Roberto Bianchi Spartaco Paris Architettura e Costruzione Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Compendio didattico per il Laboratorio di Costruzione dell’Architettura 1 Facoltà di Architettura | Sapienza Università di Roma | A.A. 2014.15 Roberto Bianchi Spartaco Paris Architettura e Costruzione Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Compendio didattico per il Laboratorio di Costruzione dell’Architettura 1 Coordinamento scientifico e curatela Roberto Bianchi Spartaco Paris Le schede sono state redatte a cura di Caterina Reccia Flavia Laureti Nota alla lettura degli elaborati La rassegna critica di materiali raccolti costituisce una guida alla redazione e alla rappresentazione del progetto di architettura alle scale della costruzione. La selezione è stata fatta sulla base di esperienze significative della produzione architettonica contemporanea, in cui la “costruzione” è stata indagata come tema progettuale e non come mera tecnica. Gli esempi dei dettagli architettonici rappresentati, elaborati in originale in scale differenti (comprese tra 1:50 e 1:10) sono stati ridotti alla stessa scala di rappresentazione. Facoltà di Architettura | Sapienza Università di Roma | A.A. 2014.15 presentazione L’attuale condizione tecnocratica post-moderna che viviamo suggerisce alcune considerazioni sulla apparente ipertrofia della presenza del dettaglio nella architettura e nella sua pubblicistica, cui, però corrisponde, paradossalmente, un progressivo svuotamento del suo significato e valore architettonico. Proviamo ad indagare le ragioni di ciò. Un fatto incontestabile consiste nella articolata – e talvolta tautologica – segmentazione del processo prima progettuale, poi costruttivo del processo edilizio contemporanea, che spesso impedisce un adeguato controllo sulla qualità – che non sia meramente riconducile ad un fatto quantitativo-prestazionale – del rapporto tra progetto e costruzione. D’altro canto osserviamo come – sulla base di modelli importati dalle aree culturali originarie della cultura architettonica moderna, la pubblicistica del settore si soffermi a studiare e a spesso creare ex post disegni di dettaglio di opere realizzate, con lo scopo di diffondere e accrescere una consapevolezza sul tema e definire strumenti utili a progettisti e a studenti. Nella cultura premoderna, il progetto che indagava la scala del “particolare” – dove il termine “particolare” trova le sue origini nell’alveo della costruzione propria dell’area mediterranea (pars) – era incentrato su un’impostazione stilistica e decorativa oltre che sulla presupposta costruzione attraverso condivise tecniche tradizionali. Nella produzione moderna il dettaglio assolve invece la funzione di governare e selezionare gli aspetti che in esso concorrono, rendendo espliciti e univoci quelli prestazionali. Apparentemente, infatti, la domanda di qualità è risolta attraverso il progetto del dettaglio, come parte di una totalità. Ritengo che il rapporto tra forma e costruzione attraverso il dettaglio oscilli tra due condizioni opposte: la prima, prevalente, in cui si assiste ad una progressiva separazione tra costruzione e forma; la seconda, minoritaria, in cui si ricerca la difficile coincidenza tra costruzione tettonica e intenzione formale. All’interno della prima istanza è sempre più evidente e riconoscibile la separazione tra involucro, reti e struttura; l’attenzione progettuale del dettaglio sceglie, in un catalogo infinito di ready-made, l’esito figurativo da conferire all’edificio, investigando il tema dell’involucro, come luogo appannaggio del progettista designer. L’espressività architettonica è spesso delegata all’istanza formale attribuita all’involucro – nelle sue articolate e differenziate prestazioni – che assegna all’architetto-designer il ruolo di determinarne le caratteristiche estetiche ed espressive. Ciò è spiegabile riconoscendo la complessificazione e l’iperspecializzazione del processo realizzativo (dalla ideazione alla realizzazione) dell’architettura, che hanno segmentato il progetto di architettura in ruoli sempre più autonomi. Nella seconda pratica, marginale, il dettaglio trova il terreno per il difficile esercizio ontologico del progetto di architettura, come tecnica che traduce l’istanza espressiva e concettuale in determinazione costruttiva e tecnologica. Il dettaglio architettonico, concettualmente esatto, è pensato come punto di partenza per definire la corretta soluzione tecnico-costruttiva e non viceversa. Spartaco Paris (Estratto da: Il dettaglio dell’involucro architettonico e la sua frammentazione nella produzione contemporanea, in Paris. S., Architettura e Tecnologia. Lectures, RDesign Press, 2010, Roma) Le nuove tecnologie consentono oggi estese possibilità di elaborazione e di invenzione, favoriscono una totale libertà formale che si evidenzia tanto nel fascino della ‘pesantezza’ del passato, quanto in quello della ‘leggerezza’ del contemporaneo. Nascono così nuovi edifici in cui convivono approcci di tipo organico, novità tecnologicamente evolute, rivisitazioni di scelte costruttive pre-moderne e approcci funzionalisti del Moderno. Ibridare i materiali, ma anche i prodotti semilavorati, gli elementi costruttivi, i processi di lavorazione, come pure i procedimenti di montaggio e i dispositivi tecnici, mostra una linea di ricerca innovativa del ‘fare’ contemporaneo in grado di modificare sensibilmente l’architettura. L’ibridazione può produrre differenti livelli di modificazione a diverse scale, da quella che prevede la somma e l’accoppiamento di parti, di ‘pezzi’ di tecnologia avanzata ad altri ‘pezzi’ di tecnologia tradizionale, a quella ottenuta da una vera e propria compenetrazione tecnologica per formare un nuovo processo, una nuova specie diversa in tutte le sue parti dagli elementi che le hanno dato origine. Nel processo di trasformazione delle tecniche, l’ibridazione tecnologica non indica solamente l’accostamento e la modificazione di tecniche differenti, tradizionali o innovative, o il mero trasferimento tecnologico, ma il rivoluzionario processo di trasformazione tecnologica che, sia sul piano pratico che su quello metodologico, è in grado di soddisfare le molteplici possibilità di sviluppo a seconda delle specifiche esigenze. Se si pensa ai grandi temi legati all’efficienza energetica degli edifici, alla necessità di integrare nuovi sistemi di schermatura solare, all’esigenza di verificare il fabbisogno energetico delle costruzioni, alla volontà di trasformare la complessa membrana dell’edificio in un sistema unico costituito da un’infinita serie di materiali e componenti, che devono combinarsi tra loro sotto il profilo prestazionale, si evidenzia, già dalle prime fasi progettuali, la necessità di specifiche competenze fisico-tecniche riguardanti tematiche legate alla trasmissione termica e acustica, alla ventilazione naturale e al condizionamento dell’aria, all’illuminotecnica e all’impiantistica meccanica. L’introduzione nella pratica progettuale di tecnologie sempre più sofisticate pone dunque il progettista in una posizione cardine, quale figura di riferimento nel rapporto tra competenze specialistiche e prassi costruttiva delle imprese, dove l’approccio pluridisciplinare e le capacità di interagire con i soggetti interessati dal processo edilizio costituiscono la condizione necessaria per l’innovazione delle tecniche e per l’accrescimento della qualità architettonica. Un tempo la qualità del processo costruttivo si basava sulle capacità dei progettisti di riportare in cantiere le informazioni tecniche-spaziali del progetto architettonico preliminare; oggi, invece, agli architetti viene richiesta una maggiore abilità soprattutto nella fase realizzativa. L’utilizzo di elementi prefabbricati, che giungono in cantiere come prodotti precostituiti, obbliga infatti l’architetto a porre maggiore attenzione al controllo dimensionale delle tolleranze minime costruttive di questi componenti. Tenere sotto controllo le tolleranze degli elementi prefabbricati significa confrontarsi con la qualificazione dell’immagine dell’edificio. La sperimentazione avviata negli ultimi anni nel campo delle tecniche sta portando ad una nuova materialità dell’architettura. Roberto Bianchi (Estratto da: La dimensione delle tecniche, in Bianchi R., Sensibili mutazioni costruttive. Riflessioni sulla nuova materialità del progetto, delle tecniche e dei materiali dell’architettura contemporanea. Laruffa editore, 2009, Reggio Calabria). sommario 1. sistemi costruttivi 1.1 strutture, cenni 1.2 tipi di strutture 1.3 sistemi continui 1.4 sistemi discreti 1.5 sistemi ad elementi bidimensionali 1.6 sistemi a cellule tridimensionali 1.7 sistemi misti 2. sistemi di attacco a terra 3. sistemi di copertura 3.1 copertura piana 3.2 copertura a falda 4. involucri architettonici 4.1 alluminio 4.2 materie plastiche 4.3 policarbonato 4.4 legno 4.5 laterizio 4.6 vetro/vetromattone/uglass 4.7 gabbioni in pietra 5. sistemi di collegamento 5 5.1 scale 5.2 rampe 5.3 vani ascensore Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 1.1 strutture, cenni Nozione di sistema e di sistema costruttivo “Sistema riferito ad un determinato campo di fenomeni, è ciò che comprende le strutture che ne definiscono possibili ordinamenti, nonché le relative modificazioni, entro i limiti fissati dal dissolvimento della struttura stessa” (R. Perris, 2004) La nozione di sistema è strettamente collegata alla nozione di struttura, intesa come struttura ordinatrice, capace di definire i ruoli tra gli oggetti dell’insieme. La limitazione dell’estensione del campo di riferimento dei fenomeni assunti, è assunto dalle diverse “esigenze” che specificano il programma e orientano i sistemi. Le esigenze sono quindi un primo fondamentale riferimento nella definizione dei sistemi, poiché specificano una finalità, il senso di una domanda. Le differenti risposte (prestazioni) che soddisfano l’istanza esigenziale, determinano i sistemi, definibili, quindi anche come strutture capaci di organizzare oggetti, fenomeni e persone al fine di produrre prestazioni che soddisfino esigenze poste. “I sistemi costruttivi consistono in sistemi specificatamente rivolti ad organizzare campi di prestazione che rispondono a diverse esigenze che sono alla base della costruzione di un edificio.” (R. Perris, 2004) Nella letteratura corrente la definizione di sistema costruttivo è legata prevalentemente alla funzione e configurazione strutturale assunta, in particolare dai sistemi strutturali in elevazione. In particolare la principale distinzione è tra: sistemi continui, sistemi discontinui o puntiformi e sistemi misti. Prima di descrivere le differenti classificazioni e articolazione dei sub-sistemi ad essi connessi, è opportuno porre alcune considerazioni inerenti su una duplice interpretazione della nozione di sistema applicato alle costruzione, che riguarda, più in generale un duplice approccio interpretativo alla disciplina stessa della tecnologia dell’architettura. Interferenze tra sistemi vs nodi tettonico/costruttivi Nel modello intepretativo della fabbrica edilizia per categoria delle opere, vengono definite “interferenze” (Perris, 2004), quelle situazioni di incongruenza derivate dall’accostamento o contatto tra differenti sistemi o elementi costruttivi. In altri termini nodi tettonico/costruttivi. Nell’indagine sulle possibili soluzioni per risolvere queste incongruenze, consiste il progetto di apparati (più o meno complessi, capaci di risolvere tali conflitti. Citiamo tra i nodi tipici: interferenza (o nodo) tra strutture portanti e murature di tamponamento; tra impianti tecnologici e differenti categorie di opere; aperture, giunti tra solai intermedi, inferiori e di coperture e strutture verticali. Secondo la teoria sull’approccio esigenziale-prestazionale, le diseconomie causate dalle interferenze sono ridotte. Infatti l’interferenza tra sistemi od elementi acquisisce il ruolo di determinare l’assetto dei sistemi costruttivi (pensiamo ad un capitello di un sistema prefabbricato in cls); i processi produttivi trovano la loro ottimizzazione e razionalizzazione attraverso la soluzione delle interferenze (tra materiali processi, sistemi). 6 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea relazione tra struttura e spazio 7 costruzione massiva costruzione a telaio Corpo Reticolo Fatto di muri (elementi verticali) Solido, omogeneo Plastico, corpi solidi Fatto di membrature lineari (orizzontali e verticali) Ossatura aperta: (2D, 3D) ridotta all’essenziale Primato dello spazio Direttamente- spazio interno racchiuso Separazione fra spazio interno ed esterno Concezione del layout: pianta Primato della struttura Non diretta definizione dello spazio interno Non diretta separazione tra spazio interno ed esterno Prevale la costruzione dell’ossatura: membrature lineari come elementi a traliccio, pannelli di tamponatura Principi di formazione degli spazi racchiusi A) Celle additivo,a partire dall’unità più piccola divisivo, attraverso la suddivisione di un volume iniziale grande; b) Muri Gerarchico, muri paralleli portanti, chiara struttura direzionata (facciate di chiusura) Scomposizione dei muri: fila parallela di colonne (una forma di costruzione a telaio, esempi colonnato di una moschea); Principi di formazione degli spazi racchiusi Sequenza graduale di spazi, dal “molto aperti” a “molto chiusi”, dipendenti dal grado di “chiusura” delle tamponature; a)Costruzione a scheletro Parziale chiusura di pannelli orizzontali e verticali tra gli elementi del traliccio: soffitto/ pavimento come struttura di tamponamento; b)Costruzione trilitica Colonna/trave soletta solida come tetto/solaio in cemento armato; muri come tamponature non portanti tra colonne/ pilastri sviluppate secondo gli usi dell’utente. Principi di struttura - Orizzontali: archi, a guscio ( volte e cupole): forma attiva delle strutture portanti (rivestimenti resistenti); - Per luci ampie: resistenza addizionale con nervature ( Gotico) e travi portanti orizzontali ( T); - sistemi direzionali (travature) o non direzionali (a graticcio) Principi di struttura -Orizzontali: travi principali, possibilmente membrature secondarie trasversali ravvicinate; -Nodi eccentrici; gerarchia direzionale; stratifica zione; ingegneria primaria del legno da costruzione. -Nodi assiali: direzionali e non direzionali: struttura primaria dell’acciaio -Per lunghe luci: aumento dell’altezza della struttura principale -Travature, ossatura piana ( 2D), ossatura spaziale (3D) Aperture come bucature del muro Discontinuità strutturale nel muro Mediazione tra esterno ed interno Il buco: dipendente dalle proporzione dell’apertura muraria Panello come principio strutturalmente inerente con l’apertura -apertura strutturale come variazione del pannello tra elementi a traliccio; -pannelli di tamponatura: solido, orizzontale e verticale; -curtain wall non portanti, finestre a nastro Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 1.2 tipi di sistemi costruttivi Sistemi continui (a scatola) e sistemi discontinui (a gabbia). I sistemi costruttivi organizzano i materiali edili e definiscono le modalità di montaggio degli elementi edilizi nella fabbrica dell’edificio. I sistemi costruttivi continui (muratura). Quando gli elementi strutturali sono planimetricamente ininterrotti si definisce il sistema costruttivo continuo. Una struttura in muratura portante è composta di una serie di setti murari paralleli che sostengono i solai, ad essi sono integrati altri setti disposti perpendicolarmente con la funzioni controventamento e irrigidimento della struttura. I setti sono collegati attraverso travi e cordoli, per fornire un appoggio continuo ai solai. Nei sistemi costruttivi continui l’involucro dell’edificio non solo assolve alla funzione statica, ma anche alla funzione di chiusura e quindi di conferimento delle condizioni di benessere all’interno dell’edificio (comfort). I sistemi costruttivi puntiformi (a gabbia). Quando gli elementi strutturali verticali sono disposti in maniera puntiforme (pilastri o colonne), si definisce un sistema costruttivo discontinuo (o a gabbia). In essi la struttura è organizzata da elementi (pilastri e travi) solidali che collaborano alla resistenza del sistema, attraverso nodi di continuità; ciò comporta una maggiore snellezza delle struttura rispetto a quelle in muratura. Nei sistemi puntiformi l’involucro è costituito da sistemi di chiusura distinti dagli elementi portanti, che assicurano le condizioni di comfort necessarie agli spazi confinati. Chiusure: Sistemi continui Chiusure: Sistemi puntiformi (o discontinui) Funzione statica | Funzione di comfort interno x x - x Lo sviluppo delle strutture a gabbia (peraltro radicata in aree geografiche nord-europee ed evoluta parallelamente allo sviluppo dei sistemi continui in area mediterranea) determinò la modificazione dei metodi e delle tecniche di progettazione, con la conseguente trasformazione dei codici espressivi dell’architettura moderna. Il “cingere” o racchiudere è nei sistemi discontinui affidata ad elementi (facciate) distinti dagli elementi strutturali. (cfr.5 punti di Le Corbusier: I Pilotis (piloni) - Il Tetto-giardino - Il Plan libre (pianta libera) - La Facciata libera (è una derivazione anch’essa dello scheletro portante in calcestruzzo armato) - La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro). 