LICEO DELLE SCIENZE UMANE “DON l. MILANI

 LICEO DELLE SCIENZE UMANE “DON l. MILANI” GRAGNANO Anno scolastico 2015/16 PROGRAMMAZIONE DIPARTIMENTO SCIENZE UMANE (A036) Coordinatore Lucia Cavallaro PROGRAMMAZIONE DIPARTIMENTO SCIENZE UMANE (A036) Coordinatore Lucia Cavallaro PROGRAMMAZIONE RELATIVA AL PRIMO BIENNIO PREMESSA AL PRIMO BIENNIO Le Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento relativi al Liceo delle Scienze Umane, indicano chiaramente obiettivi che assumono ampiamente alla fine del primo biennio a quanto attualmente richiesto ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione. I contenuti degli Assi culturali previsti dall’allegato al relativo Decreto ministeriale, è finalizzato al raggiungimento di uno “zoccolo di saperi e competenze” comune ai percorsi liceali e al raggiungimento di una solida base di conoscenze e competenze che, di là dal valore legale del titolo di studio, è requisito indispensabile non solo per raggiungere le “competenze chiave di cittadinanza”, ma per avere la possibilità effettiva di proseguire proficuamente il proprio percorso di istruzione. Il Profilo indica i risultati di apprendimento comuni all’istruzione liceale, divisi nelle cinque aree che chiariscono la relazione che deve correre tra contenuti e competenze disciplinari. La pluridisciplinarità dell’insegnamento delle scienze umane si presta particolarmente a contribuire al raggiungimento, nel corso del primo biennio, dei seguenti obiettivi comuni coerenti a tali indicazioni: 1. Area metodologica • Acquisizione un metodo di studio autonomo e flessibile. • Essere consapevoli della diversità dei metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari. • Compiere le necessarie interconnessioni tra i metodi e i contenuti delle singole discipline. 2. Area logico-­‐argomentativa • Saper sostenere una propria tesi e saper ascoltare le argomentazioni altrui. • Acquisire l’abitudine a ragionare con rigore logico. 3. Area linguistica e comunicativa • Padroneggiare la lingua italiana modulando tale competenza a seconda dei diversi contesti e scopi comunicativi; • saper leggere e comprendere testi di diversa natura; • curare l’esposizione orale e saperla adeguare ai diversi contesti. 4. Area storico umanistica • Conoscere i presupposti culturali delle istituzioni politiche, giuridiche, sociali ed economiche, con riferimento particolare all’Italia e all’Europa. • Conoscere gli aspetti fondamentali della cultura italiana ed europea attraverso lo studio delle opere, degli autori delle correnti di pensiero più significativi. Nello specifico, il percorso del liceo delle scienze umane è indirizzato allo studio delle teorie esplicative dei fenomeni collegati alla costruzione dell’identità personale e delle relazioni umane e sociali. Guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità dei processi formativi. Assicura la padronanza dei linguaggi, delle metodologie e delle tecniche di indagine nel campo delle scienze umane. 1 FINALITÀ DELLA DISCIPLINA PRIMO BIENNIO Coerentemente con i risultati di apprendimento peculiari del Liceo delle scienze umane desunti dalle Indicazioni Nazionali, la pluridisciplinarità dell’insegnamento delle scienze umane nel corso del primo biennio si presta particolarmente a contribuire al raggiungimento delle seguenti finalità: • aver acquisito le conoscenze dei principali campi d’indagine delle scienze umane mediante gli apporti specifici e interdisciplinari della pedagogia e della psicologia; • aver raggiunto, attraverso lo studio di opere e di autori significativi del passato, la conoscenza delle principali tipologie educative, relazionali e sociali proprie della cultura occidentale; • saper accostare teorie necessarie per comprendere la varietà della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni educativi e ai processi formativi, ai luoghi e alle pratiche dell’educazione formale e non formale, dell’età antica e del primo medio evo; • possedere gli strumenti indispensabili per utilizzare, le principali metodologie relazionali e comunicative. Le finalità dell’insegnamento pluridisciplinare delle Scienze Umane prevedono che al termine del percorso liceale lo studente si orienti con i linguaggi propri delle scienze umane nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costituisce in quanto persona e come soggetto di reciprocità e di relazioni: l’esperienza di se e dell’altro, le relazioni interpersonali, le relazioni educative, le forme di vita sociale e di cura per il bene comune, le forme istituzionali in ambito socio-­‐educativo, le relazioni con il mondo delle idealità e dei valori. OBIETTIVI DIDATTICI PRIMO BIENNIO Nel corso del primo biennio tali finalità si conseguono attraverso gli obiettivi specifici degli insegnamenti di Pedagogia e Psicologia che nel dettaglio così si sviluppano: • Attraverso la Pedagogia lo studente comprende, in correlazione con lo studio della storia, lo stretto rapporto tra l’evoluzione delle forme storiche della civiltà e i modelli educativi, familiari, scolastici e sociali, messi in atto tra l’età antica e il Medioevo. Scopo dell’insegnamento è soprattutto quello di rappresentare i luoghi e le relazioni attraverso le quali nelle età antiche si è compiuto l’evento educativo. • Attraverso la Psicologia, lo studente comprende la specificità della psicologia come disciplina scientifica e conosce gli aspetti principali del funzionamento mentale, sia nelle sue caratteristiche di base, sia nelle sue dimensioni evolutive e sociali. Lo studente coglie la differenza tra la psicologia scientifica e quella del senso comune, sottolineando le esigenze di verificabilità empirica e di sistematicità teorica cui la prima cerca di adeguarsi. Il dipartimento ritiene corretto perseguire sia al primo che al secondo anno gli obiettivi specifici di entrambe le discipline, dividendo il monte ore disponibile ai due insegnamenti (due ore settimanali per ciascuna disciplina), e di scindere in due parti i contenuti stabiliti dalle Indicazioni Nazionali. Alla luce di tale scansione biennale ci sembra opportuno indicare con ancora maggiore precisione gli obiettivi didattici che riteniamo necessario perseguire per ogni annualità al fine di realizzare quanto prescritto dalle indicazioni nazionali nel corso del biennio. Per cui individuiamo gli: OBIETTIVI DIDATTICI PER IL PRIMO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Cogliere nelle esperienze personali e nei fenomeni sociali una valenza educativa; 2 •
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distinguere nel sociale le forme istituzionali e non presenti nei processi educativi e formativi; cogliere l'educazione come processo di crescita umana e individuare le variabili che ne possono impedire l'attuazione; contestualizzare teorie e sistemi formativi in rapporto alle situazioni storiche ed ai relativi modelli culturali; utilizzare un lessico tecnico per designare situazioni e comportamenti relativi al campo educativo. •
OBIETTIVI MINIMI PER IL PRIMO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Cogliere nell’esperienza personale una valenza educativa; • cogliere l’educazione come processo di crescita umana nel suo sviluppo storico; • contestualizzare teorie e modelli formativi alle situazioni storico; • utilizzare un lessico appropriato. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL PRIMO ANNO -­‐ PSICOLOGIA • Individuare le scienze umane, definirne gli ambiti di ricerca e le metodologie adoperate dalle stesse; • comprendere il carattere scientifico della psicologia, e avvicinarsi all’uso della terminologia tecnica specifica della disciplina; • essere in grado di realizzare un confronto tra le conoscenze acquisite e le esperienze personali. • sviluppare le proprie capacità dialogiche a partire dalle conoscenze disciplinari; • conoscere i processo cognitivi di base e complessi: la percezione come organizzazione e costruzione, l’apprendimento nelle sue diverse forme, il linguaggio e la sua struttura, il pensiero e le sue forme; OBIETTIVI MINIMI PER IL PRIMO ANNO -­‐ PSICOLOGIA • Acquisire i saperi minimi riferiti ai contenuti disciplinari • analizzare semplici problemi di natura psicosociale, vicini all’esperienza quotidiana ed individuarne le possibili cause; • applicare le principali tecniche di raccolta ed elaborazione dei dati a situazioni concrete; • comprendere il valore strumentale della psicologia per lo studio di altre discipline; • acquisire il linguaggio specifico della disciplina, non solo per la mera esposizione dei contenuti appresi, ma altresì, quale strumento tecnico necessario per addentrarsi in studi più specialistici. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL SECONDO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Acquisizione di una conoscenza articolata del processo di funzionamento dei differenti sistemi educativi (formali ed informali); • capacità di leggere gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di processi integrati di crescita umana; • acquisire in particolare l'abitudine all'uso appropriato dei linguaggi delle scienze dell'educazione; • capacità di riconoscere l'educazione come radicale condizione modificativa dell'esperienza umana civilizzatrice, coniugandola con le relative vicende storiche e culturali. OBIETTIVI MINIMI PER IL SECONDO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Comprendere l’educazione come processo storico di civilizzazione; • valutare quanto l’educazione incide sullo sviluppo della personalità e del linguaggio; • essere in grado di formulare semplici ipotesi operative di intervento educativo rispetto ai particolari problemi posti dal proprio ambiente; • riuscire ad operare semplici collegamenti tra le varie epoche studiate e la loro cultura educativa; 3 • saper decodificare, nelle linee essenziali, un testo pedagogico. OBIETTIVI DIDATICI PER IL SECONDO ANNO -­‐ PSICOLOGIA • Conoscere le strutture di base e funzioni elementari dei processi psichici chiave delle relazioni e del comportamento sociale. • conoscere le dinamiche della comunicazione. • conoscere i principali dinamiche dei processi formativi e della comunicazione in situazione scolastica. • acquisire il linguaggio specifico della disciplina, non solo per la mera esposizione dei contenuti appresi, ma altresì quale strumento tecnico per addentrarsi in studi più specialistici. • Conoscere la stretta relazione tra le dinamiche psichiche dell’individuo e i processi educativi che si realizzano nelle diverse agenzie educative. OBIETTIVI MINIMI PER IL SECONDO ANNO -­‐ PSICOLOGIA • Acquisire i saperi minimi riferiti ai contenuti disciplinari • analizzare semplici problemi di natura comunicativa, vicini all’esperienza quotidiana ed individuarne le possibili cause; • comprendere il valore strumentale della psicologia per lo studio di altre discipline, in particolar modo delle scienze della formazione; • acquisire il linguaggio specifico della disciplina, non solo per la mera esposizione dei contenuti appresi, ma altresì, quale strumento tecnico necessario per addentrarsi in studi più specialistici. CONOSCENZE PRIMO BIENNIO Il raggiungimento di tali obiettivi dovrà essere ottenuto calandoli nella pratica didattica quotidiana, sotto forma di unità e moduli, mediante l’acquisizione di conoscenze relative ai contenuti delle singole discipline che, essendo prescrittivamente descritti nelle Indicazioni Nazionali, vengono qui indicati nella scansione per annualità e periodi, consapevoli del fatto che poi ogni docente modulerà queste indicazioni in relazione alla classe nella quale opererà e alle proprie scelte didattiche. Tale scansione tiene anche conto, oltre che degli obiettivi specifici di apprendimento e dei contenuti delle Indicazioni Nazionali, della proposta che il dipartimento ha maturato relativamente al libro di testo di riferimento che è: Clemente, Danieli, Avalle, Maranzana – Il libro delle scienze umane – Paravia. PRIMO ANNO -­‐ PEDAGOGIA (Primo periodo) • Unità 14 -­‐ La cultura e la sua trasmissione: istruzione ed educazione 1. L’essere umano e la cultura 2. Il processo formativo: fra istruzione ed educazione • Unità 15-­‐ La pedagogia e la storia della pedagogia 1. La pedagogia come riflessione sull’educazione 2. Storia della pedagogia e storia dell’educazione • Unità 16 -­‐ L’educazione nelle società senza scrittura 1. L’educazione informale 2. Le iniziazioni e il loro significato 3. Narrazione, scrittura e scuola 4 •
