IG Magazine n. 5 - Provincia di Varese

N. 5
06
08
SPORT
Due discipline “dure”
rugby e boxe
CINEMA
Giffoni Film Festival
APPUNTAMENTI
Il primo incontro
con i suoi genitori
SÌ, VIAGGIARE
GEOGRAFICAMENTE, INTELLETTUALMENTE,
SENTIMENTALMENTE O COME SI VUOLE, MA VIAGGIARE
SOMMARIO
numero 5 - giugno 2008
Registrazione del Tribunale di Varese
n. 923 del 4 dicembre 2007
Editore:
Direttore responsabile:
Mauro Carabelli
Redazione:
Jessica Achermann, Ilaria Antonicelli,
Elena Barbieri, Sara Belinghieri,
Marco Bonaglia, Giovanni Brena,
Vilmos Cattaneo, Stefano Crespi,
Stefano Croci, Valentina Fioravazzi,
Emanuele Gemme, Julian Hoxhai,
Giorgio Macchi, Vittoria Meloni, Sara Sarik,
Genesis Quinonez, Craig Pugnetti,
Elisabetta Ranco, Carlo Porrini,
Claudia Zanarella
Fotografie:
Lorenzo Martinelli, Tommaso Piatti,
Craig Pugnetti, Giangiacomo Rossetti
Hanno partecipato:
Valeria Brignani,
Kanthavel Pasupathipillai
Hanno collaborato:
gli InformaGiovani dei Comuni di Varese,
Saronno, Ispra, Marchirolo-Cugliate Fabiasco,
Sesto Calende e l'Isis E. Stein di Gavirate
con
Marzia Albieri, Elena Emilitri, Enzo Scudieri
Andrea Tarabbia, Chiara Caresani
Coordinamento:
Provincia di Varese
Coordinamento InformaGiovani
Donatella Ballerini
Giorgio Benzoni
Grafica:
Stefania Magni - Provincia di Varese
Stampa:
Emmevigrafica - Varese
Se vuoi contattarci scrivi una mail a:
[email protected]
EDITORIALE
Sì, viaggiare!
3
VIAGGI
In solitaria in Sud America
4
CONCORSO
On the Road
5
VIAGGI
New York for the IG Magazine
6
INIZIATIVE
I Saloni delle Vacanze IG
8
MUSICA
Intervista a Davide Toffolo
A.A.A. Musicisti cercasi
Saronno musica
Muto ma con il Jazz
9
10
12
13
CINEMA
Tre giovani al Giffoni
14
RAGAZZA ALLA PARI
Tre ore che cambiano la vita
16
SOLIDARIETÀ
Last minute market
17
SPORT
Questo è il rugby
Boxe...
18
20
SCUOLA
Maturità: prima e dopo
22
SOCIALE
A pranzo dai suoi...
24
VOLONTARIATO
Il volontariato non è un reato
26
OROSCOPO
L’oroscopo del matto
27
TEST
Cube
Sei un creativo?
28
29
PATENTE
La categoria del nuovo patentato 30
CULTURA
a
Milano A. Brandelli - 2 parte
31
di Mauro Carabelli
EDITORIALE
Sì, VIAGGIARE!
L
a mia generazione ha avuto il privilegio di sognare e "viaggiare" avendo
nella testa, tra l'altro, parole e armonie di un grande autore ed interprete
nella storia della musica leggera italiana.
Infatti, Lucio Battisti, del quale fra qualche mese ricorre il decennale della scomparsa, ci ha fatto aderire ai piccoli avvenimenti della vita quotidiana con più di
un brivido nella schiena, pugni in tasca, scuotimenti d'animo.
Dicevo "viaggiare", metafora della vita da affrontare con coraggio ma gentilmente e dolcemente - come recita il testo di una sua famosissima canzone - è un po' il
motivo dominante di questo numero del Magazine.
Sarà un caso, ma il tema del viaggiare caratterizza anche il concorso fotografico
"On the Road" realizzato dal Coordinamento Provinciale InformaGiovani. Il titolo
è preso in prestito dal diario di viaggio del mitico Jack Kerouac, padre della beat
generation. Un vissuto che ti scorre nelle vene, vagabondando lungo sentieri estremi, con prosa spontanea, onirica, ascetica.
Come mai, oggi come allora, ritorna prepotente l'emozione del viaggio? In questo numero cosa spinge Tommaso ad avventurarsi da solo in Sud America, attraverso il deserto cileno, lungo tortuose strade andine della Bolivia, nella Patagonia
più profonda per poi "annusare il profumo primaverile di Buenos Aires"? Perchè
Marco, "nel parcheggio della sua vita" adagiata nell'hinterland varesino ha
nostalgia delle altezze sconsiderate di New York? Come mai, tre ore di treno, da
Lucerna a Varese, stanno cambiando la vita di Jessica?
Non vorrei buttarla sulla globalizzazione e la mondializzazione che tolgono confini e identità da riscoprire, come un'Itaca rimossa, attraverso l'esperienza del
nomadismo. Ma insisterei sull'impulso a viaggiare, da sempre irrefrenabile, come
parte della natura umana, passione che divora e arricchisce allo stesso tempo,
come il desiderio della felicità. Si viaggiava 50, 100, 1.000 anni fa probabilmente come ci si avventura oggi spinti dalla voglia di liberare un istinto imprigionato
nelle profondità dell'animo. Fondamento dell'inesauribile ricerca di senso, probabilmente il significato della vita è contenuto in questo scorrere con passione verso
una meta che si sposta sempre più in là. Insomma, la bellezza dell'esistenza si
mostra più nello slancio creativo che nella certezza ideologica. Caos e logos si
completano abbracciandosi in una divina avventura.
Dunque, "si, viaggiare" geograficamente, intellettualmente o come si vuole ma
"con un ritmo fluente di vita nel cuore" per non seppellire sentimentalmente la
nostra esistenza in un armadio o banalmente recitarla in un teatrino conformista.
Viaggiare "per essere", con tutti i rischi che il mare aperto e profondo dell'ignoto
comporta. "Perché - come direbbe Oscar Wilde - c'è solo una cosa peggiore del
viaggiare, ed è il non viaggiare affatto".
Rubo solo poche righe
per salutare
tutti i giovani lettori!
Sono (Alessandro Fagioli) il nuovo assessore
provinciale al lavoro ed alle politiche giovanili e tra le prime proposte che mi sono trovato
a valutare c'è questo Magazine… mi è sembrato un buon prodotto, alla portata dei
ragazzi, che vede le "mani in pasta" da parte
di diversi "Under 20" e soprattutto è "un'occasione" per dare voce e spazio ai giovani
della provincia.
Per questi (e tanti altri) motivi ho pensato che
vale sicuramente la pena di continuare l’avventura della pubblicazione di questo giornalino e conto anche sulle proposte che arriveranno da parte vostra - giovani lettori - per
rendere in futuro queste pagine ancora più
interessanti, stimolanti, magari anche graffianti e forse divertenti, insomma adeguate
ed arricchenti per chi le legge.
Uno stile, quello del confronto, che cercherò di
seguire anche per le altre attività che verranno sviluppate nell'ambito delle politiche giovanili, delega che mi è affidata, ovviamente
per costruire "politiche" che siano davvero per
i giovani.
Mi fermo qui e … buona lettura a tutti.
Alessandro Fagioli
Assessore Provinciale
Lavoro e Politiche Giovanili
3
VIAGGI
a cura della Redazione di Marchirolo e Cugliate Fabiasco
IN SOLITARIA
IN SUD
AMERICA
Intervista a Tommaso, viaggiatore alternativo
T
ommaso Piatti è un giovane appassionato di viaggi. In occasione
del Salone delle Vacanze che si è tenuto a Marchirolo il 24-25
maggio 2008, ha allestito una mostra fotografica del suo viaggio
in solitaria in Sud America. In questa intervista ci racconta la sua esperienza.
Tommaso, perché hai deciso di intraprendere questo viaggio?
Il motivo principale è stata la curiosità di vedere un posto nuovo ed al
contempo lontano. Avevo appena terminato gli studi e volevo qualcosa
che segnasse un solco tra passato e futuro. Ho pensato al Cile, il paese
più lungo del mondo, un solco lungo tutto il Sud America. Degli amici ci
erano stati pochi anni prima e mi avevano messo un tarlo nelle orecchie... avevo poi voglia di starmene un po' da solo, lasciarmi la normalità alle spalle per poter pensare un po' al "futuro".
Come l'hai organizzato?
La parte più difficile è stata prenotare l'aereo (aahahahaahah) scherzo!
Mi sono comprato una "Loonleyplanet", poi ho contattato un po' di gente
che organizza viaggi-vacanze in quelle zone. Per ultimo ho comprato
una mappa: è proprio la mappa geografica che permette la miglior
visuale globale del territorio. Poi è arrivato il momento di preparare il
bagaglio: questa ammetto che è la parte più impegnativa! Doveva starci tutto il necessario per 3 mesi: vestiti, libri, qualche medicina, un diario, coltellino, occhiali... e così via… tutto in uno zaino da tenere in
spalla! Avrei affrontato climi rigidi e climi torridi. Ho portato un solo
paio di scarponcini, ideali ovunque, e dei sandali.
4
Raccontaci brevemente cosa hai vissuto,
cosa hai visto e cosa hai provato.
Ho vissuto un'esperienza forte. Gli elementi costanti sono stati la natura, il viaggiare e la gente. A turno questi tre elementi ritornavano e sparivano. Grandi emozioni, talvolta condivise con compagni di strada, talvolta invece solo da me stesso. Non mi sono mai sentito solo, e proprio
a questo riguardo il dono più grande che ho portato a casa è stato determinato dal mio viaggiare solo. Ho attraversato il deserto cileno, le tortuose strade andine della Bolivia e ho camminato nella Patagonia più
profonda. Infine sono andato ad annusare il profumo primaverile di
Buenos Aires, la città più bella che abbia visto. Ammetto che ci sono stati
anche momenti difficili, pochi, ma ce ne sono stati. Per esempio il peggiore è stato trascorrere una notte in dogana da solo, sulle Ande, bloccato dai militari invidiosi.
Pensi che chiunque possa farlo?
Chiunque non credo. Ma molti sì. Ogni viaggio credo che sia già là fuori
che ci aspetta. Si tratta solo di partire. Anzi, organizzarsi e partire.
Bisogna essere dotati di un po' di spirito di avventura, desiderio di scoprire cose nuove e avere il valore dell'essenzialità. Non credo nel viaggio casuale. Il viaggio inizia molto prima di quando si mette lo zaino in
spalla e solo se è un viaggio pensato può durare a lungo. Anche una
volta tornati alla base. Questa intervista per me è un po' un proseguimento del viaggio, sembra quasi di camminare ancora.
Consigli per chi volesse intraprendere un viaggio simile?
Il consiglio più importante che mi sento di dare è quello di partire da
soli: non per essere eremiti erranti ma per riuscire a creare più legami
possibili lungo la strada. Viaggiando da soli poi si alza di molto il "livello della guardia" e difficilmente ci si mette nei guai. Andare lontano non
è più pericoloso, tutto dipende da come ci si comporta, esattamente
come qui. Il Sud America, essendo stato colonizzato dagli europei poi
ben si presta a questo tipo di viaggio. Il linguaggio simile aiuta molto la
nascita dei rapporti sociali.
Deve essere stata davvero un'esperienza indimenticabile. Ci hai fatto
venire voglia di lasciare tutto e partire…
Sì, viaggiare è la più grossa ricchezza che possiamo permetterci: partire, viaggiare e comunque poi tornare. Solo una volta chiuso il cerchio,
infatti, si può ricominciare a sognare una nuova meta. Grazie Tommaso.
a cura del Coordinamento IG
CONCORSO
ON THE ROAD
Giovani in viaggio,
nello spazio, nel tempo,
nell'anima…
E
"Dobbiamo andare e non fermarci
finché non siamo arrivati.
Dove andiamo?
Non lo so ma dobbiamo andare."
d "Eccoci (ancora) qua!" per riprendere il tema del
primo concorso fotografico InformaGiovani… Anche
quest'anno il Coordinamento IG della Provincia di
Varese vuole stuzzicare la creatività dei giovani, tra i 15 ed
i 26 anni, sul tema del viaggio. Viaggio nello spazio, nel
tempo e nell'anima!
