N. 5 06 08 SPORT Due discipline “dure” rugby e boxe CINEMA Giffoni Film Festival APPUNTAMENTI Il primo incontro con i suoi genitori SÌ, VIAGGIARE GEOGRAFICAMENTE, INTELLETTUALMENTE, SENTIMENTALMENTE O COME SI VUOLE, MA VIAGGIARE SOMMARIO numero 5 - giugno 2008 Registrazione del Tribunale di Varese n. 923 del 4 dicembre 2007 Editore: Direttore responsabile: Mauro Carabelli Redazione: Jessica Achermann, Ilaria Antonicelli, Elena Barbieri, Sara Belinghieri, Marco Bonaglia, Giovanni Brena, Vilmos Cattaneo, Stefano Crespi, Stefano Croci, Valentina Fioravazzi, Emanuele Gemme, Julian Hoxhai, Giorgio Macchi, Vittoria Meloni, Sara Sarik, Genesis Quinonez, Craig Pugnetti, Elisabetta Ranco, Carlo Porrini, Claudia Zanarella Fotografie: Lorenzo Martinelli, Tommaso Piatti, Craig Pugnetti, Giangiacomo Rossetti Hanno partecipato: Valeria Brignani, Kanthavel Pasupathipillai Hanno collaborato: gli InformaGiovani dei Comuni di Varese, Saronno, Ispra, Marchirolo-Cugliate Fabiasco, Sesto Calende e l'Isis E. Stein di Gavirate con Marzia Albieri, Elena Emilitri, Enzo Scudieri Andrea Tarabbia, Chiara Caresani Coordinamento: Provincia di Varese Coordinamento InformaGiovani Donatella Ballerini Giorgio Benzoni Grafica: Stefania Magni - Provincia di Varese Stampa: Emmevigrafica - Varese Se vuoi contattarci scrivi una mail a: [email protected] EDITORIALE Sì, viaggiare! 3 VIAGGI In solitaria in Sud America 4 CONCORSO On the Road 5 VIAGGI New York for the IG Magazine 6 INIZIATIVE I Saloni delle Vacanze IG 8 MUSICA Intervista a Davide Toffolo A.A.A. Musicisti cercasi Saronno musica Muto ma con il Jazz 9 10 12 13 CINEMA Tre giovani al Giffoni 14 RAGAZZA ALLA PARI Tre ore che cambiano la vita 16 SOLIDARIETÀ Last minute market 17 SPORT Questo è il rugby Boxe... 18 20 SCUOLA Maturità: prima e dopo 22 SOCIALE A pranzo dai suoi... 24 VOLONTARIATO Il volontariato non è un reato 26 OROSCOPO L’oroscopo del matto 27 TEST Cube Sei un creativo? 28 29 PATENTE La categoria del nuovo patentato 30 CULTURA a Milano A. Brandelli - 2 parte 31 di Mauro Carabelli EDITORIALE Sì, VIAGGIARE! L a mia generazione ha avuto il privilegio di sognare e "viaggiare" avendo nella testa, tra l'altro, parole e armonie di un grande autore ed interprete nella storia della musica leggera italiana. Infatti, Lucio Battisti, del quale fra qualche mese ricorre il decennale della scomparsa, ci ha fatto aderire ai piccoli avvenimenti della vita quotidiana con più di un brivido nella schiena, pugni in tasca, scuotimenti d'animo. Dicevo "viaggiare", metafora della vita da affrontare con coraggio ma gentilmente e dolcemente - come recita il testo di una sua famosissima canzone - è un po' il motivo dominante di questo numero del Magazine. Sarà un caso, ma il tema del viaggiare caratterizza anche il concorso fotografico "On the Road" realizzato dal Coordinamento Provinciale InformaGiovani. Il titolo è preso in prestito dal diario di viaggio del mitico Jack Kerouac, padre della beat generation. Un vissuto che ti scorre nelle vene, vagabondando lungo sentieri estremi, con prosa spontanea, onirica, ascetica. Come mai, oggi come allora, ritorna prepotente l'emozione del viaggio? In questo numero cosa spinge Tommaso ad avventurarsi da solo in Sud America, attraverso il deserto cileno, lungo tortuose strade andine della Bolivia, nella Patagonia più profonda per poi "annusare il profumo primaverile di Buenos Aires"? Perchè Marco, "nel parcheggio della sua vita" adagiata nell'hinterland varesino ha nostalgia delle altezze sconsiderate di New York? Come mai, tre ore di treno, da Lucerna a Varese, stanno cambiando la vita di Jessica? Non vorrei buttarla sulla globalizzazione e la mondializzazione che tolgono confini e identità da riscoprire, come un'Itaca rimossa, attraverso l'esperienza del nomadismo. Ma insisterei sull'impulso a viaggiare, da sempre irrefrenabile, come parte della natura umana, passione che divora e arricchisce allo stesso tempo, come il desiderio della felicità. Si viaggiava 50, 100, 1.000 anni fa probabilmente come ci si avventura oggi spinti dalla voglia di liberare un istinto imprigionato nelle profondità dell'animo. Fondamento dell'inesauribile ricerca di senso, probabilmente il significato della vita è contenuto in questo scorrere con passione verso una meta che si sposta sempre più in là. Insomma, la bellezza dell'esistenza si mostra più nello slancio creativo che nella certezza ideologica. Caos e logos si completano abbracciandosi in una divina avventura. Dunque, "si, viaggiare" geograficamente, intellettualmente o come si vuole ma "con un ritmo fluente di vita nel cuore" per non seppellire sentimentalmente la nostra esistenza in un armadio o banalmente recitarla in un teatrino conformista. Viaggiare "per essere", con tutti i rischi che il mare aperto e profondo dell'ignoto comporta. "Perché - come direbbe Oscar Wilde - c'è solo una cosa peggiore del viaggiare, ed è il non viaggiare affatto". Rubo solo poche righe per salutare tutti i giovani lettori! Sono (Alessandro Fagioli) il nuovo assessore provinciale al lavoro ed alle politiche giovanili e tra le prime proposte che mi sono trovato a valutare c'è questo Magazine… mi è sembrato un buon prodotto, alla portata dei ragazzi, che vede le "mani in pasta" da parte di diversi "Under 20" e soprattutto è "un'occasione" per dare voce e spazio ai giovani della provincia. Per questi (e tanti altri) motivi ho pensato che vale sicuramente la pena di continuare l’avventura della pubblicazione di questo giornalino e conto anche sulle proposte che arriveranno da parte vostra - giovani lettori - per rendere in futuro queste pagine ancora più interessanti, stimolanti, magari anche graffianti e forse divertenti, insomma adeguate ed arricchenti per chi le legge. Uno stile, quello del confronto, che cercherò di seguire anche per le altre attività che verranno sviluppate nell'ambito delle politiche giovanili, delega che mi è affidata, ovviamente per costruire "politiche" che siano davvero per i giovani. Mi fermo qui e … buona lettura a tutti. Alessandro Fagioli Assessore Provinciale Lavoro e Politiche Giovanili 3 VIAGGI a cura della Redazione di Marchirolo e Cugliate Fabiasco IN SOLITARIA IN SUD AMERICA Intervista a Tommaso, viaggiatore alternativo T ommaso Piatti è un giovane appassionato di viaggi. In occasione del Salone delle Vacanze che si è tenuto a Marchirolo il 24-25 maggio 2008, ha allestito una mostra fotografica del suo viaggio in solitaria in Sud America. In questa intervista ci racconta la sua esperienza. Tommaso, perché hai deciso di intraprendere questo viaggio? Il motivo principale è stata la curiosità di vedere un posto nuovo ed al contempo lontano. Avevo appena terminato gli studi e volevo qualcosa che segnasse un solco tra passato e futuro. Ho pensato al Cile, il paese più lungo del mondo, un solco lungo tutto il Sud America. Degli amici ci erano stati pochi anni prima e mi avevano messo un tarlo nelle orecchie... avevo poi voglia di starmene un po' da solo, lasciarmi la normalità alle spalle per poter pensare un po' al "futuro". Come l'hai organizzato? La parte più difficile è stata prenotare l'aereo (aahahahaahah) scherzo! Mi sono comprato una "Loonleyplanet", poi ho contattato un po' di gente che organizza viaggi-vacanze in quelle zone. Per ultimo ho comprato una mappa: è proprio la mappa geografica che permette la miglior visuale globale del territorio. Poi è arrivato il momento di preparare il bagaglio: questa ammetto che è la parte più impegnativa! Doveva starci tutto il necessario per 3 mesi: vestiti, libri, qualche medicina, un diario, coltellino, occhiali... e così via… tutto in uno zaino da tenere in spalla! Avrei affrontato climi rigidi e climi torridi. Ho portato un solo paio di scarponcini, ideali ovunque, e dei sandali. 4 Raccontaci brevemente cosa hai vissuto, cosa hai visto e cosa hai provato. Ho vissuto un'esperienza forte. Gli elementi costanti sono stati la natura, il viaggiare e la gente. A turno questi tre elementi ritornavano e sparivano. Grandi emozioni, talvolta condivise con compagni di strada, talvolta invece solo da me stesso. Non mi sono mai sentito solo, e proprio a questo riguardo il dono più grande che ho portato a casa è stato determinato dal mio viaggiare solo. Ho attraversato il deserto cileno, le tortuose strade andine della Bolivia e ho camminato nella Patagonia più profonda. Infine sono andato ad annusare il profumo primaverile di Buenos Aires, la città più bella che abbia visto. Ammetto che ci sono stati anche momenti difficili, pochi, ma ce ne sono stati. Per esempio il peggiore è stato trascorrere una notte in dogana da solo, sulle Ande, bloccato dai militari invidiosi. Pensi che chiunque possa farlo? Chiunque non credo. Ma molti sì. Ogni viaggio credo che sia già là fuori che ci aspetta. Si tratta solo di partire. Anzi, organizzarsi e partire. Bisogna essere dotati di un po' di spirito di avventura, desiderio di scoprire cose nuove e avere il valore dell'essenzialità. Non credo nel viaggio casuale. Il viaggio inizia molto prima di quando si mette lo zaino in spalla e solo se è un viaggio pensato può durare a lungo. Anche una volta tornati alla base. Questa intervista per me è un po' un proseguimento del viaggio, sembra quasi di camminare ancora. Consigli per chi volesse intraprendere un viaggio simile? Il consiglio più importante che mi sento di dare è quello di partire da soli: non per essere eremiti erranti ma per riuscire a creare più legami possibili lungo la strada. Viaggiando da soli poi si alza di molto il "livello della guardia" e difficilmente ci si mette nei guai. Andare lontano non è più pericoloso, tutto dipende da come ci si comporta, esattamente come qui. Il Sud America, essendo stato colonizzato dagli europei poi ben si presta a questo tipo di viaggio. Il linguaggio simile aiuta molto la nascita dei rapporti sociali. Deve essere stata davvero un'esperienza indimenticabile. Ci hai fatto venire voglia di lasciare tutto e partire… Sì, viaggiare è la più grossa ricchezza che possiamo permetterci: partire, viaggiare e comunque poi tornare. Solo una volta chiuso il cerchio, infatti, si può ricominciare a sognare una nuova meta. Grazie Tommaso. a cura del Coordinamento IG CONCORSO ON THE ROAD Giovani in viaggio, nello spazio, nel tempo, nell'anima… E "Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati. Dove andiamo? Non lo so ma dobbiamo andare." d "Eccoci (ancora) qua!" per riprendere il tema del primo concorso fotografico InformaGiovani… Anche quest'anno il Coordinamento IG della Provincia di Varese vuole stuzzicare la creatività dei giovani, tra i 15 ed i 26 anni, sul tema del viaggio. Viaggio nello spazio, nel tempo e nell'anima! Hai tempo fino al 3 ottobre 2008 per prendere la tua macchina fotografica ed inviare le tue foto al Coordinamento Provinciale InformaGiovani oppure per consegnarle ad uno dei Servizi InformaGiovani sparsi in provincia di Varese. Allora che cosa aspetti? Vai sulla pagina web dell'IG (www.provincia.va.it/sociali.htm), scarica il regolamento completo ed il modulo di iscrizione, scatta le tue foto e mandaci tutto! Ah, già! Stavamo quasi dimenticando la parte dei premi… Visto che parliamo di viaggi e che le vacanze (ed anche il Natale) si avvicinano quest'anno i premi saranno dei buoni acquisto per viaggi in aereo o in treno o ancora per materiale informatico, multimediale o fotografico. Guarda nel box per scoprirli! (Jack Kerouac - "On the road") PREMI Categoria Junior Categoria Senior 1° buono da Euro 1.300 buono da Euro 1.300 2° buono da Euro 700 buono da Euro 700 3° buono da Euro 500 buono da Euro 500 4° buono da Euro 200 buono da Euro 200 5° buono da Euro 150 buono da Euro 150 6° buono da Euro 150 buono da Euro 150 PER ALTRE INFORMAZIONI visita la pagina web del Coordinamento IG www.provincia.va.it/sociali.htm oppure manda una mail [email protected] oppure telefonaci (0332 252 557 - 677) 5 di Marco Bonaglia K R O Y W NE THE IG FORGAZINE MA L' uomo non è solo un animale sociale, per dirla come Aristotele. Credo che possa essere catalogato anche come animale viaggiatore. Quando può lasciare il proprio luogo natio un sorriso gli spunta in viso, si libera del lavoro opprimente, indossa un cappellino, un marsupio più zainetto e, veloce, si avvia verso la scoperta del nuovo. I luoghi visti poi li cataloga in raccolte di mille foto colorate, souvenir, cianfrusaglie che ingombreranno la sua casa negli anni successivi al viaggio. 