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Camera dei deputati – 2-01569 – Interpellanza urgente presentata
dall’on. Binetti (Misto) il 9 gennaio 2017.(Risposta del 13 gennaio 2017).
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Camera dei deputati – 2-01569 – Interpellanza urgente presentata
dall’on. Binetti (Misto) il 9 gennaio 2017.(Risposta del 13 gennaio
2017).
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
secondo i dati del Monopolio, elaborati da Agipronews, durante il 2016 gli italiani hanno speso diciotto miliardi e mezzo di euro in
giochi ricompresi sotto la dizione usuale di gioco d'azzardo, a fronte di una raccolta complessiva dell'industria del gioco pari a 95
miliardi di euro. Nel 2015 la spesa netta dei giocatori italiani era stata di 17 miliardi, mentre la raccolta lorda era pari a 88 miliardi;
l'incremento della spesa è stato dell'8,3 per cento. In media ogni italiano maggiorenne nel 2016 ha speso 365 euro in giochi, un euro
al giorno, ma i giocatori sociali, a cui si debbono aggiungere i giocatori affetti da grave dipendenza dal gioco, hanno investito in
questa attività molto di più un euro al giorno. I 18 miliardi e mezzo rappresentano la cifra realmente incassata da Stato (10 miliardi) e
operatori (8,5 miliardi). Il totale delle giocate – la raccolta lorda che comprende anche le vincite – è molto superiore e quest'anno
tocca i 95 miliardi di euro, ma si tratta di un dato che in gran parte risente del meccanismo del rigioco, in particolare nel settore
online. Il giocatore, reimpiegando le proprie vincite, finisce per movimentare cifre molto più alte facendo impennare la raccolta lorda,
senza incidere sulla spesa reale;
per lo Stato si tratta di un prelievo record: 10 miliardi rappresentano il +24 per cento dell'anno precedente. Segno evidente di un
mercato in espansione, che trae con sé anche conseguenze tutt'altro che positive per le persone che non sanno resistere alla
seduzione del gioco. Si tratta di un incremento di due miliardi netti. Il prelievo di 10 miliardi destinati all'erario, rispetto ai 18,5
incassati dagli operatori, porta ad una aliquota reale del 54,5 per cento. In sostanza, ogni 10 euro, 5,5 finiscono allo Stato;
la voce che più contribuisce al gettito, pari al 58 per cento, è quella degli apparecchi da intrattenimento (slot e videolottery) che
versano complessivamente allo Stato 5 miliardi e 850 milioni di euro, dei quali, 4,6 provenienti dalle sole slot machine (+36 per cento
rispetto al 2015). Un analogo discorso vale anche per le videolottery, che hanno versato allo Stato 1.250 milioni (+13 per cento). Tra
le voci che spiccano maggiormente c’è il Gioco del Lotto con 1.760 milioni e il Gratta e Vinci (1.375 milioni), Quindi, considerando
l'intero volume delle giocate, corrispondente a 95 miliardi per il 2016, il 51,6 per cento è stato assicurato da slot e videolottery;
in percentuale, però, la crescita maggiore è stata quella del Superenalotto, che quest'anno ha raccolto 1 miliardo e 600 milioni,
rispetto al miliardo del 2015 (+52 per cento) grazie a due fattori che hanno contribuito a mantenere alto l'interesse sul gioco. Da un
lato la lunga caccia al «6», conclusa con la maxi vincita di 163 milioni, dall'altro il restyling del gioco complessivo che ha creato la
possibilità di vincere anche con il «2»;
è stato forte l'incremento delle scommesse sportive, che hanno incassato 7 miliardi e mezzo (+34 per cento), ma al di là delle cifre
assolute è interessante segnalare la crescita dei casinò on line che a dicembre hanno fatto registrare una spesa effettiva dei giocatori
(vale a dire la differenza tra quanto giocato e quanto vinto) di 45 milioni di euro, portando così il dato annuale a 438,9 milioni, vale a
dire il 34 per cento in più rispetto ai 327,5 milioni del 2015;
l'incremento complessivo del comparto dei giochi rappresenta una notevole entrata per il fisco italiano che non intende ridurla, ma
anzi incrementarla. Di qui la resistenza a porre norme orientate a ridurre il gettito economico che proviene dal gioco. Risulta privo di
efficacia il divieto della pubblicità. Sono assenti gli investimenti in progetti che garantirebbero migliore qualità nella formazione
soprattutto dei giovani, magari smascherando una serie di luoghi comuni e di fallacie tanto seduttive quanto pericolose;
i singoli cittadini, anche se riuniti in associazioni di tutela, poco o nulla possono davanti agli interessi dei grandi operatori del settore.