Hai tempo fino al 3 ottobre 2008 per prendere la tua macchina fotografica ed inviare le tue foto al Coordinamento
Provinciale InformaGiovani oppure per consegnarle ad uno
dei Servizi InformaGiovani sparsi in provincia di Varese.
Allora che cosa aspetti? Vai sulla pagina web dell'IG
(www.provincia.va.it/sociali.htm), scarica il regolamento
completo ed il modulo di iscrizione, scatta le tue foto e mandaci tutto!
Ah, già! Stavamo quasi dimenticando la parte dei premi…
Visto che parliamo di viaggi e che le vacanze (ed anche il
Natale) si avvicinano quest'anno i premi saranno dei buoni
acquisto per viaggi in aereo o in treno o ancora per materiale informatico, multimediale o fotografico.
Guarda nel box per scoprirli!
(Jack Kerouac - "On the road")
PREMI
Categoria Junior
Categoria Senior
1° buono da Euro 1.300
buono da Euro 1.300
2° buono da Euro 700
buono da Euro 700
3° buono da Euro 500
buono da Euro 500
4° buono da Euro 200
buono da Euro 200
5° buono da Euro 150
buono da Euro 150
6° buono da Euro 150
buono da Euro 150
PER ALTRE INFORMAZIONI
visita la pagina web
del Coordinamento IG
www.provincia.va.it/sociali.htm
oppure manda una mail
[email protected]
oppure telefonaci (0332 252 557 - 677)
5
di Marco Bonaglia
K
R
O
Y
W
NE THE IG
FORGAZINE
MA
L'
uomo non è solo un animale sociale, per dirla come
Aristotele. Credo che possa essere catalogato
anche come animale viaggiatore. Quando può
lasciare il proprio luogo natio un sorriso gli spunta in viso,
si libera del lavoro opprimente, indossa un cappellino, un
marsupio più zainetto e, veloce, si avvia verso la scoperta del nuovo. I luoghi visti poi li cataloga in raccolte di
mille foto colorate, souvenir, cianfrusaglie che ingombreranno la sua casa negli anni successivi al viaggio.
6
Nella mia cameretta tengo, dal luglio scorso, la corona
della statua della libertà. Una copia del New York Times
fa bella mostra in una cornice, proprio al di sopra del
letto. Due foto, entrambe scattate dal punto più alto
dell'Empire State Building, raccontano a loro modo la
vista dell'Hudson attraversato dalle barche al tramonto.
Dall'alto New York si riconosce per la statua della libertà
e l'acqua del fiume Hudson che la attraversa, splendente.
Al JFK Airport il traffico aereo è notevole, capita spesso di
dover attendere in cielo, il cuore in gola, le ali che disegnano cerchi tra le nubi. La prima immagine della città
consiste in un agglomerato d'acciaio, metallico, composto
da cime disuguali e vetrate lucenti, statico, gigantesco
all'orizzonte. Più ci si avvicina e si delineano i contorni
grigi, cresce l'impressione di trovarsi al centro del mondo.
La Grande Mela, parte della Storia non solo statunitense,
ma del pianeta intero, è lì a farsi osservare. Non è timida, lo scoprirai addentrandoti nel suo cuore d'asfalto.
Dall'aeroporto fino al centro attraversi quartieri singolari,
in apparenza poveri. Il traffico scorre regolare, anche se
qui, diversamente rispetto alle altre freeways degli States,
i limiti di velocità spesso non sono rispettati. New York già
nella "periferia" corre, ha fretta, si agita spasmodicamente. Intanto si è fatta sera: il tramonto dà vita alle miliardi
di luci artificiali che si diffondono, in un nanosecondo,
lungo l'intero arco della città e s'impossessano delle vite
dei newyorkesi, rendendoli schiavi dell'illuminazione.
Quando arrivi a Manhattan respiri l'aria della globalizzazione, del progresso e dell'energia degli uomini. Se con
attenzione però scruti i volti della gente, puoi percepire le
VIAGGI
re sulla quale la scelta è molto ampia, quasi infinita, che
catturano il turista venuto dal vecchio continente. Lo seducono, fanno in modo che non lasci mai New York, neppure per un secondo, anche dopo l'atterraggio a Malpensa,
Londra o Madrid. Sono gli abitanti che costruiscono la
città, non il contrario. E sono i newyorkesi ad eternizzare
le torri gemelle, i taxi gialli, Times Square, l'Empire State
Building. Mai viceversa.
loro emozioni e capire che non sempre appaiono felici.
Anzi. 8 milioni di persone abitano il centro della città e
salgono a 21 milioni se consideriamo l'area metropolitana. In Italia, per farvi un'idea, un numero così elevato
potremmo ottenerlo unendo una decina di regioni. Di
certo in mezzo a quel brulichio incessante si scovano
esempi di eccentricità, accettazione del diverso, fratellanza. Questo mi ha colpito più di tutto di New York. Più del
traffico infernale, i negozi affollati, le panchine dei parchi
presi d'assalto, gli atleti improvvisati che percorrono le
strade interne al Central Park con i roller-blades ai piedi,
la straordinaria altezza dei grattacieli, i musei disseminati lungo il Museum Miles o seminascosti tra le streets, la
poesia di un vecchio edificio dirimpetto a un fast food.
Sono gli occhi della gente, simili a una tavolozza di colo-
New York è un esempio lampante di società poliedrica,
globalizzata, moderna. Una volta entrati in quella realtà
risulta quasi impossibile uscirne, almeno con il pensiero.
A casa, in Europa, le prime "nuove" impressioni della
nostra abitazione, del paese, dei trasporti, trasmettono
delusioni. Al posto dei grattacieli spuntano funghi attaccati al terreno, piatti. In cambio delle strade immense percorriamo, in macchine di modeste dimensioni, sentieri di
campagna. Non esistono paragoni. Le due culture sono
profondamente distanti, forse più di un oceano.
Scendendo dalla vettura che mi aveva riaccompagnato a
Tradate, nel parcheggio della mia via, ero rimasto scioccato. L'istinto, o meglio l'abitudine alle altezze sconsiderate, mi avevano portato a superare i tetti delle case, con
lo sguardo teso al cielo, in quel caso, vuoto.
Non riesco a sopravvivere senza New York. Se quando mi
incontrate vi supero con il mento inclinato verso l'alto non
preoccupatevi, non sono né maleducato né pazzo.
7
di Elisabetta Ranco
I N I Z I AT I V E
I SALONI
delle VACANZE IG
In numerosi
InformaGiovani
della provincia
si sono tenuti
questa primavera
i Saloni delle Vacanze,
appuntamenti ad hoc per
"prepararsi"
ad una stagione
di viaggi e vacanze
Dedichiamo
questo spazio
al Salone di Saronno,
il più "storico"
tra quelli proposti
"AGENDE DI VIAGGIO"
In questo numero abbiamo dato spazio a racconti di viaggi, ora,
se vuoi, anche tu puoi raccontarci la tua vacanza o il tuo tour
inviandoci una mail a [email protected], magari anche
con qualche foto…
Hai tempo sino al 10 ottobre 2008! ... e ricordati di indicare i tuoi
recapiti.
Tra i racconti pervenuti ne sceglieremo almeno uno, che sarà pubblicato sul prossimo numero di IG Magazine.
Per informazioni contattaci allo 0332/252.557 o 677
8
S
iete stanchi delle solite vacanze con i genitori? Ora potete
decidere la vostra vacanza ideale insieme ai vostri amici
anche se non siete maggiorenni... Puoi trovare tutte le informazioni presso i Saloni delle Vacanze - eventi organizzati ad hoc
- oppure informarti presso uno degli oltre venti servizi IG aperti nei
Comuni della provincia di Varese.
Per saperne di più, questa volta, abbiamo intervistato Maria Luisa
Pagani, responsabile del Salone delle Vacanze di Saronno.
COM'E' NATA L'IDEA DEL SALONE VACANZE?
L'idea di un "Salone delle Vacanze" mi è venuta 16 anni fa per
coinvolgere tutti quei ragazzi che chiedevano all'InformaGiovani
un posto dove trascorrere le vacanze.
QUALI SONO LE PROPOSTE ADATTE AI GIOVANI?
Le proposte fornite nel "Salone delle Vacanze" sono rivolte ad ogni
persona che vorrebbe organizzare autonomamente le vacanze in
ostello oppure in campeggio. Per i minorenni vengono predisposte
escursioni naturalistiche e campi ecologici con l'accompagnamento di guide. Inoltre i giovani dispongono della facoltà di prenotare
una camera (in alberghi, residence, etc…) oppure possono scegliere di fare campeggio all'aperto. Per i ragazzi amanti dello sport la
scelta è ancora più elevata: dagli sport estremi come il rafting e l'alpinismo si passa a quelli marittimi come la vela e la canoa. Sono
inclusi anche viaggi per l'estero.
QUANTO POSSONO DURARE LE VACANZE,
ANCHE ALL'ESTERO?
Prima di tutto bisogna distinguere, per i loro limiti di durata, le
vacanze studio dalle vacanze lavoro. Le vacanze studio, sia in
Italia che all'estero, coprono un arco di tempo che va da un solo
giorno fino a un anno. Per di più vi possono aderire anche gli adolescenti. Viceversa, quelle di lavoro non possono superare i 15
giorni e sono rivolte esclusivamente ai maggiorenni che, al termine della prestazione, percepiranno un compenso.
LE ESPERIENZE ALL'ESTERO DANNO QUALCHE
VANTAGGIO IN TERMINI SCOLASTICI?
Se si va in una scuola o si frequenta uno stage linguistico, al termine delle lezioni i ragazzi riceveranno un certificato valido anche
per i crediti scolastici. Agli amanti del volontariato consiglio di provare l'esperienza in un Paese straniero, in quanto permette loro di
acquisire nuove conoscenze e di fare amicizia con adolescenti di
varie parti del mondo.
a cura della Redazione di Varese
MUSICA
Intervista a
DAVIDE
TOFFOLO
NATO IL
65
17 GENNAIO 19
A PORDENONE.
DEI
E’ IL CANTANTE
TRE ALLEGRI
RAGAZZI MORTI
)
(10 album all’attivo
E’ un fumettista.
Re Bianco”
Tra le sue opere “Il
dolescenza”
’a
e “Anatomia di un
rie
se
la
del 2005 più
altro.
“Fandango” e molto
tta
E’ a capo dell’etiche sta”.
pe
m
Te
a
“L
ica
af
gr
co
dis
.
to
fo
Non esistono
famosa
Identificabile per la
maschera a teschio
da lui disegnata
(GNU Free Documentation License)
ti lontani da
mo sempre tenu
sia
ci
io
ed
i
rizzato il nostro
ti. I miei amic
biamo mai indi
sione
ab
ca
oc
on
è
N
.
in
ta
vi
to
ra
di
cont
creatività. C’
quel tipo
Lo abbiamo in
lo, ma verso la
zzata da
al
ni
el
sb
ga
qu
lo
or
oè
o
a
ci
rs
,
nd
ve
if
to
vissuto
di essere na
i
to
ne
et
della Tavola Ro
nc
rte
co
’a
“L
al
in
a
ro
tà prov
ni, sul tem
tutto questo diet
a pulito. La real
Notturno Giova
anili” lo scorso
’ provinciale, m
azione.
ov
po
gi
or
un
ab
ta
e
el
ci
er
es
di
ss
cr
hi
l’e
percorsi di
mpi più lung
ta dei
te
ris
so
tte
e
es
ba
rm
il
pe
og
n,
Julia
rsa dall’ gi ch
ciale ci ha
A intervistarlo
nuità molto dive
vide ha
ge
Da
in
e
d’
do
on
zi
rta
an
ua
so
qu
28 novembre.
sit
a
o
un
en
C’era
do nella
è nato più o m
e musicie spunti. Io ve
ve il
Kapolinea, che
una chitarra. Du
eno di stimoli
pi
lta
è
ermanente” do
vo
“p
a
im
rio
pr
eto
la
ov
ra
r
pr
bo
pe
e
la
o
du
di
at
ci
tte
rta
Tu
ac
so
da
imbr
nfronto.
proviene ll’eattuale una
nerazioni a co
soprattutto chi
,
re se e
tri
Va
al
i
te
gl
n
en
co
am
sti di diverse ge
et tiv
mpre diverse.
confronto
pr ov in ci a (ri sp
di punk
noscere storie se
co
po
m
di
te
ta
a
et
no
ni en ti da lla
rm
tto
pe
stero,
n i cuori che ba
Pordenone) e co
no?
ntare in italia
i deciso di ca
ha
rock.
in itae
ai
?
ar
m
nt
o”
e
m
Ca
tic
.
