Scialpinismo nella valle di Baksan e Elbrus,
Caucaso
Relazione tecnica dal viaggio del Club Avalco dal 28/4 al 8/5/2014
(N.B.: mappa schematica in fondo al documento)
Vedi anche la PHOTO GALLERY di questo viaggio su flickr.
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su misura e consulenze: mail a [email protected].
Panorama dal Gumachi pass 3540 m, nell’alta valle di Adyr-su.
IL CAUCASO
La catena del Caucaso si estende per oltre 800 km, da ovest sulla costa del Mar Nero (in prossimità di
Sochi), fino ad est sulla costa del Mar Caspio (in prossimità di Baku).
Il versante nord si trova in territorio russo e comprende le provincie della Krasnodariy Kray, Karachayevo
Cherkessiya, Kabardino Balkariya, Nord Ossetia, Cecenia, Dagestan.
Il versante sud comprende due stati: Georgia (precisamente le provincie Abkhazia e Svanetia e il
territorio conteso della Sud Ossetia) e l’ Azerbaijan.
Le vette maggiori sono mediamente tra i 3000 e i 5000 m, e si trovano nella zona centro-occidentale
della catena. La massima elevazione è l’ Elbrus, un antico vulcano inattivo, che raggiunge i 5642 m
intermanente in territorio russo, ma a pochi km dal confine con la Georgia.
Le caratteristiche morfologiche sono di tipo alpino, con profonde valli e ampi ghiacciai a partire dai 2000
m di quota.
Il clima è molto variabile, caratterizzato da frequenti precipitazioni e venti sostenuti. Il versante nord è
un po’ più secco e continentale, con inverni molto rigidi ed estati calde. Il versante sud risente
maggiormente dell’aria umida proveniente dai mari.
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Specialmente il versante nord de Caucaso è stato frequentato dall’inizio del 900 dai più forti alpinisti
russi, che hanno aperto vie di misto di elevate difficoltà, in particolare nei massicci dell’ Ushba, del
Shkhara e Dykhtau (questi due di oltre 5000 m).
Lo scialpinismo vi è poco diffuso; la frequentazione riguarda soprattutto, sul lato settentrionale, la
valle di Baksan che porta al versante sud-est dell’ Elbrus (via normale), la valle di Dombay a ovest
della prima, e la valle di Bezengi ad est.
Sul lato meridionale, sono interessanti per lo scialpinismo le valli di Mestia, la valle di Gudauri (area
del Kazbek) e la zona dei Tusheti.
L’accogliente rifugio presso l’ Ullutau Camp a quota 2380 m nella valle di Adyr-su.
L’accesso agli itinerari è condizionato dalla apertura invernale delle strade, per cui è consigliato di
informarsi preventivamente. Molti accessi nelle zone di confine sono regolamentati (con obbligo di
permesso, da ottenere possibilmente prima di partire, insieme con la pratica di visto), ed i controlli da
parte dei militari sono tutt’altro che rari.
Gli itinerari hanno ovviamente tutti i livelli di difficoltà. I rifugi sono rari o inesistenti. Ove presenti,
occorre informarsi sulla loro apertura, telefonicamente o chiedendo in valle.
In alcune valli ci sono i campi estivi, originalmente utilizzati solo dai militari, poi convertiti a camp per
studenti e che possono ora accogliere turisti e alpinisti anche in primavera. Spesso hanno camerate
confortevoli e offrono pasti decorosi.
In alternativa, occorre essere autonomi e disporre di tenda e attrezzatura da bivacco.
IL VIAGGIO
Con il Club Avalco, a fine aprile 2014, abbiamo dedicato 12 giorni esplorativi nella valle di Baksan.
L’obiettivo era di realizzare alcune gite nelle valli laterali di Adyr-su e Adyl-su, con vette e passi vicini ai
4000 m, molto interessanti per lo scialpinismo e utili come acclimatamento per l’ Elbrus.
Abbiamo poi passato 4 giorni sull’Elbrus, con l’idea di effettuarne la traversata da sud a nord.