6 Nella mia cameretta tengo, dal luglio scorso, la corona della statua della libertà. Una copia del New York Times fa bella mostra in una cornice, proprio al di sopra del letto. Due foto, entrambe scattate dal punto più alto dell'Empire State Building, raccontano a loro modo la vista dell'Hudson attraversato dalle barche al tramonto. Dall'alto New York si riconosce per la statua della libertà e l'acqua del fiume Hudson che la attraversa, splendente. Al JFK Airport il traffico aereo è notevole, capita spesso di dover attendere in cielo, il cuore in gola, le ali che disegnano cerchi tra le nubi. La prima immagine della città consiste in un agglomerato d'acciaio, metallico, composto da cime disuguali e vetrate lucenti, statico, gigantesco all'orizzonte. Più ci si avvicina e si delineano i contorni grigi, cresce l'impressione di trovarsi al centro del mondo. La Grande Mela, parte della Storia non solo statunitense, ma del pianeta intero, è lì a farsi osservare. Non è timida, lo scoprirai addentrandoti nel suo cuore d'asfalto. Dall'aeroporto fino al centro attraversi quartieri singolari, in apparenza poveri. Il traffico scorre regolare, anche se qui, diversamente rispetto alle altre freeways degli States, i limiti di velocità spesso non sono rispettati. New York già nella "periferia" corre, ha fretta, si agita spasmodicamente. Intanto si è fatta sera: il tramonto dà vita alle miliardi di luci artificiali che si diffondono, in un nanosecondo, lungo l'intero arco della città e s'impossessano delle vite dei newyorkesi, rendendoli schiavi dell'illuminazione. Quando arrivi a Manhattan respiri l'aria della globalizzazione, del progresso e dell'energia degli uomini. Se con attenzione però scruti i volti della gente, puoi percepire le VIAGGI re sulla quale la scelta è molto ampia, quasi infinita, che catturano il turista venuto dal vecchio continente. Lo seducono, fanno in modo che non lasci mai New York, neppure per un secondo, anche dopo l'atterraggio a Malpensa, Londra o Madrid. Sono gli abitanti che costruiscono la città, non il contrario. E sono i newyorkesi ad eternizzare le torri gemelle, i taxi gialli, Times Square, l'Empire State Building. Mai viceversa. loro emozioni e capire che non sempre appaiono felici. Anzi. 8 milioni di persone abitano il centro della città e salgono a 21 milioni se consideriamo l'area metropolitana. In Italia, per farvi un'idea, un numero così elevato potremmo ottenerlo unendo una decina di regioni. Di certo in mezzo a quel brulichio incessante si scovano esempi di eccentricità, accettazione del diverso, fratellanza. Questo mi ha colpito più di tutto di New York. Più del traffico infernale, i negozi affollati, le panchine dei parchi presi d'assalto, gli atleti improvvisati che percorrono le strade interne al Central Park con i roller-blades ai piedi, la straordinaria altezza dei grattacieli, i musei disseminati lungo il Museum Miles o seminascosti tra le streets, la poesia di un vecchio edificio dirimpetto a un fast food. Sono gli occhi della gente, simili a una tavolozza di colo- New York è un esempio lampante di società poliedrica, globalizzata, moderna. Una volta entrati in quella realtà risulta quasi impossibile uscirne, almeno con il pensiero. A casa, in Europa, le prime "nuove" impressioni della nostra abitazione, del paese, dei trasporti, trasmettono delusioni. Al posto dei grattacieli spuntano funghi attaccati al terreno, piatti. In cambio delle strade immense percorriamo, in macchine di modeste dimensioni, sentieri di campagna. Non esistono paragoni. Le due culture sono profondamente distanti, forse più di un oceano. Scendendo dalla vettura che mi aveva riaccompagnato a Tradate, nel parcheggio della mia via, ero rimasto scioccato. L'istinto, o meglio l'abitudine alle altezze sconsiderate, mi avevano portato a superare i tetti delle case, con lo sguardo teso al cielo, in quel caso, vuoto. Non riesco a sopravvivere senza New York. Se quando mi incontrate vi supero con il mento inclinato verso l'alto non preoccupatevi, non sono né maleducato né pazzo. 7 di Elisabetta Ranco I N I Z I AT I V E I SALONI delle VACANZE IG In numerosi InformaGiovani della provincia si sono tenuti questa primavera i Saloni delle Vacanze, appuntamenti ad hoc per "prepararsi" ad una stagione di viaggi e vacanze Dedichiamo questo spazio al Salone di Saronno, il più "storico" tra quelli proposti "AGENDE DI VIAGGIO" In questo numero abbiamo dato spazio a racconti di viaggi, ora, se vuoi, anche tu puoi raccontarci la tua vacanza o il tuo tour inviandoci una mail a [email protected], magari anche con qualche foto… Hai tempo sino al 10 ottobre 2008! ... e ricordati di indicare i tuoi recapiti. Tra i racconti pervenuti ne sceglieremo almeno uno, che sarà pubblicato sul prossimo numero di IG Magazine. Per informazioni contattaci allo 0332/252.557 o 677 8 S iete stanchi delle solite vacanze con i genitori? Ora potete decidere la vostra vacanza ideale insieme ai vostri amici anche se non siete maggiorenni... Puoi trovare tutte le informazioni presso i Saloni delle Vacanze - eventi organizzati ad hoc - oppure informarti presso uno degli oltre venti servizi IG aperti nei Comuni della provincia di Varese. Per saperne di più, questa volta, abbiamo intervistato Maria Luisa Pagani, responsabile del Salone delle Vacanze di Saronno. COM'E' NATA L'IDEA DEL SALONE VACANZE? L'idea di un "Salone delle Vacanze" mi è venuta 16 anni fa per coinvolgere tutti quei ragazzi che chiedevano all'InformaGiovani un posto dove trascorrere le vacanze. QUALI SONO LE PROPOSTE ADATTE AI GIOVANI? Le proposte fornite nel "Salone delle Vacanze" sono rivolte ad ogni persona che vorrebbe organizzare autonomamente le vacanze in ostello oppure in campeggio. Per i minorenni vengono predisposte escursioni naturalistiche e campi ecologici con l'accompagnamento di guide. Inoltre i giovani dispongono della facoltà di prenotare una camera (in alberghi, residence, etc…) oppure possono scegliere di fare campeggio all'aperto. Per i ragazzi amanti dello sport la scelta è ancora più elevata: dagli sport estremi come il rafting e l'alpinismo si passa a quelli marittimi come la vela e la canoa. Sono inclusi anche viaggi per l'estero. QUANTO POSSONO DURARE LE VACANZE, ANCHE ALL'ESTERO? Prima di tutto bisogna distinguere, per i loro limiti di durata, le vacanze studio dalle vacanze lavoro. Le vacanze studio, sia in Italia che all'estero, coprono un arco di tempo che va da un solo giorno fino a un anno. Per di più vi possono aderire anche gli adolescenti. Viceversa, quelle di lavoro non possono superare i 15 giorni e sono rivolte esclusivamente ai maggiorenni che, al termine della prestazione, percepiranno un compenso. LE ESPERIENZE ALL'ESTERO DANNO QUALCHE VANTAGGIO IN TERMINI SCOLASTICI? Se si va in una scuola o si frequenta uno stage linguistico, al termine delle lezioni i ragazzi riceveranno un certificato valido anche per i crediti scolastici. Agli amanti del volontariato consiglio di provare l'esperienza in un Paese straniero, in quanto permette loro di acquisire nuove conoscenze e di fare amicizia con adolescenti di varie parti del mondo. a cura della Redazione di Varese MUSICA Intervista a DAVIDE TOFFOLO NATO IL 65 17 GENNAIO 19 A PORDENONE. DEI E’ IL CANTANTE TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI ) (10 album all’attivo E’ un fumettista. Re Bianco” Tra le sue opere “Il dolescenza” ’a e “Anatomia di un rie se la del 2005 più altro. “Fandango” e molto tta E’ a capo dell’etiche sta”. pe m Te a “L ica af gr co dis . to fo Non esistono famosa Identificabile per la maschera a teschio da lui disegnata (GNU Free Documentation License) ti lontani da mo sempre tenu sia ci io ed i rizzato il nostro ti. I miei amic biamo mai indi sione ab ca oc on è N . in ta vi to ra di cont creatività. C’ quel tipo Lo abbiamo in lo, ma verso la zzata da al ni el sb ga qu lo or oè o a ci rs , nd ve if to vissuto di essere na i to ne et della Tavola Ro nc rte co ’a “L al in a ro tà prov ni, sul tem tutto questo diet a pulito. La real Notturno Giova anili” lo scorso ’ provinciale, m azione. ov po gi or un ab ta e el ci er es di ss cr hi l’e percorsi di mpi più lung ta dei te ris so tte e es ba rm il pe og n, Julia rsa dall’ gi ch ciale ci ha A intervistarlo nuità molto dive vide ha ge Da in e d’ do on zi rta an ua so qu 28 novembre. sit a o un en C’era do nella è nato più o m e musicie spunti. Io ve ve il Kapolinea, che una chitarra. Du eno di stimoli pi lta è ermanente” do vo “p a im rio pr eto la ov ra r pr bo pe e la o du di at ci tte rta Tu ac so da imbr nfronto. proviene ll’eattuale una nerazioni a co soprattutto chi , re se e tri Va al i te gl n en co am sti di diverse ge et tiv mpre diverse. confronto pr ov in ci a (ri sp di punk noscere storie se co po m di te ta a et no ni en ti da lla rm tto pe stero, n i cuori che ba Pordenone) e co no? ntare in italia i deciso di ca ha rock. in itae ai ? ar m nt o” e m Ca tic . Co gua italiana Homo Artis “ lin la re al se to es ga di le capito ntemente conconcetto Sono molto Quando hai . Bisogna costa esso legato al da sp sfi o a pp un ditro e E’ ch . an rola liano è re e con una tra Diffido dalla pa calità particola vo a un n co o o… nt si od le ar m front . Un di tecnica, di ta sia un’attitudine sere un ar tista che si ha zione. lo el qu r pe Io credo che es d’ascolto ne io no nella iz so i nd m co po in poco tem di porsi irai realizzato di capirlo. Da come ti sent è à e e nt o ch lo e nd ” vo lo ua la Q uo o, “r attorn avere un . questo significa tua vita? vertirmi sul serio reso conto che cominciato