Co
gua italiana
Homo Artis
“
lin
la
re
al
se
to
es
ga
di
le
capito
ntemente conconcetto
Sono molto
Quando hai
. Bisogna costa
esso legato al
da
sp
sfi
o
a
pp
un
ditro
e
E’
ch
.
an
rola
liano è
re e con una tra
Diffido dalla pa
calità particola
vo
a
un
n
co
o
o…
nt
si
od
le
ar
m
front
. Un
di tecnica, di ta
sia un’attitudine
sere un ar tista
che si ha
zione.
lo
el
qu
r
pe
Io credo che es
d’ascolto
ne
io
no
nella
iz
so
i
nd
m
co
po
in
poco tem
di porsi
irai realizzato
di capirlo. Da
come ti sent
è
à
e
e
nt
o
ch
lo
e
nd
”
vo
lo
ua
la
Q
uo
o,
“r
attorn
avere un
.
questo significa
tua vita?
vertirmi sul serio
reso conto che
cominciato a di
e.
al
ho
zi
ò
ni
en
ci
an
ist
io
es
30
cc
i
ne
fa
io
Dopo
in cui
una condiz
Come
to nel momento
ma musicale?
i sento realizza
M
ra
nnamoramenti”
“i
no
ui
pa
in
nt
il
co
o
e
ne
at
ero di aver
la situazio
Sp
di
o.
Come è cambi
ve
am
e
e
m
ch
co
re per te e
è stato inizia
gi?
in tal senso.
usicisti di og
m
inciale
i
ov
pr
tà
al
quale
dei giovan
re
a
messaggio,
a suonare in un
con la realtà
lasciare un
i
to
lit
ss
nf
le
Ho cominciato
co
vo
rte
Se
fo
In un clima di
o un luogo
degli anni ’80.
no gli altri.
sarebbe?
r fortuna avevam
Pe
.
nk
pu
o
freello che ti dico
cle
qu
ho
nu
a
e
il
ch
ai
e
m
to
na
e
sti
di
er
ge
tta
ed
to
ci
io au
Non cr
può scoprire la
Tekila, uno spaz
storia. Ognuno
servono
a
su
hi
la
og
ha
lu
o
i
fisico libero, il
st
un
Ogn
ai 20 anni. Que
llo era
quentato dai 13
creatività. Que
propria via.
la
e
ar
ol
im
nst
sa
r
di droghe pe
o
ai giovani pe
um
ns
co
l
da
, segnato
un periodo duro
9
MUSICA
a cura della Redazione di Varese
A.A.A.
MUSICISTI
CERCASI
Band del varesotto:
tante e affiatate.
Un censimento per far parte
della grande famiglia
N
ei primi numeri di IG Magazine si è
lanciata l'iniziativa di un censimento
delle band della città e provincia di
Varese. I numerosi coupon che
sono stati inviati hanno
messo in luce una "scena"
inaspettatamente viva e dinamica. Ma era solo la punta
dell'iceberg! Basti pensare al
numero di demo che per un'altra
iniziativa (concorso "VA sul
palco 2008") sono stati ricevuti dalla Tube Records. Le
scrivanie di Dario e
Giuseppe erano sommerse da CD amatoriali, chiavette Usb
con file MP3 e schede
di
presentazione.
Abbiamo così pensato
di intervistare alcuni
dei gruppi che hanno
passato la selezione e
altri che "ruotano" intorno
al mondo InformaGiovani.
GRUPPI
INTERVISTATI
10
A Letter For Sally
Crazy Dreams
Deskarados
Fiore di Luna
Juliet's Crying
Nerd Follia
Kapolinea
Toxic Tuna
LE DOMANDE
1) PERCHÉ AVETE SCELTO
QUESTO NOME PER IL GRUPPO?
Sono sempre interessanti le storie che si nascondono dietro
ai nomi delle band. Roberto dei Kapolinea ci racconta che
provano a casa di un membro del gruppo. Per arrivarci
devono prendere il pullman e scendere al capolinea della
"E". E' da questo che deriva il nome. La "K" è un chiaro
riferimento alla contro-cultura punk. I Toxic Tuna hanno
scelto il nome del pesce con tre occhi dei Simpson. Le mutazioni genetiche, causate dalle radiazioni nucleari della centrale del Signor Burns, per esprimere l'originalità del loro sound
frutto di infinite contaminazioni. I Fiore di Luna hanno puntato
su un'immagine poetica e irreale. Un fiore sulla luna è qualcosa che non esiste eppure comunica un senso di bellezza e
delicatezza. Ai Nerd Follia piaceva l'effetto di accostare la
parola "nerd" (lo sfigato con quel lampo di genialità) e "follia". Stefano ci confessa che in fondo loro stessi sono dei nerd,
ma anche un po' pazzi. Gli A Letter For Sally, hanno scelto il
nome per la musicalità, per la bellezza del suono e perché,
per una strana coincidenza, tutti i membri del gruppo hanno
avuto a che fare col nome "Sally" nella loro vita. I Juliet's
Crying quando si sono incontrati sonavano punk, il nome è
un omaggio ad una canzone dei Green Day, il loro gruppo
preferito di allora. Il cantante dei Deskarados, dopo un viaggio in Sud America, ha scelto il corrispondente argentino
della parola "spacciati".
2) COME VI SIETE INCONTRATI?
I banchi di scuola sembrano il luogo d'incontro
ideale per la nascita delle band. L'amicizia
rimane comunque l'elemento fondamentale che
unisce il "nucleo" dei gruppi. Le formazioni spesso si arricchiscono con elementi esterni tramite annunci su giornali, fanzine e internet.
3) COSA TI HA SPINTO
A FAR PARTE
DI UN GRUPPO?
Si fa parte di un gruppo fondamentalmente per la voglia di
divertirsi, per l'amore per la musica, per passare un po' di tempo con
gli amici. I Toxic Tuna suonavano
per divertirsi, stanchi di fare cover,
hanno deciso di puntare su uno stile
proprio, componendo pezzi inediti. Per
loro far parte di una band vuol dire avere la possibilità di esprimersi e di creare qualcosa dal nulla. Per
le Crazy Dreams, suonare vuol dire sognare. Il loro
sogno è di ottenere fama, potere, soldi e fans.
4) COS'È PER TE LA MUSICA?
Domanda difficile. Impossibile rispondere per un musicista
che considera la musica la propria anima (Crazy Dreams)
o il 100% della vita, qualcosa di cui non si può fare a meno
(Juliet's Crying). Ai Nerd Follia non basterebbe una giornata intera per rispondere a questa domanda. Per Daniele dei
Fiori di Luna la musica è vita, è sangue, è tutto ciò che non
è brutto. Per i Deskarados, è l'espressione dei propri sentimenti. Per i Kapolinea è divertimento, comunicazione e
libertà. Il tema dell'espressione e della comunicazione è un
leit motiv. Per i Toxic Tuna, per esempio, la musica rappresenta un linguaggio universale. E' una cura per la mente e
per il corpo. Ma al di là della "filosofia", per i nostri musicisti, è soprattutto qualcosa di concreto che implica un impegno effettivo in fatto di tempo (bisogna provare, studiare,
esercitarsi) e a volte di soldi (gli A Letter For Sally si sono
autoprodotti l'album di esordio), e perché no, la possibilità
di una professione futura.
5)
QUALI SONO I GRUPPI CHE MAGGIORMENTE
VI HANNO INFLUENZATO?
Anche con questa domanda abbiamo messo in crisi i portavoce della band. Nessuno voleva prendersi la responsabilità di fare i "nomi". "Ognuno ascolta generi differenti,
abbiamo gusti eterogenei, non me la sento di parlare a
nome del gruppo" ci dice Piero degli A Letter For Sally.
Se volessimo però dipingere un quadro generale, ciò che è
emerso, è che le band vengono influenzate dai musicisti
"storici" del genere che suonano. Abbiamo quindi lo ska
delle origini e Bob Marley per i Deskarados. Il Punk '77 per
i Kapolinea. Molti dei gruppi che abbiamo intervistato
vedono nel punk "nostrano" il punto di origine poi, col passare del tempo, l'evolversi dei gusti, la familiarità con gli
strumenti e la maggiore capacità "tecnica" permettono
maggiori sperimentazioni.
PROSEGUE IL
NOME DEL GRUPPO
Numero componenti
CENSIMENTO delle BAND
Genere
mettetevi in contatto con
Suona:
Cover
Pezzi propri
Ha suonato in (locali, feste, rassegne, etc...)
Demo:
SI
NO
E-mail del responsabile del gruppo
Sito internet
Compila il tagliando e spediscilo in busta chiusa a:
Coordinamento Provinciale InformaGiovani
Via Valverde, 2 - 21100 Varese
oppure scrivi a:
[email protected]
Per maggiori informazioni:
www.provincia.va.it/sociali.htm
Dichiarazione di avvenuta informazione circa il Trattamento dei Dati
(informativa ex art. 13 D.lgs. 196/2003). Secondo la normativa indicata, tale trattamento sarà improntato ai principi di correttezza, liceità
e trasparenza e di tutela della riservatezza. I dati forniti saranno utilizzati esclusivamente per l’invio via posta elettronica delle informazioni del Coordinamento InformaGiovani e saranno insariti in un database del Settore Lavoro e Sociale. Il titolare della conservazione dei
dati,cui eventualmente far capo per esercitare i diritti, ai sensi dell’art. 7 del D.lgs 196/2003, è la Provincia di Varese - Piazza Libertà 1
- nella persona del Presidente della Provincia.
✂
NOI!
Tre righe di presentazione
11
di Emanuele Gemme
MUSICA
SARONNO
MUSICA
E’
il 9 giugno la data che sancisce ufficialmente l’inizio
dell’estate per noi ragazzi. La chiusura dell’anno
scolastico coincide con un senso di libertà tutto studentesco: per un po’ si accantonano i libri e si aprono finalmente le danze. Non c’è momento migliore per far risuonare le prime schitarrate sui palchi che la cittadina saronnese
offrirà per tutta la durata dei mesi caldi.
Si comincia con la “FESTA DELLE SCUOLE”, che si terrà
proprio a partire dal pomeriggio del 9 giugno, presso il
cortile della biblioteca. Un’occasione per esibirsi “in famiglia”: infatti, si concentreranno sul palco giovani band formate dagli studenti. Sarà l’opportunità giusta per scatenarsi e divertirsi sulle note dei propri compagni. Per la serata
sono previste le performance di band ospiti come le “Teste
di Cocco”, che serviranno un appetitoso piatto a base di
ska. A seguire sarà il turno delle “Cattive Abitudini”, gruppo rock conosciuto a livello nazionale.
Il Comune di Saronno riproporrà per il mese di luglio la
“NOTTE BIANCA” con la possibilità di fare shopping
in notturna, ed ascoltare qualunque genere di musica. In
12
ogni angolo, spunteranno palchi e gruppi emergenti che
animeranno la cittadina fino a tarda ora.
L’estate all’insegna del ritmo si concluderà con l’attesissimo “FESTORIA” in programma da ormai 14 anni per
il mese di settembre presso la piazza del mercato. La
manifestazione nasce in ricordo di quattro ragazzi scomparsi prematuramente nel 1994 e ne celebra la loro
memoria. Non si tratta della classica “festa della birra”
ma di una festa organizzata da volontari, che si incaricano di rendere visibili le esperienze e le realtà culturali del territorio; per questo ogni anno appare innovativo
e mai scontato. Il “Festoria”, che nelle precedenti edizioni ha ospitato anche gruppi del calibro dei “Punkreas”,
ormai accompagna l’Amaretto per rinnovare la fama di
Saronno e cerca, non senza successo, di trasportare la
vita delle grandi città nella nostra piccola “città degli
angeli”.
Tante le occasioni per favorire la musica emergente, ma
anche per ammirare le esibizioni di artisti già affermati.
Buon divertimento!
di Vittoria Meloni
MUSICA
MUTO MA CON IL JAZZ
“Camera con vista”
musica dal vivo
& film muti
dei primi del ‘900
P
er chi ama la musica e il cinema d’essai, l’estate saronnese offrirà una programmazione speciale: nel mese di luglio, nel cortile
della Biblioteca civica saranno proiettate alcune pellicole dei
primi del Novecento musicate dal vivo dal gruppo jazz Camera con
vista. Abbiamo incontrato il contrabbassista del gruppo, Enrico
Monaco, e ci siamo fatti raccontare il progetto.
