Laureata con lode in Lingue e letterature straniere moderne presso

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CURRICULUM
Attualmente Professore ordinario di Filologia germanica presso il Dipartimento di Studi umanistici –
Lingue, Mediazione, Storia, Lettere, Filosofia dell’Università degli Studi di Macerata, Corsi di
laurea in Lingue (classi L11 e 37M); membro del Collegio dei docenti del Dottorato in Storia
linguistica dell’Eurasia dell’Università degli Studi di Macerata; Direttore della Società culturale
Classiconorroena, con sede presso l’Università degli Studi di Perugia.
In precedenza:
Vincitrice del concorso libero a n. 2 posti di ricercatore universitario per il gruppo di discipline n. 48
Filologia germanica presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Istituto Universitario di
Lingue Moderne (I.U.L.M.) di Milano bandito con decreto n. 4774 del 16.11.1984 e pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 20 del 24.1.1985; entrata in servizio presso la sede di Milano della suddetta
facoltà il 1° dicembre 1986, in qualità di ricercatore universitario in Filologia germanica.
Ricercatore confermato dal 1° dicembre 1989, in servizio a tempo pieno presso la stessa Facoltà di
Lingue e letterature straniere dello I.U.L.M. di Milano fino al 21 dicembre 1995.
Vincitrice del concorso a n. 1 posto da ricercatore per il gruppo di discipline L23 Filologia germanica
(sottosettore 1 Filologia germanica) presso la Facoltà di Lettere e filosofia della Università di Roma
"La Sapienza" (G.U. n. 72 del 9.9.1994); entrata in servizio il 22 dicembre 1995.
Idonea nella procedura di valutazione comparativa ad un posto di professore universitario di ruolo di
seconda fascia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Macerata, per il
settore scientifico-disciplinare L20A-Filologia germanica (D.R. n. 327 del 25.3.2000, pubbl. sulla
G.U. n. 30 – 4° Serie speciale – del 14.4.2000); nominata professore associato presso la Facoltà di
Lettere e Filosofia della stessa Università di Macerata con chiamata in corso d’anno a decorrere dal
1° febbraio 2001.
Professore associato confermato dal 1° febbraio 2004 per il settore scientifico-disciplinare L-FILLET/15, in servizio presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata.
Idonea nella procedura di valutazione comparativa per la copertura di un posto di professore di I fascia
presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata, per il settore scientificodisciplinare L-FIL-LET/15 - Filologia germanica (D.R. n. 556 del 9.7.2033, pubbl. sulla G.U. n. 50 –
4° Serie speciale – del 15.7.2003); nominata professore straordinario presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia della stessa Università di Macerata con chiamata in corso d’anno a decorrere dal 24
gennaio 2005.
Conferimento dell’affidamento dell'insegnamento di Filologia germanica (M-Z) presso la Facoltà di
Lingue e letterature straniere dello I.U.L.M. di Milano per gli a.a. 1992/93 e 1993/94.
Conferimento dell’affidamento dell’insegnamento di Filologia germanica presso il Corso di Laurea in
Lingue e letterature straniere della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di
Macerata per gli a.a. 1998/99 e 1999/2000.
Conferimento dell’affidamento dell’insegnamento di Filologia germanica presso il Corso di Laurea in
Studi Linguistici e Filologici della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “La
Sapienza” per l’a.a. 2001/02 e per l’a.a. 2002/03.
Conferimento dell’affidamento dell’insegnamento di Storia della lingua tedesca per l’a.a. 2000/01
presso la Scuola di Specializzazione interuniversitaria per l’insegnamento secondario con sede
nell’Università di Macerata.
Conferimento dell’affidamento del Modulo di tedesco dell’insegnamento di Lessicografia e dizionari
per l’a.a. 2000/01 presso la Scuola di Specializzazione interuniversitaria per l’insegnamento
secondario con sede nell’Università di Macerata.
Vincitrice, con rinuncia alla nomina, di una cattedra di Lingua e letteratura straniera (inglese) negli
istituti di istruzione secondaria di secondo grado della provincia di Roma (anno 1986).
In possesso dell'abilitazione all'insegnamento della Lingua inglese nella scuola media e della Lingua e
letteratura inglese nella scuola secondaria di secondo grado (anno 1986).
Vincitrice di varie borse di ricerca e di studio, fra cui particolarmente si segnalano due borse di ricerca
rispettivamente in Islanda (luglio-agosto 1987) e in Danimarca (aprile-maggio 1988), messe a
concorso dalla Direzione Generale delle Relazioni Culturali del Ministero degli Affari Esteri per gli
a.a. 1986/87 e 1987/88.
