Presentazione Con le attività proposte s’intende favorire, in un contesto disciplinare ben preciso (quello della fisica), l’apprendimento di abilità e competenze scientifiche di base trasversali a vari ambiti. In particolare s’intende promuovere un’alfabetizzazione scientifica adeguata in merito al significato di misura delle grandezze fisiche e degli errori, che nei processi attivati per misurare si possono commettere, con particolare attenzione alla loro stima; alla rappresentazione adeguata dei dati sperimentali in forma di tabelle, istogrammi e grafici nonché alle procedure da attuare per estrarre da essi informazioni significative; alla costruzione di modelli interpretativi di alcuni fenomeni fisici con particolare attenzione ai test per verificare la compatibilità dei modelli con i datti sperimentali e alla lettura adeguata dei modelli matematici proposti per estrarne previsioni sui fenomeni; alle procedure di calibrazione tanto spesso usate per misurare una grandezza valutandone un’altra nota la relazione che lega una all’altra. Non si è rinunciato, inoltre, all’opportunità di introdurre elementi base dell’epistemologia della disciplina sfruttando l’opportunità del laboratorio per far sperimentare personalmente l’approccio allo studio dei fenomeni fisici. Anche se in modo estremamente sintetico si illustrano, anche, alcuni strumenti operativi particolarmente adatti alla interiorizzazione di quanto apprese (le mappe concettuali, i diagrammi di Gowin, la scrittura di brevi relazioni di laboratorio, l’uso, quando possibile, di analogie in situazioni diverse). La scelta delle attività è stata volutamente limitata per tener conto della poca disponibilità di tempo, da dedicare alla fisica, nel triennio di scuola media inferiore e dell’approccio proposto di far intervenire continuamente durante il laboratorio gli studenti con osservazioni, commenti e confronti in risposta ad un ampia gamma di domande: in sostanza s’intende privilegiare uno studente attivo fruitore delle proposte didattiche. E’ del tutto evidente che tale impostazione è ispirata, particolarmente, ad un approccio costruttivista dell’insegnamento in cui il ruolo dell’insegnante è in pratica quello di promotore di situazioni di apprendimento e la responsabilità di apprendere è, in definitiva, come deve essere, demandata all’allievo. Il percorso didattico proposto, in particolare la sua articolazione in tre anni, potrà ovviamente, in alcune parti, essere modificato cosi, come la scelta di far svolgere alcune delle attività di analisi dei 1 dati autonomamente a casa dall’allievo va attentamente valutata dall’insegnante in relazione al contesto scolastico in cui si trova ad operare. Alcune informazioni, infine, sulla strumentazione e i dispositivi da utilizzare nello svolgimento delle attività: trattasi di materiale a basso costo che deve essere disponibile in numero adeguato di esemplari in modo da permettere agli allievi di lavorare in piccoli gruppi (due massimo tre studenti). E’ fondamentale che tutti gli studenti possano impratichirsi, perché individualmente ne fanno uso, della strumentazione e dei dispositivi utilizzati acquisendo una buona manualità e divenendo, grazie al loro continuo coinvolgimento ed interazione con i compagni e con l’insegnanti componenti partecipi di un vero e proprio gruppo di lavoro. E questo è un’altro degli obiettivi che la nostra proposta si spera di raggiungere. 2 I0 ANNO MODULO DIDATTICO I : MISURA DI GRANDEZZE FISICHE : LUNGHEZZE, SUPERFICI E VOLUMI Cosa significa misurare una lunghezza? Strumenti per le misure di lunghezza e loro caratteristiche ( portata, precisione) – Errore massimo e errore relativo - Il calibro : principio di funzionamento Uso del calibro nelle misure di lunghezza - Misura ( INDIRETTA) dell' area di una piastra metallica – Misura dell’area di una superficie irregolare – Istogramma di misure ripetute - Misura ( indiretta) del volume di un parallelepipedo e misura di volume con un cilindro graduato - Misura del volume di un parallelepipedo cavo - Collezione di oggetti e campione - Misura della lunghezza di chiodi: istogramma delle misure della collezione. - Costruzione sperimentale di un modello probabilistico per l'interpretazione delle distribuzioni di misure ripetute : lanci di 10 monete Fluttuazioni statistiche - Confronto tra lancio delle monete,misure ripetute dell'area di una figura irregolare, misure della lunghezza dei chiodi - Errori casuali/accidentali ed errori sistematici nelle misure MODULO DIDATTICO II : MISURE DI MASSA E DENSITA' Definizione di massa - Come si misura la massa di un corpo ? - Costruisci una bilancia - Misura una massa non nota - Misura con il metodo della tara - Bilance analogiche e bilance digitali - Taratura di una bilancia analogica - Bilance digitali - Studio sperimentale della relazione fra massa ed volume dell'acqua : il concetto di densità - Rappresentazione grafica dei risultati di un esperimento: la scelta delle scale - Rappresentazione dei dati sperimentali sul grafico - I cambiamenti di scala nella rappresentazione grafica MODULO III : MAPPE CONCETTUALI COME STRUMENTI PER FAVORIRE APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO Introduzione alla problematica dell'apprendimento - Il modello costruttivista dell'apprendimento Concetti di senso comuni ( o concetti alternativi o pre-concetti ) - Apprendimento significativo ed apprendimento a memoria - Impariamo a costruire le Mappe Concettuali ( MC ) - Le MC come strumento da utilizzare per dare significato alle attività didattiche 3 II0 ANNO MODULO DIDATTICO IV : MISURE DI TEMPO E STUDIO DI MOTI Come si può misurare il tempo? - Misura del tempo di svuotamento mediante il battito cardiaco Misura del tempo di svuotamento mediante un pendolo - L'orologio come strumento di misura del tempo - Misura dei tempi di caduta di una moneta - Tempo di reazione - Misura di tempo in un fenomeno periodico - Studio sperimentale di un moto rettilineo uniforme - Il concetto di velocità Rappresentazione grafica del moto - Dal grafico velocità-tempo allo spazio percorso - Studio sperimentale della cinematica di un moto rettilineo di una sfera su una guida inclinata Rappresentazione grafica del moto : legge oraria del moto - Definizione operativa di velocità media e velocità istantanea - Definizione operativa di accelerazione media - Moto rettilineo uniformemente accelerato o ritardato - Confronto con i dati sperimentali di una sfera che rotola lungo una guida inclinata - Discrepanza percentuale fra valori misurati e valori attesi - Misura indiretta del tempo di reazione - Confronto fra medie di misure ripetute - Cosa significa una sperimentazione controllata? - Studio di un moto bidimensionale - Studio qualitativo del moto bidimensionale - Studio quantitativo del moto bidimensionale - Costruzione di un modello cinematico interpretativo - Confronto fra dati sperimentali e previsioni del modello - Studio sperimentale della dipendenza della traiettoria dalla velocità MODULO DIDATTICO V : FORZE E LORO MISURA Il concetto di forza - La forza come grandezza vettoriale - Forze agenti simultaneamente : somma/risultante di forze - Alcuni esempi di forze : forze di attrito e forze elastiche - La legge di Hooke - Forze d'interazione a distanza : forze gravitazionali, forze elettriche e magnetiche - Forze di galleggiamento e spinta di Archimede - Forze resistive del mezzo -Calibrazione di uno strumento per le misure dell'intensità di una forza - Rappresentazione grafica delle misure: determinazione della costante elastica - Dipendenza della costante elastica di una molla dal numero di spire Rappresentazione grafica per una relazione di proporzionalità inversa - Studio sperimentale del principio di Archimede - Rappresentazione grafica dei risultati - Interpretazione quantitativa della Spinta di Archimede Misure relative di densità Calibrazione di un densimetro. III0 ANNO 4 MODULO DIDATTICO VI : FORZE E MOVIMENTO Composizione delle forze - Decomposizione delle forze - Condizioni per l'equilibrio - Studio sperimentale dell'equilibrio di un corpo poggiato su un piano inclinato – La II legge della dinamica - Studio delle oscillazioni di un pendolo e determinazione dell'accelerazione di gravità - Studio delle oscillazioni di una massa appesa ad una molla - Misura del coefficiente di attrito statico e dinamico. MODULO DIDATTICO VII : MODELLI Un esempio di costruzione di un modello probabilistico: la legge di sopravvivenza nel lancio dei dadi. La rappresentazione grafica dei risultati - L'uso del foglio elettronico nella costruzione del modello - La ricerca dell'accordo con i dati sperimentali: l'approccio visivo e l'uso del Chi-quadro Un esempio di costruzione di un modello deterministico- La legge di raffreddamento di Newton Le misure di temperatura con il termometro digitale. La rappresentazione grafica dei dati sperimentali -L'implementazione del modello interpretativo con il foglio elettronico- L’analogia con l’esperimento sulla sopravvivenza dei dadi - La determinazione della costante di raffreddamento con approccio visivo e mediante Chi-quadro - I diagrammi di Gowin (DG) per la rappresentazione delle attività di laboratorio 5 MODULO DIDATTICO I : MISURA DI GRANDEZZE FISICHE : LUNGHEZZE, SUPERFICI E VOLUMI Lez. num. 1 Cosa significa misurare una lunghezza? 1) Misura la larghezza del tuo tavolo utilizzando il bastoncino di legno che hai a disposizione. FOTOGRAFIA BASTONCINO DI LEGNO Domanda 1: Qual è il risultato ottenuto? Domanda 2: Esprimi a parole la procedura che hai seguito, precisando anche eventuali accorgimenti da te utilizzati. L'insieme delle procedure da te seguite utilizzando lo strumento a tua disposizione ed il risultato numerico ottenuto costituiscono UNA MISURA DELLA LARGHEZZA DEL TAVOLO Domanda 3: Confronta i tuoi risultati con quelli dei tuoi compagni: coincidono? Spiega eventuali discrepanze. 2) Ripeti la misura utilizzando sempre lo stesso bastoncino di legno Domanda 4: Il risultato ottenuto coincide con quello della prima misura? Spiega eventuali differenze. La lunghezza del BASTONCINO rappresenta la tua UNITA' CAMPIONE: se i tuoi compagni hanno utilizzato bastoncini di lunghezza diversa (unità campione diverse) avranno certamente ottenuto risultati diversi. Domanda 5: Secondo te, quali sono le caratteristiche cui deve soddisfare una UNITA’ CAMPIONE affinché la misura non presenti ambiguità? Discutine con il tuo insegnante. 6 QUANDO SI ESEGUONO DELLE MISURE, AFFINCHE' UNA COMUNITA' (LA NOSTRA CLASSE PER ESEMPIO) POSSA SCAMBIARE E UTILIZZARE LE INFORMAZIONI, E' OPPORTUNO SCEGLIERE LA STESSA UNITA' CAMPIONE. NELLE NOSTRE MISURE DI LUNGHEZZA, SI POTREBBE PER ES. UTILIZZARE COME UNITA' CAMPIONE IL CM (CENTESIMA PARTE DI UN METRO CAMPIONE) COME HAI NOTATO,NELL’ESEGUIRE MISURE, OCCORRE ESPRIMERE DEI GIUDIZI DI ALLINEAMENTO O VALUTARE FRAZIONI DELL’UNITÀ CAMPIONE. LO SPERIMENTATORE (COLUI CHE MISURA) INTERFERISCE CON IL SUO GIUDIZIO CON LA MISURA CHE EFFETTUA. Ripetendo una misura si possono dare giudizi diversi: questo spiega perché, ripetendo la misura, anche se con lo stesso campione, hai ottenuto risultati diversi 7 Lez. num.2 Strumenti per le misure di lunghezza e loro caratteristiche ( portata, precisione) – Errore massimo e errore relativo Ci si propone di migliorare la misura: a tale scopo tu e i tuoi compagni potete utilizzare uno strumento (il righello per esempio) in cui sono riportati multipli dell'unità campione (2,3,4….20 cm) e sottomultipli dell'unità campione ( per es.1/10 di cm = 1 mm) FOTOGRAFIA DI UN RIGHELLO 3) Prendi il righello e misura la lunghezza della sbarretta metallica che ti è stata fornita. FOTOGRAFIA SBARRETTA METALLICA DA MISURARE Domanda 6 : Qual è il risultato che hai ottenuto ? Ricordati che il risultato è espresso da UN NUMERO accompagnato sempre dalle UNITA' DI MISURA (per es. cm). Domanda 7: Esprimi a parole la procedura seguita nell'effettuare la misura, precisando anche eventuali accorgimenti cui hai fatto ricorso. 4) Ripeti la misura che hai effettuato . Domanda 8: Hai ottenuto lo stesso risultato? In caso negativo, sai dare una spiegazione della discrepanza? La lunghezza massima che puoi valutare con il tuo righello è pari a 20 cm : questa quantità, cioè il valore massimo che può essere misurato, prende il nome di PORTATA DELLO STRUMENTO Con il tuo strumento puoi valutare variazioni di lunghezza di 1/10 di cm = 1 mm. Questa quantità prende il nome di PRECISIONE ( O INCERTEZZA) DELLO STRUMENTO. 8 Domanda 9: Osserva ora con attenzione la scala graduata riportata sull'altro lato del tuo righello. Utilizzando questo lato del righello quanto valgono la portata e la precisione? Domanda 10: Procurati una riga di lunghezza diversa. Quanto valgono la sua portata e la sua precisione? Se utilizzi un metro da sarta, quanto valgono la sua portata e la sua precisione? OGNI STRUMENTO è caratterizzato da una PORTATA e una PRECISIONE. FOTOGRAFIE DEL RIGHELLO CON DETTAGLI SULLA PORTATA E SULLA PRECISIONE (O INCERTEZZA) Per alcuni strumenti di misura (non solo quelli che misurano lunghezze) torna utile definire anche la SENSIBILITA’ dello strumento. Essa è uguale all'INVERSO della PRECISIONE. Diciamo, infatti, che tanto più piccola è la variazione della grandezza in esame che lo strumento riesce a misurare, tanto più grande è la sua sensibilità 5) Quasi certamente nel fare la misura della sbarretta, avrai notato che la sua estremità' (quella non allineata con lo zero) non coincideva esattamente con una delle tacche riportate sul righello. Ripeti la misura e cerca di "apprezzare" la frazione di millimetro da aggiungere al numero espresso dalla tacca che è stata con certezza "superata" dall'estremo della sbarretta. Domanda 11: Qual è il risultato ottenuto ? Domanda 12:Tenendo conto della procedura di misura seguita, evidenzia chiaramente quali sono le cifre che consideri SICURE e quella su cui hai invece dei DUBBI a causa della procedura di valutazione. 6) Per facilitare la valutazione della frazione di millimetro da aggiungere, ti suggeriamo di utilizzare la lente d'ingrandimento e di ripetere la misura della sbarretta. 9 Domanda 13: Qual è il risultato della misura e quali sono le cifre, che la rappresentano, che consideri sicure? Domanda 14: Tenendo conto della PRECISIONE del tuo strumento e della tua incertezza nella valutazione, come esprimeresti il risultato della misura? Comunemente la misura viene espressa dal risultato ottenuto (inclusivo della cifra su cui si hanno dei dubbi) a cui è aggiunta/sottratta (si scrive +/-) la precisione dello strumento. Questo significa sostanzialmente che, nella valutazione, si pensa di avere al massimo, sbagliato della quantità che si aggiunge/sottrae. Questa quantità prende il nome di ERRORE MASSIMO DI MISURA O INCERTEZZA DELLA MISURA e, nel caso particolare esaminato, coincide con la PRECISIONE dello strumento. Il rapporto fra l'errore massimo ed il risultato della misura prende il nome di ERRORE RELATIVO. Domanda 15: Quanto vale l'errore relativo della misura della sbarretta da te effettuata? Quali sono le sue unità di misura? Moltiplicando per 100 l’errore relativo, si ottiene l’ERRORE PERCENTUALE (si scrive % ). Domanda 16: In una misura di lunghezza, si ha un errore percentuale del 3.4%. Sapendo che il valore della lunghezza misurata è pari a 33.2 cm, quanto vale l’errore massimo? 10 Lez. num. 3 Il calibro : principio di funzionamento Per migliorare la precisione di uno strumento di misura di lunghezze, si utilizza il calibro lineare. Tale strumento è costituito da due parti, una fissa e l'altra mobile detta NONIO, che, schiacciando il pomello nero, può scorrere rispetto alla prima. FOTOGRAFIA DEL CALIBRO VENTESIMALE Osserva che: La parte fissa ha la scala graduata in millimetri. La parte mobile, scorrendo rispetto a quella fissa, consente di “bloccare” fra le sue “ganasce” l’oggetto di cui si vuol misurare la lunghezza. Descriveremo il principio su cui si basa il cosiddetto nonio ventesimale (quello che tu hai a disposizione). Sulla parte mobile sono riportate 20 tacche: in corrispondenza della seconda è riportato un 1, in corrispondenza della quarta è riportato un 2….in corrispondenza della ventesima è riportato un 10. Appoggia la parte mobile a quella fissa fino ad avvicinare perfettamente le due ganasce (Calibro “chiuso”). Domanda 17: Guarda attentamente le due scale (quella riportata sulla parte fissa e quella riportata sulla parte mobile). Cosa noti? Domanda 18: Hai notato che la distanza fra due tacche successive nella parte mobile ed in quella fissa non coincidono. Quella relativa alla parte fissa è, come noto, uguale a 1mm. Prova a stabilire quanto vale la distanza fra due tacche successive nella parte mobile. Le distanze non coincidono: quella relativa alla parte mobile è pari a 19/20 di mm (cioè è più piccola di 1/20 di mm = 0,05 mm). Guarda attentamente il tuo strumento e cerca di verificare quanto affermato. 11 Domanda 19: Tieni chiuso il calibro: i due zeri (della parte fissa e mobile) coincidono mentre la prima tacca della parte mobile è leggermente a sinistra della prima tacca (corrispondente ad 1 mm) della parte fissa. Di quanto dobbiamo allargare il calibro per far coincidere le suddette tacche? Prova ad aprire il calibro fino a far coincidere la prima tacca (dopo lo zero) di entrambe le scale. Domanda 20: Guarda la sottile fenditura che si è "creata" fra le due "ganasce" del calibro. Quanto è larga questa fenditura? Prova ad ottenere una fenditura di 0,3 mm (3/10 di mm). Domanda 21: Come hai fatto? In sostanza la tacca della parte mobile che coincide con una delle tacche della parte fissa ti permette di apprezzare la larghezza della fenditura, cioè misura di quanto lo zero della parte mobile è spostato rispetto allo zero della parte fissa. Prova a realizzare una fenditura larga 1,35 mm Domanda 22: Come hai fatto? Domanda 23: Qual è la precisione del calibro? Quanto vale la sua portata? Il nonio ha aumentato la precisione del tuo strumento? 12 Lez. num. 4 Uso del calibro nelle misure di lunghezza Ora sei in grado di utilizzare il calibro. Per fare la misura della tua sbarretta metallica, inseriscila, tenendola ben ferma, parallela alla parte fissa fra le due "ganasce" del calibro. Lo zero della scala mobile coincide con una posizione sulla scala fissa che corrisponde alla lunghezza della sbarretta. Domanda 24: Ricorda che, utilizzando il nonio, puoi valutare anche i ventesimi di millimetro (= 0,05 mm). Quanto vale la lunghezza della tua sbarretta ? Spiega in dettaglio come hai ragionato per valutarla. Ripeti la misura della sbarretta. Domanda 25: Coincide con quella fatta precedentemente? Se no, quanto vale la differenza delle due misure fatte con il calibro? E' maggiore della precisione del calibro? Se la differenza è maggiore vuol dire che nella procedura di misura è insita una causa d'errore superiore alla precisione dello strumento. Nel seguito impareremo a valutare tali errori. Assumiamo ancora per il momento che L'ERRORE MASSIMO (O INCERTEZZA) NELLA MISURA sia uguale alla PRECISIONE DELLO STRUMENTO. Domanda 26: Calcola l'errore relativo e l'errore percentuale della misura fatta e confrontali con quelli ottenuti utilizzando il righello. Cosa noti? Commenta. Domanda 27: Come dovrebbe essere fatto un nonio, se volessimo fare misure con la precisione di 1/40 mm.? Le misure di lunghezza che hai effettuato sono state ottenute per confronto diretto con uno strumento in cui sono riportati multipli o sottomultipli di un' unità campione Ogniqualvolta le misure sono effettuate in tal modo, si parla di MISURE DIRETTE 13 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------OPZIONALE Uso del CALIBRO CIRCOLARE (PALMER) nelle misure di piccoli spessori Il calibro che hai usato prende il nome di calibro lineare, per distinguerlo da un altro strumento di misura di spessori molto piccoli (Calibro circolare o calibro Palmer). FOTOGRAFIA DEL CALIBRO PALMER Prendi il calibro Palmer che hai a disposizione ed osserva attentamente cosa accade quando, ruotando il pomello, fai “scorrere” la parte mobile, su cui è riportato il nonio, rispetto a quella fissa. Domanda 28: Qual è la portata e la precisione del Palmer? Utilizzando il pacchetto di 10 fogli di carta che hai a disposizione, cerca di determinare lo spessore di 1 foglio. Domanda 29: Qual è il risultato ottenuto? Qual è il risultato che ottieni, ripetendo la misura? Confronta la differenza fra le due misure con la precisione del Palmer. Esistono in commercio dei calibri (detti digitali) in cui la lettura della misura viene fatta direttamente su un display. Si tratta di dispositivi, piuttosto sofisticati, che trasformano, attraverso opportuni sensori e meccanismi elettronici, la distanza, fra le ganasce che come sai rappresenta la lunghezza che vuoi misurare, in un numero, con unità di misura, letto direttamente su un display FOTO CALIBRO DIGITALE 14 Lez. num. 5 Misura ( INDIRETTA) dell' area di una piastra metallica Ci si propone di misurare l’area della superficie di “oggetti piani” di forma diversa a) Hai a disposizione delle piastrine di alluminio o di rame di forma geometrica rettangolare. Per misurarne la superficie occorre : - misurare i due lati a,b - calcolare la superficie mediante la formula a te nota dell'area di un rettangolo Area = a*b FOTO PIASTRINA Utilizza il calibro per misurare separatamente a e b e quindi, mediante la formula nota, valuta l'area della superficie Domanda 31: Qual è il risultato ottenuto? Ricordati che una misura è sempre espressa da un numero e dalle unità di misura relative. La misura dell'area della superficie è stata ottenuta per via INDIRETTA, misurando separatamente in modo diretto i due lati a e b ed utilizzando una formula a te nota. In generale si parla di MISURA INDIRETTA ogni volta che la misura di una grandezza è ottenuta utilizzando i risultati di MISURE DIRETTE ed UNA FORMULA NOTA che esprime la grandezza da valutare mediante le grandezze misurabili direttamente Domanda 32: Le misure dei lati a e b sono entrambe affette da un errore massimo (ricorda quanto fatto precedentemente!) Tenendo conto degli errori sui due lati, quali sono il valore più piccolo (Amin ) e il valore più grande (Amas) che potresti ottenere per l’area della superficie? Domanda 33: Cosa può rappresentare la semidifferenza di questi due valori (Amass-Amin )/2)? In questa misura indiretta, la semidifferenza calcolata rappresenta L'ERRORE MASSIMO 15 (o INCERTEZZA MASSIMA) b) Hai a disposizione un foglio bianco sul quale è stata disegnata una curva geometrica che racchiude una certa superficie di cui non è possibile calcolare l’area attraverso una formula nota e attraverso misure dirette. La procedura che segue ti può consentire di farne la misura Disponi della fotocopia, su lucido trasparente, di un foglio di carta millimetrata. FOTO FIGURA IRREGOLARE CON GRIGLIA TRASPARENTE Domanda 34: Quale valore numerico ha l'area del quadratino più piccolo? Domanda 35: Sapresti utilizzare questo lucido "calibrato" (avente cioè quadratini di area nota), per misurare l'area della tua figura geometrica? Domanda 36: Confronta il risultato da te ottenuto (espresso in mm2) con quello dei tuoi compagni che hanno fatto analoghe misure della stessa figura geometrica. Spiega eventuali discrepanze. La procedura da te seguita ed il risultato numerico ottenuto rappresenta la misura dell'area MEDIANTE UNO STRUMENTO (il lucido) CALIBRATO (nel nostro caso in mm2) . Domanda 37: Ripeti la misura dell'area con il lucido calibrato. Confronta il risultato con quello da te ottenuto precedentemente e spiega eventuali discrepanze. COSTRUZIONE DELL’ISTOGRAMMA nelle misure ripetute di superficie di tutti gli studenti (almeno due misure per ogni coppia di studenti). Trascrivi su un foglio, in una tabella, i risultati di tutte le misure fatte (da te e dai tuoi compagni). Nota che i valori sono abbastanza diversi. Evidenzia se, per caso, tra le misure ce n'è qualcuna chiaramente errata (o troppo grande o troppo piccola rispetto a tutte le altre). Domanda 38: Cosa pensi sia accaduto in questi casi anomali? 16 Escludi dal tuo insieme di misure quelle (non più di un paio) che ti sembrano chiaramente sbagliate. Domanda 39: Scorrendo l'insieme dei risultati (circa 30 valori), riesci ad individuare qualche criterio per descriverne/rappresentarne il "comportamento" in modo più significativo? Sintetizzare il "comportamento" di un insieme di circa 30 misure non è facile: a tale scopo è di aiuto la rappresentazione dei dati in un ISTOGRAMMA. Procedi come segue: - Individua nel tuo campione il valore più grande (Amass ) e quello più piccolo (Amin ). - Calcola la differenza fra il valore più grande e quello più piccolo. - Dividi tale differenza per un numero compreso fra 8 e 12 ( puoi scegliere uno qualunque di questi numeri). Questa quantità è detta INTERVALLO BASE dell'istogramma ed è indicata l con A (delta A). - Calcola un multiplo di questo numero che sia prossimo, per difetto, al valore più piccolo nel tuo insieme di dati - Calcola i valori corrispondenti a multipli successivi dell'intervallo base fino ad ottenere un valore che è più grande di Amass. - Prendi il foglio di carta millimetrata che hai a disposizione e, seguendo le istruzioni del tuo insegnante, riporta in corrispondenza di ogni cm, i valori corrispondenti ai multipli successivi precedentemente calcolati. - Prendi in esame il primo valore della tua tabella di misure. Esso sarà compreso in uno degli intervalli riportati sulla carta millimetrata. Rappresentalo in tale intervallo con una croce che occupi un quadrato di un cm2. - Ripeti quanto fatto precedentemente per tutti i valori successivi della tabella. Ogni volta che un valore cade in un intervallo in cui è stata già riportata una misura precedente, disegna la croce che lo deve rappresentare sopra quella/e precedenti. - Evidenzia con una linea continua il "contorno" delle croci. Tale rappresentazione dei tuoi dati prende il nome di ISTOGRAMMA. Domanda 40 : Quali informazioni, difficilmente ottenibili dalla tua tabella di dati, puoi ricavare “visivamente" dal tuo istogramma? 17 Una "lettura" attenta dell'istogramma ti permette d'individuare un valore centrale rappresentativo dell'insieme dei dati ed un intervallo ,detto larghezza della distribuzione dei dati, entro il quale sono comprese tutte le tue misure. Questi due parametri , VALORE CENTRALE E LARGHEZZA, costituiscono una DESCRIZIONE dell'insieme dei dati. Il VALORE CENTRALE può essere ottenuto facendo una MEDIA ARITMETICA delle misure effettuate. La media aritmetica (o valor medio) delle N misure di area è definita come : Am = (A1 + A2 +…AN) / N La LARGHEZZA della distribuzione, detta anche DISPERSIONE della serie di misure, è invece data da: L= Amass - Amin Spesso si parla anche di SEMI-LARGHEZZA DELL’ISTOGRAMMA, o ERRORE MASSIMO della serie di misure: E = L/2 La MEDIA e la LARGHEZZA della distribuzione sono appunto due parametri descrittivi della serie di misure. Domanda 41: Qual è il risultato e l’errore delle misure dell’area da voi effettuate? Si può scrivere : risultato della misura = Am +/- L/2 18 Lez. num. 6 Misura (indiretta) del volume di un parallelepipedo e misura di volume con un cilindro graduato Domanda 42: Hai a disposizione un parallelepipedo di alluminio: come puoi misurarne il volume? FOTO PARALLELEPIPEDO DI ALLUMINIO Puoi procedere in due modi: - Misurare, mediante il calibro, la lunghezza dei tre lati a, b, c, del parallelepipedo e utilizzare la formula che permette di ottenere il volume V V = a* b* c Questa è evidentemente una MISURA INDIRETTA - Usare un cilindro graduato pieno d'acqua in cui immergere il parallelepipedo. Lo spostamento del livello dell'acqua sulla scala graduata fornisce il valore del volume V che si vuole misurare. Si dice, in questo caso, che la MISURA è fatta MEDIANTE UNO STRUMENTO CALIBRATO (cilindro graduato in ml = millilitri = 1/1000 litri ). 1metodo: Utilizza il calibro per misurare i tre lati del parallelepipedo e valuta quindi il valore del volume utilizzando la formula nota Domanda 43: Qual è il valore ottenuto? Sapresti stimare, nota la precisione del calibro, l'errore massimo della tua valutazione? Il procedimento da seguire è simile a quello utilizzato nella valutazione dell' area della piastrina nella misura con metodo indiretto: stima il più piccolo (Vmin ) ed il più grande ( Vmass ) valore che, tenendo conto della precisione del regolo nelle misure dei tre lati, avresti potuto ottenere per il volume. Domanda 44: Quanto vale l'errore relativo? E quello percentuale? 