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“Mettiamoci in gioco”: in Liguria si perdono circa 1.200
euro a testa ogni anno
Venerdì 3 febbraio 2017
La Liguria nel 2015 ha perso al gioco 1 miliardo e 880 milioni, ciò significa che ogni ligure
spende a testa circa 1200 euro all’anno. E’ un dato ovviamente forzato perché non tutti i
cittadini giocano. Almeno 900 mila italiani sono affetti dalla malattia del gioco d’azzardo e
circa 2.500.000 sono a rischio. Lo Stato incassa dal gioco legale almeno 8 miliardi di euro
e le mafie ricevono da quello illegale non meno di 23 miliardi di euro.
“Ormai il gioco è una diffusa patologia sociale che è diventata una delle maggiori
“industrie” del paese. I dati forniti alla Camera dei deputati, sottolineano che le entrate
fiscali dovute al gioco d’azzardo sono risultate per il 2015 oltre 88 miliardi di euro. In
questa partita, lo Stato incassa 8,7 miliardi. Oltre la metà della cifra raccolta viene da
Newslot e Videolotterie. La quota più ampia del giro d’affari, pari al 55,8%, è garantita
dagli apparecchi di intrattenimento seguiti dal gioco on-line che, nel frattempo, è diventato
il secondo segmento del mercato, avendo superato lotterie istantanee (Gratta e vinci) e
tradizionali (lotterie a estrazione differita). Slot e video lotterie sono pressoché triplicati e
le previsioni le indicano ulteriormente in crescita” afferma il Coordinamento regionale
“Mettiamoci in gioco”, associazione che combatte la diffusione del gioco d’azzardo che sta
diventando sempre più un problema sociale.
“Tra le regioni italiane è in testa alla classifica la Lombardia con 14 miliardi e 65 milioni.
La relazione della commissione Antimafia sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco
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lecito e illecito propone, fra l’altro, barriere all’ingresso del settore relative ai
concessionari. Si amplia così l’ambito dei reati che impediscono alle società di partecipare
alle gare per il rilascio delle concessioni, come: la revisione dell’apparato sanzionatorio,
anche attraverso provvedimenti di sospensione come il Daspo, il rafforzamento delle
misure antiriciclaggio attraverso la tracciabilità delle vincite al gioco, l’attuazione di
politiche antimafia con il coinvolgimento delle autonomie locali dell’offerta di ‘gioco’ sul
territorio”.
“La Commissione Antimafia chiede, poi, una nuova governance del settore dei giochi,
anche attraverso un’Authority con una vigilanza rafforzata e una riorganizzazione dei
controlli, oltre alla adozione di misure armonizzate a livello europeo nel settore del gioco
d’azzardo a distanza. Occorre, inoltre, una politica per la sicurezza delle infrastrutture del
gioco legale che contrasti la minaccia del cyber crime”.
“Ma la vera novità in Liguria è l’entrata in vigore dal 2 maggio prossimo della legge
regionale (17/2012) che prevede la distanza minima di 300 metri tra le Sale da Gioco ed i
luoghi sensibili frequentati da giovani (scuole, parchi strutture sportive) o residenzialità
sanitarie e socio assistenziali. Le aziende hanno avuto cinque anni di tempo per trasferirsi
o modificare le attività. Non vorremmo trovarci all’ultimo minuto sotto il ricatto della
perdita di posti di lavoro quando hanno avuto tutto il tempo, per trasferirsi o modificare
l’attività. I regolamenti comunali devono assolutamente essere integrati anche con vincoli
sugli orari di apertura delle sale da gioco e di accesso alle slot o VLT e dei negozi che
hanno queste macchinette”.
“Nel contempo si deve aprire una campagna contro tutta la pubblicità che invita al gioco
con i soldi” conclude l’associazione ligure.
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