Partecipazione a collegi di dottorato, associazioni culturali, comitati editoriali e cura di collane:
1) Membro del Collegio dei docenti del Dottorato in Storia linguistica dell’Eurasia dell’Università
degli Studi di Macerata, in particolare come referente per la Filologia germanica;
2) Direttore della Società Culturale Classiconorroena, con sede presso l’Università di Perugia;
3) Corrispondente bibliografico per l’Italia della rivista norvegese di runologia “Nytt om runer”,
pubblicata presso il Runearkivet dell’Università di Oslo e diretta dal prof. James E. Knirk;
4) Direttore, insieme al prof. Onofrio Carruba, Università di Pavia, della Collana “Studi e ricerche di
linguistica e filologia”, presso l’editore Gianni Iuculano - Italian University Press di Pavia;
5) Società Italiana di Glottologia (cooptazione dell'Assemblea Sociale di Bologna, 30 novembre
1990);
6) Sodalizio Glottologico Milanese (riunione del 25 febbraio 1991, su proposta del Presidente, prof.
Giancarlo Bolognesi, e dei sodali proff. Onofrio Carruba e Celestina Milani);
7) Associazione Italiana di Filologia germanica;
8) Centro interdipartimentale di Antropologia del testo, presso il DIPRI dell’Università di Macerata.
Attività di ricerca:
1) Anni 1986-1989: studio della documentazione epigrafica di ambiente germanico, con approccio di
tipo tematico al fine di porre in rapporto le testimonianze runiche quali prodotti artistico-letterari
omogenei alla più nota tradizione poetica germanica. Da tale ricerca deriva il volume Il tema del
viaggio nelle iscrizioni runiche, Pavia 1989, più volte recensito con valutazioni assai favorevoli.
2) Anni 1989-90: avvio dell'analisi del testo del componimento anglosassone The Seafarer, la quale
conduce intanto alla elaborazione dei numerosi spunti tematici e simbolici che ne costituiscono il
ricco tessuto narrativo entro una originale lettura unitaria della struttura dell'opera (cf. il volume
Sulla struttura del Seafarer. La tipologia del contrasto come strategia compositiva, Pavia 1990).
3) Anni 1990-92: ricerca sulla documentazione runica più tarda relativa al computo, incentrata sulla
rilettura del calendario runico conservato nel Museo Civico Medievale di Bologna, e pubblicata in
parte nel contributo Il calendario runico di Bologna, in Il mondo dei Vichinghi: ambiente, storia,
cultura e arte, Genova 1992. Ulteriori ricerche sull'argomento sono state già da me avviate entro un
progetto di edizione completa del manufatto bolognese, di prossima realizzazione.
4) Anni 1992-95:
a) studio sulla tipologia dell'eroe germanico così come compare nella documentazione epigrafica
della Scandinavia medievale, pubblicato con il titolo Modelli e caratteri di eroicità nelle iscrizioni
runiche della Scandinavia vichinga, in La funzione dell'eroe germanico: storicità, metafora,
paradigma, a cura di Teresa Pàroli, Roma 1995;
b) ricerca sulle relazioni fra i paesi nordici e l'Italia durante il Medioevo, condotta sia attraverso
l'esame della scarna documentazione epigrafica svedo-norvegese, sia attraverso la lettura delle più
numerose testimonianze letterarie islandesi antiche. Il saggio dal titolo di Roma e l'Italia nelle
iscrizioni runiche del Nord è apparso in "Romanobarbarica" 13 (1995).
5) Anni 1996-99:
a) studio del topos del pellegrinaggio religioso entro la letteratura della saga islandese antica, con
esame delle varianti tipologiche medievali relative alla prassi devozionale in genere e alla materia
penitenziale e giudiziale in particolare, nonché con attenzione alla configurazione e funzionalità
narrativa del tema entro la struttura compositiva del genere. L'esito della ricerca è pubblicato con il
titolo Il pellegrinaggio nelle saghe dell'Islanda medievale nei "Rendiconti della Accademia
Nazionale dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche" s. 9, v. 9 (1998);
b) analisi delle opere dei fratelli Johannes e Olaus Magnus – in particolare della Historia de
Gentibus Septentrionalibus di Olaus Magnus – nell’ambito dei lavori del Comitato direttivo
dell’Associazione culturale Classiconorroena. Risultati particolarmente interessanti e originali sono
emersi a proposito della trattazione runografica e variamente runologica offerta dalla Historia di
Olaus in relazione ai documenti e agli usi epigrafici della Scandinavia medievale e post-medievale.
