Recensione “L’intelligenza del denaro” di Alberto Mingardi Il mercato è la libertà di scegliere e anche, e forse soprattutto, la libertà di farsi scegliere. E’ questo il filo conduttore di tutto il saggio di Alberto Mingardi che ha nel sottotitolo la vera essenza del testo. Il mercato infatti non è un’entità tangibile, pensante, un essere vivente dotato di vita propria; il mercato è acefalo, impersonale, caleidoscopico, sempre in evoluzione, sintetizzato al meglio dai prezzi che ne indicano i cambiamenti delle condizioni e delle aspettative delle persone. Il mercato non è un progetto, è un processo che si nutre di due condizioni fondamentali dell'antropologia: l'ignoranza e l'incertezza. Ed è proprio per ovviare alla nostra paura dell’ignoto che sorge l’esigenza di fare impresa tramite gli imprenditori che, come dei rabdomanti alla ricerca di bisogni da soddisfare, sono la risposta alla nostra continua ricerca di certezze. Trovandoci in un periodo di crisi profonda si sente spesso dare la colpa al mercato, spesso accompagnato dall'aggettivo selvaggio. Ebbene in questo libro viene spiegato in modo chiaro quanto ciò sia assolutamente sbagliato. Spesso crediamo erroneamente che il mercato sia meritocratico, che basti impegnarsi per avere successo, ma con ciò cadiamo nel pregiudizio dei primi della classe: la vita non è una versione di latino alla quale dare un voto, non ti ripaga necessariamente per l’impegno, anzi, nonostante tutti gli sforzi profusi, vi possono essere degli insuccessi. La crisi e i fallimenti fanno parte del mercato stesso e d'altronde, come diceva Winston Churchill, “Avere successo significa passare di fallimento in fallimento senza perdere entusiasmo”. Come dice magistralmente Mingardi, riprendendo in ciò il pensiero di Bruno Leoni, bisogna tornare ad un diritto anonimo ed impersonale, non soggetto a cambiamenti improvvisi ed imprevedibili, ad una minore regolamentazione che, nonostante le sue buone intenzioni, genera comportamenti che vanno esattamente nella direzione opposta agli effetti auspicati dalla stessa (il cosiddetto effetto Peltzman), ad affidarci all'intelligenza collettiva del mercato piuttosto che alla saggezza di pochi, indipendentemente dal fatto che questi possano essere i regolatori considerati saggi. Questo libro spiega perfettamente che il mercato è possibile solo grazie alla collaborazione inconsapevole di una moltitudine di individui che crea possibilità impensabili, che non ha un fine, che è dettato spesso dalla fortuna, che si basa, non come si pensa sull'egoismo dei singoli, bensì sullo scambio continuo tra gli individui. Il mercato, dunque, siamo tutti noi: passando da Ibrahimovic a Zia Giovanna, dal fondatore dei Loacker al gelataio all'angolo della strada, da Steve Jobs a un semplice sagrestano. www.lodiliberale.it Sede: Piazza Zaninelli 6, 26900 Lodi (LO) Partita IVA: 08365730962 Mail: [email protected] PEC: [email protected] Attraverso uno stile semplice e sobrio in questo saggio vengono sviscerati alcuni dei concetti fondamentali per comprendere cosa sia realmente un libero mercato e quali siano gli errori concettuali e gli equivoci più comuni in cui si incappa quando si affronta questo argomento. Si tratta di un libro consigliabile tanto a chi si dichiara un sostenitore del mercato, quanto a chi lo vede con una certa diffidenza: il primo vedrà che il trionfalismo di tanti “mercatisti” si basa su una lettura fuorviante del mercato, il secondo invece scoprirà che molte delle sue riserve si basano su una lettura altrettanto fuorviante, sia pure da una prospettiva opposta. Insomma, leggendo questo volume ci si renderà davvero conto, come recita il sottotitolo, del "Perché il mercato ha ragione anche quando ha torto". www.lodiliberale.it Sede: Piazza Zaninelli 6, 26900 Lodi (LO) Partita IVA: 08365730962 Mail: [email protected] PEC: [email protected]