3/6/2017 Bibliografia Psicologia della Personalità. Le teorie. 8 cfu A.A. 2016/17 prof.ssa Lisa Di Blas [email protected]  S.M. Andersen & J.S. Thorpe (2009). An IF-THEN theory of personality: Significant others and the relational self. Journal of Research in Personality, 43, 163-170  A. Bandura (1993). Perceived self-efficacy in cognitive development and functioning. Educational psychologist, 28, 117-148.  A. Caspi, B.W. Roberts , & R. L. Shiner (2001). Personality development: Stability and change. Annual Review of Psychology, 56, 453-484.  D. Cervone (2005) Personality architecture: Within person structure and processes. Annual Review of Psychology, 56, 423-452.  L. Di Blas (2002). Che cos’è la personalità. Roma:Carocci Editore.  S.E. Hampson (2012). Personality processes: Mechanisms by which personality traits “get outside the skin”. Annuul Review of Psychology, 63, 315–339  M.L. Leary (2007). Motivational and emotional aspects of the self. Annual Review of Psychology, 58, 317344.  E. Turkheimer, E. Pettersson, E.E. Horn (2014). A phenotypic null hypothesis for the genetics of personality. Annual Review of Psychology, 65, 515-540.  Tuckett, J.L. (2006).Evaluating models of personality-psychopathology relationship in children and adolescents.Clinical Psychology Review, 26, 584-599  Slide messe a disposizione su Moodle Bibliografia Che cos’è la personalità? Materiale integrativo, disponibile per le relazioni da tenere in classe e condividere con i colleghi via Moodle  C.M. Brown & A.R. McConnell (2009). Effort or escape: Self-concept structure determines selfregulatory behavior. Self and Identity, 8, 365-377.  H. Orom & D. Cervone (2009). Personality dynamics, meaning, and idiosyncrasy: Identifying crosssituational coherence by assessing personality architecture. Journal of Research in Personality, 43, 228-240.  Reznik & S.M. Andersen (2007). Agitation and despair in relation to parents: Activating emotional suffering in transference. European Journal of Personality, 21, 281-301.  Stevens, E.N., Lovejoy, M.C., Pittman, L.D. (2014). Understanding the relationship between actual:ideal discrepancies and depressive symptoms: A developmental examination. Journal of Adolescence, 37, 612-621 TUTTI GLI ARTICOLI SONO SCARICABILI ATTRAVERSO IL SERVIZIO periodici elettronici DELL’ATENEO DI TRIESTE Personalità come costrutto teorico  che si lega a una visione della natura umana, ad es.  meccanicista  contestualista  e privilegia lo studio di determinati fenomeni  comportamenti osservabili  rappresentazioni personali e vissuto interiore  aspetti psicofisici  processi mentali, consapevoli e non  il cui studio integrato è complesso ma rappresenta il fine ultimo 1 3/6/2017 Che cos’è la personalità? Elementi dominanti nello studio della personalità  tendenze di base o tratti o disposizioni  condizioni ambientali  rappresentazioni di sé, degli altri, del mondo  caratteristiche adattive: competenze acquisite, atteggiamenti, valori, obiettivi, stili interpersonali e ruoli sociali  biografia, narrato e storia di sé  concetto di coerenza (consistency) Che cos’è la personalità? Questioni dominanti e trasversali alle teorie della personalità  ruolo della genetica  ruolo dell’ambiente  aspetti stabili o strutture e aspetti dinamici o processi  intra-personali  inter-personali  ruolo del tempo  stabilità e cambiamento  passato, presente e futuro  leggi generali e leggi idiografiche Teorie dei tratti o disposizionali Le teorie dei tratti o delle disposizioni Modelli tassonomici o di classificazione dei tratti disposizionali Il costrutto di personalità si articola intorno a queste idee principali:  la personalità è definita come un insieme di tratti o disposizioni  i tratti si manifestano direttamente attraverso i nostri comportamenti, cognizioni, emozioni  hanno una base biologica  sono relativamente coerenti e stabili attraverso  i contesti  il tempo  si privilegiano gli aspetti stabili o strutturali della personalità  si privilegiano leggi generali per descrivere e spiegare la personalità 2 3/6/2017 Teorie dei tratti: le costanti comportamentali Teorie dei tratti e teorie disposizionali Lo studio delle disposizioni viene affrontato sul piano Tratti come predisposizioni a manifestare alcuni comportamenti, (cognizioni ed emozioni) in modo più regolare di altri: il comportamento dipende dai tratti  descrittivo  sviluppo  temperamento e personalità  continuità nel tempo TRATTO (elemento latente)  esplicativo  genetica COMPORTAMENTO biologia  ambiente  effetti additivi e interazione tra genetica e ambiente TRATTO COGNIZIONE/AFFETTI Teorie dei tratti: la classificazione delle costanti comportamentali Tratti come categorie sovraordinate di un sistema che organizza comportamenti (cognizioni, affetti) osservabili: le tassonomie  Obiettivo  classificazione sistematica delle differenze individuali  indagando come in generale ci si comporta, si sente, … al di là del contesto e del tempo  Metodi COMPORTAMENTO Teorie dei tratti: la classificazione delle costanti comportamentali Tratti come costrutti psicologici e categorie sovraordinate di un sistema che organizza comportamenti (cognizioni, affetti) osservabili: le tassonomie Estroversione ottimismo energia Benevolenza altruismo ubbidienza Coscienziosità ordine perseveran za Stabilità Emotiva ansia sicurezza Immaginazione creatività curiosità  osservazione, questionari, produzione libera, …  self- report, peer report, TR, …  Tecniche di analisi  validazione psicometrica  riduzione dei dati via ACP e AFC (validazione interna)  correlati esterni e sperimentali (validazione