Ciao Enrico, per cominciare mi sembra giusto
chiederti di spiegarci in cosa consiste questo progetto.
Il progetto consiste nel voler sonorizzare dei film muti. Utilizzo il termine SONORIZZARE perché voglio da subito distinguerlo dal concetto
di colonna sonora. La sonorizzazione, infatti, viene fatta sul momento e non è pensata a priori con l’unico scopo di accompagnamento
musicale del film. Nel nostro caso non abbiamo degli spartiti ma è il
film stesso, con il susseguirsi delle immagini, a costituire lo spartito
musicale a cui fare riferimento.
Quindi tutte le vostre esibizioni si basano solo
sull’improvvisazione?
Ovviamente tutto cambia a seconda dei film scelti. In linea di massima comunque abbiamo un canovaccio dove ci sono i temi per le scene
principali e poi, attraverso la musica jazz si riesce a dare spazio
all’improvvisazione. Noi cerchiamo di trasmettere attraverso la
musica le sensazioni e le emozioni che in quel momento ci
trasmette il film. L’improvvisazione musicale risulta in questo ambito la soluzione ideale, naturale e più spontanea
per legare le immagini e la storia, integrandosi alle situazioni, ai personaggi e ai vari sentimenti presenti nel film.
E perché avete scelto proprio
la musica jazz?
In realtà non si tratta di vera e propria musica
jazz. Il jazz è solo la nostra impostazione musicale perché ci permette di avere un’ampia
gamma di strumenti a disposizione e perché risulta un linguaggio musicale molto vario. Ma poi,
attraverso l’uso di diversi oggetti, cerchiamo di riprodurre altri tipi di suoni sfruttando completamente tutte le sonorità
degli strumenti ricercando così nuove
sensazioni musicali. Come esempio ricordo che in un film per evocare la
scena del passaggio di un gruppo di topi il batterista aveva versato sul
suo strumento dei tappi.
Come ci spieghi invece la scelta dei film muti?
Il film muto, nella sua forma priva di dialoghi, fornisce la possibilità
di commentare le immagini con la musica ed è perciò il più adatto ad
essere sonorizzato e, nascendo senza una colonna sonora propria,
lascia a noi musicisti la completa libertà e la possibilità di suonare
sulla base delle emozioni che, al momento della visione, ci suggerisce
la storia. La vera sfida è sonorizzare film senza trama poiché siamo
proprio noi che dobbiamo cercare di rendere più facile la comprensione del film rendendo la trama esplicita con i suoni.
Curiosa è anche la scelta di mettervi a suonare davanti
al film proiettato. C’è una spiegazione anche per questo?
Certo. Chi assiste alla proiezione ha modo di cogliere e avvertire
maggiormente le sfumature della storia grazie all’apporto in contemporanea dei suoni che accompagnano il film. Ma noi non vogliamo
essere solo accompagnatori musicali. Vogliamo mostrarci come spettatori del film che esprimono le emozioni attraverso la musica. Il pubblico deve vedere che anche noi guardiamo il film come loro ed è proprio in quei momenti che nascono le nostre melodie, melodie attuali
che commentano film di molti anni fa. È questa la profondità. Lo spazio di tempo che intercorre tra la pellicola e la musica che accompagna la visione della stessa. Anche a distanza di pochi anni le melodie
che abbiamo scelto per sonorizzare alcuni film cambiano come cambia tutto ciò che ci circonda. Ciò che rimane sono solo le immagini del film fissate sullo schermo.
13
CINEMA
a cura della Redazione di Sesto Calende
TRE GIOVANI AL
Il Giffoni 2007
raccontato dai giovani giurati
della delegazione di Sesto Calende
S
tazione Centrale, Milano, 10 luglio 2007, ore 11 di
mattina circa. Seduto su una panchina suonavo la
chitarra strimpellando quattro accordi insieme ai
miei due compagni di viaggio, Giacomo e Ruggero, nell'attesa dell'arrivo del nostro accompagnatore, perso
nella ricerca dei bagagli lasciati sul treno da Sesto
Calende.
14
Poco dopo ci siamo ritrovati stipati su un Eurostar per
Salerno. Destinazione: Giffoni, un piccolo paesello tra le
colline del salernitano di cui conoscevamo praticamente
solo il nome, dove si tiene annualmente un omonimo festival del cinema del quale ragazzi provenienti da tutto il
mondo ne compongono la giuria.
Il viaggio è stato piuttosto lungo; una sosta veloce a
Bologna, Roma, Napoli e poi l'arrivo in stazione a
Salerno.
Ad attenderci un pullman che ci ha portato a Giffoni e da
lì siamo stati smistati alle famiglie che ci avrebbero ospitato per questi intensi dieci giorni. Tutti e tre noi alloggiavamo a Salerno, distante circa tre quarti d'ora di pullman
da Giffoni; alcuni ragazzi più fortunati, molto pochi per
la verità, sono stati accasati a Giffoni e avevano quindi
il privilegio di potersi svegliare un'ora dopo di noi.
Il Festival si teneva nel centro della cittadina e le attività,
per lo più proiezioni di film e dibattiti, erano concentrate
in due grosse sale cinematografiche.
All'esterno un grande prato a gradoni costituiva la nostra
"area ricreativa" in quanto lì passavamo il tempo libero,
generalmente sdraiati per terra a recuperare il sonno
perso la notte precedente. Dall'altra parte del complesso
c'era un grosso palco dove si tenevano le serate nelle
quali si alternavano su un palco celebri attori e registi,
prima di lasciare il posto ad alcuni dei grandi nomi
Le foto che accompagnano questo articolo
sono state realizzate da Giangiacomo Rossetti.
Anche lui (insieme a Giovanni Brena
e a Ruggero Vultaggio) ha partecipato in qualità di giurato
a Giffoni 2007 nella delegazione inviata
dal Comune di Sesto Calende. Il suo reportage fotografico,
oggetto di una mostra molto apprezzata,
rappresenta il festival visto attraverso
gli occhi dei suoi protagonisti: i giovani.
della musica italiana (ma non solo) come Cristicchi, gli
Zero Assoluto, Carmen Consoli, Ziggie Marley e molti
altri. Per quanto riguarda il festival vero e proprio, cioè
la competizione tra film e cortometraggi provenienti da
tutto il mondo, erano stati scelti dall'organizzazione
circa quindici pellicole da proporre a noi giudici, mentre una sezione separata era stata destinata ai cortometraggi. Alla visione di ogni film seguiva un dibattito
al quale partecipavano sempre almeno un attore o il
regista dello stesso.
Tra i nomi più famosi ci sono stati: Danny De Vito, Abel
Ferrara, Gillian Anderson. L'assegnazione della vittoria è stata data mediante voto della giuria sia per la
categoria film che per i cortometraggi; il film che ha
riscosso il maggiore successo è stato l'americano
"Keith" diretto da Todd Kessler con Jessie McCartney
come protagonista.
Sabato 21 luglio, preso il treno per il ritorno, abbiamo
dovuto salutare tutti i ragazzi che avevamo conosciuto
e con i quali erano nate profonde amicizie; questa
forse, anche se la nostalgia di casa si sentiva un po',
è stata la parte più difficile, perché, con questi, avevamo condiviso praticamente tutto per dieci giorni.
Sicuramente è stata un'esperienza fantastica e ci ha
aiutato a crescere in tutti i sensi; l'unico rammarico è
quello di non poter partecipare di nuovo al festival
(infatti è concesso partecipare solo una volta).
Consiglio a tutti di pensarci per l'anno prossimo perché
è un'occasione imperdibile di vivere una vacanza
"diversa" ma certamente indimenticabile.
Per avere informazioni sul festival:
www.giffoniff.it
15
RAGAZZA ALLA PARI
di Jessica Achermann
TRE ORE CHE
CAMBIANO LA VITA
Volevo vedere e vivere
qualcosa di nuovo.
In tre ore la mia vita
ha iniziato a cambiare
C
iao mi chiamo Jessica e vengo dalla Svizzera tedesca, ora
sono la '"ragazza alla pari" in una famiglia italiana, a
Varese. Sono qui da tre mesi e rimarrò fino a giugno, 7
mesi in tutto, e mi piace molto. Vorrei raccontarvi della mia esperienza all'estero e perché ho deciso di essere una ragazza alla pari. Dopo
aver terminato gli studi superiori e aver superato la maturità, non
avevo voglia di andare direttamente all'università, avrei voluto fare
delle esperienze, senza continuare a studiare a casa. Volevo vedere
e vivere qualcosa di diverso. Cosi ho iniziato a riflettere su cosa
avrei potuto fare, l'idea di viaggiare e incontrare persone nuove
mi piaceva molto, cosi dato che a casa mia avevo fatto la babysitter per molti anni per tre famiglie, ho pensato che sarebbe stato
interessante fare la ragazza alla pari per qualche mese. La mia
lingua madre è il tedesco, ma dopo la scuola parlavo fluentemente anche l'inglese e il francese, cosi, avendo frequentato un corso
facoltativo di italiano durante l'ultimo anno di scuola, ho deciso di
venire in Italia anche per migliorare la mia conoscenza della lingua e della cultura del paese confinante a sud con il mio. Dovete
sapere poi che l'italiano è anche una delle lingue nazionali svizzere, e una buona conoscenza di esso può rappresentare un vantaggio nel mio paese.
16
Sono di Lucerna, che è a sole tre ore di treno
dalla mia "nuova" famiglia a termine.
Solo tre ore pensi? Non ti puoi immaginare come possa cambiare la
vita quotidiana anche con una distanza cosi piccola. Non sono sempre le grandi cose a fare la differenza. Tutto cambia a partire dalle
cose piccole ordinarie. Iniziamo dal mattino: da noi si mangia pane
integrale con burro e marmellata e si beve il latte, nella mia
famiglia qui, facciamo colazione con thé e biscotti. Quasi tutte
le mattine mi prendo cura del bimbo piccolo e spesso andiamo
al mercato, dove si vedono tantissime cose, e a me sembra sempre che ci sia un'atmosfera speciale. Due volte a settimana vado
a scuola a Varese in treno, ho imparato che è meglio prendere
sempre un treno prima perché sono sempre in ritardo. Che sorpresa vedendo le gelaterie aperte già a febbraio! Sarebbe incredibile da me. Fino alla fine di marzo davvero nessuno a Lucerna ha
voglia di mangiar del gelato perché fa sempre molto freddo, infatti, per me questi mesi in Italia, da dicembre a marzo, non sono vera-
mente invernali. Mi sembra
bellissimo che qui ci sia il sole
anche nel periodo freddo e che
raramente ci sia nebbia fitta
come nel mio paese.
Come si può diventare una ragazza alla pari?
La maggior parte delle candidate trova una famiglia grazie ad un'agenzia specializzata nella mediazione tra famiglie e ragazze.
All'inizio ti fanno compilare diversi questionari per comprendere i
tuoi interessi, e grazie a quelli, l'agenzia seleziona le famiglie più
adatte a te. L'agenzia poi ti offre supporto anche durante il tuo soggiorno e nel caso peggiore trova una nuova famiglia per te se non ti
trovassi bene in quella prescelta. Inoltre, attraverso l'agenzia puoi
avere una lista delle altre ragazze alla pari nei tuoi dintorni.
Naturalmente a fronte di tanti vantaggi, bisogna sapere che le agenzie richiedono circa 300 euro per la mediazione. Tuttavia questa non
è l'unica via percorribile per vivere questa esperienza, infatti, su
internet si trovano molti siti finalizzati all'incontro tra famiglie e
ragazzi. Io vi posso rimandare alla pagina www.aupair-world.ch
ma ne esistono molte altre. Una volta inserita una tua foto e compilati una serie di moduli, puoi vedere tutte le famiglie disponibili e poi
contattarle via mail. Lo svantaggio di internet è che non si sa mai se
tutti i dati che si trovano riguardo le famiglie siano veritieri, perciò
vi raccomando di andare a trovare la famiglia per conoscerla meglio,
prima di prendere accordi.
lavoro
studio e
i
d
à
it
I
inforn
S
R
ortu
a darti le
IVOLGE
ulle opp
A CHI R informazioni s IG e IFL che oltre lla definizione
i
ne
ere
Vuoi av Rivolgiti ai serviz otranno aiutarti
p
?
o
ro
n
te
g
s
o
’E
is
all
ai b
di cui h
o”.
mazioni
formativ
izi:
o
tt
e
g
ro
P
dei serv
“
o
z
del tu
indiriz i a.it/sociali.htm
li
g
re
e
c
tm
s
.v
Per cono
lavoro.h
rovincia
www.p rovincia.va.it/
/
:/
p
tt
h
.p
/www
e http:/
di Sara Belingheri
SOLIDARIETA’
LAST MINUTE MARKET:
SOLIDARIETÀ…
ALL’ULTIMO MINUTO
Dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna
un progetto per trasformare gli scarti dei prodotti alimentari in una risorsa benefica
S
i fa un gran parlare dei rifiuti, di inceneritori e di raccolta differenziata, ma spesso ci si dimentica che il
problema dell’immondizia sorge perché siamo noi a
produrla.