ORGANIZZAZIONE
Formalità
E’ richiesto, oltre al visto per la Russia e ad una polizza sanitaria approvata, un permesso speciale per
entrare in Kabardino-Blakharia, essendo zona di confine con la Georgia e controllata dai militari.
Il permesso può essere ottenuto tramite un’agenzia russa, prima della partenza, oppure si può tentare a
Mineralnye Vody presso la polizia locale, senza certezze sull’esito della richiesta e sui tempi. Potrebbe
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essere obbligatorio farsi accompagnare da una guida locale o almeno di nazionalità russa.
Logistica
Dall’Italia occorre volare a Mosca, con voli di linea, e poi prendere un volo interno per Mineralnye
Vody.
Da qui occorre organizzarsi con un minivan per il trasporto di persone e materiali fino alla valle (circa 200
km). La strada di valle termina ad Azau 2200 m, dove ci sono gli impianti di risalita che portano alla
stazione Mir 3450 m, sul fianco sud-est dell’Elbrus, e una modesta seggiovia sale (quando è in funzione)
fino ai 3760 m delle “Barrels” (vecchie baracche metalliche militari adibite a dormitori).
Prima di Azau ci sono i paesi di Cheget 2000 m e Terskol 2130 m, con diversi hotel e ristoranti, attivi
soprattutto durante la stagione sciistica (da dicembre ad aprile) e in quella estiva (giugno- agosto).
Noi ci siamo affidati per la logistica completa ad Avalco Travel (www.avalcotravel.com), avvalendosi sul
posto dell’assistenza dell’amico Ivan, guida alpina, grande conoscitore dell’area e partner di Avalco.
Breve sosta durante la salita al Granoskovy pass, valle di Adyr-su.
Comunicazioni
C’è copertura GSM cellulare solo in vicinanza dei centri abitati e delle strade principali; inoltre sulle piste
di sci dell’Elbrus. Per la sicurezza è necessario dotarsi di telefono satellitare (copertura con Thuraya e
Iridium).
Le radio R/T non sono normalmente consentite nelle zone di confine.
Sicurezza
Per le emergenze sanitarie, ci sono ospedali ben attrezzati a Pyatigorsk e Nalchik, uno in valle a
Tyrnyauz, e un modesto presidio medico a Terskol.
E’ senz’altro consigliabile disporre di un GPS, utile in caso di scarsa visibilità nelle ampie vallate e sui
fianchi dell’ Elbrus, dovendo anche compensare la mancanza di una cartografia dettagliata.
Per quanto riguarda i pericoli della montagna, essi sono gli stessi delle Alpi: valanghe, e crepacci sui
ghiacciai. Non ci sono animali pericolosi, anche se si parla dell’avvistamento occasionale di orsi nelle
basse valli.
Clima e periodo consigliato.
Il periodo migliore per lo scialpinismo nel Caucaso va da metà marzo a metà maggio. In marzo c’è
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ovviamente maggiore probabilità di trovare innevamento già dal fondovalle, tuttavia per le quote più
elevate (oltre i 3000 m) il freddo è ancora molto intenso.
In aprile a Terskol le temperature medie sono di +2°C notturna e +18°C diurna, a quota 3700 m sono
di -6°C/+10°C. L’ Elbrus è noto per il freddo intenso (anche -25°C in vetta) e i venti violenti.
Per consultare le condizioni meteo consigliamo in generale il sito http://www.yr.no, oppure più in
particolare sulle alcune montagne http://www.mountain-forecast.com/ .
L’imponente parete nord dell’ Ullutau 4207 m, valle di Adyr-su.
Cartografia.
Sono disponibili le carte topografiche in scala 1:80ooo e 1:50ooo dell’editore inglese EWP, molto
schematiche e del tutto inadeguate per un orientamento preciso. Inoltre contengono parecchi errori di
toponomastica e di quote. Coprono l’area dell’Elbrus e dell’alta valle di Baksan, incluse le valli di Adyr-su
e Adyl-su.