a di e. al ho zi ò ni en ci an ist io es 30 cc i ne fa io Dopo in cui una condiz Come to nel momento ma musicale? i sento realizza M ra nnamoramenti” “i no ui pa in nt il co o e ne at ero di aver la situazio Sp di o. Come è cambi ve am e e m ch co re per te e è stato inizia gi? in tal senso. usicisti di og m inciale i ov pr tà al quale dei giovan re a messaggio, a suonare in un con la realtà lasciare un i to lit ss nf le Ho cominciato co vo rte Se fo In un clima di o un luogo degli anni ’80. no gli altri. sarebbe? r fortuna avevam Pe . nk pu o freello che ti dico cle qu ho nu a e il ch ai e m to na e sti di er ge tta ed to ci io au Non cr può scoprire la Tekila, uno spaz storia. Ognuno servono a su hi la og ha lu o i fisico libero, il st un Ogn ai 20 anni. Que llo era quentato dai 13 creatività. Que propria via. la e ar ol im nst sa r di droghe pe o ai giovani pe um ns co l da , segnato un periodo duro 9 MUSICA a cura della Redazione di Varese A.A.A. MUSICISTI CERCASI Band del varesotto: tante e affiatate. Un censimento per far parte della grande famiglia N ei primi numeri di IG Magazine si è lanciata l'iniziativa di un censimento delle band della città e provincia di Varese. I numerosi coupon che sono stati inviati hanno messo in luce una "scena" inaspettatamente viva e dinamica. Ma era solo la punta dell'iceberg! Basti pensare al numero di demo che per un'altra iniziativa (concorso "VA sul palco 2008") sono stati ricevuti dalla Tube Records. Le scrivanie di Dario e Giuseppe erano sommerse da CD amatoriali, chiavette Usb con file MP3 e schede di presentazione. Abbiamo così pensato di intervistare alcuni dei gruppi che hanno passato la selezione e altri che "ruotano" intorno al mondo InformaGiovani. GRUPPI INTERVISTATI 10 A Letter For Sally Crazy Dreams Deskarados Fiore di Luna Juliet's Crying Nerd Follia Kapolinea Toxic Tuna LE DOMANDE 1) PERCHÉ AVETE SCELTO QUESTO NOME PER IL GRUPPO? Sono sempre interessanti le storie che si nascondono dietro ai nomi delle band. Roberto dei Kapolinea ci racconta che provano a casa di un membro del gruppo. Per arrivarci devono prendere il pullman e scendere al capolinea della "E". E' da questo che deriva il nome. La "K" è un chiaro riferimento alla contro-cultura punk. I Toxic Tuna hanno scelto il nome del pesce con tre occhi dei Simpson. Le mutazioni genetiche, causate dalle radiazioni nucleari della centrale del Signor Burns, per esprimere l'originalità del loro sound frutto di infinite contaminazioni. I Fiore di Luna hanno puntato su un'immagine poetica e irreale. Un fiore sulla luna è qualcosa che non esiste eppure comunica un senso di bellezza e delicatezza. Ai Nerd Follia piaceva l'effetto di accostare la parola "nerd" (lo sfigato con quel lampo di genialità) e "follia". Stefano ci confessa che in fondo loro stessi sono dei nerd, ma anche un po' pazzi. Gli A Letter For Sally, hanno scelto il nome per la musicalità, per la bellezza del suono e perché, per una strana coincidenza, tutti i membri del gruppo hanno avuto a che fare col nome "Sally" nella loro vita. I Juliet's Crying quando si sono incontrati sonavano punk, il nome è un omaggio ad una canzone dei Green Day, il loro gruppo preferito di allora. Il cantante dei Deskarados, dopo un viaggio in Sud America, ha scelto il corrispondente argentino della parola "spacciati". 2) COME VI SIETE INCONTRATI? I banchi di scuola sembrano il luogo d'incontro ideale per la nascita delle band. L'amicizia rimane comunque l'elemento fondamentale che unisce il "nucleo" dei gruppi. Le formazioni spesso si arricchiscono con elementi esterni tramite annunci su giornali, fanzine e internet. 3) COSA TI HA SPINTO A FAR PARTE DI UN GRUPPO? Si fa parte di un gruppo fondamentalmente per la voglia di divertirsi, per l'amore per la musica, per passare un po' di tempo con gli amici. I Toxic Tuna suonavano per divertirsi, stanchi di fare cover, hanno deciso di puntare su uno stile proprio, componendo pezzi inediti. Per loro far parte di una band vuol dire avere la possibilità di esprimersi e di creare qualcosa dal nulla. Per le Crazy Dreams, suonare vuol dire sognare. Il loro sogno è di ottenere fama, potere, soldi e fans. 4) COS'È PER TE LA MUSICA? Domanda difficile. Impossibile rispondere per un musicista che considera la musica la propria anima (Crazy Dreams) o il 100% della vita, qualcosa di cui non si può fare a meno (Juliet's Crying). Ai Nerd Follia non basterebbe una giornata intera per rispondere a questa domanda. Per Daniele dei Fiori di Luna la musica è vita, è sangue, è tutto ciò che non è brutto. Per i Deskarados, è l'espressione dei propri sentimenti. Per i Kapolinea è divertimento, comunicazione e libertà. Il tema dell'espressione e della comunicazione è un leit motiv. Per i Toxic Tuna, per esempio, la musica rappresenta un linguaggio universale. E' una cura per la mente e per il corpo. Ma al di là della "filosofia", per i nostri musicisti, è soprattutto qualcosa di concreto che implica un impegno effettivo in fatto di tempo (bisogna provare, studiare, esercitarsi) e a volte di soldi (gli A Letter For Sally si sono autoprodotti l'album di esordio), e perché no, la possibilità di una professione futura. 5) QUALI SONO I GRUPPI CHE MAGGIORMENTE VI HANNO INFLUENZATO? Anche con questa domanda abbiamo messo in crisi i portavoce della band. Nessuno voleva prendersi la responsabilità di fare i "nomi". "Ognuno ascolta generi differenti, abbiamo gusti eterogenei, non me la sento di parlare a nome del gruppo" ci dice Piero degli A Letter For Sally. Se volessimo però dipingere un quadro generale, ciò che è emerso, è che le band vengono influenzate dai musicisti "storici" del genere che suonano. Abbiamo quindi lo ska delle origini e Bob Marley per i Deskarados. Il Punk '77 per i Kapolinea. Molti dei gruppi che abbiamo intervistato vedono nel punk "nostrano" il punto di origine poi, col passare del tempo, l'evolversi dei gusti, la familiarità con gli strumenti e la maggiore capacità "tecnica" permettono maggiori sperimentazioni. PROSEGUE IL NOME DEL GRUPPO Numero componenti CENSIMENTO delle BAND Genere mettetevi in contatto con Suona: Cover Pezzi propri Ha suonato in (locali, feste, rassegne, etc...) Demo: SI NO E-mail del responsabile del gruppo Sito internet Compila il tagliando e spediscilo in busta chiusa a: Coordinamento Provinciale InformaGiovani Via Valverde, 2 - 21100 Varese oppure scrivi a: [email protected] Per maggiori informazioni: www.provincia.va.it/sociali.htm Dichiarazione di avvenuta informazione circa il Trattamento dei Dati (informativa ex art. 13 D.lgs. 196/2003). Secondo la normativa indicata, tale trattamento sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della riservatezza. I dati forniti saranno utilizzati esclusivamente per l’invio via posta elettronica delle informazioni del Coordinamento InformaGiovani e saranno insariti in un database del Settore Lavoro e Sociale. Il titolare della conservazione dei dati,cui eventualmente far capo per esercitare i diritti, ai sensi dell’art. 7 del D.lgs 196/2003, è la Provincia di Varese - Piazza Libertà 1 - nella persona del Presidente della Provincia. ✂ NOI! Tre righe di presentazione 11 di Emanuele Gemme MUSICA SARONNO MUSICA E’ il 9 giugno la data che sancisce ufficialmente l’inizio dell’estate per noi ragazzi. La chiusura dell’anno scolastico coincide con un senso di libertà tutto studentesco: per un po’ si accantonano i libri e si aprono finalmente le danze. Non c’è momento migliore per far risuonare le prime schitarrate sui palchi che la cittadina saronnese offrirà per tutta la durata dei mesi caldi. Si comincia con la “FESTA DELLE SCUOLE”, che si terrà proprio a partire dal pomeriggio del 9 giugno, presso il cortile della biblioteca. Un’occasione per esibirsi “in famiglia”: infatti, si concentreranno sul palco giovani band formate dagli studenti. Sarà l’opportunità giusta per scatenarsi e divertirsi sulle note dei propri compagni. Per la serata sono previste le performance di band ospiti come le “Teste di Cocco”, che serviranno un appetitoso piatto a base di ska. A seguire sarà il turno delle “Cattive Abitudini”, gruppo rock conosciuto a livello nazionale. Il Comune di Saronno riproporrà per il mese di luglio la “NOTTE BIANCA” con la possibilità di fare shopping in notturna, ed ascoltare qualunque genere di musica. In 12 ogni angolo, spunteranno palchi e gruppi emergenti che animeranno la cittadina fino a tarda ora. L’estate all’insegna del ritmo si concluderà con l’attesissimo “FESTORIA” in programma da ormai 14 anni per il mese di settembre presso la piazza del mercato. La manifestazione nasce in ricordo di quattro ragazzi scomparsi prematuramente nel 1994 e ne celebra la loro memoria. Non si tratta della classica “festa della birra” ma di una festa organizzata da volontari, che si incaricano di rendere visibili le esperienze e le realtà culturali del territorio; per questo ogni anno appare innovativo e mai scontato. Il “Festoria”, che nelle precedenti edizioni ha ospitato anche gruppi del calibro dei “Punkreas”, ormai accompagna l’Amaretto per rinnovare la fama di Saronno e cerca, non senza successo, di trasportare la vita delle grandi città nella nostra piccola “città degli angeli”. Tante le occasioni per favorire la musica emergente, ma anche per ammirare le esibizioni di artisti già affermati. Buon divertimento! di Vittoria Meloni MUSICA MUTO MA CON IL JAZZ “Camera con vista” musica dal vivo & film muti dei primi del ‘900 P er chi ama la musica e il cinema d’essai, l’estate saronnese offrirà una programmazione speciale: nel mese di luglio, nel cortile della Biblioteca civica saranno proiettate alcune pellicole dei primi del Novecento musicate dal vivo dal gruppo jazz Camera con vista. Abbiamo incontrato il contrabbassista del gruppo, Enrico Monaco, e ci siamo fatti raccontare il progetto. Ciao Enrico, per cominciare mi sembra giusto chiederti di spiegarci in cosa consiste questo progetto. Il progetto consiste nel voler sonorizzare dei film muti. Utilizzo il termine SONORIZZARE perché voglio da subito distinguerlo dal concetto di colonna sonora. La sonorizzazione, infatti, viene fatta sul momento e non è pensata a priori con l’unico scopo di accompagnamento musicale del film. Nel nostro caso non abbiamo degli spartiti ma è il film stesso, con il susseguirsi delle immagini, a costituire lo spartito musicale a cui fare riferimento. Quindi tutte le vostre esibizioni si basano solo sull’improvvisazione? Ovviamente tutto cambia a seconda dei film scelti. In linea di massima comunque abbiamo un canovaccio dove ci sono i temi per le scene principali e poi, attraverso la musica jazz si riesce a dare spazio all’improvvisazione. Noi cerchiamo di trasmettere attraverso la musica le sensazioni e le emozioni che in quel momento ci trasmette il film. L’improvvisazione musicale risulta in questo ambito la soluzione ideale, naturale e più spontanea per legare le immagini e la storia, integrandosi alle situazioni, ai personaggi e ai vari sentimenti presenti