19 2 metodo : Effettua ora la misura con metodo indiretto utilizzando il cilindro graduato. FOTO CILINDRO GRADUATO Domanda 45: Il cilindro è graduato in ml. Qual è la precisione del tuo strumento (cilindro graduato) espressa in mm3? Domanda 46: Quanto vale il volume del parallelepipedo così misurato? Sai dare una stima del suo errore massimo,relativo e percentuale? Domanda 47: Confronta i valori e gli errori percentuali ottenuti valutando il volume dello stesso parallelepipedo con i due metodi. Quale delle due misure ti sembra più precisa? Ovviamente il volume di un solido a forma geometrica semplice va valutato, se possibile, con il metodo indiretto. Ciò non è possibile nel caso di FLUIDI o CORPI SOLIDI CON FORMA GEOMETRICA ARBITRARIA. In quest'ultimo caso è d'obbligo la misura mediante lo STRUMENTO CALIBRATO (il cilindro graduato) . Domanda 48: Hai a disposizione una carota. Qual'è il suo volume? Stima l'errore massimo, relativo e percentuale nella tua misura Misura del volume di un parallelepipedo cavo Hai a disposizione un parallelepipedo cavo. FOTO PARALLELEPIPEDO CAVO Ricorda che,noti i lati a,b e c, il volume di un parallelepipedo è dato da: V= a*b*c Domanda 49: Come puoi determinare il volume della parte “piena” ( Vpie )? Per la determinazione del volume della parte piena puoi: 20 - misurare direttamente con il calibro, i tre lati esterni a,b,c e da questi, con la formula nota, determinare il volume esterno (Vest) - misurare direttamente con il calibro larghezza e lunghezza ( l’altezza la conosci) della cavità interna e quindi, risalire con la formula nota al volume della cavità (Vint) - calcolare la differenza Vpie= Vest - Vint Domanda 50: Tenendo conto degli errori massimi nelle misure di lunghezza fatte con il calibro, qual è il valore più piccolo (Vmin) e il valore più grande (Vmass) che avresti potuto misurare per Vpie? Calcola, a partire da Vmin e Vmass, l'errore massimo, relativo e percentuale commesso nella misura del volume del parallelepipedo cavo. Confronta gli errori da te stimati con quanto ottenuto dai tuoi compagni e cerca di capire eventuali discrepanze. Domanda 51: Spiega le differenze tra le procedure relative alla misura e al calcolo dell’errore nel caso del volume del parallelepipedo pieno e quelle relative al caso del parallelepipedo cavo. Le modalità con cui vengono calcolati gli errori nelle misure INDIRETTE dipendono dalla natura della FORMULA/RELAZIONE usata. 21 Lez. num. 7 Collezione di oggetti e campione Precisiamo che nell’attività che segue per : -COLLEZIONE DI OGGETTI intendiamo un insieme di oggetti in linea di principio tutti uguali ( per esempio chiodi della stessa lunghezza, lo stesso modello di bicchieri prodotti dalla stessa ditta e della stessa capacità, bulloni dello stesso diametro..) - CAMPIONE un insieme di persone appartenenti alla stessa POPOLAZIONE ed aventi in linea di principio caratteristiche uguali ( per esempio gli studenti della I media della provincia di Bari sono un campione della popolazione di tutti gli studenti italiani che frequentano la I media, tutti i laureati di Bari sono un campione di tutta la popolazione di laureati d’Italia, tutti i ragazzi di 13 italiani sono un campione della popolazione mondiale di tutti i ragazzi di 13 anni..) Misura della lunghezza di chiodi: istogramma delle misure della collezione. Nella scatola di fiammiferi troverai alcuni chiodi comprati da un ferramenta. La fabbrica che li produce li commercializza mettendoli in contenitori (scatole o buste di plastica) sui quali è evidenziato un valore definito di lunghezza. FOTO COLLEZIONE DI CHIODI Domanda 52: Ritieni che nel processo di fabbricazione si possono, per ogni chiodo, riprodurre esattamente le stesse condizioni in modo che i chiodi risultino tutti della stessa lunghezza? Vogliamo studiare la distribuzione (ISTOGRAMMA) delle misure della lunghezza, fatte da te e i tuoi compagni, di una cinquantina di chiodi. Domanda 53: Sai descrivere a parole la forma della distribuzione che ti aspetti di ottenere?' Giustifica le tue previsioni 22 Misura le lunghezze dei chiodi, riportandole, insieme con quelle dei tuoi compagni, in una stessa tabella. Costruisci, seguendo la procedura precedentemente utilizzata, l'istogramma dei risultati ottenuti. Ricorda quanto devi fare: - Individua la lunghezza minima (lmin)) e quella massima (lmass) - Calcola la quantità (lmass- lmin) / 10 (puoi dividere per un numero anche diverso da 10, ma ad esso prossimo). Tale risultato rappresenta l' INTERVALLO BASE dell’ ISTOGRAMMA dei tuoi dati sperimentali. - Costruisci l'istogramma. - Calcola i PARAMETRI DESCRITTIVI del tuo istogramma: MEDIA, DISPERSIONE , ERRORE MASSIMO DELLA SERIE DI MISURE Domanda 54: Qual è il risultato delle tue misure , l’errore massimo, relativo e percentuale? Domanda 55: Confronta l'istogramma relativo alle lunghezze dei chiodi con quello relativo alle misure delle aree. Ci sono somiglianze? Quali? Entrambi gli istogrammi hanno in generale una "forma a campana" con un massimo centrale (corrispondente ad un numero elevato di misure) e delle code corrispondenti ad un numero basso di misure che si discostano sensibilmente dal valore centrale. Inoltre il numero di misure a destra e sinistra del valore centrale è all'incirca uguale. L'istogramma è “grosso modo“ SIMMETRICO rispetto al valore centrale . L'origine della forma dell'istogramma può essere spiegata dal fatto che, sia ripetendo le misure (nel caso delle aree), sia nel processo di fabbricazione (nel caso dei chiodi), intervengono molti fattori incontrollabili che rendono praticamente impossibile ottenere lo stesso risultato (stessa misura dell'area o chiodi perfettamente uguali). Questo fatto si esprime dicendo che ci sono molte CAUSE D'ERRORE (fatti incontrollabili) che possono far variare in modo CASUALE, cioè imprevedibile, il risultato della misura/del processo di produzione dei chiodi. Domanda 56 : Sai individuare un insieme di dati relativo a una collezione di oggetti/campione per i quali ti aspetti che la distribuzione di una qualche grandezza sia dello stesso tipo “a campana”? 23 Lez. num. 8 Costruzione sperimentale di un modello probabilistico per l'interpretazione delle distribuzioni di misure ripetute : lanci di 10 monete. Considera un gruppo di 10 monete tutte uguali ( per esempio da 1 centesimo o 2 centesimi o 5 centesimi...). Individua una delle due facce come TESTA e l'altra come CROCE. FOTO GRUPPO DI 10 MONETE Prendi una moneta, mettila nel contenitore di plastica e copri l'apertura del recipiente con la mano. Agita bene il recipiente lascia quindi cadere la moneta sul tavolo. Nel seguito chiameremo questa operazione LANCIO delle monete. Domanda 51 : Puoi predire con assoluta certezza quale faccia mostrerà la tua moneta? Spiega la tua conclusione. Se la risposta alla domanda precedente è affermativa prova a ripetere più volte il lancio della moneta. Domanda 52 : Sei ancora convinto di quanto affermato? Si dice che il lancio della moneta è un evento CASUALE (a caso ) il cui risultato ( TESTA o CROCE ), non può essere previsto con assoluta certezza. Si parla piuttosto di PROBABILITA' che il risultato sia TESTA o CROCE. Domanda 53 : Quanto vale la probabiltà che il risultato sia TESTA? Spiega la tua conclusione. I due risultati possibili ( TESTA e CROCE ) sono ugualmente probabili Sostanzialmente ci sono due possibili risultati ( 2 possibili casi ) uno solo dei quali potrà verificarsi nel lancio . Se per esempio sei interessato al caso CROCE, la PROBABILITA' che nel lancio esca CROCE è, come probabilmente sai, il rapporto tra il caso/i casi da te considerato favorevole e i casi possibili : uguale dunque a ½. 24 Naturalmente la PROBABILITA' che nel lancio il risultato sia TESTA è anche ½. I due casi TESTA e CROCE sono ugualmente probabili. Ciò vuol dire che se si effettuano un gran numero di lanci nella metà (circa) dei casi esce TESTA e nell'altra metà ( circa ) dei casi esce CROCE. Il CIRCA è dovuto al fatto che, anche se molti, i nostri lanci sono in numero finito. Solo se facessimo in numero infinito di lanci avremmo che la CROCE si presenta in ESATTAMENTE la metà dei casi. Quando si fa un numero finito di lanci N, il rapporto fra il numero dei casi in cui è uscita una data faccia, per esempio CROCE, e il numero di lanci effettuati prende il nome di FREQUENZA. La FREQUENZA è tanto più vicina alla probabilità quanto più elevato è il numero di lanci N. Domanda 54 : Se si effettuano 180 lanci , in quanti casi ti aspetti che esca croce? Spiega il ragionamento fatto. Naturalmente la tua è solo una previsione, ma sai ormai che in realtà ci possono essere delle fluttuazioni rispetto al valore che ti aspetti. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Opzionale Considera ora due monete e con un pennarello a spirito segna sulle facce di una moneta un puntino. Ciò ti permette di distinguere le due monete: quella con il puntino e quella senza puntino. Domanda 55 : Effettuando un lancio quali risultati ti aspetti ( quali facce mostreranno le due monete ) ? Spiega il ragionamento fatto. Si hanno 4 possibili risultati. T-T (tutte e due le monete mostrano TESTA), T-C ( la moneta con puntino mostra TESTA e quella senza mostra CROCE ), C-T ( la moneta con il puntino mostra CROCE e quella senza mostra TESTA ) e C-C ( tutte e due le monete mostrano CROCE ). Domanda 56 : Quali sono le probabiltà che si verifichino ognuna delle 4 situazioni discusse? Spiega il ragionamento fatto. Se non avessi distinto mediante il puntino le due monete non avresti potuto distinguere le due situazioni T-C e C-T : questo è quanto normalmente accade per monete indistinguibili. 25 Pertanto nel lancio di due monete sono possibili 3 risultati : tutte e due le monete TESTA, una moneta TESTA e l'altra CROCE, tutte e due le monete CROCE. Domanda 57 : Qual'è la probabiltà che si verifichi ognuna delle situazioni precedenti? Spiega il ragionamento fatto. Rifletti su questo modo d'interpretare il lancio di 2 monete: ogni lancio è equivalente a due lanci successivi di una sola moneta.. Pertanto poichè la probabilità in ogni lancio è =1/2 la probabiltà che nei due lanci di una moneta escano due TESTE ( T-T ) è =1/2*1/2 ( = probabiltà del primo lancio di una moneta per la probabiltà del secondo lancio di una moneta ) Probabiltà uguali si hanno per ognuno degli altri possibili risultati. In definitiva: T-T Probabiltà=1/2*1/2 T-C '' =1/2*1/2 C-T '' =1/2*1/2 C-C '' =1/2*1/2 Se on siamo in grado di distinguere T-C da C-T ( cioè se le due monete sono indistinguibili ) parliamo solo di evento in cui c'è una TESTA e una CROCE . Ad esso associamo una probabilità che è la SOMMA di quelle dovute ai casi T-C e C-T : = 2* ½*1/2 . Nel caso di 3 monete la situazione può essere sintetizzata dalla seguente tabella 8 con ovvio significato dei simboli usati ) . 3 teste : T-T-T Probabiltà =1/2*1/2*1/2 2 teste Probabiltà =1/2*1/2*1/2 e 1 croce 1 testa T-T-C T-C-T Probabiltà =1/2*1/2*1/2 C-T-T Probabiltà =1/2*1/2*1/2 T-C-C Probabiltà =1/2*1/2*1/2 26 e C-T-C Probabiltà =1/2*1/2*1/2 2 croci C-C-T Probabiltà =1/2*1/2*1/2 3 croci C-C-C Probabiltà =1/2*1/2*1/2 In definitiva per qualunque situazione la probabilità è = (1/2)3 Osserviamo che alla configurazione 2 TESTE e 1 CROCE , se non siamo in grado di distinguere le monete , corrispondono 3 possibili situazioni ognuna con probabilità = (1/2)3. Quindi : Probabiltà ( 2 TESTE e 1 CROCE ) = 3* (1/2)3 Con un ragionamento per il caso 1 TESTA e 2 CROCI si ha : Probabiltà ( 1 TESTA e 2 CROCI ) = 3* (1/2)3 Nel caso generale di N monete la probabiltà per ogni situazione è uguale a : (1/2)N Nel caso generale di N monete il numero di modi in cui si può "realizzare" una certa configurazione si può calcolare utilizzando il triangolo di Tartaglia. Ovviamente la discussione teorica del caso con N monete è ben al di là degli obiettivi dell'attività proposta. Osserviamo che nel caso di N=2,3 monete : - le "situazioni" simmetriche ( cioè coincidenti per una scambio di T con c ) sono caratterizzate dalla stessa probabilità. Cio vale anche nel caso di N generico - le probabiltà di situazioni " limite 2 tutte le monete con la stessa faccia o quasi tutte le monete con la stessa faccia 9 sono caratterizzate da probabilità più basse. Domanda 58 : Se hai effettuato 120 lanci di 3 monete qual è il numero atteso ( teorico ) di casi ( eventi ) corrispondenti a 2 TESTE e 1 CROCE ? Qual è il numero atteso di eventi con 3 TESTE? Le considerazioni fatte finora dovrebbero averti convinto del fatto che la distribuzione delle probabiltà teoriche è simmetrica (eventi simmetrici corrispondono alla stessa probabilità ) e che le situazioni "estreme " corrispondono a probabiltà basse. Fai ora un semplice esperimento utilizzando 10 monete uguali. 27 Effettua 50 lanci delle 10 monete e prendi nota ogni volta del di TESTE presenti. Ovviamente possono verificarsi situazioni diverse con un numero di teste pari a o,1,2...10. Costruisci una tabella del tipo: Numero di TESTE Occorrenze sperimentali 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Costruisci un ISTOGRAMMA A BARRE. in corrispondenza di ogni caso ( numero di TESTE = 0,1,2....10 ) che riporti al centro della scala graduata ( vedasi il foglio millimetrato accluso ) disegna un rettangolo di altezza corrispondente al numero di occorrenze sperimentali. Fluttuazioni statistiche Confronta il tuo ISOGRAMMA A BARRE con quello ottenuto dai tuoi compagni. Domanda 59 : Come spieghi il fatto che non coincidono perfettamente ma hanno in generale lo stesso andamento ? Le differenze presenti sono dovute a FLUTTUAZIONI STATISTICHE. Se tu ripetessi i 50 lanci non otterresti quasi certamente lo stesso ISTOGRAMMA A BARRE. Questo si esprime a parole dicendo che l'evento studiato (LANCIO DELLE MONETE ) è un evento PROBABILISTICO. In sostanza nel lancio non si può prevedere con certezza cosa accadrà (quale sarà il risultato ), si può solo valutare la PROBABILITA' associata alle diverse situazioni ( numero di TESTE e CROCI ). 28 Domanda 60 : Sai descrivere un altro evento PROBABILISTICO diverso dal lancio di monete ? Confronto tra lancio delle monete,misure ripetute dell'area di una figura irregolare, misure della lunghezza dei chiodi Domanda 61 : Cerca di mettere in relazione l'EVENTO STUDIATO ( il LANCIO DELLE MONETE ) con le misure ripetute dell'area della figura geometrica irregolare e con le misure della lunghezza dei chiodi. Noti delle caratteristiche comuni? Come puoi interpretarle. L'evento che hai studiato ha alcune peculiarità che lo rendono simile alle misure dell'area dell figura geometrica irregolare e della lunghezza dei chiodi. Proviamo a sintetizzarle nella tabella che segue Lancio delle MONETE Misure di SUPERFICIE/LUNGHEZZE Il risultato di ciò che si ottiene nell'EVENTO è Il risultato delle misure dipende dalle determinato dal contributo di ciò che accade ad valutazioni/stime che sei chiamato a fare durante ogni singola MONETA le misure ( per es. nel caso delle superfici quando la curva che ne individuava il contorno attraversava un quadratino elementare di 1 mm2 ) Il numero dei contributi al risultato può essere Le valutazioni che sei chiamato a fare possono alto quanto si vuole, basta considerare il caso essere numerose ( per esempio nel caso delle con MOLTE MONETE. Solo per comodità ci superfici in molti casi il contorno taglia un siamo limitati a 10 MONETE quadratino elementare ) Ogni moneta ( causa di contributi all'EVENTO ) Ogni valutazione che fai può, con uguale si può presentare con uguale probabilità con la probabilità, essere in eccesso o difetto rispetto al faccia TESTA o CROCE valore vero. La situazione che si presenta con maggiore Il valore centrale è quello che corrisponde frequenza è quella con un numero di TESTE pari all'incirca ad un numero di stime in eccesso para al numero di CROCI a quelle in difetto. E' lecito quindi assumerlo come RISULTATO della misura" o STIMA del VALORE VERO della grandezza che si misura. E' poco probabile che tutte le MONETE del tuo E' poco probabile che in tutte le valutazioni che EVENTO si presentino con la stessa faccia ( devi fare tu valuti sempre in eccesso o sempre in 29 TESTA o CROCE ) difetto La distribuzione delle monete è chiaramente un Il risultato delle misure dipende dalle tue evento PROBABILISTICO particolari valutazioni. Non puoi a priori prevedere con certezza come saranno. Da una lettura attenta della Tabella comparativa possiamo concludere che il LANCIO delle MONETE può costituire un MODELLO appropriato per interpretare gli istogrammi ottenuti nelle misure delle aree e delle lunghezze dei chiodi. Per MODELLO, in questo caso intendiamo un modo di descrivere ed interpretare, in un contesto più familiare/più accessibile, ciò che accade nelle misure. 30 Lez. num 9 Errori casuali/accidentali ed errori sistematici nelle misure Durante le attività precedenti hai imparato che nell'effettuare una misura si commettono inevitabilmente degli errori. L'origine di questi errori (detti CASUALI o ACCIDENTALI) non dipende dalla tua abilità/accortezza nel misurare, ma è nella natura stessa del PROCESSO DI MISURA. Con l'attività sul lancio delle monete abbiamo cercato di illustrare questo aspetto: nel lanciare un gruppo di 10 monete tu NON PUOI con assoluta certezza prevedere quante di esse mostreranno la faccia TESTA cosi' come nell'effettuare una misura tu non puoi STABILRE se la tua valutazione sarà più grande o più piccola del VALORE VERO di ciò che misuri. Può accadere però che nell'effettuare una misura tu utilizzi delle procedure o degli strumenti che ARTIFICIOSAMENTE alterino il VALORE VERO. Hai a disposizioni una fotocopia di carta millimetrata che puoi utilizzare per misurare la lunghezza della tua sbarretta metallica. FOTO FOTOCOPIA DI CARTA MILLIMETRATA (STRISCIOLINA) Domanda 62 : Quanti millimetri è lunga la tua sbarretta ? Ripeti ora la misura utilizzando il calibro. Domanda 63 : Quanti millimetri è lunga la tua sbarretta? Domanda 64 : I risultati delle due misure non coincidono? Sai darne una spiegazione? Prova ad utilizzare la fotocopia di carta millimetrata che ha il tuo compagno. Domanda 65 : Quanti millimetri è lunga la tua sbarretta? Cambiando il foglio di carta millimetrata hai ottenuto lo stesso risultato? Utilizzando il calibro misura ora la lunghezza (letta sul calibro) di un tratto di carta millimetrata pari a 10 cm ( valutati sulla carta millimetrata) : con il calibro ottieni una lunghezza diversa da quella apparentemente letta sulla carta millimetrata. 31 Domanda 66 : Riesci ad immaginare l'origine di questa differenza fra le due letture ( sul calibro e sulla carta millimetrata)? Domanda 67 : Perchè secondo te effettuando le misure con il foglio di carta millimetrata del tuo compagno hai ottenuto un valore prossimo a quello da te stimato con il tuo foglio di carta millimetrata? Le fotocopie sono state fatte in formato diverso (INGRANDITO) rispetto ai fogli originari con scala millimetrata corretta. Domanda 68 : Sai stimare di quanto la tua fotocopia è ingrandita rispetto alla carta millimetrata originaria? Domanda 69 : Se in tutta la classe avete a disposizione SOLO i fogli di carta millimetrata potete scoprire che i vostri fogli di carta millimetrata VI DANNO MISURE NON CORRETTE? Scoprire che uno strumento, nel vostro caso la fotocopia di carta millimetrata, non dà misure corrette perchè utilizza una scala non corrispondente alle unità campione non è facile : OCCORRE SEMPRE POTER RIPETERE LE MISURE CON ALTRO STRUMENTO DEL QUALE CI SI FIDA. Solo dal confronto fra diversi strumenti si può scoprire che uno di questi dà valori SISTEMATICAMENTE PIU' GRANDI O PIU' PICCOLI. Si dice che gli errori da voi commessi nell'utilizzare per le misure della sbarretta la fotocopia della carta millimetrata sono SISTEMATICI e non dipendono dal PROCESSO DI MISURA ma piuttosto dalla inadeguatezza dello strumento. Poggia sul tavolo il tuo righello millimetrato. Disponi parallelamente al lato del righello con precisione di 0.5 mm (non appoggiato ad esso ma a distanza di alcuni millimetri) la tua sbarretta metallica facendo attenzione ad allineare un suo estremo con l'origine della scala. Valuta ora la lunghezza della sbarretta disponendoti, nell'effettuare la misura, obliquamente a sinistra dell'estremo non coincidente con lo zero della scala. Trascrivi il risultato della tua misura. Ripeti la misura disponendoti obliquamente a destra dell'estremo non coincidente con lo zero della scala. Trascrivi il risultato della tua misura. 32 Domanda 70 : I due risultati ottenuti sono molto prossimi e compatibili con la precisione dello strumento usato? Quale delle due stime e più grande: quella effettuata guardando obliquamente da destra o da sinistra? Domanda 71 : Accade la stessa cosa per i tuoi compagni? Sai spiegare perchè i due risultati sono abbastanza differenti? Dovresti trovare che le misure effettuate guardando obliquamente da sinistra sono sistematicamente più piccole : la procedura utilizzata non è appropriata ed introduce una causa d'errore SISTEMATICO. Avresti dovuto fare le letture sul righello disponendoti perpendicolarmente alla sbarretta. E' per questo motivo che quando si effettuano misure di lunghezza conviene (se possibile) disporre lo strumento di misura adiacente all'oggetto da misura re o in ogni caso fare le letture disponendosi perpendicolarmente al righello. Questa causa d'errore SISTEMATICO è ben nota e prende il nome di errore di PARALLASSE. Essa non ha ,chiaramente, la stessa origine degli errori CASUALI e può operando con accortezza essere resa praticamente trascurabile. Durante le misure di lunghezza della LARGHEZZA del banco effettuate all'inizio utilizzando un bastoncino di legno alcuni di voi hanno seguito questa procedura. Hanno allineato il bastoncino con il bordo del tavolo ed utilizzato un dito, appoggiato al tavolo, per individuare l'estremo del bastoncino. Tenendo sempre poggiato al tavolo il dito hanno riportato di seguito (al dito) il bastoncino campione e ripetuto la procedura fino ad arrivare all'estremo del lato da misurare. Domanda 72 : Ti sembra che la procedura utilizzata sia corretta? Che tipo d'errore viene introdotto nella procedura usata? Chiaramente la procedura non è CORRETTA perchè viene introdotta una causa d'errore SISTEMATICO : di fatto la larghezza del dito altera il risultato della misura. Anche in questo caso avete potuto scoprire la causa d'errore analizzando criticamente la PROCEDURA seguita. In conclusione nel fare le misure ci possono essere due cause d'errore: 33 - ACCIDENTALI/CASUALI legati cioè al PROCESSO DI MISURA. Con questi dobbiamo convivere e imparare a STIMARLI - SISTEMATICI, dovuti allo strumento o alla procedura NON CORRETTA utilizzata. Questi errori possono, mediante utilizzazione di strumenti diversi o analisi critica della procedura, individuati ed eliminati. 34 MODULO DIDATTICO II : MISURE DI MASSA E DENSITA' Lez. num. 1 Definizione di massa S'intende per massa di un corpo (solido, liquido o gassoso) una misura della quantità di materia di cui è costituito. Questa proprietà dei corpi ne caratterizza, tra l'altro, il comportamento durante il moto ( massa inerziale ). Corpi solidi uguali ( dello stesso materiale e della stessa forma geometrica ) hanno masse uguali. Per esempio le palline che hai a disposizione hanno MASSA UGUALE. Come si misura la massa di un corpo ? La massa può essere misurata: - per confronto DIRETTO con masse campione - analizzando gli EFFETTI che essa produce su strumenti TARATI Esiste, naturalmente, anche la possibilità di valutare la massa INDIRETTAMENTE misurando altre grandezze fisiche da utilizzare in qualche formula, derivata dalla teoria, in cui la massa è messa in relazione con altre grandezze che sono misurate. Come a te noto l'unità di misura della massa è il chilogrammo campione ( Kg ) o un suo sottomultiplo ( il grammo per esempio , gr = 1/1000 Kg ). Costruisci una bilancia Le misure per confronto diretto si basano su alcuni principi fisici che cercheremo di chiarire. Utilizzerai il dispositivo in figura FOTO DELLA BILANCIA Fissa il supporto metallico al tavolo utilizzando i due morsetti. Aggancia al supporto la sbarra metallica che hai a disposizione. 35 Osservala attentamente: essa ha nella sua parte terminale due piccole viti che possono essere indipendentemente spostate sull'asse filettato. Sposta le due viti fino a che la sbarra metallica ruotante non è disposta orizzontalmente. Domanda 1 : Prova a ruotare di qualche giro la vite di destra verso la fine dell'asse filettato. Cosa osservi? Ruota la vite di destra avvicinandola verso l'inizio dell'asse filettato oltre la posizione in cui essa si trovava originariamente. Domanda 2 : Cosa osservi ? Riporta la vite di destra nella sua posizione originaria fino a che la sbarra non è disposta orizzontalmente. Successivamente ruota la di qualche giro la vite di sinistra prima verso l'inizio e poi verso la fine dell'asse. Domanda 3 : Cosa osservi ? Domanda 4 : Cosa puoi concludere da tutto quanto hai fatto e osservato ? Agendo opportunamente sulle due viti puoi posizionare la sbarra orizzontalmente. Quando ciò accade si dice che essa è in EQUILIBRIO. Spostando le viti sull'asse filettato porta il sistema in EQUILIBRIO. Aggancia ora i due cestelli uguali che hai a disposizione agli estremi della sbarra orizzontale ( uno a sinistra ed uno a destra ). Domanda 5 : Cosa osservi ? Come spieghi ciò che è accaduto? Quello che osservi può essere sintetizzato come segue : - aggiungendo ai due estremi del sistema, che era in EQUILIBRIO, i due cestelli di MASSE UGUALI ( cestelli uguali per forma e costituzione ) non hai alterato l'EQUILIBRIO 36 - spostando le viti sull'asse filettato, quindi allontanando o avvicinando le loro masse rispetto al centro del sistema, puoi alterare l'equilibrio Il sistema è in equilibrio con i due cestelli. Aggiungi nel cestello di destra una pallina presa dalla scatola che ne contiene circa 50. Domanda 6 : Cosa osservi ? Come lo spieghi? Domanda 7 : Come faresti per riportare il tuo sistema in EQUILIBRIO? In conclusione: - se il sistema non risulta più in EQUILIBRIO per riportarlo in EQULIBRIO basta aggiungere nel cestello spostato verso l'alto una massa uguale a quella introdotta nel cestello che risulta spostato verso il basso - se il cestello di destra (sinistra) è più in basso ( la bilancia non è in EQUILIBRIO) vuol dire che nel cestello di destra ( sinistra) c'è un corpo con massa maggiore di quella del corpo contenuto nel cestello di sinistra (destra) Il dispositivo che hai analizzato è una BILANCIA e può essere utilizzato per fare misure DIRETTE di massa. Misura una massa non nota Con la bilancia appena costruita puoi fare delle misure di masse non note. Utilizza come UNITA' CAMPIONE di massa delle palline di ferro o di vetro tutte perfettamente uguali. Controlla preliminarmente che con i due cestelli vuoti ( scarichi ) la BILANCIA sia in equilibrio. In caso contrario sposta opportunamente le due viti fino ad avere l'equilibrio. Prendi un pezzo di carota ( non molto grande ) ed mettilo in uno dei due cestelli : la bilancia non sarà più in equilibrio, "penderà" verso il cestello contenente il pezzo di carota. Introduci nell'altro cestello un numero di palline sufficienti a riportare la bilancia in equilibrio. Probabilmente non ci riuscirai: uno dei due cestelli sarà più in basso rispetto all'altro. NON SPOSTARE LE VITI. 37 Domanda 8 : Puoi dire, in base a ciò che osservi, quanto vale all'incirca la massa del pezzo di carota ? Ricordati che la tua valutazione deve essere espressa mediante un numero ed una unità di misura che attualmente è la massa di una sferetta. Domanda 9 : Se il cestello contenente la carota è più in basso prova ad aggiungere nell'altro cestello una pallina. Cosa osservi? Cosa puoi concludere? Domanda 10 : Se il cestello contenente la carota è più in alto prova ad aggiungere nell'altro cestello una pallina. Cosa osservi? Cosa puoi concludere? Domanda 11 : Può darsi che, con le sferette (unità di misura) che hai a disposizione, non ti riesca di portare la bilancia esattamente in equilibrio. Tenendo conto della procedura che hai usato nelle attività precedenti per stimare l'errore di misura, come indicheresti, numericamente il valore della massa della carota? Domanda 12: Ti avrebbe fatto probabilmente comodo avere palline di massa uguale a 1/10 di quella delle palline che hai in dotazione? Perchè? Domanda 13 : Se per ottenere l'equilibrio fosse necessario introdurre nel cestello 20 palline campione e 3 palline più piccole sottomultipli di quella campione ( = 1/10 massa campione ) come esprimeresti il risultato della tua misura ? sai valutare ragionevolmente l'errore di misura? Domanda 14 : L'equilibrio viene raggiunto con 12 palline campione , 3 palline di massa pari a 1/10 di quella campione e 8 palline pari a 1/100 di quella campione : quanto vale la massa incognita? Sai valutare ragionevolmente l'errore di misura? Nel fare le misure di massa riesce comodo avere a disposizione masse campioni , sottomultipli e multipli. Ti sarà capitato di vedere usare per le misure di massa bilance con piattelli capienti su uno dei quali si pone la massa da misurare (frutta, verdura... ) mentre nell'altro s'introducono delle masse note prese da una PESIERA. Domanda 15 : Qual è, secondo te, il principio su cui si basano queste bilance? 38 Misura con il metodo della tara. Supponi ora di volere determinare la massa di un liquido che hai precedentemente introdotto in una bottiglietta. Domanda 16 : Come potresti procedere ? Prendi la bottiglietta che hai a disposizione. Usando la tua bilancia misurane la massa in unità di palline di ferro o vetro. Prendi nota del valore ottenuto. Riempi la bottiglietta con una certa quantità d'acqua e misura la massa del sistema ( bottiglietta + acqua ). Prendi nota del valore ottenuto. Domanda 17 : Quanto vale la massa dell'acqua ? Ovviamente basta fare la differenza fra la massa del sistema ( bottiglietta + acqua ) e la massa della sola bottiglietta. Questa procedura prende il nome di METODO DELLA TARA ( la massa della bottiglietta che va sottratta dalla seconda misura per ottenere la massa dell'acqua prende appunto il nome di TARA ). Domanda 18 : Tenendo conto degli errori massimi che puoi commettere nelle singole misure, quanto vale l'errore massimo che puoi avere commesso nella misura della massa dell'acqua? E l'errore relativo? 