grafica protetta (IGP) per il marrone del Mugello.

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Atti Parlamentari
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grafica protetta (IGP) per il marrone del
Mugello.
(4-00571)
SALUTE
FERDINANDO BENITO PIGNATARO e
CESINI. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio. —
Per sapere – premesso che:
gli effetti dell’alluvione del 3 luglio
scorso nella zona di Vibo Valentia hanno
colpito anche l’ecosistema della fascia costiera e l’economia ittica calabrese: numerosi tonni stanno infatti morendo per
soffocamento;
l’ondata di fango e detriti che si è
abbattuta sulla fascia costiera ha fatto
confluire in mare sostanze e materiali
inquinanti, mettendo a rischio l’ecosistema
marino e costiero;
la costa sta subendo, secondo quanto
denunciato dalla Lega Pesca, un grave
impatto ambientale di natura fisico, microbiologico e chimico. Le acque e i fondali della fascia più vicina alla costa si
stanno intorpidendo, un segnale di cambiamenti morfologici della battigia, alterazione dei fondali con conseguenze sulla
componente vegetale e animale e danni
alle attività di maricoltura, con particolare
riferimento alla tonnicoltura;
la situazione della provincia di Vibo
Valentia è critica anche sul piano igienicosantario, poiché è stata messa fuori uso
tutta la rete fognaria e depurativa delle
abitazioni colpite, trasportando in mare
materiale organico di varia natura e
quindi contaminando microbiologicamente
acque, sedimenti e organismi marini –:
se sia a conoscenza dei fatti sopra
descritti;
se non ritenga opportuno avviare
un’azione di monitoraggio della zona al
fine di procedere al risanamento e alla
bonifica dell’area interessata.
(4-00574)
*
*
*
Interrogazione a risposta in Commissione:
PORETTI. — Al Ministro della salute. —
Per sapere – premesso che:
l’articolo 4, comma 1 della legge
40/2004 (« Norme in materia di procreazione medicalmente assistita »), recita: « Il
ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito solo
quando sia accertata l’impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive
della procreazione ed è comunque circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità
inspiegate documentate da atto medico
nonché ai casi di sterilità o di infertilità da
causa accertata e certificata da atto medico »;
il gup di Palermo, Fabio Licata, ha
autorizzato l’accesso a tali tecniche a Salvino Madonia, condannato all’ergastolo
per l’omicidio di Libero Grassi, equiparando la sua posizione a quella di chi non
può avere figli a causa « di sterilità o di
infertilità inspiegate »;
il trattamento cui verrà sottoposto
sarà a carico del Sistema sanitario nazionale nell’Asl de L’Aquila, dove Madonia è
recluso in regime di 41-bis, e senza liste di
attese;
altri casi in passato si sono verificati
di detenuti che hanno avuto accesso a tale
tecniche di fecondazione, e l’avvocato difensore di Madonia in proposito ha citato
il caso di Giovanni Avarello, condannato
per l’omicidio del giudice Rosario Livatino,
evento tuttavia verificatosi prima dell’entrata in vigore della legge 40/2004 che
esclude dall’accesso alle tecniche le coppie
non sterili o non fertili;
come sottolineato dall’Associazione
Amica Cicogna e dall’Associazione Luca
Coscioni, tale atto è da ritenersi di « grande civiltà » per un uomo che altrimenti
non potrebbe divenire padre, ma che a
causa dell’articolo 4 della legge 40/2004
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sono molte le coppie non sterili come i
portatori di patologie virali e di patologie
genetiche, che non possono accedere alle
tecniche di procreazione medicalmente assistita, rischiando di trasmettere il virus o
la patologia genetica o al partner o al
nascituro –:
se non ritenga utile proporre una
modifica dell’articolo 4 della legge 40/2004
al fine di consentire alle coppie, sebbene
non sterili, di accedere alle tecniche di
procreazione assistita senza distinzione riguardo al loro stato di libertà o detenzione, e senza perciò doversi avvalere delle
condizioni di regime detentivo 41-bis.
(5-00095)
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORE. — Al Ministro della salute,
al Ministro dell’economia e delle finanze. —
Per sapere – premesso che:
il centro diurno « Simona Carratù »
di Aversa in provincia di Caserta ha assistito egregiamente fino ad oggi persone
disabili in gravi e gravissime condizioni e
le loro famiglie;
questo centro fu fondato nel 2002
mediante un protocollo di intesa tra ASL
Caserta 2 (CE/2), comune di Aversa e
l’associazione di volontariato « comunità
missioni » (iscritta al Registro regionale del
volontariato con decreto n. 15984 del 4
novembre 1999); il direttore generale dell’ASL CE/2 era, allora, il dottor Franco
Rotelli, il quale raccolse l’eredità di
Franco Basaglia. Per la prima volta in
Italia, e proprio nel centro Carratù, il
dottor Rotelli introdusse una nuova metodologia di erogazione dei servizi di assistenza: i budget di cura – progetti terapeutico-riabilitativi individuali, un pacchetto di servizi modulato secondo le esigenze
di
ogni
disabile.