nel film. E perché avete scelto proprio la musica jazz? In realtà non si tratta di vera e propria musica jazz. Il jazz è solo la nostra impostazione musicale perché ci permette di avere un’ampia gamma di strumenti a disposizione e perché risulta un linguaggio musicale molto vario. Ma poi, attraverso l’uso di diversi oggetti, cerchiamo di riprodurre altri tipi di suoni sfruttando completamente tutte le sonorità degli strumenti ricercando così nuove sensazioni musicali. Come esempio ricordo che in un film per evocare la scena del passaggio di un gruppo di topi il batterista aveva versato sul suo strumento dei tappi. Come ci spieghi invece la scelta dei film muti? Il film muto, nella sua forma priva di dialoghi, fornisce la possibilità di commentare le immagini con la musica ed è perciò il più adatto ad essere sonorizzato e, nascendo senza una colonna sonora propria, lascia a noi musicisti la completa libertà e la possibilità di suonare sulla base delle emozioni che, al momento della visione, ci suggerisce la storia. La vera sfida è sonorizzare film senza trama poiché siamo proprio noi che dobbiamo cercare di rendere più facile la comprensione del film rendendo la trama esplicita con i suoni. Curiosa è anche la scelta di mettervi a suonare davanti al film proiettato. C’è una spiegazione anche per questo? Certo. Chi assiste alla proiezione ha modo di cogliere e avvertire maggiormente le sfumature della storia grazie all’apporto in contemporanea dei suoni che accompagnano il film. Ma noi non vogliamo essere solo accompagnatori musicali. Vogliamo mostrarci come spettatori del film che esprimono le emozioni attraverso la musica. Il pubblico deve vedere che anche noi guardiamo il film come loro ed è proprio in quei momenti che nascono le nostre melodie, melodie attuali che commentano film di molti anni fa. È questa la profondità. Lo spazio di tempo che intercorre tra la pellicola e la musica che accompagna la visione della stessa. Anche a distanza di pochi anni le melodie che abbiamo scelto per sonorizzare alcuni film cambiano come cambia tutto ciò che ci circonda. Ciò che rimane sono solo le immagini del film fissate sullo schermo. 13 CINEMA a cura della Redazione di Sesto Calende TRE GIOVANI AL Il Giffoni 2007 raccontato dai giovani giurati della delegazione di Sesto Calende S tazione Centrale, Milano, 10 luglio 2007, ore 11 di mattina circa. Seduto su una panchina suonavo la chitarra strimpellando quattro accordi insieme ai miei due compagni di viaggio, Giacomo e Ruggero, nell'attesa dell'arrivo del nostro accompagnatore, perso nella ricerca dei bagagli lasciati sul treno da Sesto Calende. 14 Poco dopo ci siamo ritrovati stipati su un Eurostar per Salerno. Destinazione: Giffoni, un piccolo paesello tra le colline del salernitano di cui conoscevamo praticamente solo il nome, dove si tiene annualmente un omonimo festival del cinema del quale ragazzi provenienti da tutto il mondo ne compongono la giuria. Il viaggio è stato piuttosto lungo; una sosta veloce a Bologna, Roma, Napoli e poi l'arrivo in stazione a Salerno. Ad attenderci un pullman che ci ha portato a Giffoni e da lì siamo stati smistati alle famiglie che ci avrebbero ospitato per questi intensi dieci giorni. Tutti e tre noi alloggiavamo a Salerno, distante circa tre quarti d'ora di pullman da Giffoni; alcuni ragazzi più fortunati, molto pochi per la verità, sono stati accasati a Giffoni e avevano quindi il privilegio di potersi svegliare un'ora dopo di noi. Il Festival si teneva nel centro della cittadina e le attività, per lo più proiezioni di film e dibattiti, erano concentrate in due grosse sale cinematografiche. All'esterno un grande prato a gradoni costituiva la nostra "area ricreativa" in quanto lì passavamo il tempo libero, generalmente sdraiati per terra a recuperare il sonno perso la notte precedente. Dall'altra parte del complesso c'era un grosso palco dove si tenevano le serate nelle quali si alternavano su un palco celebri attori e registi, prima di lasciare il posto ad alcuni dei grandi nomi Le foto che accompagnano questo articolo sono state realizzate da Giangiacomo Rossetti. Anche lui (insieme a Giovanni Brena e a Ruggero Vultaggio) ha partecipato in qualità di giurato a Giffoni 2007 nella delegazione inviata dal Comune di Sesto Calende. Il suo reportage fotografico, oggetto di una mostra molto apprezzata, rappresenta il festival visto attraverso gli occhi dei suoi protagonisti: i giovani. della musica italiana (ma non solo) come Cristicchi, gli Zero Assoluto, Carmen Consoli, Ziggie Marley e molti altri. Per quanto riguarda il festival vero e proprio, cioè la competizione tra film e cortometraggi provenienti da tutto il mondo, erano stati scelti dall'organizzazione circa quindici pellicole da proporre a noi giudici, mentre una sezione separata era stata destinata ai cortometraggi. Alla visione di ogni film seguiva un dibattito al quale partecipavano sempre almeno un attore o il regista dello stesso. Tra i nomi più famosi ci sono stati: Danny De Vito, Abel Ferrara, Gillian Anderson. L'assegnazione della vittoria è stata data mediante voto della giuria sia per la categoria film che per i cortometraggi; il film che ha riscosso il maggiore successo è stato l'americano "Keith" diretto da Todd Kessler con Jessie McCartney come protagonista. Sabato 21 luglio, preso il treno per il ritorno, abbiamo dovuto salutare tutti i ragazzi che avevamo conosciuto e con i quali erano nate profonde amicizie; questa forse, anche se la nostalgia di casa si sentiva un po', è stata la parte più difficile, perché, con questi, avevamo condiviso praticamente tutto per dieci giorni. Sicuramente è stata un'esperienza fantastica e ci ha aiutato a crescere in tutti i sensi; l'unico rammarico è quello di non poter partecipare di nuovo al festival (infatti è concesso partecipare solo una volta). Consiglio a tutti di pensarci per l'anno prossimo perché è un'occasione imperdibile di vivere una vacanza "diversa" ma certamente indimenticabile. Per avere informazioni sul festival: www.giffoniff.it 15 RAGAZZA ALLA PARI di Jessica Achermann TRE ORE CHE CAMBIANO LA VITA Volevo vedere e vivere qualcosa di nuovo. In tre ore la mia vita ha iniziato a cambiare C iao mi chiamo Jessica e vengo dalla Svizzera tedesca, ora sono la '"ragazza alla pari" in una famiglia italiana, a Varese. Sono qui da tre mesi e rimarrò fino a giugno, 7 mesi in tutto, e mi piace molto. Vorrei raccontarvi della mia esperienza all'estero e perché ho deciso di essere una ragazza alla pari. Dopo aver terminato gli studi superiori e aver superato la maturità, non avevo voglia di andare direttamente all'università, avrei voluto fare delle esperienze, senza continuare a studiare a casa. Volevo vedere e vivere qualcosa di diverso. Cosi ho iniziato a riflettere su cosa avrei potuto fare, l'idea di viaggiare e incontrare persone nuove mi piaceva molto, cosi dato che a casa mia avevo fatto la babysitter per molti anni per tre famiglie, ho pensato che sarebbe stato interessante fare la ragazza alla pari per qualche mese. La mia lingua madre è il tedesco, ma dopo la scuola parlavo fluentemente anche l'inglese e il francese, cosi, avendo frequentato un corso facoltativo di italiano durante l'ultimo anno di scuola, ho deciso di venire in Italia anche per migliorare la mia conoscenza della lingua e della cultura del paese confinante a sud con il mio. Dovete sapere poi che l'italiano è anche una delle lingue nazionali svizzere, e una buona conoscenza di esso può rappresentare un vantaggio nel mio paese. 16 Sono di Lucerna, che è a sole tre ore di treno dalla mia "nuova" famiglia a termine. Solo tre ore pensi? Non ti puoi immaginare come possa cambiare la vita quotidiana anche con una distanza cosi piccola. Non sono sempre le grandi cose a fare la differenza. Tutto cambia a partire dalle cose piccole ordinarie. Iniziamo dal mattino: da noi si mangia pane integrale con burro e marmellata e si beve il latte, nella mia famiglia qui, facciamo colazione con thé e biscotti. Quasi tutte le mattine mi prendo cura del bimbo piccolo e spesso andiamo al mercato, dove si vedono tantissime cose, e a me sembra sempre che ci sia un'atmosfera speciale. Due volte a settimana vado a scuola a Varese in treno, ho imparato che è meglio prendere sempre un treno prima perché sono sempre in ritardo. Che sorpresa vedendo le gelaterie aperte già a febbraio! Sarebbe incredibile da me. Fino alla fine di marzo davvero nessuno a Lucerna ha voglia di mangiar del gelato perché fa sempre molto freddo, infatti, per me questi mesi in Italia, da dicembre a marzo, non sono vera- mente invernali. Mi sembra bellissimo che qui ci sia il sole anche nel periodo freddo e che raramente ci sia nebbia fitta come nel mio paese. Come si può diventare una ragazza alla pari? La maggior parte delle candidate trova una famiglia grazie ad un'agenzia specializzata nella mediazione tra famiglie e ragazze. All'inizio ti fanno compilare diversi questionari per comprendere i tuoi interessi, e grazie a quelli, l'agenzia seleziona le famiglie più adatte a te. L'agenzia poi ti offre supporto anche durante il tuo soggiorno e nel caso peggiore trova una nuova famiglia per te se non ti trovassi bene in quella prescelta. Inoltre, attraverso l'agenzia puoi avere una lista delle altre ragazze alla pari nei tuoi dintorni. Naturalmente a fronte di tanti vantaggi, bisogna sapere che le agenzie richiedono circa 300 euro per la mediazione. Tuttavia questa non è l'unica via percorribile per vivere questa esperienza, infatti, su internet si trovano molti siti finalizzati all'incontro tra famiglie e ragazzi. Io vi posso rimandare alla pagina www.aupair-world.ch ma ne esistono molte altre. Una volta inserita una tua foto e compilati una serie di moduli, puoi vedere tutte le famiglie disponibili e poi contattarle via mail. Lo svantaggio di internet è che non si sa mai se tutti i dati che si trovano riguardo le famiglie siano veritieri, perciò vi raccomando di andare a trovare la famiglia per conoscerla meglio, prima di prendere accordi. lavoro studio e i d à it I inforn S R ortu a darti le IVOLGE ulle opp A CHI R informazioni s IG e IFL che oltre lla definizione i ne ere Vuoi av Rivolgiti ai serviz otranno aiutarti p ? o ro n te g s o ’E is all ai b di cui h o”. mazioni formativ izi: o tt e g ro P dei serv “ o z del tu indiriz i a.it/sociali.htm li g re e c tm s .v Per cono lavoro.h rovincia www.p rovincia.va.it/ / :/ p tt h .p /www e http:/ di Sara Belingheri SOLIDARIETA’ LAST MINUTE MARKET: SOLIDARIETÀ… ALL’ULTIMO MINUTO Dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna un progetto per trasformare gli scarti dei prodotti alimentari in una risorsa benefica S i fa un gran parlare dei rifiuti, di inceneritori e di raccolta differenziata, ma spesso ci si dimentica che il problema dell’immondizia sorge perché siamo noi a produrla. Certamente crearla è inevitabile ma, di frequente, nel bidone finiscono prodotti che possono essere ancora utilizzabili e che quindi costituiscono