La storia di Quim ...ovvero, per sapere qualcosa di più sulla bassa statura... Mònica Peitx Triay Editorial Glosa, S.L. Avinguda de Francesc Cambò, 21 – V° Piano – 08003 Barcellona Telefono: 932 684946 / 932 683605 – Fax: 932 684923 www.editorialglosa.es ISBN: 978-84-7429-531-3 Deposito Legale: B-26.178-2011 Illustrazioni: Sonia Alins Copyright Editorial Glosa, S.L. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere trasmessa o prodotta in qualunque forma o mezzo, compresa la fotocopia o qualunque sistema di raccolta dati, senza l'autorizzazione scritta dei titolari dei diritti. Ciao a tutti! Mi chiamo Quim e ho 7 anni, però a volte credono che ne ho 4. Mi piace giocare al calcio e anche cantare. Ho i capelli castani e sono un po' basso... La maestra è contenta di me, anche se dice che ogni tanto faccio il pagliaccio e sono troppo chiacchierone. Quando mi siedo vicino al mio amico Pancho ho sempre qualcosa da dirgli... Oggi sono contento e anche preoccupato: finalmente è arrivato il giorno del concerto! Quando siamo giunti al teatro il direttore ci ha messo in ordine sul palcoscenico. Io sono sempre in prima fila, perché sono uno dei più bassi. Anche Pancho, che era vicino a me, è un po' basso.... Il concerto è stato un successone e tutti ci hanno fatto i complimenti. La mamma dice che la prima fila va proprio bene, perché così mi si vede meglio. Però è un po' triste quando si accorge che i pantaloni dell'anno scorso mi vanno ancora bene. Ogni tanto a scuola mi chiamano «pulce». Anche «mini», «nano» o «bebé», e Pancho lo chiamano «tappo», perché è basso e un po' tondo. La mamma dice che ognuno è come è, e che l'importante è essere bravi a scuola. Oggi devo andare alla visita della pediatra... sono contento, perché non devo fare la vaccinazione! Quando sono dalla pediatra lei mi fa sempre un mucchio di domande, se mangio tanto, se dormo bene, se guardo troppa televisione... mi pesa e mi misura, dopo mi sdraio sul lettino e lei ascolta il rumore del mio cuore e dei polmoni e mi mette le mani sulla pancia. Scrive tanto su una cartella e fa il grafico di come sto crescendo. Stamattina niente scuola perché devo andare dal medico un'altra volta. Sembra che anche la pediatra sia preoccupata perché sono piccolo, e ha preparato ai miei genitori una lettera per un endocrinologo; mi ha spiegato che è il medico che si occupa degli “ormoni”, delle specie di messaggeri che abbiamo nel corpo. Ci sono due ormoni importanti per crescere, e uno si Chiapa “ormone della crescita”. Siamo andati subito dallo specialista degli ormoni. Siamo dovuti andare in hospédale mi sono un po' spaventato. C'erano la mamma e il papà e il medico ci ha misurato tutti. Ha letto la letrera della pediatra e ci ha fatto tante domande... com'ero quando sono nato, quanto mangiavo, se ero stato malato, ha fatto domande anche ai miei genitori, e poi su mio fratello. Mi ha anche chiesto come facevo la cacca!.. sembra che a volte ci sono delle malattie nella pancia che non ti lasciano crescere. Ci ha detto che doveva farmi degli esami, di tornare un altro giorno. Eccoci qua! Siamo tornati dal medico in ospedale, il medico degli ormoni. Mentre aspettavamo il nostro turno ho conosciuto una nuova amica. Si chiama Maria, anche lei ha 7 anni, è bionda e magra. Sua madre ci ha detto che da un anno fa ogni giorno una puntura di ormone della crescita. Glielo danno perché è nata molto piccola e non cresceva bene. Mi ha detto che si fa l'iniezione da sola tutte le sere e che non fa male. Deve essere proprio molto brava! Una mattina siamo stati in ospedale e mi hanno fatto degli esami del sangue. Ho dovuto aspettare un po' di tempo e mi hanno punto di nuovo... Mi hanno fatto anche la radiografia della mano. Sembra che nella mano, quando nasciamo, ci sono solo le ossa lunghe, quelle delle dita. Per il resto è cartilagine, che, intanto che cresciamo, si trasforma in osso. I medici utilizzano queste lastre per capire l'età delle nostre ossa e quanto tempo ancora possiamo crescere. Ci sono bambini che crescono lentamente per un tempo più lungo. Da piccoli sono bassi, ma da grandi saranno alti; loro non avranno bisogno di prendere gli ormoni per crescere, devono solo aspettare che passi il tempo. Ecco! Sembra proprio che devo pungermi... però non è una cosa così brutta. Non sono gli stessi aghi delle vaccinazioni, grossi e lunghi. Sono molto piccoli, sottili come un filo. Però, ora lo racconto pezzo per pezzo. Prima abbiamo dovuto aspettare un po' di tempo, perché molti Medici hanno parlato tra loro per decidere se l'ormone della crescita poteva aiutarmi o no. Hanno parlato con mia mamma per dirle che io ne avevo bisogno. Siamo andati a comprarlo e ci hanno spiegato che dovevamo conservarlo in frigorifero, sennò si può rovinare e non fa più da messaggero. Ci hanno dato l'ormone della crescita e ci hanno insegnato a usarlo. Lo prendo prima di andare a dormire, perché funziona meglio durante la notte. Siccome sono capace di farlo da solo, quest'estate potrò andare in vacanza al mare dai nonni. Manca poco, siamo già in primavera. Oggi ho chiesto alla mamma se posso dare un poco del mio ormone della crescita a Pancho, e lei mi ha detto di no. Che Pancho è così perché anche i suoi genitori sono bassi. Per l'ormone della crescita, come tutte le medicine, ci vuole la ricetta del medico, che è quello che sa cosa ha bisogno ciascuno di noi. E' arrivata l'estate e sono al mare dai nonni. Quando mi hanno visto mi hanno detto che sono cresciuto - molto. Loro me lo dicono ogni anno, ma quest'anno penso sia proprio vero. Riesco in piedi a prendere le caramelle che mia nonna nasconde perché io e i miei cugini non se ne mangi troppe. Mònica Peitx Triay è nata a Barcellona nel 1970 e si è laureata in Medicina e Chirurgia all'Università di Barcellona. Lavora come Endocrinologa Pediatra dal 2002. E' sposata con un medico e ha due figli. Le piace il suo lavoro come anche il sole, il mare, leggere, andare in bicicletta, in barca, fare passeggiate e disegnare. Oltre al libro che hai in mano, ha pubblicato nel 2008 “La storia di Max. Per conoscere meglio l'obesità infantile”, al quale è seguito “La storia di Aina. Per conoscere meglio il diabete mellito di tipo 1”, edito nel 2009. www.cpen.cat