Unità 17 -­‐ Educazione e scrittura tra Mediterraneo e Oriente 1. In Egitto e in Mesopotamia: l’educazione dei sacerdoti e degli scribi 2. In estremo oriente: l’India e la Cina (Secondo Periodo) • Unità 18 -­‐ L’educazione ebraica dalle origini alla “grande diaspora” 1. I caratteri generali dell’educazione ebraica 2. L’educazione in famiglia 3. L’educazione sociale: profeti, sacerdoti, sapienti. 4. L’educazione scolastica • Unità 19 -­‐ La prima educazione ellenica 1. L’areté aristocratica dell’età arcaica 2. La nuova virtù politica della città-­‐Stato • Unità 20 -­‐ La Paidéia filosofica tra i sofisti, Socrate e Platone 1. I sofisti, maestri dell’arte politica 2. Socrate educatore che “sa di non sapere” 3. Platone e il legame tra Stato, giustizia ed educazione • Unità 21 -­‐ Il tramonto della polis e l’educazione: Senofonte, Isocrate, Aristotele 1. Senofonte e il modello educativo persiano 2. Isocrate e la nuova paidéia panellenica 3. Aristotele La presentazione delle varie tematiche sarà principalmente svolta attraverso l’analisi di documenti, testimonianze e opere relative a ciascun periodo, con particolare riferimento ai poemi omerici e alla Bibbia, a Platone, Isocrate, Aristotele. PRIMO ANNO -­‐ PSICOLOGIA (Primo periodo) • Unità Introduttiva -­‐ Dall’anima al computer: la psicologia e la sua storia 1. L’eredità della filosofia 2. I contributi della fisiologia 3. La psicologia, finalmente … 4. La psicologia oggi • Unità 1 – Mente e realtà : La percezione 1. Una finestra sul mondo 2. La percezione al lavoro 3. Il lato inquietante della percezione • Unità 2 – Uomini di parole: Il linguaggio 1. Comunicazione, linguaggi, lingue 2. Gli elementi della comunicazione linguistica 3. Funzioni e usi sociali del linguaggio verbale 4. Sviluppo e disturbi del linguaggio verbale (Secondo Periodo) • Unità 3 – Pensiero e intelligenza 1. Il pensiero e le sua forme 2. L’intelligenza e la sua misurazione 3. Le teorie sull’intelligenza • Unità 4 – Un’esperienza universale: l’apprendimento 5 •
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1. Alla ricerca di una definizione 2. L’apprendimento come condizionamento 3. L’apprendimento cognitivo 4. Imparare dagli altri Unità 5 – Il lato socio-­‐affettivo dell’apprendere: motivazioni e attribuzioni 1. Le motivazioni, ovvero le “molle” dell’agire 2. Spinte motivazionali e apprendimento 3. Le attribuzioni: come dare un significato a quel che ci accade 4. Le attribuzioni nella vita scolastica Unità 6 – Il territorio dell’inconscio: la psicanalisi 1. Quell’oscuro oggetto del pensiero… 2. Esplorare l’inconscio 3. L’inconscio nella vita quotidiana 4. La teoria freudiana della sessualità 5. La psiche umana: una sfida a tre 6. Dall’individuo alla società SECONDO ANNO -­‐ PEDAGOGIA (Primo periodo) • Unità 22 -­‐ La Paidéia ellenistica 1. L’ideale della “formazione generale” 2. Il curricolo educativo ellenistico 3. Plutarco e l’educazione liberale 4. L’educazione “spirituale” di Plotino 5. La critica ai fondamenti dell’educazione ellenistica • Unità 23 -­‐ L’ideale e le forme educative a Roma 1. L’educazione romana delle origini: il mos maiorum e Catone 2. L’ellenizzazione dell’educazione romana 3. L’età imperiale e il nuovo ideale educativo (Secondo Periodo) • Unità 24 -­‐ La nascita della pedagogia cristiana 1. La nuova pedagogia cristiana 2. Le prime istituzioni educative del cristianesimo 3. I Padri greci: la conciliazione tra il messaggio cristiano e la paidéia 4. I Padri latini nuovi modelli formativi • Unità 25 -­‐ L’educazione del monaco e del cavaliere nell’alto medioevo 1. Benedetto da Norcia: il valore della preghiera e del lavoro 2. Marco Aurelio Cassiodoro: il valore della cultura 3. Gregorio Magno: il programma educativo della Chiesa 4. I “sistematori” della cultura antica 5. L’età carolingia e la riforma della cultura e dell’educazione La presentazione delle varie tematiche sarà principalmente svolta attraverso l’analisi di documenti, testimonianze e opere relative a ciascun periodo, con particolare riferimento a Cicerone, Quintiliano, Seneca, Agostino, Benedetto da Norcia. SECONDO ANNO -­‐ PSICOLOGIA 6 (Primo periodo) • Unità 7 – Noi e gli altri: influenza e cognizione sociale 1. L’influenza sociale 2. Studi classici sull’influenza sociale 3. La cognizione sociale • Unità 8 – Stereotipi e pregiudizi 1. Le gabbie inevitabili e rischiose: gli stereotipi 2. Oltre la dimensione cognitiva: il pregiudizio • Unità 9 – Le molte facce della comunicazione 1. La comunicazione come trasmissione 2. La comunicazione come azione (Secondo Periodo) • Unità 10 – Educazione: le parole per dirlo 1. Che cosa significa educare 2. Perché educare 3. La riflessione sull’educazione • Unità 11 – L’educazione in famiglia 1. La famiglia nelle scienze umane 2. La famiglia nella società: identità e trasformazioni 3. La famiglia come ambiente di crescita e di apprendimento • Unità 12 – L’educazione a scuola 1. Scuola e società 2. La relazione educativa 3. La scuola nella società che cambia • Unità 13 – A ciascuno il suo metodo 1. Utilizzare al meglio le proprie capacità: il metodo 2. Come usiamo la nostra mente: gli stili cognitivi 3. Conoscere il proprio stile cognitivo 4. Dalla teoria alla pratica: qualche consiglio per organizzare meglio lo studio CONOSCENZE MINIME PRIMO BIENNIO Le conoscenze minime sono determinate in virtù dell’applicazione degli obiettivi minimi previsti per la disciplina, quando calati nelle singole unità. Le singole conoscenze sono perciò valutate, in base ad appositi criteri di valutazione appresso descritti, nella misura in cui contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi previsti. A titolo puramente indicativo si individuano alcuni elementi per ciascuna unità che appaiono indispensabili allo scopo suddetto, pur nella consapevolezza che la natura multidisciplinare delle scienze umane non può prevedere una soglia di conoscenze indispensabili per ogni singola disciplina essendo la valutazione complessiva e che tutti i contenuti proposti contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi e delle finalità delle scienze umane. PRIMO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Definire il rapporto tra essere umano e cultura • Definire i termini pedagogia ed educazione • Riconoscere i caratteri dell’educazione informale • Cogliere il rapporto tra educazione e scrittura • Comprendere il rapporto tra educazione e religione 7 • Descrivere i processi educativi nelle città-­‐stato • Comprendere il nesso tra pedagogia e filosofia • Collocare storicamente la crisi della polis e del suo modello educativo PRIMO ANNO -­‐ PSICOLOGIA • Definire correttamente la psicologia • Riconoscere le differenti modalità percettive • Saper organizzare correttamente gli elementi della comunicazione • Riconoscere le diverse definizioni possibili di intelligenza • Distinguere gli apprendimenti comportamentisti da quelli cognitivisti • Comprendere il rapporto tra motivazioni e apprendimento • Esporre la teoria della psicanalisi SECONDO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Definire l’enkyklios paidéia • Descrivere le forme educative del periodo romano • Cogliere il valore pedagogico del cristianesimo • Comprendere il valore della cultura dell’età medioevale SECONDO ANNO -­‐ PSICOLOGIA • Intendere la forze della pressione sociale sugli individui • Riconoscere stereotipi e pregiudizi • Definire i molti aspetti della comunicazione • Comprendere il valore dell’educazione • Riconoscere la famiglia come ambiente di crescite • Definire gli aspetti di una relazione educativa COMPETENZE PRIMO BIENNIO Relativamente al primo biennio, pur nel rispetto di quanto enunciato dalle Linee generali e competenze indicate per l’insegnamento delle scienze umane, riteniamo necessario indicare le competenze che è ragionevole ottenere attraverso tale insegnamento e i contenuti proposti, tenuto conto che le competenze complessive siano da realizzarsi nel corso dell’intero quinquennio PRIMO ANNO -­‐ ENTRAMBE LE DISCIPLINE • Leggere, comprendere e interpretare testi di vario tipo. • Individuare collegamenti e relazioni tra conoscenze teoriche acquisite e la realtà pratica. • Collaborare e partecipare interagendo in gruppo per valorizzare le proprie e altrui capacità, contribuendo all’apprendimento comune e alla realizzazione delle attività collettive. • Affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi. • Individuare collegamenti e relazioni tra concetti diversi, elaborando argomentazioni coerenti. • Organizzare il proprio apprendimento individuando, scegliendo e utilizzando varie fonti e modalità di informazione e formazione. • Elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio. SECONDO ANNO -­‐ ENTRAMBE LE DISCIPLINE 8 •
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Comprendere messaggi di genere letterario e saperli esporre in modo adeguato. Acquisire e interpretare l’informazione ricevute nei diversi ambiti e attraverso diversi strumenti comunicativi. Rappresentare un’esperienza in relazione ad un argomento studiato, motivandone la scelta. Acquisire e interpretare l’informazione ricevuta valutandola criticamente. Collaborare e interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista in relazione ad un argomento di studio. Sviluppare una riflessione personale in relazione ad un argomento studiato. •
COMPETENZE MINIME PRIMO ANNO -­‐ ENTRAMBE LE DISCIPLINE • Assumere ed esercitare comportamenti ed atteggiamenti aperti all'accettazione ed interazione con l'altro; • valutare in chiave critica, sia pur a livello embrionale, le potenzialità e nel contempo, i limiti delle scienze umane, nello studio dell’interazione dell’individuo nel sociale, e dei processi di formazione; • essere capace di cogliere l’educazione come processo di crescita umana nell’integrazione individuo-­‐
società; SECONDO ANNO -­‐ ENTRAMBE LE DISCIPLINE • Formulare ipotesi operative di intervento educativo rispetto ai problemi particolari posti nel proprio ambiente; • acquisizione di metodi nell'analisi delle fonti storiche dell'educazione e della formazione; • acquisire l'abitudine a contestualizzare i fenomeni educativi e nella loro complessità storica, sociale, istituzionale e culturale; • analizzare fenomeni di natura psicopedagogica, legati al vissuto quotidiano per individuare le possibili dinamiche sottostanti e gli eventuali correttivi. 9 PROGRAMMAZIONE DIPARTIMENTO SCIENZE UMANE (A036) Coordinatore Lucia Cavallaro PROGRAMMAZIONE RELATIVA AL SECONDO BIENNIO E AL QUINTO ANNO PREMESSA AL SECONDO BIENNIO E QUINTO ANNO Relativamente al secondo biennio e al quinto anno, il Dipartimento, consultatosi col Dirigente Scolastico, decide all’unanimità, pur nel rispetto della scansione biennale proposta dalle Indicazioni Nazionali, di apportare una sostanziale modifica alla distribuzione dei contenuti disciplinari proposti. Se applicata acriticamente, la scansione dei contenuti per il secondo biennio prevedrebbe la distribuzione del monte ore settimanale (composto da 5 ore) in ben quattro diverse tipologie di contenuti disciplinari, relativi alla pedagogia, psicologia, sociologia e antropologia. Alla luce del fatto che tale carico di lavoro, così scansionato sarebbe gravoso per gli allievi, e certamente foriero di enormi difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi disciplinari, soprattutto per la necessità di sminuzzare i contenuti in vere e proprio “pillole di conoscenza” che finirebbero per creare dispersione nei tempi di studio e incoerenza nella proposta educativa, il dipartimento propone relativamente alla distribuzione dei contenuti disciplinari del secondo biennio e del quinto anno: • l’accorpamento dei contenuti disciplinari biennali relativi alla Psicologia, da espletarsi nel corso della sola classe terza in due ore settimanali; • l’accorpamento dei contenuti disciplinari biennali relativi alla Sociologia, da espletarsi nel corso della sola classe quarta in due ore settimanali; • la distribuzione dei contenuti disciplinari relativi alla Antropologia, da espletarsi nel corso delle classi terza e quarta per un’ora settimanale; • la distribuzione dei contenuti disciplinari relativi alla Pedagogia, da espletarsi nel corso delle classi terza e quarta per due ore settimanali. • La distribuzione dei contenuti disciplinari per la classe quinta, alla luce delle decisioni relative alla distribuzione dei contenuti nel secondo biennio, sarà così distribuita: due ore per la pedagogia; due ore per la sociologia, un’ora per l’antropologia. Tale distribuzione permette una offerta formativa basata su sole tre discipline, sia per il terzo che per il quarto anno di corso, piuttosto che quattro. Consente di espletare tutti i contenuti proposti per il secondo biennio nei tempi dettati dalle Indicazioni Nazionali, e infine consente di collegare meglio i contenuti disciplinari della Psicologia con quanto proposto nel primo biennio, e di collegare meglio i contenuti disciplinari dell’Antropologia e della Sociologia con quanto si andrà a proporre nelle classi quinte. Sarà ovviamente cura di questo dipartimento apportare eventuali modifiche correttiva qualora tale distribuzione dei carichi di lavoro non dovesse essere efficace come si ritiene. Ovviamente i docenti sia durante il terzo che il quarto anno potranno apportare modifiche correttive alla distribuzione degli orari interni di ogni classe adattandoli alle esigenze degli allievi e dei contenuti disciplinari proposti. Di contro il raggiungimento degli obiettivi disciplinari e l’offerta dei contenuti, proposti complessivamente nel corso del secondo biennio, dovranno comunque rispettare quanto prescritto dalle Indicazioni Nazionali relativamente all’insegnamento delle Scienze Umane. Relativamente al secondo biennio e al quinto anno, le Indicazioni Nazionali, indicano chiaramente obiettivi comuni a tutti i percorsi liceali, divisi nelle cinque aree che chiariscono la relazione che deve correre tra contenuti e competenze disciplinari. 