indossava il manto sacro di Iside e dava udienza come Nuova Iside. 55. Riferendo delle azioni di Antonio a Roma, Ottaviano non faceva che aumentare l’ostilità dei Romani nei confronti di Antonio. Per difendersi Antonio accusava Ottaviano di non aver diviso la Sicilia con lui dopo averla sottratta a Sesto Pompeo, di aver distribuito i territori in Italia solo ai suoi soldati e di aver preso per sé i territori di Lepido dopo averlo destituito dal triumvirato e inoltre di non aver restituito le navi da lui prestate. A sua volta Ottaviano rispondeva che avrebbe diviso i territori conquistati solo quando anche Antonio avesse diviso con lui l’Armenia, che Lepido era stato destituito per abuso di potere che ai suoi soldati non spettavano quei territori in Italia, visto che avevano già la Media e la Partia. 56. I rapporti con Ottaviano si facevano dunque sempre più ostili, allora Antonio e Cleopatra si prepararono militarmente per la guerra civile, Antonio cercò di far restare Cleopatra in Egitto, ma lei pretese di esserci visto anche il gran contributo militare che metteva nella guerra. 57. Nel frattempo Antonio ordinò di far cacciare Ottavia da casa sua, che se ne andò afflitta portando con sé tutti i figli, escluso il maggiore avuto da Fulvia ch’era presso il padre. 58. Ottaviano viene informato dei grandi preparativi di Antonio e teme la battaglia perché impreparato. Antonio fece il grande errore di rimandare la battaglia, dando ad Ottaviano oltre che tutto il tempo per prepararsi, anche quello di riuscire ad ottenere il testamento di Antonio che utilizzò come strumento per far accrescere l’odio dei Romani e del Senato contro Antonio, ad esempio nel testamento Antonio ordinava che anche se fosse morto a Roma, avrebbe voluto essere sepolto ad Alessandria con Cleopatra. 60. Ottaviano pronto per la guerra, decise di dichiarare ufficialmente guerra a Cleopatra. Iniziarono a diffondersi le voci di terribili presagi avvenuti intorno alla figura di Antonio: Pesaro, città colonizzata di Antonio, inghiottita da una voragine, una statua d’Antonio in marmo sudava, il tempio di Eracle, di cui Antonio si dichiarava discendente, andò a fuoco, su una nave di Cleopatra, l’Antoniade, alcune rondini uccisero dei piccoli nel nido di altre rondini. 61. Gli eserciti di entrambi erano pronti e molto grandi. 62. Antonio era così succube di Cleopatra, che nonostante fosse più forte in terra, lei volle combattere in mare e Antonio predispose l’equipaggio, nonostante pur raccattando chiunque tra i cittadini, l’equipaggio restava comunque molto scarso. Ottaviano che aveva a Brindisi e Taranto una flotta di navi perfettamente equipaggiate, mandò a dire ad Antonio di non perdere tempo, ma di raggiungerlo col suo esercito e lui gli avrebbe dato il tempo e lo spazio di prepararsi e accamparsi in sicurezza. Ma Antonio per spavalderia nonostante fosse più anziano prima lo sfidò a duello, poi gli propose di sfidarsi a Farsalo, dove si erano battuti Cesare e Pompeo. Ma Ottaviano anticipò le sue truppe ad Azio. 63. Le navi di Antonio erano prive di combattenti, quindi Antonio inventò uno stratagemma che evitasse che Ottaviano gli sottraesse le navi: armò i rematori come fossero soldati e fece sollevare i remi come se i remartori fossero al loro posto, Ottaviano ingannato da questo stratagemma si ritirò. Diede prova di ulteriore abilità riuscendo attraverso la costruzione di dighe a sottrarre l’acqua ai nemici. Dimostrò grande magnanimità verso Domizio, che febbricitante lo aveva abbandonato per passare a Ottaviano, ma Antonio gli fece comunque restituire i suoi bagagli, e Domizio, come sconvolto dalla reazione rispetto alla sua infedeltà, morì poco dopo. 65. I primi giorni il mare fu molto agitato e impedì la battaglia, ma il quinto giorno le flotte si mossero per lo scontro. Da una parte c’erano le navi comandate da Antonio, Publicola, Marco Ottavio, Celio e Canidio, dall’altra Ottaviano, Agrippa e Tauro. 