uno spreco. Quello che una famiglia spreca non è niente se paragonato alla quantità di alimenti ancora perfettamente commestibili che ogni giorno un qualunque supermercato destina ad essere distrutta. È sufficiente infatti che la confezione non sia più perfettamente integra per rendere il prodotto meno appetibile e causarne la rimozione dagli scaffali. Così una mole immensa di cibo viene distrutta senza che i clienti nemmeno se ne accorgano: un ipermercato manda al macero in un solo anno in media 130 tonnellate di merce ancora destinabili al consumo umano o animale. Nel 2000 sono partiti da questa costatazione alcuni studenti della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che nella loro tesi di laurea hanno proposto il modello del Last Minute Market. Un’idea ambiziosa e di successo, visto che negli otto anni passati dalla sua nascita ha goduto di visibilità sempre maggiore e che si sta via via espandendo, non solo in Italia, ma anche all’estero. Il progetto si basa sulla collaborazione con gli Ipermercati, che al mattino raccolgono in magazzino i prodotti non più adatti alla vendita perché vicini alla scadenza, ammaccati o semplicemente fuori stagione. Alle otto un addetto dell’associazione Last Minute Market si reca nel magazzino ed effettua i controlli sanitari: gli alimenti che rispettano gli standard più alti (circa il 70%) vengono raccolti per uso umano, mentre il restante 30% viene destinato agli animali. Latticini e carne vengono trattati con particolare attenzione, per garantire la sicurezza dei consumatori ed assieme a frutta e verdura costituiscono il punto forte di questa realtà: le numerosissime raccolte che vengono periodicamente effettuate, infatti, sono costituite normalmente da scatolame. La raccolta giornaliera e la velocissima catena distributiva del “mercato dell’ultimo minuto”, invece, permettono di offrire alle associazioni anche prodotti freschi. Già alle undici tutto ciò che può essere recuperato è pronto e deve essere rapidamente raccolto dai volontari delle associazioni che usufruiscono del servizio. Si tratta di mense per i poveri, associazioni che aiutano famiglie numerose, parrocchie, case famiglia, comunità, centri faunistici. Il sistema è talmente efficiente che spesso le strutture riceventi donano a loro volta i prodotti meno deperibili ai senzatetto o a famiglie in difficoltà. Credo che a questo punto sorgano alcune domande… Chi ci guadagna realmente in questa immensa macchina organizzativa? La risposta è molto semplice. Tutti, dall’ipermercato al cittadino. L’ipermercato, oltre a poter scaricare l’Iva della merce donata, ha un forte ritorno in immagine; diminuiscono i costi di stoccaggio degli invenduti e quelli per lo smaltimento dei rifiuti. L’attività del Last Minute Market non influisce inoltre sulle vendite dell’ipermercato: i consumatori che beneficiano del progetto, infatti, non andrebbero mai a comprare negli iperstore. L’associazione opera quindi in un “non mercato”, soddisfacendo una “non domanda”. Gli ultimi a godere dei vantaggi dell’iniziativa sono anche le istituzioni pubbliche, che possono risparmiare somme notevoli non dovendo più sostenere completamente i costi di strutture dispendiose e che vedono diminuito il disagio sociale. Il modello non si addice solo agli alimenti, ma è stato applicato anche alle sementi, ai libri, alle eccedenze agricole e, negli ultimi tempi, anche ai farmaci. Sara Belingheri Se vuoi saperne di più visita il sito internet: http://www.lastminutemarket.org 17 di Giorgio Macchi SPORT FANGO, MUSCOLI, DISCIPLINA E DIVERTIMENTO... QUESTO È IL RUGBY! Alla scoperta di uno sport duro ma pulito e in forte crescita. Intervista a Simone Banfi, capitano U19 Q uesto magnifico sport è nato in Inghilterra e nessuno delle discipline inglesi incarna i valori di correttezza e rispetto per gli avversari quanto la palla ovale. E’ senza dubbio uno sport duro, ma la sua diffusione sta aumentando sempre di più. Il campo è leggermente più piccolo di quello usato per il calcio, e l’obiettivo principale delle squadre è avanzare... avanzare fino alla meta. Molte sono le regole, le più importanti, che lo differenziano dalla sua variante americana (il football), sono che si può passare la palla solo indietro e che, il contatto tra i giocatori, è rigidamente disciplinato dal regolamento. E’ opinione diffusa che sia uno sport violento e per bruti, ma come disse Oscar Wilde «Il calcio è uno sport da gentiluomini fatto da bestie, mentre il rugby è uno sport da bestie fatto da gentiluomini...» ed è indubbio che il numero di infortuni nel rugby sia assai minore che nel calcio. La realtà rugbistica più vicina a noi è arroccata a Giubiano, sede del A.S.D. Rugby Varese. Il club nasce nel 1976 e dopo svariati anni di dura fatica è arrivata a giocare in Serie B con la prima squadra e in serie C con la seconda. Sono presenti anche le squadre giovanili, ottimo modo per assaporare il vero rugby in tenera età. Si parte dai piccoli “Diavoli Rossi” fino alla promettente Under 19 che ha dominato imbattuta la stagione 2007/2008. Per chi volesse cimentarsi e provare l’ebbrezza di questo magnifico sport, le porte del campo Levi sono sempre aperte! 18 INTERVISTA A SIMONE BANFI CAPITANO U19 Come hai iniziato a giocare a rugby? Ho iniziato a giocare a rugby quando ero molto piccolo, ero in prima elementare! La voglia mi è venuta specialmente guardando mio fratello maggiore, che già giocava. E’ vero che è uno sport di grande disciplina? Raccontaci la tua esperienza. E’ uno sport di contatto fisico, ma soprattutto, è uno sport di testa e astuzia. Senza dubbio una componente essenziale è il rispetto per l’avversario, tutto ciò che succede in campo resta lì. Dopo la partita si va tutti a fare il terzo tempo insieme! Com’è l’ambiente in squadra? L’ambiente è molto positivo. Ma come in ogni posto bisogna integrarsi, e se ci si riesce, ci si diverte molto! Quali sono secondo te le paure di chi inizia a giocare a rugby? La più ovvia... il contatto con chi è molto più forte! Ma spesso la gente non sa che esistono regole ferree per il contatto e che le possibilità di farsi male sono veramente poche! Il futuro del rugby... seconde te crescerà o rimarrà uno sport di nicchia? E’ sicuramente uno sport in crescita, ma la mia paura più grande è che diventi come il calcio e che, per i soldi, si vadano a perdere i valori che lo rendono unico. Consigli per chi vuole iniziare a giocare? Il mio consiglio è di venire al campo e provare, senza problemi! Io ho cominciato e non posso immaginare la mia vita senza il rugby! 19 di Stefano Crespi, Carlo Porrini e Claudia Zanarella SPORT DALLA VOCE DIRETTA DI UNO DEGLI INTERVISTATORI… Boxe... INTERVISTA a Raffaele Esposito Consigliere Tecnico Comitato Regionale Lombardia Federazione Pugilistica Italiana e Docente Formatore dei Formatori N 20 on ho mai considerato la boxe uno sport, piuttosto un gioco violento per persone violente, che provano soddisfazioni nel provocare dolore e, sembrerebbe anche, nel riceverlo. Inaccettabile, quindi, sia da un punto di vista morale, sia da un punto di vista fisico e volendo anche da un punto di vista economico: i profitti ottenibili, pur elevati che siano, non possono giustificare una così totale mancanza di rispetto e sensibilità nei confronti di altre persone e di se stessi. Inutile dire che alla richiesta di stesura di questo articolo, ero propenso al rifiuto. Ma dopo un'analisi delle mie conoscenze, pensieri e convinzioni, sono arrivato a pormi alcune domande: "Della boxe, conosco veramente tutto?", "Ne conosco ogni verità?", "Le mie idee sono verità o uno schermo che mi priva della conoscenza delle reali peculiarità di questo gioco?", "E' corretto definirlo gioco, ossia, per tutti i boxeur è un gioco?" Per trovare risposta ai suddetti quesiti, ho creduto che l'intervista a Raffaele Esposito, personalmente coinvolto in questa realtà secondo tutte le sue sfaccettature (dilettante, professionista, insegnante, docente formatore, consigliere tecnico e amatore) fosse una notevole opportunità. D: Ci può fare un breve cenno storico sulla nascita della boxe? R: La boxe (dall'inglese boxing) detto anche pugilato, è uno degli sport più antichi che si conoscono. Il pugilato infatti è già presente nei graffiti preistorici e nelle leggende della civiltà mesopotamica ed egizia, ma si diffonde maggiormente solo quando nel 688 a.C. i Greci lo introdussero nelle Olimpiadi. Successivamente i Romani lo utilizzarono come spettacolo per il circo, violento e sanguinoso perché venivano utilizzati addirittura guantoni ricoperti da borchie di piombo. Con il passare degli anni e con il diffondersi della pratica della boxe non solo a fini sportivi, iniziarono a ruotare attorno a questa realtà notevoli interessi economici, fatti di rilevanti scommesse ed ingenti premi in denaro. Per questi motivi, verso la fine del 1800, venne scritto il "codice della boxe scientifica", che contiene sostanzialmente le regole principali della boxe moderna, e stabilì le prime regole precise, riferibili principalmente a: - uso obbligatorio dei guantoni; - round: divisione in più riprese dell'incontro; - knock-out: il pugile perdeva se non si riprendeva dai colpi ricevuti entro 10 secondi il pugile avversario doveva aspettare il comando dell'arbitro per riprendere a colpire; - divisione dei pugili in categorie di peso (leggeri, medi, massimi). La boxe, conosciuta anche come “nobile arte”, non è quindi solo uno sport da combattimento, ma anche uno sport nel quale si esternano il coraggio e l'intelligenza di un uomo e si impara a capire e a conoscere gli altri. D: In che periodo della sua vita si avvicina a questa disciplina e perché, considerando che si tratta di uno sport in cui bisogna dare e prendere "botte"? R: Mi sono avvicinato alla boxe nel 1980 iniziando come dilettante quasi per caso quando, molto giovane, mi trovavo ancora al mio paese d'origine, Torre Annunziata. Per quanto riguarda "le botte", in realtà sono solo un falso mito, sottolineato dai media per attirare l'attenzione degli spettatori. Vista e vissuta dall'interno, la boxe è considerabile uno sport che trasforma la violenza in energia positiva, trasmessa secondo precise regole che permettono la socializzazione tra atleti e aiutano, al di fuori della palestra, nella vita quotidiana, a rapportarsi positivamente con gli altri. La passione poi mi ha portato a diventare prima insegnante e ora presidente della Pugilistica Ispra. D: Che cosa ha rappresentato la boxe nella sua storia da ragazzo e cosa rappresenta oggi nella sua storia di uomo? R: La boxe mi ha permesso di disciplinarmi, osservando tutta una serie di regole che permettono il rispetto degli atleti e degli insegnanti nella palestra e di tutte le altre persone al di fuori di essa. D: Come nasce la boxe ad Ispra? R: La "PUGILISTICA ISPRA" nasce nel 1998 per una scommessa tra alcuni amici, supportata dal mio entusiasmo. Nel corso degli anni il piccolo gruppo iniziale si è accresciuto raggiungendo notevoli risultati a livello