Per esempio, Lottomatica, leader nel settore dei casinò online con una quota di mercato pari all'11 per cento in crescita del 7,2 per
cento rispetto a inizio 2016. Dietro di essa la Sisal, con una quota di mercato dell'8,5 per cento e Pokerstars; con il 7,8 per cento. In
termini assoluti la migliore performance è stata registrata da Starcasinò che a dicembre ha raggiunto una quota del 2,3 per cento, in
crescita di oltre il 57 per cento rispetto a inizio anno. E questi sono i dati su cui riflettere: la velocità nell'espansione del giro d'affari.
Gli operatori sono in cerca continua di nuovi clienti, da adescare con offerte allettanti e da fidelizzare per trasformarli in giocatori;
alla Camera è stato definito pressoché all'unanimità in Commissione affari sociali, un testo unificato di alcune proposte di legge, che
non è mai stato portato in assemblea, e che prevede tre azioni concrete: prevenire attraverso iniziative positive di formazione la
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Camera dei deputati – 2-01569 – Interpellanza urgente presentata dall’on. Binetti (Misto) il 9 gennaio 2017.(Risposta del 13 gennaio 2017). Pagina | 1
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dall’on. Binetti (Misto) il 9 gennaio 2017.(Risposta del 13 gennaio 2017).
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dipendenza dal gioco; porre uno « stop» alla pubblicità nelle sue molteplici forme; garantire alle persone affette da dipendenza dal
gioco tutti gli aiuti necessari. Su quest'ultimo punto sono recentemente intervenuti i livelli essenziali di assistenza riconoscendo alla
dipendenza dal gioco d'azzardo lo statuto di una patologia vera e propria. Ma sui primi due punti prevenzione e formazione non si è
fatto praticamente nulla, soprattutto se si tiene conto di come invece l'industria del gioco stia investendo per rendere sempre più
appetibile un'offerta che, mentre risponde a sollecitazioni governative, abbandona le persone ai rischi di una fragilità illusoria che li
impoverisce progressivamente;
tra le forme più pericolose di pubblicità c’è l'operazione di marketing che regala denaro per spingere ad iniziare a giocare, e la
tendenza ad offrire vincite a condizioni sempre più facili, come accade con il cosiddetto ambetto. Anche in questo caso si tratta di
micro-vincite che creano dipendenza –:
come intenda intervenire il Governo per evitare un'ulteriore diffusione del gioco d'azzardo, identificando misure molto concrete, da
applicare in tempi brevi e da monitorare in modo molto rigoroso, a cominciare dalla proibizione per le aziende di regalare denaro a
chi inizia a giocare, e dicendo un «no» netto e chiaro alla pubblicità, compresa quella legati ad eventi sportivi.
(2-01569) «Binetti, Pisicchio, Buttiglione, Cera, De Mita».
Aula - Iniziative urgenti per prevenire e contrastare la diffusione del gioco d'azzardo – n. 2-01569
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Binetti ed altri n. 2–01569. Chiedo alla deputata Binetti se intenda illustrare la sua
interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, onorevole, ha quindici minuti.
PAOLA BINETTI. Questa non è la prima interpellanza, Presidente, membri del Governo, né probabilmente l'ultima interpellanza in
questa materia che farò nell'arco di questa legislatura e devo dire che questo esordio è un esordio che nasce con un pizzico di
pessimismo davanti all'incapacità o all'impossibilità di essere presi sul serio quando si tratta di un tema di questo genere. ...
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, ha facoltà di rispondere.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Presidente, con il documento in esame, gli
onorevoli interpellante lamentano che nel corso dell'ultimo anno le spese sostenute dagli italiani in giochi ricompresi sotto la usuale
dizione di «gioco d'azzardo» sono cresciute, a fronte di una raccolta complessiva dell'industria del gioco pari a 95 miliardi di euro.