8 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Sistemi costruttivi. Caratteristiche generali 9 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 1.3 sistemi continui Le principali caratteristiche di una struttura continua, o ‘a massa’ sono il peso e la compattezza. L’elemento principale è un ‘muro’ massiccio e tri-dimensionale costituito da strati di pietre o di elementi prefabbricati modulari, oppure ottenuto ‘versando’ in una forma (o matrice) un materiale che si solidifica asciugandosi. Gettare, giustapporre e stratificare sono i principi della costruzione ‘a massa’. La seconda azione rimanda all’equivalente teorico della costruzione continua, la stereotomia, l’arte di tagliare le pietre in forme di misura equivalente e di giustapporle in modo tale che la loro semplice risposta alla forza di gravità garantisca la stabilità dell’intero edificio. Questo tipo di costruzione sopporta infatti solo forze ‘di compressione’ e non – a differenza di quanto avviene per i sistemi discontinui – forze di ‘trazione’. Nei sistemi ‘a massa’ la costruzione di un muro definisce immediatamente uno ‘spazio interno’ perché la funzione portante e la funzione di separazione coincidono. Le dimensioni delle bucature sono generalmente ridotte, poiché ogni interruzione della struttura la indebolisce. 10 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Louis I. Kahn, Esherick house Philadelphia, Stati Uniti, 1959 – 1961. Heinz Ronner e Sharad Jhaveri, Louis I. Kahn complete work 1935-1974, Zurigo, 1990, pp. 152-155. 11 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea acciaio 9 SANAA, Casa en un Huerto de circuleos, Tokyo, Giappone, 2003. SANAA. Ocean of air. 1998/2004, in El Croquis, n.122/122, El Croquis Editorial, Madrid, 2004, pp.278-297. cls 10 Valerio Olgiati, School in Paspels, Zurigo, Svizzera, 1996-1998. Harmonized discordances. 1996/2011, in El Croquis, n.156, El Croquis Editorial, Madrid, 2011, pp.110-141. 11 Andrea Deplazes, Constructing Architecture, materials processes structures, ed. Birkhauser, Basilea, 2005, pp.378-386. Mauricio Pezo & Sofia von Ellrichsausen, Casa Fosc, San Pedro, Chile, 2007-2009. Pezo Von Ellrichshausen, in 2G, n.61, Editorial Gustavo Gili, Barcellona, 2012, pp.60-71. 12 Takao Shiotsuka, Summer House near Saiki, Shigenori Oga, Tokyo, Giappone, 2007. Wallings, Rendering, Coloration, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 200, p.1026. 13 legno Adjiaye Associates, Residence in London, Londra, Inghilterra, 2008. Timber Construction, in Detail, n.11, Edizioni Detail, Monaco, 2008, pp.1286-1289. 14 mattoni Marcus Wespi & Jérome de Meuron, House, Morcote, Svizzera, 2003. Wall Construction, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2005, pp.1100-1104. 15 12 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea SANAA Casa en un Huerto de ciruleos Tokyo, Gappone | 2003 13 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Valerio Olgiati School in Paspels Zurigo, Svizzera | 1996 - 1998 14 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea M. Pezo & S. von Ellrichsausen Casa Fosc San Pedro, Chile | 2007 - 2009 15 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Takao Shiotsuka Summer House near Saiki Tokyo, Giappone | 2007 16 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Adjaye Associates Residence in London Londra, Inghilterra | 2008 17 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Marcus Wespi & Jérome de Meuron House in Morcote Morcote, Svizzera | 2003 18 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 1.4 sistemi discreti Nei sistemi discontinui, discreti o ‘a telaio’ che dir si voglia, la funzione portante e la funzione di separazione spaziale sono svolte dall’insieme degli stessi elementi (pilastri-travi) che formano un’impalcatura planare o tridimensionale. Questa ‘impalcatura’ portante contiene molti ‘vuoti’, per definire lo spazio architettonico nei sistemi discontinui sarà dunque necessario un ulteriore passaggio: ‘chiudere’ i buchi o ‘rivestire’ la struttura. La separazione tra ‘spazio interno’ e ‘spazio esterno’ è quindi ottenuta attraverso l’impiego di elementi secondari e non attraverso la sola struttura portante. 19 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Louis I. Kahn, Yale centre for british art and studies, New Haen, Stati Uniti, 1969 – 1974. Heinz Ronner e Sharad Jhaveri, Louis I. Kahn complete work 1935-1974, Zurigo, 1990, pp. 152-155. 20 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea acciaio 19 Hamonic & Masson, Abitazione temporanea, Parigi, Francia, 2003. Staib Dorrhofer Rosenthal, Atlante della progettazione modulare, edizioni UTET, Monaco, 2008, p.72-75. cls 20 Christian Kerez, Edificio Escolar, Leutschenbach, Zurigo, Svizzera, 2009. Christian Kerez. Basics on architecture. 2000/2009, in El Croquis, n.145, El Croquis Editorial, Madrid, 2009, pp.110-141. 21 Alexander Reichel, Edificio di abitazioni e uffici, Kassel, Germania, 1999. Herzog Krippner Lang, Atlante delle facciate, edizioni UTET, Monaco, 2004, pp.116-117. Staib Dorrhofer Rosenthal, Atlante della progettazione modulare, edizioni UTET, Monaco, 2008, pp.106-109. legno 22 Mauricio Pezo & Sofia von Ellrichshausen Casa Rivo, Valdivia, Chile, 2003. Pezo Von Ellrichshausen, in 2G, n.61, Editorial Gustavo Gili, Barcellona, 2012, pp.20-31. 21 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Hamonic + Masson Abitazione temporanea Parigi, Francia | 2003 22 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Christian Kerez Edificio Escolar en Lentschenbach Zurigo, Svizzera | 2009 23 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Alexander Reichel Edificio di abitazioni e uffici Kassel, Germania | 1999 24 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Mauricio Pezo & Sofia von Ellrichshausen Casa Rivo Valdivia, Chile | 2003 25 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 1.5 sistemi ed elementi bidimensionali Nei sistemi prefabbricati a elementi bidimensionali la struttura portante è formata da pannelli piani per pareti e solai che svolgono nel medesimo tempo la funzione di partizioni spaziali. Si tratta, sia nel caso di piccolo sia di grande formato, di elementi autoportanti. I sistemi costruttivi ad elementi bidimensionali sono organizzati secondo tre principi strutturali: sistema a piccolo pannelli, sistema a grandi pannelli e sistemi a setti trasversali portanti. Il sistema a piccoli pannelli è utilizzato ormai soltanto in edifici di altezza ridotta. Le pareti sono formate da pannelli alti quanto un singolo piano e di larghezza compresa tra i 60 e i 120 cm. Aspetto rilevante in fase di progettazione è che i pannelli di piccolo formato sono più flessibili sul piano progettuale di quelli di grande formato. Nel sistema a grandi pannelli la struttura portante è formata da pareti longitudinali e trasversali sulle quali viene appoggiata, lungo i quattro lati, il solaio. Se la piastra del solaio viene appoggiata trasversalmente, la funzione portante viene esercitata solo dalle pareti longitudinali, mentre quelle trasversali servono unicamente da elementi di stabilizzazione e da partizioni spaziali. Per quanto riguarda il sistema a setti trasversali portanti in questo caso la struttura portante è costituita da pareti trasversali disposte parallelamente tra loro (setti) che servono da appoggio per gli elementi del solaio. La stabilizzazione della struttura è garantita dalle pareti longitudinali o dal corpo delle scale. Gli elementi delle pareti esterne devono soddisfare tutti i requisiti fisico-tecnici necessari (isolamento termico-acustico,…), non devono, inoltre, essere troppo pesanti per esigenze di trasporto e montaggio. 26 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Nei sistemi ad elementi bidimensionali i pannelli possono essere in acciaio, in legno e in materiali derivati, in calcestruzzo o in muratura. I sistemi ad elementi bidimensionali in acciaio comprendono tutti i sistemi a telaio in acciaio, Cocoon Transformer, pannelli in lamiera profilata, elementi sandwich, lamiera di acciaio. Principio strutturale di base è il sistema a montanti, il telaio in acciaio funziona come una lastra in collaborazione con il rivestimento. Telaio e nervatura in acciaio costituiscono un sistema costruttivo misto che viene prodotto in fabbrica. Se realizzati in legno comprendono strutture a pannelli, a telaio, a blocchi sovrapposti e a moduli. Nelle costruzioni a pannelli gli elementi bidimensionali sono costituiti da pannelli di legno massiccio o materiali derivanti dal legno, nelle costruzioni a telaio si tratta di strutture a telaio in legno. Sistema più diffuso della categoria di elementi prefabbricati bidimensionali è invece il pannello bidimensionale in calcestruzzo. Vari i principi strutturali esistenti (a setti trasversali portanti, a piccoli pannelli, e a grandi pannelli) quello a setti portanti è il più sfruttato negli edifici residenziali multipiano. Le pareti portanti (setti) attraversano in larghezza tutto l’edificio ed assolvono in questo modo anche alla funzione di separazione tra unità abitative contigue. Dato che possiedono una massa sufficiente per poter essere portanti, i setti soddisfano anche i requisiti di isolamento acustico e di protezione antincendio. Caratteristica estetica principale di questi complessi è la perfetta leggibilità della struttura interna in base alla trame dei giunti visibile sulle facciate. Riguardo la produzione industriale degli elementi bidimensionali in murature e in laterizio è un’evoluzione del lavoro svolto artigianalmente nei cantieri tradizionali. I componenti prefabbricati in muratura sono elementi di qualità elevata impiegati per pareti, solai e coperture che vengono prodotti in officina utilizzando blocchi di laterizio, pietra pomice o pietra calcarea di formati differenti. 27 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea cls 26 Claus en Kaan Architecten, Building in Ijburg, Amsterdam, Paesi Bassi, 2007. Concrete Construction, in Detail, n.1+2, Edizioni Detail, Monaco 2010, p.32-35. 27 Marte.Marte Architekten, Boarding School for handicapped children, Kramsach, Austria, 2003. Concrete Construction, in Detail, n.1+2, Edizioni Detail, Monaco 2010, p.27-31. legno 28 Bearth & Deplazes Architekten, Abitazione a Sumvitg, Svizzera, 1998. Staib Dorrhofer Rosenthal, Atlante della progettazione modulare, edizioni UTET, Monaco, 2008, pp.126-127. 29 Christina Wagner, Abitazione, Gams, Zurigo, Svizzera, 1995. Staib Dorrhofer Rosenthal, Atlante della progettazione modulare, edizioni UTET, Monaco, 2008, pp.96-99. 28 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Claus en Kaan Architecten Building in Ijburg Amsterdam, Paesi Bassi | 2007 29 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Marte. Marte Architekten Boarding School for handicapped children Kramsach, Austria | 2003 30 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Bearth & Deplazes Architekten Abitazione a Sumvitg Svizzera | 1998 31 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Christina Wagner Abitazione a Gams Zurigo, Svizzera | 1995 32 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 1.6 sistemi a cellule tridimensionali Moduli spaziali per l’edilizia, assemblati in cantiere, che possono avere funzione portante o autoportante. Le cellule, prefabbricate con la struttura portante e parte delle finiture a seconda della funzione per cui sono previste possono essere prodotte in serie con un elevato grado di prefabbricazione, ad esempio già complete di impianti e finiture interne. I metodi di produzione avanzati utilizzati per le cellule tridimensionali ne consentono la personalizzazione in base alle esigenze individuali. La struttura portante delle cellule tridimensionali è generalmente in acciaio, legno o calcestruzzo ed è dimensionata a seconda delle possibilità di trasporto. L’elevato grado di prefabbricazione consente il montaggio rapido degli edifici in opera. L’aggregazione delle cellule tridimensionali in fase di montaggio avviene contemporaneamente per direttrici verticali e orizzontali. Tra i sistemi di chiusura perimetrale utilizzati per le cellule ci sono le facciate appese in alluminio, legno, acciaio o vetro e intonaco, in combinazione con sistemi composti di isolamento termico. 33 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Cellule tridimensionali in acciaio. Le cellule tridimensionali in acciaio sono impiegate sia per i programmi a lunga durata che per funzioni temporanee (es.: elementi di collegamento nel caso di interventi di riqualificazione o restauro). Le cellule possono essere assemblate fino ad un’altezza di sei piani, le dimensioni variano in funzione del programma architettonico, delle condizioni di trasporto, del sistema costruttivo utilizzato. Il formato standard è 3 x 8 m, fino ad un massimo di 6 x 20 m. La struttura primaria è formata da un telaio connesso con saldature o bulloni e da profilati di acciaio pieni o cavi che costituiscono la struttura tridimensionale; lo schema statico è lo stesso di una struttura a scheletro. Le cellule sono collegate tra loro ad accoppiamento dinamico tramite bulloni, saldature, innesti o graffe. Solitamente già complete di tamponamenti, per quanto riguarda il rivestimento è previsto l’impiego di lamiere profilate zincate o di elementi sandwich in lamiera di acciaio con isolamento in schiuma rigida. Cellule tridimensionali in legno. Riguardo le cellule tridimensionali in legno, esse sono costituite, di norma, da chiusure verticali e coperture orizzontali, vengono aggregate secondo principio ordinatore modulare. Le cellule vengono prodotte in laboratori di carpenteria speciali, e grazie al peso inferiore rispetto a quelle in calcestruzzo hanno un raggio operativo che copre grandi distanze. Le misure delle cellule tridimensionali in legno sono vincolate alle dimensioni di trasporto, corrispondono di norma ad una larghezza di 3 m, una lunghezza di 8 m e un’altezza di 3,2 m. Formato massimo misura 6,0 x 20,0 x 3,7 m. La struttura portante può essere realizzata con telai in legno rivestiti o in legno massiccio. Qualunque sia la sua tipologia, il sistema a telaio prevede la realizzazione di una struttura portante a scheletro costituita da elementi in legno lamellare; i vuoti tra i montanti riempiti in materiale isolante per rispondere ai requisiti di isolamento termico e acustico. La stabilizzazione del telaio avviene in tre modi: applicando su entrambe le facce un rivestimento in pannelli di derivati del legno, tramite uno strato di lastre di cartongesso sulla faccia interna, o altrimenti con spigoli verticali rigidi resistenti a flessione. Le facce esterne delle pareti vengono ulteriormente coibentate in base ai requisiti specifici. Il collegamento viene effettuato ad accoppiamento dinamico per mezzo di lamiere perforate chiodate. Per poter soddisfare requisiti statici e di protezione antincendio l’altezza di queste strutture non può mai superare i tre piani. Cellule tridimensionali in calcestuzzo. Cellule tridimensionali in calcestruzzo sono costituite da elementi in calcestruzzo normale o leggero. Pareti, solai e pavimenti sono portanti e devono essere calcolati e armati in base alla loro funzione statica. La produzione, effettuata in cementificio, permette di realizzare gettate tridimensionali prive di giunzioni. La cassaforma in acciaio permette la realizzazione di pareti lisce su entrambe le facce, non necessitano di finiture delle superfici interne. 