regionale ed inter-regionale. D: Non si rischia di insegnare tecniche di combattimento che possano essere utilizzate per produrre violenza fine a se stessa? R: No!!!! La violenza, come dicevo, è tutto quello che i media utilizzano per vincere economicamente sul pubblico. Il pugilato è il contrario della violenza, poiché insegna ai pugili a essere uomini e a convinvere pacificamente con gli altri (basti pensare all'abbraccio che i pugili si scambiano al termine degli incontri). D: Che rapporto c'è tra la figura del pugile e il suo attuale impiego come Capo della Polizia Municipale? R: In Italia sono molti i casi di insegnanti di boxe che appartengano al Corpo di Polizia di Stato, alla Polizia Locale, all'Arma dei Carabinieri. Infatti, come le forze dell'ordine hanno il compito di reprimere la violenza dei cittadini così gli insegnanti di boxe devono formare i nuovi pugili alla pratica della boxe come tecnica sportiva e manifestazione di energia positiva. Il pugilato infatti è uno sport e, come tale, deve essere praticato per pura passione e divertimento. I COMMENTI POST INTERVISTA: Noi pensiamo che la boxe sia un vero e proprio sport. Si tratta di una disciplina con delle regole che, se rispettate, non portano alla violenza, bensì a una forma di sfogo alternativa. L'importante è che le persone che praticano questo sport non utilizzino gli insegnamenti e le tecniche appresi durante l'attività nei momenti di vita quotidiana. Giulia, Marta e Valerio Con tono critico ma con pensiero aperto all'ascolto, e quindi al possibile mutamento, ho intrapreso questa intervista, che mi ha mostrato la boxe diversamente da come lo fanno i programmi sportivi della televisione. Mentre i media inneggiano l'azione violenta fine a stessa, il sangue e la brutalità, la persona di Raffaele Esposito sottolinea l'insegnamento al rispetto delle regole, degli altri pugili, e di tutti gli altri uomini. Parla del pugilato come uno sport atto alla negazione e alla repressione della violenza. Posso dire che questo lavoro mi ha insegnato come la boxe abbia alla base sensibili ideali di pace e fraternità, e professi il rispetto di se stessi e degli altri uomini. Sono comunque tutt'ora convinto che il pugilato sia uno sport violento, e credo che il rispetto per gli altri si possa insegnare anche con metodi diversi. Stefano 21 a cura della Redazione di Varese SCUOLA MATURITA’: Opinioni a confronto tra maturandi / maturati nel 2007 S PRIMA E DOPO LA TEMPESTA e ne occupano tutti i tiggì. Il web impazzisce. Previsioni, proiezioni, statistiche e giri di scommesse. L’Italia, tutta, trattiene il respiro perché c’è chi ne è coinvolto direttamente, c’è chi ci è passato e culla ancora un ricordo dolceamaro e ci sono i genitori, che vedono i loro figli consumati dall’ansia, chiusi per giorni e giorni nelle loro camerette. Non stiamo parlando di una qualsiasi emergenza sociale e neanche del disagio giovanile. Peggio. Questo articolo è sull’esame di maturità. Abbiamo incontrato gli studenti maturandi / maturati nel 2007 durante la Festa delle Scuole dello scorso 4 giugno. Sono stati intervistati prima e dopo il fantomatico e temutissimo esame. COSA È CAMBIATO CON LA NUOVA MATURITÀ: LA VECCHIA… ● La commissione d’esame era totalmente interna, a parte un solo presidente esterno per istituto. ● L’ammissione all’esame di maturità era automatica alla fine del 5° anno. ● I crediti formativi potevano dare allo studente fino a 20 punti. ● L’orale valeva al massimo 35 punti. …E LA NUOVA ● Ritorna la commissione mista e un presidente esterno per commissione. ● Ritornano gli scrutini di ammissione: non si può essere ammessi agli esami se si hanno debiti formativi. E, a partire dall’anno scolastico 2008 / 2009: ● I crediti formativi al massimo daranno 25 punti. ● Il punteggio per l’orale sarà al massimo di 30 punti. 22 PRIMA... S ono discordi i commenti dei ragazzi alle prese con la nuova maturità. Qualcuno ne parla davvero male - forse anche per la preoccupazione - altri dicono che è finalmente “una vera maturità”. Tutti vorrebbero che non fosse capitata loro: “Non è né la nuova maturità, né la vecchia”, dice Annalisa dell’artistico, “siamo un po’ delle cavie”. Spaventa soprattutto la parte esterna della commissione, visto che di solito i professori che ti conoscono sono più buoni e più obbiettivi. Quando poi in mano agli esterni finiscono le materie principali e questo viene comunicato all’ultimo momento, la tensione non può che salire. O ABBIAMO CHIEST TI TA IS RV TE AI NOSTRI IN E AR IN AG M IM DI 0; 10 DI PRENDERE LCHE RISPOSTA: UA Q ECCO Tra le prove ognuno sa già quale sarà per lui la più pericolosa: per Fabio del classico è il latino, per Flavia e Annalisa dell’artistico è la terza prova, per Francesco dello scientifico è matematica… Luca dell’Ipsia ha paura dell’orale perché crede di non sapere niente… In generale si oscilla tra la voglia di studiare e fare un buon esame e quella di infischiarsene e godersi in anticipo le vacanze, ma la notte prima degli esami la passeranno quasi tutti a dormire tranquilli (e a ripassare). La voglia di far festa viene tenuta per dopo: c’è chi festeggerà con una birra, chi con una sera fuori o una grigliata con gli amici, chi con un viaggio e chi addirittura si prepara a due mesi di notti pazze. Classico) succederà” (Fabio, “E’ impossibile, non i) as.) as, Geometr riferendosi a Thom “Mi sparo!” (Thom (Andrea, Geometri, ” … de en pr lo . n “Tanto no avia, Artistico) nuda per strada” (Fl tifico). “Mi metto a correre uta” (Fabrizio, Scien rd mo!”. pe qualche divinità a nno risposto: “Speria oi ha i bu tat 18 vis lo er mo int gli “Im tti Tu ?” ità tur ta. copia alla ma sapere com’è anda Alla domanda: “Si hiama i ragazzi per ric e zin ga Ma IG e Passano gli esami ...E DOPO È andata bene a detta di tutti, sia di chi ha preso 98 o 100, sia di chi si è dovuto accontentare di un 60 o un 62. Fabrizio dello scientifico ci ha spiegato la differenza tra 60 e 61: “60 ti buttano fuori, 61 almeno ci hai messo del tuo!”. La prova più difficile? Matematica per molti dello scientifico, poiché si basava sul programma del quarto anno. Qualcuno è scontento di aver fatto un pessimo orale; quasi tutti gli altri hanno trovato le più grosse difficoltà nella terza prova. Nonostante i grandi programmi per i festeggiamenti ci si è limitati a una sera tra compagni di classe, magari uscendo in qualche locale. (Un ragazzo dei geometri aveva promesso di invitare i redattori dell’IG Magazine a “un festone a casa sua”… Stiamo ancora aspettando l’invito!) Solo un ragazzo dell’odontotecnico non ha festeggiato nonostante il 76, caso unico. Si riesce a copiare alla maturità? E a far copiare? Chi ha preso da 90 in su dice che è impossibile, ma ci sono anche risposte diverse... 23 a cura della Redazione di Varese SOCIALE A PRANZO DAI SUOI… Come svangarsela in modo dolce e senza fare figuracce I l primo incontro coi genitori del/della tuo/a compagno/a può rivelarsi uno scoglio difficile da superare per una serie interminabile di motivi. La volontà di far bella figura può essere una cattiva consigliera e l'affanno da "prestazione" rischia di far commettere danni irreparabili. Cerchiamo di stilare una lista delle principali cose che è meglio non fare o non dire durante il primo approccio con i suoi "vecchi". UOMINI 1 Prima di varcare la soglia di casa richiedete alla vostra morosa un corso accelerato su tutto ciò che riguarda i suoi genitori. Il rischio di commettere gaffes è dietro l'angolo, in questo caso dietro la porta. 2 Evitare di esprimere "giudizi di valore" sull'arredamento. Generalmente quello che piace alla mamma, non è gradito al papà e viceversa. In questi casi tenere un basso profilo è strategico. 3 Evitare accuratamente di usare il bagno, sempre e comunque. Ogni più piccola traccia organica lasciata in quel luogo racconta molto di voi. Se proprio il bisogno è impellente e non potete evitare di andarci, assicuratevi prima che sia disponibile uno spazzolone e che ci sia nel vostro raggio d'azione carta igienica in abbondanza e spray profumato. 4 Se il vino servito a tavola è stato scelto o, peggio, fatto in casa dall'appassionato genitore, avrà necessariamente un gusto fruttato, sarà barricato, profumato e, più in generale tutti gli aggettivi che terminano in "ato". 5 Dopo aver mangiato le lasagne evitare di esclamare: "Sono quasi buone come quelle che fa mia madre!". 6 Evitare di parlare di calcio o di politica come argomento per iniziare il discorso, potresti infilarti in un ginepraio spinoso e non sapere più come uscirne. 24 7 A tavola, durante la chiacchierata post-pasto, evitare battute di spirito: potrebbero creare silenzi imbarazzanti, sguardi perplessi e stupiti. Il suggerimento è parlare solo se interrogati. DONNE 1 Evitare scollature e minigonne inguinali. Adottare un look sobrio: dolcevita, gonna sotto il ginocchio o pantalone largo a vita alta andranno più che bene. Se non hai questi capi opta per un burqa. 2 Mangiare qualsiasi pietanza vostra suocera abbia preparato per voi. Dimenticate la dieta per un giorno e non osate rifiutare i piatti propinati perché "fanno ingrassare". Tutto ciò, anche se la teglia di peperoni ripieni trasuda olio da ogni dove. 3 Per fare colpo sulla futura suocera, fare apprezzamenti sull'ottima cucina, esaltare le doti della cuoca e indagare sui segreti per ottenere una peperonata così buona. Dimostrerà che anche voi in cucina ve la cavate e la rassicurerete: in futuro il figlio non morirà di fame! 4 Mostrare interesse per il tipo di prodotti usati per avere una casa così splendida e splendente: farà di voi una casalinga nata. 5 Evitare commenti sull'aspetto gradevole e ben curato della mamma del tuo lui o di come porti bene i suoi anni. La tinta pseudo naturale dei suoi capelli potrebbe tradirti e indurti a commettere gaffes. 6 Non accennare a ex fidanzati, esperienze precedenti, matrimoni alle spalle, divorzi, varie ed eventuali. Non hai mai conosciuto ragazzi prima del figlio. 7 Mentire spudoratamente sui voti scolastici anche se sei ancora scottata dal 4 in latino preso la mattina stessa. Dire di voler continuare a studiare ma per interesse personale: non disdegneresti una carriera da "Desperate housewife". 8 Non dire che adori i bambini: potrebbero pensare che sei già al quarto mese di gravidanza. Diciamo che ti piacciono i bambini e che credi nei valori del matrimonio. 