Discreta la carta 1:50,000 del solo Elbrus, delle edizioni Roskartografia, con scritte in cirillico.
Da alcuni siti internet è possibile scaricare file raster delle carte militari russe in scala 1:50ooo,
abbastanza precise come curve di livello ma poco chiare nella rappresentazione del terreno.
Come visione d’insieme, è utile la mappa in scala 1:1,000,ooo “Caucasus ” della Freytag&Berndt.
Non siamo a conoscenza di libri o guide di scialpinismo nel Caucaso.
ITINERARI NELLA VALLE DI ADYR-SU
La valle di Adyr-su si stacca dalla valle principale a Baksan 1400 m, in direzione sud. Dopo pochi km ci si
ferma presso una teleferica – montacarichi che trasporta materiale e mezzi (anche camion !), per
superare una gola con un dislivello di circa 150 m. Poi una strada sterrata, percorribile solo dai mezzi
autorizzati, consente di arrivare fino ai 2400 m di Ullutau camp.
Direttamente dal rifugio abbiamo realizzato tre magnifiche gite, tutte in giornata, al cospetto delle pareti
imponenti del Tiutibashi 4404 m, Jailik 4533 m, Adyrsubashi 4371 m, Ullutau 4207 m.
La valutazione delle difficoltà è mediamente BSA, data la percorrenza su ghiacciai con crepacci, con
pendenze ideali per lo sci. Per chi cerca il ripido, e avendo a disposizione più giorni, ci sono diverse
possibilità sul versante sud del Adyrsubashi e Serova e sulla parete nord dell ‘ Ullutau (linee estreme,
sicuramente mai tentate finora).
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-> Garvash pass 3710 m, da Ullutau camp salendo il margine sinistro orografico del ghiacciaioUllutau;
-> Granovskovy pass 3850 m, per l’ampio bacino glaciale a sud del Serova peak, con possibilità di
discesa (circuito ad anello) per il ghiacciaio Adyr-su;
-> Chotchat ridge 3400 m circa, evidente colle sulla cresta nord-est del Chotchat, con discesa
brillante su pendii continui a 35°-40.
Altri itinerari possibili: Mestia pass 3750 m, più molti percorsi a vista, in parte forse inediti.
ATTENZIONE: le vette o colli esattamente sul confine con la Georgia non possono essere raggiunti per
divieto da parte delle autorità militari (controlli possibili da parte di personale in valle dotato di binocoli
e/o eventuale sorveglianza con elicotteri). Le pene per chi venisse scoperto in violazione sono severe.
Passaggio di seracchi sotto il Gumachi pass, a quota 3300 m circa.
VALLE DI ADYL-SU
E’ possibile entrare in questa valle, per strada carrozzabile, dal paese di Elbruz, fino a quota 1980 m
circa, dove la strada è chiusa (cancello) in corrispondenza di una casa si cure termali.
Noi l’abbiamo raggiunta in traversata con gli sci, provenendo dalla valle contigua di Adyr-su: da Ullutau
camp si sale il ghiacciaio Gumachi, evitando i crepacci al centro (in alternativa salire di quota lungo la
morena a destra) e raggiungendo il Gumachi pass 3540 m. Da qui si scende sul versante opposto
(ovest), calandosi dall’intagliatuta con una breve doppia, o in alternativa risalendo qualche decina di
metri a sinistra e poi scedendo in sci per pendii ripidi (40°-45°) con rocce affioranti.
Tenendo in prevalenza la sinistra orografica, si scende il ghiacciaio Jantugan, per arrivare alla spianata
del Green Hotel (baracche). Da qui si continua per la valle, per sentiero e mulattiera, fino ad incontrare
la carrozzabile che sale da Elbruz.
Altri itinerari possibili: Trapetsia 3600 m, Koiavgan pass 3500 m, vari colli a partire dal ghiacciaio
Shkelda.
VALLE DI AZAU
Da Terskol una gita classica è il Monte Cheget 3404 m, eventualmente facilitato dalla salita in seggiovia
fino a 2750 m.