Si
tratta
dell’applicazione della legge n. 328 del
2000, che riunisce efficacemente le parti
interessate: istituzioni, famiglie e un’associazione di volontariato straordinaria che,
gratuitamente senza scopo di lucro, gesti-
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sce i budget e garantisce un servizio impeccabile attraverso volontari e professionisti esterni qualificati;
nel maggio 2004 la direzione dell’ASL
CE/2 di Aversa passò alla dottoressa Angela Ruggiero e quella realtà straordinaria
e destinata a crescere e a proporsi come
esempio anche per altre regioni, secondo
l’interrogante, fu mortificata a causa dell’introduzione di una nuova struttura organizzativa voluta dal nuovo corpo dirigenziale dell’ASL CE/2 che non condivise
l’utilizzo di strumenti cosı̀ innovativi quali
i budget di cura;
infatti i budget di cura non vennero
rinnovati, gli impegni vennero disattesi e le
spettanze per i professionisti esterni non
vennero liquidate per più di un anno;
da maggio 2005 cominciarono le proteste e le manifestazioni da parte del
comitato delle famiglie del centro fino allo
sciopero della fame nel luglio 2005, per
evitare che la nuova direzione dell’ASL
CE/2 decretasse la chiusura del centro
Carratù;
a questo punto, pressata dall’opinione pubblica, vennero promossi progetti
per rilanciare le attività del Centro diurno;
promesse che si rivelarono infondate
giacché i budget di cura-progetti individuali erano scaduti, i fondi non vennero
mai erogati e il 3 luglio 2006 il centro
diurno Carratù è stato chiuso;
l’ASL CE/2 ha demandato alla finanziaria So.Re.Sa. S.p.A. il pagamento dei
crediti verso il terzo settore, comprese le
spettanze del centro diurno « Simona Carratù », per i servizi socio sanitari relativi
all’anno 2005. Tale operazione appare all’interrogante impropria in quanto i capitoli di spesa dei « fondi budget di cura »,
costituiti con soldi dei vari enti tra cui i
vari comuni, non possono essere gestiti
dall’ASL CE/2 come fondi propri, dato che
in tal modo si contravviene all’accordo di
programma stipulato con il dottor Franco
Rotelli; è da considerare inoltre che il
comune di Aversa ha versato le proprie
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quote economiche all’ASL CE/2, ma essa
non ha provveduto a pagare le spettanze
dovute agli enti del terzo settore;
l’ASL CE/2 nel periodo gennaio-giugno 2006 non ha rinnovato i contratti di
80 dipendenti che in base all’accordo di
Programma erano impiegati nella gestione
amministrativa dei budget, causando l’interruzione di tutti i budget di cura e
paralizzando l’attività del centro diurno
« Simona Carratù »; tale decisione dell’ASL
CE/2 non è stata in alcun modo concertata
con i comuni i quali contribuiscono con
parte dei fondi per la gestione ed erogazione dei servizi socio-sanitari budget di
cura –:
se sia a conoscenza dei fatti descritti;
se non ritenga necessario attivare i
poteri ispettivi richiamati all’articolo 1,
comma 172, della legge n. 311 del 2004 e
in che modo intenda eventualmente intervenire.
(4-00569)
PIRO e LOMAGLIO. — Al Ministro della
salute. — Per sapere – premesso che:
il piano sanitario regionale 2000-2002
approvato con decreto del Presidente della
regione Siciliana 11 giugno 2000 e rimasto
fin qui l’unico piano sanitario approvato
dalla regione Siciliana, aveva previsto
l’istituzione di strutture di alta professionalità per l’oncologia e tra queste il Dipartimento di oncologia di 3o livello presso
l’azienda ospedaliera « Sant’Elia » di Caltanissetta. Tale dipartimento non ha mai
visto effettivamente la luce, secondo gli
interroganti, sia per responsabilità della
stessa azienda ospedaliera, che della regione siciliana che ne ha determinato la
fine senza tuttavia avere adottato i provvedimenti formalmente necessari;
il comportamento dell’azienda ospedaliera è secondo gli interroganti ampiamente contraddittorio come è possibile
rilevare sin dall’atto aziendale del 2002,
che non prevedeva l’oncologia come struttura complessa. Nell’atto aziendale del
2004 veniva invece contemplato il dipar-
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timento oncologico di 3o livello, la cui
esistenza veniva ribadita con l’atto aziendale del 2005, per finire con il concorso
bandito nel marzo 2006 per direttore di
struttura complessa;
altrettanto ambiguo e contraddittorio, secondo gli interroganti, è stato il
comportamento dell’azienda ospedaliera
« Sant’Elia » per quanto riguarda l’organizzazione della struttura, come si può
evincere dal fatto che il servizio di oncologia ha negli anni assunto una dimensione significativa, con una dotazione di 12
posti letto, più 8 posti di day hospital (DH)
con un’utenza registrata di circa 1.000
ricoveri l’anno, 3.500 prestazioni in DH e
circa 1.000 prestazioni ambulatoriali. Tali
risultati appaiono particolarmente significativi alla luce della constatazione che per
lungo tempo il servizio è stato costretto a