esterna) 3 3/6/2017 Teorie dei tratti: la classificazione delle costanti comportamentali Teorie dei tratti: costanti comportamentali Attraverso le tecniche di riduzione dei dati si organizzano comportamenti, emozioni, cognizioni in categorie più generali che svelano così le differenze individuali più rilevanti mediante un approccio BETWEEN PEOPLE ACP: relazione di indicazione AFC: relazione di dipendenza L L X Ancora un esempio: Tassonomia e validazione dei Problemi esternalizzanti e Problemi internalizzanti secondo il modello ASEBA (fonte D’Orlando et al, 2010) Teorie dei tratti: le costanti comportamentali … al contempo pertanto il comportamento rivela i tratti TRATTO (elemento latente) COMPORTAMENTO biologia TRATTO COGNIZIONE/AFFETTI COMPORTAMENTO Y Teorie “deboli” o descrittive dei dati, la componente classifica e riassume, senza obiettivi esplicativi X Y Teorie “forti” dei tratti che assumono una disposizione latente, che descrive e spiega i correlati (coerenze) comportamentali Teorie dei tratti: categorie temperamentali e della personalità TEMPERAMENTO “… quei fenomeni che caratterizzano la natura emozionale di un individuo e che includono la sua suscettibilità alla stimolazione sensoriale, la qualità del suo stato umorale prevalente, nonché le fluttuazioni e l’intensità del suo stato umorale; questi fenomeni vengono considerati come dipendenti da elementi costituzionali e dunque in origine ampiamente ereditari” (Allport, 1937) PERSONALITÀ Si riferisce in modo più inclusivo alle tendenze relativamente stabili e coerenti che le persone hanno di comportarsi, pensare e sentire Distinguiamo, per entrambe i costrutti, tra modelli  bottom up: puramente esplorativi e descrittivi  top down: biologici che utilizzano espliciti criteri di definizione e selezioni delle disposizioni di base 4 3/6/2017 Teorie dei tratti: categorie temperamentali Teorie dei tratti: categorie temperamentali Elementi di accordo  Basi biologiche  Stabilità temporale: Il substrato temperamentale rimane costante, si    Legame diretto temperamento-comportamento solo nella prima  modificano le sue espressioni comportamentali infanzia oppure in condizioni ambientali nuove  Forte componente affettiva Elementi di disaccordo  Quali e quante dimensioni  Peso dell’ereditarietà  Centralità dell’emozionalità Teorie dei tratti: categorie temperamentali e della personalità nell’infanzia Big Five: Hierachical Personality Inventory for Children (bottom up) approccio bottom-up, descrittivo, non assume basi biologiche:  Estroversione (Ottimismo, Espressività, Timidezza, Energia)  Benevolenza (Egocentrismo, Altruismo, Ubbidienza, Dominanza, Irritabilità)  Coscienziosità (Ordine, Concentrazione, Perseveranza, Motivazione alla riuscita)  Stabilità emotiva (Ansia, Sicurezza)  Immaginazione (Creatività, Intelletto, Curiosità) Thomas e Chess (bottom up) Progetto NYLS base biologica, non necessariamente genetica il come o stile del comportamento in 9 categorie 1. ritmicità delle funzioni biologiche 2. livello di attività 3. approccio / evitamento 4. qualità predominante umore 5. soglia sensorio-percettiva 6. adattabilità 7. intensità reazioni (emotive) 8. distraibilità 9. perseveranza 9 categorie ridotte poi a 4-7, tra cui:  Inibizione sociale  Emozionalità negativa  Adattabilità  Attività  Perseveranza Teorie dei tratti: categorie temperamentali Rothbart (top down) Le differenze comportamentali dipendono da differenze di natura biologica, a base genetica ed ereditaria, riconducibili a  Reattività intesa proprio come risposta biologica di attivazione ed eccitabilità che coinvolge il sistema endocrino, neurovegetativo e nervoso centrale  Auto-regolazione intesa come funzione di regolazione mediante approccio, ritiro, inibizione, attacco e attenzione Le differenze biologiche generano differenze legate a 3 macro-sistemi, ciascuno dei quali rappresenta differenze costituzionali nei livelli di reattività (affettiva e comportamentale) e di modulazione della reattività: Reattività negativa, reattività positiva, sistema attentivo 5 3/6/2017 Teorie dei tratti: categorie temperamentali Teorie dei tratti: categorie temperamentali Rothbart:  Reattività negativa o Sistema dell’ansia (BIS), la cui attivazione genera stati affettivi negativi, inibizione del comportamento, sensibilità alle minacce  Reattività positiva o Sistema d’approccio (BAS), la cui attivazione genera affetto positivo, approccio all’ambiente e alle novità, sensibilità alle ricompense  Sistema attentivo o effortful control (volontarietà del controllo) che coinvolge controllo inibitorio (sopprimere risposte inappropriate), direzione e mantenimento dell’attenzione, sensibilità a stimoli a bassa intensità Buss e Plomin (top down)    base biologica, si all’ereditarietà metodo dei gemelli modello EASI: Emozionalità (negativa), Attività, Socievolezza, Impulsività Teorie dei tratti: le categorie della personalità Molti modelli, tra questi BF (bottom up) e PEN (top-down) Big Five psicolessicali e il modello a 5 fattori (FFM)  ipotesi di sedimentazione  primi studi anni ’40 ma fiorisce anni ‘80/’90  liste di aggettivi classificati in macro-categorie  denominate poi Big Five (BF)  e in parallelo si afferma il Five Factor Model (FFM—che diventa anche modello esplicativo secondo Costa e McCrae)  BF e FFM sono ancora modelli dominanti  correlati esterni  continuità attraverso il tempo (cfr tassonomie temperamentali)  basi biologiche  seppure complessa la questione della loro tenuta trans-culturale Per un sistema tassonomico unitario nell’infanzia (R. Shiner) Estroversione e Affettività