Bello l’itinerario del Kogutai 3750 m, un percorso molto diretto a partire da Cheget. Sempre da Cheget,
è facile e remunerativa la gita al Bezimianny pass 3400 m.
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In discesa dal Gumachi pass verso il ghiacciaio Jantugan, valle di Adyl-su.
MONTE ELBRUS 5642 m
Il versante sud dell’ Elbrus, dove passa la via normale, non presenta difficoltà tecniche particolari. Si
tratta di una salita su neve (tratti ghiacciati possibili) con pochi crepacci e pendenze massime di 35°-40°.
Due telecabine salgono ai 3450 m della stazione Mir (piste di sci), e da qui si sale ai 3780 m delle
cosiddette “Barrels” in seggiovia (se funziona) o con i battipista o, naturalmente, in sci.
Le Barrels offrono un alloggio discretamente confortevole, più l’utilizzo di una cucina.
Più in alto ci sono ricoveri possibili (non consigliati) presso la vecchia Priut Hut 4160 m e altre baracche a
4250 m circa.
Un nuovo rifugio moderno, costruito da un’impresa italiana si trova sui pendii a sinistra salendo dai
Barrels, a quota 3950 m circa. Si chiama “LeapRus” ed è costituito da 3 moduli prefabbricati per dormire
e uno adibito a cucina (sono pressoché identici al nuovo rifugio Gervasutti alle Grandes Jorasses).
I servizi sono cari (solo pernottamento: circa 50 euro).
Dalle Barrels il percorso è evidente (con buona visibilità). Si passano le Pashtukov Rocks 4700 m, poi il
pendio diventa un po’ piu ripido, si passa una specie di spalla a quota 5200 m circa, per arrivare all’ampia
sella posta tra la vetta orientale 5621 m e la vetta occidentale 5642 m dell’ Elbrus.
Se si trova ghiaccio (possibile dati i venti frequenti), sarà necessario procedere in sci con i rampanti, o
addirittura a piedi con i ramponi.
Nel nostro viaggio abbiamo dovuto rinunciare alla vetta, a causa del maltempo persistente. Il progetto
era di effettuate la traversata sul versante nord (ottima discesa su pendii a 30°-35°, con alcuni
crepacci), poco ripetuta, che dà accesso ad un versante selvaggio della montagna, ben diverso dalla via
normale brulicante di personaggi di ogni tipo.
Sono possibili diverse linee sui ghiacciai del versante nord, che comunque portano ad un ampia conca a
quota 2400 m, dove è anche posto un rifugio, normalmente aperto per solo pernottamento.
E’ anche possibile pernottare più in alto, presso un modesto bivacco a quota 3300 m circa sul ghiacciaio
Mikelichiran.
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Le “Barrels” a quota 3780 m sul versante sud dell’Elbrus.
Come ritorno, è possibile farsi recuperare da una jeep per la valle di Malka, e da qui scendere a Tuzluk e
quindi alla città di Pyatigorsk.
In alternativa, volendo tornare nella valle di Baksan, secondo le condizioni del momento, è possibile
risalire il ghiacciaio Kynchyrsyrt, valicare il passo Irikchat 3667 m e scendere tutta la valle Irik fino a
Elbruz 1770 m.
Una ulteriore alternativa , a quote più basse, è di salire al Karanaisky pass 2940 m, scendere per circa
500 m nella valle Islamchat, risalire al Kirtykaush pass 3240 m, e infine scendere la valle Kirtyk fino a
Baksan 1400 m.
Entrambe le alternative sono lunghe e richiedono una lunga marcia a piedi, sotto la quota neve.
A sinistra: la via normale all’Elbrus, versante sud; a destra: discesa sul versante nord.
Vedi anche la PHOTO GALLERY di questo viaggio su flickr.
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Il Club Avalco in Canada: Vincent, Philippe, Adolfo Filippo, Ivan.
MAPPA STRADALE
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MAPPA DELL’AREA: VALLE DI BAKSAN, ELBRUS
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