34 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea cls 33 Mecanoo architecten, Student Halls of Residence, Delft, Paesi Bassi, 2009. Prefabrication, in Detail, n.6, Edizioni Detail, Monaco 2012, p.632-636. legno 34 Oskar Leo Kaufmann und Albert Rüf, Hotel near Reutte, Dorbirn, Austria, 2009. Prefabrication, in Detail, n.6, Edizioni Detail, Monaco 2012, p.614-619. 35 Kaufmann 96, Ampliamento di un hotel a Bezau, Austria, 1998. Staib Dorrhofer Rosenthal, Atlante della progettazione modulare, edizioni UTET, Monaco, 2008, pp.182-185. acciaio 36 Stefan Eberstadt, Rucksack house, Monaco, Germania, 2003. Microarchitecture, in Detail, n.12, Edizioni Detail, Monaco 2004, p.1463-1465. 37 Christophe Nogry, Annesso in container, Nantes, Francia, 2009. Architettura + riciclaggio, in Detail, n.6, Edizioni Detail, Monaco 2012, p.1298-1300. 38 Dollmann + Partner, Edificio per uffici a Fellbach, Germania, 1998. Staib Dorrhofer Rosenthal, Atlante della progettazione modulare, edizioni UTET, Monaco, 2008, pp.164-167. 35 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Mecanoo Architecten Student Halls of Residence Delft, Paesi Bassi | 2009 36 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Oskar Leo Kaufmann und Albert Rüf Hotel near Reutte Dorbirn, Austria | 2009 37 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Kaufmann 96 Ampliamento di un hotel a Bezau Australia | 1998 38 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Stefan Eberstadt Rucksack house Monaco, Germania | 2003 39 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Christophe Nogry Annesso in container Nates, Francia | 2009 40 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Dollmann + Partner Edificio per uffici a Fellbach Germania | 1998 41 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 1.7 sistemi misti Le strutture miste comprendono di norma l’impiego congiunto di due principali sistemi costruttivi: un sistema continuo (in muratura portante) e un altro sistema puntiforme (a pilastri). La maggioranza delle strutture miste con pareti in muratura portante è rappresentata da costruzioni con elementi in altra tecnologia disposti altimetricamente allo stesso piano delle murature. La resistenza all’azione sismica è affidata esclusivamente agli elementi resistenti della struttura muraria, considerata l’elevata rigidezza di tali elementi rispetto a quelli in diversa tecnologia, quali ad esempio pilastri in c.a.. Occorre, tuttavia, sottolineare che le recenti NTC 2008 prevedono che si possa considerare la collaborazione delle pareti in muratura con elementi di diversa tecnologia, nella resistenza alle azioni sismiche, purché verificati secondo analisi non lineare. Dal punto di vista progettuale l’impiego della struttura mista permette la realizzazione di costruzioni in muratura portante adeguatamente concepite dal punto di vista strutturale e, al tempo stesso, architettonicamente svincolate da limitazioni troppo restrittive. I vantaggi legati a questi sistemi sono in sintesi: libertà distributiva interna e flessibilità architettonica esterna, realizzazione di un involucro perimetrale in grado di assorbire le azioni sismiche, termoigrometricamente omogeneo (privo di ponti termici dovuti ai pilastri), dotato di elevata inerzia termica e capace di garantire elevato isolamento acustico. 42 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 2. sistemi di attacco a terra L’attacco a terra formante la frontiera orizzontale inferiore di una costruzione costituisce un tema di rilievo nel progetto architettonico e costruttivo, sia per quanto riguarda questioni tecniche legate all’isolamento termico-acustico dell’edificio, sia per quanto riguarda la morfologia dello spazio d’ingresso e la relazione con ciò che costituisce la base su cui poggia o si eleva l’intero edificio. Il tema dell’attacco a terra in passato è stato affrontato secondo diverse declinazioni: basamento come prolungamento del suolo naturale come “vuoto” come “pieno” come elemento monumentale Se consideriamo l’edificio come un oggetto enfatizziamo tre principi della relazione terreno-edificio: edificio come un oggetto che cresce dal terreno, che poggia sul terreno o che si eleva sopra di esso. Oggigiorno, alle nostre latitudini ogni attività costruttiva, anche quelle che si ergono più puramente sopra il terreno, inizia con uno scavo. Quello che vogliamo indicare con questo è di trovare per l’edificio uno strato resistente capace di sopportare il peso della costruzione. Il modo più facile per ottenere questo è di creare un basamento o un interrato. Di norma è il basamento a regolare la relazione tra struttura-terreno. Attualmente, quando si parla del basamento generalmente si intende un componente indipendente dell’edificio con proprietà differenti rispetto la facciata, la quale può apparire come rivestimento o muro solido. Tuttavia allo stesso tempo parliamo di “dettaglio del basamento” anche in riferimento ad un contatto con il terreno “senza basamento”. Lo sviluppo storico del basamento si estende da motivazioni legate alla preparazione effettiva del sito di costruzione sino alla protezione personale da pericoli esterni (animali, clima, guerra, …). Verso la metà del XIX secolo il piano del basamento rimase un tema associato a palazzi e ville, mentre tutti gli altri edifici presentavano un piano terra indistinto rispetto ai piani superiori. Il carattere fortificato e solido del basamento, associato al plinto continuò sino al XX secolo. Al di là di preferenze architettoniche, è altresì la topografia del luogo a determinare il tipo di basamento in funzione del tipo di costruzione che andrà poi a realizzarsi. Mentre su terreni piani è ancora possibile sopprimere o ridurre il basamento, su terreni in declivio siamo immediatamente posti d’innanzi alla questione se il dislivello possa essere adattato formando un piano dedicato appositamente al ‘basamento’ o se piuttosto debba essere il basamento a seguire la linea del terreno. Si tratta di domandarsi se è il basamento ad svolgere la funzione di fondazione per la costruzione sovrastante, e quindi debba essere parte ‘portante’, o se esso si configuri quale ‘schermo protettivo’ per ovviare ai problemi di umidità e pressione del terreno? 43 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea In sintesi ciò che influenza la progettazione è la seguente distinzione, se l’edificio riempie lo scavo completamente, o se piuttosto l’edificio è posizionato come una struttura autonoma distinta dai confini dello scavo, in modo che il sostrato non eserciti alcuna pressione sull’edificio. Quest’ultimo approccio permette di utilizzare un’identica forma costruttiva sia come sottostruttura sia come sovrastruttura, semplificando al contempo questioni legate alla ventilazione naturale e illuminazione diurna. Abbiamo, dunque, una struttura che, in funzione di quanto affonda nel terreno, svela molti o pochi piani di attacco a terra, ma anche un basamento che si può estendere ben oltre i piani superiori. Quello che vediamo al piano terra è dunque spesso solo una frazione dell’intera struttura (ad esempio in opere ipogee). Il movimento di terreno è un’operazione difficile da prevedere, i cui dettagli sono normalmente pianificati da ingegneri civili e geologi. Lo scavo deve esser generalmente 60 cm più largo del limite esterno dell’edificio, al fine di garantire un margine di lavoro per l’appaltatore. In generale si avranno due soluzioni: edifici sopraelevati rispetto al terreno (su pilotis) ed edifici appoggiati al terreno. Per edifici sospesi su pilotis intendiamo tutti quegli edifici nei quali l’attacco a terra è trattato come “vuoto” o nei quali l’intero complesso dell’edificio risulta ‘autonomo’ rispetto al terreno. Il sistema costruttivo di riferimento è di norma rappresentato da strutture puntiformi, a pilastri (su fondazione continua o discontinua). Le implicazioni spaziali legati a questo tipo di sistema sono principalmente due: una maggiore permeabilità spaziale legata alla ‘liberazione’ della pianta (anche se sarebbe forse più corretto parlare in senso esteso di liberazione dello spazio) con conseguente flessibilità nella progettazione, conversione e adattamento degli ambienti interni, e in secondo luogo un’autonomia strutturale dal sistema ‘facciata’. La possibilità di svincolare la struttura portante dal sistema di facciata permette la realizzazione di pareti esterne più o meno permeabili a livello fisico e visivo, più o meno massive o addirittura completamente trasparenti, in funzione del carattere e dei requisiti prestazionali dell’edificio e quindi del materiale e del tipo costruttivo di facciata che si sceglie di dottare. Appartengono alla categoria di edifici appoggiati a terra, invece, tutte quelle soluzioni dove la relazione edifico-terreno è diretta e serrata. Dove in termini di configurazione esterna l’edificio “appoggia” direttamente sul terreno. 44 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Il sistema portante e di fondazione di riferimento alla base di questa categoria non è unico, può essere continuo o puntiforme, aspetto importante è il fatto che il basamento risulti ancorato alla quota di terra. In questa categoria potrebbero rientrare, come prima anticipato, anche i sistemi su pilotis, nel caso in cui la soluzione finale sia stata quella di adottare un sistema di facciata materico e massivo (muratura, facciata ventilata con rivestimento lapideo, …) e si sia scelto dunque di andare a ‘coprire’ o ‘riempire’ i vuoti creati dal sistema pilotis, per lo meno per quanto riguarda la chiusura perimetrale. Questa costituisce una soluzione ibrida, in cui ad uno spazio flessibile interno corrisponde una struttura di facciata massiva, chiaro richiamo ad un sistema portante di tipo continuo. Per quanto riguarda l’aspetto climatico ed energetico legato a queste due soluzioni, si vuole ricordare che un sistema di basamento appoggiato a terra richiederà una progettazione della facciata legata all’orientamento, all’isolamento termico e all’aspetto delle aperture (ventilazione e illuminazione), mentre per il sistema su pilotis trasparente sarà necessario oltre uno studio dettagliato delle aperture, del tipo di rivestimento trasparente o traslucente che si vuole adottare e del tipo di schermatura, anche uno studio mirato al tipo di ambiente che si andrà a relazionare direttamente con l’involucro trasparente, del suo dimensionamento, funzione e rapporto con le altre unità ambientali adiacenti, al fine di minimizzare le dispersioni termiche, massimizzare l’apporto energetico e migliorare i requisiti funzionali-prestazionali dell’ambiente coinvolto. 45 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 44 Ryue Nishizawa, House, Tokyo, Giappone, 2013. Concrete Construction, in Detail, n.6, Edizioni Detail, Monaco 2014, pp.591-594. 45 Gigon Guyer, Museum, Kalkriese, Germania, 2001. Architectural detail 2003, Annual Selected Edition from Detail, Edizioni Detail, Monaco 2004, pp.32-37. 46 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Ryne Nishizawa House in Tokio Tokyo, Giappone | 2013 47 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Gigon Guyer Museum Kalkriese Gerania | 2001 48 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 47 Rafael Moneo, Centro Congressi e Auditorio, San Sebastian, Spagna, 1999. Christian Schittich (a cura di), Involucri Edilizi, Progetti, Strati funzionali, Materiali, ed. Birkhauser, Basilea, 2003, pp.118-125. 48 Steven Holl, Padiglione, Amsterdam, Paesi Bassi, 2000. Christian Schittich (a cura di), Involucri Edilizi, Progetti, Strati funzionali, Materiali, ed. Birkhauser, Basilea, 2003, pp.88-91. 49 Wiel Arets, Stazione di Polizia, Boxtel, Paesi Bassi, 1997. Christian Schittich (a cura di), Involucri Edilizi, Progetti, Strati funzionali, Materiali, ed. Birkhauser, Basilea, 2003, pp.114-117. 50 SANAA, Novartis Office Building, Basilea, Svizzera, 2003-2006. SANAA. Architectural topology. 2004/2008, in El Croquis, n.139, El Croquis Editorial, Madrid, 2008, pp.120-137. 51 Promontorio Arquitectos, Edificio residenziale, Lisbona, Spagna, 1998. 52 Josep Lluis Mateo, Nuova sede della Deutsche Bank, Chemnitz, Germania, 2004. Josep Lluis Mateo, Projects, works, writings, Ediciones Poligrafa, Barcellona, 2005, pp.280-285. Josep Lluis Mateo, in 2G, n.25, Editorial Gustavo Gili, Barcellona, 2002, pp.26-31. 49 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Rafaele Moneo Centro Congressi e Auditrium San Sebastian, Spagna | 1999 50 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Steven Holl Padiglione Amsterdam, Paesi Bassi | 2000 51 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Wiel Arets Stazione di polizia a Boxtel Boxtel, Paesi Bassi | 2000 52 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea SANAA Novartis Office Building Basilea, Svizzera | 2003-2006 53 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Promontorio Arquitectos Edificio residenziale Lisbona, Spagna | 1998 54 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Josep Lluis Mateo Nuova sede della Deutsche Bank Chemnitz, Germania | 2004 55 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 3. sistemi di copertura La copertura costituisce il sistema di chiusura superiore dell’edificio, si tratta, nella fattispecie, dell’unità tecnologica che separa, in senso orizzontale, l’interno dell’edificio dall’esterno. Attraverso la regolazione dei flussi di materia ed energia, tale separazione realizza all’interno le condizioni necessarie allo svolgimento delle attività umane. Le particolarità funzionali e formali della chiusura superiore, cioè la protezione dagli agenti atmosferici, la conclusione formale del volume e la definizione del rapporto fra cielo e terra nell’edificio, ne determinano la specificità. Nell’immaginario collettivo il tetto è legato al mito della costruzione e all’istinto originario di proteggersi. Probabilmente l’origine del tetto ha a che fare con l’idea atavica di spazio, vale a dire, la tenda. Come illustra chiaramente F. Collotti: “So the roof is a longing on the part of the building, a desire for a covering, the promise of protection, as well as completion.” (Deplazes) Il tetto completa l’edificio, questo riguarda anche i tetti piani che alcuni vorrebbero ideologicamente abolire dalla categoria “tetti”, per il semplice motivo di non essere ben visibili. Tuttavia qualche volta ciò di cui necessita un buon architetto è una semplice cornice, un profilo sottile, per conferire l’impressione del tetto. La copertura è inoltre legato molto al contesto locale, non solo per le caratteristiche climatiche ma specialmente per i simboli che genera, che differenziano un luogo da un altro. Le chiusure superiori possono essere differenziate in due classi di elementi tecnici: la copertura, deputata a sopportare i carichi permanenti, d’esercizio e accidentali, a controllare il passaggio di sostanze liquidi e gassose e il passaggio di energia termica fra interno ed esterno; l’infisso esterno orizzontale il cui ruolo si risolve nel controllo del passaggio di sostanze, persone ed energia termica tra interno ed esterno. La copertura può essere classificata in base alla morfologia (coperture continue/discontinue), agli strati funzionali caratteristici (coperture non isolate e non ventilate, c. isolate e non ventilate, c. ventilate e non isolate, c. isolate e ventilate), all’accessibilità (coperture di classe A,B,C,D,E,F) e alla geometria (coperture planari orizzontali - p 1%, planari suborizzontali - 1%<p.