www.mitoperlacitta.it [email protected] 011.01124777 Impaginazione e stampa: Alzani Tipografia - Pinerolo (TO) info Un progetto di per la città 07/23 09 2015 Realizzato da #MITO15 20.IX domenica www.mitosettembremusica.it Main Partner ore 17 Torino PAV Parco d’Arte Vivente Quintetto Jazz dei Corsi di Formazione Musicale della Città di Torino Partner Media Partner LA MUSICA È ASSICURATA Spencer Williams (1889-1965) Basin Street Blues Joseph Kosma (1905-1969) Autumn Leaves George Gershwin Summertime Juan Tizol (1900-1984) Perdido George Gershwin (1898-1937) But Not For Me Jack Palmer Spencer Williams (1900-1976/1889-1965) I’ve Found A New Baby Bruno Martino (1925-2000) Estate Duke Ellington (1899-1974) Solitude Ray Henderson (1896-1970) Bye Bye Blackbird Gerald Marks (1900-1997) All Of Me James F. Hanley (1892-1942) Indiana Quintetto Jazz dei Corsi di Formazione Musicale della Città di Torino Denis De Marco, Edoardo Dalle Nogare, trombe Marco Carlucci, pianoforte Giancarlo De Fiore, contrabbasso Federico Griso, batteria Corso di musica d’assieme jazz di Fulvio Chiara In collaborazione con Corsi di Formazione Musicale della Città di Torino Sponsor tecnico Che cosa lega un concerto jazz di allievi dei Corsi di Formazione Musicale della Città di Torino con il PAV? PAV è il Parco Arte Vivente, nato sulla crosta terrestre di un’area industriale dismessa (la ex Framtek), prima bonificata, poi restituita alla comunità: nel 2008 è cresciuto un parco, vivo, che respira nelle opere di Piero Gilardi (l’ideatore) e altri artisti della migliore avanguardia. Una connessione feconda, quella che nasce tra i legami dei frutti di una ricerca contemporanea (mai estemporanea), con la didattica applicata al jazz. La tromba jazz del Novecento, da Spencer Williams a George Gershwin, da Duke Ellington a Juan Tizol: è questo il canone scelto da Fulvio Chiara, giovane apprezzato maestro, per trovare conferme, sollecitazioni nuove nelle esecuzioni, in grado di creare lì, sul momento, disegni armonici e strutture che non svaniranno, suonate su autentici evergreen, gli standard del jazz. Tra le gemme scelte, di Spencer Williams il brano Basin Street Blues rievoca l’ambiente di Storyville, il quartiere francese di New Orleans che connotò i primordi del jazz. Eseguito per la prima volta nel 1926, la prima versione incisa di grande rilievo è di Louis Armstrong nel 1928: Satchmo coniuga felicemente improvvisazione e stile con una sonorità incomparabile, nel suo inconfondibile, sontuoso vibrato. Del compositore franco-ungherese Joseph Kosma Autumn Leaves è uno dei song più noti tra gli standard del jazz. Cresciuto alla scuola di Béla Bartók, si trasferisce a Parigi nel 1933 dove incontra il poeta Jacques Prévert; nel 1945 compongono Les Feuilles Mortes, una canzone che disegna un dramma passionale e che gronda intensa malinconia. La versione inglese di Foglie Morte sarà poi riscritta da Johnny Mercer, nella prima metà degli anni Cinquanta. George Gershwin ha vissuto una vita intensa quanto breve, spesa ad unire musica colta, blues e jazz, capace di affrescare tele sonore accese e tenui, poemi e storie vissute della vita americana negli anni Venti e Trenta, da Rhapsody In Blue (1924) a An American In Paris (1928), a Porgy And Bess (1935). Dal suo repertorio due liriche con accenti diversi: But Not For Me (del 1930), poi resa celebre, tra gli altri artisti, da Billie Holiday; poi Summertime, da Porgy And Bess. Due esempi, ove risaltano le radici della musica nera. La canzone Estate di Bruno Martino è lo standard jazz italiano per eccellenza: composta nel 1960, è la sintesi di una storia d’amore che tramonta in una stagione. È uno dei titoli più eseguiti e declinato in diversi stili, dal jazz al latino al pop. Di Chet Baker e Michel Petrucciani forse le migliori interpretazioni jazz. In origine, il 45 giri Rca recava il titolo Odio l’estate e sull’altra facciata il brano Brr che freddo! Ray Henderson con Bye Bye Blackbird (1923) ci offre uno spaccato della vicenda umana di una donna alle prese con il dilemma della scelta. Il brano è uno dei più frequentati del jazz del Novecento: la prima esecuzione è del crooner Gene Austin (1926), sino a John Coltrane e Miles Davis. Indiana di James Hanley è stata composta nel 1917 e incisa nello stesso anno dalla Original Dixieland Jazz Band per l’etichetta Columbia. È divenuta celebre prima con Louis Armstrong, Lester Young e Art Tatum, poi per l’appropriazione che ne fece Charlie Parker in chiave bebop (con il titolo Donna Lee). Il portoricano Juan Tizol ha legato la sua carriera di trombonista e compositore con quella di Duke Ellington. Perdido, composta ed eseguita nel 1941 dall’orchestra di Ellington, conferisce un tocco di ritmo latino, all’epoca non ancora frequentato dalle grandi orchestre swing. Il titolo è un riferimento alla Perdido Street di New Orleans. Tizol scrisse altri due cavalli di battaglia di Ellington: Caravan e Pyramid. Jack Palmer firma con Spencer Williams il brano I’ve Found A New Baby, eseguito in origine dal pianista Clarence Williams con i Blue Five nel 1926. Brillante esempio di popular song dell’epoca, entrerà poi nel repertorio dei maggiori esponenti della swing-era, da Benny Goodman a Django Reinhardt. Solitude di Duke Ellington è stata incisa per la prima volta nel 1940 con la vocalist Ivie Anderson. Compositore, pianista e direttore, il Duca ha avuto il pregio di creare un dialogo autentico con i suoi artisti: le sue composizioni nascono da un piccolo seme di blues, che diventa matrice di suite e improvvisazioni. Fino al termine della sua vita, Ellington è sempre rimasto fedele alla grande tradizione musicale afroamericana, creatore di un linguaggio capace di parlare al mondo intero, di raccontare la storia e la cultura autenticamente nera del suo popolo. Di Gerald Marks, All Of Me: composto nel 1931, venne registrato nel mese di dicembre 1931 dalla vocalist Ruth Etting. È uno degli standard più eseguiti nel jazz vocale e strumentale (oltre duemila versioni, con Bing Crosby, Billie Holiday, Louis Armstrong, Benny Goodman, la Count Basie Orchestra, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan e Miles Davis). La scelta di Fulvio Chiara, trombettista di vaglia, di poter raccontare in un concerto i tratti distintivi di questi pilastri del jazz del Novecento, è straordinaria: un quintetto composto da due trombettisti, Denis De Marco e Edoardo Dalle Nogare, Marco Carlucci al pianoforte, Giancarlo De Fiore al contrabbasso e Federico Griso alla batteria. Il loro swing, la “musica d’assieme jazz” si coniuga bene con l’ambiente del PAV, luogo di fruizione aperto alle voci degli strumenti e all’improvvisazione. È un dialogo autentico, che MITO per la Città ha saputo intuire felicemente. Luciano Viotto Il Quintetto Jazz dei Corsi di Formazione Musicale è formato dagli allievi del corso di musica d’assieme del professor Fulvio Chiara; in particolare i trombettisti sono anche allievi di strumento dello stesso insegnante. Il programma comprende standard classici americani di Duke Ellington, George Gershwin, Spencer Williams, Joseph Kosma, brani dedicati in particolare alla tromba.