Di ciò ho reso conto nel contributo ‘Literae Aquilonarium antiquiores’. Le rune in Johannes e Olaus
Magnus fra prospettiva antiquaria e tradizione etnica, entro il volume degli Atti del Convegno
internazionale di studio Giovanni e Olao Magno: opera e cultura fra due mondi, Roma 1999.
Ancora nell’ambito dell’approccio storicistico caratteristico del ‘goticismo’ svedese nell’età
umanistico-rinascimentale e poi moderna, notazioni curiose e significative dei rapporti culturali fra
la cultura italiana e quella scandinava sono scaturite dall’esame della questione dell’antichità e
origine delle rune (cf. il mio Il paradosso delle rune nella storiografia secondo la critica vichiana, in
“Classiconorroena” 12 [1998]).
6) Anni 1999-2003:
a) pubblicazione di una monografia (Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe sui viaggi dei vichinghi, 2
voll.), che propone la edizione di iscrizioni runiche della Scandinavia vichinga e di ampi estratti da
saghe islandesi antiche sui movimenti dei Nordici lungo le rotte occidentali e orientali, con
traduzioni italiane, note di commento, tavole, indici e glossario (il libro è stato accolto con favore
dalla critica);
b) ripresa del lavoro sul testo del poemetto anglosassone The Seafarer, finalizzato intanto alla
pubblicazione di una seconda edizione riveduta e corretta del volume Sulla struttura del Seafarer. La
tipologia del contrasto come strategia compositiva (Pavia 2002), poi soprattutto alla realizzazione
della prevista edizione monografica (cf. qui avanti), per la quale nel 2001 ho compiuto un soggiorno
di studio presso la Università e la Biblioteca della Cattedrale di Exeter, dove in particolare ho potuto
esaminare l’originale del codice MS 3501;
c) approfondimento di temi runografici e di storia della runologia relativamente all’età postcinquecentesca ovvero alla circolazione delle rune su manoscritto, in particolare entro l’ambiente
svedese nel periodo della regina Cristina, intorno alla questione delle cosiddette ‘rune di
Hälsingland’ e sulla produzione di trattati e testi in tardo o neo latino (cf. qui avanti).
7) Anni 2004-2008:
a) pubblicazione nel 2005 di vari contributi, frutto del lavoro iniziato nel periodo precedente, su temi
runografici e di storia della runologia relativamente all’età post-cinquecentesca ovvero alla
circolazione delle rune su manoscritto, in particolare
1) entro la cornice intellettuale svedese e poi pan-europea che vede operare la regina Cristina
di Svezia (cf. il mio contributo Le rune al tempo di Cristina fra ‘goticismo’ e bibliofilia,
negli Atti del Convegno internazionale di studio su Cristina di Svezia e la cultura delle
accademie, tenuto a Macerata – Fermo, il 22-23 maggio 2003, di cui sono stata inoltre
membro del Comitato organizzatore per la Società Culturale Classiconorroena);
2) riguardo alla vicenda della decifrazione delle cosiddette ‘rune di Hälsingland’ o stavlösa
runor, ripercorsa attraverso una curiosa epistola indirizzata dallo svedese Olof Celsius
all’erudito fiorentino Antonio Magliabechi, dalla quale si evincono notizie interessanti e
poco note sullo stato delle conoscenze runografiche del pieno Seicento e soprattutto sulla
valutazione critica dell’opera dei predecessori (cf. il mio contributo Olof Celsius a
proposito delle rune di Helsingia [da una epistola ad Antonio Magliabechi], in “Rivista
Italiana di Linguistica e Dialettologia”, nr. V, 2003);
3) come valutazione di recenti lavori che presentano contenuti runografici e runologici
all’interno della produzione di testi e trattati in tardo o neo latino (cf. le mie due recensioni
in “Classiconorroena” 21 [gennaio-giugno 2003], rispettivamente a: Liber runarum, cura et
studio Paolo Lucentini, in Hermetis Trismegisti Astrologica et divinatoria, cura et studio G.