<5% ,inclinate - p.> 5%, curve). Per quanto riguarda invece le coperture trasparenti, queste possono essere classificate in base alla mobilità, alla continuità, alla geometria. 56 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea La classificazione morfologica differenzia le coperture in base alla loro continuità, suddividendo in due classi principali: coperture continue e coperture discontinue. Le caratteristiche delle due classi, che determinano le modalità di funzionamento, influiscono in modo decisivo sulla forma della copertura, sia dal punto di vista geometrico che da quello formale e simbolico. Nelle coperture di tipo continuo, la tenuta all’acqua è risolta indipendentemente dalla pendenza della superficie della struttura. Nelle coperture discontinue, al contrario, la tenuta all’acqua è garantita a condizione che la pendenza della struttura sia considerevole. Requisiti ed elementi: Individuate le esigenze e i requisiti a cui deve rispondere una copertura, è possibile definire le qualità richieste per gli elementi tecnici. Nel progetto di una copertura è rilevante, dunque, rispondere a determinate classi di esigenza, in particolare per quanto concerne la sicurezza (resistenza meccanica ai carichi statici, ai carichi dinamici, agli urti, all’esplosioni, agli incendi, ai fenomeni elettromagnetici, allo shock termico, agli agenti chimici/biologici e radioattivi, ecc…), il benessere (tenuta all’acqua, permeabilità all’aria, isolamento termico, controllo dell’inerzia termica, controllo delle condensazioni, isolamento acustico, rumorosità, emissione di sostanza nocive, comfort tattile), la fruibilità (attrezzabilità), la gestione (contenimento dei consumi energetici, durabilità e manutenzione). Sebbene i requisiti si riferiscano all’elemento tecnico nel suo complesso, esistono strati specifici incaricati di rispondere ad uno o più requisisti. Il soddisfacimento di tutte queste classi prestazionali è funzione del progetto nella sua interezza e ad un livello più tecnico è garantito dalla scelta degli strati la cui organizzazione permette diversi schemi di funzionamento della copertura. Si possono distinguere strati principali e strati complementari, ciascuno deputato a differenti funzioni di protezione, tenuta, isolamento, ventilazione. 57 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea agenti esterni 1. Pioggia 2. Soleggiamento 3. Vento 4. Temperatura 5. Trasmissione del vapore 6. Neve 7. Urti 58 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea stratigrafia copertua piana non ventilato | praticabile - pavimentazione - strato drenante - impermeabilizzazione - isolamento termico - barriera al vapore - strato di allettamento - solaio - finitura interna ventilato | non praticabile - finitura - aria/listelli - tavolato - isolamento termico - barriera al vapore - strato di allettamento - solaio - finitura interna non ventilato | non praticabile - strato drenante - impermeabilizzazione - isolamento termico - barriera al vapore - strato di allettamento - solaio - finitura interna 59 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea stratigrafia copertua a falda non ventilato | praticabile - rivestimento esterno - struttura rivestimento - aria/ventilazione - strato protettivo - aria/ventilazione - isolamento termico - solaio - barriera al vapore - finitura interna non ventilato | praticabile - rivestimento esterno - struttura rivestimento - strato protettivo - struttura portante - isolamento termico - barriera al vapore - struttura portante- solaio non ventilato | praticabile - rivestimento esterno - struttura portante - aria/ventilazione - isolamento termico - struttura portante - barriera al vapore - struttura portante - solaio 60 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 3.1 copertura piana La copertura piana appartiene alla categoria di copertura continua, caratterizzata da uno strato di tenuta all’acqua continuo e composta da materiali impermeabili posti all’esterno dell’elemento portante che garantiscono da soli una barriera alla penetrazione delle acque meteoriche. La scelta di questo tipo di copertura può dipendere da ragioni compositive o di morfologia dell’edificio, nonché da ragioni funzionali, la superficie orizzontale consente infatti la creazione di tetti accessibili per i pedoni nonché di vere terrazze giardino. La finitura superficiale e il colore della copertura dipendono dalla scelta dello strato di impermeabile, che può esser lasciato a vista (è il caso delle coperture non praticabili), o protetto da pavimentazioni o manti erbosi (copertura praticabile e green roof). La copertura piana è consigliata per climi temperati, mentre è da evitare nei climi di montagna, dove le precipitazioni nevose richiedono uno smaltimento dei carichi di neve assolto dall’andamento inclinato dei tetti. È da sottolineare, tuttavia, che le coperture piane presentano anch’esse una leggera pendenza, pari al1%, per garantire il rapido deflusso delle acque meteoriche, le quali altrimenti creerebbero problemi di ristagno e accumulo di rifiuti. La pendenza è assolta da uno strato apposito, denominato massetto delle pendenze generalmente in cls o cls alleggerito, o altrimenti tramite l’inclinazione dello stesso strato resistente in lamiera grecata, legno o laterocemento. Nella posa del massetto saranno previsti dei frazionamenti lungo linee su cui si realizzeranno i pontage dell’impermeabilizzazione. Il tracciato geometrico delle pendenze fornisce la pianta delle coperture e va opportunamente progettato per garantire il convogliamento delle acque meteoriche verso i canali di evacuazione. I pluviali sono disposti e dimensionati a servizio di una porzione definita della copertura, di norma il diametro dello scarico considera un deflusso ammissibile per m2 di 3l/min. La risposta di questo tipo di copertura alla tenuta all’acqua è funzione della continuità dello strato impermeabile, fondamentale sarà dunque la progettazione di punti importanti: soglie, giunti, rilievi verticali. Esistono coperture piane isolate, coperture isolate rovesce, isolate e ventilate, non isolate. 61 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Copertura isolata Riguardo la copertura isolata essa è caratterizzata dall’inserimento dello strato di isolamento termico tra l’elemento di tenuta e gli strati sottostanti, questo particolare strato è in genere costituito da pannelli a conducibilità termica ridotta che supportano direttamente lo strato di impermeabilizzazione. Il modello di copertura isolata presenta una serie di vantaggi: in primo luogo soddisfa le esigenze di benessere igrometrico nella stagione fredda, limitando le dispersioni termiche, e collabora al mantenimento delle temperature interne durante il periodo estivo, bloccando il flusso di calore entrante; inoltre garantisce la durabilità dell’elemento portante proteggendolo dagli sbalzi termici. In fase di progettazione del pacchetto di copertura è importante inserire tra lo strato isolante e il manto impermeabile uno strato di barriera al vapore che dissipi la eventuale formazione di condensa provocata dallo strato impermeabile. Copertura isolata “rovescia” Quando lo strato isolante viene posto al di sopra del manto impermeabile, si parla di copertura isolata “rovescia”. La presenza dello strato isolante permette di soddisfare l’esigenza di benessere termoigrometrico in modo analogo al modello di copertura isolata, inoltre protegge il manto impermeabile dagli sbalzi termici, mantenendolo a temperature vicine a quelle dell’elemento portante (comprese tra i 15° e i 25° C nei climi temperati). Lo strato isolante, direttamente esposto alle precipitazioni e agli agenti atmosferici, deve essere idrorepellente e resistente agli agenti atmosferici, e la sua resistenza meccanica e spessore sono leggermente maggiori (del 10% circa) che nei casi di coperture isolate tradizionali. La collocazione dell’isolante al disopra dello strato di tenuta consente di evitare l’inserimento di una barriera al vapore la cui funzione è assolta dalla stessa membrana impermeabile. A livello di comportamento termoigrometrico il posizionamento esterno dei pannelli isolanti, non coperti dallo strato di tenuta, permettono l’infiltrazione delle acque fino al manto permeabile. Nel funzionamento estivo, la circolazione delle acque e il ristagno di umidità penalizzano il rendimento termico dell’isolante in inverno; ne consegue che questo modello di copertura è da preferirsi nei climi caldi, ance per la protezione che offre allo strato di impermeabilizzazione. L’alternativa del tetto rovescio è altresì indicata nei casi di adeguamento termico di coperture esistenti con strati di impermeabilizzazione continui messi in opera direttamente sul supporto resistente o su insufficienti spessori di isolante. 62 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Copertura isolata e ventlata La copertura isolata e ventilata è caratterizzata invece dall’inserimento nella stratificazione funzionale, di uno strato di ventilazione, collocato tra l’isolamento termico e il manto impermeabile ed è direttamente in comunicazione con l’esterno. In questo caso occorre inserire uno strumento di supporto allo strato di tenuta che non può essere messo in opera direttamente sull’isolante, questo schermo assolve alla duplice funzione di proteggere gli ambienti interni dalle precipitazioni e dall’irraggiamento solare. Durante il periodo invernale la ventilazione, facilitando l’evacuazione del vapor acqueo, permette di evitare la formazione di condensazioni nella massa dello strato isolante, mentre nel periodo estivo elimina il calore in eccesso contribuendo al benessere termico degli ambienti interni. Il modello di copertura isolata e ventilata è di norma utilizzato, oltre nei casi in cui l’elemento portante è in legno, nella chiusura di grandi spazi con coperture leggere, laddove l’elemento portante si identifica con quello di tenuta (coperture discontinue a grandi elementi) e in cui lo spazio isolato termicamente non coincide col volume interno complessivo; inoltre è consigliata per applicazione a tetti non accessibili che permettono l’utilizzo di materiali leggeri di supporto. In ambienti a forte umidità relativa interna può essere necessaria una barriera al vapore al di sotto dell’isolante. Copertura non isolata Molto rara e riservata ai grandi spazi aperti pubblici (tribune, mercati) o a destinazione industriale (magazzini, hangar), è la copertura non isolata. Il pacchetto funzionale è in questo caso estremamente semplificato: lo strato impermeabile è posizionato direttamente al di sopra dell’elemento resistente che riceve una protezione in funzione della destinazione d’uso della terrazza. La membrana impermeabile è messa in opera in semidipendenza tramite cartoni forati e colle a caldo, incollaggio puntuale a freddo o fissazioni meccaniche, oppure posata semplicemente indipendente in presenza di una protezione con funzione di zavorra. Da evitare invece la posa per aderenza totale per gli sforzi cui rischia di sottoporre lo strato impermeabile. Gli elementi resistenti comprendono solai in laterocemento o in cls armato, pannelli prefabbricati in cls o in cls. alleggerito e, solo per i tetti non praticabili, i pannelli in legno. La copertura non isolata sviluppa però problemi specifici, legati alla posa diretta del manto impermeabilizzante sullo strato di supporto resistente, questo è soggetto a variazioni dimensionali che possono sollecitare il rivestimento impermeabilizzante. 63 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 62 Eduardo Souto de Moura, Casas patio, Matosinhos, Portogallo, 1993-1999. Eduardo Souto de Moura. Obra reciente, in TC Quadernos, n.64, ed. Tribuna de la construccion, Valencia, 2012, pp.73-100. 63 Aires Mateus, Hogar De Ancianos en Alcácer Do Sal, Portogallo, 2004-2011. Aires Mateus. Building the mould of space. 2002/2011, in El Croquis, n.154, El Croquis Editorial, Madrid, 201, pp.118-133. 64 DD1 Architekten, House, Dresden, Germania, 2002.tw Building Simply, ed. Birkhauser, Basilea, 2005, pp. 98-101. 65 Herzog e De Meuron, Ampliaciόn del Museo de Arte, Aarau, Svizzera, 1997-2003. Herzog e De Meuron. De monumental and the intimate. 2002/2006, in El Croquis, n.129/130, El Croquis Editorial, Madrid, 2006, pp.56-73. 66 Bregenz Theo Lang & Karl Schwärzler, Badehaus, Lochau, Austria, 2010. Timber Construction, in Detail, n.1+2, Edizioni Detail, Monaco 2012, pp.50-54. 67 Konz-Molo e Barchi Arcitekten, Student Halls of Residence, Mendrisio, Svizzera, 2008. Stairs, Ramps, in Detail, n.6, Edizioni Detail, Monaco 2009, pp.597-601. 64 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Eduardo Souto De Moura Casas patio en Matosinhos Matosinhos, Portogallo | 1993-1999 65 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Aires Mateus Hogar De Ancianos en Alcácer Do Sal Portogallo 2004-2011 66 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea DD1 Architekten House in Dresden Dresden, Germania | 2002 67 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Herzog e De Meuron Amplión del Museo de Arte de Aarau Arau, Svizzera | 1997 - 2003 68 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Bregenz Theo Lang & Karl Schwärzler Badehaus in Lochau Lochau, Austria | 2010 69 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Konz-Molo e Barchi Arcitekten Student Halls of Residence in Mendrisio Mendrisio, Svizzera 2008 70 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 3.2 copertura a falda La falda inclinata solitamente realizzata con piccoli elementi, possiede una forma fortemente radicata nella memoria collettiva e per questo diffusa. I modelli funzionali appartenenti alle coperture discontinue permettono la realizzazione di coperture a falde inclinate; la loro stratificazione garantisce il comfort del sottotetto e un’elevata protezione termica dell’edificio. Offre, inoltre, la possibilità di realizzare coperture ventilate al fine di migliorare il comfort interno e la rapidità della manutenzione grazie alla sostituibilità degli elementi. La copertura a falda appartiene, dunque, alle coperture discontinue, caratterizzate da soluzioni di continuità dell’elemento di tenuta all’acqua e la cui pendenza minima del piano di posa dipende dai componenti e dal clima. La configurazione della copertura a falde dipende da molteplici fattori quali la forma e l’andamento perimetrale dell’edificio, e la disposizione delle strutture portanti. In tutti i casi la determinazione geometrica delle falde viene eseguita scegliendo la pendenza compatibile con lo strato di tenuta adottato, e adeguata al clima della zona disponendo le linee di massima pendenza perpendicolarmente a quelle di gronda, le bisettrici degli angoli saranno utilizzate per determinare i compluvi e i displuvi. Lo strato di tenuta, costituito da elementi distinti, di dimensione variabile secondo i casi, presenta discontinuità che potrebbe essere all’origine di infiltrazioni d’acqua. Al fine di evitare l’insorgere di infiltrazioni d’acqua nella copertura, gli elementi vengo messi leggermente sovrapposti e posati in pendenza. Lo strato di tenuta all’acqua presenta punti critici costituiti da dispositivi di raccolta dell’acqua, dai rilievi verticali dal raccordo tra falde. I canali di gronda, le converse e i pluviali costituiscono il sistema di raccolta dell’acqua, la sezione dei canali di gronda può essere circolare o trapezoidale, essere metallici o polimerici, la loro posizione dovrà impedire all’acqua di oltrepassare il canale stesso. Nei climi di montagna, caratterizzati da forti nevicate, sono necessarie notevoli pendenze per garantire lo scivolamento regolare della neve lungo la falda, adottando invece pendenze intermedie la neve tende a staccarsi a grandi blocchi; in questi casi si ricorre ai dispositivi ferma neve che limitano al caduta dei blocchi. La pendenza è anche strumentale a diminuire la componente verticale dei carichi di neve. Altro fattore che incide sulla pendenza della copertura è la presenza di vento. In generale sul territorio nazionale si adottano pendenze del 60% in zone montane, del 45% nelle zone marittime e a clima continentale, 30% al sud dove la presenza delle piogge è scarsa. Particolare tipo di protezione è la copertura trasparente, generalmente impiegate negli spazi collettivi a elevato contenuto simbolico e tecnico-funzionale. Aspetto fondamentale nelle coperture trasparenti è la schermatura, per regolare la radiazione luminosa e termica è possibile adottare i dispositivi frangisole, o da particolari prismi contenuti nelle vetrocamere, progettati in base alle condizioni climatiche e geografiche, garantiscono un’illuminazione diffusa omogenea. Nel caso di spazi interrati o totalmente ipogei, possono essere utilizzati prismi per l’orientamento della luce, che può essere raccolta e indirizzata da appositi schermi. 