66. Inizialmente lo scontro non avviene con lo scontro fisico della navi, ma più come una guerra di fanteria, ma quando le navi di Cleopatra si ritirano, Antonio non si comportò né da capo, né da uomo e la raggiunse abbandonando la sua flotta. 67. Cleopatra lo riconobbe e lo fece salire sulla sua nave, dove Antonio restò a prua, solo, in silenzio. 68. La flotta di Antonio aveva continuato a resistere, almeno fino a che anche il generale Canidio non aveva abbandonato la flotta di notte. 69. – 70. Cleopatra inizialmente programmò di fuggire, fece spostare tutta la sua flotta per trasportare abbastanza ricchezze e viveri che le permettessero di sopravvivere e di evitare la guerra e la schiavitù, ma gli Arabi bruciarono quelle navi e Cleopatra desistette all’impresa. Mentre Antonio si costruì una casa sul Faro, isola davanti ad Alessandria, imitando lo stile di vita di Timone, misantropo vissuto durante la guerra del Peloponneso. 71. Canidio comunicò ad Antonio della disfatta delle truppe ad Azio, Antonio lasciò la sua casa su Faro, che aveva chiamato Timoneo, e fu accolto nella reggia di Cleopatra, dove invitò la popolazione offrendo banchetti e facendo grandi donativi. Sciolsero l’associazione dei Viventi Inimitabili, fondata all’inizio del loro rapporto, e fondarono quella dei Compagni di morti, dove si iscriveva chi aderiva ad uccidersi con loro e si offrivano a vicenda ogni giorno feste e banchetti. Cleopatra intanto testava ogni tipo di veleno mortale sui condannati a morte, fino a capire che quello dell’aspide fosse il migliore per una morta senza spasmi e dolori. 72. Cleopatra chiese ad Ottaviano se i propri figli potessero tenere il regno d’Egitto e Antonio chiese di poter vivere come un cittadino privato ad Atene. 73. Ottaviano rifiutò la richiesta di Antonio, si offrì invece di rispettare quella di Cleopatra, se lei avesse in cambio ucciso o consegnato Antonio. 74. – 86. Antonio vide tutta la sua flotta e le sue truppe passare dalla parte di Ottaviano. Fu sconfitto con la fanteria e si ritirò, accusò Cleopatra di averlo venduto ai loro nemici. Cleopatra temendo la sua ira si chiuse nel mausoleo e fece avere notizia ad Antonio della sua morte. Avuta questa notizia Antonio provò a toglierli la vita, mi si provocò solo un’enorme emorragia che non fu fatale. Saputo che Cleopatra non era morta, con delle funi si fece trasportare su nel mausoleo. (Cleopatra non apriva le porte per paura di essere portata via dai collaboratori di Ottaviano.) Antonio morì davanti a lei. Ottaviano raccomandò al suo collaboratore Proculeio che Cleopatra non si uccidesse, sia perché aveva paura che uccidendo se stessa desse fuoco anche alle sue ricchezze, sia perché Cleopatra viva in catene sarebbe stato qualcosa di immenso per il suo trionfo. Quando stava per essere presa da Proculeio cercò di uccidersi con una spada, ma Proculeio glielo impedì e raccomandò ai suoi liberti di assicurarsi che si tenesse in vita e di darle tutto ciò che potesse farla stare bene. Ottaviano personalmente si recò da lei e lei lo ingannò facendogli credere che sarebbe voluta restare in vita. Dolabella, collaboratore di Ottaviano, le disse che entro 3 giorni Augusto l’avrebbe portata a Roma con i suoi figli. Cleopatra dopo aver salutato la tomba di Antonio, sepolto con le sue mani, riuscì ad uccidersi col veleno d’aspide, che secondo una delle versioni più note riuscì a farsi portare in un cesto di fichi. 87. Antonio lasciò 7 figli avuti da 3 mogli: Antillo, il più grande avuto da Fulvia, fu ucciso da Augusto, Cleopatra Selene sposò Giuba II, Antonio figlio di Fulvia, Antonia maggiore che andò in sposa ad Enobarbo e Antonia minore a Druso, da cui nacquero Germanico e Claudio. ( + Alessandro Helios + Tolomeo Filadelfo, gli altri due avuti da Cleopatra)