FerIte a Morte - Teatro Comunale di Monfalcone

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Martedì 17, mercoledì 18 novembre 2015
ore 20.45
Mismaonda
Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
presentano
FERITE A MORTE
di Serena Dandini
con la collaborazione di Maura Misiti
con
Lella Costa
Orsetta de’ Rossi, Rita Pelusio
messinscena a cura di
Serena Dandini
Forte di tre anni di grande successo in Italia e
all’estero (New York, Washington, Bruxelles, Parigi,
Lisbona, Città del Messico, Tunisi, Istanbul fra le città
toccate dalla tournée), Ferite a morte, il progetto sul
femminicidio scritto da Serena Dandini, viene ripreso in
tournée per la stagione teatrale 2015-2016.
Coprodotto da Mismaonda e Centro d’Arte
Contemporanea Teatro Carcano, lo spettacolo vede in
scena, dirette dalla stessa Dandini, tre grandi donne
del teatro italiano: Lella Costa, Orsetta de’ Rossi e Rita
Pelusio.
Attingendo alla cronaca e alle indagini giornalistiche
(ai testi e alle ricerche ha collaborato Maura Misiti,
ricercatrice del CNR), Ferite a morte affronta il dramma
della violenza sulle donne e restituisce voce alle troppe
donne che hanno perso la vita per mano di un uomo
(marito, compagno, amante, “ex”).
Una struggente antologia di monologhi in cui, per una
volta, a parlare sono le donne, quelle che non hanno
potuto farlo da vive o non ne hanno avuto la forza: come
in una Spoon River del femminicidio, raccontano la loro
versione dei fatti e si liberano da una catalogazione arida
e fredda – i morbosi delitti passionali della cronaca nera
– per riprendere vita e spessore.
Messo in scena in forma di lettura-evento, Ferite a
morte ha visto, nel corso del tempo, numerose donne
illustri di tutto il mondo – impegnate nella cultura, nello
spettacolo, nella politica e nella società civile – dare
voce a un immaginario racconto postumo delle vittime,
creando un’occasione di riflessione e coinvolgimento
dell’opinione pubblica, dei media e delle istituzioni.
Lella Costa, Orsetta de’ Rossi e Rita Pelusio si
avvicendano sul palco per dare corpo a queste storie,
alternando il linguaggio del dramma a quello leggero
dell’ironia, in un gioco di contrasti che è proprio della
scrittura della Dandini.
Uno spettacolo che arriva al cuore e alla coscienza degli
spettatori, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le
istituzioni circa un fenomeno che assomiglia sempre
più a una strage, spesso passata sotto silenzio, come un
destino ineluttabile riservato al genere femminile.
Ferite a morte è stato premiato come Miglior Evento
Non Profit / Sociale / CSR del 2015 alla decima edizione
del premio EUBEA – Best European Event Awards,
il cui obiettivo è la valorizzazione dell’evento come
mezzo di comunicazione innovativo.
Il premio ricevuto all’EUBEA testimonia ancora una
volta la potenza sociale dell’iniziativa: un progetto
completamente no profit, senza altri committenti se
non le donne, si è imposto all’attenzione dei direttori
marketing e responsabili eventi delle principali aziende
prima italiane e poi anche europee.
Evento di impegno culturale e sociale, Ferite a morte è
stato realizzato anche grazie alla sensibilità delle molte
donne famose che hanno collaborato e delle aziende che
ci hanno creduto.
Il motore è stato l’indignazione di due donne, Serena
Dandini e la ricercatrice del CNR Maura Misiti, a
seguito della diffusione dei numeri impressionanti di
femminicidio riportati dal primo studio sull’argomento
diffuso delle Nazioni Unite: quasi 50.000 all’anno in
oltre 100 Paesi.
L’esigenza è stata da subito il superamento del
linguaggio cronachistico: si è quindi scelto di ispirarsi
all’Antologia di Spoon River per non limitarsi ad
elencare, per dare voce a tutte quelle donne uccise dai
loro compagni, fratelli, padri attraverso il racconto
postumo delle circostanze della loro morte.
Ne sono venuti fuori spoon atroci e bellissimi: usando
un linguaggio vivace ed ironico, Serena Dandini è
riuscita a ridicolizzare la furia maschile, condannandone
la miseria culturale oltre che la brutalità assassina.
