Elliott Erwitt, Madre e figlia, New York, 1953. (dal Sito ‘Monastero di Bose’) Elliott Erwitt "Queste fotografie sono state scattate nel 1953 e come potete vedere ce n'è solo una che vada la pena stampare [quella proposta in questo commento n.d.r.]. Sono tutte istantanee. E' un ritratto di famiglia: la mia prima figlia, la mia prima moglie, il mio primo gatto". Con la sua solita ironia Erwitt commenta questa immagine di giovane padre e fotografo esponendo tutto come "primo". Cosa rende l'occhio di Erwitt in questa fotografia particolarmente attento? La composizione strutturata in maniera semplice e allo stesso tempo precisa e puntuale. Nel rullino di Erwitt prima e dopo questa foto ci sono alcuni scatti in cui la foto si sta formando, ma solo in questa i protagonisti sono nella posizione giusta per raccontare la storia e la gioia di una nascita. I personaggi attorno al letto sono tutti ad incorniciare la bambina. Questo lo si può vedere dalle linee della composizione perfettamente parallele e dalla cornice formata dal corpo della madre, quello del catto e il cuscino sullo sfondo. In questo scatto una protagonista essenziale dello scatto oltre la bambina dove convergono gli sguardi è anche la luce. Questa si staglia sul corpo della bimba e sul volto della madre sottolineando il legame indissolubile tra le due. Allo stesso tempo la sagoma in controluce del gatto inserisce un elemento che colpisce il nostro occhio con le sue orecchie. La luce radente mette in evidenza ache le screpolature del muro della casa di un giovane fotografo ancora squattrinato inconsapevole della fama che acquisterà con la sua professione. Composizione La luce sul corpo della bimba e sul volto della madre richiama al nostro occhio il parallelo con i quadri della natività di Gherardo delle notti nei quali è il corpo dell'infante Gesù la fonte di luce che illumina la scena. L'essenzialità della scena racchiude in se l'universalità di uno sguardo: quello tra madre e figlio. Nel volto della madre possiamo vedere il volto di ogni madre in tutte le latitudini del mondo. In quello sguardo c'è uno dei sentimenti più alti che due esseri umani possono condividere. C'è la tenerezza, la speranza per il futuro, l'attesa per un sorriso, uno sguardo che segni l'inizio di una relazione fatta ancora solo di fisicità in attesa che diventi fatto anche di piccole parole. Oggi festeggiamo ogni nascita, ogni soffio di novità che speriamo uno sguardo come quello immortalato in questa foto possa incrociare. Ogni nascita, ogni rinascita che avviene in noi è natale: facciamo dono di questo sguardo di speranza a tutti coloro che incroceremo. fratel Elia