10 La pluridisciplinarità dell’insegnamento delle scienze umane, attraverso il raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento relativi al Liceo delle Scienze Umane, si presta particolarmente a contribuire al raggiungimento dei seguenti obiettivi comuni coerenti a tali indicazioni: 1. Area metodologica • Aver acquisito un metodo di studio autonomo e flessibile, che consenta di condurre ricerche e approfondimenti personali e di continuare in modo efficace i successivi studi superiori, naturale prosecuzione dei percorsi liceali, e di potersi aggiornare lungo l’intero arco della propria vita. • Essere consapevoli della diversità dei metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado valutare i criteri di affidabilità dei risultati in essi raggiunti. • Saper compiere le necessarie interconnessioni tra i metodi e i contenuti delle singole discipline. 2. Area logico-­‐argomentativa • Saper sostenere una propria tesi e saper ascoltare e valutare criticamente le argomentazioni altrui. • Acquisire l’abitudine a ragionare con rigore logico, ad identificare i problemi e a individuare possibili soluzioni. • Essere in grado di leggere e interpretare criticamente i contenuti delle diverse forme di comunicazione. 3. Area linguistica e comunicativa • Padroneggiare pienamente la lingua italiana e in particolare: • Dominare la scrittura in tutti i suoi aspetti, da quelli elementari (ortografia e morfologia) a quelli più avanzati (sintassi complessa, precisione e ricchezza del lessico, anche letterario e specialistico), modulando tali competenze a seconda dei diversi contesti e scopi comunicativi; • Saper leggere e comprendere testi complessi di diversa natura, cogliendo le implicazioni e le sfumature di significato proprie di ciascuno di essi, in rapporto con la tipologia e il relativo contesto storico e culturale; • Curare l’esposizione orale e saperla adeguare ai diversi contesti. 4. Area storico umanistica • Conoscere i presupposti culturali e la natura delle istituzioni politiche, giuridiche, sociali ed economiche, con riferimento particolare all’Italia e all’Europa, e comprendere i diritti e i doveri che caratterizzano l’essere cittadini. • Conoscere, con riferimento agli avvenimenti, ai contesti geografici e ai personaggi più importanti, la storia d’Italia inserita nel contesto europeo e internazionale, dall’antichità sino ai giorni nostri. • Utilizzare metodi (prospettiva spaziale, relazioni uomo-­‐ambiente, sintesi regionale), concetti (territorio, regione, localizzazione, scala, diffusione spaziale, mobilità, relazione, senso del luogo...) e strumenti (carte geografiche, sistemi informativi geografici, immagini, dati statistici, fonti soggettive) della geografia per la lettura dei processi storici e per l’analisi della società contemporanea. • Conoscere gli aspetti fondamentali della cultura e della tradizione letteraria, artistica, filosofica, religiosa italiana ed europea attraverso lo studio delle opere, degli autori e delle correnti di pensiero più significativi e acquisire gli strumenti necessari per confrontarli con altre tradizioni e culture. • Collocare il pensiero scientifico, la storia delle sue scoperte e lo sviluppo delle invenzioni tecnologiche nell’ambito più vasto della storia delle idee. 5. Area scientifica, matematica e tecnologica 11 •
Essere in grado di utilizzare criticamente strumenti informatici e telematici nelle attività di studio e di approfondimento; comprendere la valenza metodologica dell’informatica nella formalizzazione e modellizzazione dei processi complessi e nell’individuazione di procedimenti risolutivi. 12 FINALITÀ DELLA DISCIPLINA SECONDO BIENNIO E QUINTO ANNO Coerentemente con i risultati di apprendimento peculiari del Liceo delle scienze umane desunti dalle Indicazioni Nazionali, la pluridisciplinarità dell’insegnamento delle scienze umane nel corso del secondo biennio e del quinto anno si presta particolarmente a contribuire al raggiungimento delle seguenti finalità: “Il percorso del liceo delle scienze umane è indirizzato allo studio delle teorie esplicative dei fenomeni collegati alla costruzione dell’identità personale e delle relazioni umane e sociali. Guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità dei processi formativi. Assicura la padronanza dei linguaggi, delle metodologie e delle tecniche di indagine nel campo delle scienze umane” (art. 9 comma 1). Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni, dovranno: • aver acquisito le conoscenze dei principali campi d’indagine delle scienze umane mediante gli apporti specifici e interdisciplinari della cultura pedagogica, psicologica e socio-­‐antropologica; • aver raggiunto, attraverso la lettura e lo studio diretto di opere e di autori significativi del passato e contemporanei, la conoscenza delle principali tipologie educative, relazionali e sociali proprie della cultura occidentale e il ruolo da esse svolto nella costruzione della civiltà europea; • saper identificare i modelli teorici e politici di convivenza, le loro ragioni storiche, filosofiche e sociali, e i rapporti che ne scaturiscono sul piano etico-­‐civile e pedagogico educativo; • saper confrontare teorie e strumenti necessari per comprendere la varietà della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni educativi e ai processi formativi, ai luoghi e alle pratiche dell’educazione formale e non formale, ai servizi alla persona, al mondo del lavoro, ai fenomeni interculturali; • possedere gli strumenti necessari per utilizzare, in maniera consapevole e critica, le principali metodologie relazionali e comunicative, comprese quelle relative alla media education. OBIETTIVI DIDATTICI SECONDO BIENNIO Nel corso del secondo biennio tali finalità si conseguono attraverso gli obiettivi specifici degli insegnamenti di Pedagogia, Psicologia, Sociologia e Antropologia che nel dettaglio così si sviluppano: • Attraverso la Pedagogia lo studente comprende, a partire dai grandi movimenti da cui prende origine la civiltà europea – la civiltà monastica, gli ordini religiosi, le città e la civiltà comunale – lo studente accosta in modo più puntuale il sapere pedagogico come sapere specifico dell’educazione, comprende le ragioni del manifestarsi dopo il XV-­‐XVI secolo di diversi modelli educativi e dei loro rapporti con la politica, la vita economica e quella religiosa, del rafforzarsi del diritto all’educazione anche da parte dei ceti popolari, della graduale scoperta della specificità dell’età infantile ed infine del consolidarsi tra Sette e Ottocento della scolarizzazione come aspetto specifico della modernità. • Attraverso la Psicologia, sono affrontati in maniera più sistematica: - i principali metodi di indagine della psicologia, i tipi di dati (osservativi, introspettivi ecc.), insieme alle relative procedure di acquisizione (test, intervista, colloquio ecc.); - Le principali teorie sullo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale lungo l’intero arco della vita e inserito nei contesti relazionali in cui il soggetto nasce e cresce (famiglia, gruppi, comunità sociale). - Vengono anche presentate alcune ricerche classiche e compiute esercitazioni pratiche per esemplificare, attraverso una didattica attiva, nozioni e concetti. • Attraverso la Sociologia, in correlazione con gli studi storici e le altre scienze umane lo studente affronta i seguenti contenuti: 13 •
il contesto storico-­‐culturale nel quale nasce la sociologia: la rivoluzione industriale e quella scientifico-­‐
tecnologica; le diverse teorie sociologiche e i diversi modi di intendere individuo e società ad esse sottesi. Attraverso l’Antropologia, lo studente acquisisce le nozioni fondamentali relative al significato che la cultura riveste per l'uomo, comprende le diversità culturali e le ragioni che le hanno determinate anche in collegamento con il loro disporsi nello spazio geografico. Alla luce di tali indicazioni ci sembra opportuno indicare con ancora maggiore precisione gli obiettivi didattici che riteniamo necessario perseguire per ogni annualità al fine di realizzare quanto prescritto dalle indicazioni nazionali. Per cui individuiamo gli: OBIETTIVI DIDATTICI PER IL TERZO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Acquisizione di una conoscenza riflessa del processo di funzionamento dei differenti sistemi educativi dell’età moderna; • capacità di riconoscere l'educazione come radicale condizione modificativa dell'esperienza umana civilizzatrice, coniugandola con le relative vicende storiche e culturali; • acquisire in particolare l'abitudine a contestualizzare i fenomeni educativi e nella loro complessità storica, sociale, istituzionale e culturale; • acquisire in particolare l'abitudine all'uso appropriato dei linguaggi delle scienze dell'educazione; • maturare un orientamento e un interesse più specifico per le scienze dell'educazione, ovvero per la dimensione formativa dei servizi alla persona e alle comunità. OBIETTIVI MINIMI PER IL TERZO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Cogliere la prospettiva dell’educabilità dell’essere umano che da “individuo” diventa “persona”; • descrivere gli aspetti generali che caratterizzano l’uomo come essere sociale e culturale; • comprendere il valore dell’educazione nel suo duplice aspetto: come pratica quotidiana e come oggetto di riflessione di un sapere specifico: la pedagogia. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL TERZO ANNO -­‐ PSICOLOGIA • Indicare e distinguere i principali temi di ricerca, nuclei problematici e metodologie di ricerca sperimentale ed empirica, in particolare pertinenti le aree della psicologia cognitiva, psicologia sociale, evolutiva, educativa, dei mass media; • saper citare le denominazioni ed i campi di ricerca distintivi delle principali scuole psicologiche operanti nelle aree sopra citate, e solo alcuni dei principali autori di riferimento per tali scuole; • essere in grado di cooperare allo svolgimento di una ricerca in area psicosociale, rispettando una corretta impostazione metodologica; • dimostrare l'uso appropriato di terminologia e lessico appropriati per la definizione dei concetti psicologici. OBIETTIVI MINIMI PER IL TERZO ANNO -­‐ PSICOLOGIA • Usare almeno in parte il linguaggio scientifico-­‐tecnico proprio della disciplina; • conoscere i principali ambiti di ricerca delle diverse aree tematiche; • confrontare tra competenze acquisite e esperienze personali; • aver acquisito parte dei principi propri della ricerca scientifica nell’ambito della disciplina; • porre parte delle conoscenze acquisite a servizio di un progetto interdisciplinare; 14 • sostenere una discreta capacità di dialogo a partire dalle conoscenze della disciplina. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL TERZO ANNO – ANTROPOLOGIA • Comprendere il concetto antropologico di cultura; • diversificare le culture e ne coglie la grande varietà collocandole storicamente e geograficamente; • identificare le ragioni epistemologiche dell’antropologia culturale; • confrontare le diverse teorie dell’antropologia culturale; • conoscere tecniche e metodi dell’antropologia. OBIETTIVI MINIMI PER IL TERZO ANNO – ANTROPOLOGIA • Chiarire il concetto antropologico di cultura; • esporre i principi e i concetti fondamentali delle teorie antropologiche. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL QUARTO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Cogliere nell'esperienza personale, nei fenomeni sociali, una valenza educativa; • distinguere nell'universo sociale le forme istituzionali e non, presenti nei processi educativi e formativi; • cogliere l'educazione come processo di crescita umana nell'integrazione individuo -­‐ società; • individuare le variabili soggettive ed oggettive che possono impedire l'attuazione di tale crescita; • applicare modelli epistemologici appropriati allo studio dell'evoluzione storica delle teorie e dei sistemi educativi; • contestualizzare teorie e sistemi formativi in rapporto alle situazioni storiche ed ai relativi modelli culturali; • interpretare il ruolo incisivo del discorso pedagogico rispetto alla condizione dell'uomo moderno. OBIETTIVI MINIMI PER IL QUARTO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Cogliere nell’esperienza personale una valenza educativa; • cogliere l’educazione come processo di crescita umana nel suo sviluppo storico; • contestualizzare teorie e modelli formativi alle situazioni storiche; • utilizzare un lessico appropriato per designare situazioni e comportamenti relativi al campo educativo; • acquisizione di una conoscenza riflessa del processo di funzionamento dei differenti sistemi educativi dell’età moderna. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL QUARTO ANNO -­‐ SOCIOLOGIA • Conoscere le linee essenziali circa le condizioni che hanno determinato la nascita delle sociologia come scienza; • identificare i processi attraverso i quali si creano le diverse teorie sociologiche e i diversi modi di intendere individuo e società ad esse sottesi e analizzarne gli aspetti positivi e negativi in rapporto allo sviluppo personale e delle società; • avviare alla consapevolezza dell’ impossibilità di comprendere l’individuo senza considerare l’interazione col contesto sociale. OBIETTIVI MINIMI PER IL QUARTO ANNO -­‐ SOCIOLOGIA • Utilizzare il linguaggio tecnico specifico della disciplina; • conoscere i concetti fondamentali della sociologia; • conoscere le tecniche fondamentali della ricerca sociologica; 15 • essere in grado ci cooperare allo svolgimenti di lavori di gruppo. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL QUARTO ANNO – ANTROPOLOGIA • Descrivere i diversi tipi di società umana; • chiarire le modalità di adattamento all’ambiente delle diverse culture; • differenziare l’economia, l’organizzazione politica e le condizioni di vita delle diverse culture; • riconoscere le diversità del concetto di famiglia e di parentela; • individuare i differenti rapporti tra le persone all’interno della società. OBIETTIVI MINIMI PER IL QUARTO ANNO – ANTROPOLOGIA • Illustrare la classificazione delle società umane, avendone chiari i criteri e i limiti; • spiegare le diverse forme che la famiglia assume e la nozione di parentela. CONOSCENZE SECONDO BIENNIO Il raggiungimento di tali obiettivi dovrà essere ottenuto calandoli nella pratica didattica quotidiana, sotto forma di unità e moduli, mediante l’acquisizione di conoscenze relative ai contenuti delle singole discipline che, essendo prescrittivamente descritti nelle Indicazioni Nazionali, vengono qui indicati nella scansione per annualità e periodi, consapevoli del fatto che poi ogni docente modulerà queste indicazioni in relazione alla classe nella quale opererà e alle proprie scelte didattiche. Tale scansione tiene anche conto, oltre che degli obiettivi specifici di apprendimento e dei contenuti delle Indicazioni Nazionali, della proposta che il dipartimento ha maturato relativamente ai libri di testo di riferimento che sono: Avalle, Maranzana – Pedagogia – storia e temi – Dalla scolastica al positivismo – Paravia Clemente/Danieli – Scienze Umane: Antropologia, Sociologia, Psicologia-­‐ Paravia TERZO ANNO -­‐ PEDAGOGIA (Primo Periodo) • Unità 1 – L’educazione dai Comuni alla Scolastica • Capitolo 1 -­‐ L’educazione laica nel basso medioevo 1. Lo sviluppo dell’istruzione superiore e la nascita delle Università 2. La formazione borghese e popolare: arti e mestieri 3. La formazione aristocratica: il cavaliere 4. La letteratura educativa: scritti morali e didascalici 5. Gli ordini mendicanti e la predicazione popolare • Capitolo 2 -­‐ L’epoca d’oro della Scolastica e il suo modello educativo 1. Il problema dominante della scolastica 2. Bonaventura: Cristo unico maestro 3. Ugo di San Vittore e il Didascalicòn 4. Tommaso d’Aquino e il problema dell’insegnamento • Capitolo 3 -­‐ Un modello alternativo: la pedagogia araba 1. La cultura araba in Europa 2. I caratteri generali dell’educazione islamica 3. Il dovere di istruire e la gerarchia degli insegnamenti 16 4. L’organizzazione dell’istruzione • Unità 2 – Umanesimo, Rinascimento e educazione • Capitolo 1 -­‐ L’Italia tra Umanesimo e Rinascimento 1. Gli studia humanitatis e l’educazione 2. L’educazione del principe e del cittadino 3. La scuola umanistico-­‐rinascimentale 4. La rilettura rinascimentale dei modelli umanistici (Secondo Periodo) • Capitolo 2 -­‐ La pedagogia umanistica e rinascimentale in Europa 1. Erasmo da Rotterdam: umanesimo e riforma globale 2. Rabelais: la polemica nei confronti della cultura medioevale 3. Montaigne: contro il pedantismo 4. Moro: l’educazione nel paese di Utopia • Unità 3 – La pedagogia nell’età della Riforma • Capitolo 1 -­‐ La pedagogia della Riforma protestante 1. Lutero e l’istruzione pubblica 2. La riforma di Melantone 3. Calvino e la riforma scolastica in Svizzera • Capitolo 2 -­‐ La pedagogia della Riforma cattolica 1. Ignazio di Loyola e l’educazione gesuitica 2. Nuove proposte educative della Lombardia 3. L’impegno a favore dei poveri di oratoriani e scolopi • Unità 4 – L’educazione nel seicento • Capitolo 1 -­‐ L’educazione nel mondo protestante 1. Empirismo e rinnovamento dell’educazione in Inghilterra 2. Comenio e l’educazione universale • Capitolo 2 -­‐ Educazione e pedagogia in Francia 1. Gli educatori 2. Le scuole La presentazione delle varie tematiche sarà principalmente svolta attraverso l’analisi di documenti, testimonianze e opere relative a ciascun periodo, con particolare riferimento a Tommaso d’Aquino, Erasmo, Vittorino da Feltre, Silvio Antoniano, Calasanzio, Comenio. TERZO ANNO -­‐ PSICOLOGIA (Primo Periodo) • Unità 1 -­‐ La psicologia e lo studio del comportamento 1. Dal senso comune alla psicologia 2. Gli psicologi ed il comportamento • Unità 2 – Lo studio dello sviluppo 1. La psicologia dello sviluppo 2. Modelli psicologici dello sviluppo • Unità 3 -­‐ Lo sviluppo cognitivo 17 1. Una nuova vita. Prima, durante e dopo il parto 2. L’apprendimento nella prima infanzia 3. La mente del fanciullo gli studi di Piaget 4. La mente adolescente (Secondo Periodo) • Unità 4 – Lo sviluppo affettivo e sociale 1. Il bambino per la psicoanalisi: una provocazione intellettuale 2. Lo sviluppo nella prima infanzia: la teoria dell’attaccamento 3. Le trasformazioni del ruolo paterno 4. Imparare a stare con gli altri 5. Gruppi spontanei e gruppi organizzati nell’infanzia e nell’adolescenza • Unità 5 – Lo sviluppo lungo l’arco della vita 1. Chi sono gli adulti? 2. Raccontarsi: il significato dell’autobiografia in età adulta 3. La vecchiaia nella società occidentale contemporanea • Unità 6 – Cosa significa fare ricerca 1. Le fasi di una ricerca 2. Le proprietà dei dati: i caratteri 3. Le statistiche nelle ricerche Unità 7-­‐ Le tecniche di rilevazione dei dati 1. La premessa: il disegno di ricerca 2. La raccolta dei dati Vengono anche presentate alcune ricerche classiche e compiute esercitazioni pratiche per esemplificare, attraverso una didattica attiva, nozioni e concetti. A tal fine è prevista la lettura di testi originali, anche antologizzati, di autori significativi quali Allport, Bruner, Erickson, Freud, Lewin, Piaget e Vygotskij. TERZO ANNO -­‐ ANTROPOLOGIA (Primo periodo) • Unità 1 – L’animale culturale 1. Il punto di vista degli antropologi 2. L’uomo produttore di cultura • Unità 2 – L’antropologia : nascita, sviluppo e scenari contemporanei 1. Prima dell’antropologia un modo diverso di guardare gli altri 2. Gli inizi dell’antropologia: L’evoluzionismo 3. I classici dell’antropologia (Secondo Periodo) Unità 2 – L’antropologia : nascita, sviluppo e scenari contemporanei 1. Due orientamenti del secondo Novecento 2. Nuovi scenari contemporanei Unità 3 : Le origini dell’uomo e l’adattamento all’ambiente 18 1. L’origine della nostra specie 2. Strategie acquisite: raccolta, caccia. pesca 3. L’agricoltura 4. L’allevamento 5. L’industria E’ prevista la lettura di un classico degli studi antropologici eventualmente anche in forma antologizzata. QUARTO ANNO -­‐ PEDAGOGIA (Primo Periodo) • Unità 5 – L‘educazione nel secolo dei “lumi” • Capitolo 1 -­‐ Le teorie educative di Locke, Rousseau e Kant 1. Locke e i Pensieri sull’educazione 2. Rousseau e l’Emilio 3. Kant e la pedagogia “critica” • Capitolo 2 -­‐ Educazione e riforme in Francia, Italia e Germania 1. L’Illuminismo francese tra critica e rivoluzione 2. L’Illuminismo italiano: riforme e progetti 3. La pedagogia dell’Illuminismo tedesco (Secondo Periodo) • Unità 6 – L’ideale formativo di Romanticismo e Idealismo • Capitolo 1 -­‐ Dalla Bildung romantica alla scienza pedagogica 1. Goethe e il Wilhelm Meister 2. La pedagogia dell’idealismo 3. Fröbel e la scoperta dell’infanzia 4. Herbart e l’epistemologia pedagogica • Capitolo 2 -­‐ Pestalozzi e l’Helvetia pedagogica 1. Pestalozzi, apostolo dell’educazione popolare • Unità 7 -­‐ Il problema educativo nel Risorgimento italiano • Capitolo 1 -­‐ L’eredità della tradizione illuministica 1. La scuola tra restaurazione e rinnovamento 2. La scuola dei principali Stati italiani 3. Eredi e continuatori della tradizione illuministica • Capitolo 2 -­‐ Educatori e teorizzatori del Risorgimento pedagogico 1. Rosmini: fede e “metodica” 2. Lambruschini: fra teorizzazione e sperimentazione 3. Aporti: la nascita della scuola dell’infanzia italiana 4. Don Bosco: gli oratori e la preparazione professionale • Unità 8 – Il Positivismo e l’educazione • Capitolo 1 -­‐ Il positivismo europeo 1. Il positivismo e l’educazione in Francia 2. Il positivismo e l’educazione in Inghilterra • Capitolo 2 -­‐ La pedagogia italiana nell’età del positivismo 1. Cattaneo e l’analisi del problema educativo il Italia 19 2. I teorici 3. La letteratura per l’infanzia La presentazione delle varie tematiche sarà principalmente svolta attraverso l’analisi di documenti, testimonianze e opere relative a ciascun periodo, con particolare riferimento a Locke, Rousseau, Pestalozzi, Fröbel, Aporti, Rosmini, Durkheim, Gabelli. QUARTO ANNO – SOCIOLOGIA (Primo periodo) • Unità 1 – Dal senso comune alla riflessione scientifica sulla società 1. La società: di che cosa parliamo 2. Una scienza della società (Secondo periodo) • Unità 2 – Il contesto di nascita della sociologia e i padri fondatori 1. Alle origini della sociologia 2. I “padri fondatori” 3. La scoperta dei limiti della ragione 4. La scoperta della dimensione soggettiva • Unità 3 – Dopo i classici prospettive sociologiche a confronto 1. Il funzionalismo 2. Teorie del conflitto 3. Sociologie comprendenti Teorie e temi possono essere illustrati attraverso la lettura di pagine significative tratte dalle opere dei principali classici della sociologia quali Comte, Marx, Durkheim, Weber, Pareto, Parsons. E’ prevista la lettura di un classico del pensiero sociologico eventualmente anche in forma antologizzata. QUARTO ANNO -­‐ ANTROPOLOGIA (Primo periodo) • Unità 4 – Dalla magia ai new media : forme del pensiero e della comunicazione 1. Il pensiero magico 2. Il racconto mitico 3. La dimensione culturale della malattia 4. Dalla cultura orale ai media 5. Dai media ai mass media, ai new media (Secondo Periodo) • Unità 5 – Famiglia, parentela e differenziazione sociale 1. Lo studio della famiglia e della parentela 2. Le ricerche sulla parentela: un po’ di storia 3. Il matrimonio 4. “Maschile” e “Femminile” 5. Caste, classi, etnie Unità 6 – Forme della vita politica ed economica 20 1.
