28 dicembre - 1 gennaio: umbria jazz winter ventunesima edizione

Il Comune di Orvieto e la Fondazione di Partecipazione Umbria Jazz
presentano
Manifesto ufficiale di Umbria Jazz Winter #23
Chioccia Tsarkova
Testi e materiali per la comunicazione:
Cristiano Romano
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Ufficio Stampa Umbria Jazz Winter #23
c/o “Palazzo del Popolo” - Piazza del Popolo
05018 Orvieto
attivo dal 30 dicembre 2015
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fax +39 0763 344611
Il Comune di Orvieto e la Fondazione di Partecipazione Umbria Jazz
presentano
30 DICEMBRE - 3 GENNAIO: UMBRIA JAZZ WINTER VENTITREESIMA EDIZIONE.
ORVIETO SI SCALDA IN INVERNO CON LA GRANDE MUSICA DI UJW.
Dal 30 dicembre al 3 gennaio cento musicisti, per oltre cento eventi, si
alterneranno negli splendidi spazi dell'antica città etrusca: in suggestive
location quali il Teatro Mancinelli, il Duomo, il Palazzo del Capitano del
Popolo, il Palazzo dei Sette, il Museo Emilio Greco; fino a coinvolgere ‘Il
Malandrino’, locale dove si suonerà fino a tarda notte e infine piazze,
vicoli e strade.
La formula del Festival invernale risale già alla prima edizione e si è
sostanzialmente confermata con progressivi aggiustamenti nel corso delle
ventidue edizioni passate. Orvieto in questi cinque giorni propone musica
a ogni ora del giorno fino a tarda notte, e il centro storico si anima di un
pubblico festoso e appassionato. Del resto è il connubio virtuoso tra
cultura e turismo che caratterizza Umbria Jazz e ne fa un esempio unico
nel pur affollato scenario delle grandi manifestazioni italiane.
Il programma prevede i consueti cenoni di fine anno in musica per
salutare a suon di jazz e soul la fine del 2015 e l’arrivo del 2016, e la
tradizionale Messa della Pace in Duomo il pomeriggio di Capodanno, resa
ancora più solenne dalle voci gospel.
Quest’anno, in occasione delle celebrazioni per il centenario dalla
nascita del cantante Frank Sinatra, il Festival ospiterà Kurt Elling che
omaggerà ‘The Voice’ con due concerti tributo dal titolo “Elling Swings
Sinatra”. Un progetto ambizioso e impegnativo, una rilettura personale ed
emotiva che riesce nel suo scopo grazie alla capacità improvvisativa di
Elling che JazzTimes ha indicato come il più influente cantante jazz dei
nostri tempi. Con lui on stage una big band di diciassette elementi con
alcuni tra i più interessanti giovani jazzmen italiani che andrà ad
affiancare il suo quartetto, con il quale presenterà inoltre l’ultimo lavoro
dal titolo Passion World.
Voce ancora protagonista con Jarrod Lawson, astro nascente del
panorama soul-jazz. Il suo primo lavoro omonimo è stato salutato dalla
critica come uno degli album d’esordio più interessanti della musica soul
degli ultimi dieci anni. Notevole inoltre il fatto che tutti i brani siano stati
scritti, arrangiati e prodotti dallo stesso Lawson.
Repentino cambio di musica e genere, a dimostrazione della varietà del
cartellone, con la batteria di Lewis Nash che incontra il sax alto di Steve
Wilson. Sono molti i punti in comune tra i due artisti: un modo di suonare
moderno che al contempo rimanda ai grandi classici della storia del jazz,
inventando un marchio musicale elegante e ben definito. Per queste
caratteristiche sono oggi tra i musicisti più ricercati della scena jazz
contemporanea: improvvisazione e creatività ai massimi livelli per un
perfetto ingranaggio musicale.
Sempre musica strumentale, cambiando completamente coordinate
musicali, con Romero Lubambo, che in solo con la sua chitarra propone
l’essenza della musica brasiliana.
Di livello, e con proposte musicali molto creative e particolari, la pattuglia
dei musicisti italiani presenti a Orvieto. Ad iniziare da un Paolo Fresu
particolarmente poetico e intimista con Vinodentro, ispirato all’omonimo
romanzo di Fabio Marcotto che mette insieme il mito del Faust e la
passione per il vino. Musiche eseguite con il bandoneonista Daniele Di
Bonaventura e l'Orchestra da Camera di Perugia in collaborazione con la
Sagra Musicale Umbra, che nasce dalla pluriennale esperienza di giovani
musicisti umbri nella diffusione della cultura musicale. Per Fresu e Di
Bonaventura anche l’impegno in trio con il contrabbassista Marco
Bardoscia.
Dal celebre doppio album live registrato nel 1965 al Golden Circle di
Stoccolma da Ornette Coleman, recentemente scomparso, prendono
spunto quattro grandi jazzisti Italiani: Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso, Enzo
Pietropaoli e Marcello Di Leonardo. Un ‘cerchio d’oro’ immaginario, dove
racchiudono le loro esperienze, abbandonano per una volta i panni di
leader e mettono al servizio di una band vera e propria tutta la loro
grandezza di interpreti e compositori. Per Rosario Giuliani anche
l’impegno come special guest nel quintet di Kurt Elling.