Certamente crearla è inevitabile ma, di frequente, nel bidone finiscono prodotti che possono essere ancora utilizzabili
e che quindi costituiscono uno spreco.
Quello che una famiglia spreca non è niente se paragonato alla quantità di alimenti ancora perfettamente commestibili che ogni giorno un qualunque supermercato destina ad
essere distrutta.
È sufficiente infatti che la confezione non sia più perfettamente integra per rendere il prodotto meno appetibile e
causarne la rimozione dagli scaffali. Così una mole immensa di cibo viene distrutta senza che i clienti nemmeno se ne
accorgano: un ipermercato manda al macero in un solo
anno in media 130 tonnellate di merce ancora destinabili
al consumo umano o animale.
Nel 2000 sono partiti da questa costatazione alcuni studenti della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che
nella loro tesi di laurea hanno proposto il modello del Last
Minute Market.
Un’idea ambiziosa e di successo, visto che negli otto anni
passati dalla sua nascita ha goduto di visibilità sempre
maggiore e che si sta via via espandendo, non solo in
Italia, ma anche all’estero.
Il progetto si basa sulla collaborazione con gli Ipermercati,
che al mattino raccolgono in magazzino i prodotti non più
adatti alla vendita perché vicini alla scadenza, ammaccati
o semplicemente fuori stagione.
Alle otto un addetto dell’associazione Last Minute Market si
reca nel magazzino ed effettua i controlli sanitari: gli alimenti che rispettano gli standard più alti (circa il
70%) vengono raccolti per uso umano, mentre il
restante 30% viene destinato agli animali. Latticini
e carne vengono trattati con particolare attenzione, per
garantire la sicurezza dei consumatori ed assieme a frutta
e verdura costituiscono il punto forte di questa realtà: le
numerosissime raccolte che vengono periodicamente effettuate, infatti, sono costituite normalmente da scatolame.
La raccolta giornaliera e la velocissima catena distributiva
del “mercato dell’ultimo minuto”, invece, permettono di
offrire alle associazioni anche prodotti freschi. Già alle
undici tutto ciò che può essere recuperato è pronto e deve
essere rapidamente raccolto dai volontari delle associazioni che usufruiscono del servizio. Si tratta di mense per
i poveri, associazioni che aiutano famiglie numerose, parrocchie, case famiglia, comunità, centri
faunistici.
Il sistema è talmente efficiente che spesso le strutture riceventi donano a loro volta i prodotti meno deperibili ai senzatetto o a famiglie in difficoltà.
Credo che a questo punto sorgano alcune domande…
Chi ci guadagna realmente in questa immensa macchina
organizzativa? La risposta è molto semplice. Tutti, dall’ipermercato al cittadino.
L’ipermercato, oltre a poter scaricare l’Iva della merce
donata, ha un forte ritorno in immagine; diminuiscono i
costi di stoccaggio degli invenduti e quelli per lo smaltimento dei rifiuti. L’attività del Last Minute Market non influisce
inoltre sulle vendite dell’ipermercato: i consumatori che
beneficiano del progetto, infatti, non andrebbero mai a
comprare negli iperstore. L’associazione opera quindi in un
“non mercato”, soddisfacendo una “non domanda”.
Gli ultimi a godere dei vantaggi dell’iniziativa sono anche
le istituzioni pubbliche, che possono risparmiare somme
notevoli non dovendo più sostenere completamente i costi di
strutture dispendiose e che vedono diminuito il disagio
sociale.
Il modello non si addice solo agli alimenti, ma è stato applicato anche alle sementi, ai libri, alle eccedenze agricole e,
negli ultimi tempi, anche ai farmaci.
Sara Belingheri
Se vuoi saperne di più visita il sito internet:
http://www.lastminutemarket.org
17
di Giorgio Macchi
SPORT
FANGO, MUSCOLI,
DISCIPLINA
E DIVERTIMENTO...
QUESTO
È IL RUGBY!
Alla scoperta di uno sport duro ma pulito e in forte crescita.
Intervista a Simone Banfi, capitano U19
Q
uesto magnifico sport è nato in
Inghilterra e nessuno delle discipline inglesi incarna i valori di correttezza e rispetto per gli avversari quanto la
palla ovale. E’ senza dubbio uno sport
duro, ma la sua diffusione sta aumentando sempre di più.
Il campo è leggermente più piccolo di quello usato per
il calcio, e l’obiettivo principale delle squadre è avanzare... avanzare fino alla meta. Molte sono le regole,
le più importanti, che lo differenziano dalla sua variante americana (il football), sono che si può passare la
palla solo indietro e che, il contatto tra i giocatori, è
rigidamente disciplinato dal regolamento. E’ opinione
diffusa che sia uno sport violento e per bruti, ma come
disse Oscar Wilde «Il calcio è uno sport da gentiluomini fatto da bestie, mentre il rugby è uno sport da bestie
fatto da gentiluomini...» ed è indubbio che il numero di
infortuni nel rugby sia assai minore che nel calcio.
La realtà rugbistica più vicina a noi è arroccata a
Giubiano, sede del A.S.D. Rugby Varese.
Il club nasce nel 1976 e dopo svariati anni di dura fatica è arrivata a giocare in Serie B con la prima squadra e in serie C con la seconda. Sono presenti anche
le squadre giovanili, ottimo modo per assaporare il
vero rugby in tenera età. Si parte dai piccoli “Diavoli
Rossi” fino alla promettente Under 19 che ha dominato imbattuta la stagione 2007/2008.
Per chi volesse cimentarsi e provare l’ebbrezza di questo magnifico sport, le porte del campo Levi sono sempre aperte!
18
INTERVISTA A SIMONE BANFI CAPITANO U19
Come hai iniziato a giocare a rugby?
Ho iniziato a giocare a rugby quando ero molto piccolo,
ero in prima elementare!
La voglia mi è venuta specialmente guardando mio fratello
maggiore, che già giocava.
E’ vero che è uno sport di grande disciplina?
Raccontaci la tua esperienza.
E’ uno sport di contatto fisico, ma soprattutto, è uno sport
di testa e astuzia.
Senza dubbio una componente essenziale è il rispetto per
l’avversario, tutto ciò che succede in campo resta lì. Dopo
la partita si va tutti a fare il terzo tempo insieme!
Com’è l’ambiente in squadra?
L’ambiente è molto positivo. Ma come in ogni posto bisogna integrarsi, e se ci si riesce, ci si diverte molto!
Quali sono secondo te le paure di chi inizia
a giocare a rugby?
La più ovvia... il contatto con chi è molto più forte! Ma spesso la gente non sa che esistono regole ferree per il contatto e che le possibilità di farsi male sono veramente poche!
Il futuro del rugby... seconde te crescerà
o rimarrà uno sport di nicchia?
E’ sicuramente uno sport in crescita, ma la mia paura più
grande è che diventi come il calcio e che, per i soldi, si
vadano a perdere i valori che lo rendono unico.
Consigli per chi vuole iniziare a giocare?
Il mio consiglio è di venire al campo e provare, senza problemi! Io ho cominciato e non posso immaginare la mia vita
senza il rugby!
19
di Stefano Crespi, Carlo Porrini e Claudia Zanarella
SPORT
DALLA VOCE DIRETTA
DI UNO DEGLI INTERVISTATORI…
Boxe...
INTERVISTA a Raffaele Esposito Consigliere Tecnico Comitato Regionale Lombardia
Federazione Pugilistica Italiana e Docente Formatore dei Formatori
N
20
on ho mai considerato la boxe uno sport, piuttosto
un gioco violento per persone violente, che provano soddisfazioni nel provocare dolore e, sembrerebbe anche, nel riceverlo.
Inaccettabile, quindi, sia da un punto di vista morale, sia
da un punto di vista fisico e volendo anche da un punto di
vista economico: i profitti ottenibili, pur elevati che siano,
non possono giustificare una così totale mancanza di rispetto e sensibilità nei confronti di altre persone e di se stessi.
Inutile dire che alla richiesta di stesura di questo articolo, ero propenso al rifiuto.
Ma dopo un'analisi delle mie conoscenze, pensieri e
convinzioni, sono arrivato a pormi alcune domande:
"Della boxe, conosco veramente tutto?", "Ne conosco
ogni verità?", "Le mie idee sono verità o uno schermo
che mi priva della conoscenza delle reali peculiarità di
questo gioco?", "E' corretto definirlo gioco, ossia, per
tutti i boxeur è un gioco?"
Per trovare risposta ai suddetti quesiti, ho creduto che
l'intervista a Raffaele Esposito, personalmente coinvolto
in questa realtà secondo tutte le sue sfaccettature (dilettante, professionista, insegnante, docente formatore,
consigliere tecnico e amatore) fosse una notevole
opportunità.
D: Ci può fare un breve cenno storico
sulla nascita della boxe?
R: La boxe (dall'inglese boxing) detto anche pugilato, è uno degli
sport più antichi che si conoscono. Il pugilato infatti è già presente nei
graffiti preistorici e nelle leggende della civiltà mesopotamica ed egizia, ma si diffonde maggiormente solo quando nel 688 a.C. i Greci lo
introdussero nelle Olimpiadi. Successivamente i Romani lo utilizzarono come spettacolo per il circo, violento e sanguinoso perché venivano utilizzati addirittura guantoni ricoperti da borchie di piombo.
Con il passare degli anni e con il diffondersi della pratica della boxe
non solo a fini sportivi, iniziarono a ruotare attorno a questa realtà notevoli interessi economici, fatti di rilevanti
scommesse ed ingenti premi in denaro.
Per questi motivi, verso la fine del 1800, venne scritto il
"codice della boxe scientifica", che contiene sostanzialmente le regole principali della boxe moderna, e stabilì
le prime regole precise, riferibili principalmente a:
- uso obbligatorio dei guantoni;
- round: divisione in più riprese dell'incontro;
- knock-out: il pugile perdeva
se non si riprendeva dai colpi ricevuti
entro 10 secondi il pugile
avversario doveva aspettare il comando
dell'arbitro per riprendere a colpire;
- divisione dei pugili in categorie
di peso (leggeri, medi, massimi).
La boxe, conosciuta anche come “nobile
arte”, non è quindi solo uno sport da
combattimento, ma anche uno sport nel
quale si esternano il coraggio e l'intelligenza di un uomo e si impara a capire e a conoscere gli
altri.
D: In che periodo della
sua vita si avvicina a questa
disciplina e perché, considerando
che si tratta di uno sport
in cui bisogna dare e prendere "botte"?
R: Mi sono avvicinato alla boxe nel 1980 iniziando come dilettante
quasi per caso quando, molto giovane, mi trovavo ancora al mio
paese d'origine, Torre Annunziata.
Per quanto riguarda "le botte", in realtà sono solo un falso mito, sottolineato dai media per attirare l'attenzione degli spettatori.
Vista e vissuta dall'interno, la boxe è considerabile uno sport che trasforma la violenza in energia positiva, trasmessa secondo precise
regole che permettono la socializzazione tra atleti e aiutano, al di
fuori della palestra, nella vita quotidiana, a rapportarsi positivamente con gli altri.
La passione poi mi ha portato a diventare prima insegnante e ora presidente della Pugilistica Ispra.
D: Che cosa ha rappresentato la boxe
nella sua storia da ragazzo e cosa rappresenta oggi
nella sua storia di uomo?
R: La boxe mi ha permesso di disciplinarmi, osservando tutta una
serie di regole che permettono il rispetto degli atleti e degli insegnanti nella palestra e di tutte le altre persone al di fuori di essa.
D: Come nasce la boxe ad Ispra?