positiva  Inibizione sociale (verso il nuovo)  Timidezza (verso il conosciuto)  Socievolezza  Dominanza  Energia-Livelli di attività Nevroticismo e Affettività negativa  Irritabilità e rabbia Categorie concettualmente legate attraverso le fasce d’età sono un pre-requisito per lo studio della continuità delle differenze individuali nel tempo  Ansia e Paura Coscienziosità e Constraint  Attenzione e persistenza nel compito (vs. impulsività cognitiva)  Controllo inibitorio (vs. impulsività comportamentale)  Motivazione alla riuscita Amabilità  Antagonismo e Aggressività  Prosocialità (empatia e altruismo) Teorie dei tratti: categorie della personalità Il modello sperimentale di H. Eysenck  cfr visione critica di un approccio correlazionale come quello del modello a 5 fattori (“costellazioni di parole”)  necessario lo sviluppo di una teoria causale e di un metodo d’indagine ipotetico-deduttivo  che prevede come la personalità debba essere studiata tenendo conto di  fattori causali  tratti fenotipici  conseguenze comportamentali  approccio etic-imposed (FFM)  approccio emic per dimensioni psicolessicali 6 3/6/2017 Teorie dei tratti: la personalità IL MODELLOSPERIMENTALE DI H. EYSENCK  fattori causali  deteminanti genetiche  strutture fisiologiche  tratti fenotipici  modello PEN  conseguenze comportamentali, rilevabili in  contesti sociali  laboratorio  Genotipo: il livello di una qualità individuale così come risulterebbe unicamente determinata dal nostro DNA  Fenotipo: una combinazione di  genetica  ambiente  strumento di osservazione/misurazione Teorie dei tratti: la personalità Eysenck: La teoria dell’attivazione differenziale  le persone hanno diversi livelli di attività corticale  vi è una relazione tra attività corticale e Estroversione/Introversione  estroversi livelli minori  introversi livelli maggiori  questa è una correlazione !  per affermare che l’Estroversione ha basi biologiche è necessario trovare che vi sono precise conseguenze comportamentali:  per innalzare i loro livelli di attività della corteccia gli estroversi cercano stimolazioni vs. gli introversi Teorie dei tratti o disposizionali Le teorie dei tratti o delle disposizioni Meccanismi, Tempo e Ambiente Il costrutto di personalità si articola intorno a queste idee principali:  la personalità è definita come un insieme di tratti o disposizioni  i tratti si manifestano direttamente attraverso i nostri comportamenti, cognizioni, emozioni  sistemi tassonomici  hanno una base biologica  sono relativamente coerenti e stabili attraverso  i contesti  quale il ruolo dell’ambiente? Temi trasversali!  il tempo  quali forme di continuità? Temi trasversali!  si privilegiano gli aspetti stabili o strutturali della personalità, lo studio dei tratti, ma crescente attenzione verso modelli dinamici  si privilegiano leggi generali per descrivere e spiegare la personalità  quali i meccanismi? Temi trasversali! 7 3/6/2017 Teorie dei tratti: I meccanismi Come agiscono i tratti ? (Hampson, 2012) Teorie dei tratti: I meccanismi Come agiscono i tratti ? (Hampson, 2012) STIMATORE TRATTO OUTCOME ASSOCIAZIONE DIRETTA il nevroticismo si associa a molti outcome anche oggettivi: •bassa auto-stima •maggiori livelli di problemi psicosomatici •relazioni interpersonali meno soddisfacenti •maggiori problemi cardiovascolari •minore longevita’ Vi è dunque un supporto empirico a favore del costrutto di Nevroticismo OUTCOME MODERATORE TRATTO •Studi sperimentali mostrano che il NEVROTICISMO modera l’impatto delle discrepanze di sé sugli stati depressivi, più intenso se maggiore Nevroticismo • Studi a misure ripetute in tempi brevi (dynamic modelling) mostrano che il nevroticismo modera l’intensità delle reazioni emotive (rabbia) agli eventi percepti come ingiusti, associazione più intensa Teorie dei tratti: I meccanismi Come agiscono i tratti ? (Hampson, 2012) TRATTO OUTCOME Teorie dei tratti: I meccanismi Come agiscono i tratti ? (Hampson, 2012) ASSOCIAZIONE MODERATA MODERATORE Studi sperimentali mostrano che l’associazione tra Nevroticismo e violenza verso il partner è • più intensa in condizioni di maggiore stress •meno intensa se sono maggiori le abilità di tipo problem-solving TRATTO OUTCOME ASSOCIAZIONE MEDIATA MEDIATORE La relazione tra Nevroticismo e distress è mediata da • maggiore percezione di eventi stressanti (processo di selezione) • reazione agli eventi stressanti (processo di reazione) 8 3/6/2017 Teorie dei tratti: coerenza comportamentale e coerenza della personalità cross-situazionale (il ruolo del contesto)  coerenza come invarianza negli ordini di teorie disposizionali p1 p2 50 25 s1 s2 s3 s4 s5 situazioni aggressività 75 rango (r) attraverso i contesti  si esprime come elevazione del punteggio o profilo  aggregazione tiene sotto controllo l’errore di misurazione e la variabilità cross-situazionale casuale (noise) e permette di far emergere le differenze individuali globali  C = P +A Persona (disposizioni) e ambiente: relazioni e meccanismi di reciproca influenza Persona (disposizioni) e ambiente: relazioni e meccanismi di reciproca influenza  intreccio statico  persona può  stimolare reazioni ambientali (elicitazione)  reagire alle stimolazioni ambientali (reazione)  agire sull’ambiente attraverso (azione)  la selezione NB La relazione tra P e A coinvolge  la costruzione non solo disposizioni personali, ma  ovvero l’ambiente può anche processi cognitivi affettivi e motivazionali  stimolare reazioni individuali  reagire a stimoli/azioni individuali  agire sulla persona attraverso  la selezione  la costruzione Persona (disposizioni) e ambiente: relazioni e meccanismi di reciproca influenza Elicitazione  le qualità disposizionali elicitano risposte ambientali:  i bambini con elevata impulsività comportamentale possono elicitare risposte ambientali quali  nei pari: rifiuto, in part. verso gli ineffective aggressors (= scarso controllo della loro aggressività + rifiuto delle regole)  negli adulti stili comportamentali ostili, negativi verso b: di scarso controllo, punitivi, incoerenti nell’uso della punizione / premio  le qualità ambientali elicitano risposte personali  stili genitoriali coercitivi o di scarso controllo contribuiscono a sviluppo di c. disadattivi  rifiuto dei pari contribuisce a sviluppo c. disadattivi Elevata impulsività comportamentale combinata con stili genitoriali coercitivi aumenta probabilità di insorgenza di problemi di tipo esternalizzante (P x A) Reazione  dalle qualità disposizionali (P) possono dipendere le reazioni agli stimoli ambiantali  b. impulsivi non rispondono alla punizione  b. inibiti rispondono alla punizione  L’ambiente rinforza positivamente o negativamente (reazione dell’ambiente alla persona) qualità personali  si rinforza l’ansia di un b. verso il nuovo allontanandolo prontamente da nuovi contesti che lo agitano  in ambienti degradati, pressioni sociali in direzioni disadattive: atteggiamenti positivi verso modelli devianti Tendenza all’inibizione combinata con stili genitoriali punitivi aumenta il rischio di sviluppare problemi di tipo internalizzante (P x A) 9 3/6/2017 Persona (disposizioni) e ambiente: rlazioni e meccanismi di reciproca influenza Selezione dalle qualità disposizionali dipendono le caratteristiche dell’ambiente scelto  b. / adol aggressivi tendono a legarsi a pari difficili  adulto sceglie ambiente lavorativo, partner, amici l’ambiente seleziona p. compatibile e respinge p. incompatibile  pari adattivi respingono bambini aggressivi (ma anche particolarm timidi)  pari accolgono b/i parim difficili Ragazzi con probl comportamentali ricercano pari simili, se accolti aumenta probabilità di creare spirale a rischio (P x A) Persona (disposizioni) e ambiente: relazioni e meccanismi di reciproca influenza Costruzione  dalle qualità disposizionali dipendono rappresentazioni dell’ambiente  b. aggressivi tendono a interpretare come ostili azioni e intenzioni altrui  b. esternalizzanti tendono a sovrastimare proprie competenze sociali  dalle rappresentazioni altrui dipendono le rappresentazioni personali  l’adulto trasmette al b. ciò che è bene/male (attraverso il dialogo quotidiano)  l’altro trasmette al b. chi è e quanto vale (genitori, pari)  l’altro trasmette teorie sul mondo (es. t. intelligenza) Tendenze all’aggressività combinate con rappresentazioni altrui del mondo come ostile mantengono e aumentano livelli di aggressività personale (P x A) Lo studio della continuità dei tratti disposizionali L’approccio è quantitativo e indaga diverse forme di continuità psicometrica attraverso il tempo, tra le quali 1. Continuità differenziale o gerarchica: 2. Continuità assoluta: stabilità degli ordini di rango (test-retest) andamento dei livelli medi nel tempo (studi trasversali e studi longitudinali) gap maturazionali 3. Continuità individuale Continuità differenziale verifica la stabilità degli ordini di rango e si misura mediante coefficiente di correlazione (test-retest)  Qual è la relazione tra età e stabilità dei tratti?  A quale età si osserva il picco della stabilità?  Qual è il livello di questo picco? Sufficientemente elevato per dire che non si cambia più? stabilità di una singola variabile a livello individuale (RCI) 10 3/6/2017 Continuità differenziale Roberts e DelVecchio, 2000: meta-analisi di 152 studi longitudinali con oltre 3000 correlazioni test-retest (min = 1 anno, max = 53 anni, media = 6,7 con sd = 7,5), età da 6 settimane a 73 anni; categorie BF e 5 fattori di Martin e Presley (1994) Continuità assoluta verifica la stabilità dei livelli medi di una caratteristica individuale e si indaga mediante studi trasversali e studi longitudinali  Quale l’andamento dei livelli medi?  Vi è un picco vs un livello minimo ? A quale età?  Vi sono gap maturazionali? Continuità assoluta: self-esteem Continuità individuale verifica la stabilità del livello di una caratteristica individuale nel singolo individuo attraverso il tempo e indaga se vi sia variazione o cambiamento affidabile da un tempo all’altro 11 3/6/2017 Determinanti ambientali del comportamento Il contributo dell’ambiente Teorie comportamentiste: L’apprendimento per associazione Teorie sull’impatto del contesto ambientale: Il comportamento  dipende largamente da fattori esterni alla persona  viene appreso  può essere spiegato attraverso meccanismi di condizionamento e rinforzo I modelli che legano Persona P all’Ambiente variano attraverso le diverse teorie della personalità, tra queste     Il comportamentismo radicale e il condizionamento pavloviano comportamentismo radicale: C = f A interazionismo: P x A genetica comportamentale teorie cognitivo-sociali: P x A Il comportamentismo radicale e il condizionamento pavloviano Il condizionamento pavloviano Watson attacca il metodo introspettivo, siamo agli inizi del ‘900  soggetto e oggetto di osservazione devono essere nettamente separati  oggetto di studio può essere solo ciò che è direttamente osservabile, ciò che è manifesto  comportamento come unità complessa, ma scomponibile in unità semplici, caratterizzate da  frequenza e recenza  C = f frequenza e recenza  e spiegabile in termini di condizionamento pavloviano ( “classico”)  equazione fondamentale: R = f S (ovvero C = f A )  si possono distinguere  stimoli incondizionati (S INC)  stimoli condizionati (S CON) è uno stimolo inizialmente neutrale, arbitrario  e si possono distinguere  R incondizionate: RINC = f SINC  R condizionate: RCON è la risposta appresa mediante condizionamento allo stimolo inizialmente neutrale L’associazione costante di uno Sneutro ad uno SINC genera infine la stessa risposta prodotta dallo SINC alla sola presenza, però, dello Sneutro; così Sneutro diventa SCON e la risposta a questo RCON 12 3/6/2017 Il comportamentismo radicale e il condizionamento pavloviano Il condizionamento classico: esempi  cane di Pavlov, dove la salivazione (RINC) al cibo (SINC) diventa RCON al suono del campanello (stimolo neutrale che diviene SCON) L’approccio è di tipo associazionista: l’efficacia dello SCON dipende dal suo appaiamento con lo SINC SCON deve precedere lo SINC, anche di pochi millisecondi e l’apprendimento è rivelato dalla comparsa di una nuova risposta allo SCON, la RCON che dimostra cambiamento Teorie disposizionali: P  C Comportamentismo radicale: A  C (non c’è posto per P) Il comportamentismo radicale e il condizionamento pavloviano Le nevrosi: ancora Pavolov • ancora sul cane: l’esperimento con cerchi (stimolo neutarle riforzato) ed elissi (stimoli neutrali non rinforzati) e la progressiva difficoltà a discriminare tra cerchi ed elissi, modificando progressivamente la forma dei cerchi in elissi, determina reazioni nevrotiche nel cane • l’esperimento sul piccolo Albert condotto da Watson: reazione emotiva condizionata Terapia associata al condizionamento classico: la desensibilizzazione sistematica di Wolpe Si inibiscono le reazioni fobiche e ansiose attraverso il contro-condizionamento, per fasi  rilassamento muscolare profondo  gerarchia di stimoli ansiogeni  intervento terapeutico: associazione rilassamento a stimoli ansiogeni Il comportamentismo radicale e il condizionamento pavloviano Processi associati al condizionamento classico:  generalizzazione: una RCON ad uno SCON viene associata anche ad altri SCON simili  processo che porta ad una coerenza comportamentale rispetto a stimoli simili;  discriminazione: se l’associazione Sneutrale /SINC si verifica per certi stimoli ma non per altri che non sono seguito da SINC, una RCON si verifica solo in funzione Sneutrali condizionati  processo che conduce ad una specificità delle R CON a stimoli simili;  estinzione: se lo SCON è presentato ripetutam senza essere seguito almeno occasionalm da SINC, l’associazione si indebolisce progressivam, sino a estinguersi del tutto;  differimento della gratificazione: a un aumento nell’intervallo di tempo tra SCON e SINC progressivamente corrisponde un’estensione anche della RCON, fino a essere osservata proprio poco prima che lo SINC sia presentato Ancora sul condizionamento pavloviano secondo la prospettiva funzionale Il condizionamento pavloviano rimane un meccanismo basilare di apprendimento Le teorie funzionaliste mettono in evidenza come però in setting ecologici i meccanismi di apprendimento possano funzionare in modo in parte diverso:  lo SCON deve essere naturalmente legato allo SINC, proprietà diverse dello stesso oggetto (es. sapore e odore del cibo)  potenziamento dell’effetto di 2 SCON simultaneam presenti insieme allo SINC (es., gusto e odore di cibo avariato)  apprendimento più rapido se maggiore rilevanza ecologica dello SCON (es. suono del serpente a sonagli)  in termini adattivi, le RCON sono funzionali solo nel grado in cui facilitano un organismo nella sua interazione con lo SINC  comportamento sessuale o di difesa del territorio  tolleranza condizionata all’assunzione di droghe 13 3/6/2017 Il comportamentismo secondo Skinner: il condizionamento operante Del comportamentismo classico rimane centrale l’idea del controllo (dall’esterno: A  C) il principio dell’associazione ma non tutto è spiegabile con il condizionamento classico:  non vi sono solo RINC e RCON  ma anche comportamenti spontanei o operanti  condizionamento operante: un comportamento spontaneo (non elicitato da uno stimolo ambientale specifico) è seguito da un evento nell’ambiente che funge da rinforzo; si osserva come tale comportamento inizialm spontaneo diventi progressivamente più frequente  in questo caso, l’ordine stimolo-comportamento appare invertito rispetto al condizionamento classico  vs. meccanismo dell’estinzione operante: un comportamento spontaneo o piuttosto già appreso non è seguito da rinforzo e progressivamente diventa meno frequente, fino a cessare  Il controllo avviene attraverso la manipolazione dei rinforzi;  Vi è condizionamento operante se vi è CAMBIAMENTO Skinner e la tecnica del modellaggio Il condizionamento operante: shaping ovvero come modificare il comportamento  analisi funzionale come tecnica di analisi delle covariazioni tra S e R  attraverso l’osservazione sistematica del comportamento  per estinguere comportamenti problematici  e rafforzare comportamenti desiderati  shaping  approssimazione graduale  esecuzione del comportamento  rinforzo positivo  estinzione operante Il comportamentismo secondo Skinner: il condizionamento operante Lo Skinner box:  associazione tra frequenza di un comportamento e tipo di programma di rinforzo (time-based schedule vs response-based schedule)  apprendimento per successive approssimazioni Il condizionamento operante: premi e punizioni  rafforzatore positivo: ciò che rende più forte il comportamento cui si associa—può variare da individuo a individuo  sequenzialità del rinforzo:  rinforzo continuo  rinforzo parziale  rinforzo accidentale  rafforzatore negativo  rimozione rafforzatore positivo  stimoli aversivi  le punizioni sono efficaci? Il comportamentismo secondo Skinner: e la personalità?  