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Che cosa è l’antropologia politica Sistemi politici non centralizzati: bande e tribù Sistemi politici centralizzati: chiefdom e Stati L’altropologia politica oggi Origini e sviluppo dell’antropologia economica Produzione, scambio, consumo E’ prevista la lettura di un classico degli studi antropologici eventualmente anche in forma antologizzata. CONOSCENZE MINIME SECONDO BIENNIO Le conoscenze minime sono determinate in virtù dell’applicazione degli obiettivi minimi previsti per la disciplina, quando calati nelle singole unità. Le singole conoscenze sono perciò valutate, in base ad appositi criteri di valutazione appresso descritti, nella misura in cui contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi previsti. A titolo puramente indicativo si individuano alcuni elementi per ciascuna unità che appaiono indispensabili allo scopo suddetto, pur nella consapevolezza che la natura multidisciplinare delle scienze umane non può prevedere una soglia di conoscenze indispensabili per ogni singola disciplina essendo la valutazione complessiva e che tutti i contenuti proposti contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi e delle finalità delle scienze umane. TERZO ANNO – PEDAGOGIA • Descrivere l’ideale formativo della borghesia e dell’aristocrazia nel basso medioevo • Esporre le principali dottrine sull’insegnamento della scolastica • Riconoscere i tratti principali del sistema arabo • Sintetizzare i tratti principali della concezione educativa umanistico rinascimentale • Individuare i principi della pedagogia protestante • Individuare i principi della pedagogia cattolica • Comprendere la centralità del metodo comeniano nel corso del seicento TERZO ANNO – PSICOLOGIA • Riassumere le teorie classiche dello sviluppo • Descrivere le tappe dello sviluppo del linguaggio • Esporre le teorie dell’attaccamento infantile • Definire l’identità • Classificare i principali metodi della psicologia • Esporre i problemi della ricerca in psicologia TERZO ANNO – ANTROPOLOGIA • Esporre il concetto antropologico di cultura • Fare proprio il concetto di etnocentrismo • Riconoscere le principali teorie antropologiche QUARTO ANNO – PEDAGOGIA • Tratteggiare il percorso educativo del gentleman • Sintetizzare l’Emilio di Rousseau • Riconoscere la funzione pedagogica dell’enciclopedia 21 • Differenziare le riforme educative in Francia, Germania e Italia • Esporre i significati del termine Bildung • Definire l’epistemologia pedagogica • Riassumere i significati del romanzo Leonardo e Geltrude • Classificare i sistemi scolastici nei principali Stati italiani • Rapportare il Risorgimento con la riforma dell’educazione pubblica QUARTO ANNO – SOCIOLOGIA • Esporre i grandi cambiamenti della modernizzazione • Riassumere le teorie di Marx, Weber e Cooley • Confrontare il funzionalismo e le teorie del conflitto • Definisce i concetti base della sociologia come: norme sociali, status e ruolo, stratificazione sociale QUARTO ANNO – ANTROPOLOGIA • Classificare le società umane • Classificare i gruppi di parentela • Definire il matrimonio nelle sue diverse forme COMPETENZE SECONDO BIENNIO Al termine del percorso liceale lo studente si orienta con i linguaggi propri delle scienze umane nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costituisce in quanto persona e come soggetto di reciprocità e di relazioni: l’esperienza di sé e dell’altro, le relazioni interpersonali, le relazioni educative, le forme di vita sociale e di cura per il bene comune, le forme istituzionali in ambito socio-­‐educativo, le relazioni con il mondo delle idealità e dei valori. L’insegnamento pluridisciplinare delle scienze umane, da prevedere in stretto contatto con la filosofia, la storia, la letteratura, mette lo studente in grado di: 1) padroneggiare le principali tipologie educative, relazionali e sociali proprie della cultura occidentale e il ruolo da esse svolto nella costruzione della civiltà europea; 2) acquisire le competenze necessarie per comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni educativi e ai processi formativi formali e non, ai servizi alla persona, al mondo del lavoro, ai fenomeni interculturali e ai contesti della convivenza e della costruzione della cittadinanza; 3) sviluppare una adeguata consapevolezza culturale rispetto alle dinamiche degli affetti. Nello specifico riteniamo che le competenze, trasversali alle discipline che costituiscono l’insegnamento delle scienze umane, possano essere cosi perseguite nel corso del secondo biennio: TERZO ANNO – TUTTE LE DISCIPLINE • Comprendere le ragioni della graduale scoperta della specificità dell’età infantile • Comprendere l’evoluzione dei modelli educativi • Orientarsi con i linguaggi delle scienze umane nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costituisce come persona • Sviluppare un’adeguata consapevolezza culturale rispetto alle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costruisce come persona 22 QUARTO ANNO – TUTTE LE DISCIPLINE • Comprendere il rapporto tra evoluzione delle forme storiche della civiltà e i modelli educativi e sociali messi in atto • Comprendere le dinamiche dei fenomeni sociali e dei processi educativi nelle varie culture • Comprendere le dinamiche attraverso le quali l’uomo si costruisce in quanto persona e si relazione alla società in cui vive • Comprendere il linguaggio e le dinamiche dei processi educativi non formali anche in culture diverse dalla nostra • Comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale, con attenzione ai processi educativi formali e non COMPETENZE MINIME TERZO ANNO – TUTTE LE DISCIPLINE • Comprendere e interpretare testi di varia natura • Applicare concetti a schemi • Osservare, descrivere e analizzare fenomeni • Orientarsi con i linguaggi delle scienze umane nella costituzione di sé come persona QUARTO ANNO – TUTTE LE DISCIPLINE • Comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale • Comprendere i rapporti dei diversi modelli educativi con la vita politica ed economica • Comprendere le dinamiche evolutive delle figure istituzionali in ambito socio – educativo • Comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni educativi 23 OBIETTIVI DIDATTICI QUINTO ANNO Nel corso del quinto anno le finalità si conseguono attraverso gli obiettivi specifici degli insegnamenti di Pedagogia, Sociologia e Antropologia che nel dettaglio così si sviluppano: •
Attraverso la Pedagogia lo studente comprende, a partire dalla lettura delle riflessioni e proposte di autori particolarmente significativi del novecento pedagogico lo studente accosta la cultura pedagogica moderna in stretta connessione con le altre scienze umane per riconoscere in un’ottica multidisciplinare i principali temi del confronto educativo contemporaneo. Inoltre durante il quinto anno sono presi in esame i seguenti temi: a) le connessioni tra il sistema scolastico italiano e le politiche dell’istruzione a livello europeo (compresa la prospettiva della formazione continua) con una ricognizione dei più importanti documenti internazionali sull’educazione e la formazione e sui diritti dei minori; b) la questione della formazione alla cittadinanza e dell’educazione ai diritti umani; c) l’educazione e la formazione in età adulta e i servizi di cura alla persona; d) i media, le tecnologie e l’educazione; e) l’educazione in prospettiva multiculturale; f) l’integrazione dei disabili e la didattica inclusiva. Scegliendo fra questi temi gli studenti compiono una semplice ricerca empirica utilizzando gli strumenti principali della metodologia della ricerca anche in prospettiva multidisciplinare con psicologia, antropologia e sociologia. •
Attraverso l’Antropologia, lo studente acquisisce le nozioni fondamentali relative al significato che la cultura riveste per l'uomo, comprende le diversità culturali e le ragioni che le hanno determinate anche in collegamento con il loro disporsi nello spazio geografico. •
Attraverso la Sociologia, in correlazione con gli studi storici e le altre scienze umane lo studente affronta durante il quinto anno in maniera sistematica: a) alcuni problemi/concetti fondamentali della sociologia: l’istituzione, la socializzazione, la devianza, la mobilità sociale, la comunicazione e i mezzi di comunicazione di massa, la secolarizzazione, la critica della società di massa, la società totalitaria, la società democratica, i processi di globalizzazione; b) il contesto socio-­‐culturale in cui nasce e si sviluppa il modello occidentale di welfare state; c) gli elementi essenziali dell' indagine sociologica "sul campo", con particolare riferimento all'applicazione della sociologia all'ambito delle politiche di cura e di servizio alla persona: le politiche della salute, quelle per la famiglia e l’istruzione nonché l'attenzione ai disabili specialmente in ambito scolastico. Alla luce di tali indicazioni ci sembra opportuno indicare con ancora maggiore precisione gli obiettivi didattici che riteniamo necessario perseguire al quinto anno per fine di realizzare quanto prescritto dalle indicazioni nazionali. Per cui individuiamo gli: OBIETTIVI DIDATTICI PER IL QUINTO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Sviluppare l'attitudine a comunicare nei diversi contesti educativi attraverso comportamenti verbali e non verbali adeguati alle situazioni e agli interlocutori; • assumere ed esercitare, nelle diverse forme di comunicazione educativa, comportamenti e atteggiamenti aperti all'accettazione ed interazione con l'altro; • cogliere e classificare, sulla base di parametri ben definiti, in situazioni reali o simulate, le variabili storico -­‐ sociali che influenzano i fenomeni educativi e i processi formativi; • distinguere gli aspetti istituzionali e non dei processi educativi ed ipotizzare soluzioni adeguate; 24 utilizzare un lessico appropriato per designare situazioni, comportamenti e giudizi relativi al campo educativo. OBIETTIVI MINIMI PER IL QUINTO ANNO -­‐ PEDAGOGIA • Capacità di riconoscere l'educazione come radicale condizione modificativa dell'esperienza umana civilizzatrice, coniugandola con le relative vicende storiche e culturali; • acquisire in particolare l'abitudine a contestualizzare i fenomeni educativi e nella loro complessità storica, sociale, istituzionale e culturale; • acquisire in particolare l'abitudine all'uso appropriato dei linguaggi delle scienze dell'educazione; • maturare un orientamento e un interesse più specifico per le scienze dell'educazione, ovvero per la dimensione formativa dei servizi alla persona e alle comunità. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL QUINTO ANNO – SOCIOLOGIA • Saper utilizzare in modo appropriato e significativo il linguaggio sociologico; • conoscere i concetti fondamentali della sociologia e le metodologie che la caratterizzano; • conoscere alcuni concetti fondamentali della sociologia: l’istituzione, la socializzazione, la devianza, la mobilità sociale, la comunicazione e i mezzi di comunicazione di massa, la secolarizzazione, la critica della società di massa, la società totalitaria, la società democratica, i processi di globalizzazione; • conoscere le tecniche fondamentali della ricerca sociologica e saperle applicare; • essere in grado di cooperare allo svolgimento di attività di ricerca interdisciplinare in area psicosociale e socio -­‐ psicopedagogica rispettando una corretta impostazione metodologica. OBIETTIVI MINIMI PER IL QUINTO ANNO -­‐ SOCIOLOGIA • Saper utilizzare in modo appropriato il linguaggio sociologico; • Conoscere i concetti fondamentali della sociologia e le metodologie che la caratterizzano; • Conoscere le tecniche fondamentali della ricerca sociologica; • Essere in grado di cooperare allo svolgimento di attività di ricerca in area socio-­‐psicopedagogica. OBIETTIVI DIDATTICI PER IL QUINTO ANNO -­‐ ANTROPOLOGIA • Comprendere il valore universale dell’esperienza religiosa; • Descrivere, con i criteri dell’antropologia, le forme che assume la religione; • Tracciare un quadro complessivo delle religioni nel mondo; • Analizzare la produzione simbolica delle diverse culture; • Uscire da una visione etnocentrica dei modelli culturali presenti nel mondo. OBIETTIVI MINIMI PER IL QUINTO ANNO -­‐ ANTROPOLOGIA • Definire e illustra con esempi i tipi di credenze, di pratiche e di forme sociali delle molteplici religioni; • Saper illustrare i meccanismi attraverso i quali il sistema di vita delle società influenzano l’arte. CONOSCENZE QUINTO ANNO Il raggiungimento degli obiettivi dovrà essere ottenuto calandoli nella pratica didattica quotidiana, sotto forma di unità e moduli, mediante l’acquisizione di conoscenze relative ai contenuti delle singole discipline che, essendo prescrittivamente descritti nelle Indicazioni Nazionali, vengono qui indicati nella scansione per •
