La coerenza della percezione

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La coerenza della percezione
Elena Pasquinelli
Dottoranda presso l’Institut Jean Nicod (EHESS, ENS, CNRS), Parigi, Francia
In co-tutela presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Pisa, Italia
[email protected]
I nuovi sviluppi delle scienze cognitive nell’ambito della mente incorporata hanno prodotto un
aumento degli studi sulle relazioni tra percezione, azione e cognizione. L’attività percettiva viene
considerata nel contesto più ampio dei comportamenti adattivi in cui svolge il suo ruolo, come
l’orientamento e la navigazione nello spazio, il controllo della postura e del gesto e, fondamentale per
le funzioni precedentemente citate, la restituzione o costruzione di un mondo stabile, coerente e
unitario a partire da una grande varietà di segnali di diversa origine e natura.
In questo testo analizzo alcuni dei problemi metodologici del problema della costruzione di un
mondo percettivo stabile e coerente scegliendo come punto di partenza gli studi sull’integrazione
multisensoriale, e in particolare quelli riguardanti le situazioni di conflitto o discrepanza tra stimoli
sensoriali diversi. Mentre la ricerca tra gli anni ’60 e ’80 si era concentrata sull’identificazione di
moduli separati, negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza della necessità di comprendere
l’interazione tra le diverse componenti della mente/cervello e quindi di capire come avviene
l’integrazione tra modalità sensoriali e quali effetti questo abbia sulla costruzione del mondo percettivo.
Gli studi sui conflitti intersensoriali (ovvero sulle reazioni del sistema percettivo a discrepanze
tra le informazioni veicolate da più modalità sensoriali, come nel caso di un oggetto esaminato
contemporaneamente alla vista e al tatto, ma le cui dimensioni o posizione visiva sono modificati
attraverso l’uso di una lente o prisma) indicano una forte tendenza del sistema percettivo ad evitare il
conflitto: il soggetto raramente si trova in situazioni comportamentali che tradiscono un’inibizione di
fronte al conflitto. Queste situazioni in effetti comporterebbero un blocco dell’azione, una situazione di
paralisi che sarebbe scarsamente adattiva. Tipicamente si formano percetti compromissori coerenti: il
soggetto percepisce due oggetti distinti o un solo oggetto compromissorio, tale da tenere conto delle
diverse informazioni sensoriali, con pesi differenti assegnati a ciascuna delle componenti.
Particolarmente interessante in questi studi è il carattere di correzione “interna” della percezione
e un nuovo significato assegnato alle illusioni. Nel caso delle congiunzioni illusorie (in presenza di più
stimoli contemporanei il sistema percettivo compie raggruppamenti “sbagliati”) l’elemento normativo
per decidere della correttezza del comportamento percettivo è considerato esterno alla percezione
stessa: riguarda come le cose stanno “veramente” nel mondo, e il termine “illusione” indica un
comportamento inadeguato rispetto alla realtà esterna. Nel caso della risoluzione dei conflitti, la
normatività è interna: il sistema “aggiusta” il percetto finale in modo da mantenere la coerenza della
percezione; l’illusione rappresenta un comportamento adattivo, il risultato di una strategia di
mantenimento della coerenza, una soluzione che il sistema ha trovato. La coerenza costituirebbe
dunque un valore importante per la percezione, capace di guidare la formazione di percetti complessi, e
di influenzare la percezione degli oggetti. Un’altra considerazione interessante che emerge da alcuni
studi dedicati all’integrazione multisensoriale riguarda il ruolo che il movimento sembra avere in
questa costruzione coerente (G. Rizzolatti e coll. sui neuroni specchio e M. Meredith e B. Stein, 1993,
sull’attività neurale di calibrazione tra tatto, visione e udito).
La percezione emerge da questi studi come un comportamento adattivo “intelligente” e
integrato, sia rispetto alle sue diverse funzioni e capacità che relativamente all’azione all’interno della
quale si inserisce; sembra inoltre essere guidata da una sorta di vincolo normativo che ne garantisce la
coerenza indipendentemente dalla corrispondenza con la cosiddetta realtà esterna.
BIBLIOGRAFIA
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