non trova posto il concetto di struttura della personalità  il comportamento è dettato dalle condizioni ambientali  non occorre ipotizzare / inferire strutture sottese o latenti  coerenza comportamentale  dipende dal contesto  meccanismi di generalizzazione / discriminazione  la liberà scelta e volontà sono un’illusione I meccanismi di apprendimento individuati dall’approccio comportamentista rimangono meccanismi basilari, anche per quel che riguarda lo sviluppo delle differenze individuali 14 3/6/2017 Oltre il comportamentismo: L’apprendimento sociale e l’introduzione della persona L’ apprendimento tramite osservazione: modeling l’esperimento di Bandura e Mischel (1965) sull’differimento della gratificazione  Pretest (selezionati b/i con % maggiore di scelte estreme tra 14 coppie di premi)  Fase sperimentale  Post test L’apprendimento sociale: l’introduzione della persona Apprendimento vicario e condizionamento operante  osservare per apprendere, ma senza diretta esperienza o pratica  rinforzo: non sono più necessari  progressiva approssimazione  esperienza diretta rinforzata  ripetuti rinforzi  può bastare una singola osservazione, anche per apprendere  1 mese dopo comportamenti complessi  apprendimento ≠ prestazione  generalizzazione degli effetti nel tempo e attraverso stimoli e contesti  processi simbolici e cognitivi sono elementi essenziali per comprendere e spiegare l’apprendimento: è la P a legare stimolo e conseguenze  qui ed ora: si re-interpretano i risultati osservati con il piccolo Albert  attraverso il tempo (anticipo esiti attesi )  attraverso i contesti Oltre il comportamentismo: come definire l’ambiente? L’ambiente  può essere definito in modo • OGGETTIVO:contesti definiti e accettati in modo consensuale • “tassonomie” di ambienti oggettivi: rituali, divertimento, sport, conflitto interpersonale • SOGGETTIVO: contesti definiti e percepiti anche affettivamente in modo individuale     offre RISORSE esercita PRESSIONI agisce sulla persona attraverso diversi meccanismi può essere potente tanto da rappresentare “environtype” Ambiente oggettivo: possibili variabili (Evans, 2006) Diversi studi mostrano come lo sviluppo • cognitivo (capacità attentive, prestazioni in matematica o nella lettura) • comportamentale ed emotivo caratterizzato p.es. da iperattività, aggressività siano legati a variabili ambientali oggettive: • inquinamento (es. esposizione prenatale a inquinamento da piombo), anche acustico • sovraffollamento • qualità del quartiere, del vicinato Condizioni economiche e sociali svantaggiate  minore accesso a cure mediche (mortalità infantile, problemi di crescita i cui effetti permangono nel tempo)  minori stimolazioni cognitive (maggior abbandono scolastico)  minori aspettative di riuscita scolastica  maggiore stress, maggiore parenting negativo  esposizione a modelli devianti 15 3/6/2017 Ambiente oggettivo: possibili modelli persona e SE (Conger e Donnellan, 2007)  Modello diretto ambiente  persona  modelli mediati  modello dello stress famigliare Condizioni economiche Pressione economica Stress a livello famigliare Il contributo della genetica comportamentale Parenting Difficolta comportam ed emotive bambino Conflitti famigliari  modello dell’investimento famigliare SES Investimento sui figli Difficoltà comportam ed emotive figli Teorie dei tratti: basi genetiche Basi genetiche del comportamento: un’introduzione  Se le differenze individuali di base dipendono da disposizioni, allora è necessario trovare conferma che i tratti hanno una base biologica, in particolare genetica  Genetica comportamentale cerca di comprendere fino a che punto il genotipo determina le differenze nel fenotipo  genetica quantitativa  genetica molecolare  Genetica e ambiente agiscono sull’individuo, non si può considerare l’una senza l’altro  Lo studio della genetica comportamentale contribuisce alla concettualizzazione dell‘ambiente e alla comprensione del suo ruolo sullo sviluppo delle differenze individuali … ovvero  i GENI sono quegli elementi che determinano le caratteristiche manifeste (codificando sequenze di aminoacidi e generando specifici enzimi e proteine)  i geni possono avere forme alternative dette ALLELI o fattori  che hanno la capacità di controllare un carattere FENOTIPICO (ALLELOMORFISMO)  un allele può essere dominante o recessivo (cfr legge della dominanza)  una combinazione di alleli è detta GENOTIPO 16 3/6/2017 Basi genetiche del comportamento: un’introduzione  i geni sono collocati in luoghi o LOCI specifici all’interno di un cromosoma che a sua volta è collocato nel nucleo di una cellula  l’uomo è un organismo DIPLOIDE per cui ogni cromosoma è presente in doppia coppia  nell’uomo vi sono 23 coppie di cromosomi omologhi  ogni coppia di cromosomi omologhi contiene le stesse informazioni genetiche, cioé dettano in ogni punto lo stesso carattere, ma non necessariam lo stesso allele  da un gene con 2 alleli possono derivare 3 genotipi (PP, Pp, pp)  se 2 cromosomi omologhi hanno 2 alleli identici, allora l’organismo è omozigote per quel carattere (es. PP omozigote dominante vs pp omozigote recessivo) Basi genetiche del comportamento: un’introduzione  Un esempio: la malattia di Huntington Basi genetiche del comportamento: un’introduzione G. Mendel e 3 leggi fondamentali  Legge della segregazione o della disgiunzione • 2 elementi determinano una caratteristica individuale manifesta • in un individuo, i 2 