39 Lez. num. 2 Bilance analogiche e bilance digitali Probabilmente nella vita di ogni giorno ti è capitato raramente di vedere usare bilance del tipo di quella che hai appena costruito. Più frequentemente avrai visto usare o usato BILANCE TARATE ANALOGICHE e DIGITALI. Nella prima ( ANALOGICA ) la lettura del risultato della misura va da te fatta su una scala graduata , mentre nella seconda ( DIGITALE ) è la stessa bilancia che su un DISPLAY riporta il valore numerico della misura. Entrambi i tipi di bilancia si basano su questo principio : - utilizzando delle masse campione NOTE si producono delle deformazioni su un SENSORE ( per esempio una lamina, una molla, un corpo solido di forma opportuna..) - le deformazioni del SENSORE nel caso delle bilance ANALOGICHE sono AMPLIFICATE ed associate "meccanicamente" ad un "indice" mobile. Nel caso delle bilance DIGITALI le deformazioni, in genere molto piccole e trasformate in un segnale ELETTRICO, vengono opportunamente AMPLIFICATE medianti dispositivi elettronici - nel caso delle bilance ANALOGICHE la posizione dell'indice mobile su una scala graduata precedentemente CALIBRATA permette direttamente la lettura della massa - nel caso di bilance DIGITALI il segnale ELETTRICO AMPLIFICATO viene trasformato direttamente in un numero da rappresentare su un diplay Taratura di una BILANCIA ANALOGICA Monta attenendoti alle istruzioni dell'insegnante il SENSORE della bilancia ( un striscia di plastica ) fissandola al supporto metallico. All'estremo del sensore attacca mediante un filo piuttosto lungo un cestello. Fa in modo che il SENSORE ed il filo siano molto vicini alla lastra metallica piana mentre il cestello pende fuori della lastra. Puoi procedere ora alla TARATURA. 1) Segna con una penna ad alcol a punta sottile sulla lastra metallica piana la posizione dell'estremo del sensore quando nel cestello non c'è alcuna massa campione. Scrivi in corrispondenza il numero 0 = nessuna pallina nel cestello. 40 2) Introduci nel cestello una massa campione ( per esempio la pallina di ferro ) e con la penna riporta sulla lastra piana la posizione dell'estremo del sensore. Scrivi in corrispondenza il numero 1= una pallina. 3) Ripeti quanto fatto precedentemente utilizzando un numero crescente di palline ( n= 2,3,...8, 9 ) finchè l'estremo del sensore si sposta e continua a rimanere nello spazio delimitato dalla lastra. La successione dei punti e dati numerici riportati sulla lastra rappresenta la tua CALIBRAZIONE/TARATURA della bilancia. Puoi fare ora delle misure di massa. Utilizzando la bilancia appena costruita misura la massa della pietra che hai a disposizione Domanda 19 : Quanto vale la massa ( espressa in unità di palline ) della pietra ? Descrivi la procedura che hai utilizzato puntualizzando le differenze tra quanto hai fatto ora (con la BILANCIA ANALOGICA calibrata )e quanto avresti dovuto fare se avessi voluto misurare la massa della pietra con la bilancia usata per le misure DIRETTE di massa. Domanda 20 : Quanto vale l'errore massimo che hai commesso nella misura della massa della pietra con la BILANCIA ANALOGICA CALIBRATA ? -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------OPZIONALE Sostituisci la striscia di plastica con quella metallica. Ripeti la calibrazione con questo nuovo sensore riportando solo i punti rappresentativi con una penna di colore diverso o utilizzando un simbolo diverso ( per esempio una croce ). Confronta con la calibrazione fatta precedentemente. Domanda 21 : Cosa puoi affermare ? La calibrazione dipende dalle caratteristiche (materiale usato e parametri geometrici ) del SENSORE usato. Ogni sensore corrisponde ad una bilancia di diversa SENSIBILTA' ( = variazione dell'indice mobile corrispondente alla stessa variazione di massa ) 41 Domanda 22 : Quale dei due sensori usati corrisponde ad una bilancia di maggiore SENSIBILITA'? Domanda 23 : Dato un sensore, del tipo di quello precedentemente usato, potresti con qualche artificio aumentare la sensibilità della bilancia da te tarata? Descrivi come faresti. Si tratta in sostanza di "aggiungere" alla bilancia un qualche dispositivo (AMPLIFICATORE) che amplifichi, appunto, le deformazioni subite. Prova ad attaccare all'estremo del SENSORE con del nastro adesivo un bastoncino di legno e rifare, quindi, la calibrazione utilizzando come riferimento mobile del sensore l'estremo del bastoncino. Domanda 24 : Cosa osservi? Hai aumentato la sensibilità della tua bilancia? Opzionale -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Confronta le ampiezza degli spostamenti della parte mobile della tua bilancia quando introduci nel cestello poche palline ( fino a corrispondente a 3-4) e quando ne introduci invece molti ( carico elevato 8-10 palline). L'entità delle deformazioni angolari NON E' LINEARE: gli spostamenti dell'indice mobile del sensore sono più grandi per carichi piccoli che non per carichi elevati. Conviene calibrare una bilancia nella sua regione di LINEARITA' : in tal caso gli spostamenti dell'indice mobile sono PROPORZIONALI al CARICO : carico doppio o triplo produce uno spostamento doppio o triplo. In laboratorio hai a disposizione alcune bilance analogiche del tipo quella che hai appena calibrato. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Hai a disposizione delle bilance analogiche da "cucina". Osserva la loro scala. Domanda 25 : Quanto valgono la portata, la precisione e la sensibilità di questa bilancia? Domanda 26 : Come misureresti con questa bilancia la massa di un foglio di carta ? Chiedi all'insegnante quanto ti occorre. 42 Domanda 27 : Sai stimare l'errore commesso nella misura del foglio di carta ? Ruotando leggermente la parte superiore della bilancia puoi " guardare" dentro e capire come funziona. Domanda 28 : Individua le componenti ( SENSORE ed AMPLIFICATORE ) della bilancia analogica di laboratorio e descrivi il principio di funzionamento mettendo in evidenza le similitudini con la bilancia che tu hai calibrato. Tutte le BILANCE ANALOGICHE si basano sullo stesso principio : differiscono naturalmente per la natura del SENSORE e la tecnica di AMPLIFICAZIONE che sono poi i fattori che ne determinano PORTATA e PRECISIONE. Bilance digitali Le bilance DIGITALI, come ripetutamente detto, si differiscono da quelle ANALOGICHE per il fatto che il risultato della misura viene letto direttamente su un diplay : le deformazioni del SENSORE vengono trasformate in un segnale elettrico che viene AMPLIFICATO e con opportuni circuiti elettrici trasformato in forma digitale ( NUMERICA cioè ) e reso visibile sul diplay. Generalmente sul frontalino della bilancia sono riportati il valore numerico della PORTATA e della PRECISIONE. Osserva la bilancia DIGITALE che hai a disposizione in laboratorio. Domanda 29 : Quanto valgono la PORTATA e la PRECISIONE? Con bilance di questo tipo si possono ottenere precisioni molto alte , per esempio di 1/100 di grammo , ma in tal caso la PORTATA è piuttosto limitata ( poche centinaia di grammi ).. 43 Lez. num. 3 Studio sperimentale della relazione fra massa ed volume dell'acqua : il concetto di densità. Utilizzerai la bilancia digitale che hai a disposizione in laboratorio per studiare sperimentalmente la relazione fra massa (m) d'acqua introdotta in un contenitore di forma cilindrica e altezza (h) del livello dell'acqua. Introduci nel contenitore un po’ d'acqua fino ad un'altezza di circa 2-3 cm. Indica, utilizzando una penna a spirito, il livello dell'acqua ( nel seguito considererai questo livello come riferimento "zero" ) Misura con la bilancia la massa del contenitore cilindrico contenente un po’ d'acqua e prendine nota. Riporta sul cilindro, utilizzando una penna a spirito, 8 tacche corrispondenti ad altezze diverse comprese fra un minimo di 2cm ed un massimo di 18 cm. Riempi d'acqua il contenitore cilindrico fino alla prima tacca ( 2cm circa sopra il tuo riferimento "zero" ) ed utilizzando il metodo della TARA misura, con la bilancia digitale che hai in laboratorio, la sua massa. Domanda 30 : Qual è il valore ottenuto? Spiega con poche parole la procedura che hai utilizzato. Ripeti quanto fatto precedentemente: - riempi il contenitore fino a 4cm circa sopra la tua tacca di riferimento - misura con la bilancia digitale la massa del tuo contenitore riempito d'acqua - sottrai il valore misurato quando il contenitore era riempito fino alla tacca corrispondente al tuo riferimento - il valore ottenuto corrisponde alla massa d'acqua che hai aggiunto per portare il livello dal tuo riferimento fino a 4 cm circa - ripeti per tutte le altre altezze riportate sul contenitore Riporta i valori di altezza e massa in una tabella del tipo : 44 Tacca numero Altezza Massa dell'acqua Volume dell'acqua Densità dell'acqua dell'acqua (gr) (cm3) ( gr/cm3) (cm) 1 2 3 4 5 6 7 8 Nota che nell'ultima colonna della Tabella dovrai riportare i valori del volume di acqua (riferiti alla posizione iniziale) corrispondenti alla colonna d'acqua aggiunta. Domanda 31 : Come puoi calcolare questi volumi? Ricordati che la colonna d'acqua aggiunta corrisponde ad un cilindro di altezza nota ( i valori sono riportati nella seconda colonna della Tabella) ed area di base uguale a Area =π*r2 In questa formula r= raggio del contenitore cilindrico, π = 3,14. Misura il raggio utilizzando il calibro che hai a disposizione. Domanda 32 : Qual è il valore del raggio espresso in cm? Calcola ora (utilizzando la formula relativa ad un cilindro Volume = Area di base *altezza) i volumi corrispondenti alle varie altezze e riportali nell'ultima colonna della Tabella. Domanda 33: Osserva attentamente i risultati ( massa ed volume ) riportati nella Tabella. Esprimi a parole la relazione che, secondo te, sussiste fra le due grandezze ( variabili ) massa e altezza da te misurate. 45 Calcola ora i rapporti fra le masse (misurate in gr) e i volumi corrispondenti (misurati in cm3) e riportali nell'ultima colonna della Tabella. Domanda 34 : Cosa osservi? I rapporti calcolati sono praticamente gli stessi per tutti i volumi, Cioè il rapporto fra massa e volume corrispondente è costante indipendentemente dalla massa-volume considerati. Si tratta di una caratteristica fisica propria della sostanza usata , sarà in genere diverso per sostanze diverse, e prende il nome di DENSITA' della particolare sostanza. 46 Lez. num. 4 Rappresentazione grafica dei risultati di un esperimento : la scelta delle scale Imparerai ora a rappresentare graficamente i dati ottenuti mediante le tue misure. Prendi il foglio di carta millimetrata. In esso sono riportate : - delle linee orizzontali a distanza di 1mm. Sui bordi orizzontali sono evidenziati gruppi corrispondenti ad 1cm. - delle linee verticali anche esse a distanza di 1 mm. Sui bordi verticali sono evidenziati gruppi corrispondenti a 1cm. Su questo foglio vuoi rappresentare le tue misure di MASSA al variare del VOLUME. Indicazione delle variabili e delle relative unità di misura Riporta in corrispondenza del bordo orizzontale una parola che indichi chiaramente che su quell'asse andrai a valutare nel tuo caso specifico i VOLUMI ( non dimenticare di scrivere anche le unità di misura di tale grandezza, nel caso specifico cm3 ). Riporta sul bordo verticale il nome dell'altra grandezza insieme con le sue unità di misura. Nel caso specifico MASSA espressa in gr. Individuazione delle scale relative ai due assi Considera i valori delle altezze riportate nella tua Tabella. Essi saranno compresi tra un valore MINIMO ( Vmin ) e un valore MASSIMO ( Vmass ). Se vuoi ottenere un grafico con dati sperimentali "ben spaziati" ti conviene far coincidere per esempio a 2cm dell'asse orizzontale del foglio di carta millimetrata con una quantità che è prossima per esempio a ( Vmass – Vmin )/ 10 ( cioè circa 1/10 della differenza fra il massimo ed il minimo valore del volume. Tale valore rappresenta il PASSO della tua scala orizzontale. Attenzione: ti conviene scegliere un numero prossimo a quello calcolato in modo che tu possa valutare facilmente suoi multipli o sottomultipli. Riporta, sull'asse orizzontale, con la matita i valori numerici dei volumi che associ ad ogni 2cm della tua carta millimetrata: a 2cm corrisponde, come già detto, quello stimato utilizzando le tue misure; a 4cm corrisponderà il doppio; ....a 20cm corrisponderà un valore che è 10 volte quello associato a 2cm della carta millimetrata. Domanda 35 : A quale volume corrisponde 1cm della tua scala orizzontale? A quale volume corrispondono 4.5cm della tua scala orizzontale? Spiega le tue conclusioni. Domanda 36 : Ogni millimetro della tua scala orizzontale corrisponde ad una variazione di volume di....? Spiega come sei arrivato a questa conclusione. 47 Considera i valori delle masse riportati nella Tabella. Ripeti per la scelta della scala sull'asse verticale in cui riporterai le masse quanto fatto a proposito dei volumi riportati sull'asse orizzontale. Se desideri un grafico ben spaziato ti conviene far corrispondere ad ogni 2cm della carta millimetrata una massa (circa) uguale alla differenza fra il valore massimo della massima ( Mmass ) e il valore minimo della massa ( Mmin ) da te misurato diviso 10 ( = ( Mmass- Mmin) /10 ). Tale valore rappresenta il PASSO della tua scala verticale. Naturalmente fa in modo che tale valore sia espresso con un numero di cui si possono facilmente calcolare i multipli e i sottomultipli del tipo 5 gr, 10 gr .. e NON 22 gr, 37 gr. Domanda 37 : A quale massa corrisponde il PASSO da te stimato? Riporta sull'asse verticale i valori di massa corrispondenti a 2cm, 4cm,....20 cm ( cioè multipli della quantità da te stimata). Domanda 38 : A quale massa corrisponde 1cm della tua scala verticale? A quale massa corrispondono 7.5 cm della tua scala verticale? Domanda 39 : Ogni millimetro della tua scala verticale corrisponde ad una variazione di massa di....? Spiega come sei arrivato a questa conclusione. Naturalmente per la scelta delle scale sui due assi ( orizzontale e verticale) avresti potuto procedere diversamente. Per esempio se desideri un grafico più compatto puoi far corrispondere a 1 cm dell'asse orizzontale (verticale) ad un volume ( a una massa) pari al PASSO calcolato per l'asse orizzontale ( verticale). Ovviamente i multipli del PASSO corrisponderebbero a 2cm,3cm...10cm. Domanda 40 : Se avessi fatto questa scelta a che valore di massa corrisponderebbero 3.5 cm dell'asse verticale? A che valore di volume corrisponderebbero 4.7 cm dell'asse orizzontale? Motiva la tua risposta. Rappresentazione dei dati sperimentali sul grafico Nota che ad ogni riga della Tabella dei tuoi dati corrisponde una coppia di misure ( massa e volume). Ogni coppia sarà rappresentata sulla carta millimetrata mediante un punto. Considera i valori di massa e volume riportati nella prima riga della Tabella . Individua sull'asse orizzontale, con buona approssimazione, la posizione corrispondente al volume. Spostandoti in direzione verticale individua, guardando la scala verticale, la posizione corrispondente al valore della massa. Segna in modo chiaro con un punto ( ben "marcato" ) la posizione rappresentativa dei due valori (altezza-massa) della prima misura. Si dice che tale punto P è individuato da una coppia di valori e si scrive P =( volume-massa) che si possono facilmente ottenere considerando : - la perpendicolare condotta dal punto P all'asse orizzontale dellealtezze.L'intercetta corrisponde al valore dell'altezza associato a P - la perpendicolare condotta dal punto P all'asse verticale delle masse. L'intercetta corrisponde al valore della massa associato a P Rappresenta ora sulla carta millimetrata tutte le altre coppie di misure ( volume-massa) riportate in Tabella alla 2,3…8 riga. 48 L'insieme dei punti riportati costituiscono la RAPPRESENTAZIONE GRAFICA dei risultati delle misure. Domanda 41 : Noti qualche "regolarità" nella rappresentazione grafica dei dati? Esprimila a parole. Domanda 42 : Immagina, senza farlo in realtà,di voler disegnare sulla carta millimetrata una curva che "passi più o meno bene" vicino ai tuoi dati sperimentali riportati come punti sul grafico. Quale forma dovrebbe avere questa curva? Prendi un righello e traccia con una matita la retta che più si avvicina ai tuoi dati sperimentali: si dice che hai INTERPOLATO i tuoi dati con una curva nota, la RETTA appunto. La retta che hai appena tracciato ti può servire a valutare, per esempio, senza in realtà fare la misura a quale massa corrisponde un certo volume o a quale volume corrisponde una certa massa. Domanda 43: Utilizzando la retta d'interpolazione sai stimare a quale massa corrisponde un volume di 22 cm3? E viceversa a quale volume corrisponde una massa di 83 gr? Descrivi la procedura che hai utilizzato Domanda 44: Se invece del cilindro che ha in dotazione ne avessi usato uno di diametro diverso, ritieni che avresti ottenuto la stessa rappresentazione grafica. Motiva chiaramente la tua risposta. Domanda 45: Utilizzando la rappresentazione grafica dei tuoi dati puoi dire a quale volume corrisponde una massa di 220 gr? Per rispondere alla domanda precedente hai dovuto "prolungare" la retta oltre il punto corrispondente ai valori più grandi di massa e volume da te misurati. Si dice che hai ESTRAPOLATO i dati . Domanda 46 : La procedura di estrapolazione si basa su qualche ipotesi? Quale? In genere le PROCEDURE D'ESTRAPOLAZIONE si basano sull'ipotesi che, per valori più piccoli/più grandi di quelli misurati le grandezze seguano lo stesso tipo di dipendenza/relazione evidenziato nell'intervallo di valori corrispondente alle misure realmente effettuate. Determinazione della pendenza della retta che approssima i dati sperimentali . I dati relativi alle tue misure godano della proprietà che il rapporto : Massa/ Volume = costante = Densità Formalmente si può scrivere : M/V = d 49 Dove M =massa , V =volume ; d =densità. In genere se indichiamo con Y un volume generico e con X la massa corrispondente tale relazione diventa: Y=d*X Domanda 47 : Sai dire cosa rappresenta, dal punto di vista geometrico, questa relazione fra Y e X? La relazione tra le variabili Y ( = Massa) e X (= Volume) rappresenta geometricamente una retta ( ed infatti tu l' hai tracciata ). Matematicamente si dice che la relazione fra le variabili Y e X è di tipo LINEARE proporzionalità diretta ( graficamente è rappresentabile con una retta passante per l’origine). Ciò significa che se si raddoppia la massa raddoppia anche il volume corrispondente e viceversa se si dimezza la massa si dimezza anche il volume corrispondente. Domanda 48: Qual è il significato geometrico ( cioè nella rappresentazione grafica) del PARAMETRO d? Si dice che d rappresenta la PENDENZA della retta. Infatti per determinare d puoi procedere come segue : - sulla retta da te tracciata individua due punti piuttosto lontani ( in generale non coincidenti con misure da te effettuate). Chiamali P1 e P2 . determina i valori delle coordinate ( X1 , Y1 ) del punto P1 e ( X2 , Y2 ) del punto P2 ovviamente i punti si trovano sulla retta da te tracciata. Pertanto : Y1 = d*X1 e Y2 = d*X2 - osserva che se si sottrae membro a membro si ha d= ( Y2 – Y1 ) / ( X2 – X1 ) Attenzione: Nel tuo caso d è il rapporto fra masse e volumi e corrisponde proprio alla DENSITA' dell'acqua e le sue unità di misura sono gr/cm3. Domanda 49 : Utilizzando la procedura appena descritta determina la PENDENZA d ( valore numerico ed unità di misura ) . Quanto vale la densità dell'acqua ricavata con questa procedura? La PENDENZA della retta d'interpolazione dei dati volume-massa rappresentati graficamente COINCIDE con la DENSITA'. Confronta i valori di densità d da te ottenuti con quelli valutati dai tuoi compagni Domanda 50 : Cosa noti ? Sai darne una spiegazione? 50 I valori della pendenza d dovrebbero essere molto prossimi e le differenze presenti , escludendo errori banali di calcolo, possono essere dovute al fatto che ognuno di voi nell'interpolazione dei dati sperimentali può avere tracciato una RETTA DIVERSA . Domanda 51 : Descrivi a parole cosa ti aspetti accada nella rappresentazione dei dati con una retta se il valore della pendenza ( cioè la densità) è più grande. Se la PENDENZA/DENSITA' aumenta (diminuisce) la retta rappresentativa dei dati forma con l'asse delle X un' angolo più grande ( più piccolo). 51 Lez. num. 5 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Opzionale I cambiamenti di scala nella rappresentazione grafica Hai a disposizione cilindri di raggio diverso. Misura i raggi con il calibro e segna in prossimità del fondo a circa 2cm una tacca di riferimento . Successivamente su ognuno dei cilindri riporta una tacca corrispondente ad una altezza, rispetto a quella di riferimento, di 5 cm. Riempi con acqua uno per volta i diversi cilindri fino all'altezza di riferimento e misura con la bilancia digitale la massa del sistema cilindro+acqua. Trascrivi nella Tabella tale valore. Aggiungi ora in ognuno dei cilindri dell'acqua fino alla tacca corrispondente ad una altezza di 5 m rispetto a quella di riferimento e misura con la bilancia la massa del sistema cilindro + acqua. Riporta i valori nella terza colonna della Tabella. Calcola per differenza e riportali nella quarta colonna le masse d'acqua che di volta in volta hai introdotto : Raggio del cilindro (cm) Massa del sistema cilindro + acqua contenuta fino alla tacca di riferimento (gr) Massa del sistema cilindro + acqua contenuta fino alla tacca corrispondente a 5 cm (gr) Massa dell'acqua aggiunta per raggiungere l'altezza di 5 cm (gr ) (differenza tra la terza colonna e la quarta colonna) Ricordati che i valori riportati nella quarta colonna della Tabella corrispondono alla massa aggiunta per portare il livello dell'acqua a un'altezza fissata h = 5 cm rispetto al riferimento. Domanda 52 : Se avessi usato scelto un valore d'altezza diverso ( per esempio h= 9 cm o h = 13.5 cm ) ritieni che i risultati delle tue misure sarebbero stati gli stessi ? Motiva dettagliatamente la tua risposta. In questa attività ( studio sperimentale della relazione fra la massa m e il raggio r dei cilindri ) hai fatto le misure fissando per tutti i cilindri un valore di altezza h = 5 cm. 52 Si dice che HAI CONTROLLATO la variabile altezza. Quando più grandezze ( variabili ) sono interdipendenti fra di loro nello studio sperimentale della relazione fra due di esse è opportuno CONTROLLARE le altre. Domanda 53 : Perchè, secondo te, è necessario CONTROLLARE LE VARIABILI ? Domanda 54 : Sai immaginare un esempio di attività diverso da quelle in cui sei stato coinvolto in laboratorio di Fisica in cui volendo studiare la relazione fra due grandezze si CONTROLLANO LE VARIABILI ? Indica chiaramente le variabili delle quali si vuole studiare la relazione e quelle che invece controlli. Ripeti quanto fatto precedentemente riempiendo questa volta i cilindri fino ad altezza pari a 10 cm. Riporta i dati ottenuti nella seguente Tabella : Raggio del cilindro (cm) Massa del sistema cilindro + acqua contenuta fino alla tacca di riferimento (gr) Massa del sistema cilindro + acqua contenuta fino alla tacca corrispondente a 10 cm (gr) Massa dell'acqua aggiunta per raggiungere l'altezza di 10 cm (gr ) (differenza tra la terza colonna e la quarta colonna) Riporta ora i dati relativi alle due serie di misure sullo stesso grafico indicando in modo diverso quelli corrispondenti ad altezza di 5cm e quelli corrispondenti ad altezza di 10 cm ( che rappresenti con una croce ). Domanda 55 : Analizzando i grafici relativi ottenuti noti qualche "regolarità"? Prova a tracciare sul grafico, utilizzando una matita, la curva che si avvicina di più ai punti relativi alle due serie di misure. Domanda 56 : Descrivi a parole quello che hai ottenuto. I dati sperimentali NON SI DISTRIBUISCONO SU UNA RETTA, cioè non sono descritti bene da una relazione lineare fra le due variabili massa e raggio. 53 Puoi tentare di fare qualche ipotesi circa la natura della relazione tra le variabili massa e raggio. Domanda 57 : Quale ipotesi hai fatto e perchè ti è sembrato ragionevole farla? Supponi ora che la relazione fra la massa e il raggio sia di tipo "quadratico". Questo si esprime matematicamente nella forma : m = A * r2 dove A = costante di proporzionalità e m,r hanno l'ovvio significato di massa e raggio. Domanda 58 : Se questa ipotesi è corretta in che rapporti ti aspetti siano le masse corrispondenti alla stessa altezza e a cilindri di raggio uno il doppio dell'altro.? Spiega dettagliatamente le tue conclusioni. Domanda 59 : Quali sono le unità di misura della costante A? Imparerai una procedura per verificare se l'ipotesi fatta è in accordo con i dati sperimentali ( le tue misure di massa e raggio ). Supponi di fare un CAMBIAMENTO DI VARIABILE nella tua rappresentazione grafica : valuta i quadrati dei raggi e immagina di costruire un nuovo grafico in cui si rappresentano i valori di m e r2. Domanda 60 : Se la relazione ipotizzata è corretta come ti aspetti si distribuiscano i tuoi dati sperimentali in questa nuova rappresentazione ? Costruisci il nuovo grafico: riporta sull'asse orizzontale delle x i quadrati dei raggi e sull'asse verticale le masse. Traccia quindi la curva che secondo te approssima meglio i tuoi dati sperimentali. Domanda 61 : Tenendo conto di quanto osservi, ritieni che l'ipotesi fatta circa la relazione fra m e r sia accettabile? Giustifica le tue conclusioni. Domanda 62 : Se l'ipotesi fatta circa la relazione fra m e r2 è accettabile qual è il valore che ti aspetti per l'intercetta? I tuoi dati sono in accordo con la tua ipotesi? Se i tuoi dati si distribuiscono ragionevolmente su una retta, sono cioè ben descrivibili con una retta e il valore dell'intercetta è piccolo ( prossimo a zero) , vuol dire che la relazione ipotizzata fra m ed r è accettabile. In altre parole si può dire che ipotizzare la relazione m = A*r2 equivale ad affermare che : - nella rappresentazione grafica ottenuta con il CAMBIAMENTO DI VARIABILE ( cioè Y = m e X = r2 ) i dati dovrebbero distribuirsi ragionevolmente su una retta - l'intercetta della retta che approssima i dati dovrebbe essere nulla Nel caso specifico si dice anche che, a parità di altezza, la massa contenuta nei cilindri è PROPORZIONALE al quadrato del raggio del cilindro. 54 Lez. num. 6 Densità e sua misura Ti ricordiamo che la DENSITA' è definita come rapporto fra massa e volume corrispondente : tale definizione ( detta OPERATIVA perchè suggerisce le operazioni/misure da fare ) vale per i solidi, i liquidi e i gas. Domanda 63 : Quali sono le unità di misura della densità? Domanda 64 : Conoscendo la densità dell'acqua puoi calcolare a quanto corrisponde la massa di un litro d'acqua? Quanto è, invece, il volume di 200 gr d'acqua? Ti ricordiamo che 1 lt = 1 dm3 = 1000 gr. Riempi il bicchiere che hai a disposizione con dell'acqua e sciogli in essa, aggiungendolo un pò per volta, del sale mescolando bene. Noterai che ad un certo punto il sale aggiunto non si scioglie più e precipita direttamente sul fondo : si dice che hai ottenuto una SOLUZIONE SATURA di sale in acqua. Valuta separatamente volume e massa della soluzione: - la massa la misurerai usando il metodo della tara con la bilancia digitale - il volume lo misurerai versando il liquido in un cilindro graduato in ml ( 1ml= 1l/1000 = dm3/1000 = 1cm3) Domanda 65 : Quanto vale la densità della soluzione satura di acqua e sale. Confrontala con quanto trovato dai tuoi compagni. Svuota il contenitore graduato ed asciugalo bene. Versa in esso dell'olio ( attento a non sporcarti) fino ad una tacca corrispondente a un volume definito ( prendine nota ). Misura con la bilancia ( metodo della tara ) la massa dell'olio. Domanda 66 : Quanto vale la densità dell'olio? Hai a disposizione della glicerina. Misurane la densità e riportane il valore nella Tabella. Finora hai misurato la densità di alcuni liquidi, farai ora le misure di densità di alcuni solidi. Ricordati che devi valutare separatamente il volume e la massa. Se la forma geometrica del corpo è ben definita potrai valutare i volumi attraverso le misure dirette delle quantità che compaiono nella formula matematica del volume. Se il corpo a forma irregolare potai utilizzare, per le misure di volume il cilindro graduato. Riporta tutti i risultati nella tabella che segue : Materiale Densità ( gr/cm3) Acqua di rubinetto 55 Acqua salata in soluzione satura Olio Glicerina Anticordal ( parallelepipedo ) Ferro (sferette ) Ottone ( bulloni ) Vetro (sferette) Piombo Carote Polistirolo tipo 1 Polistirolo tipo 2 Considera il parallelepipedo di anticordal ( essenzialmente Alluminio ) che hai a disposizione). Utilizzando calibro e bilancia valuta la densità dell'anticordal. Riporta il valore nella tabella. Le sferette che hai a disposizione sono di ferro e vetro. Esse sono praticamente tutte uguali e di forma sferica : valuta la densità del ferro e riportala nella tabella. I bulloni che hai a disposizione sono d'ottone ed hanno una forma geometrica "non semplice" Utilizzando un metodo appropriato misura volume e massa dell'ottone e riporta il valore della densità nella tabella. Hai a disposizione una sbarretta di piombo. Misura la sua massa e volume e valuta quindi la densità del piombo. Riporta il valore ottenuto nella tabella. Prendi un pezzo di carota abbastanza grande, ma non troppo poichè per misurarne il volume utilizzerai un cilindro graduato. Valuta la densità delle carote e riporta il valore ottenuto nella tabella. Hai a disposizione pezzi diversi di polistirolo (polistirolo tipo 1 e polistirolo tipo 2 ). Entrambi hanno una forma geometrica semplice e puoi, quindi, misurarne facilmente il volume. Valuta le densità dei due campioni e riportale nella tabella. 