Pertanto, gli onorevoli interpellanti chiedono al Ministro dell'economia e delle finanze come intenda intervenire il Governo per evitare
un'ulteriore diffusione del gioco d'azzardo, identificando misure molto concrete da applicare in tempi brevi e da monitorare in modo
molto rigoroso, a cominciare dalla proibizione per le aziende di regalare danaro a chi inizia a giocare, e dicendo un «no» netto e
chiaro alla pubblicità, compresa quella legata agli eventi sportivi. Al riguardo l'Agenzia delle dogane e dei monopoli fornisce i
seguenti elementi. Relativamente alla spesa, i dati hanno fatto registrare per il 2016 un incremento di circa 2 miliardi di euro in
valore assoluto, per un totale complessivo che arriva a circa 19 miliardi di euro rispetto al 2015, che ne registrò 17. Tale aumento è
largamente spiegato dall'incremento della pressione fiscale specifica sull'attività di gioco. Il gettito è infatti cresciuto di circa 2,15
miliardi di euro, sino a 10,5 miliardi di euro complessivi, registrando dunque un incremento del 25,4 per cento rispetto al 2015,
mentre quanto ricavato dalla filiera commerciale è rimasto sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno, intorno agli 8,5
miliardi di euro. L'introito destinato allo Stato sotto forma di prelievo tributario e non tributario rappresenta ormai il 55 per cento della
spesa. La raccolta complessiva del settore si è attestata nel 2016 a 96 miliardi di euro, in aumento di circa il 9 per cento rispetto
all'anno precedente. Si tratta tuttavia di un dato puramente tecnico, che come correttamente evidenziato nelle premesse
dell'interpellanza, definisce il volume di danaro giocato, cioè le puntate, e non deve essere confuso con la spesa, cioè con il costo che
le famiglie nel loro complesso sostengono dato dalla differenza tra la raccolta e le vincite, il cosiddetto payout.
Deve altresì osservarsi che, negli ultimi 20 anni, l'offerta di gioco si è notevolmente trasformata, con l'avvento di giochi già presenti
sul circuito illegale e quindi praticati anche in Italia. Si pensi ai videopoker, che sono i progenitori delle attuali slot, al gioco a distanza
e così via, ad alto payout. In particolare, l'elevato payout consente, per alcune categorie di gioco – segnatamente per le slot, le
lotterie istantanee e molti altri giochi on line, a parità di budget stanziato dal giocatore, quindi la perdita programmata tollerabile – di
sviluppare una notevole quantità di gioco attraverso il reingaggio successivo delle somme vinte. Tali somme reimpiegate, il
cosiddetto rigioco, alimentano la raccolta ma non la spesa. Per quanto concerne le misure volte ad evitare un'ulteriore diffusione del
gioco d'azzardo, si osserva che l'articolo 1, comma 943, della legge 28 dicembre 2015 n. 208 (appunto la legge di stabilità per il
2016), prevede la riduzione di almeno il 30 per cento del numero di apparecchi da divertimento e intrattenimento presenti in pubblici
esercizi e nelle sale specializzate, che sono le sale VLT, scommesse e Bingo, da realizzarsi nel triennio 2017-2019 mediante
emanazione di un apposito decreto ministeriale.
Rispetto al numero di apparecchi attivi alla data del 31 luglio 2015 (tale è la data fissata al riferimento dalla legge di stabilità per il
2016), circa 378.000, la predetta riduzione comporterà una diminuzione di 133.000 slot sul territorio nazionale. Per quanto riguarda
la richiesta circa il divieto netto e chiaro alla pubblicità, compresa quella legata ad eventi sportivi, si segnala che l'articolo 1, commi
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da 937 a 940, della citata legge di stabilità per il 2016, la n. 208 del 2015, già prevede un parziale divieto di pubblicità,
esclusivamente per il settore del gioco. In particolare, il citato comma 937 recepisce i principi contenuti nella raccomandazione sul
gioco d'azzardo on line della Commissione europea, estendendoli al gioco fisico ed affermando espressamente che la propaganda
pubblicitaria audiovisiva di marchio prodotti di gioco con vincite in danaro è effettuata tenendo conto dei principi previsti dalla
raccomandazione 2014/478/UE della Commissione del 14 luglio 2014.
Il successivo comma 938 prevede, in ogni caso, il divieto di pubblicità che incoraggi il gioco eccessivo e incontrollato, che neghi che il
gioco possa comportare dei rischi, che ometta di rendere esplicite le modalità e le condizioni per la fruizione di incentivi o di bonus,
che presenti o suggerisca che il gioco sia un modo per risolvere problemi finanziari o personale ovvero che costituisca una fonte di
guadagno di sostentamento alternativa al lavoro piuttosto che una semplice forma di intrattenimento e di divertimento, che induca a
ritenere che l'esperienza, la competenza o l'abilità del giocatore permetta di ridurre od eliminare l'incertezza della vincita o consenta
di vincere sistematicamente, che si rivolga o faccia riferimento anche indiretto ai minori e rappresenti questi ultimi, ovvero soggetti
che appaiono evidentemente tali intenti al gioco, che utilizzi segni, disegni, personaggi e persone direttamente e primariamente
legate ai minori che possono generare un diretto interesse su di loro, che induca a ritenere che il gioco contribuisca ad accrescere la
propria autostima, considerazione sociale e successo interpersonale, che rappresenti l'astensione dal gioco come un valore negativo,
che induca a confondere la facilità del gioco con la facilità della vincita, che contenga dichiarazioni infondate sulla possibilità di
vincita o sul rendimento che i giocatori possono aspettarsi di ottenere dal gioco, che faccia riferimento a servizi di credito al consumo
immediatamente utilizzabili ai fini del gioco.