9 Evitare di bere alcolici e fumare sigarette in presenza dei suoi. Se proprio non resisti alla tentazione di fumare una sigaretta prima del pranzo per sciogliere la tensione, cambia vestiti, munisciti di mentine e spray per l'alito. TORTA QUATTRO QUARTI AL CIOCCOLATO Ingredienti per 6 persone 150 g di farina 150 g di zucchero 150 g di burro 3 uova 50 g di cacao una bustina di lievito un pizzico di sale Per la teglia Burro e farina PREPARAZIONE Fate sciogliere il burro a bagnomaria e separate i tuorli dagli albumi. Montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Unite il burro e amalgamate con cura. Incorporatevi poco per volta la farina e il cacao e infine il sale e il lievito. Montate gli albumi a neve e uniteli gradatamente al composto, mescolando dal basso verso l'alto con delicatezza. Ungete uno stampo, spolverizzatelo di farina e versatevi il composto ottenuto. Sbattetelo leggermente sul tavolo per eliminare eventuali bolle d'aria e cuocete per 35-40 minuti in forno preriscaldato a 200 °C. Sfornate la torta e lasciate raffreddare prima di servire. Dopo aver seguito passo passo questo elenco di suggerimenti, pieno come un uovo per esserti ingozzato di peperoni, per non dire di no perché è maleducazione, rosso e gonfio per l'allergia al vino che non hai potuto rifiutare, irritato per le diverse idee calcistiche e politiche e dopo aver recitato il ruolo di perfetta casalinga e donna da sposare anche se ti si addice poco, avvicinandoti all'uscita di casa e ringraziando i genitori di tutto, esclamerai: "Non vedo l'ora di trascorrere un'altra serata come questa!". Una buona regola da non dimenticare è che non è "carino" presentarsi a casa dei suoi a mani vuote. Scartando l'ipotesi del mazzo di fiori mezzo appassito comprato all'ultimo momento al supermercato, consigliamo vivamente di sorprendere i quasi-suoceri e gli eventuali fratellini pestiferi e spioni, preparando un dolce con le proprie mani. 25 VOLONTARIATO di Elena Barbieri e i ragazzi di Volare Alto Capire il volontariato incontrando chi lo fa sul serio D 26 urante l’anno scolastico 2007-2008 è stato promosso un percorso formativo sul tema del volontariato dal titolo “Volare alto… tenendo i piedi per terra”. Il progetto è stato sostenuto dalle maggiori organizzazioni di volontariato di Sesto Calende ed ha coinvolto le classi quarte degli Istituti Superiori Carlo Alberto Dalla Chiesa e Mericianum. L’iniziativa si è suddivisa in due fasi principali: nella prima, di formazione, si è riflettuto su cosa significa fare volontariato e su quali opportunità offre la nostra zona. Tale fase si è conclusa con l’esperienza sul campo al centro disabili “Noi Con Voi” ed alla Scuola di Italiano “Cittadini del Mondo”. Nella seconda fase di progettazione, abbiamo organizzato l’evento finale di sensibilizzazione rivolto a tutti gli studenti delle classi quarte, che si è tenuto il 10 aprile 2008. Durante la mattinata, tutte le classi hanno avuto l’occasione di ascoltare la preziosa testimonianza di volontari provenienti da note associazioni di volontariato che operano a livello locale ed internazionale. In questa fase di lavoro rientra anche la realizzazione di un cortometraggio in cui è presentata, come fosse un telegiornale, un’indagine sulle associazioni del territorio, con interviste ai volontari e spunti d’azione per i giovani. È stata un’esperienza nuova e divertente! Molte, in generale, sono state le emozioni e le sensazioni provate durante tutto il percorso. Inoltre, grazie alla guida e all’aiuto delle due educatrici, abbiamo aperto gli occhi su nuove opportunità all’interno del volontariato. Importanti sono state le diverse esperienze dirette che hanno contribuito, in modo o in un altro, a far crescere i ragazzi coinvolti ed a far capir loro quale strada, all’interno di questo vasto mondo, sia la più adatta ad ognuno. LE FOTO: per sensibilizzare gli studenti ai temi del volontariato i ragazzi di Volare alto hanno tappezzato di messaggi la scuola con cartelli, bigliettini, scritte alla lavagna, lanciando così domande e provocazioni che sono state poi approfondite nell’evento finale. Nel corso della mattinata finale uno degli incontri più apprezzati è stata una dimostrazione operativa di soccorso condotta dal Corpo Volontari Ambulanze. nel non aver mai sbagliato. Forse è necessario attraversare anche il peccato. Osa, senza lasciarti prendere troppo la mano! C'è tempo per bilanci e pentimenti. ARIETE Raccogli quello che hai seminato. Se nel cielo di nascita hai l'ascendente in un ulteriore segno di fuoco, si concretizza velocemente e inaspettatamente un progetto particolarmente ambito. Molto dipende dalla tua capacità ricettiva di essere nel luogo e nell'ora destinati che ti appariranno in modo inequivocabilmente chiaro come in un déjà-vu. SAGITTARIO Urano catalizza il cambiamento. Ma è un'evoluzione caratterizzata dalla presenza coatta di Saturno, l'inflessibile maestro. Hai cercato troppo lontano risposte che avevi sotto gli occhi. Cerca di riallacciare rapporti tralasciati con una certa insofferenza intellettuale. Modifica il tuo orientamento recuperando con umiltà Shakespeare: "vi sono più cose fra cielo e terra di quante ne possa sognare tutta la nostra filosofia" (Amleto, Atto primo). TORO I transiti planetari ti sono amici soffiandoti nelle vene dei polsi quella sicurezza che potrebbe trasformarsi in impetuosità. Ricorda però che il successo estremo si può capovolgere nel suo opposto. All'imbrunire siediti, riponi la katana e guarda silenzioso attraverso i rossori del tramonto. Entrando nella pace della sera, saprai se all'indomani potrai avanzare o indietreggiare. GEMELLI Sei stato folgorato da una verità semplice e suprema: un profumato abbraccio dona molta più dolcezza di tanti dorati piedistalli. Allora lasciati andare perché sarà un bel viaggio tra la passione e la conoscenza senza inutili prudenze e astrazioni. Se hai nel cielo di nascita un segno d'acqua la tua sferzante intelligenza sarà indissolubilmente intrecciata ai battiti del "suo" cuore. CANCRO Interiormente viscerale fino all'estreme conseguenze fisiche e mentali. Stai assorbendo troppo. Peccato quel Giove represso che impedisce di sfogarti aprendoti a nuovi orizzonti. Accontentati allora di quello che hai. Impregna del tuo spirito gli spazi che occupi abitualmente affinché diventino cerchi magici e protettivi. Cerca alleati tra gli amici sinceri. Poi ritorna a governare. LEONE Predestinato al successo. Ma non esagerare, non sei il Mahdi. Ogni culmine procede verso un riequilibrio e la forza rigenerante del giorno declina lentamente ma inesorabilmente nell'introversa forza della notte. Dunque, raccogli umilmente per l'autunno legna da ardere per onorare i momenti di transito. Assicurerai così il ritorno ciclico della tua naturale grandezza. CAPRICORNO L'OROSCOPO DEL MATTO* ESTATE / AUTUNNO 2008 VERGINE Esci da un periodo eccessivamente contratto. Del resto, non si può sfuggire dalle caratteristiche parsimoniose del segno. Dunque, tutto quello che era necessario ponderare, misurare, prevedere si è trasformato in un esteso ed articolato campo di battaglia. Ma il destino organizza le cose in modo più semplice delle nostre più sofisticate teorie. Mollati e lasciati semplicemente desiderare. Hai già vinto. BILANCIA L'eccessiva sicurezza avrebbe potuto farti uscire clamorosamente di strada. Per fortuna, sei capace di controbilanciare per tempo gli eccessi. E' un anno così, un poco faticoso in cui risanare la propria dimensione spirituale e soprattutto quella fisica segnata dagli eccessi ma inalterata nel fascino di fondo! La realtà delle cose non è sempre come la si pensa. Dunque, un bel taglio alle paranoie. SCORPIONE Stai camminando sull'affilata lama della tentazione, reprimendoti. A volte, gli slanci angelici verso il cielo hanno bisogno di inferni lavici da cui spiccare il volo. Come direbbe Dostoevskij la santità non consiste L'ingresso favorevolissimo di Giove fa finalmente esplodere tutto il tuo potenziale in ogni campo. Avrai la tua rivincita lasciandoti alle spalle qualche umiliazione di troppo. Ottime prospettive per il lavoro grazie al tuo fiuto. Saturno, pianeta del segno, è sicuramente favorevole in virtù di un'ottima partnership con Giove. Il primo, prudente per natura, si lascia tuttavia coinvolgere dalla prodigalità del secondo senza farti perdere il senso della misura. ACQUARIO La poca stabilità sul piano sentimentale viene compensata da un netto miglioramento nella sfera della vita professionale. Ricordati, il libero arbitrio non può mai modificare radicalmente l'impronta ancestrale attraverso la quale si manifesta la tua originalità. Non forzare sentimentalmente. Infatti, grazie a una discreta influenza di Venere, si ripresenteranno spontaneamente situazioni e persone che pensavi perdute per sempre. PESCI Il dualismo tra Saturno e Urano assomiglia a ciò che impone il sesto arcano maggiore dei Tarocchi "L'innamorato" : la necessità di scegliere sotto la spinta della passione. Sei tentato ad abbandonare la vecchia (ma rassicurante) strada per qualcosa che ti attrae fortemente. In questo momento sei sostanzialmente puro di cuore. Quindi, esplora il cambiamento in atto e sciogli gli ormeggi! Comunque dovessero andare le cose, ne sarà valsa la pena. * Il Matto o Folle, 22° arcano maggiore dei Tarocchi. Rappresenta lo zero (o il nulla) attraverso il quale si manifestano le forme dell'essere 27 a cura della Redazione di Varese TEST IL DESERTO Immagina una landa deserta... Basta un orizzonte infinito... Tanta sabbia e cielo... IL CUBO CUBE Nel deserto c'è un cubo... Osservalo. Descrivilo. Quanto è grande? Dove si trova? Di cosa è fatto? LA SCALA Nel deserto, oltre al cubo c'è una scala... Il cubo o "The Cube" è un gioco d'immaginazione, ma non solo, è anche qualcosa di più... non si sa da dove venga e chi l'abbia inventato. Alcuni sostengono che sia un antico passatempo Sufi, altri che esista da secoli e ricompaia dove ve n'è il bisogno. Certo è che attraverso il gioco potrai scoprire qualcosa di nuovo sulla tua personalità e sul tuo rapporto con il mondo. Basta che ora ti rilassi, e visualizzi le immagini descritte sotto. Alla fine del percorso potrai guardare cosa rappresentano i simboli che ti è stato chiesto di visualizzare e potrai, forse, capire qualcosa in più su di te... ricorda, così come nei sogni, tu sei la persona che più è in grado di capire il proprio inconscio ed i suoi simboli, non hai bisogno di lauree o di libri ma solo di guardarti nel profondo... Per scoprire come interpretare la tua "visione" scrivi una mail a [email protected] con oggetto "cubo-ig5". Tu sei il cubo, la scala rappresenta i tuoi amici, il cavallo è la persona che ami, la tempesta rappresenta le difficoltà della vita ed i fiori sono i bambini. SOLUZIONI: 28 Qual è la sua forma, quanto è grande? Dov'è? Di cosa è fatta? IL CAVALLO Nel deserto c'è anche un cavallo... Descrivilo. Di che cavallo si tratta? Quanto è grande? Di che colore è? In che posizione si trova rispetto alla scala e al cubo? Cosa sta facendo? LA TEMPESTA Da qualche parte nel deserto sta infuriando una tempesta... In che zona è? Che tipo di tempesta è? Che effetti produce sul cubo, sulla scala e sul cavallo? I FIORI Alla fine, nel deserto troviamo dei fiori... Quanti sono? Di che tipo? Quali sono i loro colori? In che relazione stanno con il cubo, la scala, il cavallo e la tempesta? a cura della Redazione di Varese TEST SEI UN CREATIVO? Ti sei mai chiesto se c'è un artista in te o se semplicemente sai guardare le cose anche attraverso diversi punti di vista? Scoprilo attraverso questo test, farlo è semplicissimo. Assegnati un punto per ogni risposta positiva, (zero per ogni risposta negativa) controlla poi qual è il tuo profilo che dipenderà dalla somma di tutte le risposte positive. 