71 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea modelli funzionali discontinua isolata tale modello di copertura è caratterizzata dalla presenza dello strato di isolamento termico inserito fra gli elementi di tenuta e gli strati sottostanti, importante che sia posto oltre lo strato resistente in modo tale da proteggerlo dagli sbalzi termici, da sfruttare l’inerzia termica e da diminuire il rischio di condensazioni interne. L’interesse del modello risiede nel risparmio energetico e nella possibilità di abitare il sottotetto. Il modello prevede inoltre, in funzioni delle condizioni termoigrometriche dell’ambiente, l’adozione di uno schermo al vapore. Per alcune frequenze, inoltre l’isolamento termico può migliorare anche l’isolamento acustico, per il quale determinante è massa e composizione dello strato resistente. La pendenza della copertura varia in base alle caratteristiche degli elementi che compongono lo strato di tenuta, alla loro messa in opera, alla loro sovrapposizione e al clima. Lo strato di tenuta all’acqua oltre a resistere agli agenti atmosferici, contribuisce a determinare l’aspetto formale della copertura e il comfort acustico. Se costituita da elementi rigidi, si consiglia di limitare la complessità della copertura, di tenere costanti il valore delle pendenze delle falde e la quota delle linee di gronda. Diverse sono le tipologie associate a questo modello funzionale: copertura a piccoli elementi su supporto discontinuo, copertura a piccoli elementi su supporto discontinuo a isolamento integrato, copertura a grandi elementi su supporto discontinuo, copertura a grandi elementi su supporto continuo. In conclusione la copertura discontinua isolata è caratterizzata dalla semplicità costruttiva, e se ne consiglia l’utilizzo nelle zone climatiche temperate fredde. discontinua ventilata Caratterizzata dallo strato di ventilazione che consente il controllo del comportamento termoigrometrico. Non controlla la trasmissione del calore anche se, la ventilazione migliora il comfort termico nel periodo estivo. Utilizzata generalmente per le coperture separate dell’edificio e quelle di spazi privi della chiusura verticale, nonché per edifici industriali e commerciali dove non è richiesto l’isolamento termico. Questo tipo di copertura discontinua è costituita dallo strato di tenuta e da uno strato di ventilazione. Il modello inoltre prevede l’adozione di supporto sia continui che discontinui. discontinua non isolata Modello funzionale limitato alla copertura dei depositi e degli edific industriali in cui non è prevista la permanenza delle eprsone. Questo modello è privo dello strato di isolamento e dello strato di ventilazione, pertanto non controlla il comportamento igrotermico e la trasmissione del calore della copertura, protegge l’ambiente sottostante da pioggia neve e vento. Due sono quindi gli starti principali: lo strato di supporto e lo strato di tenuta all’acqua. Le tipologie associate a questo modello funzionale sono: copertura a piccoli elementi su supporto discontinuo, a grandi elementi su supporto discontinuo, a grandi elementi su supporto continuo. 72 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea copertura discontinua isolata e ventilata Caratterizzata, invece, dalla presenza degli strati di ventilazione e di isolamento termico, che consentono il controllo del comportamento igrotermico e della trasmissione del calore. Queste caratteristiche rendono il modello particolarmente adattato alla realizzazione di sottotetti abitati e ai climi caratterizzati da forti escursioni termiche, inoltre si ottiene un sensibile miglioramento del comfort, termico e igrotermico, rispetto ai modelli privi di ventilazione. Lo strato di ventilazione, compreso fra lo strato di tenuta e l’isolante termico presenta uno spessore costante e e privo di soluzioni di continuità. Durante l’inverno lo strato di ventilazione consente l’uscita del vapore proveniente dall’interno attraverso le apposite aperture, durante il periodo estivo, invece, la ventilazione contribuisce a disperdere il calore accumulato. L’isolamento termico viene applicato tra la struttura resistente e lo strato di ventilazione, in questo modo si protegge dagli sbalzi termici al struttura portante e l’ambiente interno, viene utilizzata l’inerzia termica dell’elemento resistente e diminuito il rischio di condensazioni interne. La circolazione d’aria evita l’adozione della barriera al vapore, da prevedere solo nei casi di ventilazione debole. Dal punto di vista geometrico, un’eccessiva complessità delle falde potrebbe causare complicazioni nella realizzazione e criticità nel funzionamento. Si possono distinguere coperture con strato di ventilazione a profondità costante o variabile, nel primo caso la ventilazione è realizzata all’interno della falda e consente di abitare il sottotetto; nel secondo caso la ventilazione è realizzata nello spazio che separa la falda del solaio sottostante, che pertanto è abitabile.Sia nel caso di coperture con strato di ventilazione costante sia variabile, è opportuno prevedere delle aperture di ventilazione, aventi sezione pari almeno a 1/500 della superifcie di copertura. Le aperture a diretto contatto con l’esterno saranno costituite da componenti con tenuta all’acqua e protette da griglia metallica, disposte lungo la linea di gronda e in corrispondenza del colmo del tetto.Le alternative tecniche dotate di strato di ventilazione esterno alla struttura portante risultano le migliori sinora, tuttavia esistono ulteriori alternative, nelle quali lo strato di ventilazione si trova fra le travi di copertura, o tecniche nella quali la ventilazione viene attivata dall’aria che circola attraverso il sottotetto (in questi casi sarà prevista una barriera impermeabile). Per quanto riguarda le soluzioni che utilizzano il volume del sottotetto come camera di ventilazione prevedono aperture verticali di immissione (ricavate nel tratto di muratura verticale che separa solaio orizzontale dalla falda) e di espulsione dell’aria (collocate nella parte superiore della falda). Il solaio sottostante la falda si differenzia nella struttura e nella praticabilità. Esistono anche qui diversi tipi di copertura discontinua isolata e ventilata: copertura ventilata a piccoli elementi su supporto continuo, a grandi elementi su supporto continuo, a piccoli elementi su supporto discontinuo, a grandi elementi su supporto discontinuo, a piccoli elementi su supporto integrato, a grandi elementi su supporto integrato, a piccoli elementi su supporto ventilato, a doppia camera di ventilazione su supporto discontinuo, ventilata attraverso il sottotetto. 73 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 72 Valentin Bearth & Andrea Deplazes, Casa Willimann-Lotshed, Sevegein, Svizzera, 1998. Corpi cavi, Valentin Bearth & Andrea Deplazes, Quart edizioni, Lucerna, 2000, pp. 44-53. 73 Valerio Olgiati, Atelier, Flims, Svizzera, 2008. Roofs, in Detail, n.1+2, Edizioni Detail, Monaco 2009, pp.46-51. 74 Guillermo Vázquez Consuega, Recupero Palazzo San Telmo, Siviglia, Spagna, 2010. Guillermo Vázquez Consuega, Architettura 1998-2010, in TC Quadernos, n.92-93, ed. Tribuna de la construccion, Valencia, 2010, pp.280-325. 75 Johannes Norlander, Sommerhaus, Göteborg, Svezia, 2010. Timber Construction, in Detail, n.1+2, Edizioni Detail, Monaco 2012, pp.32-35. 76 Tham & Videgård Aritekter, Holiday home on Lagnö, Stockholm, Svezia, 2012. Roofs, in Detail, n.11, Edizioni Detail, Monaco 2014, p.1176-1179. 74 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Valentin Bearth & Andrea Deplazes Casa Willimann - Lotshed Sevegein, Svizzera | 1998 75 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Valerio Olgiati Atelier in Flims Flims, Svizzera | 2008 76 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Guillermo Vázquez Consuega Recupero Palazzo San Telmo Siviglia, Spagna | 2010 77 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Johannes Norlander Sommerhaus dei Göteborg Göteborg, Svezia | 2010 78 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Theam & Videgård Architektenus Holiday home on Lagnӧ Stockholm, Svezia | 2012 79 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 4. involucri architettonici “Il termine “facciata” è ambiguo, sottolinea l’aspetto esteriore, la forma, la fisionomia di un edificio. Vista dall’esterno la facciata è spesso indicata come l’involucro o la pelle esterna dell’edificio. Questo ci porta tuttavia a riflettere oltre l’aspetto superficiale, a considerarne la materialità, la configurazione e la struttura. Su un altro livello di significato la parola facciata fa riferimento al muro esterno, aprendo la questione a due aspetti: nell’espressione muro esterno, il termine esterno è utilizzato nel senso di periferia o conclusione andando a sottolineare un aspetto spaziale della facciata. La facciata definisce la separazione spaziale tra interno ed esterno, o piuttosto la delimitazione spaziale degli spazi interni dall’interno e degli spazi esterni dall’esterno.” (Deplazes, 2013) Il presente studio oscilla consapevolmente tra una interpretazione dei rivestimenti esterni in chiave di “sistemi di chiusura”, con una accezione attenta agli aspetti esigenziali e prestazionali e un’interpretazione in chiave di “facciata” come elemento di “rappresentazione” dell’edificio. Infatti l’insieme dei sistemi di chiusura esterni devono assolvere funzioni strettamente inerenti con il benessere dell’uomo: devono soddisfare requisiti di sicurezza statica, proteggere dagli agenti atmosferici, dal fuoco, devono durare e poter essere conservati attraverso modalità di manutenzione e gestioni semplici ed economici; devono manifestare, attraverso il linguaggio, il messaggio architettonico del committente e del progettista. La condizione di separazione tra struttura resistente dell’edificio e struttura di chiusura, ha posto l’architetto davanti alla libertà di scelta dell’involucro esterno dell’edificio: la diffusione di sistemi e componenti di facciata come prodotti “ready-made” impone al progettista di conoscere e controllare in maniera approfondita le tecnologie a disposizione, per non incorrere nella condizione di “subire” in maniera acritica le condizioni imposte dai produttori di sistemi, e non controllare gli esiti espressivi delle scelte operate. D’altro canto la crescente capacità di rispondere a requisiti e prestazioni offerti dai sistemi e componenti industrializzati, ne ha determinato la capillare diffusione e l’imposizione nel settore delle costruzioni. La norma UNI 8290, concepita in base all’approccio esigenziale e prestazionale della tecnologia edilizia, definisce e classifica le unità tecnologiche e gli elementi tecnici dei diversi sistemi che compongono un organismo edilizio. Nella normativa, il sistema di chiusura verticale di un edificio , o facciata, è designato con due differenti termini: “parete verticale perimetrale” oppure come “infisso verticale esterno”, quali classi di elementi tecnici distinte. Le distinzioni principali tra le due classi consistono, nell’interpretazione normativa, nella differenza di funzioni che “prevalentemente” esse assolvono: mentre la parete verticale esterna principalmente “impedisce” il passaggio di persone animali materiali, cioè “cinge” e chiude l’edificio, l’infisso verticale esterno , principalmente, “regola” tale passaggio, completando e integrando la funzione 80 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea dell’interpretazione verticale; si sottolinea l’uso dei termini “prevalentemente” e “principalmente”, perché, se da un lato questa schematica separazione tra parte fissa/chiusa e parte mobile/apribile della facciata è utile per stabilire una classificazione, dall’altro si osserva la tendenza recente ed attuale all’ibridazione e “fusione” della parete di chiusura in infisso e viceversa. Infatti proprio grazie alla possibilità di un sempre più consapevole controllo e regolazione degli scambi di energia tra l’ambiente esterno dell’edificio e alla capacità degli stessi elementi tecnici di soddisfare una gamma sempre ampia di più requisiti, ha fatto sì che oggi sia spesso difficile inserire molti degli attuali sistemi di facciata nella “classe” delle pareti verticali o nella classe degli infissi. È proprio in tale senso che si preferisce usare il termine di facciate, perché capace di essere più generale e di contemplare la complessità delle soluzioni. Il rivestimento degli edifici con la sua funzione di protezione dalle intemperie e dalle aggressioni oltre che al riparo per scorte e provviste, rappresenta uno degli aspetti più rilevanti della pratica del costruire. In qualità di componente transitorio tra esterno e interno - parte della casa e parte dello spazio urbano - spetta all’involucro la principale funzione di naturale protezione dal vento e dal clima, di delimitazione della proprietà al fine di definire la sfera privata, e da ciò deriva il suo ruolo di rilievo quale mediatore estetico e culturale. Il concetto di “parete esterna” definisce nelle sue parti essenziali tanto la posizione, cioè l’ “esterno”, quanto il carattere di questo “sottosistema” edilizio, ovvero quello della parete. Tuttavia nella storia dell’edilizia le pareti sono per grandissima parte non solo una delimitazione dello spazio, ma anche una componente essenziale della struttura portante. Pertanto al concetto di parete, e di parete esterna, viene associato quello di stabilità, robustezza, pesantezza, chiusura, di separazione. La facciata, considerata quale elemento tecnologico dell’edificio, risponde alla funzione elementare portante, di isolamento e protezione. Funzioni che generalmente seguono questo ordine dall’interno verso l’esterno. La funzione portante è di norma necessaria dal momento che una minima parte dei carichi dei solai sospesi e della copertura sono supportati dai bordi e devono essere trasferiti verticalmente. Se si riflette sul ruolo di protezione dell’edificio e della costruzione stessa della facciata, nonché di isolamento dai fattori esterni, la facciata rappresenta la componente più complessa dell’edificio. Essa richiede il coordinamento intelligente delle funzioni portanti, isolanti e protettive per creare un sistema efficiente nel suo complesso. 