R: La "PUGILISTICA ISPRA" nasce nel 1998 per una scommessa tra
alcuni amici, supportata dal mio entusiasmo. Nel corso degli anni il
piccolo gruppo iniziale si è accresciuto raggiungendo notevoli risultati
a livello regionale ed inter-regionale.
D: Non si rischia di insegnare tecniche di combattimento
che possano essere utilizzate
per produrre violenza fine a se stessa?
R: No!!!! La violenza, come dicevo, è tutto quello che i media utilizzano per vincere economicamente sul pubblico.
Il pugilato è il contrario della violenza, poiché insegna ai pugili a
essere uomini e a convinvere pacificamente con gli altri (basti
pensare all'abbraccio che i pugili si scambiano al termine
degli incontri).
D: Che rapporto c'è tra la figura del pugile
e il suo attuale impiego
come Capo della Polizia Municipale?
R: In Italia sono molti i casi di insegnanti di boxe
che appartengano al Corpo di Polizia di Stato,
alla Polizia Locale, all'Arma dei Carabinieri.
Infatti, come le forze dell'ordine hanno il compito di reprimere la violenza dei cittadini così
gli insegnanti di boxe devono formare i nuovi
pugili alla pratica della boxe come tecnica
sportiva e manifestazione di energia positiva.
Il pugilato infatti è uno sport e, come tale, deve
essere praticato per pura passione e divertimento.
I COMMENTI POST INTERVISTA:
Noi pensiamo che la boxe sia un vero e proprio sport. Si tratta di una
disciplina con delle regole che, se rispettate, non portano alla violenza, bensì a una forma di sfogo alternativa. L'importante è che le persone che praticano questo sport non utilizzino gli insegnamenti e le
tecniche appresi durante l'attività nei momenti di vita quotidiana.
Giulia, Marta e Valerio
Con tono critico ma con pensiero aperto all'ascolto, e quindi al
possibile mutamento, ho intrapreso questa intervista, che mi ha
mostrato la boxe diversamente da come lo fanno i programmi
sportivi della televisione.
Mentre i media inneggiano l'azione violenta fine a stessa, il sangue e la brutalità, la persona di Raffaele Esposito sottolinea l'insegnamento al rispetto delle regole, degli altri pugili, e di tutti gli
altri uomini. Parla del pugilato come uno sport atto alla negazione e alla repressione della violenza.
Posso dire che questo lavoro mi ha insegnato come la boxe abbia
alla base sensibili ideali di pace e fraternità, e professi il rispetto
di se stessi e degli altri uomini.
Sono comunque tutt'ora convinto che il pugilato sia uno sport violento, e credo che il rispetto per gli altri si possa insegnare anche
con metodi diversi.
Stefano
21
a cura della Redazione di Varese
SCUOLA
MATURITA’:
Opinioni a confronto
tra maturandi / maturati
nel 2007
S
PRIMA E DOPO
LA TEMPESTA
e ne occupano tutti i tiggì. Il web impazzisce.
Previsioni, proiezioni, statistiche e giri di
scommesse. L’Italia, tutta, trattiene il respiro
perché c’è chi ne è coinvolto direttamente, c’è chi
ci è passato e culla ancora un ricordo dolceamaro e ci sono i genitori, che vedono i loro figli
consumati dall’ansia, chiusi per giorni e giorni
nelle loro camerette.
Non stiamo parlando di una qualsiasi emergenza
sociale e neanche del disagio giovanile. Peggio.
Questo articolo è sull’esame di maturità.
Abbiamo incontrato gli studenti maturandi
/ maturati nel 2007 durante la Festa delle Scuole
dello scorso 4 giugno. Sono stati intervistati prima
e dopo il fantomatico e temutissimo esame.
COSA È CAMBIATO
CON LA NUOVA MATURITÀ:
LA VECCHIA…
● La commissione d’esame era totalmente interna,
a parte un solo presidente esterno per istituto.
● L’ammissione all’esame di maturità era automatica alla fine del 5° anno.
● I crediti formativi potevano dare allo studente fino a 20 punti.
● L’orale valeva al massimo 35 punti.
…E LA NUOVA
● Ritorna la commissione mista e un presidente esterno per commissione.
● Ritornano gli scrutini di ammissione: non si può essere ammessi
agli esami se si hanno debiti formativi.
E, a partire dall’anno scolastico 2008 / 2009:
● I crediti formativi al massimo daranno 25 punti.
● Il punteggio per l’orale sarà al massimo di 30 punti.
22
PRIMA...
S
ono discordi i commenti
dei ragazzi alle prese
con la nuova maturità.
Qualcuno ne parla davvero
male - forse anche per la preoccupazione - altri dicono che è
finalmente “una vera maturità”.
Tutti vorrebbero che non fosse
capitata loro: “Non è né la
nuova maturità, né la vecchia”,
dice Annalisa dell’artistico,
“siamo un po’ delle cavie”.
Spaventa soprattutto la parte esterna della commissione, visto che di
solito i professori che ti conoscono
sono più buoni e più obbiettivi.
Quando poi in mano agli esterni finiscono le materie principali e questo
viene comunicato all’ultimo momento, la tensione non può che salire.
O
ABBIAMO CHIEST
TI
TA
IS
RV
TE
AI NOSTRI IN
E
AR
IN
AG
M
IM
DI
0;
10
DI PRENDERE
LCHE RISPOSTA:
UA
Q
ECCO
Tra le prove ognuno sa già quale sarà
per lui la più pericolosa: per Fabio del
classico è il latino, per Flavia e Annalisa
dell’artistico è la terza prova, per
Francesco dello scientifico è matematica… Luca dell’Ipsia ha paura dell’orale
perché crede di non sapere niente…
In generale si oscilla tra la voglia di studiare e fare un buon esame e quella di
infischiarsene e godersi in anticipo le
vacanze, ma la notte prima degli esami
la passeranno quasi tutti a dormire tranquilli (e a ripassare). La voglia di far
festa viene tenuta per dopo: c’è chi
festeggerà con una birra, chi con una
sera fuori o una grigliata con gli amici,
chi con un viaggio e chi addirittura si
prepara a due mesi di notti pazze.
Classico)
succederà” (Fabio,
“E’ impossibile, non
i)
as.)
as, Geometr
riferendosi a Thom
“Mi sparo!” (Thom
(Andrea, Geometri,
”
…
de
en
pr
lo
.
n
“Tanto no
avia, Artistico)
nuda per strada” (Fl
tifico).
“Mi metto a correre
uta” (Fabrizio, Scien
rd
mo!”.
pe
qualche divinità
a
nno risposto: “Speria
oi
ha
i
bu
tat
18
vis
lo
er
mo
int
gli
“Im
tti
Tu
?”
ità
tur
ta.
copia alla ma
sapere com’è anda
Alla domanda: “Si
hiama i ragazzi per
ric
e
zin
ga
Ma
IG
e
Passano gli esami
...E DOPO
È andata bene a detta di tutti, sia
di chi ha preso 98 o 100, sia di
chi si è dovuto accontentare di un
60 o un 62.
Fabrizio dello scientifico ci ha spiegato la differenza tra 60 e 61: “60 ti
buttano fuori, 61 almeno ci hai messo
del tuo!”.
La prova più difficile? Matematica
per molti dello scientifico, poiché si
basava sul programma del quarto
anno. Qualcuno è scontento di aver
fatto un pessimo orale; quasi tutti gli
altri hanno trovato le più grosse difficoltà nella terza prova.
Nonostante i grandi programmi per
i festeggiamenti ci si è limitati a una sera tra compagni di
classe, magari uscendo in
qualche locale. (Un ragazzo
dei geometri aveva promesso
di invitare i redattori dell’IG
Magazine a “un festone a casa
sua”… Stiamo ancora aspettando l’invito!)
Solo un ragazzo dell’odontotecnico non ha festeggiato nonostante
il 76, caso unico.
Si riesce a copiare alla maturità? E
a far copiare? Chi ha preso da 90
in su dice che è impossibile, ma ci
sono anche risposte diverse...
23
a cura della Redazione di Varese
SOCIALE
A PRANZO DAI SUOI…
Come svangarsela
in modo dolce
e senza fare figuracce
I
l primo incontro coi genitori del/della tuo/a
compagno/a può rivelarsi uno scoglio difficile
da superare per una serie interminabile di
motivi. La volontà di far bella figura può essere
una cattiva consigliera e l'affanno da "prestazione" rischia di far commettere danni irreparabili.
Cerchiamo di stilare una lista delle
principali cose che è meglio non
fare o non dire durante il
primo approccio con i
suoi "vecchi".
UOMINI
1 Prima di varcare la soglia di casa
richiedete alla vostra morosa un corso
accelerato su tutto ciò che riguarda
i suoi genitori. Il rischio di commettere gaffes
è dietro l'angolo, in questo caso dietro la porta.
2 Evitare di esprimere "giudizi di valore" sull'arredamento. Generalmente quello che piace alla mamma,
non è gradito al papà e viceversa. In questi casi tenere un
basso profilo è strategico.
3
Evitare accuratamente di
usare il bagno, sempre e comunque. Ogni più piccola traccia organica lasciata in quel luogo racconta
molto di voi. Se proprio il bisogno è
impellente e non potete evitare di
andarci, assicuratevi prima che sia
disponibile uno spazzolone e che ci
sia nel vostro raggio d'azione carta
igienica in abbondanza e spray profumato.
4 Se il vino servito a tavola è stato
scelto o, peggio, fatto in casa dall'appassionato genitore, avrà necessariamente un gusto fruttato, sarà barricato, profumato e, più in generale tutti gli aggettivi
che terminano in "ato".
5 Dopo aver mangiato le lasagne
evitare di esclamare: "Sono
quasi buone come quelle che fa
mia madre!".
6 Evitare di parlare di calcio
o di politica come argomento
per iniziare il discorso, potresti
infilarti in un ginepraio spinoso e non
sapere più come uscirne.
24
7 A tavola, durante la chiacchierata post-pasto, evitare
battute di spirito:
potrebbero creare silenzi
imbarazzanti, sguardi perplessi e stupiti. Il suggerimento
è parlare solo se interrogati.
DONNE
1 Evitare scollature e minigonne
inguinali. Adottare un look sobrio:
dolcevita, gonna sotto il ginocchio o
pantalone largo a vita alta andranno
più che bene. Se non hai questi capi opta per un
burqa.
2 Mangiare qualsiasi pietanza vostra suocera
abbia preparato per voi. Dimenticate la dieta per un
giorno e non osate rifiutare i piatti propinati perché
"fanno ingrassare". Tutto ciò, anche se la teglia di
peperoni ripieni trasuda olio da ogni dove.
3 Per fare colpo sulla futura suocera, fare apprezzamenti sull'ottima cucina, esaltare le doti della
cuoca e indagare sui segreti per ottenere una peperonata così buona. Dimostrerà che anche voi in cucina ve
la cavate e la rassicurerete: in futuro il figlio non morirà di fame!
4 Mostrare interesse per il tipo di prodotti usati
per avere una casa così splendida e splendente:
farà di voi una casalinga nata.
5 Evitare commenti sull'aspetto gradevole e
ben curato della mamma del tuo lui o di come
porti bene i suoi anni. La tinta pseudo naturale dei suoi
capelli potrebbe tradirti e indurti a commettere gaffes.
6 Non accennare a ex fidanzati, esperienze precedenti, matrimoni alle spalle, divorzi, varie ed eventuali. Non hai mai conosciuto ragazzi prima del figlio.
7 Mentire spudoratamente sui voti scolastici
anche se sei ancora scottata dal 4 in latino preso la
mattina stessa. Dire di voler continuare a studiare ma
per interesse personale: non disdegneresti una carriera
da "Desperate housewife".
8 Non dire che adori i bambini: potrebbero pensare che sei già al quarto mese
di gravidanza. Diciamo che ti piacciono i bambini e che credi nei valori del matrimonio.
9 Evitare di bere alcolici e fumare
sigarette in presenza dei suoi. Se proprio
non resisti alla tentazione di fumare una
sigaretta prima del pranzo per sciogliere la
tensione, cambia vestiti, munisciti di
mentine e spray per l'alito.