56 Lez. num. 7 Relazione massa volume per materiali solidi Ognuno di voi ha a disposizione un collezione di oggetti dello stesso materiale e volumi diversi. Domanda 67: Come valuteresti la densità del materiale di cui sono costituiti gli oggetti che hai a disposizione? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante Considera attentamente la geometria degli oggetti e decidi quali sono le grandezze da misurare per valutare i volumi. Hai a disposizione una bilancia per misurare le masse. Riporta in Tabella i valori dei volumi e delle masse degli oggetti dello stesso materiale che hai a disposizione: Volume (cm3) Massa (gr) Densità= massa/volume (gr/cm3) Domanda 68 : Cosa osservi? I valori della densità sono praticamente uguali: si dice che il materiale di cui sono costituiti è omogeneo (a densità costante) Domanda 69 : Cosa ti aspetti se rappresenti su carta millimetrata i tuoi dati sperimentale della massa per i diversi valori del volume? Dicutine con i tuoi compagni e con l’insegnate. Utilizzando un foglio di carta millimetrata riporta in un grafico i valori ottenuti: massa sull’asse verticale e volumi sull’asse orizzontale. 57 Domanda 70 : Come puoi approssimare i tuoi dati sperimentali? Domanda 71 : Cosa rappresenta la pendenza della retta con cui dovresti poter approssimare i tuoi dati sperimentali? La pendenza della retta con cui approssimi i tuoi dati sperimentali rappresenta la densità del materiale di cui sono costituiti i diversi oggetti che hai misurato. 58 MODULO DIDATTICO III : MAPPE CONCETTUALI COME STRUMENTI PER FAVORIRE APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO Lez. num. 1 Introduzione alla problematica dell'apprendimento Domanda 1 : Cosa significa per te imparare qualcosa. Esprimi nelle poche righe riportate sotto il tuo punto di vista. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Confronta la tua opinione con quella dei tuoi compagni. Discutine con l'insegnante. Domanda 2 : Imparare la Tabellina delle moltiplicazione o le capitali degli stati d'Europa è come imparare le modalità di circolazione del sangue nell'uomo o la fotosintesi delle piante? Esprimi chiaramente il tuo punto di vista in proposito. Domanda 3 : Quali sono le proprietà/caratteristiche che ti permettono di distinguere una sedia da un motorino? Elencane almeno otto negli appositi spazi riportati sotto. SEDIA MOTORINO 59 Domanda 4 : Confronta le caratteristiche da te elencate con quelle riportate invece dai tuoi compagni. Nelle liste ci sono ovviamente delle differenze : pensi che tu e tuoi compagni abbiate idee diverse su cosa siano una SEDIA e un MOTORINO? A cosa attribuisci eventuali differenze nelle due liste? Discutine con l'insegnante. Le caratteristiche da te elencate ti permettono d'INDIVIDUARE la SEDIA ed il MOTORINO. Domanda 5 : Quali sono le caratteristiche che ti permettono d'individuare l'ENTROPIA. Elencane almeno quattro. Non ti preoccupare! Probabilmente non sei stato in grado d'individuare neanche una caratteristica dell'ENTROPIA : non sai proprio di che si tratta . NON CONOSCI IL SIGNIFICATO di questa parola né puoi dare significato a qualcosa che coinvolga la parola ENTROPIA. Quando tu leggi, scrivi o fai qualche esperimento metti in relazione le PAROLE CHE INCONTRI con altre PAROLE che hai in mente: nel caso dell'ENTROPIA non sei riuscito probabilmente a stabilire nessuna relazione significativa …quindi per te ENTROPIA non assume alcun significato. Se durante la lettura di un testo, mentre ascolti qualcuno o fai qualcosa.. incontri parole nuove riesci a dare ad esse un significato se sei capace di stabilire delle relazioni corrette, nel senso di appropriate con quanto già conosci. E' in questo modo che tu apprendi il significato di parole nuove. Può darsi che successivamente incontri di nuovo la stessa parola in un contesto/situazione diverso che ti suggerisce di stabilire una relazione alla quale prima non avevi pensato : il significato della parola in questo modo si arricchisce,completa e raffina. Con questo processo la parola NUOVA viene a far parte del bagaglio culturale delle tue conoscenze : hai imparato qualcosa che prima non sapevi. Non ti preoccupare al tempo debito imparerai anche il significato di ENTROPIA. 60 Il modello costruttivista dell'apprendimento Oggigiorno il modello più accreditato circa le modalità con cui si acquisisce la conoscenza è quello COSTRUTTIVISTA. La conoscenza viene da te COSTRUITA con l'aiuto dell'insegnante e NON TRASMESSA ( come da un contenitore PIENO ad un altro VUOTO ) dall'insegnante a te. In sostanza l'insegnante propone attività finalizzate al raggiungimento di OBIETTIVI DIDATTICI ( le cose che devi imparare, le abilità che devi acquisire..) e funge da mediatore tra tali OBIETTIVI ( CONOSCENZA da acquisire ) e te e i tuoi compagni. Il raggiungimento degli OBIETTIVI e l'acquisizione SIGNIFICATIVA della conoscenza si basa su una serie di CONCETTI ( per te NUOVI ) che vengono messi nella giusta/corretta RELAZIONE fra loro e con CONCETTI che già padroneggi. In questo contesto per CONCETTI intendiamo le regolarità presenti in OGGETTI ed EVENTI che vengono contrassegnate con un nome. Ricorda che per noi : - EVENTO = qualunque cosa accada o può essere fatta accadere nella realtà circostante ( per esempio : l' ALBA è un EVENTO NATURALE mentre l' INCIDENTE STRADALE è un EVENTO PRODOTTO dall'UOMO ). - OGGETTO = tutto ciò che esiste ( rocce, mare , acqua sono oggetti NATURALI ; invece sedia, scuole , metropolitana sono oggetti INVENTATI/PRODOTTI dall'uomo) Domanda 6 : Indica alcune regolarità associate al concetto CANE. Riportale sul tuo quaderno Per esempio alcune regolarità certamente riportate da te o i tuoi compagni sono : ha quattro zampe, scodinzola, abbaia, è fedele al padrone.. Domanda 7 : A quale concetto sono associate queste regolarità : E' buio, brillano le stelle, si dorme, c'è silenzio.. 61 Stiamo evidentemente parlando della NOTTE. Domanda 8 : Secondo te il nome proprio CARLO o il nome proprio TEVERE rappresentano ( nel senso precisato poc'anzi ) dei CONCETTI ? I NOMI PROPRI non SONO DEI CONCETTI. Domanda 9 : Le parole " quindi, insieme con , poichè, durante .." sono CONCETTI nel senso precisato prima ? Non si tratta di CONCETTI : sono parole usate come legami fra CONCETTI che compaiono nelle proposizioni ( scritte o orali ). Spesso i CONCETTI sono accompagnati da aggettivi che ne precisano, enfatizzano, specificano il significato e che come tali vanno considerati un tutt'uno con il CONCETTO. QUESTO ESPERIMENTO è stato fatto nel NOSTRO LABORATORIO usando STRUMENTI ADEGUATI. Per costruire legami fra concetti si possono usare anche verbi del tipo : - L'acqua E' COSTITUITA da molecole, che SONO gli elementi fondamentali della materia - Probabilmente domani gli insegnanti ci ASSEGNANERANNO molti compiti; pertanto NON POTRO' VENIRE a casa tua per INCONTRARE tua madre In ogni attività didattica ( lezione orale, interrogazione, lettura di un testo scritto, esperimenti in laboratorio …) ed anche in generale in ogni attività umana sono coinvolti più CONCETTI. Presumibilmente molti sono CONCETTI VECCHI a te noti mentre alcuni sono CONCETTI NUOVI a te non noti. Per effetto dell'attività in cui sei coinvolto i CONCETTI NUOVI vengono messi in relazione con quelli VECCHI da te padroneggiati ed incominciano quindi per te ad ACQUISIRE SIGNIFICATO. 62 Per esempio: La misura della lunghezza dei chiodi può essere fatta usando un CALIBRO dotato di NONIO VENTESIMALE. Probabilmente i concetti per te nuovi erano quelli di CALIBRO e di NONIO VENTESIMALE . Durante l'attività di laboratorio questi concetti NUOVI sono stati da te messi in relazione con quelli ( per te probabilmente VECCHI ) di MISURA, LUNGHEZZA, CHIODI. Domanda 10 : Scrivi una proposizione/frase relativa alle attività di laboratorio in cui sei stato coinvolto in cui compaiano concetti VECCHI e concetti NUOVI ( indicali esplicitamente evidenziando con simbolo diverso i NUOVI e i VECCHI concetti ). Discuti quanto fatto con i tuoi compagni e con l'insegnante. Può anche accadere che CONCETTI VECCHI a te noti possano acquisire un nuovo significato ed essere quindi AMPLIATI. Domanda 11 : Ritieni che il CONCETTO ERBA abbia per te avuto sempre lo stesso significato? Indica in poche parole i diversi SIGNIFICATI ( le DIVERSE REGOLARTITA' ) con cui hai individuato questo concetto da quando hai cominciato a parlare ad oggi. Probabilmente nel corso degli anni hai imparato cose diverse in relazione a questo CONCETTO ERBA : - Ha un bel colore verde e non scuro come l'asfalto - E' bello fare le capriole sull'erba - Le mucche mangiano l'erba - L'erba è un vegetale - La gramigna è un erba che può soffocare lo sviluppo di altre piante - I campi di calcio ( almeno quelli per professionisti del calcio) sono ricoperti d'erba - L'erba va tagliata E' evidente che tutto ciò che hai appreso ( non solo a scuola ) ha AMPLIATO/MODIFICATO il tuo CONCETTO DI ERBA. Considera un altro esempio di AMPLIAMENTO CONCETTUALE. 63 Quando hai svolto l'attività sulle misure di lunghezza certamente avevi una " qualche idea " relativamente al concetto di MISURA. Tale concetto, dopo l'attività svolta, si sarà ( lo speriamo ) AMPLIATO ed avrà acquisito un significato NUOVO ( nel senso di più appropriato, più preciso). In questo senso puoi pensare alle attività svolte come ad un NUTRIMENTO PER FAR CRESCERE UN CONCETTO. 64 Lez. num. 2 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Opzionale Concetti di senso comuni ( o concetti alternativi o pre-concetti ) Vogliamo subito avvertirti di un fatto MOLTO IMPORTANTE : accade spesso che una PAROLA/CONCETTO ( per esempio VELOCITA' , TEMPERATURA o CALORE ) sia di uso comune nella tua vita quotidiana e non susciti in te alcun senso di inadeguatezza/perplessità vederla usata dal tuo insegnante durante una lezione, trovarla scritta in un libro di testo, sentirla durante le attività di laboratorio o durante una trasmissione televisiva di divulgazione scientifica... Può accadere che ti sia richiesto di esprimere giudizi, valutare fatti che implicano uno di tali concetti. Domanda 12 : Sei in viaggio in gita scolastica insieme con i tuoi compagni. Il pullman su cui viaggiate ha superato un'automobile. Paolo: " Nell'istante in cui il pullman ha affiancato l'automobile, la VELOCITA' dei due veicoli è la stessa" Donato: " Non è vero! Quando il pullman ha affiancato l'automobile per sorpassarla , la sua VELOCITA' era più grande di quella dell'automobile" Secondo te chi ha ragione : Paolo, Donato o nessuno dei due? Scrivi la tua risposta motivandola. Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Probabilmente tu e i tuoi compagni non siete d'accordo : eppure per rispondere avete usato un concetto familiare a tutti voi ( VELOCITA') ! In effetti per rispondere in modo corretto ( riprenderemo la questione al momento opportuno quando introdurremo il concetto di VELOCITA' ) occorre aver chiaro il significato di VELOCITA' in CONTESTO SCIENTIFICO : probabilmente la tua idea ( di SENSO COMUNE ) attuale di VELOCITA' può averti tratto in inganno essendo NON CORRETTA da un punto di vista scientifico. In definitiva il tuo CONCETTO DI SENSO COMUNE ( o CONCETTO ALTERNATIVO o PRECONCETTO ) non é CORRETTO SCIENTIFICAMENTE. 65 Fa attenzione: può accadere che quando CONCETTI DI SENSO COMUNE vengono ripresentati/discussi in classe il nuovo significato da dare ( che è poi quello SCIENTIFICAMENTE VALIDO ) non viene da te prontamente apprezzato/recepito. Può accadere inoltre che successivamente nella tua mente i due concetti ( quello di SENSO COMUNE e quello SCIENTIFICAMENTE VALIDO ) COESISTANO, con i significati diversi ad essi attribuiti, e che nell'esprimere giudizi, valutazioni tu usi a volte uno e a volte l'altro. Non è facile, nè per te nè per il tuo insegnante, rimuovere o modificare tali CONCETTI ALTERNATIVI per sostituirli con i CONCETTI APPROPRIATI. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Apprendimento significativo ed apprendimento a memoria Analizza la seguente descrizione di una delle attività di laboratorio : " Utilizzando un calibro ventesimale tu e i tuoi compagni avete misurato la lunghezza della stessa sbarretta di acciaio. Avete ottenuto risultati diversi. La procedura da utilizzare per misurare la lunghezza della sbarretta richiedeva l'uso del nonio : occorreva stabilire, tra l'altro, quale delle tacche riportate sul nonio ( che è mobile) era allineata con una tacca della scala fissa del calibro. Nello stabilire tale allineamento tu e i tuoi compagni avete dovuto esprimere un giudizio. E' ragionevole ritenere che certamente tale giudizio può essere differente per ognuno di voi ma che le discordanze non supereranno una tacca del nonio. In definitiva essendo la precisione del nonio di 1/20 mm= 0.05 mm ritenete che l'errore massimo commesso nella misura sia di +/- 0.05 mm"" . Domanda 13 : In questa descrizione dell'attività svolta i concetti sbarretta, lunghezza, misura, tacca, allineamento..erano probabilmente NOTI. Ritieni che se tali concetti non fossero stati per te ben chiari avresti potuto capire il significato di concetti NUOVI come CALIBRO VENTESIMALE, NONIO, PRECISIONE , ERRORE MASSIMO ? Si dice che : l'APPRENDIMENTO di concetti NUOVI basato su CONCETTI VECCHI che padroneggi pienamente è SIGNIFICATIVO nel senso che il concetto NUOVO viene da te facilmente e pienamente INGLOBATO nella tua LIBRERIA di CONOSCENZE. 66 Domanda 14 : Cosa pensi accada quando i concetti che dovresti padroneggiare per acquisirne di NUOVI NON sono in effetti per te NOTI o sono molto CONFUSI ? Quando tu tenti d'imparare qualcosa in questa situazione come ti "arrangi" ? In genere in queste situazioni tu metti in atto la strategia dell' IMPARARE A MEMORIA che non "rende" per vari motivi : - imparare a memoria comporta un notevole sforzo, costa molta fatica - ciò che impari a memoria è completamente slegato dal resto delle tue conoscenze e pertanto viene facilmente dimenticato - i concetti imparati a memoria sono essi stessi molto instabili e non puoi fare alcun affidamento su di essi per costruire nuova conoscenza Naturalmente, anche quando apprendi in modo SIGNIFICATIVO, c'è una componente mnemonica che ti aiuta ad apprendere. Impariamo a costruire le Mappe Concettuali ( MC ) Nelle frasi precedenti relative alla misura di lunghezza di una sbarretta e che riportiamo per comodità : " Utilizzando un calibro ventesimale tu e i tuoi compagni avete misurato la lunghezza della stessa sbarretta di acciaio. Avete ottenuto risultati diversi. La procedura da utilizzare per misurare la lunghezza della sbarretta richiedeva l'uso del nonio : occorreva stabilire, tra l'altro, quale delle tacche riportate sul nonio ( che è mobile) era allineata con una tacca della scala fissa del calibro. Nello stabilire tale allineamento tu e i tuoi compagni avete dovuto esprimere un giudizio. E' ragionevole ritenere che certamente tale giudizio può essere differente per ognuno di voi ma che le discordanze non supereranno una tacca del nonio. In definitiva essendo la precisione del nonio di 1/20 mm= 0.05 mm ritenete che l'errore massimo commesso nella misura sia di +/- 0.05 mm" sono presenti concetti diversi messi in relazione significativa fra di loro mediante " parole legame". Riporta su un foglio la lista dei concetti più importanti/significativi da te individuati ( circa 10). Domanda 15 : Fra tutti i concetti da te riportati evidenziane uno ( o eventualmente più di uno) che ritieni prioritario ( nel senso che tutti gli altri possono essere messi in relazione diretta o indiretta, mediante altri concetti, con quello prioritario). Qual è ? 67 Si dice che questo concetto è GERARCHICAMENTE piu' importante degli altri. Confronta il concetto da te individuato con quelli considerati di GERARCHIA più ALTA dai tuoi compagni. Domanda 16 : Avete individuato lo stesso concetto? Prova a spiegare perchè non c'è unanimità fra te e i tuoi compagni. Probabilmente avete considerato come più importanti concetti diversi : non devi meravigliarti. Ciò è dovuto semplicemente al modo diverso in cui l'attività svolta in laboratorio è stata "interiorizzata / fatta propria" da ognuno di voi e alla rete concettuale ( insieme di concetti VECCHI posseduti e messi in relazione con i NUOVI ) presente in ognuno voi quando siete stati coinvolti nell'attività. Riporta sul foglio che hai a disposizione (in alto e al centro) il concetto che hai considerato come GERARCHICAMENTE più importante rispetto agli altri. Eliminalo dalla tua lista di concetti che hai precedentemente predisposto. Tra i concetti restanti della lista si possono individuare uno o più concetti più importanti/ prioritari rispetto agli altri. Questo concetto/concetti vanno eliminati dalla lista e riportati sul foglio al di sotto di quello precedente. Evidenzia sul foglio con un ovale tutti i concetti riportati e se tra di essi c'è una relazione collegali con una linea ( che interrompi nella parte centrale ) in corrispondenza della quale riporti la parola /parole che, presenti nel testo, o da te individuati in base alle tue conoscenze specificano la relazione esistente. Riconsidera nella tua lista di concetti quelli restanti ( dopo avere eliminato quelli riportati sul foglio ) e ripeti quanto fatto precedentemente : - individua quello/i gerarchicamente più importante/i - cancellalo dalla lista - riportali su una linea successiva sul foglio ed evidenziali con un ovale - mettili in relazione appropriata fra di loro collegandoli con una linea su cui trascrivi il legame Continua finchè non avrai esaurito i concetti presenti nella tua lista. I concetti e i legami che hai riportato sul foglio costituiscono la tua prima MAPPA CONCETTUALE ( MC ) dell'attività svolta. In essa sono evidenziati i concetti che hai considerato 68 importanti, la loro organizzazione gerarchica e i legami che hai individuato fra di essi. Ovviamente essa rispecchia quanto hai appreso e come hai appreso durante l'attività. Fa attenzione e rifletti : - ci possono essere relazioni fra concetti di livello gerarchico diverso o dello stesso livello - un concetto può ovviamente anche essere in relazione con più concetti - concetti che rappresentano casi specifici/esempi sono in genere riportati a livello più basso e si conviene di NON RACCHIUDERLI in un OVALE Discuti e confronta con i tuoi compagni la MC da te realizzata. Scoprirai che : - tu e i tuoi compagni avete costruito MC diverse - la tua MC necessita di revisioni, anche in relazione a legami che a te erano sfuggiti e che sono presenti in quelle dei tuoi compagni, o di una organizzazione gerarchica più appropriata - se necessario RIDISEGNA la tua MC Domanda 17 : Ti meraviglia constatare che pur essendo stati coinvolti nella stessa attività tu e i tuoi compagni potete avere costruito MC diverse? Come mai ciò può accadere? Domanda 18 : Secondo te esiste una sola MC corretta? 69 Lez. num. 3 Le MC come strumento da utilizzare per dare significato alle attività didattiche Uno degli argomenti in cui sei stato precedentemente coinvolto riguarda : " Misura dell'area di superfici regolari ed irregolari" - Nel foglio che hai a disposizione sintetizza a parole tutta l'attività svolta specialmente in relazione ai concetti su cui essa si basa ( in non più di una pagina scritta ) - Elenca in una lista non meno di 10 e non più di 15 CONCETTI utilizzati . Probabilmente dovrai fare delle scelte : individua quelli che consideri più importanti nel contesto dell'attività. - Analizza i singoli concetti e cerca stabilire ,comparativamente agli altri, quale/ quali sono i più importanti - Come hai imparato questo/i concetto/i vanno in testa alla MC che stai costruendo. Riportali ciascuno in un ovale su un foglio a parte dove appunto rappresenterai la tua MC - Elimina i concetti già utilizzati dalla tua lista ed individua tra quelli restanti quello/i secondo te gerarchicamente più importanti - Riportalo/i sulla seconda fila della tua MC e mettilo/i in relazioni con gli altri concetti che hai già rappresentato - Procedi nello stesso modo fino ad esaurire la tua lista di concetti - Analizza CRITICAMENTE la MC costruita : 1) controlla la gerarchia dei concetti. E' corretta? 2) i legami tra i concetti sono tutti significativi? Hanno senso ? Rispecchiano quello che hai fatto ? 3) ci sono legami mancanti che ti sono sfuggiti? 4) sono possibili legami trasversali? Probabilmente la tua MC dopo le revisioni deve essere ridisegnata per renderla comprensibile Discutila con i tuoi compagni e con l'insegnante. Qualcuno ritiene che una MC non è altro che un Sommario/Indice dell'attività svolta non aggiungendo nulla di nuovo. 70 Domanda 19 : Sei d'accordo con questo punto di vista? Elenca eventuali differenze fra le MC e gli Indici/Sommari. Domanda 20 : Dopo aver imparato a costruire le MC ed averle utilizzate per rappresentare le attività di laboratorio svolte ci piacerebbe conoscere sinceramente la tua opinione circa i vantaggi/svantaggi che possono derivare dall'uso di tale metodologia. Riporta sul tuo quaderno di lavoro, in poche righe, la tua opinione in merito. 71 II0 ANNO MODULO DIDATTICO IV: MISURA DI TEMPO E STUDIO DI MOTI Unità 4.1 : Come si può misurare il tempo? - Misura del tempo di svuotamento mediante il battito cardiaco - Misura del tempo di svuotamento mediante un pendolo - L'orologio come strumento di misura del tempo Unità 4.2 : Misura dei tempi di caduta di una moneta - Tempo di reazione - Misura di tempo in un fenomeno periodico Unità 4.3 : Studio sperimentale di un moto rettilineo uniforme - Il concetto di velocità Rappresentazione grafica del moto - Dal grafico velocità-tempo allo spazio percorso Unità 4.4 : Studio sperimentale della cinematica di un moto rettilineo di una sfera su una guida inclinata - Rappresentazione grafica del moto : legge oraria del moto Unità 4.5 : Definizione operativa di velocità media e velocità istantanea - Definizione operativa di accelerazione media Unità 4.6 : Moto rettilineo uniformemente accelerato o ritardato - Confronto con i dati sperimentali di una sfera che rotola lungo una guida inclinata Unità 4.7 : Discrepanza percentuale fra valori misurati e valori attesi - Misura indiretta del tempo di reazione - Confronto fra medie di misure ripetute Unità 4.8 : Cosa significa una sperimentazione controllata? Unità 4.9 : Studio di un moto bidimensionale - Studio qualitativo del moto bidimensionale - Studio quantitativo del moto bidimensionale - Costruzione di un modello cinematico interpretativo Confronto fra dati sperimentali e previsioni del modello - Studio sperimentale della dipendenza della traiettoria dalla velocità 72 MODULO DIDATTICO IV : MISURA DI TEMPO E STUDIO DI MOTI Unità num. 4.1 Come si può misurare il tempo? Il concetto di tempo è insito in noi : basta pensare alla percezione che abbiamo del passato, presente e futuro.Il tempo è appunto la grandezza fisica che permette di mettere in relazione ciò che è accaduto, con ciò che sta accadendo e che accadrà in futuro. La necessità di collegare passato con presente e futuro impone che la unità campione utilizzata nelle misure di tempo venga definita mediante un fenomeno che si ripeta all'infinito ( almeno teoricamente ) con le stesse caratteristiche. Domanda 1 : Conosci qualche fenomeno che si ripete indefinitamente con le stesse caratteristiche ? Come chiameresti il tempo impiegato per "ripetersi " ? Un fenomeno che sembra ripetersi ( almeno entro certi limiti ) indefinitamente è il battito cardiaco : il ripetersi delle pulsazioni del tuo cuore che puoi avvertire stringendo "leggermente" fra indice e pollice il tuo polso o il tuo collo. Puoi dunque valutare la durata di un fenomeno contando il numero di battiti cardiaci fra l'inizio e la fine delle tue osservazioni del fenomeno. Il tempo che intercorre tra il "ripetersi" successivo del fenomeno (per esempio fra due battiti cardiaci consecutivi) prende il nome di PERIODO. FOTO 1: STUDENTE CON INDICE E POLLICE POSIZIONATI PER MISURARE IL BATTITO CARDIACO Misura del tempo di svuotamento di un recipiente mediante il battito cardiaco. Hai a disposizione un cilindro di plastica . Nota che nelle vicinanze della base è stato praticato un forellino del diametro di 2 mm che è inizialmente otturato mediante un pezzo di nastro isolante. Usando un righello misura, segnandole con una penna a spirito sul contenitore, le altezze di 20 e 10 cm a partire dal centro del forellino. 73 Tieni otturato il forellino con del nastro isolante e versa nel cilindro dell'acqua un pò oltre la tacca corrispondente all'altezza di 20 cm. Poni il cilindro sul tavolo con il forellino orientato verso l'esterno cosicchè quando, dopo aver tolto il nastro isolante, lascerai fuoriuscire l'acqua potrai raccoglierla nell'apposito secchio posto sul pavimento. Prova a far uscire un pò d'acqua e posiziona il secchio. Chiudi nuovamente il forellino. FOTO 2: CONTENITORE DI PLASTICA CON SECCHIO PER LO STUDIO DELLO SVUOTAMENTO DI UN RECIPIENTE ATTRAVERSO UN FORELLINO Il fenomeno da studiare è lo svuotamento del recipiente quando la superficie libera del liquido si abbassa dall'altezza h = 20 cm all'altezza h = 10 cm. In particolare misurerai la durata del fenomeno esprimendola in numero di battiti cardiaci del tuo cuore. "Cerca" il tuo battito cardiaco. Il tuo compagno libera il forellino lasciando fuoriuscire l'acqua che verrà raccolta nel secchio. Effettua la misura cominciando a contare quando la superficie libera è a quota h = 20 cm e finendo di contare quando invece la superficie libera è a quota h = 10 cm. Confronta il risultato da te ottenuto con le stime fatte dai tuoi compagni con contenitori d'acqua uguali ed aventi un forellino dello stesso diametro. Domanda 2 : Avete contato tutti lo stesso numero di battiti cardiaci? Come spieghi eventuali discrepanze? Le discrepanze osservate sono dovute oltre che ad errori di misura anche al fatto che individui diversi hanno battiti cardiaci di durata diversa. Inoltre, come certamente saprai, lo stesso individuo può avere, a seconda delle sue condizioni per esempio di affaticamento ( come dopo una corsa) o riposo ( come dopo aver dormito) , battiti cardiaci di durata diversa. Questo fenomeno ( battito cardiaco ) avendo durata soggettiva e variabile NON PUO' ovviamente essere usato per la valutazione del tempo di svuotamento. La situazione è simile a quella che si è presentata quando durante le attività proposte nel Modulo 1 si sono fatte le misure di larghezza del tavolo utilizzando bastoncini di lunghezza diversa. 74 E' dunque necessario individuare un fenomeno ripetitivo che si presenti con le stesse caratteristiche indipendentemente dallo sperimentatore. MISURA DEL TEMPO DI SVUOTAMENTO CON UN PENDOLO Domanda 3 : Conosci un fenomeno di questo tipo che possa essere usato per definire l'unità campione per le misure di tempo ? Un fenomeno di questo tipo è costituito dalle OSCILLAZIONI DI UN PENDOLO. Segui le istruzioni del tuo insegnante e "monta" un PENDOLO di lunghezza l uguale a 65 cm ( la lunghezza s'intende misurata a partire dalla sbarra orizzontale del supporto fisso fino al centro del cilindretto di ottone ). Controlla bene la lunghezza del tuo pendolo. FOTO 3: PENDOLO DA UTILIZZARE PER LO STUDIO DELLO SVUOTAMENTO DI UN RECIPENTO ATTRAVERSO UN FORELLINO Dopo avere montato il pendolo prova a spostare il cilindretto di poco dalla verticale e lascialo " andare ". Il cilindretto si muove "viaggiando" avanti ed indietro rispetto alla posizione occupata quando era fermo. Tali oscillazioni si ripetono chiaramente con le stesse caratteristiche. Per esempio il pendolo durante il suo viaggio quando si è allontanato del massimo dalla verticale si "ferma" istantaneamente ed inverte il verso del moto. Domanda 4 : Come potresti definire l'unità campione da utilizzare per le misure di tempo ? Prendi come riferimento una delle due posizioni ( avanti o indietro rispetto al supporto rigido ) in cui il pendolo è istantaneamente fermo ed inverte il verso del moto. Puoi assumere come unità campione per le misure di tempo la durata di un viaggio completo di andata e ritorno del pendolo rispetto a tale posizione. Tale durata temporale prende il nome di PERIODO DI OSCILLAZIONE DEL PENDOLO. Ripeti, utilizzando come unità campione il PERIODO del tuo pendolo, la misura della durata dello svuotamento del recipiente tra le due tacche prefissate h = 20 cm e h = 10 cm. Conta in sostanza quanti periodi di oscillazione dura il tuo fenomeno. 