lavorare con un solo medico oncologo;
la regione siciliana non ha assunto
iniziatiave affinché venisse data attuazione
ad una previsione del suo fondamentale
documento di pianificazione sanitaria, ed
ha, invece, assunto decisioni tese a favorire
la creazione di un dipartimento interaziendale oncologico tra l’azienda ospedaliera « Sant’Elia » e l’Asl 2 di Caltanissetta
che gestisce il presidio ospedaliero di San
Cataldo, centro limitrofo a Caltanissetta;
nel marzo del 2004 con decreto dell’assessore regionale per la sanità è stato
istituito a San Cataldo un servizio di
radioterapia ed è stata « sollecitata » la
creazione del Dipartimento interaziendale;
nel giugno del 2005 l’Asl 2 prevede a San
Cataldo anche la « medicina ad indirizzo
oncologico »; a maggio del 2006 una determina del Dirigente generale del Dipartimento Ispettorato Regionale Sanitario
obbliga l’azienda « Sant’Elia » a cassare
dall’atto aziendale adottato, la previsione
di un Dipartimento oncologico di 3o livello,
con la motivazione che non « è corretta la
previsione di un dipartimento oncologico
di 3o livello all’interno del programmato
dipartimento interaziendale con la azienda
Asl 2 e ciò anche in funzione della mancata attivazione all’interno dell’Azienda
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“Sant’Elia” di tutte le attività previste
come indispensabili per l’attivazione di un
dipartimento oncologico di 3o livello del
Piano Sanitario Regionale »;
nella adeguatezza e nella completezza
delle prestazioni sanitarie, in aperta contraddizione con le esigenze di efficacia ed
efficienza del sistema sanitario –:
come risulta dalla determinazione dirigenziale sopra citata, non esiste alcun
atto formalmente valido della regione siciliana che abbia soppresso la previsione
del piano sanitario di istituire un dipartimento oncologico di 3o livello presso
l’azienda Sant’Elia, mentre sicuramente
assai discutibile è l’affermazione della
« mancata attivazione di tutte le attività
previste come indispensabili », dal momento che tra tutte le unità necessarie per
l’istituzione del dipartimento, al Sant’Elia
ne risultano assenti solo tre: laboratorio di
biologia molecolare, trattamento ad alte
dosi, radioterapia, che con un impegno ed
investimenti modesti potrebbero essere
realizzati in breve tempo;
se ritenga che nella regione Sicilia
siano stati realizzati i livelli essenziali di
assistenza.
(4-00577)
in data 23 giugno 2006 l’Asl2 e
l’Azienda Ospedaliera Sant’Elia hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per l’istituzione di un dipartimento oncologico interaziendale costituito da unità operative
presenti in parte a Caltanissetta e in parte
a San Cataldo, senza che tuttavia vengano
soddisfatti tutti i requisiti necessari per
configurare un dipartimento di 3o livello e,
secondo gli interroganti, determinando
chiari squilibri tra strutture con capacità
operative notevolmente diverse fra loro;
secondo gli interroganti le scelte operate dalla A.O.R Sant’Elia e dalla Asl 2 di
Caltanissetta con l’avallo della regione siciliana, di fatto riducono l’offerta sanitaria
in quantità ed in qualità al paziente oncologico, cosı̀ come testimoniato dalle
prese di posizione e dalle iniziative assunte
nelle scorse settimane dalle associazioni
rappresentative dei malati e dalle loro
famiglie;
la scelta di annullare l’istituzione di
un dipartimento oncologico di 3o livello, in
possesso dei requisiti e delle caratteristiche previsti dal piano sanitario regionale,
con l’obiettivo di sostituirlo con un dipartimento di livello inferiore, secondo gli
interroganti, comporterà una perdita certa
*
*
*
TRASPORTI
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORI. — Al Ministro dei trasporti.
— Per sapere – premesso che:
un folto gruppo di cittadini delle
frazioni di San Martino Ulmiano, Portasserchio, Pappiana, Orzignano, Rigoli, Patrignano, Pugnano, Molina nel Comune di
San Giuliano Terme in Provincia di Pisa si
sono più volte rivolti alla Direzione Territoriale Toscana delle Ferrovie per lamentare che presso la stazione di Rigoli le
fermate dei treni sono ormai ridotte a due
sole con gravissimo pregiudizio per le
esigenze di trasporto di pendolari e studenti –:
quali iniziative urgenti si intendano
assumere in merito.
(4-00572)
MIGLIORE, MARIO RICCI, LOCATELLI e OLIVIERI. — Al Ministro dei
trasporti. — Per sapere – premesso che:
recentemente nello stretto di Messina
è stato attivato il nuovo approdo di « Tremestieri » al fine di decongestionare la
città dai tir;
questa situazione ha comportato, per
le navi di Rete ferroviaria italiana, un
prolungamento del tragitto e un incremento delle tariffe del 33 per cento circa,
a causa del maggior consumo di carburante;
per compensare tale aumento di costo si è provveduto a ridurre le tabelle
d’armamento diminuendo le unità di equipaggio da 11 a 7; in questo modo si è
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