TORTA QUATTRO QUARTI
AL CIOCCOLATO
Ingredienti per 6 persone
150 g di farina
150 g di zucchero
150 g di burro
3 uova
50 g di cacao
una bustina di lievito
un pizzico di sale
Per la teglia
Burro e farina
PREPARAZIONE
Fate sciogliere il burro a bagnomaria e separate i
tuorli dagli albumi. Montate i tuorli con lo zucchero
fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Unite il burro e amalgamate con cura. Incorporatevi
poco per volta la farina e il cacao e infine il sale e il
lievito. Montate gli albumi a neve e uniteli gradatamente al composto, mescolando dal basso verso l'alto con delicatezza. Ungete uno stampo, spolverizzatelo di farina e versatevi il composto ottenuto.
Sbattetelo leggermente sul tavolo per eliminare
eventuali bolle d'aria e cuocete per 35-40 minuti in
forno preriscaldato a 200 °C. Sfornate la torta e
lasciate raffreddare prima di servire.
Dopo aver seguito passo passo questo elenco di suggerimenti, pieno come un uovo per esserti ingozzato di peperoni, per non dire di no perché è maleducazione, rosso e
gonfio per l'allergia al vino che non hai potuto rifiutare, irritato per le diverse idee calcistiche e politiche e dopo aver
recitato il ruolo di perfetta casalinga e donna da sposare
anche se ti si addice poco, avvicinandoti all'uscita di casa
e ringraziando i genitori di tutto, esclamerai: "Non vedo
l'ora di trascorrere un'altra serata come questa!".
Una buona regola da non dimenticare è che non è "carino" presentarsi a casa dei suoi a mani vuote.
Scartando l'ipotesi del mazzo di fiori mezzo appassito
comprato all'ultimo momento al supermercato, consigliamo
vivamente di sorprendere i quasi-suoceri e gli eventuali fratellini
pestiferi e spioni, preparando un dolce con le proprie mani.
25
VOLONTARIATO
di Elena Barbieri e i ragazzi di Volare Alto
Capire
il volontariato
incontrando
chi lo fa sul serio
D
26
urante l’anno scolastico 2007-2008 è stato promosso
un percorso formativo sul tema del volontariato dal titolo “Volare alto… tenendo i piedi per terra”.
Il progetto è stato sostenuto dalle maggiori organizzazioni di
volontariato di Sesto Calende ed ha coinvolto le classi quarte
degli Istituti Superiori Carlo Alberto Dalla Chiesa e
Mericianum.
L’iniziativa si è suddivisa in due fasi principali: nella prima, di
formazione, si è riflettuto su cosa significa fare volontariato e su
quali opportunità offre la nostra zona. Tale fase si è conclusa
con l’esperienza sul campo al centro disabili “Noi Con Voi” ed
alla Scuola di Italiano “Cittadini del Mondo”. Nella seconda
fase di progettazione, abbiamo organizzato l’evento finale di
sensibilizzazione rivolto a tutti gli studenti delle classi quarte,
che si è tenuto il 10 aprile 2008. Durante la mattinata, tutte le
classi hanno avuto l’occasione di ascoltare la preziosa testimonianza di volontari provenienti da note associazioni di volontariato che operano a livello locale ed internazionale.
In questa fase di lavoro rientra anche la realizzazione di un
cortometraggio in cui è presentata, come fosse un telegiornale, un’indagine sulle associazioni del territorio, con interviste
ai volontari e spunti d’azione per i giovani.
È stata un’esperienza nuova e divertente!
Molte, in generale, sono state le emozioni e le sensazioni provate durante tutto il percorso. Inoltre, grazie alla guida e
all’aiuto delle due educatrici, abbiamo aperto gli occhi su
nuove opportunità all’interno del volontariato.
Importanti sono state le diverse esperienze dirette che hanno
contribuito, in modo o in un altro, a far crescere i ragazzi coinvolti ed a far capir loro quale strada, all’interno di questo vasto
mondo, sia la più adatta ad ognuno.
LE FOTO: per sensibilizzare gli studenti ai temi del volontariato i ragazzi di Volare alto hanno tappezzato di messaggi la scuola con cartelli, bigliettini, scritte alla lavagna, lanciando così
domande e provocazioni che sono state poi approfondite nell’evento finale. Nel corso della mattinata finale uno degli incontri
più apprezzati è stata una dimostrazione operativa di soccorso
condotta dal Corpo Volontari Ambulanze.
nel non aver mai sbagliato. Forse è necessario attraversare anche il peccato. Osa,
senza lasciarti prendere troppo la mano!
C'è tempo per bilanci e pentimenti.
ARIETE
Raccogli quello che hai seminato. Se nel
cielo di nascita hai l'ascendente in un ulteriore segno di fuoco, si concretizza velocemente e inaspettatamente un progetto
particolarmente ambito. Molto dipende
dalla tua capacità ricettiva di essere nel
luogo e nell'ora destinati che ti appariranno in modo inequivocabilmente chiaro
come in un déjà-vu.
SAGITTARIO
Urano catalizza il cambiamento. Ma è
un'evoluzione caratterizzata dalla presenza coatta di Saturno, l'inflessibile maestro. Hai cercato troppo lontano risposte
che avevi sotto gli occhi. Cerca di riallacciare rapporti tralasciati con una certa
insofferenza intellettuale. Modifica il tuo
orientamento recuperando con umiltà
Shakespeare: "vi sono più cose fra cielo e
terra di quante ne possa sognare tutta la
nostra filosofia" (Amleto, Atto primo).
TORO
I transiti planetari ti sono amici soffiandoti nelle vene dei polsi quella sicurezza
che potrebbe trasformarsi in impetuosità. Ricorda però che il successo estremo
si può capovolgere nel suo opposto.
All'imbrunire siediti, riponi la katana e
guarda silenzioso attraverso i rossori del
tramonto. Entrando nella pace della sera,
saprai se all'indomani potrai avanzare o
indietreggiare.
GEMELLI
Sei stato folgorato da una verità semplice
e suprema: un profumato abbraccio dona
molta più dolcezza di tanti dorati piedistalli. Allora lasciati andare perché sarà
un bel viaggio tra la passione e la conoscenza senza inutili prudenze e astrazioni. Se hai nel cielo di nascita un segno
d'acqua la tua sferzante intelligenza sarà
indissolubilmente intrecciata ai battiti del
"suo" cuore.
CANCRO
Interiormente viscerale fino all'estreme
conseguenze fisiche e mentali. Stai assorbendo troppo. Peccato quel Giove represso che impedisce di sfogarti aprendoti a
nuovi orizzonti. Accontentati allora di
quello che hai. Impregna del tuo spirito
gli spazi che occupi abitualmente affinché
diventino cerchi magici e protettivi. Cerca
alleati tra gli amici sinceri. Poi ritorna a
governare.
LEONE
Predestinato al successo. Ma non esagerare, non sei il Mahdi. Ogni culmine procede
verso un riequilibrio e la forza rigenerante del giorno declina lentamente ma inesorabilmente nell'introversa forza della
notte. Dunque, raccogli umilmente per l'autunno legna da ardere per onorare i
momenti di transito. Assicurerai così il ritorno ciclico della tua naturale grandezza.
CAPRICORNO
L'OROSCOPO
DEL MATTO*
ESTATE / AUTUNNO 2008
VERGINE
Esci da un periodo eccessivamente contratto. Del resto, non si può sfuggire dalle
caratteristiche parsimoniose del segno.
Dunque, tutto quello che era necessario
ponderare, misurare, prevedere si è trasformato in un esteso ed articolato campo
di battaglia. Ma il destino organizza le
cose in modo più semplice delle nostre più
sofisticate teorie. Mollati e lasciati semplicemente desiderare. Hai già vinto.
BILANCIA
L'eccessiva sicurezza avrebbe potuto farti
uscire clamorosamente di strada. Per fortuna, sei capace di controbilanciare per
tempo gli eccessi. E' un anno così, un poco
faticoso in cui risanare la propria dimensione spirituale e soprattutto quella fisica
segnata dagli eccessi ma inalterata nel
fascino di fondo! La realtà delle cose non
è sempre come la si pensa. Dunque, un bel
taglio alle paranoie.
SCORPIONE
Stai camminando sull'affilata lama della
tentazione, reprimendoti. A volte, gli
slanci angelici verso il cielo hanno bisogno
di inferni lavici da cui spiccare il volo. Come
direbbe Dostoevskij la santità non consiste
L'ingresso favorevolissimo di Giove fa
finalmente esplodere tutto il tuo potenziale in ogni campo. Avrai la tua rivincita
lasciandoti alle spalle qualche umiliazione
di troppo. Ottime prospettive per il lavoro
grazie al tuo fiuto. Saturno, pianeta del
segno, è sicuramente favorevole in virtù
di un'ottima partnership con Giove. Il
primo, prudente per natura, si lascia tuttavia coinvolgere dalla prodigalità del
secondo senza farti perdere il senso della
misura.
ACQUARIO
La poca stabilità sul piano sentimentale
viene compensata da un netto miglioramento nella sfera della vita professionale. Ricordati, il libero arbitrio non può mai
modificare radicalmente l'impronta ancestrale attraverso la quale si manifesta la
tua originalità. Non forzare sentimentalmente. Infatti, grazie a una discreta
influenza di Venere, si ripresenteranno
spontaneamente situazioni e persone che
pensavi perdute per sempre.
PESCI
Il dualismo tra Saturno e Urano assomiglia
a ciò che impone il sesto arcano maggiore
dei Tarocchi "L'innamorato" : la necessità di
scegliere sotto la spinta della passione. Sei
tentato ad abbandonare la vecchia (ma rassicurante) strada per qualcosa che ti attrae
fortemente. In questo momento sei sostanzialmente puro di cuore. Quindi, esplora il
cambiamento in atto e sciogli gli ormeggi!
Comunque dovessero andare le cose, ne
sarà valsa la pena.
* Il Matto o Folle, 22° arcano maggiore dei Tarocchi. Rappresenta lo zero (o il nulla) attraverso il quale si manifestano le forme dell'essere
27
a cura della Redazione di Varese
TEST
IL DESERTO
Immagina una landa deserta...
Basta un orizzonte infinito...
Tanta sabbia e cielo...
IL CUBO
CUBE
Nel deserto c'è un cubo...
Osservalo. Descrivilo.
Quanto è grande?
Dove si trova?
Di cosa è fatto?
LA SCALA
Nel deserto, oltre al cubo c'è una scala...
Il cubo o "The Cube" è un gioco d'immaginazione, ma non solo, è anche qualcosa di
più... non si sa da dove venga e chi l'abbia
inventato.
Alcuni sostengono che sia un antico passatempo Sufi, altri che esista da secoli e ricompaia dove ve n'è il bisogno.
Certo è che attraverso il gioco potrai scoprire qualcosa di nuovo sulla tua personalità e
sul tuo rapporto con il mondo.
Basta che ora ti rilassi, e visualizzi le immagini descritte sotto.
Alla fine del percorso potrai guardare cosa
rappresentano i simboli che ti è stato chiesto
di visualizzare e potrai, forse, capire qualcosa in più su di te... ricorda, così come nei
sogni, tu sei la persona che più è in grado di
capire il proprio inconscio ed i suoi simboli,
non hai bisogno di lauree o di libri ma solo
di guardarti nel profondo...
Per scoprire come interpretare la tua "visione" scrivi una mail a
[email protected] con oggetto "cubo-ig5".
Tu sei il cubo, la scala rappresenta i tuoi amici, il cavallo è la persona
che ami, la tempesta rappresenta le difficoltà della vita
ed i fiori sono i bambini.
SOLUZIONI:
28
Qual è la sua forma, quanto è grande?
Dov'è? Di cosa è fatta?
IL CAVALLO
Nel deserto c'è anche un cavallo...
Descrivilo.
Di che cavallo si tratta?
Quanto è grande? Di che colore è?
In che posizione si trova rispetto alla scala e al cubo?
Cosa sta facendo?
LA TEMPESTA
Da qualche parte nel deserto sta
infuriando una tempesta...
In che zona è?
Che tipo di tempesta è?
Che effetti produce sul cubo,
sulla scala e sul cavallo?
I FIORI
Alla fine, nel deserto troviamo dei fiori...
Quanti sono?
Di che tipo? Quali sono i loro colori?
In che relazione stanno con il cubo, la scala,
il cavallo e la tempesta?
a cura della Redazione di Varese
TEST
SEI UN CREATIVO?
Ti sei mai chiesto se c'è un artista in te o se semplicemente sai guardare le cose anche attraverso
diversi punti di vista?