Questi punti, elencati dal comma 938, riproducono sostanzialmente i principi contenuti nella citata raccomandazione del 2014,
applicabili solo in Italia anche al canale fisico di raccolta. Inoltre, il comma 938 dispone il divieto di pubblicità di giochi con vincita in
danaro, nella fascia oraria che va dalle ore 7 alle ore 22 di ciascun giorno, nelle trasmissioni radiofoniche e televisive generaliste.
Infine, relativamente alla prassi delle aziende private concessionarie di regalare danaro a chi inizia a giocare, il cosiddetto bonus,
tipica del solo gioco on line, occorre precisare che il fenomeno è tanto più incontrollabile quanto maggiori sono i siti illegali presenti
sul mercato. Nonostante il notevole impegno profuso dall'Agenzia e dalla Guardia di finanza nell'attività di contrasto ai siti illegali
(finora sono stati oscurati oltre 6.000 siti illegali), e conseguentemente anche alla possibilità di offrire bonus incontrollati e privi di
qualsiasi tutela o regola, contrariamente a quanto avviene invece nel comparto legale (ad esempio, i tetti massimi di puntata, la
possibilità di autolimitarsi, la tracciatura dei flussi finanziari), il fenomeno del gioco illegale è ancora molto diffuso, nello specifico
quello esercitato da soggetti situati in Paesi esteri, che offrono via web privi della concessione statale.
Ciò nondimeno, tuttavia, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli condivide l'opportunità di introdurre misure volte a limitare la
possibilità di offrire i menzionati bonus da parte dei concessionari dello Stato. In ordine alle prospettive del comparto per l'anno 2017
e seguenti, alcuni elementi inducono a ritenere probabile una contrazione, ad oggi non quantificabile, del gettito.
In primo luogo, molte delibere degli enti locali, assunte a seguito delle leggi regionali che hanno inteso disciplinare il gioco pubblico
legale includono misure che comporteranno un forte ridimensionamento dell'offerta legale di gioco e, in alcuni casi, un effetto
sostanzialmente espulsivo del gioco pubblico, in particolare per quanto attiene ai comparti degli apparecchi e delle scommesse. Per
esempio, il comune di Genova ha previsto che, a partire dal 2 maggio 2017, le sale e i punti di gioco debbano richiedere il rinnovo
delle autorizzazioni e delle licenze attualmente vigenti in base ai criteri fissati dal regolamento comunale. Ciò significa che questo
tipo di attività potrà essere svolto a non meno di 300 metri da determinati e numerosi luoghi sensibili (come scuole, ospedali,
cimiteri, stabilimenti balneari, istituti di cura, bancomat, compravendita di oro eccetera), comportando di fatto l'espulsione del gioco
legale dalla città. I comuni di Napoli e di Firenze hanno introdotto forti limitazioni orarie all'apertura dei punti di vendita del gioco e
tali limitazioni porteranno, con ogni probabilità, molti di essi alla chiusura. Molti comuni della Lombardia hanno assunto iniziative
analoghe, come ad esempio i comuni di Milano e di Bergamo, che applica le misure restrittive a tutti i giochi, esclusi il Bingo e il Lotto,
ma non il 10eLotto e il Superenalotto.
Infine, occorre ricordare che, seppure ad oggi ancora non è stata formalizzata l'intesa prevista dal comma 936 della legge di stabilità
2016, tuttavia il Governo si sta adoperando affinché il previsto accordo con gli enti locali, in sede di Conferenza unificata, trovi la più
ampia condivisione tra le parti interessate. Tale accordo sarà volto ad un maggiore ed uniforme controllo della diffusione del gioco
d'azzardo e alla realizzazione di ulteriori misure finalizzate ad arginare tale fenomeno.
PRESIDENTE. La deputata Binetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
PAOLA BINETTI. Non sono soddisfatta ....
Aula - Interpellanza n. 2-01569, discussione del 13 gennaio 2017.
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