25 annualità e periodi, consapevoli del fatto che poi ogni docente modulerà queste indicazioni in relazione alla classe nella quale opererà e alle proprie scelte didattiche. Tale scansione tiene anche conto, oltre che degli obiettivi specifici di apprendimento e dei contenuti delle Indicazioni Nazionali, della proposta che il dipartimento ha maturato relativamente i libri di testo di riferimento che sono: Bianchi, Di Giovanni – La dimensione psicologica -­‐ Paravia Bianchi, Di Giovanni – La dimensione sociologica -­‐ Paravia Bianchi, Di Giovanni – La dimensione antropologica – Paravia Avalle, Maranzana – Pedagogia – storia e temi – Dal novecento ai nostri giorni – Paravia QUINTO ANNO – PEDAGOGIA (Primo Periodo) • Unità 1 – l’attivismo pedagogico e le “scuole nuove” • Capitolo 1 – Le prime esperienze 1. L’esordio del movimento delle scuole nuove in Inghilterra 2. La diffusione delle scuole nuove in Germania 3. Società, scuole e modernizzazione in Francia 4. Educazione e rigenerazione nazionale in Spagna 5. Educazione infantile e rinnovamento scolastico in Italia • Capitolo 2 – Dewey e l’attivismo statunitense 1. Dewey: attivismo pedagogico ed esperienza 2. Kilpatrick e l’eredità di Dewey 3. Helen Parkhust e il Dalton Plan 4. Washburne e l’educazione progressiva • Capitolo 3 – L’attivismo scientifico europeo 1. Decroly e lo sperimentalismo pedagogico 2. Maria Montessori e “la casa dei bambini” 3. Claparède e l’educazione funzionale 4. Binet e la nascita della psicopedagogia • Capitolo 4 – Ricerche ed esperienze europee nell’ambito dell’attivismo 1. Kerschensteiner e la pedagogia del lavoro 2. Petersen e il “piccolo piano di Jena” 3. Cousinet e l’apprendimento in gruppo 4. Frainet: un’educazione attiva, sociale e cooperativa 5. Maria Boschetti Alberti e il “trittico pedagogico” 6. Dottrens e l’educazione emancipatrice 7. Neill e l’esperienza non-­‐direttiva di Summerhill • Capitolo 5 – L’attivismo tra filosofia e pratica 1. Ferriere e la teorizzazione del movimento 2. L’attivismo cattolico 3. L’attivismo marxista 4. L’attivismo idealistico • Unità 2 – La psicopedagogia del novecento • Capitolo 1 – la psicopedagogia europea 1. Sigmund Freud e la “rivoluzione psicoanalitica” 26 2. Oltre il freudismo: Adler 3. La scuola psicoanalitica in Inghilterra 4. La prosecuzione della psicoanalisi negli Stati Uniti 5. La psicologia della forma in Germania 6. Piaget e la psicologia genetica 7. La psicologia in Russia • Capitolo 2 – La psicopedagogia statunitense 1. Il comportamentismo 2. Bruner: dallo strutturalismo alla pedagogia come cultura 3. La programmazione dell’insegnamento 4. La pedagogia dei curricoli (Secondo Periodo) • Unità 3 – La crisi dell’educazione e le nuova frontiere della pedagogia • Capitolo 1 – Una nuova epistemologia pedagogica 1. La filosofia analitica 2. L’epistemologia della complessità 3. Capitolo 2 – Critica della scuola e pedagogie alternative 4. Rogers e la pedagogia non-­‐direttiva 5. Freire e la pedagogia degli oppressi 6. Illich e la descolarizzazione 7. Papert: dall’educazione non-­‐direttiva alle nuove tecnologie 8. Le esperienze italiane di educazione alternativa • Unità 4 – La pedagogia come scienza e la sua metodologia • Capitolo 1 – La scienza e le scienze dell’educazione 1. La filosofia dell’educazione e la pedagogia generale 2. La pedagogia tra sperimentazione e ricerca scientifica • Capitolo 2 – La ricerca scientifica e i suoi metodi 1. La natura della ricerca educativa 2. Gli ambiti della ricerca educativa 3. I principali metodi della ricerca educativa • Unità 5 -­‐ I contesti formali, non-­‐formali e informali dell’educazione • Capitolo 1 – La scuola in una prospettiva mondiale e la formazione degli adulti 1. I caratteri della scuola 2. La crisi della scuola e la sua riforma 3. La scuola in prospettiva mondiale ed europea 4. L’educazione permanente e la formazione continua di adulti e anziani • Capitolo 2 – Il territorio, i servizi e l’educazione 1. I servizi alla persona e il ruolo degli educatori 2. Il problema del tempo libero 3. Il contributo del volontariato e il no-­‐profit 4. L’associazionismo giovanile • Capitolo 3 – I mass media, le tecnologie e l’educazione 1. La caratteristica della comunicazione di massa nell’età contemporanea 2. Linguaggi, opportunità e rischi dei mass-­‐media 3. La fruizione della TV nell’età evolutiva 4. Il ruolo della scuola nell’educazione ai mass-­‐media 27 •
5. La didattica multimediale e l’uso del computer a scuola Unità 6 – Educazione e progetto sociale: diritti, cittadinanza, diversità • Capitolo 1 – I diritti umani, la cittadinanza e la tutela dell’infanzia 1. L’educazione ai diritti umani 2. L’educazione alla cittadinanza e la mondialità educativa 3. L’educazione alla democrazia 4. L’educazione alla legalità 5. I diritti dei bambini • Capitolo 2 -­‐ Uguaglianza e diversità 1. Il disadattamento 2. Lo svantaggio educativo 3. L’educazione interculturale 4. La diversa abilità QUINTO ANNO -­‐ SOCIOLOGIA (Primo Periodo) • Unità 5 – I metodi della ricerca sociologica 1. Dilemmi metodologici 2. L’esame dei documenti 3. Le inchieste 4. Il questionario 5. L’intervista 6. I focus group 7. Le storie di vita 8. L’osservazione 9. L’analisi dei dati statistici (Secondo Periodo) Modulo 3 – Il nostro mondo • Unità 6 – La globalizzazione 1. Che cos’è la globalizzazione 2. Dimensioni della globalizzazione 3. Rischi e prospettive • Unità 7 – problemi e scenari del mondo di oggi 1. L’avventura dello Stato moderno 2. Problemi di politica scolastica 3. Problemi di politica sanitaria 4. I media 5. Dove va la famiglia? Per ciascuno di questi temi è prevista la lettura di pagine significative tratte da autori classici e contemporanei. QUINTO ANNO -­‐ ANTROPOLOGIA (Primo periodo) • Modulo 3 – La produzione simbolica • Unità 5 – la religione 1. Il punto di vista antropologico 28 2. Come definire la religione? 3. L’universalità dell’esperienza religiosa 4. La variabilità delle forme religiose 5. Le religioni nei rapporti tra i popoli 6. Il panorama delle religioni nel mondo (Secondo Periodo) • Unità 6 – L’arte 1. Che cos’è l’arte? 2. Espressioni artistiche e società 3. Arte e folklore E’ prevista la lettura di un classico degli studi antropologici eventualmente anche in forma antologizzata. CONOSCENZE MINIME QUINTO ANNO Le conoscenze minime sono determinate in virtù dell’applicazione degli obiettivi minimi previsti per la disciplina, quando calati nelle singole unità. Le singole conoscenze sono perciò valutate, in base ad appositi criteri di valutazione appresso descritti, nella misura in cui contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi previsti. A titolo puramente indicativo si individuano alcuni elementi per ciascuna unità che appaiono indispensabili allo scopo suddetto, pur nella consapevolezza che la natura multidisciplinare delle scienze umane non può prevedere una soglia di conoscenze indispensabili per ogni singola disciplina essendo la valutazione complessiva e che tutti i contenuti proposti contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi e delle finalità delle scienze umane. QUINTO ANNO – PEDAGOGIA • Descrivere i caratteri fondamentali della scuole nuove • Individuare le caratteristiche essenziali della pedagogia e della didattica attivista • Comprendere in cosa consiste l’apporto della psicopedagogia alla riflessione pedagogica • Esporre le concezioni dei principali teorici della psicopedagogia • Riconoscere le caratteristiche principali della crisi della pedagogia • Definire il rapporto tra pedagogia e scienze dell’educazione • Schematizzare le tappe della ricerca educativa • Saper riconoscere i processi educativi in contesti formali, non-­‐formali e informali • Saper definire l’educazione ai diritti, alla cittadinanza e alla diversità QUINTO ANNO – SOCIOLOGIA • Schematizzare i principali metodi della ricerca sociologica: le inchieste, il questionario, l’osservazione • Mostrare di comprendere rischi e prospettive della globalizzazione • Conoscere le funzioni fondamentali del Welfare State: politica scolastica e sanitaria QUINTO ANNO -­‐ ANTROPOLOGIA • Definire antropologicamente la religione • Riconoscere la variabilità delle forme religiose • Classificare il panorama delle religioni del mondo • Comprendere il rapporto tra espressione artistiche e società 29 COMPETENZE QUINTO ANNO Al termine del percorso liceale lo studente si orienta con i linguaggi propri delle scienze umane nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costituisce in quanto persona e come soggetto di reciprocità e di relazioni: l’esperienza di sé e dell’altro, le relazioni interpersonali, le relazioni educative, le forme di vita sociale e di cura per il bene comune, le forme istituzionali in ambito socio-­‐educativo, le relazioni con il mondo delle idealità e dei valori. L’insegnamento pluridisciplinare delle scienze umane, da prevedere in stretto contatto con la filosofia, la storia, la letteratura, mette lo studente in grado di: 1) padroneggiare le principali tipologie educative, relazionali e sociali proprie della cultura occidentale e il ruolo da esse svolto nella costruzione della civiltà europea; 2) acquisire le competenze necessarie per comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni educativi e ai processi formativi formali e non, ai servizi alla persona, al mondo del lavoro, ai fenomeni interculturali e ai contesti della convivenza e della costruzione della cittadinanza; 3) sviluppare una adeguata consapevolezza culturale rispetto alle dinamiche degli affetti. Nello specifico riteniamo che le competenze, trasversali alle discipline che costituiscono l’insegnamento delle scienze umane, possano essere cosi perseguite nel corso del quinto anno: QUINTO ANNO – TUTTE LE DISCIPLINE • Sviluppare un’adeguata consapevolezza culturale rispetto ai processi educativi • Sviluppare un’adeguata consapevolezza culturale rispetto al mondo delle idealità e dei valori • Approfondire la conoscenza dei linguaggi pluridisciplinari • Padroneggiare i contenuti pluridisciplinari delle scienze umane • Padroneggiare le principali tipologie educative, relazionali e sociali proprie della cultura occidentale • Decodificare, nelle sue valenze culturali, il lessico, sia specifico che comune, utilizzato nei diversi contesti per designare un preciso ordine di fatti e di processi • Formulare ipotesi operative di intervento educativo rispetto ai problemi particolari posti dal proprio ambiente COMPETENZE MINIME QUINTO ANNO – TUTTE LE DISCIPLINE • Orientarsi con i linguaggi delle scienze umane nel mondo delle idealità e dei valori • Orientarsi con i linguaggi delle scienze umane nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costituisce come soggetto di relazioni • Orientarsi con i linguaggi delle scienze umane nelle forme di vita sociale e di cura per il bene comune 30 PROGRAMMAZIONE DIPARTIMENTO SCIENZE UMANE (A036) Coordinatore Ernesto Vollaro ELEMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE RELATIVI ALL’INTERO QUINQUENNIO