81 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Di norma si distingue tra sistemi sintetici e complementari. I sistemi sintetici rispondono alle funzioni primarie strutturali e fisiche dell’edificio attraverso uno strato singolo e multifunzionale. Un tipico sistema sintetico è la facciata isolante in cemento faccia-vista, in questo caso lo strato protettivo svolge simultaneamente funzioni portanti e isolanti. L’isolamento è garantito non da un materiale distinto isolante, bensì dalla conduttività termica dello stesso materiale da costruzione. Ciò che accumuna i modelli sintetici di costruzione della facciata sono l’immediatezza espressiva e l’autenticità associata. Combinando in un unico strato la portanza, l’isolamento e la protezione, il sistema strutturale interno è direttamente proiettato sul prospetto esterno della facciata. Nei sistemi complementari, invece, le funzioni strutturali e fisiche della facciata sono collocate in diversi strati, ognuno con specifiche proprietà monofunzionali, andando a combinare due o tre diversi strati complementari. Esistono diverse configurazione di sistemi complementari (a tre strati, a due strati, …), l’utilizzo di una struttura di facciata complementare, in particolare quella a tre starti, modifica la dipendenza costruttiva tra la struttura interna e la struttura della facciata. In conclusione occorre tener presente che esiste una dipendenza trasversale del sistema costruttivo della facciata che influenza la variabilità della superficie esterna, una interdipendenza inscindibile, meccanica e costruttiva tra la struttura interna e la struttura della superficie di facciata. Tra i sistemi complementari la maggioranza ha uno strato esterno monofunzionale protettivo. Questo strato protettivo può, in effetti, esser realizzato con diversi materiali, a differenza degli strati portanti o isolanti, i cui materiali per necessità prestazionali e funzionali variano in un intervallo limitato. Lo strato protettivo della facciate odierne, mostra un elevato grado di libertà compositiva in termini di materiali, costruzione e relazione con i sottostanti strati portanti e isolanti, ne consegue che il progetto di facciata è fortemente integrato alla scelta del materiale. Uno dei criteri chiave per la scelta del materiale da utilizzare per la superficie della facciata sono le proprietà tecnologiche del materiale unitamente alla competenza e abilità delle maestranze che applicheranno il materiale prescelto. Oltre a dover rispondere alle azioni degli agenti esterni (sole, vento, pioggia, neve, temperature, agenti meccanici e chimici), il materiale di facciata esprime l’identità (essenza) di una cultura del costruire. Spesso il significato astratto del materiale di facciata supera l’attuale motivo costruttivo alla base della scelta del materiale. La superficie di facciata esprime ad un livello formale nozioni di tradizione e Zeitgeist. 82 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea In termini architettonici, la facciata può variare da molto sottile, solida, a cassaforme, a lastre in laterizio; da piatta fino scolpita o modellata. In termini costruttivi questo strato risulta omogeneo o altrimenti frammentato in pezzi congiunti. In questo ambito il termine omogeneo non è da confondersi con sintetico, dal momento che si riferisce alla struttura della facciata nel suo aspetto finito. Molti materiali di facciata sono realizzati in elementi o moduli singoli, grandi o piccoli, collegati. Uno strato omogeneo è tecnicamente possibile grazie all’utilizzo di pochi materiali. I prerequisiti per questo è che il materiali realizzi un legame chimico inerente il materiale stesso in cantiere (es: cemento, determinate plastiche). Nel caso di facciate omogenee il tema della divisione dipende dalle fasi di lavorazione in sito, mentre nel caso di facciate composte dipende dalle condizioni di produzioni dell’elemento o del modulo in fabbrica. La modellazione è spesso il risultato di interdipendenze complesse e tecniche. Le dimensioni e geometrie di un mattone dipende ad esempio dai metodi di pressatura e cottura dei mattoni. Al contrario le dimensioni si prodotti in legno sono determinate dalle macchine presenti nell’industria di falegnameria. Generalmente, l’architetto può influenzare questi fattori e processi sino ad un certo punto, principalmente per motivi economici, e ciò implica una profonda conoscenza delle relazioni tra proprietà del materiale, produzione e forma finale. La produzione artigianale offre il massimo della libertà nel progetto di facciata, la produzione semi-industriale si basa invece su prodotti semi finiti, finiti o complessi, la disponibilità dei materiali dipende dal mercato e dai cataloghi. La produzione digitale, invece, apre il campo a nuovi scenari in questo ambito. Grazie alla digitalizzazione sistematica e semplificata delle interfacce tra pianificazione e processi manifatturieri della macchina, si risolve l’apparente contraddizione tra progetto individuale e produzione di massa. Oltre alla produzione anche la logistica e le tempistiche svolgono un ruolo importante nel progetto dei componenti di facciata. In altre parole, altro fattore che influenza l’espressione della facciata sono le condizioni di trasporto in cantiere e le condizioni di costruzione in situ. Il comportamento legato al ciclo di vita del materiale è una questione critica per la modificabilità della facciata. Il giunto inevitabilmente è il risultato di due parti, ed è legato ad una questione sia tecnica che architettonica. Il legame di una struttura superficiale deriva dalla compatibilità geometrica e costruttiva dei collegamenti di diverse parti della facciata più o meno larghe. Il giunto regola la relazione costruttiva tra parti individuali della facciata. È allo stesso tempo un elemento di divisione e di unione. 83 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Si distingue di norma giunti con o senza inserzione di materiale legante aggiuntivo. Giunti senza materiale legante sono basati sull’interdipendenza puramente meccanica tra le componenti singole di facciata (es.: saldatura, sovrapposizione, incastro). La difficoltà legata a questo genere di tecniche è quella di garantire la necessaria resistenza a vento ed acqua. Per questa ragione, spesso viene inserito dietro starti di giunzione protettiva una membrana impermeabile o a tenuta d’aria. Nei giunti con materiale complementare, viene inserito un ulteriore materiale tra le parti della facciata per garantire le funzioni di connessione, separazione, sigillatura, resistenza. Esempio tipico è quello della facciata in mattoni con intelaiatura orizzontale e verticale che tiene legati insieme i diversi blocchi di mattoni, le facciate metalliche dove guarnizioni in neoprene sono alloggiate nelle scanalature sui bordi degli elementi metallici. Le parti giunte e gli stessi giunti della facciata sono soggetti a diversi requisiti strutturali, in funzione del sistema esterno del muro. Una facciata portante o svincolata è assemblata in funzione del principio portante, al contrario una facciata non portante può esser progettata senza tener conto di questo fattore. Forma speciale di giunto è la fessurazione controllata, dove la fessurazione non è causata dall’aggiunta di parti individuali, ma dalla rottura deliberata del materiale ad un determinato punto. Questa strategia è utilizzata, ad esempio, in facciate di cemento facciavista o fuse dove l’efficacia della facciata dipende dalla qualità del materiale. Le potenzialità delle aperture in facciata è determinata fondamentalmente e permanentemente dall’uso della struttura portante. Strutture solide portanti generalmente riducono la dimensione della aperture a tipologie di taglio limitato o simili a piccole bucature. A livello delle parti di una facciata, un apertura viene percepita in forma di omissione, uno spazio vuoto o una modulazione nella quale la trasparenza dei singoli materiali varia col materiale o le caratteristiche della forma. Riguardo i giunti, le dimensioni dello spazio del giunto possono variare fino a quando il giunto è quasi permeabile e diviene esso stesso un’apertura. L’apertura nella veste di distruzione del sistema di facciata si comporta come un elemento autonomo, sovrastando le regole costruttive e geometriche della facciata. La composizione architettonica appropriata degli strumenti della costruzione, materiali, componenti, giunti e aperture porta alla specifica formulazione della facciata in relazione all’edifico come ad un complesso. A livello di materiali, i colori, le textures, le proprietà visive e tattili dovrebbero essere coordinate tra loro. È possibile ottenere una raffinata scultura di facciata adottando un largo numero di piccole parti. Scalando le parti ed i giunti, le texture possono ulteriormente essere affinate. In contrasto con strutture di piccolo formato, una superficie che include parti estese sembrerà avere una texture più incisiva. 84 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Di norma, la struttura di facciata offre un indicazione all’organizzazione interna dell’edificio, inoltre la ripetizione della parti produce un struttura superficiale regolare, una griglia classica di pannelli. Tuttavia una griglia è una forma rigida e non può assecondarsi a contorni irregolari dell’edificio, ciò significa che o la griglia domina il layout dell’edificio, o la griglia e modellata dall’andamento dell’edificio. Dove inizia quindi il progetto di facciata? La facciata è conseguenza dell’espressione, o è l’espressione conseguenza del progetto di facciata? In linea di massima, all’origine dell’indagine, la prima bozza di disegno può basarsi su criteri tecnici o architettonici, senza porre limitazioni su dettagli o complessività dell’edificio. La qualità e la complessità del processo si fonda nella gestione sia degli aspetti architettonici sia costruttivi. La parete perimetrale verticale può essere classificata in base all’impiego strutturale, alla complessità morfologica, al rapporto pieno/vuoto, alla funzione caratteristica, alla sua posizione rispetto la struttura portante dell’edificio, alla morfologia degli elementi e all’impiego di materiali. La classificazione relativa all’impiego strutturale differenzia tra parete portante e parete non portante, dal punto di vista morfologico invece si distinguono le pareti integrate, complesse e semplici. La classificazione funzionale tende a distinguere l’involucro in: parete opaca, parete trasparente, parete doppia, parete ventilata, parete isolata. Si parla invece di parete inserita, semi inserita o a cortina in riferimento alla classificazione relazionale (relazione con la struttura portante). Se si considera l’aspetto relativo alla morfologia degli elementi, la distinzione è in base alla parete perimetrale composta da piccoli elementi definiti, da pannelli autoportanti, gettata, a struttura ausiliaria. In questa sede, tuttavia, si è scelto di ricorrere ad una classificazione più operativa, svolta sul piano dei materiali. Il tema dell’involucro architettonico sarà, pertanto, inquadrato come di seguito: 85 Involucri in lamiera grecata Involucri in alluminio e materie plastiche componibili Involucri in policarbonato Involucri in legno Involucri laterizio Involucri in vetro/vetromattone/Uglass Involucri in gabbia di pietra Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 4.1 alluminio Per quanto riguarda i rivestimenti in metallo, è da segnalare l’utilizzo dell’alluminio come rivestimento di facciata. Per molti anni l’impiego del metallo in edilizia si limitò alla realizzazione di copertine e cornici per aggetti. Con l’avvento delle grandi finestre vetrate che il metallo fece il suo ingresso nella facciate con forme nuove, generando una nuova estetica. L’evoluzione e la successiva evoluzione del metallo e del vetro sono in stretto rapporto. L’impiego del metallo permette un alto grado di prefabbricazione unito ad un elevata precisione esecutiva. Una tipologia di facciata legata a questo materiale e completamente nuova è rappresentata dal Curtain Wall. Questa tipologia costruttiva è importante per l’evoluzione delle facciate in metallo, perché gli elementi di tamponamento tar i profilati portanti in metallo a vista e dei solai possono essere di diversi materiali. Questo dà luogo a facciate il cui aspetto estetico è caratterizzato, oltre che da un elevata quantità di vetro, dall’uniformità del metallo. A livello visivo, grazie alla sua resistenza, il metallo viene utilizzato come materiale per la pelle esterna di mezzi di trasporto , se utilizzati invece come “pelle esterna” di un edificio forniscono un immagine “tecnologica”. I progressi nella costruzione di facciate metalliche danno la possibilità di realizzare con tali materiali rivestimenti per edifici dalle forme libere, ciò permette di utilizzare tecniche avanzate di progettazione e di modellazione guidate al computer. I progressi nella lavorazione delle leghe metalliche permettono di ottenere caratteristiche dei materiali sempre più mirate, unitamente alla possibilità di ottenere nuove strutture materiche, come le schiume metalliche tridimensionali. Un livello elevato di innovazione è quello che ci possiamo attendere dai materiali compositi (composites), che uniscono le proprietà specifiche dei singoli materiali per migliorare le prestazioni complessive. Ritornando alle proprietà di tali materiali, si ricorda la loro tenuta al gas e al vapore acqueo. Da un punto di vista costruttivo invece la dilatazione termica riveste un’importanza particolare. Alcuni materiali metallici sono resistenti alla corrosione, mentre altri formano uno strato di protezione autorigenerante (la patina). Un terzo gruppo (ferro e acciaio) richiede un particolare trattamento per contrastare le aggressioni ambientali. I processi fondamentali di lavorazione del metallo sono la fusione e foggiatura, il taglio, la giunzione, il rivestimento. 86 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea In virtù delle loro proprietà (ad esempio l’alta resistenza in presenza di una buona attitudine alla foggiatura) i materiali metallici sono particolarmente adatti alla produzione di elementi sandwich. La scelta degli elementi sandwich per la superficie di una facciata è spesso conveniente per le proprietà isolanti, unite alla buona tenuta al vapore e alla stabilità meccanica. Questi sistemi richiedono un trattamento speciale dei giunti ed ei bordi. I materiali impiegati per gli starti esterni sono di solito l’alluminio, l’acciaio e l’acciaio legato. Altro aspetto importante è la modalità di fissaggio alla sottostruttura. Nelle facciate in metallo il fissaggio è in genere reversibile. Il metallo è adatto quanto nessun altro materiale alla progettazione di facciate con un grado di prefabbricazione molto elevato. Le dimensioni della lamiera a disposizione e le tecniche di foggiatura disponibili, permettono di produrre elementi di grande formato che offrono soluzioni molto economiche, come pannelli, cassoni o lamelle. Quest’ultime esistono in diverse lavorazioni: lamiera bugnata, a noduli, a lisca di pesce, ondulata, stirata, a foratura, grigliata. Ma anche i processi artigianali tradizionali, che richiedono l’impiego in cantiere di utensili per la sagomatura e piegatura, sono tutt’oggi ancor in uso. 87 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea alluminio 86 Herreros Arquitectos, Residential House, Ávila, Spagna, 2013. Cost-Effective Building, in Detail, n.5, Edizioni Detail, Monaco 2012, p.476-479. 87 EM2N Architekten, Company Headquarters, Schönbühl, Svizzera, 2013. Simple form of construction, in Detail, n.12, Edizioni Detail, Monaco 2014, p.1334-1337. 