La leggenda delle Campane di Natale

La leggenda delle Campane di Natale
I pastori si affollarono a Betlemme mentre viaggiavano per incontrare il neonato
re. Un piccolo bimbo cieco sedeva sul lato della strada maestra e, sentendo
l'annuncio degli angeli, pregò i passanti di condurlo da Gesù Bambino. Nessuno
aveva tempo per lui. Quando la folla fu passata e le strade tornarono silenziose, il bimbo udì in
lontananza il lieve rintocco di una campana da bestiame. Pensò "Forse quella mucca si trova
proprio nella stalla dove è nato Gesù bambino!" e seguì la campana fino alla stalla ove la mucca
portò il bimbo cieco fino alla mangiatoia dove giaceva il neonato Gesù.
La Corona dell'Avvento
E' un elemento essenziale della preparazione del Natale nei paesi germanici e
scandinavi, dove non c'è casa, chiesa o luogo pubblico dove non faccia mostra di sé.
E' una corona di benvenuto o buon augurio e deriva da un'antica tradizione precristiana: nell'antichità era usanza intrecciare una corona di foglie sempreverdi che
rappresentava la speranza di una rinascita e tale simbologia è proseguita nei secoli
fino a diffondersi tra i popoli cristiani e a concretizzarsi in una corona di rami di abete ornata da
quattro candele, simboleggianti le quattro settimane che precedono il Natale, il periodo
dell'Avvento, appunto. Le candele, che la tradizione vuole di colore viola, vengono accese una ogni
domenica di Avvento e ogni candela ha un significato: la candela di Betlemme, quella dei pastori,
quella dei profeti e della degli angeli. fino alla sera di Natale, quando le quattro candele accese
evocano il risorgere della luce.
La leggenda dell'Agrifoglio.
Un piccolo orfanello viveva presso alcuni pastori quando gli angeli araldi apparvero
annunciando la lieta novella della nascita di Cristo. Sulla via di Betlemme, il bimbo
intrecciò una corona di rami d'alloro per il neonato re.
Ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembrò così indegna che il
pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere. Allora Gesù Bambino
toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e
cambiò le lacrime dell'orfanello in bacche rosse.
I regali (le strenne)
Gli abitanti dell'antica Roma erano soliti scambiarsi, in occasione di feste e a capodanno, dei regali
chiamati strenne. Tale consuetudine si ricollegava ad una tradizione secondo la quale, il primo
giorno dell'anno, al re veniva offerto in dono un ramoscello raccolto nel bosco della dea Strenna
(dea sabina della salute?). Questo rito augurale si diffuse tra il popolo e, ben presto, i rametti di
alloro, di ulivo e di fico vennero sostituiti da regali vari. Ecco perchè i regali di
natale, secondo questa tradizione giunta fino a noi, si chiamano anche
"strenne".
La leggenda della Stella di Natale
A Città del Messico, viveva una povera bambina di nome Ines. La sera della vigilia
di Natale voleva portare un fiore a Gesù Bambino ma non aveva i soldi per
acquistarlo. Girò per strada senza sapere cosa fare, poi decise di raccogliere dei
rametti da un cespuglio visto per caso tra i ruderi di una chiesa. Dopo averli
raccolti pensò di abbellire le frasche con l'unica cosa bella che possedeva: un fiocco rosso per
capelli. Arrivò alla chiesa che ormai era buio e Ines pensò di non trovarci nessuno. Una volta
davanti a Gesù Bambino, depose il suo mazzolino. Subito dopo averlo messo vicino alla statua,
sentì dietro di sé delle voci: erano delle persone stupite ed incuriosite dal bellissimo fiore di Ines;
così le chiesero dove avesse trovato un fiore così splendido. Ines si voltò verso il suo mazzolino e,
incredula, vide che le foglie verdi del cespuglio si erano colorate di rosso e le bacche color oro al
centro avevano preso la forma di un cuore. Ines tornò a casa felice pensando che a Gesù fosse
piaciuto il suo dono perché lo aveva trasformato nel fiore più bello del Messico: la Stella di Natale
La leggenda del Pettirosso.
Un piccolo uccellino marrone divideva la stalla a Betlemme con la Sacra famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva, notò che il fuoco si stava spegnendo.
Così volò giù verso le braci e tenne il fuoco vivo con il movimento delle ali per tutta la
notte, per tenere al caldo Gesù bambino. Al mattino, era stato premiato con un bel
petto rosso brillante come simbolo del suo amore per il neonato re.
Il vischio
E' la pianta natalizia tradizionalmente riconosciuta come pianta di buon augurio: incarna lo spirito
vitale ed è quindi protettivo, poiché non possiede legami con la terra e viene anche considerato
una panacea contro tutti i mali. Già Virgilio nell'Eneide lo cita per le sue virtù magiche ed anche i
Celti lo adoravano come pianta sacra. I sacerdoti druidi in occasione del solstizio d'inverno lo
distribuivano al popolo che lo considerava un dono del cielo e credeva nel suo effetto
medicamentoso. Ancora oggi si usa donare un rametto di vischio come simbolo di buon augurio
per il nuovo anno.
Il bastoncino di zucchero
Il bastoncino di zucchero è stato a lungo un simbolo del Natale, con il suo gusto di
menta. Perché i bastoncini di zucchero sono bianchi a strisce rosse? La tradizione vuole
che fossero inventati da un dolciaio che aveva intenzione di creare un dolce che
ricordasse Gesù alle persone. Ecco cosa rappresenta il bastoncino di zucchero: è fatto
di caramello solido perché Gesù è la solida roccia su cui sono costruite le nostre vite
(Matt 16:18) (1Thess 5:24). Al caramello diede la forma di una "J" per Jesus (Gesù in inglese) (Atti
4:12), mentre per altri è la forma di un bastone da pastore, perché Gesù è il nostro pastore
(Giovanni 10:11). I colori sono stati scelti anche per rappresentare l'importanza di Gesù: il bianco
per la purezza e l'assenza di peccato in Gesù (Heb 4:15), e la larga striscia rossa rappresenta il
sangue di Cristo versato per i peccati del mondo (Giovanni 19:34-35). Le tre strisce rosse sottili
rappresentano le strisce lasciate dalle frustate del soldato romano (Isaia 53:5). Il sapore del
bastoncino è di menta piperita che è simile all'issopo, pianta aromatica della famiglia della menta
usato nel Vecchio Testamento per purificare e sacrificare.
La leggenda della Befana
Un giorno, i Re Magi partirono carichi di doni (oro, incenso e mirra) per Gesù
Bambino. Attraversarono molti paesi guidati da una stella, e in ogni luogo in cui
passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro. Ci fu solamente
una vecchietta che in un primo tempo voleva andare, ma all’ultimo minuto cambiò
idea, rifiutandosi di seguirli. Il giorno dopo, pentita, cercò di raggiungere i Re Magi,
che però erano già troppo lontani. Per questo la vecchina non vide Gesù Bambino, né quella volta
né mai. Da allora ella, nella notte fra il cinque e il sei gennaio, volando su una scopa con un sacco
sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesù.
Alcuni Cibi
Mangiare Marron Glaces, torrone o altri dolci fatti con mandorle (come i confetti) o con
nocciole, si pensava favorisse la nascita della prole e la fecondità della terra.
I chicchi d'uva passa utilizzati nel panettone richiamano l'immagine delle monete d' oro,
e recheranno ricchezza; altrettanto si dice per le lenticchie a Capodanno.