Bos et al., Turnhout 2001, pp. 401-449; Johan Ihre on the Origins and History of the
Runes. Three Latin Dissertations from the mid 18th Century, ed. with translation and
commentary by Krister Östlund, Acta Universitatis Upsaliensis, Studia Latina Upsaliensia
25, Uppsala 2000, 391 pp.).
b) la realizzazione di una edizione monografica del poemetto anglosassone The Seafarer, corredata da
ampio studio di tutte le componenti ideali e formali dell’opera, la quale si configura come uno dei
testi più apprezzati e complessi del primo medioevo inglese, prodotto particolarmente emblematico
del contatto fra la civiltà latino-cristiana e la cultura orale germanica. La stesura del volume,
progettato da tempo e frutto di un lavoro capillare di raccolta e confronto di un corpus assai cospicuo
di testi antichi e di contributi moderni, ha impegnato la maggior parte del periodo triennale di
ricerca. Nel libro sono affrontati nell’ordine: la configurazione paleografica (§ 1) e la costituzione
critica (§ 2) del testo del Seafarer; la bibliografia prodotta sul poemetto in oltre un secolo e mezzo di
studi (§ 3); la struttura compositiva (§ 4); l’articolazione tematica (§ 5), fra le molte suggestioni
simboliche (§ 5.1: il mare, la nave, la sala del banchetto, il freddo e la stagione invernale, la
primavera) e i ripetuti echi omiletici (§ 5.2: la peregrinatio christianorum, la vanità della ricchezza,
la transitorietà della vita, la senescenza del mondo); lo stile retorico e metrico (§ 6); la lingua e le
ipotesi su datazione e autore del carme (§ 7). Corredano il volume un Glossario, una Bibliografia
ragionata, quattro tavole fuori testo con la riproduzione fotografica dei fogli del Codice di Exeter che
recano il testo manoscritto del Seafarer, e infine un apparato di Indici. Il libro, dal titolo Il Seafarer.
La navigatio cristiana di un poeta anglosassone, è pubblicato come secondo volume della collana
“Biblioteca medievale. Saggi, ricerche, edizioni” curata da T. Pàroli, presso le Edizioni Kappa,
Roma 2008. Il volume è stato oggetto di molte recensioni con valutazioni eccellenti.
c) l’avvio di una ricerca sul rapporto fra pietre runiche dell’età vichinga e letteratura norrena, sia in
relazione specificamente al genere della saga (in vista della partecipazione alla International Saga
Conference di Uppsala, agosto 2009), sia in relazione alla poesia eddica e scaldica, ovvero alla
possibile intrusione del mezzo iconografico come strumento narrativo contestuale delle epigrafi (cfr.
le due lezioni per il Seminario avanzato di Filologia Germanica di Torino, settembre 2008,
pubblicate come Pietre runiche e letteratura: convergenza, interferenza, contestualità figurativa,
in Le rune. Epigrafia e letteratura, IX Seminario avanzato di Filologia germanica, a cura di
Vittoria Dolcetti Corazza e Renato Gendre, “Bibliotheca Germanica. Studi e testi” 26,
Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2009, pp. 151-250).
d) l’approfondimento di una ricerca sui calendari runici – di matrice svedese ma diffusi ampiamente
nell’Europa tardo- e post-medievale – che prevede la pubblicazione della edizione monografica di
un Calendario runico ligneo conservato a Bologna (Museo Civico Medievale), corredata da uno
studio delle differenti tipologie e dei vari usi calendariali delle rune in tutto l’ambiente scandinavo,
nonché da un’analisi delle realizzazioni iconografiche (figure e attributi dei santi, feste del
calendario liturgico, raffigurazioni dei mesi, etc.) insieme comuni alla tradizione calendariale
dell’occidente medievale e peculiari dell’area germanica.
La ricerca già avviata per i punti c) e, soprattutto, d) di cui qui sopra ha previsto intanto un primo
sondaggio degli archivi runici e documentali presso i Musei e il Runverket di Stoccolma e l’Università
e il Duomo di Uppsala (missione di ottobre-novembre 2007). Essa ha costituito inoltre l’argomento del
progetto di ricerca triennale, avviato nel 2008, proposto per il finanziamento alla Facoltà di Lettere
dell’Università di Macerata, dal titolo: Testi runici, letterari e iconici: specificità e interrelazioni
semiotiche nel medioevo germanico.
8) Anni 2009-2013:
a) progetto di ricerca, sul tema “Il calendario runico di Bologna e la produzione calendariale del
Nord: interrelazioni formali, tipologiche e funzionali della misura del tempo nell’Europa
medievale”, che ha richiesto un periodo di esclusiva attività di studio (a.a. 2009-2010) in buona
parte presso istituzioni, musei e centri di ricerca all’estero. Sul calendario runico nel Museo
Civico Medievale di Bologna, pregevolissimo manufatto ligneo di fattura continentale-europea
ma di matrice svedese, ho tenuto una Conferenza (23 aprile 2009; testo della Conferenza
pubblicato con il titolo “Traces of Runic Lore in Italy. The Wooden Calendar ‘Book’ in Bologna
and Its Medieval Connections” in http://www.tria.unina.it/index.php/Classnorr/article/view/716)
al Museo Nazionale (Nationalmuseet) di Copenhagen, per invito del suo Direttore attraverso
l’Istituto Italiano di Cultura presso l’Ambasciata Italiana di Danimarca. In tale occasione ho
offerto una presentazione preliminare del calendario ‘bolognese’ e dei suoi caratteri specifici, già
evidenziandone tuttavia le numerose connessioni con la produzione calendariale europea nei
lunghi secoli del pieno e basso medioevo e dell’età post-medievale.