75 Confronta il risultato ottenuto con quello dei tuoi compagni. Domanda 5 : Le differenze fra le valutazioni fatte da te e i tuoi compagni sono grandi quanto quelle che avete trovato quando avete fatto la misura utilizzando come unità di misura di tempo il periodo del battito cardiaco ? Commenta i nuovo risultati. Domanda 6 : Ritieni che utilizzare il PERIODO di un pendolo come UNITA' DI MISURA per le valutazioni della durata di un fenomeno come quello da te studiato ( svuotamento di un recipiente) sia ragionevole? Discutine con l'insegnante e i tuoi compagni. Il PERIODO del pendolo può essere assunto come unità campione per le misure di tempo perchè ..non è soggetto ad ..affaticamento, ....può essere reso uguale per tutta la classe ( o comunità ). Prova ora a diminuire la lunghezza del pendolo : allenta le viti di una piastrina e tira il filo fino ad avere un pendolo di lunghezza l = 35 cm . Ricorda che la lunghezza va valutata fra la sbarra orizzontale del supporto rigido e il centro del cilindretto. Ripeti, utilizzando questo pendolo, la misura della durata dello svuotamento del recipiente. Probabilmente la durata dello svuotamento espressa in numero di oscillazioni del pendolo corrisponde ad un numero di oscillazioni più elevato di quello valutato con il pendolo di lunghezza l = 65 cm. Domanda 7 : Come interpreti il risultato ottenuto? Il PERIODO di oscillazione del pendolo dipende dalla lunghezza del pendolo. Quindi quando si sceglie l'unità campione utilizzando il pendolo occorre fissare la lunghezza dello stesso. Prendi una moneta e lasciala cadere da un'altezza di circa 1/ 1.5 m . Domanda 8 : Ritieni che per lo studio di un fenomeno di durata breve, come appunto la caduta della moneta, puoi utilizzare il periodo di oscillazione del tuo pendolo ? 76 Per fenomeni di breve durata avresti bisogno di una unità campione durata più piccola : un sistema che oscilli con un periodo molto più piccolo del periodo di oscillazione del tuo pendolo. Domanda 9 : Avendo a disposizione un dispositivo che oscilla rapidamente, per esempio con un periodo pari a circa 1/100 di quello del pendolo da te utilizzato potresti ancora usarlo per lo studio della durata dello svuotamento del recipiente? A quale inconveniente andresti incontro? Il numero di oscillazioni da contare sarebbe in questo caso molto grande ed il procedimento, oltre che noioso, potrebbe risentire di errori nel conteggio. L'orologio come strumento per misurare il tempo Ti occorre per una misura "pratica" ( nel senso di semplice ) della durata di un fenomeno un dispositivo che si basi su un fenomeno di breve durata che si ripete e che "memorizzi" ( cioè conti meccanicamente o elettronicamente ) multipli e sottomultipli della unità campione e ne renda facile la lettura. Gli OROLOGI sono appunto dispositivi di questo genere. Ne esistono sostanzialmente di due tipi : orologi meccanici analogici e orologi elettronici digitali. Gli orologi meccanici analogici sono sistemi "logicamente" simili alle BILANCE ANALOGICHE. In questo caso la memorizzazione viene effettuata meccanicamente e resa visibile da un sistema di due/tre frecce che ruotano più o meno rapidamente mostrando su un quadrante graduato multipli o sottomultipli di una unità campione. Gli orologi digitali sono "logicamente" simili alle BILANCE DIGITALI e usano come oscillatore un cristallo di quarzo. In questo caso la memorizzazione viene fatta elettronicamente e il risultato riportato su un display : le cifre rappresentano multipli e sottomultipli dell'unità campione. Come a te noto come unità campione per le misure di tempo si è scelto il secondo. Suoi multipli sono il minuto = 60 secondi e l'ora = 60 minuti = 3600 secondi. Negli orologi di laboratorio ( meccanici o digitali ) si possono apprezzare sottomultipli del secondo ( per esempio 1/10 di secondo negli orologi meccanici e 1/100 di secondo negli orologi digitali ) e multipli corrispondenti al minuto e all'ora. 77 FOTO 4: CRONOMETRI DI LABORATORIO DA UTILIZZARE PER LE MISURE DI SVUOTAMENTO DI UN RECIPIENTE ATTRAVERSO UN FORELLINO Domanda 10 : Un fenomeno ha una durata di 1 minuto e 28 secondi . A quanti secondi corrisponde tale durata ? Domanda 11 : Per studiare un fenomeno di lunga durata hai utilizzato un orologio analogico. Il fenomeno è durato dalle ore 10 e 35 minuti e 18 secondi alle ore 11 , 27 minuti e 15 secondi. Quanto è durato il fenomeno? Confronta il tuo risultato con quello dei tuoi compagni . Risolvete eventuali discrepanze. Con gli orologi DIGITALI che userai in laboratorio spesso dovrai misurare intervalli di tempo corrispondenti alla durata di un fenomeno. Chiedi all'insegnante un orologio del tipo di quelli che userai in laboratorio. Nota che questi orologi sono dotati di tre pulsanti : - START ( VIA ) da premere quando si vuol cominciare a misurare il tempo - STOP ( FERMA ) da premere quando si vuol finire di misurare il tempo. La lettura della durata va fatta sul display individuando le cifre relative ai minuti, ai secondi e ai centesimi di secondo - RESET ( AZZERA ) da premere dopo che è stata fatta la lettura per abilitare l'orologio a una nuova misura Prendi l'orologio e premi RESET . Domanda 12 : Cosa compare sul display ? Dovresti osservare una sequenza di zeri. L'orologio può ora essere utilizzato per fare una misura : lo farà non appena premerei il tasto START. Premi START e guarda attentamente il display : le ultime cifre a destra scorrono velocemente e corrispondono ai centesimi di secondo. Ogni volta che superano 100 s'incrementa di uno il numero dei secondi che è riportato a sinistra del centesimi di secondo. Analogamente ogni volta che il numero dei secondi supera 60 s'incrementa il numero dei minuti di una unità. Infine ogni volta che sono passati 60 minuti s'incrementa il numero delle ore di una unità. 78 Premi STOP : l'orologio si ferma e tu puoi leggere il tempo intercorso da quando hai premuto START a quando hai premuto STOP. Ripeti più volte le operazioni di RESET , START e STOP esercitandoti a leggere sul display. Ricordati di controllare sempre che quando premi RESET sul display compaiono solo zero. Domanda 13 : Qual è la precisione con cui puoi effettuare le misure di tempo utilizzando questo orologio? 79 Unità num. 4.2 Misure di tempi di caduta di caduta di una moneta L'insegnante fa cadere al suolo da altezza prefissata una moneta. Misura la durata del moto di caduta della moneta utilizzando l'orologio. FOTO 5: L’INSEGNANTE FA CADERE UNA MONETINA DA UN’ALTEZZA PREFISSATA Premi START quando l'insegnante lascia la moneta e STOP quando la moneta giunge al suolo. L'insegnante fa cadere (sempre dalla stessa altezza) altre quattro volte la moneta. Ripeti ogni volta la misura. Anche i tuoi compagni hanno osservato e misurato lo stesso fenomeno. Riporta i dati ottenuti da te e i tuoi compagni in una Tabella : Tempo1 Tempo2 Tempo3 Tempo4 Tempo5 Tempo Dispersione (sec) (sec) (sec) (sec) (sec) medio (sec) (sec) Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3 Gruppo 4 Gruppo 5 Gruppo 6 Gruppo 7 Gruppo 8 Gruppo 9 Gruppo 10 Gruppo 11 Gruppo 12 Gruppo 13 Gruppo 14 Gruppo 15 80 Ogni gruppo valuti media e dispersione delle 5 misure che ha effettuato Domanda 14 : Analizzando i dati riportati nella Tabella cosa puoi affermare ? Commenta la dispersione delle misure dei diversi gruppi. Domanda 15 : Valuta l'errore da te commesso nella misura del tempo di caduta e confrontalo con la precisione dell'orologio. Cosa noti? Come spieghi quanto osservato? Domanda 16 : Quanto vale l'errore relativo nelle misure da te effettuate del tempo di caduta ? Tempo di reazione Cosi' come accade spesso nelle misure di grandezze fisiche per la valutazione del tempo di caduta devi usare l'orologio ed "esprimere un giudizio" , devi fare " una valutazione": EFFETTUANDO QUESTE VALUTAZIONI "INTERFERISCI" CON IL RISULTATO DELLA LA MISURA. Domanda 17 : Per misurare la durata del moto di caduta della moneta quali " decisioni" hai dovuto prendere ? Hai dovuto stabilire quando è iniziato il fenomeno ( quando cioè l'insegnante ha fatto cadere la moneta ) e quando è finito ( quando cioè secondo te la moneta ha urtato il suolo ). Presa la "prima decisione" hai comandato alla tua mano di premere START ; presa la "seconda decisione" hai comandato alla tua mano di premere STOP. L'intervallo di tempo che intercorre tra quando realmente è iniziato il fenomeno e quando hai premuto fatto partire l'orologio prende il nome di TEMPO DI REAZIONE. Questa caratteristica è tipica di ogni individuo e dipende anche dalle particolari condizioni fisiche dell'individuo. Dunque il RISULTATO della tua misura è influenzato dal tuo TEMPO DI REAZIONE. Il TEMPO DI REAZIONE influenza anche la tua decisione di fermare l'orologio. 81 Diciamo subito che il TEMPO DI REAZIONE, che nel seguito impareremo a misurare, è una quantità piccola ( alcuni decimi di secondo ) che diventa però rilevante quando si studiano fenomeni di breve durata. Ciò spiega le variazioni osservate nelle misure ripetute da te effettuate del tempo di caduta della moneta e le differenze nelle misure fatte da te e i tuoi compagni. Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Misure di tempo in fenomeni periodici Fai oscillare il pendolo che hai a disposizione ( controlla che la lunghezza sia 65 cm ). Misura 10 volte il periodo di oscillazione . Attenzione NON E' NECESSARIO che per ogni misura tu faccia ripartire il pendolo nè che tu prema lo START appena lasci il pendolo : metti il pendolo in oscillazione e ...lascialo oscillare mentre tu tranquillamente fai le tue misure del periodo e le trascrivi nella Tabella : Misura Durata T del numero Periodo (sec) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Domanda 18 : Quanto valgono la media e la dispersione delle 10 misure da te effettuate? Domanda 19 : Quanto vale l'errore relativo nelle misure ripetute da te effettuate? Spiega dettagliatamente come lo hai calcolato. 82 L'errore relativo nelle misure ripetute da te effettuate è piuttosto grande perchè risente del tuo TEMPO DI REAZIONE che incide notevolmente sulla misura del periodo di oscillazione che è di circa 1 secondo. Domanda 20 : Poichè il fenomeno che stai studiando ( oscillazioni di un pendolo ) si ripete con le stesse caratteristiche per un tempo molto lungo quale procedura potresti utilizzare per ridurre l'errore relativo nella misura del periodo di oscillazione? Discutine con i tuoi compagni. Per ridurre nelle misure del periodo l'incidenza del TEMPO DI REAZIONE si può sfruttare il fatto che il fenomeno si ripete con le stesse caratteristiche e misurare quindi il tempio impiegato per fare un numero elevato ( 10 o 20 per esempio ) di oscillazioni complete. Per ottenere il periodo sarà ovviamente necessario dividere il tempo misurato per il numero di oscillazioni complete cui esso corrisponde. Misura il tempo impiegato a compiere 10 oscillazioni. Ripeti tale misura 10 volte e riporta i risultati nella Tabella . Misura Tempo misurato Periodo numero per 10 oscillazioni ( sec ) (sec) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Domanda 21 : Quanto valgono la media e la dispersione dei 10 periodi di oscillazione misurati con questa procedura? 83 Domanda 22 : Valuta l'errore relativo nelle misure di periodo fatte seguendo questa procedura e confrontalo con l'errore relativo precedentemente valutato utilizzando le misure di una sola oscillazione. Cosa noti? Commenta i risultati del confronto. In definitiva nello studio di fenomeni periodici per ridurre l'errore relativo conviene misurare la durata di un numero elevato di oscillazioni ( 10, 20...) e valutare il periodo dividendo il tempo misurato per il numero di oscillazioni considerate. 84 Unità num. 4.3 Studio sperimentale della cinematica di un moto rettilineo uniforme Sei ora in condizioni di fare misure di lunghezze e tempo. Queste due grandezze sono coinvolte tipicamente nello studio di un moto quando cioè un oggetto varia la propria posizione con il trascorrere del tempo. Considera il contenitore cilindrico graduato che hai a disposizione. Esso ha una capacità di 250 ml. Riempilo con un detersivo ben sopra la tacca corrispondente a 250 ml. Indica con una penna a spirito le posizioni corrispondenti a 250 , 210 ,170, 130, 90, 50,10 ml. FOTO 6 : a) CONTENITORE CILINDRICO PER LO STUDIO DEL MOTO b) SFERETTE DA FAR CADERE NEL CONTENITORE Domanda 23 : Quanto vale ( in cm ) la distanza fra due tacche successive? Prendi una delle piccolissime palline (tutte di ugual raggio) che hai a disposizione e lasciala cadere nel detersivo. Osserva attentamente ciò che accade. La pallina si muove lentamente . Vuoi studiare le caratteristiche di questo moto. Sarebbe opportuno per tale studio valutare gli istanti in cui, a partire dalla posizione iniziale in corrispondenza della quale farai partire l'orologio (istante zero) e che assumerai come posizione di partenza, la pallina si porta alle quote delle tacche da te tracciate dopo aver percorso dei tratti di lunghezza facilmente valutabili. Puoi procedere in questo modo : - controlla che il tuo orologio sia azzerato - prendi una pallina e falla cadere - quando essa raggiunge la prima tacca ( di riferimento) fa partire 8 premendo START) l'orologio - quando la pallina raggiunge la prima tacca (successiva a quella di riferimento) ferma l'orologio ( premi STOP) - riporta il risultato nella seconda colonna (Pallina 1) - ripeti con altre due palline quanto fatto precedentemente e riporta i risultati nelle colonne successive corrispondenti a Pallina2 e Pallina 3 riga relativa alla prima tacca. Nella prima colonna riporterai il cammino (espresso in cm) percorso dalle palline per portarsi dalla tacca di partenza alla prima tacca. 85 - ripeti quanto fatto precedentemente con altre palline misurando i tempi impiegati da esse per portarsi dalla tacca di riferimento alla seconda tacca dopo quella di riferimento. Riporta i risultati per 3 palline nella riga corrispondente nella Tabella alla seconda tacca. - ripeti con altre palline misurando i tempi impiegati per portarsi dalla tacca di riferimento alla terza tacca, alla quarta..... alla sesta tacca Sei ora pronto ad analizzare i dati delle tue misure. Per ogni riga calcola la media dei valori ottenuti e riportala nell'ultima colonna. Valuta e riportali nella prima colonna i valori ( in cm ) delle distanze di volta in volta percorse dalle palline per raggiungere la prima, seconda ..sesta tacca dopo quella di riferimento. Tacca Pallina Pallina Pallina Media numero numero 1 numero 2 numero 3 tempi Spazio Tempo 1 Tempo 2 Tempo 3 (sec) (sec) (sec) percorso dei Rapporto spazio/tempo (cm/sec) (sec) (cm) 1 = cm 2 = cm 3 = cm 4 = cm 5 = cm 6 = cm Calcola i rapporti tra gli spazi percorsi e i tempi impiegati a percorrerli. Riporta i valori ottenuti nell'ultima colonna. Fai attenzione alle unità di misura. Domanda 24 : Cosa osservi? Cosa puoi concludere? 86 Dovresti notare che se si considerano cammini doppi, tripli...i tempi impiegati a percorrerli praticamente raddoppiano, si triplicano... e che il rapporto spazio/tempo (spazio percorso/tempo impiegato a percorrerlo) è praticamente costante. Si dice che in queste condizioni il moto delle palline è RETTILINEO UNIFORME. Il concetto di velocità Il numero ottenuto è stato valutato dividendo lo spazio (misurato in cm) per il tempo (misurato in secondi). Ad esso si associa come unità di misura il rapporto cm/sec La situazione è simile a quella studiata quando si è introdotto il concetto di densità. La densità è stata definita come il rapporto fra la massa (espressa per esempio in gr) ed il volume (espresso in cm3). In quel caso l'unità di misura della densità era gr/cm3. Domanda 25 : La situazione di moto precedentemente discussa ti ricorda una proprietà riscontrata in qualcuna delle attività precedentemente svolte? La situazione è simile a quella incontrata quando dopo aver misurato la massa d'acqua introdotta in un cilindro si è valutato il rapporto tra la massa ed il volume corrispondente. Questa procedura ti ha permesso d'introdurre il concetto di densità. Domanda 26 : In base a tale analogia ti aspetti di dover definire una caratteristica del moto che corrisponda alla densità. Quale? Si tratta di definire il rapporto tra spazio percorso e tempo impiegato a percorrerlo. Tale grandezza prende il nome di VELOCITA'. Rappresentazione grafica del moto rettilineo uniforme Cosi' come hai fatto nel caso della densità puoi pensare ad una rappresentazione grafica delle informazioni riportate nella Tabella. In tal caso puoi costruire il grafico della LEGGE ORARIA DEL MOTO: riportare cioè lo spazio percorso in funzione del tempo impiegato a percorrerlo. Prendi un foglio di carta millimetrata e riporta sull'asse orizzontale ( verticale ) le scale, scelte opportunamente, per il tempo e lo spazio percorso. FOTO 7: FOGLIO DI CARTA MILLIMETRATA DA USARE PER LA RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO 87 In tale grafico riporta i risultati delle tue misure che rappresenterai con punti "ben marcati". Per la scelta delle scale e la rappresentazione dei dati sperimentali ricorda quanto fatto a proposito del concetto densità. Domanda 27 : I dati da te riportati sono indicativi di una qualche regolarità? Esprimi a parole ciò che osservi Domanda 28 : Puoi approssimare i tuoi dati con una curva opportuna? Quale? I tuoi dati sono approssimabili con una RETTA PASSANTE PER L'ORIGINE. Modello cinematico del moto rettilineo uniforme. Un moto si dice RETTILINEO UNIFORME quando si svolge con le seguenti caratteristiche : - la successione delle posizioni occupate durante il moto, detta TRAIETTORIA del moto, è una RETTA ( di qui l'aggettivo RETTILINEO) - durante tutto il moto SPAZI UGUALI VENGONO PERCORSI IN TEMPI UGUALI. Ciò significa che : - in un tempo doppio,triplo,quadruplo...vengono percorsi spazi doppi,tripli quadrupli... - viceversa in tempi doppi,tripli,quadrupli..vengono percorsi spazi doppi tripli,quadrupli.. Un altro modo per caratterizzare il MOTO RETTILINEO UNIFORME è quello che si basa sul concetto di VELOCITA'. Per VELOCITA' durante un moto s'intende il RAPPORTO fra gli SPOSTAMENTI del corpo che si muov Formalmente: v=Δs/Δt Se il MOTO E' UNIFORME tale rapporto è COSTANTE ( lo stesso ) durante tutto il moto. Pertanto se In un moto di questo tipo, caratterizzato da la velocità costante, : 88 - assumiamo come istante iniziale, quello in cui hanno inizio le misure di tempo ( tin=0 ), e come posizione iniziale quella a partire dalla quale incominciare a valutare gli spostamenti ( sin= 0) - ed indichiamo con t l'istante in cui l'oggetto che si muove si trova in una generica posizione s Si ha : v= (s-sin) /(t-tin) e quindi : v= s/t = costante Da cui : s= v*t che è appunto l'espressione matematica dell'equazione di una retta. Dal MODELLO CINEMATICO DI MOTO RETTILINEO UNIFORME deriva dunque la seguente previsione : I DATI SPERIMENTALI degli spazi percorsi in funzione del tempo devono essere approssimabili con una RETTA ( se si assume sin = 0 e tin=0 ) passante per l'origine. Questo è quanto si osserva sperimentalmente nel nostro moto delle sferette nel detersivo : esso è dunque COMPATIBILE con le previsioni del MODELLO di moto rettilineo uniforme. Domanda 29 : Come puoi valutare, a partire dalla rappresentazione grafica dei dati e dall'approssimazione fatta mediante una retta, la VELOCITA' ( COSTANTE) con cui si svolge il moto? La VELOCITA' valutabile con la pendenza della retta (ricorda come hai valutato la densità dal grafico della massa in funzione del volume). 89 Domanda 30 : Valuta la PENDENZA ( VELOCITA') della retta e confrontala con i valori riportati nell'ultima colonna della Tabella. Cosa osservi? Come valutare gli spostamenti, nel caso di moto rettilineo uniforme, dal grafico della velocità al variare del tempo. Il valore della PENDENZA dovrebbe essere praticamente uguale ai valori riportati nell'ultima colonna della Tabella. Dal grafico velocità-tempo allo spazio nel caso di moto rettilineo uniforme Impareremo ora, utilizzando della carta millimetrata, a rappresentare le caratteristiche di un moto rettilineo uniforme nei grafici spazio/tempo ( spazio percorso al variare del tempo) e velocità/tempo (velocità durante il moto al variare del tempo). Sia data la legge oraria di un moto rettilineo uniforme: s=15*t dove t rappresenta il tempo trascorso dall'inizio del moto misurato in secondi e s lo spazio percorso dall'inizio del moto Domanda 31 : Cosa rappresenta nell'equazione precedente il numero 15? Si tratta di un numero puro o di una grandezza caratterizzata da appropriate unità di misura? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Prendi un foglio di carta millimetrata. In esso rappresenterai graficamente il moto riportando sull'asse orizzontale il tempo e sull'asse verticale gli spazi percorsi, Ti suggeriamo di preliminarmente di calcolare e riportare nella Tabella gli spazi percorsi in tempi pari a 1,2,3...10 sec. Tempo Spazio percorso (sec) (cm) 90 Sulla carta millimetrata fai corrispondere alla prima,seconda,.. tacca (cioè 1,2,3..cm) i tempi di 1,2,3 ..sec e alla prima,seconda,terza dell'asse verticale gli spazi percorsi di 10,20,30...cm. Riporta i dati della Tabella su tale grafico. Domanda 32 : Come sono disposti i punti rappresentativi del moto? Traccia la linea che meglio li approssima. Domanda 33 : Utilizzando l rappresentazione grafica sai valutare lo spazio percorso dopo 3.5 sec? Confronta la tua stima (dal grafico) con quanto puoi calcolare mediante l legge oraria del moto. Domanda 34 : I risultati sono compatibili? Prendi un altro foglio di carta millimetrata. In esso rappresenterai graficamente la velocità in funzione del tempo. Riporta con l stessa scala usata precedentemente sull’asse orizzontale i tempi. Sull’asse verticale riporta la velocità (fai corrispondere 1 cm ad una velocità di 1 cm/sec). 91 .Domanda 35 : Come ti aspetti si disporranno i dati relativi all’intervallo da o a 10 sec? I punti rappresentativi del moto essendo la velocità costante risultano allineati su una retta parallela all’asse orizzontale. Traccia la retta orizzontale. Domanda 36 : Sai dire cosa rappresenta in questo caso l’area individuata dalla retta orizzontale, l’asse dei tempi ed un asse verticale relativo all’istante t = 5 sec ( vedi l Figura riportata sotto)? Valuta l’area precedentemente definita. Ricorda che l’are di un rettangolo…..Attenzione alle unità di misura. L’area del rettangolo rappresenta lo spostamento subito dl corpo in moto che si muove secondo la legge oraria del moto rettilineo uniforme s(t) = 15*t. Infatti il secondo membro di questa equazione può essere interpretato come l’area di un rettangolo di lati 15 ( nelle appropriate unità di misura cm/sec) e t (tempo espresso in secondi). Domanda 36 : Quanto vale l’area relativa all’istante t=5 sec come valutata mediante la legge oraria del moto? E’ compatibile con quanto ricavato dal grafico di v in funzione di t? Consideriamo ora un moto costituito d un successione di moti rettilinei uniformi di durata diversa e caratterizzati da velocità diverse durante i vari intervalli di tempo: Nell’intervallo di tempo Il moto si svolge con velocità (sec) costante (cm/sec) Rappresenta le caratteristiche di questo moto in un grafico della velocità in funzione del tempo. 92 Domanda 37 : Cosa rappresenta l’area sottesa dalla spezzata rappresentativa del moto nel grafico (v,t) nell’intervallo 0-12 sec? Valuta l’area e discuti la sua interpretazione con i compagni e con l’insegnante. In generale l’area delimitata dal grafico della velocità al variare del tempo in un certo intervallo di tempo rappresenta lo spostamento subito dal corpo in movimento 93 Unità num. 4.4 Studio sperimentale della cinematica di un moto rettilineo Prendi la guida che hai a disposizione ed individua su di essa ( segnandola con una penna a spirito ) una posizione di riferimento prossima ad un estremo della guida. Tale posizione rappresenta l'origine ( s = 0 cm ) del sistema di riferimento rispetto al quale studierai il moto di una palla d'acciaio. A partire da tale posizione individua e segnale con la pena cammini successivi corrispondenti a s = 20, 40, 60....160 cm. FOTO 8: GUIDA AD U INCLINATA Poggia ora l'estremo sul quale hai riportato la posizione di riferimento su un libro o più quaderni dello spessore di alcuni centimetri. L'altro estremo della guida poggia direttamente sul piano di lavoro del tavolo. In sostanza hai inclinato la guida di pochi gradi rispetto al piano orizzontale. Supponi di poggiare sulla posizione iniziale di riferimento la palla di acciaio che hai a disposizione. Osserva attentamente i contatti tra la sfera e la guida. Praticamente la palla tocca la guida in due punti, simmetrici rispetto alla verticale ( vedi la figura ) , il bordo del profilo ad U trasversale della guida. Dopo avere posto la palla in corrispondenza dello 0 lasciala : la palla rotolando si muove lungo la guida. Domanda 38 : Descrivi qualitativamente a parole le caratteristiche del moto della palla cosi' come puoi osservarle sperimentalmente. Si muove sempre "allo stesso modo" ( con la stessa VELOCITA' ) all'inizio e alla fine della guida? Puoi cioè affermare che si tratta di un moto rettilineo uniforme? Il moto che hai osservato è un MOTO UNIDIMENSIONALE RETTILINEO ( si svolge infatti lungo la guida rettilinea ). L'insieme delle posizioni occupate dalla palla durante il moto prende il nome di TRAIETTORIA e coincide in questo caso particolare con la guida rettilinea. Domanda 39 : Quali quantità puoi suggerire di misurare per caratterizzare il moto della palla? 94 Studiare il moto della palla significa poter sapere dove essa si trova ( in quale posizione ) in istanti successivi. Si dice che le variabili coinvolte nello studio di questo moto sono la POSIZIONE s in cui si trova la palla e il TEMPO t ( istante ) in cui durante il moto viene a trovarsi in quella posizione. Domanda 40 : Descrivi la procedura che seguiresti per studiare il moto. Hai fissato sulla guida posizioni predefinite ed in corrispondenza di ognuna di esse utilizzando l'orologio digitale puoi misurare il tempo trascorso dall'inizio del moto e l'istante in cui la palla passa per ogni posizione. Considera il moto relativo al primo tratto cioè dalla posizione assunta come s = 0 cm alla prima tacca corrispondente ad un cammino s = 20 cm. Poiché lavorate in coppia uno di voi due pone la palla sulla posizione di partenza s = 0 cm e la lascia quindi rotolare sulla guida. L'altro che è posto di fronte al primo traguardo ( alla prima tacca ) fa partire l'orologio quando il compagno lascia la palla e lo ferma quando la palla passa in corrispondenza del primo traguardo (s=20cm). Questa misura della durata del moto da 0 a 20 cm viene ripetuta 5 volte e i dati vanno riportati nell'apposita Tabella : Spazio s Tempo 1 Tempo 2 Tempo 3 Tempo 4 Tempo 5 Percorso ( sec) ( sec ) ( sec ) ( sec ) ( sec ) (cm) Media del Errore tempo (sec) Massimo (sec) 20 40 60 80 100 120 140 160 Domanda 41 : I valori del tempo da te misurati non coincidono? Sai dare una spiegazione ? 95 Domanda 42 : Calcola la media e l'errore massimo nelle misure da te effettuate per il tratto da 0 a 20 cm. Spiega dettagliatamente il procedimento usato. Ricorda ( Modulo 1 ) che in una serie di misure è ragionevole assumere come valore vero della grandezza il valore medio ( ottenuto appunto facendo la media aritmetica ) e come errore massimo la semidispersione E = ( tmassimo - tminimo ) /2 dove tmassimo ( tminimo ) sono il più grande ( più piccolo ) valore misurato. Ripeti ora tutto ciò che hai fatto ( incluso il calcolo della media e dell'errore massimo ) per gli altri valori di s ( 40,60,80…160 cm ). N.B. ATTENZIONE CASUALMENTE LA DURANTE GUIDA LE MISURE CAMBIANDO NON ,ANCHE DEVI SE SPOSTARE DI POCO, ANCHE L'ANGOLO D'INCLINAZIONE. Domanda 43 : Sai spiegare perché raccomandiamo di non spostare la guida? L'angolo d'inclinazione può essere una variabile che altera le caratteristiche del moto pertanto va CONTROLLATA , mantenuta fissa, durante tutto lo studio sperimentale del moto. Opzionale Dopo avere fatto le misure e i calcoli richiesti verifica mediante qualche semplice misura se l'angolo d'inclinazione altera le caratteristiche del moto. Domanda 44 : Come hai fatto? Spiega la procedura utilizzata. Domanda 45 : Cosa puoi concludere circa l'incidenza dell'angolo d'inclinazione sulle caratteristiche del moto? Rappresentazione grafica del moto : legge oraria del moto I dati riportati nella tabella ( tempi medi/ spazi ) possono essere rappresentati in forma grafica ( si veda il Modulo 1 ) : si riportano sull'asse orizzontale i valori medi dei tempi ( espressi in sec ) e sull'asse verticale i valori degli posizioni corrispondenti espresse in cm. 96 Si dice che nel grafico i valori degli spazi sono espressi in funzione dei tempi impiegati a percorrerli. Prova ad INTERPOLARE i punti rappresentativi delle tue misure mediante una curva che li approssimi ( ricordati che per t=0 sec è s= 0 cm ) La curva che hai tracciato rappresenta la DIAGRAMMA ORARIO DEL MOTO. Essa ti permette di dire in ogni istante in quale posizione si trova la pallina. Matematicamente si scrive s = s(t) ( si legge s funzione di t ). Formalmente con questo modo di scrivere con le parentesi si vuole indicare che lo spazio ed il tempo t sono legati fra di loro da una relazione . La curva che hai tracciato sul grafico rappresenta appunto in forma grafica tale relazione. Essa costituisce un' INTERPOLAZIONE dei tuoi dati sperimentali. Quando si vuole indicare il valore del cammino percorso in un particolare istante ( per esempio t1 ) si scrive : s1= s( t1 ) Il pedice della variabile tempo t ( = il numero 1 scritto in basso ) sta ad indicare un particolare valore numerico del tempo t. Con il pedice della s si vuole indicare il particolare valore numerico dello spazio s corrispondente al particolare valore di t ( t1 ) Domanda 46 : Qual è la posizione occupata dalla pallina dopo 1 sec ? e viceversa quanto tempo impiega la pallina per percorrere un tratto pari a 45 cm ? Domanda 47 : Valuta, utilizzando la tua curva d'interpolazione dei dati sperimentali, il tempo impiegato dalla pallina per spostarsi da 30 a 40 cm. Spiega la procedura utilizzata. Domanda 48 : Confronta i tuoi risultati sperimentali ( in particolare la curva con cui li hai interpolati) con le previsioni del modello cinematico di MOTO RETTILINEO UNIFORME. Cosa puoi concludere? 