elementi si separano durante la riproduzione • ciascun individuo eredita un elemento paterno e uno materno  Legge della dominanza • un elemento può essere dominante o recessivo • se si combinano un elemento dominante e uno recessivo, il carattere manifesto dipenderà da quello veicolato dall’elemento dominante  Legge dell’assortimento indipendente • ciascun elemento viene ereditato indipendentemente dall’altro (uno dalla madre, uno dal padre) Basi genetiche del comportamento: un’introduzione  Un altro esempio: la fenilchetonuria o PKU, una malattia recessiva  malattia degenerativa ereditaria che si manifesta per lo più tra 40-50  malattia degenerativa ereditaria, si manifesta nella primissima infanzia, anni, con disturbi del movimento, cognitivi e comportamentali  responsabile è un gene specifico (localizzato sul cromosoma 4), con allele dominante e genotipo Hh (eterozigote dominante)  responsabile è un gene specifico (localizzato sul cromosoma 12), con Hh Si può dimostrare che la frequenza rimane inalterata per la generazione successiva allele recessivo e genotipo pp (omozigote recessivo) hh Pp H h h h Hh Hh hh hh 50% affetti determinando importanti ritardi nello sviluppo 50% sani Pp P p PP Pp 25% sani P 50% portatori Pp p pp 25% affetti 75% stesso fenotipo 17 3/6/2017 Basi genetiche del comportamento: un’introduzione Basi genetiche del comportamento: un’introduzione Indipendenza dell’assortimento: un esempio  i tratti complessi: le qualità individuali , siano discrete (colore degli Aa Bb AB Ab occhi) siano continue (intelligenza), spesso dipendono non da un singolo gene, ma da più geni  tratti POLIGENICI Aa BB aB AB ab AA BB AA BB Aa BB AA Bb AA Bb Aa Bb Aa BB Aa BB aa BB Aa Bb Aa Bb aa Bb Aa BB Aa Bb aa BB aa Bb AB aB aB 16 combinazioni possibili 6 genotipi se allele A e B dominanti, allora 2 fenotipi (dove A e B dominanti risultano nel 75% dei casi) Basi genetiche del comportamento: un’introduzione Figli 50% Gemello fraterno / fratelli 50% In generale, i dati empirici mostrano che il rischio di schizofrenia e i livelli di correlazione tra profili del QI aumentano in base al grado di parentela Genitore 50% Zii 25% target Genello identico 100% Figli 50% Nipoti 25%  Come lavorare su dimensioni continue?  Si applicano ancora le leggi di Mendel?  Due esempi:  Schizofrenia: il rischio di schizofrenia è del 48% per gemelli identici, 17% per gemelli frateni, 9% per i fratelli e genitori/figli, 4% per nipoti (nonni/nipote, zii/nipote)  QI: il coeff di correlazione tra punteggi al QI è pari a .85 per gemelli identici, .60 per gemelli fraterni, . 45 per i fratelli e genitori/figli, .15 tra cugini Basi genetiche del comportamento: un’introduzione  le leggi di Mendel si applicano anche a tratti poligenici  in particolare, se operano con EFFETTI ADDITIVI, per cui non sono completamente dominanti o recessivi, ma operano contribuendo ciascuno al fenotipo,  allora si può dimostrare facilmente come  da 1 gene con 2 alleli  3 genotipi e 2 fenotipi  da 2 geni con 2 alleli  9 genotipi e 5 fenotipi  da 3 geni con 2 alleli  27 genotipi e 7 fenotipi vale a dire, all’aumentare del numero di geni che contribuiscono al tratto, ci si approssima a una distribuzione normale dei fenotipi 18 3/6/2017 Basi genetiche del comportamento: genetica comportamentale Alla base della genetica quantitativa vi è l’idea che i tratti quantitativi dipendono da tratti poligenici Benchè la maggior similitudine fenotipica di tratti poligenici si associ al crescere del legame di parentela (within family), di per sé tale legame non prova la base genetica del tratto, poiché la somiglianza potrebbe dipendere dalla condivisione ambientale Per questo, la genetica quantitativa tiene conto non solo della variabilità genetica ma anche di quella ambientale, in particolare stima il grado in cui le differenze individuali dipendano da differenze genetiche e da differenze ambientali Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa La genetica quantitativa: la scomposizione delle fonti di variabilità  variabilità within family : i livelli di somiglianza fenotipica tra membri di una famiglia possono dipendere da genetica e ambiente  varianza fenotipica P = G + E  G = variabilità genetica o grado in cui le differenze a base genetica si associano alle differenze fenotipiche  E = variabilità ambientale (unica e condivisa) La genetica molecolare stima specifici geni e profili genetici che sottendono manifestazioni fenotipiche delle differenze individuali Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO DELLA GENETICA  metodo dei gemelli  MZ condividono 100% patrimonio genetico (r = 1.0) vs DZ condividono parte del patrimonio genetico (50%)  se differenze fenotipiche sono unicamente attribuibili a G, allora la correlazione attesa è r = 1.0 per MZ e r = 0.5 per DZ (es. peso e altezza) ovvero la differenza nell’intensità della correlazione dovrebbe dipendere da base genetica  MZ cresciuti assieme vs DZ cresciuti assieme (G + E condiv)  MZ cresciuti separatam vs DZ cresciuti separatam (G)  adozioni  fratelli naturali ma cresciuti separatamente (r attesa= 0.5 ) (G)  genitori naturali e figli dati in adozione (r attesa= 0.5) (G)  genitori/figli naturali e vissuti assieme vs genitori naturali e figli dati in adozione (G) Basi genetiche del comportamento: I risultati Risultati Legami di parentela Estroversione Nevroticismo MZ cresciuti assieme .51 .46 DZ cresciuti assieme .18 .20 MZ cresciuti separat .38 .38 DZ cresciuti separat .05 .23 Genitori naturali e figli .16 .13 Genitori adottivi e figli .01 .05 Fratelli naturali cresciuti assieme .20 .09 