88 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Herreros Arquitectos Residential House Avila, Spagna | 2013 89 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea particolare 1:5 EM2N Architekten Company Headquarters Schӧnbühl, Svizzera | 2013 90 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 4.2 materie plastiche Altro materiale usato nel rivestimento di facciata è costituito dall’insieme delle materie plastiche. Prima del 1950 il PVC era presente sul mercato solo nella declinazione di tubazioni e armature. A partire dagli anni cinquanta, prese il via una lunga serie di sperimentazioni che aveva ad oggetto la realizzazione di interi edifici in questo materiale. Uno dei primi utilizzi fu come tramite gusci e lastre (stadio Olimpico di Monaco, 1972), e a seguire le strutture pretensionate. Quest’ultime sono legate all’uso affiancato alle materie plastiche di tessuti e fogli di materiale sintetico, che servirono alla creazione di strutture di rivestimento leggere e spesso anche permeabili alla luce e pretensionate: pneumatiche (Walter Bird, 1948) e tensostrutture (Frei otto, 1950). Le materie plastiche sono costituite da sostanze che nella loro forma definitiva non sono presenti in natura, ricavate bensì in massima parete da derivati del petrolio e caratterizzate dall’avere una struttura macromolecolare. A seconda del grado di reticolazione esistono tre tipi di materie plastiche: materie termoplastiche, elastomeri, materie termoindurenti. Oggi nel settore dell’edilizia vengono utilizzate oltre 30 differenti tipologie di plastica, di cui il PVC rappresenta la sezione maggiore. La grande importanza di queste materie nel settore edilizio è da rintracciarsi nella resistenza a compressione, trazione, rigidezza, durezza, elevata trasparenza e colorabilità, plasticità, resistenza agli sbalzi termici, isolamento elettrico e bassa conducibilità termica, resistenza agli agenti atmosferici, ottime qualità superficiali. Inoltre il procedimento di fabbricazione e la composizione del materiale permettono di variarne ampliamente le proprietà. Aspetto da tenere sotto controllo invece è il comportamento al fuoco del materiale. Riguardo le diverse lavorazioni e forme sul mercato è disponibile una vasta serie di manufatti semilavorati da impiegare nelle strutture di facciata, quali lastre piane, ondulate o nervate, elementi stampati (tecnica di stampaggio per colata e laminazione), facciate in lastre ed elementi stampate, fogli e tessuti di materiali sintetici, rivestimenti superficiali, facciate composte da strutture pretensionate. Quest’ultima categoria comprende le strutture a membrana, dove le azioni esterne (vento, neve) vengono contrastate pretensionando il foglio o il tessuto. Nelle strutture pneumatiche è possibile coprire grandi luci con poco materiale, similmente alle strutture pretensionate meccanicamente dove tuttavia a causa della sottigliezza del materiale e della presenza di un solo strato le proprietà di isolamento termico e acustico sono limitate. 91 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea materie plastichee 90 Studio M, Thom Faulders, Airspace, Tokyo, Giappone, 2007. Materie complesse, in Materia, n,58, Il Sole 24 ORE, Bologna, pp.76-87. Facades, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2008, p.1114-1117. 92 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Studio M, Thom Faulders Airspace Tokyo, Giappone | 2007 93 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 4.3 policarbonato Il policarbonato appartiene alla classe dei polimeri termoplastici, ottenuto dall’acido carbonico. La produzione della plastica ha avuto inizio alla metà del XIX secolo con la trasformazione chimica di materie prime organiche di origine naturale, la celluloide viene considerata il primo polimero termoplastico. Fino al termine del XIX secolo la produzione di questi prodotti plastici veniva effettuata con materie prime rinnovabili, nel 1898 venne prodotta la prima plastica interamente sintetica. Fondamentale per il processo di produzione delle plastiche è il legame che si instaura in presenza delle condizioni adatte tra i singoli elementi molecolari attraverso una reazione chimica con la formazione di macromolecole. Fino al 1940 l’industria della plastica ha sviluppato i processi produttivi per la maggior parte delle plastiche oggi conosciute, in un primo momento le plastiche vennero utilizzate nel settore elettrotecnico ed automobilistico, a partire dagli anni Sessanta si diffusero anche in campo edile. I polimeri termoplastici amorfi sono trasparenti e a temperatura ambiente duri e fragili. Con l’aumento del grado di cristallizzazione diminuisce la trasparenza, inoltre con l’aumento della temperatura la forza di questi legami diminuisce mentre aumenta la mobilità delle singole catene, tanto che i polimeri termoplastici passano da duri a termoelastici a termoplastici, caratteristica che consente numerosi procedimenti di deformazione, lavorazione e riutilizzo. Per quanto riguarda il policarbonato i primi studi di questo polimero risalgono al 1928 (da parte dell’azienda chimica DuPont), impiegato in svariati campi in edilizia trova principale utilizzo quale sostituto del vetro, quale lastra spessa o lastra alveolare. I pannelli in policarbonato assicurano una trasparenza pari a 78-100%, ed una buona trasmittanza luminosa. Le loro qualità isolanti determinano un sensibile abbattimento dei costi energetici rispetto ad un’analoga realizzazione in vetro, e sono anche più sicuri e pratici. Ai pannelli è spesso possibile applicare appositi filtri per trattenere le radiazioni ultraviolette, il cui effetto risulta altamente nocivo per legno e vernici. Queste peculiarità rendono i pannelli in policarbonato adatti ad un campo di applicazione estremamente vasto: finestrature fisse e con aperture, shed, tamponamenti, zone trasparenti in accoppiamento con pannelli sandwich, pareti divisorie, ecc: la loro versatilità si presta perfettamente all’impiego in edilizia civile ed industriale, con l’inserimento in tutte le strutture che debbano assicurare leggerezza e luminosità. Diverse sono le modalità di montaggio: si può ricorrere a silicone, chiodi o sigillanti, oppure avvalersi di incastri maschio – femmina. Spesso sono disponibili anche in versione colorata, oltre alle tradizionali trasparente e opale. 94 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea policarbonato 93 Squire and Partners, Flagship Store and Headqurters, Londra, Inghilterra, 2007. Plastics, in Detail, n.5, Edizioni Detail, Monaco 2008, p.498-502. 94 Lacaton & Vassal, Trade-Fair Hall, Parigi, Francia, 2007. Plastics, in Detail, n.5, Edizioni Detail, Monaco 2008, p.498-502. 95 Herzog & de Meuron, Laban Center, Londra, Inghilterra, 2007. Architectural detail 2003, Annual Selected Edition from Detail, Edizioni Detail, Monaco 2004, pp.92-97. 95 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Squire and Partners Flagship Store and Firmenzeutrale Londra | Inghilterra | 2007 96 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Lacaton & Vassal Trade-Fair Hall Parigi, Francia | 2007 97 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Herzog e de Meuron Laban Centre Londra, Inghilterra | 2007 98 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 4.4 legno Materiale da costruzione la cui applicazione è pressoché universale, le prime strutture complesse realizzate con questo materiale risalgono addirittura al Neolitico, molto tempo dopo arrivarono le prime strutture a scheletro in legname squadrato per edifici (strutture a traliccio) nonché costruzioni in legno massiccio. Le tecniche di lavorazione oggi più usate (segagione, truciolatura) risalgono al millennio scorso trovarono larga applicazione con l’industrializzazione. Tra le innumerevoli proprietà tecnologiche del legno per quanto riguarda la costruzione della facciata vi sono: - elevata resistenza in rapporto al peso ridotto - buona lavorabilità - elevata resistenza alla trasmissione del calore - comportamento igroscopico Riguardo la sua composizione, il legno è un materiale naturale, riciclabile al 100%; il 50% del legno è costituito invece da cellulosa, le restanti componenti sono emicellulosa lignina pigmenti e tannino. A livello di struttura la componente elementare è la cellula, esistono diversi tipi di cellule. La maggior parte delle cellule hanno una forma allungata, per questo vengono dette fibre, giacciono quasi principalmente in direzione longitudinale. Il legno di aghifoglie è quello con la struttura più semplice, nelle latifoglie si ha invece un’elevata specializzazione delle cellule, che formano dei vasi. Grazie alla loro struttura porosa i legni dell’Europa centrale presentano proprietà di isolamento termico buone, inoltre negli ambienti interni il legno con la sua predisposizione ad assorbire e cedere umidità, può influenzare il clima ambientale. Nelle costruzioni, tuttavia, è necessario prendere in considerazione la proprietà del legno di assorbire acqua, assorbimento che causa rigonfiamenti e ritiri. Oltre alla funzione di proteggere dall’umidità (dalla pioggia battente) e di neutralizzare gli effetti della temperatura (isolamento termico invernale ed estivo), della radiazione solare e del vento, i rivestimenti hanno lo scopo di caratterizzare la facies dell’edificio. Si hanno a seconda del taglio rivestimenti di piccolo formato (scandole, tavole, …), rivestimenti a pannelli di formati da medio a grande. Per quanto riguarda i materiali a base di legno, il problema principale è ottimizzare la consistenza e le qualità delle superfici. I legnami che possono essere utilizzati per le facciate sono: legname tondo da costruzioni, legno lamellare incollato (BSH), tavole profilate, scandole, materiali a base di legno legati, pannelli di legno lamellare, compensato con sfogliati a fibre parallele e SVL, pannelli di truciolare, pannelli di particelle pressati, pannelli in fibre di legno, pannelli in fibrocemento. 99 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Per quanto riguarda il fissaggi, questi hanno il compito di bloccare i componenti in facciata; è possibile distinguere tra sistemi di fissaggio a vista e occultati. I vari mezzi di fissaggio comprendono: chiodi, viti, clip e ganci (questi ultimi servono per fissaggi invisibili). La sottostruttura per i rivestimenti in legno collega in modo permanente il rivestimento alla struttura portante, per cui occorre pareggiare eventuali dislivelli. Talvolta la sottostruttura ha anche la funzione di fare da supporto all’isolamento termico. Nel caso di facciate non ventilate occorre prevedere un rivestimento per la controfaccia in legno, inoltre a causa del rischio di macerazione è consigliabile uno strato di ventilazione. Le aperture di immissione ed estrazione dell’aria devono essere provviste di griglie per evitare che il passaggio di animali vada a compromettere il materiale organico. La sottostruttura deve essere opportunamente dimensionata sotto l’aspetto statico. Il legno necessita di essere trattato affinché la superficie non si rovini sotto l’azione agenti esterni. Esistono a tal riguardo agenti chimici per la protezione da infestazioni di funghi, agenti biologici, cera, resine naturali, trattamenti come l’impregnazione, verniciatura trasparente, laccatura, verniciatura idrosolubile, oliatura. 100 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea legno 99 ACME, Casa di villeggiatura Hunsett Mill, Norfolk, Inghilterra, 2010. Riqualificazione, in Detail, n.5, Edizioni Detail, Monaco 2011, p.608-612. 100 Hartwing N. Schneider Architekten, House, Stuttgart, Germania, 2003. Timber Construction, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2006, pp.1105-1108. 101 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea ACME Architetti Casa di villeggiatura Hunsett Mill Norfolk, Inghilterra | 2010 102 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Hartwing N. Schneider Archtekten House Stuttgart, Germania | 2003 103 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 4.5 laterizio Il laterizio, elemento cotto di argilla, rappresenta il componente principale di tutti i materiali da costruzione ceramici, il primo impiego risale a circa 7000 anni fa. Nel corso degli ultimi decenni il numero delle pietre di produzione artificiale (di cui fanno parte anche quelle in argilla) si è moltiplicato, grazie alla messa a punto di una grande varietà di additivi che permettono di modificare in maniera significativa le proprietà della pietra artificiale (conducibilità termica, resistenza alla compressione, colorazione, …). La varietà dei prodotti è vasta, tuttavia è possibile distinguere in base ai sistemi di produzione tre gruppi principali di pietre: pietre essiccate (forma più antica di pietra artificiale, di cui fanno parte i mattoni di argilla cruda), pietre indurite (arenaria calcarea, cls, cls leggero), pietre cotte. Le caratteristiche specifiche dell’argilla (miscela di fanghi argillosi e sabbie quarzifere) la rendono attaccabile dall’umidità, per questo motivo in ogni parte del mondo sono riscontrabili soluzioni e trattamenti simili , aventi lo scopo di proteggere i manufatti di argilla dall’erosione. Da millenni dunque le pietre artificiali fanno parte dei materiali da costruzione di uso corrente. Le pareti esterne in muratura portante svolgono anche la funzione di rivestimento degli edifici, lo spettro di alternative e varianti esecutive è assai ampio per le diverse culture. Con l’utilizzo di elementi ceramici è possibile ottenere superfici verticali permeabili alla luce e all’aria che fungono da schermi visivi e frangisole. Nel caso del laterizio o clinker esiste alle volte il rischio di confondere il rivestimento con le murature, il che può condurre a fraintendimenti di natura costruttiva. Al contrario di altri rivestimenti di facciata, nell’involucro in muratura i singoli elementi (mattoni clinker) vengono connessi velocemente utilizzando la malta in modo da formare un sistema costruttivo più generale. Il sistema costruttivo di facciata deve soddisfare requisiti che dipendono dall’orientamento, dall’altezza, dal colore della facciata, trasmissione dei carichi, come in tutti i rivestimenti di facciata devono esser trasmessi i carichi dovuti al peso proprio, così come alla pressione e depressione del vento. In corrispondenza della aperture ancoraggi staticamente efficaci convogliano i carichi della relativa sezione di facciata attraverso l’architrave fino agli elementi costruttivi portanti. Mentre la stabilità necessaria nei confronti dell’azione del vento è assicurata dai tiranti che penetrano sino alla muratura retrostante. Per quanto riguarda i giunti, si distingue tra giunti di dilatazione orizzontale e verticale, l’ampiezza dei giunti varia tra 10 e 20 mm riempita solitamente da una sigillatura elastica a lunga durata. In direzione verticale, invece la dimensione dei giunti varia tra i 15 mm nei climi continentali e i 25 mm nei climi marittimi. I giunti di dilatazione nella pratica sono richiesti a ciascun piano o ogni due paini. La ventilazione della facciata avviene attraverso i giunti verticali disposti tra i singoli elementi. 104 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea All’estetica della facciata in mattoni, invece, contribuiscono molti elementi: il materiale (materia originaria, cottura, colorazione), la struttura (disposizione e mescolanza di pietre differenti), e infine, uno dei principali, il giunto. Legato al modulo primario dei blocchi, esso svolge una funzione tecnologica ma anche di rilievo nel determinare l’aspetto esteriore degli edifici. Le tonalità più in uso per le piastrelle di ceramica sono quelle naturali. In generale i colori dei materiali ceramici sono influenzati dalla temperatura di cottura, dalla percentuale di ossigeno dell’aria nel forno, tipo e percentuale di ferro, additivi. Con la produzione per trafilatura è la macchina a determinare la forma del manufatto. Traforature di piccolo formato delle pareti esterne di materiali ceramici servono per far penetrare aria e luce, a proteggere dal sole. I sistemi più recenti impiegano piastrelle di ceramica e riguardano unicamente il sistema di facciate ventilate. Esistono sistemi di piccoli, medi e di grandi formati: i primi hanno il vantaggio di potersi adattare con grande precisione alla geometria e alla struttura dell’edificio. La sottostruttura delle piastrelle in ceramica deve trasmettere direttamente alle strutture portanti il carico statico risultante dal peso proprio, pressione del vento e variazioni termiche di volume e massa. L’utilizzo di questo materiale nei sistemi di facciata, è oggi molto diffuso sia per le sue qualità estetiche sia per le sue caratteristiche di elevata inerzia termica. 105 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea laterizio 104 Florian Negler Architekten, Church Centre, Monaco, Germania, 2004. Wall construction, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2005, p.1124-1130. 105 Claus en Kaan Architect, Student Hall of Residence, Amsterdam, Paesi Bassi, 2002. Wall construction, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2005, p.1112-1115. Christian Schittich (a cura di), Cost-Effective Building. Economic concepts and constructions, ed. Detail, Monaco, 2007, pp.92-95. 