97 Valuta per esempio a partire dal valore del tempo da te misurato per percorrere i primo 20 cm, quanto dovrebbe impiegare la sferetta ( nell'ipotesi di MOTO RETTILINEO UNIFORME) per percorrere 160 cm. Domanda 49 : Le tue previsioni sono in accordo con quanto tu hai poi misurato per la durata del moto da 0 a 160 cm? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. I dati sperimentali del moto da te studiato NON SONO COMPATIBILI con le previsioni di un MOTO RETTILINEO UNIFORME. 98 Unità num. 4.5 Definizione operativa di velocità media e velocità istantanea. Siamo ora in grado di dare una definizione OPERATIVA più appropriata di VELOCITA'. Il rapporto tra il cammino percorso in certo intervallo di tempo e l'intervallo di tempo prende il nome di VELOCITA' MEDIA vm . Formalmente la velocità media è definita come rapporto : vm = ( s( t2 ) - s( t1 ) ) / ( t2 - t1 ) Posto Δt = t2 - t1 e Δs = s2 - s1 si ha : vm = Δs / Δt Il simbolo Δ, come già sai, si legge delta. L'insieme delle operazioni da fare per valutare la velocità media costituiscono la sua DEFINIZIONE OPERATIVA. Questa grandezza fisica caratteristica del moto misura quanto rapidamente la palla si muove da una posizione all'altra . Infatti : - per assegnato cammino ( il numeratore ) la velocità è più grande quando il tempo impiegato a percorrerlo è più piccolo - viceversa per assegnato intervallo di tempo ( il denominatore ) la velocità è più grande quando il cammino percorso è più grande Domanda 50 : Tenendo presente la definizione operativa di velocità sai dire quali sono le sue unità di misura? Se lo spazio è misurato in cm e il tempo in sec la velocità si misura in cm/sec. Domanda 51 : Quanto vale, nel moto della sfera d'acciaio sulla guida da te studiato, la velocità media nell'intervallo di tempo da 2 a 2.7 sec ? Quanto vale la velocità media quando la palla si sposta da 45 a 60 cm ? Spiega dettagliatamente le operazioni su cui si basano i tuoi calcoli. 99 Domanda 52 : Calcola la velocità media quando la palla percorre il tratto da 140 a 160 cm . Confronta il risultato ottenuto con quello precedentemente calcolato per l'intervallo da 45 a 60 cm. Commenta quanto trovato. I valori trovati per le due velocità medie dovrebbero essere differenti . La velocità media del secondo tratto dovrebbe essere più grande di quella relativa al primo tratto. Il fatto che la velocità non sia costante si esprime dicendo che il moto è RETTILINEO VARIO. Utilizzando la tua curva d'interpolazione dei dati, potresti considerare intervalli di tempo ( t 2 - t1 ) sempre più piccoli ( all'interno dell'intervallo di volta in volta considerato ) e misurare dal grafico la corrispondente distanza percorsa. OGNI VOLTA POTRESTI TROVARE UN NUOVO VALORE DI VELOCITA' MEDIA. Definiamo la VELOCITA' ISTANTANEA come il valore a cui tende la velocità media quando l'intervallo temporale Δt tende/si avvicina sempre più a zero. Al contrario se durante tutto il moto la velocità risulta essere costante si dice, come tu già sai, che il moto è RETTILINEO UNIFORME. Definizione operativa di accelerazione media Come a te noto in un MOTO RETTILINEO VARIO la velocità media cambia nel tempo. Si può DEFINIRE OPERATIVAMENTE una grandezza ( ACCELERAZIONE ) che "misura la rapidita' " con cui durante il moto varia la velocità. In ANALOGIA con quanto fatto per introdurre la DEFINIZIONE OPERATIVA di velocità , si può definire un' accelerazione media relativa ad un intervallo di tempo fra t1 e t2 come rapporta : am = ( v ( t2 ) - v( t1 ) ) / ( t2 - t1 ) = v/ t con ovvio significato dei simboli. Domanda 53 : Quali sono le unità di misura dell'accelerazione se la velocità è misurata in cm/sec ? E se è misurata in m/sec? 100 Domanda 54 : Cosa vuol dire che l'accelerazione è grande ? Cerca di esprimerlo a parole tenendo presente la definizione operativa di ACCELERAZIONE. Domanda 55 : Cosa vuol dire che l'accelerazione è negativa? Ricordati per rispondere della definizione operativa di accelerazione. Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Un moto con accelerazione positiva si dice ACCELERATO ( la velocità aumenta ). Un moto con accelerazione negativa si dice RITARDATO. Lancia una moneta verticalmente verso l'alto e lasciala ricadere tra le tue mani. Ripeti più volte ed osserva attentamente le caratteristiche del moto durante la fase di salita e discesa. Domanda 56 : Come si muove il corpo durante la salita? E durante la discesa? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnate. 101 Unità num, 4.6 Nel caso particolare in cui l'accelerazione media è costante acost si parla di MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO o RITARDATO. Domanda 57: In un moto RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO/RITARDATO qual è la relazione che esiste fra la velocità ed il tempo? Per ricavarla si può utilizzare la definizione operativa di accelerazione. Ricordando la definizione di accelerazione media risulta che : V( t2 ) = v( t 1 ) + acost * ( t2 - t1 ) Dove acost >0 ( MOTO ACCELERATO) e <0 ( MOTO RITARDATO). Se indichi con v0 la velocità iniziale relativa all'istante in cui si comincia studiare il moto t 1 = 0 sec e quindi v ( t1 = 0 ) = v0 e t2 rappresenta un generico istante t si ha . v ( t ) = v0 + acost * t Domanda 58 : Esprimi a parole il significato di questa relazione. Nota che essa è analoga a quella che intercorre fra spazio e tempo in un MOTO RETTILINEO UNIFORME. Domanda 59 : Nel moto da te studiato che forma assumerebbe questa espressione? Nel moto da te studiato la palla parte da fermo, quindi v0 = 0 cm/sec ed inoltre a>0 ( la velocità aumenta ). La relazione diventa : v( t ) = acost *t Domanda 59 : In questo caso in che relazione sono le velocità relative ad istanti doppi, tripli, quadrupli…di un certo valore di t ? Domanda 60: Come rappresenteresti graficamente ( riportando sull'asse orizzontale i tempi e su quello verticale le velocità ) la relazione fra velocità e tempo in un moto UNIFORMEMENTE ACCELERATO ? 102 Il grafico è dato da una retta di intercetta nulla e pendenza pari all'accelerazione costante. Disegna tale grafico supponendo di conoscere il valore di acost. Osserva bene la figura sotto riportata. FOTO 9: GRAFICO DEL MOTO UNIFORMENTE ACCELERATO Indica in tale grafico un certo istante generico t ed individua sulla retta il punto corrispondente di ordinata v(t). Domanda 61 : Sai determinare a partire dalla rappresentazione grafica in che relazione sono lo spostamento s(t), la velocità v(t) e il tempo t? Ricorda l'interpretazione dell'araea sotto la curva rappresentativa della velocità al variare del tempo? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Risulta che : s(t) = Area del triangolo di base t e altezza v(t) = v(t)*t/2 Poichè nel moto uniformemente accelerato v(t) = acost*t si ricava facilmente, sostituendo nell'espressione precedente di s(t), che in un MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO, con le condizioni iniziali puntualizzate ( pet t= 0 v= 0 e s=0 ) risulta : s( t) = acost t2 /2 La relazione fra spazio e tempo in un MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO è simile a quella fra massa d'acqua ( quando i cilindri sono riempiti fino ad una fissata altezza ) e raggio dei cilindri che hai studiato nel Modulo 2 prima a proposito della DENSITA'. Domanda 62 : E' possibile ( basandosi su questa analogia formale tra le due situazioni ) ottenere una rappresentazione grafica più significativa della relazione fra le variabili spazio e tempo ? 103 La relazione trovata fra spazio e tempo in un MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO suggerisce, per ottenere una rappresentazione grafica più semplice, di effettuare un CAMBIAMENTO DI VARIABILI. Infatti se si riporta sull'asse orizzontale delle x il quadrato del tempo t e sull'asse verticale il cammino percorso, la rappresentazione grafica corrisponde ad una retta di pendenza pari a acost /2. Posti : t2 = x e s=y e acost/2 = m si ha formalmente : y = m*x Domanda 63 : Esprimi a parole il significato della relazione trovata per un moto UNIFORMEMENTE ACCELERATO. Confronto con i dati sperimentali del moto di una sfera che rotola lungo una guida inclinata Domanda 64 : In un MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO che relazione sussiste fra gli spazi percorsi in tempi che sono multipli ( doppio, triplo, quadruplo..) di un tempo predefinito e i tempi? Domanda 65 : Come utilizzeresti i dati sperimentali da te ottenuti nello studio del moto della palla per valutare sperimentalmente se le caratteristiche del moto SONO COMPATIBILI con l'ipotesi di MOTO NATURALMENTE ACCELERATO ? Discutine con i tuoi compagni. In base alle osservazioni fatte sul MOTO NATURALMENTE ACCELERATO, per verificare la compatibilità con i dati sperimentali occorre : - calcolare i quadrati dei tempi medi sperimentali - riportare in un grafico sull'asse orizzontale i quadrati dei tempi e su quello verticale gli spazi percorsi ai quali si riferiscono. - valutare se i punti rappresentativi dei dati si dispongono su una retta ( cioè sono descritti adeguatamente da una retta ) - valutare se l'intercetta di tale retta è piccola e prossima a zero Procedi nell'analisi dei tuoi dati sperimentali secondo lo schema suggerito Domanda 66 : Confronta i tuoi risultati con quelli ottenuti dai tuoi compèagni. Puoi trarre delle conclusioni ? 104 Ricorda che dalla pendenza della retta che approssima i tuoi dati sperimentali puoi ricavare l'accelerazione ( s= at2/2 ). Domanda 67 : Quanto vale l'accelerazione da te ricavata con l'analisi grafica ? Confrontala con i valori ottenuti dai tuoi compagni Domanda 68 : Probabilmente i valori ottenuti da te e i tuoi compagni sono diversi. Sai darne una spiegazione? Prendi la guida a U e poggiala dalla parte in cui c'è la tacca di riferimento s= 0 su alcuni libri di spessore pari a 4-5 cm. Misura il tempo impiegato a percorrere il tratto di lunghezza s = 160 cm. Ripeti la misura del tempo almeno 5 volte e calcola il valore medio tm . Domanda 69 : Utilizzando le due informazioni s= 160 cm e il tempo tm misurato sapresti determinare il valore dell'accelerazione . Ripeti quanto fatto precedentemente raddoppiando all'incirca il dislivello tra i due estremi della guida . Misura cioè 5 volte il tempo impiegato per percorrere il tratto s 0 160 cm. Domanda 70 : Stima l'accelerazione in questo secondo caso e confrontala con quella precedente. Cosa puoi concludere ? L'accelerazione con cui si muove la sferetta DIPENDE DALL'INCLINAZIONE DELLA GUIDA. 105 Unità num. 4. 7 Discrepanza percentuale fra valori misurati e valori attesi Durante le attività precedenti abbiamo parlato in più occasioni delle difficoltà di effettuare , pur disponendo di un orologio con precisione di 1/100 di sec , misure di brevi intervalli ( < 1 sec ) di tempo a causa del TEMPO DI REAZIONE. Abbiamo inoltre affermato durante lo studio delle caratteristiche cinematiche di un moto, che corpi con massa non piccola ( diciamo maggiore di 10 gr ) e sezione trasversale alla direzione del moto non grande ( diciamo inferiore ad alcuni cm2 ) lasciati liberi di cadere raggiungono il suolo movendosi, con buona approssimazione, lungo la verticale di MOTO NATURALMENTE ACCELERATO con la stessa ( per tutti corpi ) accelerazione g = 980 cm/sec2 . Se s’indica con s=0 cm la posizione iniziale e con s(t) lo spazio percorso dopo un certo tempo t si ha : s(t) = g*t2 /2 In sostanza, con le limitazioni precedentemente puntualizzate, si dice che tutti i corpi lasciati liberi di cadere si muovono di moto NATURALMENTE ACCELERATO con accelerazione uguale a g per TUTTI I CORPI. Osserva il tuo insegnante : egli lascia cadere una moneta da un altezza di 150 cm. Domanda 71 : Sapendo, per quanto detto, che una moneta si muove verso il suolo di MOTO NATURALMENTE ACCELERATO qual è la tua stima del tempo impiegato per raggiungere il suolo ? FOTO 10: INSEGNANTE CHE FA CADERE LA MONETA DA UN’ALTEZZA FISSA DI 150 CM Il tuo insegnante fa cadere ripetutamente la moneta al suolo. Usando l’orologio che hai a disposizione misura ogni volta il tempo impiegato per raggiungere il suolo e riporta i dati nella Tabella. 106 Misura numero Tempo di caduta misurato (sec) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Domanda 72 : Qual è il valore medio dei tempi di caduta da te misurati? Sai stimare l’errore percentuale ? Domanda 73 : Sapendo che nella valutazione dell’altezza 150 cm il tuo insegnante può sbagliare di, per esempio, 2 cm sai prevedere qual è l’errore massimo che puoi aspettarti nella tua valutazione teorica del tempo di caduta ? Si definisce DISCREPANZA PERCENTUALE fra i risultati di una misura o serie di misure e il valore atteso la quantità: Discrepanza= I Xmisurato – Xatteso I/ Xatteso * 100 Dove Xmisurato= la tua stima ( misurata ) del valore della grandezza e Xatteso= il valore calcolabile mediante una teoria o noto da una Tabella comunemente accettata perché trattasi di misure fatte con grande precisione. La differenza I Xmisurato – Xatteso I sta per valore assoluto cioè la differenza presa sempre con il segno positivo. Domanda 74 : Qual è la discrepanza fra la misura da te effettuata dei tempi di caduta e la tua stima ottenuta sapendo che il moto è uniformemente accelerato ( Domanda 57 ). 107 Domanda 75 : Il tempo di caduta è stato da te misurato direttamente o ricavato dalla formula del moto NATURALMENTE ACCELERATO nota l’altezza dal suolo 8 che è stata misurata) e l’accelerazione di gravità g. Quale delle due valutazioni è più attendibile ? Perché ? Il valore ottenuto mediante la formula, la misura dell'altezza e la conoscenza del valore di g è certamente più attendibile. Questo valore, essendo da te valutabile con buona precisione può rappresentare il valore atteso Xatteso. In generale il valore atteso può essere previsto da una teoria, noto da tabelle in cui si riportano le migliori stime ( ottenute mediante misure accurate ) di grandezze fisiche. Per esempio i valori di densità che puoi trovare riportati nei libri sono il risultato di misure accurate che possono costituire valori di riferimento per le misure da te fatte ( vedi la Tabella da te " costruita" durante il Modulo 2 ) usando procedure/ strumentazione meno raffinata. I primi sono dei valori attesi che la comunità scientifica accetta comunemente e ai quali si fa riferimento, i secondi sono invece valori da te misurati sperimentalmente. Questi ultimi a seconda della "bontà" delle tue misure possono essere più o meno differenti dai valori attesi ( si parla perciò di DISCREPANZA PERCENTUALE ). Misura indiretta del tempo di reazione La formula del moto NATURALMENTE ACCELERATO può essere sfruttata per valutare il tuo tempo di reazione. Tu e il tuo compagno disponete di una riga che tenuta inizialmente ferma e lasciata cadere si muoverà di moto NATURALMENTE ACCELERATO. Il tuo compagno tiene ferma la riga con lo zero della scala rivolto verso il basso. Tu tieni aperta la tua mano allineandola con lo zero della scala. Non devi toccare la riga che il tuo compagno lascia cadere ( quando lo deciderà lui e senza preavviso ). Il tuo compito è afferrare al volo la riga il più rapidamente possibile. FOTO 11: COPPIA DI STUDENTI. UNO LASCIA CADRE IL RIGHELLO E L’ALTRO TENTA DI PRENDERLO AL VOLO PER FERMARNE LA CADUTA Leggerete sulla riga la posizione (espressa in cm) in cui tu l’ hai bloccata durante la caduta. 108 Ovviamente questa quantità dipende dalla "rapidità" con cui tu hai percepito che la riga era stata lasciata ed hai conseguentemente "comandato" alla tua mano di fermarla . La durata del moto della riga fino a che tu l' hai fermata è dunque strettamente connessa con il tuo tempo di reazione. Domanda 62 : Come puoi valutare a partire dalla quantità misurata ( cammino percorso dalla riga durante la sua caduta di moto NATURALMENTE ACCELERATO ) il tuo TEMPO DI REAZIONE ? Ti ricordiamo che il valore numerico dell'accelerazione di gravità g è 980 cm/sec 2 .Giustifica la procedura utilizzata. Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Ripeti la misura 20 volte e riporta i risultati nella Tabella : Prona numero Studente 1 Studente 1 Studente 2 Studente 2 Spostamento riga Tempo di reazione Spostamento riga Tempo di reazione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 109 20 Ora tu e il tuo compagno vi scambierete i ruoli : tu lascerai cadere la riga e il tuo compagno cercherà di prenderla a volo. Anche in questo caso a partire dalle quantità misurate si può risalire al tempo di reazione (del tuo compagno). Confronto fra medie di misure ripetute Tu e il tuo compagno avete effettuato 20 misure ripetute della stessa quantità. Domanda 63 : Qual è la miglior stima del tempo di reazione tuo e del tuo compagno? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnate. Ricorda (Modulo 1) come si valuta nelle misure ripetute la miglior stima della grandezza e l'errore massimo commesso. Domanda 64 : Come puoi stabilire se i due tempi medi di reazione ( tuo e del tuo compagno ) possono ,tenendo conto degli errori, essere considerati come compatibili oppure non compatibili fra di loro? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Un procedimento semplice, anche se non pienamente appropriato, per valutare la compatibilità dei valori medi dei vostri tempi di reazione può essere il seguente : - valutate per ognuna delle due serie di 20 misure effettuate il tempo di reazione medio di ciascuno di voi due e l'errore massimo commesso in questa stima ( utilizzate la procedura suggerita nel modulo 1 ). - i risultati ottenuti potranno essere espressi nella forma .: Studente 1 : Xm1 +/- Errmas1 Studente 2 : Xm2 +/- Errmas2 - se i due intervalli numerici relativi ad ognuno di voi hanno una "regione" di sovrapposizione parlerete di COMPATIBILITA' ENTRO GLI ERRORI tra i vostri tempi di reazione. In caso contrario potrete concludere che , anche tenendo conto degli ERRORI MASSIMI con cui li avete stimati , i due tempi di reazione NON SONO COMPATIBILI 110 Domanda 65 : I vostri tempi di reazione si devono considerare differenti o compatibili entro gli errori ? 111 Unità num. 4.8 Cosa significa una sperimentazione controllata ? Come probabilmente sai il caffè contiene delle sostanze “leggermente” eccitanti. Tu e i tuoi compagni di classe volete verificare se : BERE CAFFE’ PUO’ AVERE UN’INCIDENZA SUL TEMPO DI REAZIONE ( riducendolo in particolare ) Domanda 66 : Come programmeresti una ricerca che, coinvolgendo tutti i tuoi compagni di classe, ha come obiettivo quello di verificare se effettivamente bevendo il caffè si riduce il tempo di reazione? Descrivi dettagliatamente le modalità di esecuzione della ricerca. Discuti con i tuoi compagni tutte le proposte fatte in modo da individuare quella/quelle che ti sembrano più ragionevoli. Una modalità d’esecuzione della ricerca potrebbe essere la seguente : - suddividere tutti i componenti della classe in coppie di due - misurare per ogni coppia i tempi di reazione di ognuno dei componenti la coppia - invitare uno dei due componenti della coppia a bere un caffè - aspettare un po’ di tempo , diciamo 10-15 minuti , per permettere al caffè di “fare effetto” - ripetere le misure de tempi di reazione per ogni coppia e per ogni componente la coppia - valutare per ogni serie di misure ( corrispondenti ad uno studente ) il valore medio e l’errore massimo - stimare per ognuno di voi la compatibilità fra le misure fatte la prima volta e quelle fatte successivamente Domanda 67 : Se l’ipotesi fatta, circa l’incidenza del caffè sul valore medio del tempo di reazione, è corretta cosa ti aspetteresti? Motiva esplicitamente quanto affermi. Praticamente la PROCEDURA PROPOSTA corrisponde a suddividere la classe in DUE GRUPPI : - un gruppo è detto di CONTROLLO. I suoi componenti non devono caffè ed è utilizzato nella sperimentazione per VERIFICARE SPERIMENTALMENTE se ripetere semplicemente le misure può determinare delle variazioni significative nei valori medi dei tempi di reazione 112 - il secondo gruppo ( detto SPERIMENTALE ) è costituito da quanti devono il caffè. Esso viene utilizzato nella sperimentazione per verificare se il prendere il caffè può determinare variazioni significative nei tempi di reazione. Un gruppo di medici ha individuato un certo numero di pazienti affetti da una nuova malattia e vuole verificare l'efficacia di un farmaco nel curarla. Domanda 68 : Secondo te come andrebbe pianificata la sperimentazione per valutare l'efficacia del farmaco? Discuti la tua proposta con i tuoi compagni e con il tuo insegnante. Qualcuno potrebbe sostenere che sia nella sperimentazione sui tempi di reazione che in quella sull'efficacia del farmaco i risultati ottenuti potrebbero dipendere dal sesso ( uomo o donna ) del soggetto coinvolto. Domanda 69 : Come pianificheresti la sperimentazione sui tempi di reazione per verificare anche questa ipotesi ? Discuti la tua proposta con i tuoi compagni e con l'insegnante. Per verificare l'ipotesi fatta circa l'importanza del sesso si possono costituire preliminarmente due gruppi distinti di UOMINI e DONNE. Per ciascuno dei due gruppi si potrebbe sperimentale secondo le modalità precedentemente discusse procedendo in una ulteriore suddivisione in gruppo SPERIMENTALE (che beve il caffè ) e gruppo di CONTROLLO (che non beve il caffè) 113 Unità num. 4.9 Studio di un moto bidimensionale Hai a disposizione una guida curva, una serie di blocchi di legno di altezze variabili, una lastra metallica e una palla di ferro che utilizzerai per studiare un MOTO BIDIMENSIONALE. Studio qualitativo del moto Fissa la guida al tavolo mediante due morsetti in modo che la parte terminale della guida risulti allineata con il bordo del tavolo come in figura. FOTO 12: GUIDA CURVA UTILIZZATA PER LO STUDIO DEL MOTO BIDIMENSIONALE IN ARIA Il sistema è schematizzato in Figura 114 Disponi inoltre al centro della scanalatura un filo a piombo che "cadendo" verticalmente sfiora il suolo. Usando del nastro adesivo fissa il filo alla centro della guida e disponi la lastra metallica, dopo averla ricoperta con fogli di carta, appoggiata al suolo. Poni l'estremo della lastra immediatamente sotto il filo a piombo e segna con una penn sulla carta il piede della verticale. Poggia la sfera sulla guida in modo che essa risulti sopraelevata rispetto al piano del tavolo di alcuni centimetri. Lascia cadere la sfera cosicchè, dopo aver abbandonato la guida, essa si muove in aria fino a che colpisce la lastra. La sfera lascerà un segno sul foglio proprio nella posizione in cui colpisce la lastra. Ripeti più volte (almeno 5) quanto fatto lasciando cadere la sfera SEMPRE DALLA STESSA POSIZIONE sulla guida curva (marcata con una penna a spirito). Osserva attentamente i segni di volta in volta lasciati dalla sferetta : per non confonderti indicali con un numero riportato a matita sul foglio di carta. Domanda 70 : Cosa osservi? La pallina colpisce il suolo sempre nella stessa posizione? Domanda 71 : Per fare arrivare la pallina un po’ più lontano rispetto alla posizione precedente cosa devi fare ? Effettua l'esperimento per verificare quanto da te previsto. Domanda 72 : Per far arrivare la pallina un po’ più vicino cosa devi fare? Effettua l'esperimento per verificare quanto da te previsto Domanda 73 : Cosa puoi concludere dagli esperimenti precedenti? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Ora fa cadere la sferetta da altezze diverse rispetto al piano del tavolo ed ogni volta "prendi al volo" la sferetta prima che essa raggiunga il suolo. Osserva attentamente come cambia la velocità con cui la sferetta incomincia a muoversi in aria quando ha abbandonato la guida. Domanda 74 : Sai descrivere qualitativamente la relazione che, secondo te, esiste fra posizione iniziale della sferetta rispetto al piano del tavolo e velocità con cui essa abbandona la guida? Domanda 75 : Cosa puoi concludere, qualitativamente, circa la relazione fra posizione d'impatto al suolo e velocità iniziale (quando inizia il moto in aria) della sferetta? 115 Discutine con i tuoi compagni e l'insegnante. Domanda 76 : Avendo visto più volte "come si muove" la sferetta in aria sai rappresentare in un disegno del tipo di quello sotto riportato le posizioni occupate successivamente durante il moto tra l'istante in cui viene abbandonata la guida e l'istante in cui viene colpito il suolo? Scegli un sistema di riferimento cartesiano con asse delle y nella direzione del filo a piombo e verso positivo verso l'alto e asse delle x nella direzione parallela al suolo e nel verso che va dal piede del filo a piombo (x=0 cm) verso l'altro estremo della lastra L'insieme di queste posizioni successive prende il nome di TRAIETTORIA DEL MOTO. Domanda 77: Come si modifica, secondo te, la traiettoria al variare della velocità iniziale? Rappresenta sullo stesso disegno traiettorie corrispondenti a almeno tre velocità iniziali diverse indicando esplicitamente per ogni traiettoria l relzione esistente con le velocità. Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. 116 Studio quantitativo del moto Per poter fare uno studio quantitativo del moto possiamo pensare d'individuare la posizione della sfera sulla traiettoria intercettandola durante il moto con la lastra orizzontale che verrà spostata ad altezze diverse rispetto al suolo. Il punto d'impatto individuerà la coordinata x della traiettoria corrispondente alle diverse altezze y=h della lastra dal suolo. Si veda la Figura riportata. Utilizzando i blocchi di legno di altezze predefinite potrai innalzare la lastra metallica ad altezze h variabili (h=0,10,20,30,40,50,60,70 cm). In alcuni casi sarà necessario sovrapporre più blocchi uno sull'altro. Come già detto queste altezze h individueranno valori diversi della coordinata y sulla traiettoria. Le x corrispondenti saranno individuate dal punto d'impatto sulla lastra ( x= distanza fra il punto d'impatto e posizione precedentemente riportata sulla lastra del piede del filo a piombo. Ripeti, per ognuna delle altezze h=0,10…70 cm , la misura delle x corrispondenti. Riporta i dati nella Tabella. Altezza h (cm) X1 X2 X3 X4 X5 (cm) (cm) (cm) (cm) (cm) Media delle X (cm) 0 10 20 30 40 50 117 60 70 I dati relativi alle x per un dato y=h differiscono fra di loro. Per l'analisi successiva è più opportuno utilizzare la media delle diverse misure x. Calcola le medie e riportale nell'ultima colonna. Per studiare la relazione fra le coordinate x e y di punti della traiettoria utilizziamo ora una rappresentazione grafica dei dati sperimentali. Prendiamo un foglio di carta millimetrata e tracciamo su di esso i due assi verticale ( corrispondente alle y) ed orizzontale (corrispondente alle x). N.B. Attenzione alla scelta delle scale : ricordati dei criteri suggeriti nel Modulo 3 su Misure di massa e densità. Traccia una curva che ti permetta d'interpolare tra i vari punti rappresentativi dei tuoi dati sperimentali. Domanda 78 : Cosa puoi affermare circa la relazione fra le coordinate di punti x e y appartenenti alla traiettoria? Domanda 79 : Sai predire usando la tua curva d'interpolazione quanto vale la x se l'altezza Y=h = 45 cm? Viceversa quanto vale y se x= 12 cm? Confronta il tuo risultato con quello dei tuoi compagni. Domanda 80 : Le vostre previsioni sono sufficientemente in accordo? Discutete insieme con l'insegnate eventuali discrepanze. Costruzione di un modello cinematico interpretativo Desideriamo costruire ora un modello interpretativo dei dati sperimentali precedentemente discussi. Considera la figura sotto riportata ed utilizzata precedentemente nel nostro studio qualitativo per rappresentare la traiettoria della sfera durante il suo moto in aria. 118 In essa è riportato un sistema di assi cartesiani: - con origine coincidente con il "piede" del filo a piombo; - asse verticale diretto verso l'alto (asse y) ed asse orizzontale parallelo al suolo Disegna in essa una generica traiettoria della sferetta fino al suo punto d'impatto al suolo. Domanda 81 : Segna con una croce un punto sulla traiettoria da te disegnata. Come puoi individuare questa posizione nel tuo sistema di assi cartesiani? Cosa ti basta conoscere? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Ogni punto P della traiettoria (= posizione in un generico istante della sferetta) è individuato da una coppia di coordinate (x,y) dei punti Px e Py proiezioni di P sui due assi. Quando la sfera si muove P si sposta sulla traiettoria e conseguentemente cambiano le proiezioni Px e Py : al moto di P si possono associare i moti dei punti proiezione Px e Py (detti appunto moti componenti). Ovviamente i moti dei punti proiezione Px e Px individuano il moto del punto P rappresentativo della sfera. In definitiva dai moti dei punti proiezione si può risalire al moto di P. Per costruire un modello interpretativo del moto studiato sperimentalmente partiremo proprio da alcune IPOTESI circa la natura del moto dei punti proiezione : 119 1) assumiamo che il moto del punto proiezione Py è simile al moto di caduta dei corpi lasciati da fermo in vicinanza della terra (ricordati del moto della riga utilizzato per le misure dei tempi di reazione). Tale moto è uniformemente accelerato co a= g (accelerazione di gravità). Pertanto detta y la coordinata del punto Py in un generico istante e y0 la sua posizione iniziale nell'istante t= 0 sec si ha y= yo - g*t2/2 Questa relazione è detta legge oraria del moto del punto Py. Infatti quando t=0 sec y= y0 ( posizione iniziale della sfera rispetto al suolo) e la velocità iniziale =0. In istanti successivi la quota y del punto P diminuisce ( da ciò deriva il segno - ) con il quadrato del tempo ed il punto Py si muove verso il basso con accelerazione costante g. 2) avendo osservato che gli spostamenti nella direzione orizzontale crescono al crescere della velocità (si ricordi lo studio qualitativo fatto precedentemente) possiamo tentativamente IPOTIZZARE che il moto del punto proiezione Px è del tipo UNIFORME , con velocità costante. Cioè : x= v*t Questa relazione è detta legge oraria del moto del punto Px . In tal caso per fissato t si ha una relazione di proporzionalità fra la coordinata x e la velocità e quando t= 0 sec x=0 cm. Ovviamente queste ipotesi rappresentano il nostro MODELLO CINEMATICO circa la natura del moto della sfera in aria. Le previsioni di tale MODELLO dovranno essere "confrontate" con i risultati sperimentali. Caratteristiche del moto ricavate dal MODELLO CINEMATICO Domanda 82 : Supponendo che la sferetta si muova ubbidendo alle due leggi orarie dei punti proiezione precedentemente ipotizzate come faresti a costruire ,in un sistema di assi come quello precedentemente utilizzato, la traiettoria del moto? Assumi che siano v0= 50 , y0 = 80 cm cm/sec e g= 980 cm/sec2. Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Puoi costruire la traiettoria del moto per punti : valutando cioè dove si troverà la sfera in vari istanti durante il moto e quindi, dopo la rappresentazione grafica, interpolando i dati calcolati. 120 Seguendo questa procedura ed utilizzando le equazioni dei moti sui due assi ipotizzate determina le coordinate (x,y) dei punti proiezione. Riporta i dati nella Tabella sotto riportata (in essa sono indicati anche gli istanti in cui valutare le due coordinate). Tempo t trascorso Coordinata x del punto dall'inizio del moto in proiezione Px aria Coordinata y del punto proiezione Py (cm) (cm) (sec) 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1,0 1,2 1,4 Rappresenta il moto su carta millimetrata riportando l'asse y con origine ad al suolo e diretto verso l’alto e l'asse x orizzontale orientato verso destra (vedi la Figura) FOTO 12: CARTA MILLIMETRATA, CON IL SISTEMA DI RIFERIMENTO SOPRA DESCRITTO, IN CUI RAPPRESENTARE IL MOTO NELLE CONDIZIONI PROPOSTE NELL’ESERCIZIO Disegna la curva d’interpolazione dei tuoi dati Domanda 83 : Cosa rappresenta la curva appena tracciata? La curva tracciata è proprio la traiettoria descritta dal tuo punto materiale nell’ipotesi di MODELLO CINEMATICO discusso e con le CONDIZIONI INIZIALI ( nell’istante t= 0 sec : x 0 = 0 ; y0 = 80 cm; v0 = 50 cm/sec2 diretta orizzontalmente) 121 Domanda 84 : Quanto vale la coordinata x del tuo punto materiale quando la y = 60 cm? Quanto vale la coordinata y del tuo punto materiale quando la x = 25 cm? Confronta i tuoi risultati con quelli ricavati dai tuoi compagni. Domanda 85 : Sono abbastanza simili? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. Domanda 86: Prova valutare la posizione della pallina nell’istante t= 1,4 sec. Cosa significa il valore negativo della coordinata y? Discutine con i compagni e con l’insegnante Equazione della traiettoria L'equazione della traiettoria ( cioè la relazione matematica fra le coordinate x e y ) può essere facilmente ricavata osservando che dall'equazione del moto del punto Px deriva che : t= x/v0 che sostituita nell'equazione del moto del punto Py ci da : y= y0 - g*(x/v0)2/2= y0 - g/(2*v02 )*x2 = y0 + A*x2 dove A= - g/(2*vo 2). Questa relazione indica una dipendenza quadratica fra la coordinata y e la coordinata x . Matematicamente una relazione di questo tipo rappresenta una particolare curva (PARABOLA). Di qui la definizione di MOTO PARABOLICO ad un moto caratterizzato da una traiettoria di questo tipo. Cambiamento di variabile L’equazione sopra ricavata suggerisce, per avere una rappresentazione più semplice dei dati di effettuare un cambiamento di variabile. Pertanto utilizzando i tuoi dati sperimentali: Altezza h (cm) Valore medio Valore medio sperimentale delle x sperimentale (cm) al 2 quadrato (cm ) 122 0 10 20 30 40 50 60 70 Riporta i tuoi dati in un grafico di ymedio in funzione di x2. Domanda 87: Cosa puoi concludere circa le caratteristiche del moto e l’accordo disaccordo con il modello cinematico interpretativo? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. Se i tuoi dati sono approssimabili con una retta vuol dire che il modello sviluppato da una descrizione adeguata del moto. Osserva, inoltre, che estrapolando la retta da te tracciata fino ad intersecare l’asse verticale y, si può determinare la intercetta della retta. Leggi sul grafico il valore ottenuto. Domanda 88: Qual è il significato dell’intercetta appena valutata? Con quale informazione sperimentale puoi confrontarla? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. L’intercetta corrisponde al valore di y per x=0. Quindi è la posizione da cui parte la sferetta prima di spiccare il volo in aria. Chiedi all’insegnante quanto necessario per fare la misura della quota rispetto al suola in cui si trova la sfera prima di abbandonare la guida. Domanda 89: Il valore dell’intercetta e la misura della posizione da cui la sferetta spicca il volo sono, entro le stime degli errori di misura compatibili? Discuti con i compagni e con l’insegnante come potresti valutare l’errore nella tua valutazione dell’intercetta 123 Dipendenza della traiettoria dalla velocità iniziale v0. Domanda 90: I modelli in genere permettono di fare anche delle previsioni su come cambieranno le caratteristiche del fenomeno da esso descritte quando varia una delle condizioni del moto. Per esempio cosa ti aspetti ne dati sperimentali (in particolare nel grafico di y in funzione di x 2, se fai variare v0? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. La pendenza della retta rappresentativa dei dati sperimentali dovrebbe cambiare: Aumentare (diminuire) se si fa diminuire (aumentare) v0. Domada 91: Come puoi variare v0? Per aumentare (diminuire) v0 devi far partire la pallina da un posizione, sulla guida curva, più alta (più bassa) di quella precedente. Effettua l’esperimento nelle nuove condizioni inserendo i dati sperimentali nella tabella sotto riportata. Effettua per ogni valor di y una sola misura del punto d’impatto. Altezza h Valore (cm) sperimentale Quadrato del punto del punto d’impatto x d’impatto x(cm2) (cm) 0 10 20 30 40 50 60 70 Riporta i nuovi dati sperimentali sullo stesso grafico (y, x2) costruito nell’esperimento precedente. 124 Domanda 92: Cosa osservi? C’ accordo con le previsioni del modello. Dovresti notare che i dati sono ancora approssimabili con una retta. Traccia tale retta d’interpolazione. La pendenza della retta tracciata che, come ben sai è data da A= - g/(2*vo 2), di pende da v0. Essa dovrebbe risultare maggiore (minore) di quella dell’esperimento precedente a seconda che cambiando la posizione iniziale sul tratto di guida curva tu hai minuito (aumentato ) la velocità iniziale v0. 125 II0ANNO MODULO DIDATTICO V : FORZE E LORO MISURA Unità 5.1 : Il concetto di forza. La forza come grandezza vettoriale. Forze agenti simultaneamente : somma/risultante di forze. Alcuni esempi di forze : forze di attrito e forze elastiche. La legge di Hooke. Forze d'interazione a distanza : forze gravitazionali, forze elettriche e magnetiche. Forze di galleggiamento e spinta di Archimede. Forze resistive del mezzo. Unità 5.2 : Calibrazione di uno strumento per le misure dell'intensità di una forza. Rappresentazione grafica delle misure: determinazione della costante elastica. Dipendenza della costante elastica di una molla dal numero di spire. Rappresentazione grafica per una relazione di proporzionalità inversa. Unità 5.3 : Studio sperimentale del principio di Archimede. Rappresentazione grafica dei risultati. Interpretazione quantitativa della Spinta di Archimede Misure relative di densità. Calibrazione di un densimetro. Unità num. 5.1 Il concetto di forza Sul tuo tavolo hai a disposizione un blocco di legno. 126 Domanda 1 : Cosa puoi fare per metterlo in movimento? Puoi toccarlo con la mano tirandolo o spingendolo. Lega ad uno dei chiodi fissati alla base del blocco un filo di cotone (chiedine un pezzo all'insegnante). Prova a tirare il blocco e a metterlo in movimento agendo sul filo in modo che esso risulti parallelo al piano del tavolo ed il filo sia teso perpendicolarmente alla faccia del blocco in cui è fissato il chiodo. L'effetto risultante è lo stesso : il blocco viene messo in movimento. Domanda 2 : Come spieghi ciò che accade ora? Qual è la "funzione" del filo? In pratica il filo trasmette al blocco l'azione della tua mano. Ora è però evidente che tu puoi tirare il blocco in una direzione definita ( quella del filo appunto) ed in un verso definito. Attacca ora all'altro chiodo fissato nell'altra faccia del blocco un altro filo di cotone. Tu e il tuo compagno provate a tirare, mantenendo i fili paralleli al piano di appoggio e perpendicolari alle facce del blocco. Tirate in modo che il blocco resti praticamente fermo. Domanda 3 : Cosa accade in questo caso? Prova ora a tirare un pò meno cosicchè il blocco si muova nel verso in cui tira il tuo compagno. Domanda 4 : Come spieghi ciò che accade? Prova ora a tirare, da solo,il blocco mantenendo il filo inclinato di un certo angolo rispetto al piano del tavolo in modo che esso si muova scivolando sul tavolo. Domanda 5 : Come interpreti ciò che accade in questo caso? In tutti i casi discussi si dice che hai applicato, mediante il filo, una FORZA al tuo blocco ( è lo sforzo muscolare che avverti, necessario per mettere il blocco in movimento o per "bilanciare" il tentativo del tuo compagno di mettere il blocco in movimento). La FORZA è dunque la grandezza fisica : • che può causare movimento • bilanciare l'azione di un'altra forza applicata che tenta di mettere in moto un corpo 127 La forza come grandezza vettoriale Questa grandezza fisica ( FORZA) è caratterizzata da un MODULO ( che è la misura dell'intensità della forza corrispondente di fatto all'intensità dello sforzo muscolare che tu avverti) una DIREZIONE ( quella del filo appunto) ed un VERSO ( quello in cui tiri. Tale forza è stata applicata al blocco in un punto ben preciso : in corrispondenza del chiodo ( PUNTO DI APPLICAZIONE della forza). Formalmente la Forza viene rappresentata da una freccia : Figura 1 : Freccia rappresentativa del vettore FORZA Si dice che la FORZA è una GRANDEZZA VETTORIALE per la cui definizione sono appunto necessarie 3 informazioni : Modulo- Direzione- Verso Il modulo è rappresentato dalla LUNGHEZZA della freccia. La direzione è coincidente con quella della retta su cui giace la freccia. Il verso coincide con quello indicato dalla punta della freccia. Spesso le forze ( e i vettori in genere) possono essere individuate da due lettere coincidenti con gli estremi della freccia : la freccia s'immagina condotta a partire dalla prima lettera fino alla seconda nel verso che va dalla prima alla seconda. Formalmente si scrive ( per esempio nel caso della Figura 1) AB. ( segmento con una freccia sopra). 128 Figura 2: Freccia rappresentativa del vettore Forza che può essere individuata da AB Forze agenti simultaneamente : SOMMA/RISULTANTE di forze. Domanda 6: Quando tu e il tuo compagno avete tirato con forze nella stessa direzione, uguale intensità ma verso opposto il blocco è rimasto fermo. Cosa puoi concludere? Se sul blocco agiscono forze aventi la stessa INTENSITA'/MODULO, la stessa DIREZIONE e VERSO OPPOSTO si dice che la loro RISULTANTE/SOMMA è uguale a zero : dal punto di vista degli effetti che producono sul moto del blocco è come se su di esso non agissero forze. Se un corpo è FERMO : - o su di esso non agiscono forze o agiscono più forze con RISULTANTE nulla Prendi un altro filo di cotone e attaccalo al chiodo fissato su una delle due basi del blocco di legno poggiato sul tavolo. Prova a tirare con due mani i due pezzi di filo in modo che essi risultino paralleli al tavolo e che il blocco si muova in una direzione definita come per esempio indicato in Figura 3 . 129 Figura 3 : Blocco soggetto all'azione simultanea di due forze che si muove in direzione definita Domanda 7 : Come spieghi ciò che osservi? Stai applicando simultaneamente due forze aventi direzioni diverse ed il corpo si mette in movimento proprio come se su di esso agisse una sola forza detta appunto SOMMA/RISULTANTE delle due forze agenti. Per evidenziare meglio questo aspetto tu e il tuo compagno tirate il blocco in in modo che il blocco RESTI FERMO quando : • tu applichi ad esso due forze con le tue due mani sinistra/destra che tirano i due fili attaccati al chiodo fissato nella base anteriore • il tuo compagno applica una sola forza tirando il filo attaccato al chiodo fissato nella base posteriore Domanda 8 : Ritieni che il tuo compagno, se non vedesse chiaramente le tue due mani che "tirano" i due fili, potrebbe distinguere questa situazione da quella precedente in cui tu applicavi una sola forza (tiravi con una sola mano)? Discutine con i tuoi compagni. Indubbiamente il tuo compagno non potrebbe dire se tu stai applicando una o più forze. 130 Ha senso dunque parlare di un effetto globale dovuto all'azione simultanea delle forze applicate che come già detto prende il nome di SOMMA/RISULTANTE delle due forze da te applicate. DEFINIZIONE DI ALCUNI TIPI DI FORZE : DI ATTRITO E ELASTICHE Imparerai ora a individuare due diversi tipi i forze che s'incontrano comunemente nello studio di sistemi fisici : le forze di attrito e le forze elastiche. Forze di attrito Poggia sul tavolo il tuo blocco di legno e prova a tirare con una forza di "piccola" intensità. In pratica tu "senti" che stai tirando ( avverti uno sforzo muscolare) ma noti che il blocco non si muove. Domanda 9 : Come spieghi, basandoti su quanto hai appreso sulle forze, ciò che osservi? Poichè il blocco non si muove o su di esso non agisce alcuna forza o è soggetto ad una risultante di forze nulla. Tu sai che sta tirando applicando al blocco una forza . Vuol dire, dunque, che su di esso agisce un'altra forza che compensa esattamente quella applicata. Domanda 10 : A chi o che cosa attribuisci l'origine di questa forza che compensa quella da te applicata? La forza che opponendosi a quella da te applicata impedisca al blocco di muoversi ha origine dal contatto delle due superfici (quella del blocco di legno e quella del tavolo su cui esso poggia) e prende il nome di FORZA DI ATTRITO STATICO ( statico perchè appunto il blocco è fermo). Prova ora a tirare il tuo blocco con una forza parallela al piano di appoggio e d'intensità crescente . Noterai che ad un certo punto il blocco si muove. Ripeti più volte. Domanda 11 : Ritieni che quando il blocco si sta movendo su di esso non si faccia sentire alcuna forza dovuta al contatto fra le due superfici? Come spieghi ciò che accade? Sul blocco, quando si muove, agiscono in effetti nella direzione del piano di appoggio due forze : - una forza dovuta all'azione della tua mano e che tende a metterlo in movimento - una forza dovuta al contatto fra le due superfici che tenta di "opporsi" al movimento del blocco sulla superficie del tavolo Questa forza prende il nome di FORZA DI ATTRITO DINAMICO ( perchè a differenza di quella precedente agisce quando il blocco è in movimento). Essa, come la forza di attrito statico, ha 131 origine dal contatto delle due superfici ( blocco di legno e tavolo) ma ha evidentemente intensità INFERIORE alla forza da te applicata. In definitiva quando tu tiri il blocco di legno con una forza di "piccola" intensità esso non si muove perchè la forza applicata nella direzione del piano viene compensata da una forza di attrito statico dovuta al contatto fra le due superfici che si oppone all'azione motrice (che tende a mettere in movimento) della forza da te applicata. Al crescere dell'intensità della forza da te applicata cresce anche l'intensità della forza di attrito statico che impedisce il movimento. Se tiri con intensità crescente accade che per un certo valore dell'intensità della forza applicata il blocco incomincia a muoversi : la forza di attrito massimo che si sviluppa per effetto del contatto fra le superfici "non ce la fa" a compensare la forza motrice da te applicata. Quando il corpo si muove agisce su di esso un'altra forza oltre a quella motrice da te applicata . Si parla di FORZA DI ATTRITO DINAMICO ( proprio perchè il corpo si muove) che si "oppone" al moto ( agisce nella stessa direzione, ma verso opposto ed intensità inferiore a quella motrice applicata). Questa forza di ATTRITO DINAMICO è inferiore alla FORZA MASSIMA DI ATTRITO STATICO che poteva svilupparsi quando il blocco fermo veniva tirato. Domanda 12 : Sai spiegare con parole tue ciò che accade durante il moto? In particolare perchè è vero che la forza d'ATTRTO DINAMICO è inferiore al valore massimo della FORZA DI ATTRTO STATICO? Se ripeti l'esperimento più volte mettendo in moto il blocco applicando ad esso una forza d'intensità crescente dovresti "avvertire" che si può mantenere il blocco in movimento applicando ad esso una forza d'intensità inferiore a quella massima che hai dovuto applicare per superare la forza di attrito statico. Forze elastiche Hai a disposizione una molla ed un supporto metallico, fissato con i morsetti al tavolo, al quale agganciarla. Introduci un estremo della molla nell'apposito forellino ( indicatoti dall'insegnante ) praticato nella piastrina del supporto ( vedi la Figura 4). Tira l'altro estremo della molla allungandola di alcuni centimetri ( 4-5 cm). 132 Figura 4 : Montaggio della molla al supporto bloccato al tavolo con i morsetti Domanda 13 : Come rappresenteresti fisicamente l'azione della tua mano? Cosa accade secondo te quando la molla cessa di allungarsi? Tu hai praticamente applicato alla molla una forza producendo in essa un allungamento (detto in generale deformazione). Man mano che allungavi la molla hai avvertito una forza che "tendeva" a mantenerla nelle sue condizioni iniziali ( di lunghezza) : sentivi cioè una forza di richiamo che si opponeva alla "deformazione" prodotta dalla forza applicata. Questa forza di richiamo ti "sembrava crescere d'intensità" man mano che per effetto dell'azione applicata ( forza della mano) la molla si allungava. Tira ripetutamente la tua molla verificando personalmente la descrizione qualitativa appena data di ciò che accade. La forza di richiamo della molla che si oppone alle deformazioni prodotte prende il nome di FORZA ELASTICA di richiamo. Domanda 14 : Quando la molla è allungata di una certa quantità puoi disegnare i vettori rappresentativi delle forze agenti? In queste condizioni agiscono due forze aventi la stessa intensità e direzione, ma verso opposto. 133 Figura 5 : Diagramma delle forze agenti quando si tira la molla Domanda 15 : Conosci qualche altro sistema fisico che sollecitato da una forza si comporti cosi' come abbiamo discusso per la molla? Descrivilo evidenziando in particolare le forze agenti. Domanda 16 : Ritieni che il comportamento appena evidenziato sperimentalmente per la molla possa valere per qualunque allungamento prodotto? Discutine con i tuoi compagni. La legge di Hooke In generale tutte le volte che in un sistema fisico si producono mediante una forza delle deformazioni si origina nel sistema stesso una forza elastica che si oppone alla forza applicata annullando l'effetto deformante ( legge di Hooke). Se le deformazioni prodotte non sono molto grandi il sistema , quando cessa l'azione deformante, ritorna nelle condizioni iniziali. Se le deformazioni sono molto grandi , quando cessa l'azione esterna, il sistema rimane deformato. Si dice che in questo caso si sono prodotte delle deformazioni permanenti. Può anche accadere se l'azione esterna è di intensità molto grande che il sistema si rompa : si dice in tal caso che si è superato il carico di rottura. Prendi l'elastico che hai a disposizione e allungalo ripetutamente fino a superare il carico di rottura. Domanda 17 : Descrivi a parole il comportamento dell'elastico che hai allungato e rotto. Domanda 18 : Se tu premi con tutte le tue forze sul tavolo ritieni che in esso si producano delle forze elastiche di reazione? 134 Anche sul tavolo per effetto delle forze da te applicate si producono delle deformazioni che danno origine a delle forze elastiche che si oppongono all'azione esterna. Tu non percepisci le deformazioni perchè esse sono molto piccole. Il tuo insegnante ti da un'altra molla . Prova ad allungarla : per quanto tu ti sforzi difficilmente potrai notare qualche effetto di allungamento della molla. Con il tavolo accade qualcosa di analogo : le deformazioni prodotte sono molto piccole per essere percepite. Domanda 19 : Secondo te ci sono delle forze elastiche di reazione quando tu spingi "molto forte" sul tavolo? La loro intensità è piccola o grande? Discutine con i tuoi compagni. In tutte le situazioni analizzate finora (movimento del blocco di legno, deformazione della molla, azione sul tavolo sul tavolo ...) il concetto di forza è stato associato al contatto fra : • la tua mano e il blocco , la tua mano e il filo • tra le superfici del blocco e del tavolo • fra la tua mano e la molla Per questo motivo si parla di FORZE DI CONTATTO Forze d'interazione a distanza : forze gravitazionali, elettriche e magnetiche In una delle attività precedenti hai visto una moneta lasciata da ferma cadere al suolo. Questo, come ben sai, accade per quasi tutti i corpi. Domanda 20 : A cosa attribuisci le variazioni di condizioni (caduta da ferma verso il suolo con velocità crescente) di moto della moneta? La moneta cade a terra perchè soggetta ad una forza di attrazione a distanza da parte della terra ( FORZA PESO o FORZA GRAVITAZIONALE ). Il valore di questa forza è dato da : Fpeso = m*g Dove m= massa del corpo espressa per esempio in grammi e g= accelerazione di gravità con cui cadono i corpi uguale a 980 cm/sec2. In tal caso la Fpeso è misurata in gr*cm/sec2 . Questa quantità prende più semplicemente il nome di dine. Se m è misurata in Kg = 1000 gr e l'accelerazione di gravità g è posta uguale a 9,8 m/sec2 = 980 cm/sec2 la forza peso Fpreso è misurata in Kg*m/sec2 ( o più semplicemente in Newton). 135 Domanda 21 : Quanto vale la forza gravitazionale ( misurata in dine ) agente su una massa di 150 gr? A quanti Newton corrisponde? Domanda 22 : Che relazione esiste fra le unità di misura delle forze dine e Newton? In particolare a quante dine corrisponde 1 Newton ( cioè quante dine ci vogliono per "fare " 1 Newton)? Domanda 23 : Tu tieni ferma nel palmo della mano una moneta quali sono secondo te le forze agenti? Sulla moneta agiscono due forze : 1) la FORZA PESO dovuta all'attrazione della terra 2) la forza esercitata dalla tua mano sulla moneta e che "bilancia" la forza peso tenendo la moneta ferma Figura 6 : Diagramma delle forze agenti sulla moneta tenuta ferma sul palmp della mano Domanda 24 : Quando l'insegnante toglie rapidamente la mano la moneta cade al suolo. Sai darne una spiegazione in termini di forze agenti? Domanda 25 : Quali forze agiscono su un libro poggiato su un tavolo e fermo? Il libro è soggetto a due forze ; 1) la FORZA PESO dovuta all'attrazione della terra 2) la REAZIONE ELASTICA del tavolo ( la natura di questa forza è stata discussa precedentemente ) diretta lungo la verticale verso l'alto 136 Queste due forze hanno lo stesso modulo, direzione e verso opposto . Il libro è fermo. Figura 7 : Diagramma delle forze agenti sul libro appoggiato sul tavolo Domanda 26 : Fin'ora abbiamo discusso di forze esercitate dalla mano mediante un filo, forze elastiche e forze peso. Secondo te la forza peso ha qualche caratteristica differente dalle altre due? La FORZA PESO o FORZA GRAVITAZIONALE , a differenza delle altre due, è dovuta ad una INTERAZIONE A DISTANZA ( cioè senza contatto) da parte della terra. Domanda 27 : Conosci altre forze d'interazione a distanza senza contatto? Quali? Prendi un pezzo di fazzoletto di carta e rompilo in pezzettini che poggi sul tavolo. Chiedi all'insegnante un pettine e strofina " il dorso" vigorosamente su un panno di lana (eventualmente sul tuo pullover). Avvicina il dorso ai pezzettini di carta Domanda 28 : Cosa noti? Sai darne una spiegazione? I pezzettini di carta sono attratti dal pettine per effetto di una FORZA ELETTRICA d'interazione a distanza dovuta alla carica elettrica che per strofinio è stata prodotta sul pettine. Ne parleremo più dettagliatamente nel seguito. E' questa forza a DISTANZA che essendo, quando si avvicina il pettine sufficientemente ai pezzettini di carta, d'intensità maggiore della forza peso "tira su" i pezzettini di carta. Infatti se il pettine non è sufficientemente vicino i pezzettini di carta non "vengono tirati su". Si tratta chiaramente di una forza d'interazione a distanza senza contatto tra il pettine e i pezzettini di carta avente un'intensità che cresce al diminuire della distanza tra pettine e pezzettini di carta. 137 Un altro esempio di forza a distanza è costituito dalle FORZE MAGNETICHE esercitate da un magnetino su chiodi di ferro. Sperimenta l'esistenza di queste forze, che in seguito discuteremo più dettagliatamente, avvicinando un magnetino a dei chiodini di ferro. Domanda 29 : Cosa noti ? Sai darne una spiegazione? Avvicina ora il magnetino a dei pezzettini di alluminio o di ottone. Domanda 30 : Cosa noti? Sai darne una spiegazione? Le forze magnetiche sono analoghe alle forze elettriche : agiscono a distanza ed hanno un'intensità che aumenta al diminuire della distanza fra magnetino e chiodini di ferro. Esse NON HANNO EFFETTO su materiali non ferrosi tipo l'alluminio o l'ottone. Delle forze magnetiche parleremo molto più dettagliatamente in un prossimo modulo didattico. Forze di galleggiamento : spinta di Archimede Hai a disposizione due contenitori cilindrici. Prendi il contenitore grande e riempilo d'acqua fino a poco più della metà della sua altezza. Prendi il contenitore piccolo e tienilo verticale poggiandolo sulla superficie libera dell'acqua del contenitore grande e poi prova a spingere giù tentando d'immergerlo nell'acqua. Figura 8: Contenitore piccolo vuoto immerso nell'acqua contenuta in un recipiente grande Domanda 31 : Cosa avverti? Come puoi interpretare ciò che accade? Discutine con i tuoi compagni. Ripeti utilizzando un tappo cilindrico di plastica quanto fatto precedentemente Domanda 32 : Cosa osservi? Come puoi interpretare ciò che accade? 138 Quando tenti d'immergere il contenitore piccolo o il tappo di plasticadevi in pratica spingerlo verso il basso (applicando con le tue mani una forza verso il basso). Avrai notato che incontri una resistenza crescente (forza diretta verso l'alto) che tenta di opporsi a quanto tu intendi fare. Ripeti più volte quest'operazione : tentare d'immergere il contenitore piccolo o il tappo in acqua ..senza lasciarlo riempire d'acqua. Domanda 33 : Avverti delle differenze nell'intensità della forza con cui devi spingere verso il basso man mano che il contenitore piccolo o il tappo viene immerso in acqua? Domanda 34 : Come puoi interpretare l'insieme delle osservazioni? Discutine con i compagni e con l'insegnante. Ciò che accade può essere interpretato in questo modo. Quando un corpo è immerso in un fluido riceve una spinta (forza) dal basso verso l'alto che cresce al crescere del volume immerso. Questa forza prende il nome di SPINTA DI ARCHIMEDE e nel seguito avremo occasione di analizzare meglio (in modo quantitativo) le sue proprietà. Prova ad introdurre nel contenitore grande pieno d'acqua dei pezzi di polistirolo e legno e dei chiodi (di ferro) e una pietra. Domanda 35 : Cosa osservi? Come interpreti ciò che accade? Discutine con i compagni e con l'insegnate. Il polistirolo e il legno galleggiano, mentre la pietra e i chiodi affondano. In tutti i casi agiscono due forze : - la forza peso - la spinta d'Archimede Nel caso del legno e del polistirolo la forza peso tende a far scendere sul fondo i due corpi. Man mano che i due corpi "tentano" di scendere sul fondo vengono ad essere parzialmente immersi in acqua e, in base a quanto a te noto, sono soggetti ad una spinta d'Archimede verso l'alto che ne impedisce la discesa sul fondo. In questo caso in sostanza la spinta d'Archimede bilancia la forza peso ed il corpo arresta la sua discesa restando solo parzialmente immerso (galleggia). 