Fratelli adottivi -.07 .11 (Lohelin, 1992) Impatto degli effetti di contrasto e di assimilazione sui dati MZ e DZ 19 3/6/2017 Basi genetiche del comportamento: I risultati Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO dell’AMBIENTE CONDIVISO  Metodo dei gemelli I risultati  gemelli identici cresciuti assieme (G + Acon) vs separatamente (G)  adozioni  fratelli adottivi (Acon)  genitori e figli adottivi (Acon) POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO dell’AMBIENTE NON CONDIVISO  Metodo dei gemelli  gemelli identici cresciuti assieme (grado di dissimilitudine) (Plomin & Caspi, 1999) Genetica quantitativa: l’impatto dell’ambiente non condiviso Non shared environment is generally the way environment works in behavioral sciences (Plomin) Un esempio empirico: progetto NEAD (Nonshared Environment and Adolescent Development, Reiss et al, 2000) Basi genetiche del comportamento: l’indice di ereditarietà Indice di ereditarietà (H) come proporzione della varianza fenotipica attribuibile alle differenze genetiche tra gli individui  coinvolge 720 famiglie, con 2 figli  include dati osservativi e questionariali  risultati dati Report Figli Report genitori Dati osservativi r Parenting .25 Relazione tra fratelli .40 Parenting .70 Relazione tra fratelli .80 Figlio  genitore .20 Genitore  figlio .30  ci sono correlati comportamentali delle diverse percezioni dell’amb famigliare? SI, negative parenting (punteggi residui da legame con fratello) si lega a comport antisociali e depressione Alcuni caveat fondamentali per interpretare l’indice di ereditarietà (Plomin et al. 2008):  l’ereditarietà si stima in base a dati correlazionali: la significatività statistica rivela se la genetica conta e la grandezza dell’effetto stima quanto conta (logica di base: se un tratto fosse di origine del tutto genetica, r tra fratelli cresciuti assieme sarebbe comunque non superiore a .50 e pertanto il valore di r osservato viene raddoppiato ovvero la differenza nell’intensità della correlazione tra MZ e DZ viene raddoppiata)  H stima differenze individuali WITHIN family, non BETWEEN people differenze mediam osservate tra gruppi di individui appartenenti a popolazioni diverse possono dipendere interamente da condizioni ambientali (es. QI) 20 3/6/2017 Basi genetiche del comportamento: l’indice di ereditarietà Indice di ereditarietà (H) come proporzione della varianza fenotipica attribuibile alle differenze genetiche tra gli individui  i dati riguardano la popolazione non il singolo individuo Basi genetiche del comportamento: la genetica agisce attraverso l’ambiente La genetica può agire attraverso l’ambiente (non condiviso)  la PKU colpisce 1 su 10.000, perciò ha scarso impatto sulla variabilità abilità cognitive sulla popolazione, mentre impatto fortissimo sul singolo Genetica  personalità  ambiente  se H = .90 non significa che per il singolo il 90% della sua qualità fenotipica dipende da G e il resto da A, ma che la variabilità tra le persone per quella caratteristica dipende largamente dalla genetica  il 99.9% del DNA non varia da individuo a individuo: mutazioni anche minime avrebbero un impatto dirompente  per il singolo contano sempre G + A  H si riferisce a quanto si osserva, non ad un potenziale che dipende da G +A  e nemmeno a ciò che dovremmo osservare  non implica  Esperienze correlate a profili genetici (the nature of nurture): Le persone costruiscono il loro ambiente parzialmente in base a propensioni genetiche  Esperienze e profili genetici interagiscono: Alcune esperienze favoriscono alcune propensioni determinismo, ma un fattore di rischio che da solo non determina un comportamento manifesto Teorie dei tratti: basi genetiche Ancora sulla genetica quantitativa: Interazione tra genetica e ambiente Genetica molecolare Genetica molecolare  identificare specifici geni associati alle differenze comportamentali  relazioni dirette  relazioni dirette tra specifici polimorfismi genetici e comportamenti:  gene recettore D4 spiega parte della variabilità nelle differenze individuali nel tratto Ricerca di Novità  gene trasportatore della serotonina 5-HTT spiega parte della variabilità nelle differenze individuali nei livelli di Nevroticismo  la quota di varianza spiegata è sempre molto contenutta  interazioni tra specifici polimorfismi genetici e comportamenti,  interazioni tra specifici polimorfismi genetici e ambiente (cfr parte 2) dove la caratteristicha genetica può fungere da  fattore protettivo rispetto all’impatto dell’ambiente sullo sviluppo di caratteristiche di personalità non adattive  ovvero è l’ambiente a fungere da fattore protettivo rispetto allo sviluppo di comportamenti disadattivi legati a specifici profili genetici 21 3/6/2017 Ancora sulla genetica quantitativa: Interazione tra genetica e ambiente Ancora sulla genetica quantitativa: Interazione tra genetica e ambiente Genetica molecolare Genetica molecolare ATTACCAMENTO MATERNO GENE: 5HTTLPR ESPERIENZE STRESSANTI GENE: GABRA6 DEPRESSIONE Se omozigote per l’allele L vs. omozigote per l’allele S o eterozigote S/L, allora maggior efficienza nella regolazione della serotonina e funge da fattore protettivo rispetto allo sviluppo della depressione REATTIVITA’ FISIOLOGICA AD EVENTI STERSSANTI Se l’attaccamento materno è di tipo insicuro vs. sicuro, allora chi si caratterizza per un profilo con gabra6 omozigote per l’allele S mostra maggiore reattività fisiologica ad eventi stressanti, in altre parole, attaccamento sicuro può fungere da fattore protettivo rispetto ad elevati livelli di reattività in condizioni ambientali stressanti 22