A un altro grande, Duke Ellington, è dedicato l’ultimo lavoro di Fabrizio
Bosso. Una lettura di Ellington colma di classe, eleganza e swing, cucita su
misura per il trombettista torinese, timbricamente ricchissima, come gli
originali del Duca, ma rilette con la coerenza dei musicisti di oggi da un
ensemble di assoluto livello diretto da Paolo Silvestri.
Danilo Rea infine ci sorprende ancora una volta, dimostrando il suo
eclettismo che ne fa uno dei pianisti di punta del jazz, non solo italiano.
Una rilettura in piano solo dei due gruppi più importanti e seminali della
storia della musica rock: i Beatles e i Rolling Stones.
Dopo essere stati per molti anni al fianco del cantante Mario Biondi con il
nome di Italian Jazz Players e aver inciso per le maggiori etichette
discografiche jazz, frequentando i festival di tutto il mondo, i Dirty 6
ripartono con un sound completamente rinnovato, sotto la sapiente regia
del pianista Claudio Filippini, con un progetto in prima assoluta e pensato
in esclusiva per il prestigioso palco di Umbria Jazz Winter. Saranno
accompagnati dalla voce di Walter Ricci, tra i semi finalisti del prestigioso
concorso vocale indetto dal Thelonious Monk Institute che si terrà il
prossimo novembre a Los Angeles.
La città della Rupe sarà festosamente invasa dalla musica.
Come di consueto due le esibizioni quotidiane della marching band per
le vie del centro storico: i popolari Funk Off, interpretano a modo loro la
formula della street band con grande senso dello spettacolo e una
originale evoluzione artistica che rivitalizza un genere vecchio di un
secolo. Da non perdere il loro show on stage la notte di Capodanno.
Esordio in trio per il leader dei Funk Off, Dario Cecchini, che con il Triozone
si pone alla ricerca di una maggiore libertà sia armonica che dello
sviluppo del brano, alla continua ricerca di nuove contaminazioni
stilistiche.
Il gospel, presente per tradizione a Umbria Jazz Winter, quest’anno sarà
rappresentato dalle Light of Love Gospel Singers, espressione di pura
spiritualità, ma anche delle autentiche radici del jazz e più in generale
della cultura popolare delle comunità Nere.
Il quartetto di Larry Franco renderà omaggio alle più grandi voci del jazz
e dello swing di tutti i tempi, ricordando nello specifico la musica dei
crooner italiani e americani degli anni ’40 e ’50.
Viaggi nel tempo anche per Allan Harris, quintessenza del crooner, che
con il suo quintetto propone uno spettacolo da non perdere dedicato
alla musica melodica degli anni '50 e per i Tuba Skinny, gruppo musicale
americano di dixieland jazz e old blues music anni ‘20 e ’30. Sempre a
quegli anni ma in chiave gipsy, fanno riferimento gli Accordi Disaccordi,
apprezzati lo scorso luglio a Perugia. Un caleidoscopio musicale quello
degli Sugarpie & the Candymen, che vede affiancati i Led Zeppelin a
Django Reinhardt, i Beatles a Bessie Smith, Van Halen a Benny Goodman,
i Guns N’ Roses a Ray Charles, i Queen a Peggy Lee.
Esordi infine a UJ per Dirotta su Cuba, che festeggiano con un tour i
vent’anni dall’uscita dell’album che nel 1995 li rese famosi al grande
pubblico, e Camera Soul, che si muovono all’interno di sonorità bossa-jazz
e soul-funk.
I migliori studenti, selezionati questa estate durante la trentesima edizione
dei seminari estivi della Berklee Summer School at Umbria Jazz Clinics, si
esibiranno il primo giorno del Festival. Prima di loro il Sam Mortellaro Trio,
vincitore del concorso per giovani talenti tenutosi durante l’edizione 2015
di Umbria Jazz nello scorso luglio.
Per finire due curiosità: i Beatbox e Vince. I Beatbox, molto più che un
semplice tributo ai Beatles, la performance dei quattro italiani si propone
di far rivivere l’energia e il fascino del mitico quartetto di Liverpool. E per
ottenere il risultato desiderato nulla è stato lasciato al caso: dalla
strumentazione, identica a quella usata dai Beatles nei loro storici concerti,
ai vestiti, confezionati su misura dalla stessa sartoria che li creò per la
tournée americana dei ‘Fab Four’. Vince, voce e chitarra: si tratta di un
musicista busker che si esibiva in Corso Vannucci a Perugia durante il
Festival di luglio, così bravo e particolare da non passare inosservato e
trovare immediatamente un ingaggio per Orvieto, quando la musica è
veramente grande ed è la passione della propria vita, basta solo
aspettare la buona stella!