Hanno partecipato all’evento alcune fra le donne più
importanti in Italia e all’estero, attraverso la semplice
lettura di una storia, perché quella storia potrebbe essere,
purtroppo, quella di ogni donna.
Sui palcoscenici italiani e su quello dell’Expo, in
Tunisia e ad Istanbul poco prima dell’esplosione delle
bombe, in Georgia, a Città del Messico, a Lisbona,
e prima ancora al Parlamento Europeo a Bruxelles,
al Palazzo dell’Onu a New York, a Londra, Parigi,
Washington, è salita sul palcoscenico Emma Bonino,
che ha creduto subito e con passione nel progetto; e poi
Vandana Shiva, Laura Boldrini, Elisa, Geppi Cucciari,
Susanna Camusso, Lella Costa, Lilli Gruber, Concita De
Gregorio, Ilaria D’Amico, Angela Finocchiaro, Caterina
Caselli, Paola Cortellesi, Lidia Ravera, Cherie Blaire,
Marina Abramovich, Cecilia Strada, Isabella Ragonese,
Ornella Vanoni, Valeria Golino, Margherita Buy, Isabella
Ferrari, solo per citare alcuni fra i moltissimi nomi. Una
dopo l’altra si sono alternate nella lettura di immaginari
racconti postumi di vittime reali perché, come dice la
Dandini, ogni riferimento a fatti e persone realmente
esistenti non è affatto casuale.
Una grande occasione di riflessione e coinvolgimento
dell’opinione pubblica, dei media e delle istituzioni che
ha contribuito a costruire una rete di protesta a livello
internazionale, fra i primi effetti della quale figura la
ratifica della Convenzione di Istanbul.
[...] Non mi sarei mai aspettata questa forte risposta del
pubblico quando ho iniziato insieme a Maura Misiti,
amica e ricercatrice del CNR, ad analizzare quei terribili
dati sulla violenza alle donne in tutto il mondo.
Una vera e propria strage, che passava spesso sotto
silenzio, quasi come un destino ineluttabile riservato al
genere femminile.
Questi monologhi teatrali nascono proprio dal desiderio
di dare luce e visibilità a storie spesso ridotte dalla
cronaca nera solo a morbosi delitti passionali. Ho
pensato che il teatro con il suo linguaggio diretto potesse
arrivare al cuore e alla coscienza del pubblico più di
tanti discorsi seri a cui spesso siamo assuefatti.
E così miracolosamente è stato. Ho riscritto in totale
libertà e fantasia storie ispirate alla realtà quotidiana di
milioni di donne e bambine vittime di violenza in tutto
il mondo, dando la parola a chi non ha potuto parlare da
viva o non ha avuto la forza necessaria per farlo.
Finalmente da un paradiso tutto al femminile, le donne
di Ferite a morte raccontano la loro versione dei fatti, e
la loro vita, creando un cortocircuito tra dramma e ironia
in una nuova Spoon River internazionale.
Sono particolarmente orgogliosa che attrici straordinarie
come Lella Costa si siano innamorate del progetto
e abbiano deciso di portarlo in tour per l’Italia,
continuando a dare voce e visibilità a questo dramma
infinito.
Tre anni dopo la nostra timida scommessa iniziale e
grazie alla solidarietà di tante “lettrici” appassionate,
Ferite a morte è diventato un progetto internazionale,
una vera e propria mobilitazione che testimonia il
rifiuto di tante donne (e tanti uomini) nei confronti della
violenza di genere.
Ed è proprio questo rifiuto che manifesteremo tanto
nelle nuove tappe del tour nazionale 2015 quanto nelle
diverse trasferte internazionali.
Serena Dandini
Ferite a morte è anche un libro (edito da Rizzoli) e un
sito, www.feriteamorte.it, che raccoglie informazioni,
petizioni, notizie sul tema della violenza di genere.
Comune di Monfalcone
Area Servizi Culturali e Sociali - U. O. Attività Teatrali ed Espositive
con il contributo di
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla Cultura
ente regionale teatrale del Friuli Venezia Giulia
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Programmazione Prosa
ente regionale teatrale del Friuli Venezia Giulia
Roberta Sodomaco
MARTEDì 17, MERCOLEDì 18 NOVEMBRE 2015
Assessore alla Cultura
Paola Benes
Dirigente di Area
Paola Tessaris
[email protected]
www.facebook.com/teatromonfalcone
www.teatromonfalcone.it
FERITE A MORTE
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