106 Fink + Jocher Architekten, House and Commercial Development, Neu-Ulm, Germania, 2007. Wallings, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2009, p.1034-1039. 106 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Florian Nagler Architekten Church Centre in Munich Monaco, Gerania | 2004 107 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Claus en Kaan Architecten Student Hall of Residence Amsterdam, Paesi bassi | 2002 108 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea House and Cmmercial Development Fink + Jocher Architetti Neu-Ulm, Germania | 2007 109 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 4.6 vetro/vetromattone/uglass Per quanto riguarda invece i rivestimenti in vetro e in tutti i suoi derivati e composti, esso appartiene alla categoria di facciata trasparente. La parete trasparente determina la visibilità dell’ambiente esterno e viceversa determina l’edificio da un punto di vista formale realizzando un elevata omogeneità (integrazione di parete e infissi, uniformità della superficie), conferendo qualità di trasparenza al volume e superando la tradizionale separazione tra copertura e parete. L’adozione di questo modello richiede particolare attenzione ai materiali e ai componenti impiegati, le cui caratteristiche influiscono sul rapporto tra edificio e il suo intorno. L’involucro trasparente costituisce uno strumento di captazione del calore e un elemento potenzialmente dispersivo del quale occorre tener conto dal punto di vista energetico. Il contenimento delle dispersioni termiche può essere ottenuto attraverso la stratificazione delle parti trasparenti e opache che possono essere dotate dello strato di isolamento termico. Sia nel caso di superfici inclinate sia verticali, dovrà essere adottata la schermatura dalla radiazione solare. Il modello si adatta bene agli edifici con struttura in acciaio e in c.a. prevede due starti funzionali: lo strat di protezione e lo strato resistente. La natura dei materiali e dei componenti impiegati rende il modello applicabile principalmente a pareti portanti, vi sono però particolari tipi di strutture ausiliarie che consentono la realizzazione di grandi superfici autoportanti. La facciata trasparente può generare facciata a cortina, inserite o seminserite. Le pareti trasparenti richiedono una pulizia frequente, per cui è consigliabile applicare dispositivi per la manutenzione. La progettazione dovrà tener conto del particolare apporto luminoso in relazione alla possibilità di illuminare contemporaneamente spazi interrati e fuori terra, spazi pubblici e particolari zone degli edifici dove l’apertura e la chiusura dell’edifico vengono utilizzate sia come elemento di significazione che come elemento funzionale. Tra le tipologie di vetro utilizzate in facciata vi è: il cristallo float vetro chiaro di alta qualità con superfici piane e parallele, il vetro in lastre, vetro antico prodotto con la tecnica della soffiatura a bocca, vetro grezzo o vetro ornamentale che si ottiene con la stiratura continua, vetro armato prodotto come il vetro grezzo presenta un’armatura metallica, vetro profilato (u-glass) prodotto tramite un processo di stiratura presenta un’elevata resistenza ai carichi permettendo di realizzare facciate senza traversi, vetro mattoni cavi ottenuto attraverso al fusione di due gusci ancora caldi, questo vetro presenta un elevata proprietà di isolamento termico ed evita la formazione di condensa, e infine il vetrocemento, questo è un vetromattone massiccio che viene fabbricato con procedimento di pressatura, a differenza del vetromattone , è in grado di resistere anche a sollecitazioni statiche. Tuttavia le possibilità d’impiego del vetrocemento sono limitate a causa del basso potere isolante. Per quanto riguarda il trattamento superficiale del vetro, vi sono: l’opacizzazione (per ridurre la trasparenza delle lastre), la tempra chimica, rivestimenti non portanti (vengono applicati durante la produzione del vetro, tra cui si ricordano gli ossidi metallici che producono una riduzione delle trasmissioni di calore), i rivestimenti applicati che comprendono i processi di smaltatura, serigrafia e pittura. Esistono una particolare categoria di vetri, denominati vetri stratificati. Questi consistono in due o più lastre di vetro che vengono incollate tra loro per mezzo di una pellicola elastoplastica o di resine. Il vetro stratificato può essere realizzato in formato piano o curvo. Interessante tipologia, nel panorama odierno, sono i vetri isolanti formati da due o più lastre con una camera d’aria larga da 8 a 24 mm, sigillata ermeticamente. Da un punto di vista costruttivo le facciate vetrate sono composte dai seguenti elementi funzionali: vetrazione (es: lastra di vetro), sottostruttura (es: montanti, traversi, telaio), fissaggio e giunto. 110 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea vetro /vetromattone/Uglass 109 Alejandro Aravena, University Hall of Residence, Austin, Texas, Stati Uniti, 2008. Wallings, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2009, p.1040-1045. 110 Kada + Wittfeld Architects, Residence for senior, Neumarkt am Wallersee, Austria, 2001. Christian Schittich (a cura di), Housing for people of all ages. Flexible, unrestricted, senior-frendly, ed. Detail, Monaco, 2007, pp.100-103. 111 Adjaye Associates, Museum, Denver, Stati Uniti, 2007. Facades, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2008, pp.1119-1123. 112 bob 361 Architects, Extension to Semi-Datached House, Heverlee, Belgio, 2006. Translucent Materials, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2007, pp.1136-1139. 113 Steven Holl, Museo in Kansas City, Stati Uniti, 2006. Translucent Materials, in Detail, n.10, Edizioni Detail, Monaco 2007, pp.1114-1120. 111 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Alejandro Aravena University Hall of Residence Austin, Texas, Stati Uniti | 2008 112 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Kada + Wittfeld Architects Residence for Senior Neumarkt am Wallersee , Austria | 2001 113 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Adjaye Associates Museum Denver, Stati Uniti | 2007 114 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea bob 361 Architects Extension to Semi-Datached House Heverlee, Belgio | 2006 115 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Steven Holl Museo in Kansas City Stati Uniti t| 2006 116 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 4.7 gabbioni in pietra Nella progettazione spesso si trovano soluzioni ibride di rivestimento, rivestimenti che appaiono come muri portanti o come recinzioni. È il caso dei gabbioni di pietra; questa soluzione, prima applicata per la bordura e il contenimento di terreni, è stata recentemente trasposta in edilizia e applicata per l’appunto all’edificio. Si tratta di vere gabbie di metallo riempite con pietrame di diversa pezzatura. Il riempimento viene effettuato con un impianto industriale che permette una notevole rapidità di produzione. La gabbia è disposta su di un banco vibrante che garantisce un ottimo grado di compattazione. Tali nuovi prodotti, sono altamente modulari, più rigidi e di più facile movimentazione rispetto a quelli tradizionali e si prestano alla realizzazione di muri autoportanti alti fino a 7 metri. I tipi di riempimento lapideo sono numerosissimi e consentono di pervenire a molteplici tessiture di stratificazione e di colore; la facies di un muro in gabbioni è quella di una parete con dispositivo irregolare a secco, percepita attraverso la filigrana metallica e segnata dalle sottili discontinuità tra i moduli appoggiati l’uno sull’altro e l’uno accanto all’altro. Il nuovo concetto di muralità veicolato dai gabbioni, nella sua plasticità, nelle sue superfici irregolari, espressive e vibranti di vuoti e di pieni, di arretramenti e avanzamenti, di chiaroscuri, è riguardabile come una trasfigurazione della redazione architettonica rustica; la rete, diaframma permeabile alla vista ed eventualmente al tatto, imprigiona le pietre semplicemente spaccate o grossolanamente sbozzate, sostenendole, conferendo loro una volumetria ed impedendo ad esse di franare per disporsi nella forma spontanea del cumulo; ma tutto ciò senza intaccare minimamente con la sua presenza l’informalità naturalistica della compagine litica. Accanto a tali aspetti formali, certo suscettibili di valorizzazione nella cultura costruttiva attuale, l’applicazione dei gabbioni presenta una serie di caratteri tecnico-prestazionali in linea con alcune fondamentali istanze dell’architettura contemporanea: la fabbricazione e la posa di tali elementi sono a bassissimo impatto energetico e sono ecocompatibili; essi hanno una elevata capacità di integrazione espressiva con il paesaggio naturale e, grazie alla loro originale capacità di combinare funzioni di drenaggio con proprietà di modesta ritenzione idrica, possono costituire luogo di sviluppo di una biocenosi vegetale spontanea o indotta; i gabbioni sono permeabili all’aria e, al contempo, hanno in genere elevata inerzia termica; sono, economici, facili da trasportare, durevoli; non richiedono manutenzione, sono modulari, smontabili e possono essere riutilizzati; inoltre, già dalla prima fabbricazione, possono impiegare materiale di riciclo come riempimento. 117 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea gabbioni in pietra 116 BCHO, Centro informatico e ricettivo, Donyang, Cina, 2008. Architettura + riciclaggio, in Detail, n.6, Edizioni Detail, Monaco 2012, pp.1327-1331. 118 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea BCHO Architects Centro informativo e ricettivo Donyang, Cina | 2008 119 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 5. sistemi di collegamento Le strutture di collegamento sono molto più di mere connessione tra diversi livelli. Quali elementi architettonici verticali, possono creare sorprendenti scenari spaziali, creare nuove relazioni visive e percettive in ambienti altrimenti separati. Attraverso una rottura del ‘pieno’ (solaio) creano un vuoto con funzione di connessione. Le strutture di collegamento verticale sono elementi costituiti da strutture a piano inclinato e gradonato che permettono di raggiungere piani posti su quote differenti. Esse possono essere distinte in: - Rampe (fino a circa l’8% di pendenza) - Rampe gradonate (fino a 20°di pendenza) - Scale (definite in rapporto alla funzione: scale esterne, per edifici, di ecc.) servizio La concezione spaziale e strutturale dell’elemento di collegamento verticale va riferita sia alle caratteristiche del tipo di connessione che alla funzione che deve assolvere nonché alla collocazione spaziale all’interno dell’edificio che il dislivello che esso deve superare. Forma posizione e orientamento sono elementi condizionanti gli aspetti legati all’affaccio e alla ventilazione. Ad esempio una scala collocata lungo una facciata principale, oltre che caratterizzarne il prospetto, potrebbe implicarne scarsa ventilazione, eccessivo soleggiamento/ombreggiamento degli spazi interni e favorire o meno l’introspezione. Per una corretta impostazione del problema progettuale, oltre che la posizione planimetrica, è necessario definire anche la direzione di percorrenza di scale e rampe che definisce e orienta i flussi di percorrenza dell’edificio stesso. Recenti concezioni architettoniche hanno individuato nella flessibilità e nell’indifferenza distributiva di grandi spazi un elemento fondamentale per la definizione di edifici polifunzionali. Tale concezione implica dunque la necessità di collocamento degli elementi di connessione verticale esternamente o in punti specifici risultando così strutturalmente autonomi e morfologicamente caratterizzati rispetto al resto dell’edificio. 120 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea 5.1 scale Gli elementi costituenti le scale sono: -Gradino: a sua volta distinto in pedata (parte orizzontale destinata all’appoggio del piede) e alzata (parte verticale che rappresenta il dislivello fra ciascuna pedata) - Rampante: parte strutturale di sostegno dei gradini - Rampa: piano di calpestio inclinato e costituito da un insieme di gradini compresi tra due livelli differenti, la sua inclinazione è indicata in gradi o in percentuale. - Ripiano: definito anche piano di sosta o pianerottolo che rappresenta il piano orizzontale strutturale intermedio tra due rampe successive. - Pianerottolo: parte strutturale di arrivo ad una quota differente - Vano scala: “gabbia” entro cui si sviluppa la scala - Anima della scala o “tromba”: eventuale vuoto compreso tra le rampe Le scale sono classificabili in funzione delle caratteristiche geometriche che distinguono scale e rampe rettilinee e curvilinee. Tipologie strutturali Struttura a gabbia intelaiata Struttura caratterizzata da pilastri disposti in corrispondenza dei vertci del vano scala ed eventualmente in posizione intermedia. Tale tipologia strutturale permette di realizzare strutture indipendenti dall’edificio servito realizzando giunti tecnici o sismici. In alternativa la scala può essere parte integrante del telaio dell’edificio. Le rampe possono essere realizzate con travi “a ginocchio” (doppia o singola) o con soletta appoggiata su travi rampanti (collegate alle travi di pianerottolo o sostenuta da travi d estremità). Struttura con nucleo portante perimetrale Strutture di grande rigidezza data dalla presenza di un nucleo in c.a. tale struttura è impiegata per lo più come controvento negli edifici a pareti portanti o a telaio. Essendo il nucleo resistente al fuoco è preferibile ad altre soluzioni per realizzare scale a prova di fumo. Per la realizzazione dei gradini, in questa soluzione strutturale, è possibile realizzare solette o gradini a sbalzo dalla muratura del nucleo. Data la presenza del vuoto centrale e la necessità di luce naturale, viene spesso inserito un elemento trasparente nella sommità del nucleo che garantisce illuminazione naturale zenitale (soluzione spesso impiegata come strategia bioclimatica per la creazione di camini solari e di areazione naturale). Strutture con setto o nucleo portante centrale L’elemento portante centrale permette la realizzazione di una “scala aperta” tuttavia non impiegabile come elemento portante della struttura servita. Questa soluzione strutturale permette la realizzazione di rampe e gradini a sbalzo. Strutture con pilastri centrali In genere, tale soluzione prevede scale a doppia rampa, sostenute da due o più pilastri collocati entro il pozzo della scala. Travi e solette rampanti e sospese Elementi strutturali orizzontali possono sostenere rape e solette le quali possono eventualmente essere sospese mediante tiranti di bordo del solaio in corrispondenza del vuoto della scala. 121 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea scale 120 White Arkitekten, Harbour Baths, Hasle, Danimarca, 2013. Stairs, Ramps, Lifts, in Detail, n.4, Edizioni Detail, Monaco 2014, p.298-301. 121 Mecanoo, Library, Birmingham, Inghilterra, 2013. Stairs, Ramps, Lifts, in Detail, n.4, Edizioni Detail, Monaco 2014, p.320-324. 122 Atelier Ebner and friends, Company Headquarters, Saint Paul, Minnesota, Stati Uniti, 2013. Stairs, Ramps, Lifts, in Detail, n.4, Edizioni Detail, Monaco 2014, p.326-330. 123 AllesWirdGut Architektur, Festival Arena in the Roman Quarry, St. Margarethen, Austria, 2008. Stairs, Ramps, in Detail, n.6, Edizioni Detail, Monaco 2009, p.584-591. 122 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea White Arkitekter Harbour Baths Hasle, Danimarca | 2013 123 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Mecanoo Library Birmingham, Inghilterra | 2013 124 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea Atelier Ebner and friends Company Headquarters Saint Paul, Minnesota, Stati Uniti | 2013 125 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea AllesWirdGut Architektur Festival Arena in the Roman Quarry St. Margarethen, Austria | 2008 126 Architettura e Costruzione. Rassegna di elementi e sistemi costruttivi dell’architettura contemporanea