METODOLOGIA Consapevoli del fatto che ogni docente è libero di scegliere la metodologia che ritiene più congeniale a se stesso e alla classe a cui si riferisce, il dipartimento ritiene utile offrire alcune indicazioni di base su cui ciascun docente apporterà le opportune modifiche. Un primo livello di definizione operativa può essere quello di fissare alcuni principi di azione da valutare come orientamenti di fondo della pratica didattica. Pensiamo in particolare che l’itinerario formativo e culturale sia conseguibile solo se non si banalizzano, sottovalutandoli, gli aspetti di rigorosità concettuale e di formalizzazione propri delle discipline psicosociali a vantaggio di approcci sorretti da curiosità epidermiche da cui non può che scaturire un insegnamento gratuito all’insegna dell’episodicità. La salvaguardia della valenza scientifica e dell’aspetto sperimentale delle discipline psicosociali va collegata tuttavia alle capacità reali degli studenti che, per la loro giovane età, non dominano da subito con sicurezza i procedimenti logico-­‐formali e le strategie di interiorizzazione delle informazioni. Inoltre si deve tener conto che dall’insegnamento impartito deve scaturire non solo la formazione della professionalità di base dello studente, ma anche la maturazione della propria identità, la sicurezza e la capacità di valutazione del grado di interesse per gli sbocchi professionali a cui il corso dà adito. Nell’ambito del progetto di formazione, lo studio delle discipline di indirizzo è anche finalizzato a fornire le competenze fondamentali per l’approccio critico alle diverse discipline, in particolare con l’obiettivo di pervenire alla comprensione del linguaggio specifico, delle problematiche e del dibattito scientifico contemporaneo. Le proposte sono quindi quelle di tener conto: — delle caratteristiche epistemiche della disciplina che impongono sequenze contenutistiche non estemporanee, rigorosità concettuale, metodi di lavoro sperimentale, uso di linguaggi specifici, padronanza di strumenti di ricerca; — della necessità di coltivare l’interesse e la motivazione dello studente privilegiando l’accostamento operativo e la partecipazione attiva della classe alla lezione per cui l’assunzione delle tecniche, dei linguaggi e delle conoscenze e la capacità di organizzare le informazioni divengano una necessità insita nell’attività e non una imposizione astratta; — della opportunità di interagire con l’insegnamento dei quattro settori disciplinari (psicologia, sociologia, pedagogia, antropologia). Tale prospettiva sarebbe didatticamente formativa, e atta a far comprendere unitariamente i molteplici aspetti della realtà umana, individuale e sociale. Diventa facile a questo punto scandire le fasi dell’attività didattica facendole discendere dall’elaborazione ragionata del percorso formativo -­‐ culturale che cala le finalità e gli obiettivi istituzionali nella concretezza del cosa fare per raggiungere certe mete. 1a fase La nostra proposta, per introdurre argomenti e problematiche specialmente nel primo biennio, è di limitare la lezione frontale privilegiando i metodi operativi che consentono l’acquisizione dei contenuti per via induttiva, partendo da un’esperienza o da una attività in grado di coinvolgere lo studente, reso soggetto attivo del processo di apprendimento anche nella fase propositiva. 31 2a fase Focalizzata l’attenzione sul problema e fatte emergere le intuizioni e le riflessioni degli studenti, si possono fornire gli strumenti e le conoscenze opportune in modo più sistematico, guidando i processi di organizzazione dell’apprendimento e l’utilizzazione delle risorse in funzione al compito prescelto. 3a fase Si procede successivamente all’inquadramento concettuale, e dove possibile storico, delle tematiche e dei problemi emersi, formalizzando progressivamente le conoscenze e strutturando i linguaggi specifici e i quadri concettuali. 4a fase Verifica sistematica e completa delle conoscenze/abilità acquisite attraverso la valutazione di performance che richiedano l’utilizzazione delle conoscenze anche in situazioni nuove rispetto alla tradizionale verifica orale. La metodologia prevede l’attivazione delle motivazioni intrinseche e l’apertura all’interno delle lezioni di spazi finalizzati all’interiorizzazione del valore dell’azione dell’adulto e delle sollecitazioni ambientali ai fini della costruzione e del miglioramento della persona. E’ prevista la lettura in classe di passi particolarmente rilevanti e/o difficili in termini di comprensione e l’analisi di esperimenti utili alla formulazione di leggi e saperi. Sarà possibile fare uso di strumenti didattici quali: Libri di testo; Film; Lavagna luminosa; Laboratorio informatica; Riviste specializzate; Biblioteca scolastica, Personal Computer. MODALITÀ DI RECUPERO E POTENZIAMENTO Inizialmente va sottolineato il fatto le difficoltà che gli allievi mostrano nelle discipline di indirizzo in genere mostrano analoghe difficoltà anche in altre discipline. Ciò porta ad una prima importante riflessione: l’allievo spesso non ha specifiche difficoltà nelle discipline specifiche, ma carenze di base, linguistiche o logiche, che lo condizionano nell’apprendimento; si tratta, insomma, di difficoltà generalizzate e di tipo transdisciplinare. Per esempio carenze nella comprensione dei testi non gli consentiranno di raggiungere risultati apprezzabili in molte discipline. Per ovviare a queste difficoltà c’è bisogno di un duplice intervento: uno di tipo più tradizionale, quello cioè riferito al recupero dei contenuti della singola materia; ed un altro di tipo metodologico, avente come scopo quello di facilitare l’organizzazione del lavoro scolastico. Per ovviare a queste difficoltà di fondo negli ultimi tempi si è fatta più viva l’esigenza di una riflessione sulle operazioni sottostanti ai processi di apprendimento e sulle eventuali difficoltà, psicologiche e cognitive, che sono all’origine di insuccessi scolastici. Spesso le attività di rinforzo e/o recupero sono appiattite sui contenuti disciplinari, ignorando il fatto che spesso il blocco si trova ad un livello più profondo e, come dire, predisciplinare. In questo senso è possibile prevedere un recupero metodologico in itinere, che può avvalersi del contributo di più discipline. Nel caso delle discipline di indirizzo il recupero metodologico potrà riguardare: • una riflessione sui modelli di apprendimento • una riflessione sui modelli di insegnamento 32 •
•
una riflessione sulle tipologie e gli stili cognitivi una riflessione sulle problematiche relazionali docente/discente (spesso all’origine di disaffezione nei confronti di singole discipline) una riflessione sulle modalità personali di studio •
Livello operativo: ü Ambito metodologico • insegnare ad organizzare il tempo scolastico ed extrascolastico e renderlo più produttivo ai fini dell’acquisizione delle conoscenze e delle competenze (preparare un calendario delle proprie attività, riuscire a distribuire gli impegni durante l’arco del trimestre) • potenziare il livello della lettura: apprendere le tecniche di lettura rapida e selettiva • imparare a prendere appunti • apprendere a lavorare su un testo: sottolineare, annotare, evidenziare concetti • apprendere a costruire mappe concettuali • apprendere ad elaborare schede di sintesi per favorire la memorizzazione • apprendere le tecniche per sostenere un’interrogazione: vincere stati emozionali, saper affrontare le difficoltà di un’interrogazione, saper esporre in modo convincente ü Ambito disciplinare specifico • Tecniche per un miglior utilizzo del manuale • Imparare a prendere appunti, annotare informazioni di rilievo • Produrre schedature e mappe concettuali • Tecniche per la ricostruzione del percorso storico della disciplina • Selezionare le informazioni principali da quelle secondarie • Individuare i concetti chiave e le definizioni essenziali • Ricostruire il percorso argomentativo che porta alla definizione di un principio. TIPOLOGIA E NUMERO DI VERIFICHE Alla luce delle indicazioni ministeriali contenute nella CM 94/11 del 18/10/2011 sulla valutazione degli apprendimenti degli allievi nei Nuovi Licei, questo dipartimento prende atto della necessità di una riflessione più ampia sui criteri di verifica dei contenuti proposti, soprattutto alla luce del fatto che per la prima volta l’insegnamento multidisciplinare delle Scienze Umane prevede che le verifiche intermedie esprimano un doppio voto separando le prove scritte e quelle orali. Ovviamente la circolare indica le scienze umane come disciplina unica e non offre indicazioni ulteriori circa la necessità di ripartire la valutazione tra le varie discipline che la strutturano, anche perché le stesse si diversificano nel corso del quinquennio. È plausibile ritenere che sia lasciata alla discrezionalità del docente la scelta dei contenuti da proporre alle verifiche scritte così come a quelle orali purché si verifichino gli obiettivi che l’insegnamento intende perseguire. È chiaro che alla luce di ciò è opportuno che il dipartimento dia indicazioni particolarmente ampie e articolate dovendo poi il docente calare tali indicazioni sui contenuti disciplinari che intende proporre di volta in volta. Pertanto il dipartimento suggerisce un ventaglio di proposte sia relativamente alle modalità di verifiche sia relativamente ai criteri di valutazione, e saranno i docenti che indicheranno nei piani di 33 lavoro, nell'ipotesi in modo più dettagliato, come e quando utilizzare le diverse tipologie proposte ed eventualmente su quali contenuti disciplinari. D’altronde la stessa circolare ministeriale offre un ampio ventaglio di possibilità di verifiche possibili e l’insegnamento multidisciplinare delle Scienze Umane non può, proprio per le sue specifiche caratteristiche non tenerne conto. Il dipartimento quindi procede ad individuare le seguenti modalità di verifiche utilizzabili sia per la prove scritte che per quelle orali. Le verifiche saranno proposte secondo le seguenti modalità: In itinere, tramite colloqui individuali e di gruppo, résumés quotidiani, e riepiloghi frequenti condotti con il coinvolgimento di tutti. Modulari, da somministrare alla fine di ciascun modulo, mediante interrogazioni lunghe e/o prove strutturate o semi strutturate (domande a risposta aperta, domande a risposta multipla, a riconoscimento, binarie, di collegamento e completamento). Saranno valutate anche le eventuali ricerche e tesine prodotte e discusse col docente, nonché gli eventuali approfondimenti condotti autonomamente e portati a conoscenza del docente. Le verifiche saranno di tipo formativo alla fine di ogni unità didattica e/o modulo e di tipo sommativo alla fine di ogni trimestre. Può essere attuata sia sotto forma di colloqui che di questionari individuali. Al termine di ogni periodo (trimestre e pentamestre) appare preferibile una valutazione di sintesi il cui obiettivo è l'accertamento del possesso di capacità di integrazione, riorganizzazione, interrelazione dei contenuti acquisiti. In questa accezione appare adeguata l'adozione di un colloquio orale personalizzato. Il tipo di prove che si propongono sono: 1. prove scritte mirate a verificare il conseguimento delle abilità necessarie a: - formulare per iscritto i risultati di ricerche, indagini, approfondimenti; - redigere, entro limiti prefissati di tempo e di spazio, brevi saggi, schede e note esplicative; - ricondurre i contenuti di un testo ad una serie di parole chiave; - analizzare, sulla base di griglie, opere pedagogiche e testi a forte interesse educativo. - somministrazione di test a risposta multipla o aperta, valutati con criteri oggettivi di punteggio; 2. colloqui individuali o in piccoli gruppi su argomenti già ampliamente studiati e illustrati con utilizzo di griglie appropriata di conduzione del colloquio nonché di tecniche di animazione orientate a facilitare la identificazione