1. Suona il telefono, ti è mai capitato di sapere già chi fosse prima di rispondere? 2. Ti è mai capitato di osservare persone sconosciute (in metropolitana, per la strada, dal dentista...) e fantasticare su chi siano, cosa facciano, da dove vengano ecc.? 3. Ti è mai capitato di piangere per un film, un libro, un'opera d'arte? 4. Ti capita mai di "sognare ad occhi aperti" mentre dovresti fare altro? 5. Ti sei mai chiesto come sarebbe vivere in un secolo diverso? 6. Hai mai sognato qualcosa che poi è accaduto nella realtà? 7. Sei mancino? 18. Non ti imbarazza piangere in pubblico? 19. Ti è mai capitato di non fidarti di una persona del tutto inspiegabilmente? 20. Ti piace essere indipendente? 21. Hai senso del colore e buon gusto nel vestirti? 22. Hai un hobby insolito? 23. Ti piace essere massaggiato o fare massaggi? 8. Ti piace visitare posti nuovi? 9. Hai mai pensato ad una persona che non sentivi da tempo per poi ricevere una mail, un sms da lui/lei o incontrarla? 10. Ti è capitato di perdere il controllo? 17. Hai mai tradotto un testo, una versione o fatto un compito di matematica in modo completamente diverso dai tuoi compagni ma arrivando allo stesso risultato? 24. Ti piacciono le persone "strane" ed anticonvenzionali? 25. Vedendo per la prima volta una casa hai mai avuto l'impressione che fosse "giusta" o felice? 11. Hai mai provato a rintracciare i tuoi antenati? 26. Ti diverte risolvere problemi? 12. Detesti la routine? 27. Ti piace mangiare o cucinare cibi strani? 13. Ti è mai capitato un deja vu? 28. Riesci a ricordare qual è l'ultima volta che 14. Dici sempre alle persone che ami quello che provi? hai riso sino a farti venire il mal di pancia? 15. Ti piace indossare vestiti strani? 29. Ti piacerebbe disegnare i tuoi vestiti? 16. Odori e suoni ti evocano spesso ricordi? 30. Ti piacerebbe presentare un programma televisivo? 1. SE HAI TOTALIZZATO TRA 0 E 10 PUNTI: 2. SE HAI TOTALIZZATO TRA I 10 E I 20 PUNTI: 3. SE HAI TOTALIZZATO DA 20 A 30 PUNTI: Non si può certo dire che tu sia molto creativo, probabilmente sei una persona logica e razionale, estremamente seria e affidabile con i piedi ben piantati "in terra" e questo è un bene. Il rischio è quello che, talvolta, tu sia un po' troppo conformista e che ti faccia condizionare molto dagli altri. Potresti provare a ritagliarti un piccolo spazio di "libertà" in quello che fai sperimentando soluzioni o cose diverse dal solito, potresti essere stupito da te stesso! La creatività fa sicuramente parte della tua vita, anche se non è la tua caratteristica predominante, potresti pensare di sfruttare questa tua dote per dedicarti a qualche hobby particolare o per portare un po' di "originalità" in quello che normalmente fai e capire se anche in te c'è un potenziale artista… Complimenti, sei decisamente un creativo! Possiedi una buona dose di immaginazione, di intuito e curiosità inoltre hai un ottimo rapporto con le tue emozioni e con quelle degli altri. Se già non lo fai potresti pensare di dedicarti ad una qualche attività artistica (suonare uno strumento, disegnare, scrivere, recitare, fotografare) o anche solo dar sfogo alla tua creatività vestendoti in modo particolare o cucinando nuove ricette. Se ancora non hai deciso che studi intraprendere o che lavoro fare tieni in considerazione questa tua dote.potresti sfruttarla al meglio anche in una futura professione! 29 PATENTE di Marco Bonaglia LA CATEGORIA DEL NUOVO PATENTATO: SOGNI E LIMITI U n diciassettenne che si avvicina al prossimo compleanno, spinto dall'invidia e dall'impazienza, da anni di attesa snervante, desidera solo una cosa: la patente. Si prepara all'esame con attenzione, cerca di carpire ogni segreto della guida dai parcheggi del babbo, in autostrada consiglia i sorpassi da eseguire. Arriva al giorno dell'esame tremante, osserva il touch screen della motorizzazione come se fosse un alieno, controlla diecimila volte la propria scheda e poi esce dalla stanza incrociando le dita. Mentre i risultati vengono esposti non guarda il foglio, ma i volti degli altri ragazzi. Fino a quando si decide, con il groppo in gola si avvicina alla lista di nomi e scopre che è passato. Sì, ora anche lui è un neopatentato. Anche lui può mostrare con orgoglio un paio di chiavi, che siano della macchina dei genitori, del fratello, dello zio, della domestica. L'importante è giochicchiarci baldanzoso e sorridere, stimolando gli amici a chiedere: “Hai la patente?”. La risposta non può che essere questa, dopo aver fatto brillare la dentatura: “Cerrrrto, al primo colpo... ti dò un passaggio?”. L'occhiolino è consigliabile in caso di interlocutore femminile. 30 Cari colleghi, ragazzi e ragazze dell'ultimo e penultimo anno delle superiori, siamo in molti a far parte della categoria dei neopatentati. Non credo ci possano additare come un pericolo per il traffico, spesso siamo ancora freschi di "studi" e rispettiamo le regole della strada. Piuttosto dobbiamo abituarci alla svelta ai “nemici giurati degli automobilisti in erba”: nonnini concentrati al volante, mamme con figlioletti e pedoni. Ma se per migliaia di neopatentati la vita con il proprio mezzo trascorre come una piacevole convivenza di sorprese, per molti che attendono di iscriversi alle scuole guida della nostra provincia l'attesa appare meno rosea del previsto. Infatti, dal primo luglio 2008 entreranno in vigore delle nuove limitazioni, che interesseranno solo i ragazzi patentati da quella data in poi. Conosciamole insieme: ■ dal 1 luglio chi prenderà la patente B non potrà guidare per un anno un’auto con una potenza specifica (riferita alla tara) superiore ai 50 kW per tonnellata; ■ i neopatentati non potranno superare i 100 km/h in autostrada (90 sulle strade extraurbane) per tre anni; ■ i neopatentati per tre anni, in caso di sanzione, perdono il doppio dei punti della patente e in caso di gravi infrazioni saranno passibili di una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Certo, l'inasprimento delle pene e la maggiore attenzione al rispetto della velocità potranno garantire più sicurezza. Ma il punto della potenza specifica sarà efficace? Andando a indagare on-line e sfogliando i quotidiani, si scopre che molte autovetture di piccole dimensioni non potranno più essere utilizzate dai neopatentati, mentre altre, di alcune tonnellate più pesanti e più potenti, invece sì. Tra quella vietate figurano la Citroen C1, la Toyota Aygo, la Chevrolet Matiz, Fiat 500 e Smart Fortwo. Consentita la guida di colossi come la Mitsubishi Pajero, Nissan Patrol, Land Rover Defender e Fiat Ulysse. Risulta spontaneo chiedersi: ma l'obiettivo non era quello di limitare ai neopatentati l'approccio a macchine potenti e ingombranti? Bel problema, difficilmente risolvibile se non ci saranno interventi. Per coloro che siano ancora in tempo non resta altro che sbrigare la faccenda patente il prima possibile, mentre i nati dopo il 1 luglio dovranno accettare senza riserve le condizioni stabilite dalla legge italiana. Anche se per solo un anno, gireranno con mezzi meno potenti, facendosi le ossa e imparando a gestire le curve a minor velocità. Certamente il suono di un paio di chiavi che tintinnano liete, quello non perderà mai il proprio fascino. di Marilisa Menegatti CULTURA MILANO A. BRANDELLI ….continua la storia…. E cco qua il seguito del brano tratto da "Milano A. Brandelli" (autore Andrea Ferrari - Eclissi editrice 2007) proposto sul precedente numero di IG Magazine, che è stato scritto per noi da Marilisa Menegatti. ...Continuò a correre imperterrito, le gambe non reggevano più e la milza sembrava stesse per esplodere. Arrivò alla grossa chiesa ansimante dalla fatica e girò a sinistra, verso l'ingresso del parco. Non poteva credere di essere arrivato finalmente. La telefonata era stata chiara. "Alle 16 al parco delle Basiliche, puntuale altrimenti non ci sarà più niente da fare". Nient'altro. Continuò a correre, doveva farcela...mancava un minuto e non sapeva dove cazzo sarebbe dovuto andare. Erano le 16.01 quando si bloccò sul posto. Non c'era nessuno, era troppo tardi. Ad un tratto alle sue spalle una voce lo chiamò. Si voltò di scatto e finalmente la vide. Erano passati quattro anni dall'ultima volta e nessuno sapeva che fine avesse fatto. Fino a due ore prima tutti pensavano, compreso lui, che se ne fosse andata. Qualcuno addirittura vociferava che fosse stata rapita, ma era la solita stronzata di paese. "Sei arrivato finalmente!" disse lei. "L-Laura.... ma che..." balbettò lui. Aveva il fiato corto e il petto gli esplodeva dalla stanchezza, non riusciva a tirar fuori una frase sensata, nè un suono, solo respiri affannati e lacrime che si mischiavano alla pioggia e al sudore. "Te l'ho detto che sarei tornata per poco", continuò Laura. "Se mi vuoi, seguimi, altrimenti non mi vedrai più! Vieni con me?" chiese lei. "Ma qui ho la mia vita....e poi...", era troppo stanco per riuscire a respirare. "Deciditi... hai fatto quattro anni a cercarmi, lo so, tra mail e telefonate. Ora ti sto dicendo di venire con me!". Silenzio totale. I due si guardarono. La pioggia continuò a cadere incessantemente e sempre di più, mentre il parco si faceva sempre più buio. Lei si avvicinò a lui e lo baciò. "Addio! E' stato bello rivederti, non ti dimenticherò mai!" gli sussurrò all'orecchio. Lui rimase immobile. Fisso nel vuoto, come inebetito, ma non la raggiunse, nè la cercò più. Tornò a casa e gli aprì sua sorella Marzia. "Ma che diavolo ti è successo???" gli chiese. Alberto era in stato confusionale. "Ho visto Laura" disse sconvolto. Pallido, non respirava, fissava solo il vuoto, ma sapeva che aveva fatto la scelta giusta. Dopotutto lei non aveva mai risposto alle sue chiamate, nè alle mail. Era sparita dalla sua vita all'improvviso per andarsene con il suo migliore amico. "L'hai lasciata andare non è vero?" domandò Marzia. Lui annuì. "Hai fatto bene. Dopotutto la tua vita è qui ormai. Non si torna mai indietro e la piccola Lisa ne avrebbe sofferto molto. Poi è stata lei ad andarsene." "Tanto sapevo che non era tornata per restare" disse lui. Si alzò dal divano e con le lacrime agli occhi, si diresse verso la piccola stanza al piano di sopra e si avvicinò al lettino. Una bimba di quattro anni stava dormendo intensamente. Lui vide il sorrisino sulle labbra di quel dolce angioletto e si tranquillizzò. Si avvicinò a sua figlia e la baciò sulla fronte. "Non ti lascerò mai piccola!" sussurrò. Così si allontanò dalla stanza e andò a farsi una doccia. 31 CERIMONIA INAUGURALE Martedì 23 settembre PROVA A CRONOMETRO UNDER 23 Mercoledì 24 settembre PROVA A CRONOMETRO ÉLITE DONNE Giovedì 25 settembre PROVA A CRONOMETRO ÉLITE UOMINI Venerdì 26 settembre PROVA IN LINEA UNDER 23 Sabato 27 settembre PROVA IN LINEA ÉLITE DONNE Domenica 28 settembre PROVA IN LINEA ÉLITE UOMINI www.provincia.va.it www.varese2008.org Lunedì 22 settembre