Scoprilo attraverso questo test, farlo è semplicissimo. Assegnati un punto per ogni risposta positiva,
(zero per ogni risposta negativa) controlla poi qual è il tuo profilo che dipenderà dalla somma di tutte
le risposte positive.
1. Suona il telefono, ti è mai capitato di sapere già
chi fosse prima di rispondere?
2. Ti è mai capitato di osservare persone sconosciute
(in metropolitana, per la strada, dal dentista...) e fantasticare
su chi siano, cosa facciano, da dove vengano ecc.?
3. Ti è mai capitato di piangere per un film, un libro, un'opera d'arte?
4. Ti capita mai di "sognare ad occhi aperti" mentre dovresti fare altro?
5. Ti sei mai chiesto come sarebbe vivere in un secolo diverso?
6. Hai mai sognato qualcosa che poi è accaduto nella realtà?
7. Sei mancino?
18. Non ti imbarazza piangere in pubblico?
19. Ti è mai capitato di non fidarti di una persona
del tutto inspiegabilmente?
20. Ti piace essere indipendente?
21. Hai senso del colore e buon gusto nel vestirti?
22. Hai un hobby insolito?
23. Ti piace essere massaggiato o fare massaggi?
8. Ti piace visitare posti nuovi?
9. Hai mai pensato ad una persona che non sentivi da tempo
per poi ricevere una mail, un sms da lui/lei o incontrarla?
10. Ti è capitato di perdere il controllo?
17. Hai mai tradotto un testo, una versione o fatto un compito
di matematica in modo completamente diverso dai tuoi compagni
ma arrivando allo stesso risultato?
24. Ti piacciono le persone "strane" ed anticonvenzionali?
25. Vedendo per la prima volta una casa hai mai avuto
l'impressione che fosse "giusta" o felice?
11. Hai mai provato a rintracciare i tuoi antenati?
26. Ti diverte risolvere problemi?
12. Detesti la routine?
27. Ti piace mangiare o cucinare cibi strani?
13. Ti è mai capitato un deja vu?
28. Riesci a ricordare qual è l'ultima volta che
14. Dici sempre alle persone che ami quello che provi?
hai riso sino a farti venire il mal di pancia?
15. Ti piace indossare vestiti strani?
29. Ti piacerebbe disegnare i tuoi vestiti?
16. Odori e suoni ti evocano spesso ricordi?
30. Ti piacerebbe presentare un programma televisivo?
1. SE HAI TOTALIZZATO
TRA 0 E 10 PUNTI:
2. SE HAI TOTALIZZATO
TRA I 10 E I 20 PUNTI:
3. SE HAI TOTALIZZATO
DA 20 A 30 PUNTI:
Non si può certo dire che tu sia molto creativo, probabilmente sei una persona logica e
razionale, estremamente seria e affidabile
con i piedi ben piantati "in terra" e questo è
un bene. Il rischio è quello che, talvolta, tu
sia un po' troppo conformista e che ti faccia
condizionare molto dagli altri. Potresti provare a ritagliarti un piccolo spazio di "libertà" in
quello che fai sperimentando soluzioni o cose
diverse dal solito, potresti essere stupito da te
stesso!
La creatività fa sicuramente parte della tua
vita, anche se non è la tua caratteristica predominante, potresti pensare di sfruttare questa tua dote per dedicarti a qualche hobby
particolare o per portare un po' di "originalità" in quello che normalmente fai e capire se
anche in te c'è un potenziale artista…
Complimenti, sei decisamente un creativo!
Possiedi una buona dose di immaginazione,
di intuito e curiosità inoltre hai un ottimo rapporto con le tue emozioni e con quelle degli
altri. Se già non lo fai potresti pensare di
dedicarti ad una qualche attività artistica
(suonare uno strumento, disegnare, scrivere,
recitare, fotografare) o anche solo dar sfogo
alla tua creatività vestendoti in modo particolare o cucinando nuove ricette. Se ancora non
hai deciso che studi intraprendere o che lavoro fare tieni in considerazione questa tua
dote.potresti sfruttarla al meglio anche in
una futura professione!
29
PATENTE
di Marco Bonaglia
LA CATEGORIA
DEL NUOVO PATENTATO:
SOGNI E LIMITI
U
n diciassettenne che si avvicina al prossimo compleanno, spinto dall'invidia e dall'impazienza, da anni di
attesa snervante, desidera solo una cosa: la patente.
Si prepara all'esame con attenzione, cerca di carpire ogni
segreto della guida dai parcheggi del babbo, in autostrada
consiglia i sorpassi da eseguire. Arriva al giorno dell'esame
tremante, osserva il touch screen della motorizzazione come
se fosse un alieno, controlla diecimila volte la propria scheda
e poi esce dalla stanza incrociando le dita. Mentre i risultati
vengono esposti non guarda il foglio, ma i volti degli altri
ragazzi. Fino a quando si decide, con il groppo in gola si
avvicina alla lista di nomi e scopre che è passato.
Sì, ora anche lui è un neopatentato. Anche lui può mostrare
con orgoglio un paio di chiavi, che siano della macchina dei
genitori, del fratello, dello zio, della domestica. L'importante è
giochicchiarci baldanzoso e sorridere, stimolando gli amici a
chiedere: “Hai la patente?”. La risposta non può che essere
questa, dopo aver fatto brillare la dentatura: “Cerrrrto, al
primo colpo... ti dò un passaggio?”. L'occhiolino è consigliabile in caso di interlocutore femminile.
30
Cari colleghi, ragazzi e ragazze dell'ultimo e penultimo anno delle superiori, siamo in molti a far parte della categoria dei neopatentati. Non
credo ci possano additare come un pericolo per il traffico, spesso siamo
ancora freschi di "studi" e rispettiamo le regole della strada. Piuttosto dobbiamo abituarci alla svelta ai “nemici giurati degli automobilisti in erba”:
nonnini concentrati al volante, mamme con figlioletti e pedoni. Ma se per
migliaia di neopatentati la vita con il proprio mezzo trascorre come una
piacevole convivenza di sorprese, per molti che attendono di iscriversi alle
scuole guida della nostra provincia l'attesa appare meno rosea del previsto. Infatti, dal primo luglio 2008 entreranno in vigore delle nuove limitazioni, che interesseranno solo i ragazzi patentati da quella data in poi.
Conosciamole insieme:
■ dal 1 luglio chi prenderà la patente B non potrà guidare per un anno
un’auto con una potenza specifica (riferita alla tara) superiore ai 50 kW
per tonnellata;
■ i neopatentati non potranno superare i 100 km/h in autostrada (90
sulle strade extraurbane) per tre anni;
■ i neopatentati per tre anni, in caso di sanzione, perdono il doppio
dei punti della patente e in caso di gravi infrazioni saranno passibili di
una sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
Certo, l'inasprimento delle pene e la maggiore attenzione al rispetto
della velocità potranno garantire più sicurezza. Ma il punto della potenza specifica sarà efficace?
Andando a indagare on-line e sfogliando i quotidiani, si scopre che
molte autovetture di piccole dimensioni non potranno più essere utilizzate dai neopatentati, mentre altre, di alcune tonnellate più pesanti e
più potenti, invece sì. Tra quella vietate figurano la Citroen C1, la Toyota
Aygo, la Chevrolet Matiz, Fiat 500 e Smart Fortwo. Consentita la guida
di colossi come la Mitsubishi Pajero, Nissan Patrol, Land Rover Defender
e Fiat Ulysse.
Risulta spontaneo chiedersi: ma l'obiettivo non era quello di limitare ai
neopatentati l'approccio a macchine potenti e ingombranti? Bel problema, difficilmente risolvibile se non ci saranno interventi.
Per coloro che siano ancora in tempo non resta altro che sbrigare la faccenda patente il prima possibile, mentre i nati dopo il 1 luglio dovranno
accettare senza riserve le condizioni stabilite dalla legge italiana. Anche
se per solo un anno, gireranno con mezzi meno potenti, facendosi le
ossa e imparando a gestire le curve a minor velocità.
Certamente il suono di un paio di chiavi che tintinnano liete, quello non
perderà mai il proprio fascino.
di Marilisa Menegatti
CULTURA
MILANO A. BRANDELLI
….continua la storia….
E
cco qua il seguito del brano tratto da
"Milano A. Brandelli" (autore
Andrea Ferrari - Eclissi editrice 2007)
proposto sul precedente numero di IG
Magazine, che è stato scritto per noi da
Marilisa Menegatti.
...Continuò a correre imperterrito, le gambe non
reggevano più e la milza sembrava stesse per
esplodere.
Arrivò alla grossa chiesa ansimante dalla fatica e
girò a sinistra, verso l'ingresso del parco.
Non poteva credere di essere arrivato finalmente.
La telefonata era stata chiara.
"Alle 16 al parco delle Basiliche, puntuale altrimenti non ci sarà più niente da fare". Nient'altro.
Continuò a correre, doveva farcela...mancava un
minuto e non sapeva dove cazzo sarebbe dovuto
andare.
Erano le 16.01 quando si bloccò sul posto.
Non c'era nessuno, era troppo tardi.
Ad un tratto alle sue spalle una voce lo chiamò.
Si voltò di scatto e finalmente la vide.
Erano passati quattro anni dall'ultima volta e nessuno sapeva che fine avesse fatto. Fino a due ore
prima tutti pensavano, compreso lui, che se ne fosse
andata. Qualcuno addirittura vociferava che fosse
stata rapita, ma era la solita stronzata di paese.
"Sei arrivato finalmente!" disse lei.
"L-Laura.... ma che..." balbettò lui. Aveva il fiato
corto e il petto gli esplodeva dalla stanchezza, non
riusciva a tirar fuori una frase sensata, nè un suono,
solo respiri affannati e lacrime che si mischiavano
alla pioggia e al sudore.
"Te l'ho detto che sarei tornata per poco", continuò
Laura.
"Se mi vuoi, seguimi, altrimenti non mi vedrai più!
Vieni con me?" chiese lei.
"Ma qui ho la mia vita....e poi...", era troppo stanco per riuscire a respirare.
"Deciditi... hai fatto quattro anni a cercarmi, lo so,
tra mail e telefonate. Ora ti sto dicendo di venire
con me!".
Silenzio totale. I due si guardarono.
La pioggia continuò a cadere incessantemente e
sempre di più, mentre il parco si faceva sempre più
buio.
Lei si avvicinò a lui e lo baciò.
"Addio! E' stato bello rivederti, non ti dimenticherò
mai!" gli sussurrò all'orecchio.
Lui rimase immobile. Fisso nel vuoto, come inebetito, ma non la raggiunse, nè la cercò più.
Tornò a casa e gli aprì sua sorella Marzia.
"Ma che diavolo ti è successo???" gli chiese.
Alberto era in stato confusionale.
"Ho visto Laura" disse sconvolto.
Pallido, non respirava, fissava solo il vuoto, ma
sapeva che aveva fatto la scelta giusta.
Dopotutto lei non aveva mai risposto alle sue chiamate, nè alle mail.
Era sparita dalla sua vita all'improvviso per andarsene con il suo migliore amico.
"L'hai lasciata andare non è vero?" domandò
Marzia.
Lui annuì.
"Hai fatto bene. Dopotutto
la tua vita è qui ormai. Non
si torna mai indietro e la piccola Lisa ne avrebbe sofferto molto. Poi è stata lei ad
andarsene."
"Tanto sapevo che non era
tornata per restare" disse
lui.
Si alzò dal divano e con le
lacrime agli occhi, si diresse verso la piccola stanza
al piano di sopra e si avvicinò al lettino.
Una bimba di quattro anni
stava dormendo intensamente.
Lui vide il sorrisino sulle
labbra di quel dolce
angioletto e si tranquillizzò.
Si avvicinò a sua figlia e la baciò sulla fronte.
"Non ti lascerò mai piccola!" sussurrò.
Così si allontanò dalla stanza e andò a farsi una
doccia.
31
CERIMONIA INAUGURALE
Martedì 23 settembre
PROVA A CRONOMETRO UNDER 23
Mercoledì 24 settembre
PROVA A CRONOMETRO ÉLITE DONNE
Giovedì 25 settembre
PROVA A CRONOMETRO ÉLITE UOMINI
Venerdì 26 settembre
PROVA IN LINEA UNDER 23
Sabato 27 settembre
PROVA IN LINEA ÉLITE DONNE
Domenica 28 settembre
PROVA IN LINEA ÉLITE UOMINI
www.provincia.va.it
www.varese2008.org
Lunedì 22 settembre