e soluzione di problemi; 3. attività ed esperienze guidate intese come analisi di situazioni reali o simulate (cfr. aree di progetto); stesura di progetti di intervento; osservazione sistematica dei comportamenti in situazioni educative e formativi. Complessivamente si prevedono almeno due prove scritte e due orali nel primo periodo, e almeno tre scritte e tre orali nel secondo periodo. CRITERI DI VALUTAZIONE E GRIGLIE Criteri di valutazione delle prove orali La valutazione analitica sarà espressa in numeri interi, da uno a dieci, secondo le seguenti linee che saranno calate dai docenti sugli obiettivi che intenderanno perseguire in ogni modulo. Ogni valutazione sarà il risultato delle media ottenuta dall’allievo in ciascuno degli obiettivi tassonomici previsti dal docente secondo la seguente tabella: CONOSCENZA COMPRENSIONE 1/3 Nessuna Non coglie il TABELLA DI VALUTAZIONE APPLICAZIONE ANALISI Non riesce ad 34 Non individua le SINTESI VALUTAZIONE Non sintetizza Incapace di significato degli elementi informativi Coglie in modo molto parziale il significato degli elementi informativi Commette qualche errore nel cogliere il significato degli elementi informativi Non commette errori nella comprensione di informazioni essenziali 4 Nozioni frammentarie e superficiali 5 Nozioni superficiali 6 Nozioni essenziali 7 Nozioni complete e corrette Non commette errori 8 Nozioni ampie ed approfondite Comprende contesti di media complessità 9/10 Nozioni complete, articolate ed approfondite Comprende contesti complessi applicare le conoscenze informazioni principali Opera in maniera limitata e con errori Analizza solo occasionalmente e se guidato Sintetizza solo occasionalmente e se guidato Utilizza procedimenti logici non sempre coerenti Analizza parzialmente se guidato Sintetizza parzialmente se guidato Applica procedimenti logici coerenti pur con qualche imperfezione Analizza gli elementi essenziali del contesto Sintetizza gli elementi semplici Utilizza procedimenti logici complessivamente coerenti Applica procedimenti logici coerenti, utilizzando il lessico specifico Applica procedimenti logici coerenti, cogliendo il nesso tra teoria e pratica Analizza correttamente Analizza in modo completo e coglie le relazioni Analizza gli elementi, le relazioni tra gli elementi e la funzionalità tra gli elementi Effettua correttamente sintesi tra le conoscenze Effettua autonomamente sintesi tra le conoscenze Effettua sintesi fondate e corrette in situazioni complesse valutazioni autonome Anche se guidato non è in grado di effettuare valutazioni Se guidato sa effettuare valutazioni non approfondite Se guidato sa effettuare valutazioni adeguate Effettua valutazioni autonome Effettua valutazioni autonome ed approfondite Effettua valutazioni autonome, approfondite e critiche Al fine di rendere sintetico il voto e più chiaro agli allievi il livello di preparazione raggiunto, il dipartimento propone ad integrazione a quella suddetta o in alternativa della stessa, di adottare una griglia più semplice che possa tradurre in valutazioni sintetiche quanto verificato di volta il volta con i suddetti criteri analitici. Schematizzazione dei livelli di valutazione: Gravemente insufficiente: il discente possiede un repertorio assai limitato di informazioni, esposte in modo frammentario, incompleto e in forma scorretta. Non sa utilizzare o non conosce il lessico specifico. Insufficiente: il discente possiede un repertorio limitato di informazioni, talora frammentarie; non sempre si orienta nella trattazione dei quesiti richiesti; si esprime in maniera stentata utilizzando un lessico specifico improprio. Sufficiente: lo studente è in grado di elevarsi al di sopra di una conoscenza mnemonica dei fondamentali contenuti proposti. Sa organizzare tali contenuti in una esposizione abbastanza ordinata e corretta, pure attraverso domande-­‐guida formulate dall’insegnante, facendo uso di un linguaggio sostanzialmente adeguato. Discreto: lo studente dimostra una conoscenza sicura dei contenuti; sa esporli sulla base di quesiti più generali, che lascino spazio ad una esposizione parzialmente autonoma. L’espressione è chiara e corretta e fa riferimento alla terminologia propria della materia. Buono: il discente dà prova di informazione completa, imposta in modo personale il discorso istituendo gli opportuni collegamenti, anche tra discipline diverse, e si esprime in modo rigoroso. Ottimo: il discente mostra di possedere una ricca conoscenza dei contenuti; ne comprende a fondo il significato, li organizza in modo coerente e rigoroso e si esprime in modo efficace e con appropriate valutazioni critiche. 35 Eccellente: Il discente mostra di aver ampliato autonomamente i contenuti; ne interpreta i significati; li esprime con linguaggio tecnico appropriato; compie personali riflessioni critiche e sviluppa riflessioni autonome. Gravemente insufficiente: voto 1-­‐ 2-­‐ 3-­‐ 4 Insufficiente: voto 5 Sufficiente: voto 6 Discreto: voto 7 Buono: voto 8 Ottimo: voto 9 Eccellente: voto 10 Criteri di valutazione delle prove scritte strutturate Consapevoli della opportunità di diversificare le prove, data l’enorme mole di possibilità conosciute al fine di costruire prove molto differenziate nei metodi e nelle modalità di valutazione, nonché di combinarle in modo sempre nuovo ed originale, in questa sede il dipartimento suggerisce alcune tipologie di valutazione di verifiche strutturate, lasciando poi al docente e alla sua personale conoscenza delle problematiche delle diverse varietà di prove e alla necessità di calarle su classi molto diverse tra di loro per caratteristiche e per età. Il questionario a risposta aperta e il questionario a scelta multipla ci sembrano due delle tante tipologia tra cui scegliere. Riteniamo utile perciò suggerire l’uso di questionari a risposta aperta con un massimo di righi disponibili da valutare singolarmente con un punteggio da attribuire in base alla completezza, alla correttezza contenutistica e lessicale, alla capacità critica ecc., e di ottenete quindi un punteggio pari alla somma dei punteggi ottenuti. Ad esempio valutare ciascun quesito 0/ 0.25/ 0.50/ 0.75/ 1.00 in base ai livelli di completezza e correttezza raggiunti. Un’altra possibilità è quella formulare questionari a scelta multipla a quattro o più item di scelta e di attribuire un punteggio un punteggio fisso oppure “a peso” a ciascun quesito, per poi sommarli ed ottenere così un punteggio complessivo. Ad esempio è possibile somministrare una batteria di 32/36/40 quesiti e valutare le risposte esatte 0.25 punti e sommare i punteggi ottenuti. È ovviamente possibile anche proporre schede di verifica con tipologie multiple o con esercitazioni di vario tipo, ma è sempre necessario proporli dopo avere definito con esattezza i criteri della correzione e i rispettivi punteggi di valutazione, ovviamente esprimibili in numeri interi atti ad una adeguata valutazione di tipo docimologica. Criteri di valutazione delle prove scritte non strutturate Il dipartimento propone l’adozione di una griglia di valutazione che possa essere adottata per tutte quelle verifiche non strutturate, quali i temi, i saggi brevi, le ricerche , le relazioni, la stesura del temi-­‐caso, ecc. e quelle componenti dell’area di progetto che prevedono una produzione prevalentemente scritta e che concorrono in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi previsti. Pertanto, si propone una tabella di valutazione in sei aree, e una relativa griglia di corrispondenza docimologia. Aree Competenze testuale e logica Valutazione 0 1 2 3 Comprensione, analisi e interpretazione degli elementi caratterizzanti del testo proposto Scarsa Parziale Accettabile Buona Capacità di organizzazione logica e problematizzazione Scarsa Parziale Accettabile Buona 36 Uso delle strutture linguistiche e della terminologia Capacità di contestualizzazione e competenza culturale Punteggio Voto 0/1 1 Registro linguistico idoneo, uso del lessico e della punteggiatura Scarsa Parziale Accettabile Buona Uso della terminologia scientifica propria della disciplina Scarsa Parziale Accettabile Buona Livello delle informazioni in riferimento all’argomento, pertinenze e competenza nell’impiego delle stesse Scarsa Parziale Accettabile Buona Capacità di esprimere e motivare opinioni personali 2 2 3 2.5 4 3 5 3.5 6 4 7 4.5 8 5 9 5.5 10 6 Scarsa 11 6.5 12 7 Parziale 13 7.5 14 8 Accettabile 15 8.5 16 9 Buona 17 9.5 18 10 Infine il dipartimento propone una griglia di valutazione particolarmente utile nel caso si voglia proporre alle classi del Liceo delle Scienze Umane un tema o un saggio breve di contenuto pedagogico, così come da tradizione, proposti all’Esame di Stato. Ovviamente il dipartimento resta in attesa di ulteriori chiarimenti che presumibilmente verranno dagli organi competenti, circa le modalità di esecuzione delle prove d’esame e delle discipline eventualmente coinvolte quando il Liceo delle Scienze Umane andrà a regime. La griglia è ovviamente in decimi, come prevede la norma, ma può essere facilmente riportata in quindicesimi, qualora si volesse utilizzarla per l’Esame di Stato. (Abbiamo evidenziato con la sottolineatura il livello corrispondente alla sufficienza.) Indicatori Livelli della prestazione Punti in /10 Punteggio attribuito Completezza e aderenza ai quesiti (Comprensione, analisi e interpretazione degli elementi caratterizzanti del testo proposto) Gravemente lacunosa e stentata 0 Parziale e incerta 0.5 Adeguata, pur con talune incertezze 1 Completa e approfondita 2 Conoscenza dell’argomento (Livello delle informazioni sull’argomento e pertinenza nell’impiego delle stesse) Gravemente lacunosa e stentata 0 Parziale e incerta 0.5 Adeguata, pur con talune incertezze 1 Completa e approfondita 1.5 Gravissimi e molto diffusi errori orto sintattici, linguaggio inesistente Competenza linguistica (Uso del lessico, della punteggiatura, e della terminologia tecnica disciplinare) 0.5 Gravi e diffusi errori orto sintattici, linguaggio inappropriato 1 Diversi errori orto sintattici , linguaggio molto povero 1.5 Qualche errore orto sintattico, linguaggio sostanzialmente appropriato 2 Correttezza orto sintattica, linguaggio specifico ed appropriato 2.5 Capacità argomentative, elaborative e critiche (Grado di organizzazione logica, esposizione e argomentazione di opinioni anche personali) Nessuna rielaborazione autonoma 0.5 Scarsa rielaborazione autonoma 1 Circoscritta rielaborazione autonoma 2 Autonomia di giudizio 3 Riflessione autonoma e rielaborazione critica dei contenuti 4 Totale ______________ Indicatori Livelli della prestazione Punti in /15 Punteggio attribuito Completezza e aderenza ai quesiti (Comprensione, analisi e interpretazione degli elementi caratterizzanti del testo proposto) Gravemente lacunosa e stentata 0 Parziale e incerta 1 Adeguata, pur con talune incertezze 2 Completa e approfondita 3 37 Conoscenza dell’argomento (Livello delle informazioni sull’argomento e pertinenza nell’impiego delle stesse) Gravemente lacunosa e stentata 0 Parziale e incerta 1 Adeguata, pur con talune incertezze 2 Completa e approfondita 3 Competenza linguistica (Uso del lessico, della punteggiatura, e della terminologia tecnica disciplinare) Gravissimi e molto diffusi errori orto sintattici, linguaggio inesistente 0 Gravi e diffusi errori orto sintattici, linguaggio inappropriato 1 Diversi errori orto sintattici , linguaggio molto povero 2 Qualche errore orto sintattico, linguaggio sostanzialmente appropriato 3 Correttezza orto sintattica, linguaggio specifico ed appropriato 4 Capacità argomentative, elaborative e critiche (Grado di organizzazione logica, esposizione e argomentazione di opinioni anche personali) Nessuna rielaborazione autonoma 1 Scarsa rielaborazione autonoma 2 Circoscritta rielaborazione autonoma 3 Autonomia di giudizio 4 Riflessione autonoma e rielaborazione critica dei contenuti 5 Totale ______________ 38