b) Nel quadro della partecipazione al progetto di rilevante interesse nazionale (PRIN) su “Tipologie
e identità del personaggio medievale fra modelli antropologici e applicazioni letterarie” (20102012), l’attività di ricerca nel periodo 2010-2013 è stata in gran parte incentrata sulla produzione
calendariale runica e pseudo-runica europea nei lunghi secoli del pieno e basso medioevo e
dell’età post-medievale. Tale ricca produzione di varia e molteplice tipologa (calendari miniati,
libri del computo, bastoni del computo, tavole o bacchette del computo etc.) certifica le strette
interrelazioni culturali fra le varie regioni dell’Europa nel campo particolare delle forme, degli
strumenti tecnico-grafici, delle finalità e funzioni pertinenti alla misura del tempo, nonché
nell’ambito dei ‘tipi’ iconografici dei santi e delle festività stagionali e liturgiche.
Della vasta produzione calendariale nordica non esiste tuttora un corpus, e per la
documentazione runica di area continentale extra-scandinava mancano del tutto riferimenti
bibliografici e rendiconti specifici; il materiale per la gran parte inedito da me raccolto durante il
biennio – sia all’estero (a Copenhagen presso il Nationalmuseum, il Runologisk Laboratorium
ved Nationalmuseum, la Kongelige Bibliothek, l’Arnamagnæanske Institut e la Universitets
Bibliothek; a Parigi presso la Bibliothèque Nationale de France; a Berlino, presso la
Staatsbibliothek, Preussischer Kulturbesitz; a Stoccolma presso il Runverket,
Riksantikvarieämbetet, la Kungl. Bibliothek e lo Statens Historiska Museum; a Uppsala presso la
Uppsala Universitetsbibliotek Carolina Rediviva; a Oslo presso una collezione privata; a
Cambridge, presso la University Library; a Londra, presso la British Library) sia in Italia (a
Roma, presso la Biblioteca Apopstolica Vaticana, e a Bologna, presso il Museo Civico
Medievale) – ha consentito di definire una classe di calendari di fattura e impostazione tipologica
originali sia sul piano grafico-calendariale sia sul piano iconico. La monografia Libri runici del
computo. Il calendario di Bologna e i suoi analoghi europei, Macerata, eum, 2013
(http://eum.unimc.it/catalogo/catalogo-2013/libri-runici-del-computo)), che raccoglie i risultati
della ricerca – edizione completa di questi calendari runici su tavolette lignee legate in forma di
libro – è stata in parte finanziata dallo stesso PRIN. Su argomenti affini sono inoltre apparsi i due
saggi Traces of Runic Lore in Italy: The Wooden Calendar 'Book' in Bologna and Its Medieval
Connections (cfr. punto a), e Il computo del tempo nella Scandinavia medievale. Riflessioni sulla
memoria lineare e ciclica dalle genealogie ai calendari runici, in Figure della memoria
culturale. Tipologie, identità, personaggi, testi e segni, Atti del Convegno Internazionale di
Studio, Macerata 9-11 novembre 2011, “L’immagine riflessa” 2013, che presentano alcuni dati e
seguono sviluppi liminari dello stesso ambito di ricerca.
Un altro settore analizzato nell’ambito del progetto di ricerca PRIN è quello dell’incidenza dei
canoni e modelli della letteratura allegorica su testi assai poco indagati del medioevo islandese, i
quali mostrano sostanziali consonanze, ma anche interessanti divergenze, con il panorama
europeo coevo e con la tradizione di matrice cristiano-occidentale. Tale indagine ha prodotto
alcuni importanti contributi su riviste italiane e straniere di grande rilievo, come ad esempio En
kjölrinn jarteinir trú rétta. Incidenza di tropi classici e cristiani sulle tradizioni anglosassone e
scandinava, “Rivista Italiana di Linguistica e Dialettologia” 12 (2010), pp. 9-78, e The Rainbow
Allegory in the Old Icelandic Physiologus Manuscript, “Gripla” 22 (2011), pp. 63-118.
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