139 Nel caso dei chiodi o delle pietre la spinta d'Archimede verso l'alto contrasta la forza peso ma non ce la fa a "bilanciarla" completamente. Chiodi e pietre precipitano giù verso il fondo. Forze resistive del mezzo Hai a disposizione dei cestelli di carta del tipo di quelli usati comunemente come contenitori per dolci. La loro massa valutata con una bilanci di precisione è pari a circa m = 0.3 gr. Domanda 36 : Quanto vale la forza peso agente su ogni cestello? Prendi uno dei cestelli e schiacciandolo ripetutamente riducilo praticamente ad una pallina di carta. Domanda 37 : Ritieni che la forza peso agente su questo cestello sia cambiata? La forza peso, dovuta all'attrazione della Terra, agente su ognuno dei due cestelli di massa uguale è la stessa e non è cambiata quando uno dei due è stato "appallottolato" . Come ben sai i due cestelli lasciati in aria cadono a terra. Domanda 38 : A quale forza puoi attribuire la caduta? Lascia ora cadere contemporaneamente e dalla stessa altezza i due cestelli. Domanda 39 : Cosa osservi? Il tempo di caduta è lo stesso per i due cestelli? Domanda 40 : Come interpreti le differenze osservate? Le differenze osservate non evidenti quando i due cestelli hanno la stessa sezione possono essere attribuite all'esistenza di una forza agente verso l'alto che rallenta il moto e che evidentemente dipende dalla "geometria" del cestello ( è d'intensità maggiore per i cestelli NON APPALLOTTOLATI). Schematizzando si ha :. 140 Figura 9: Diagramma delle forze per un cestello che cade in aria Domanda 41 : Come possiamo verificare qualitativamente questa ipotesi? Chiedi al tuo insegnante ,se lo ritieni necessario, altri cestelli uguali a quelli già usati. Prova a rendere, piegandolo solo un pò, le dimensioni del cestello in modo che la sua sezione sia più piccola di quella che il cestello ha normalmente, ma più grande di quello ridotto praticamente ad una pallina di carta. Confronta ora qualitativamente i tempi di caduta dei tre cestelli cercando di stabilire quale dei tre arriva per primo/ultimo al suolo. Domanda 42 : Ciò che osservi è compatibile con l'ipotesi circa la presenza ,oltre che della forza peso, di una forza agente per tutti e tre verso l'alto che è dipendente dalla sezione del cestello? Discutine con i tuoi compagni. Sembra ragionevole assumere che sul cestello agisce una forza diretta verso l'alto che si oppone a quella responsabile della caduta (forza peso) e che dipende dalla sezione dell'oggetto che cade. Domanda 43 : A cosa attribuisci la presenza di tale forza? Questa forza può essere attribuita all'interazione fra il cestello e il mezzo in cui si muove (aria). Domanda 44 : Conosci altre situazioni in cui si può evidenziare la presenza di una tale forza in un mezzo diverso dall'aria? Discutine con i tuoi compagni. 141 Hai a disposizione dei pezzi di cartone di dimensioni diverse (piccoli, medi e grandi). Prova ripetutamente a farli muovere (con caratteristiche simili/nello stesso modo) tenendoli in mano ed agitandoli con la sezione perpendicolare alla direzione del moto (vedasi la Figura 10) FIGURA PEZZI DI CARTONE DI SEZIONI DIVERSA Figura 10 : Pezzi di cartone di sezione diversa mossi in aria con la sezione perpendicolare alla direzione del moto. Domanda 45 : La forza che avverti per spingere con le stesse caratteristiche di moto i tre pezzi di cartone in aria ha sempre la stessa intensità? Discutine con i compagni Dovresti percepire FORZE DI DIVERSA INTENSITA' : più grandi per i pezzi di cartone di sezione più grande. Hai a disposizione due contenitori cilindrici. Riempili con due liquidi diversi (acqua e detersivo) fino alla tacca corrispondente a 250 ml. Lascia cadere in essi ripetutamente le palline sferiche di due gruppi, di raggio diverso fra loro, che l'insegnante ti da. Figura 11: Contenitori cilindrici contenenti detersivo/acqua in cui far cadere delle palline 142 Domanda 46 : Cosa osservi e come interpreti quanto accade? Anche durante il moto in un mezzo liquido agisce una forza che diretta verso l'alto ne rallenta il moto e che è d'intensità diversa a seconda della sezione del corpo che si muove e della natura del mezzo in cui si muove (aria, acqua, detersivo..). Questa forza ha la stessa origine/è simile a quella agente sul cestello che cade in aria o sui pezzi di cartone che hai mosso in aria.. In generale quando un corpo si muove in un mezzo esso è soggetto ad una forza che s'oppone al moto e che dipende dalla sezione del corpo e dalla natura del mezzo. Ad essa diamo il nome di FORZA RESISTIVA DEL MEZZO. Questa forza dipende : • dalle dimensioni (trasversali alla direzione di moto) dell'oggetto che si muove • dalla velocità dell'oggetto rispetto al mezzo Hai appreso il concetto di forza e lo hai discusso in contesti diversi giungendo ad individuare alcune delle forze più comuni esistenti in natura. Domanda 47 : Costruisci una Mappa Concettuale che illustri i diversi tipi di forze discussi e ne evidenzi le caratteristiche principali. 143 Unità num. 5.2 Calibrazione di uno strumento per le misure delle intensità delle forze (dinamometro) Intendiamo affrontare ora il problema di come costruire uno strumento per misurare l'intensità di una forza. Hai a disposizione un supporto metallico, una molla, un cestello, dei bulloni di ugual massa ed una riga millimetrata. Fissa al tavolo , mediante due morsetti il supporto metallico e aggancia a d esso nel forellino praticato sulla piccola piastra orizzontale un estremo della molla. All'altro estremo della molla appendi il cestello. Il sistema è schematizzato per tua comodità in Figura 12. Figura 12 : Disposizione sperimentale per lo studio delle proprietà elastiche della molla. Esplicitazione del modello In questa parte non devi fare misure , ma semplicemente, come di volta in volta ti suggeriremo, immaginare esperimenti diversi sui quali ti verranno poste delle domande. Intendiamo, con ciò, farti esplicitare il tuo punto di vista sul comportamento delle molle. Osserva bene il dispositivo sperimentale : supporto metallico, molla, cestello e bulloni uguali, riga millimetrata. Il cestello, vuoto, è appeso alla molla fissata a sua volta al supporto. 144 Domanda 48 : Se poni nel cestello un certo numero di bulloni, per esempio 4 , cosa ti aspetti accada alla molla ? Spiega perchè. Domanda 49 : Sai darne una spiegazione considerando le forze che agiscono sul cestello ? Domanda 50 : Se poni nel cestello un numero doppio di bulloni ( 8 ) cosa ti aspetti accada ? Spiega perchè. Domanda 51 : Supponi di avere introdotto nel cestello 8 bulloni. Se ne togli 4 cosa ti aspetti accada ? Spiega perchè . Domanda 52 : Le risposte che hai dato alle domande precedenti si basano su qualche ipotesi da te implicitamente fatta circa il comportamento della molla . Sai esplicitare queste ipotesi a parole e mediante una qualche relazione matematica ? LE IPOTESI CHE HAI FATTO COSTITUISCONO IL TUO "MODELLO" SUL COMPORTAMENTO DELLA MOLLA NELLA SITUAZIONE IN CUI IMMAGINI DI AVERE SPERIMENTATO. Domanda 53 : Ritieni che il tuo modello descriva bene il comportamento della molla per tutti i possibili valori della massa m aggiunta ( cioè per qualunque sia il numero di bulloni introdotti nel cestello ) ? Calibrazione della molla Ora effettuerai delle misure basate su una procedura (CALIBRAZIONE) simile a quella che hai utilizzato quando hai costruito una bilancia analogica per le misure di massa. Dopo avere montato il supporto metallico, la molla e il cestello come precedentemente specificato aspetta un pò di tempo finchè il cestello risulta praticamente fermo. Prendi la riga che hai a disposizione e disponila , poggiandola sul piano del tavolo verticalmente e parallelamente, molto vicina, al cestello. Aspetta che il sistema sia praticamente fermo. La base del cestello sarà ad una certa quota individuata sulla riga da un valore dell'altezza ,espresso in cm , che chiamerai l0 e annoterai. Prendi tutti i bulloni che hai a disposizione, ponili su una bilancia e valuta la massa di un bullone. 145 Ora introduci nel cestello un bullone di massa nota . Osserva che il cestello si porta ad una certa quota che valuterai con la riga ed annoterai nella tabella sotto riportata. Numero Massa di bulloni corrispondente (gr) Forza peso Quota della corrispondente (dine) Allungamenti Rapporto base del subiti dalla Fi / l cestello molla ( li – l0 ) (dine/cm) (cm) (cm) 1 2 3 4 5 6 7 8 Calcola e riporta in tabella la differenza l = (l1- l0 ) . Domanda 54 : Cosa rappresenta questa differenza ? In che relazione è con gli allungamenti subiti dalla molla ? Domanda 55 : E' positiva o negativa ? Da cosa dipende il segno della differenza ? Questa differenza, che nel seguito prenderai sempre come positiva, costituisce una VARIABILE ( allungamento della molla ) del tuo esperimento/procedura di calibrazione. 146 Domanda 56 : A cosa è dovuto ( qual è la causa ) dal punto di vista fisico di tale allungamento ? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. La causa dell'allungamento è la forza peso applicata al cestello per effetto dell'introduzione del bullone. Questa quantità rappresenta un'altra VARIABILE dell'esperimento : il numero di bulloni introdotti cambierà nel corso dell'esperimento. Riporta in tabella il valore di tale forza F1= m*g ( dove m= massa del bullone e g=980 cm/s^2 è il valore dell'accelerazione di gravità ) Domanda 57 : Qual è l'unità di misura della forza cosi' calcolata ? Ricorda quanto abbiamo detto a suo tempo a proposito delle forze elastiche di reazione della molla Domanda 58: Cosa è accaduto quando la molla dopo essersi allungata un pò si è fermata cosicché il cestello ad essa appeso è in pratica fermo? In che relazione è la forza elastica di reazione della molla con la forza peso dovuta al bullone aggiunto? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Introduci ora due bulloni e prendi nota della quota l2 che riporti nella tabella . Calcola e riportali in tabella l'allungamento l2 =l2-l0 , la forza peso applicata F2= 2*m*g ( essa è dovuta a 2 bulloni ) Ripeti quanto fatto precedentemente per n=3,4...8 bulloni riportando tutti i calcoli nella tabella. Riporta nell'ultima colonna della Tabella i rapporti tra le forze di reazione elastica della molla e gli allungamenti da essa subiti di volta in volta. Domanda 59 : Osservando l'ultima riga della tabella , cosa puoi ragionevolmente concludere ? Discutine con i tuoi compagni. Osserva che la situazione è simile ad altre da te precedentemente incontrate ( rapporto massa/volume per lo studio della densità dell'acqua, rapporto fra spazio e tempo impiegato a percorrerlo per il moto di sferette in un detersivo ..) Domanda 60 : Descrivi le tue ipotesi in merito alla relazione che pensi intercorra fra la forza di reazione elastica e gli allungamenti della molla. 147 Domanda 61 : Le tue conclusioni coincidono con quanto hai affermato all'inizio ( con il tuo modello ) ? Spiega eventuali discrepanze Rappresentazione grafica delle misure effettuate e determinazione della costante elastica Dalle osservazioni fatte precedentemente dovrebbe risultare evidente che una ipotesi ragionevole per la relazione fra le forze di reazione elastica della molla e gli allungamenti da essa subiti può essere del tipo : Fel = K*l Cioè fra forze elastiche ed allungamenti sussiste una relazione lineare. Alla quantità K si dà il nome di COSTANTE ELASTICA DELLA MOLLA. Domanda 62 : Nel modello ipotizzato quali sono le unità di misura della costante elastica K? Ci proponiamo di verificare se tale modello è compatibile con i dati sperimentali. Riporta i dati sperimentali che ti fornisce la tabella in un sistema di assi cartesiani , ponendo in ascisse gli allungamenti della molla espressi in cm ed in ordinate le forze ( espresse in dine ) di reazione elastica corrispondenti. Domanda 63 : I tuoi dati sperimentali sono compatibili con il modello ipotizzato? Traccia quindi la linea che a tuo parere rappresenta la relazione fra le due variabili allungamenti/forze. Domanda 64 : Puoi imporre il passaggio della linea per l'origine ? Perchè? I tuoi dati dovrebbero essere ben rappresentati da una retta la cui pendenza è proprio la costante elastica della molla. Individua sulla retta due punti " molto distanti " e valuta le loro coordinate ( x1 , y1 ) e ( x2, y2 ). Abbiamo indicato con x gli allungamenti e con y le forze forze di reazione elastica. 148 Determina la pendenza K (costante elastica) della retta come rapporto K= ( y2 – y1 ) / ( x2 - x1 ) Domanda 65 : Se la tua molla subisce un allungamento di 3.5 cm , quanto vale l'intensità della forza applicata ? Domanda 66 : Se applichi alla tua molla una forza di 98000 dine di quanto si allunga? Domanda 67 : Mediante una forza esercitata dalle tue dita supponi di avere allungato la tua molla di 6 cm. Diminuendo la forza l'allungamento si riduce a 4 cm. Di quanto hai ridotto la forza applicata ? Gli allungamenti e accorciamenti corrispondono a forze agenti in verso opposto . Conclusione : Avendo determinato K ( costante elastica della molla ) mediante la : F= K*l Puoi risalire dagli allungamenti o accorciamenti subiti dalla molla alle forze che li hanno determinati. Queste forze , come ben sai, sono proprio quelle di reazione elastica della molla. Hai dunque costruito uno strumento ( DINAMOMETRO ) che ti permette di misurare le forze. Domanda 68 : Ritieni che con il tuo strumento si possano valutare forze di qualunque intensità? La procedura da te seguita corrisponde ad effettuare la calibrazione della molla per risalire da misure di allungamenti/accorciamenti alle intensità delle forze in un intervallo definito di allungamenti/forze. Cioè il tuo strumento ha una portata definita. Al di fuori di tale intervallo non puoi estrapolare con certezza l’utilizzazione del tuo strumento. Domanda 69 : Conosci altri strumenti calibrati ? Quali ? Per ognuno di quelli citati indica qual è la grandezza che si misura e la grandezza che varia. Studio sperimentale della dipendenza della costante elastica di una molla dal numero di spire Nel paragrafo precedente hai imparato che, entro certi limiti, le proprietà elastche di una molla possono essere descritte da un parametro : la costante elastica K. 149 Inoltre, confrontando qualitativamente fra loro molle diverse (per materiale e/o geometria) hai appreso che tale parametro dipende dalla natura del materiale usato e dalle caratteristiche "geometriche" della molla ( diametro del filo usato, raggio della spira, numero di spire ..). Desideriamo ora studiare sperimentalmente in modo quantitativo la relazione fra la costante elastica K ed il numero di spire N da cui la molla è costituita ( per fissato materiale e raggio delle spire). Prendiamo la molla che abbiamo a disposizione e contiamo il numero di spire da cui essa è costituita. Proviamo ripetutamente ad allungare la molla tirandola da un estremo con la mano e tenendo l'altro fisso con l'altra mano. Ripetiamo quanto fatto utilizzando la metà circa della molla. Si tratta in sostanza di tenere fissa con le dita di una mano una spira che si trovi all'incirca alla metà della molla e tirare con l'altra mano un estremo della molla. Sollecita ripetutamente la molla evitando ovviamente di deformarla "permanentemente". Domanda 70 : Cosa noti? Ti sembra che le costanti elastiche della molla (intera e metà) siano le stesse? Dovresti osservare che a parità di forza applicata la molla avente la metà del numero totale di spire è "più difficile" da tirare. Cioè, pur tirando con la stessa forza (applicando cioè la stessa forza) si allunga di meno. Domanda 71 : In base a questa osservazione quale relazione pensi esista (qualitativamente) fra la costante elastica e il numero di spire? Domanda 72 : Come programmeresti uno studio sperimentale per determinare quantitativamente tale relazione? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Osserva bene la tua molla e conta a partire da un suo estremo un certo numero di spire ( 10 per esempio). Allunga leggermente la molla senza deformarla in modo che nello spazio tra le spire si possa incastrare (vedi la Figura 13) la piastrina orizzontale del tuo supporto. 150 Figura 13 : Molla appesa alla piastrina orizzontale allargandola leggermente in corrispondenza di un determinato numero N di spire Se appendi all'estremo della molla il cestello e provi a tirarlo con la mano noterai che la parte superiore della molla è praticamente "inattiva". In sostanza è come se tu avessi una molla di sole 10 spire. Domanda 73 : Come potresti misurare la costante elastica della molla di 10 spire? Potresti in questo caso ripetere la procedura precedente sottoponendo la molla , mediante l'aggiunta di bulloni nel cestello, ad una forza crescente e misurando gli allungamenti corrispondenti. Dal grafico delle forze elastiche (che equilibrano le forze peso applicate per effetto dell'aggiunta dei bulloni) in funzione degli allungamenti sarebbe possibile , tracciando la retta che meglio approssima i dati sperimentali, ricavare (valutata la pendenza) il valore della costante elastica K. Durante l'attività precedente hai potuto verificare sperimentalmente che le forze elastiche e gli allungamenti corrispondenti sono praticamente in relazione "lineare" fra di loro. Domanda 74 : Quale procedura potresti utilizzare per ricavare rapidamente e con buona approssimazione il valore della costante elastica K senza dover fare un numero elevato di misure? Discutine con i compagni e con l'insegnante. Un modo semplice per ottenere una buona stima della costante elastica K può essere il seguente : introduci nel cestello 1 bullone di massa nota 151 misura con la riga la quota corrispondente all'altezza a cui si trova la base inferiore del cestello introduci nel cestello altri 8 bulloni di ugual massa. In sostanza hai aumentato la forza peso applicata di una quantità pari a quella corrispondente all massa degli 8 bulloni misura con la riga la quota a cui si porta la base del cestello dopo l'aggiunta degli 8 bulloni la molla ha subito un allungamento pari alla differenza fra le due quote misurate. Come già detto a determinare tale allungamento è l'aumento della forza peso applicata e quindi della reazione elastica della molla. Detta : Fappl = 8 * m * g m = massa di un bullone ; g = accelerazione di gravità; Fappl l'aumento della forza peso applicata e l = l9 – l1 l'allungamento della molla ( l1 = quota della base del cestello quando si è introdotto 1 bullone ; l9 = quota della base del cestello quando in esso ci sono 9 bulloni) si può assumere ,supponendo che sia valida la relazione F = K * l, per K : K = Faapl / l N.B. L'ipotesi dell'esistenza di una relazione lineare fra le forze elastiche e gli allungamenti è in effetti ampiamente giustificata dallo studio sperimentale fatto precedentemente per la molla. Riporta nella Tabella in corrispondenza della prima riga i valori sperimentali ottenuti. Numero di spire Quota iniziale con Quota 1 bullone (cm) con 9 Allungamenti l K = Fappl / l bulloni (cm) (cm) (dine/cm) 10 20 30 40 152 50 60 70 80 Ripeti quanto fatto precedentemente per 10 spire con un numero crescente di spire N = 20, 30, 40, 50, 60, 70, 80. Cioè con 20 spire ALLARGA DI POCO CON CURA la molla e fissala alla piastrina orizzontale. La relazione che intendevamo studiare può essere ricavata dai dati riportati nella prima ed ultima colonna della Tabella. Rappresentazione grafica dei risultati Riporta in un sistema di assi cartesiani i dati sperimentali : sull'asse x orizzontale riporta il numero di spire N sull'asse y verticale riporta i valori della costante elastica K Domanda 75 : Descrivi qualitativamente la relazione fra le due variabili ( costante elastica K e numero di spire N) Senz'altro si può affermare che aumentando il numero N di spire diminuisce la costante elastica K. Desideriamo ora precisare meglio dal punto di vista matematico questa relazione. Calcola i valori dei prodotti di K per il numero di spire N. Riportali al fianco della Tabella in una nuova colonna. Domanda 76 : Cosa osservi? Discutine con i tuoi compagni. I valori dei prodotti sono praticamente costanti. 153 Domanda 77 : Come puoi esprimere matematicamente quanto osservato (costanza del prodotto K * N)? Matematicamente si può scrivere : K * N = costante = A Cioè : K=A/N Si dice che fra la costante K ed il numero di spire sussiste una relazione di PROPORZIONALITA' INVERSA. Domanda 78 : Puoi effettuare un opportuna rappresentazione grafica ( facendo ricorso ad un appropriato cambiamento di variabile) che evidenzi facilmente e visivamente la relazione di PROPORZIONALITA' INVERSA? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Se riportiamo sull'asse orizzontale x= 1/ N la relazione precedente diventa : K=A/N=A*x Cioè tra la costante K e la variabile x sussiste una relazione lineare di proporzionalità diretta : i dati sperimentali dovrebbero essere allineati secondo una retta di pendenza pari ad A. Prova a rappresentare i dati sperimentali in un sistema di assi cartesiani in cui riporti sull'asse orizzontale x i valori 1/N e su quello verticale y i valori della costante elastica K corrispondente. Domanda 79 : Qual è la curva che "meglio approssima" i punti rappresentativi delle tue misure? Tracciala. I tuoi dati dovrebbero essere disposti su una retta : la relazione ipotizzata di proporzionalità inversa sembra dunque descrivere adeguatamente la dipendenza di K dal numero di spire (per fissato materiale e geometria della molla). 154 Domanda 80 : Determina utilizzando la rappresentazione grafica il valore della costante A. Quali sono le sue unità di misura? Confronta i risultati da te ottenuti con quelli dei tuoi compagni. Domanda 81 : Usando una molla diversa ( per diametro del filo da cui è costituita, raggio delle spire , natura del materiale usato..)avreste ottenuto lo stesso valore di A? Discutine con i tuoi compagni. Il valore di A è caratteristico della geometria della molla usata e del materiale con cui essa è fatta. 155 Unità num. 5.3 Studio sperimentale del Principio di Archimede Hai a disposizione una molla calibrata al cu estremo hai appeso un cestello, dei bulloni, un contenitore cilindrico di plastica ed una riga ed alcuni recipienti contenenti acqua. Usando un pennerello riporta sul cestello cilindrico delle tacche di riferimento distanti dalla base del cestello x = 1, 2, 3 ,4 , 5, 6, 7, 8 cm. Figura 14 : Cestello di diametro noto (misurato) sul quale si devono segnare altezze predefinite di 1, 2, ....8 cm Misura con il calibro il diametro del cestello e trascrivilo su un foglio. Ricordando che il volume di un cilindro è dato da V = * r2 * h ( r = raggio = d/2 = metà del diametro ; h = altezza del cilindro ) puoi calcolare i volumi cilindrici individuati dalle tacche da te riportate (vedi Figura 14) sul cestello ( x = 1, 2....8 cm ). Riporta i risultati dei tuoi calcoli nella Tabella X (cm) Volume ( =*r2*x) (cm3) Accorciamenti (l) (cm) Spinta verso l'alto(= K*l) (dine) 1 2 156 3 4 5 6 7 8 Fissa la molla la supporto e appendi al suo estremo il cestello. Metti il cestello all'interno del contenitore cilindrico. Introduci nel cestello un numero di bulloni sufficiente a farlo scendere ad alcuni centimetri dal fondo (vedasi la Figura 15) Figura 15 : Cestello introdotto nel contenitore in cui è stata versata dell'acqua 157 Versa ora dell'acqua nel contenitore cilindrico fino a che la sua superficie libera sfiora la base del cestello. Usando la riga che disponi verticalmente all'interno del contenitore cilindrico con l'acqua e parallela al cestello, misura la quota della base del cestello e notala sul quaderno indicandola con l0 .. Supponi versare nel contenitore cilindrico altra acqua fino a che la superficie libera del liquido si porta in corrispondenza della prima tacca riportata sul cestello ( x= 1 cm). Domanda 82 : Cosa ti aspetti accada? Sai darne una spiegazione? Discutine con i compagni e con l'insegnante. Quando introduci dell'acqua tentando di portare la superficie libera in corrispondenza della prima tacca una parte del volume del cestello è immersa in acqua e per questo sul cestello agisce una spinta (detta spinta di Archimede) verso l'alto che tende a comprimere la molla. Quest'ultima si oppone a tale sollecitazione con una forza di reazione elastica. Il cestello rimane fermo quando la spinta di Archimede verso l'alto viene perfettamente bilanciata dalla forza elastica di reazione della molla. Introduci dell'acqua nel cilindro fino a che la superficie libera raggiunge la quota x = 1 cm segnata sul cestello. Domanda 83 : Come valuteresti la spinta di Archimede? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Si può determinare la spinta di Archimede : misurando la quota l1 a cui si porta, innalzandosi, la base del cestello calcolando l'accorciamento della molla che è proprio dato da l = l1 – l0 valutando la forza con la formula Felast. = K*l ( K = costante elastica determinata sperimentalmente durante la calibrazione della molla) Riporta tutti i calcoli da te fatti nella prima riga della Tabella. La forza ottenuta corrisponde ovviamente al volume immerso che hai precedentemente calcolato per x = 1 cm. Ripeti quanto fatto precedentemente versando acqua nel contenitore fino a ricoprire volumi crescenti del cestello corrispondenti a x= 2, 3 ...8 cm. Calcola per ogni quota (quindi volume immerso del cestello) la spinta di Archimede come prodotto della costante elastica K per gli accorciamenti l = li – l0 che di volta in volta hai valutato. Riporta tutte le misure e i calcoli fatti nella Tabella . 158 Domanda 84 : Confrontando la colonna dei volumi immersi di volta in volta e quella delle spinte di Archimede corrispondenti osservi qualche regolarità? Domanda 85 : Quando il cestello viene parzialmente immerso in acqua occupa nell'acqua dei volumi .... in sostanza sposta dell'acqua. In che relazione sono i volume immersi del cestello con i volumi d'acqua spostati? Rappresentazione grafica dei risultati Per rispondere in modo puntuale all domanda precedente è conveniente ricorrere alla rappresentazione grafica dei risultati. Disegna sul foglio di carta millimetrata che hai a disposizione un sistema cartesiano. Sull'asse delle x orizzontale riporta i volumi ( = volume del cestello immerso = volume del liquido spostato dal cestello ) e sull'asse delle y verticale riporta le spinte di Archimede misurate con il tuo dinamometro.. Scegli opportunamente le scale in modo che i risultati delle misure da te effettuate siano "ben spaziati". Rappresenta ogni coppia di valori volume/spinta di Archimede con un punto "ben marcato". Domanda 86 : Noti qualche regolarità nella tua serie di misure? Prova a tracciare una linea che "approssimi" ragionevolmente i tuoi punti sperimentali. I risultati delle tue misure dovrebbero essere allineati su una retta passante per l'origine. Domanda 87 : Come esprimeresti a parole quanto trovato sperimentalmente? La spinta di Archimede di cui risentono i corpi immersi in un fluido è PROPORZIONALE AL VOLUME DI FLUIDO SPOSTATO. Domanda 88 : Questo risultato è in accordo con quanto da te osservato durante l'Unità 1 di questo modulo quando abbiamo introdotto qualitativamente la spinta di Archimede "sentendo" con la mano qual era lo sforzo da fare per immergere in acqua volumi crescenti di un bicchiere vuoto? 159 Interpretazione quantitativa della Spinta di Archimede Supponi di avere un contenitore pieno di un liquido (vedi la Figura 16) Figura 16: Volume di fluido soggetto all'azione "esterna" del fluido restante Immagina di "individuare" una parte del fluido avente un volume definito V. Essa in Figura 16 è indicata con un contorno definito all' interno del fluido. Domanda 89 : Detta l la densità del liquido e noto il volume V della parte del liquido individuata dal contorno tracciato come valuteresti la massa corrispondente? La massa corrispondente al volume V è data da : m = l * V Domanda 90 : Ritieni che questa parte definita del fluido sia soggetta alla forza peso? Come calcoleresti il peso di tale parte? Il peso dell'elemento di volume V si può calcolare mediante la : P = m * g = l * V * g Dove l = densità espressa in gr /cm3 ; V = volume espresso in cm3 ; e g = accelerazione di gravità = 980 cm / sec2. In tal caso la forza peso sarà espressa in dine. Rifletti : questo elemento di volume V del fluido pur soggetto alla forza peso rimane fermo ...pertanto .. 160 Domanda 91 : Come puoi interpretare, in termini di forze agenti, il fatto che l'elemento di volume V rimane fermo? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. La parte restante del fluido ,esterna l'elemento di volume V, con cui essa interagisce attraverso la superficie laterale, deve esercitare una forza risultante che deve avere come effetto complessivo quello di "bilanciare" la forza peso ,dovuta alla terra, agente sulla massa d'acqua corrispondente al volume V. Chiamiamo tale forza risultante di superficie Spinta di Archimede SA. Deve dunque essere : S A = P = L * V * g Supponi ora che il volume V individuato nel fluido sia invece occupato da un corpo diverso dal fluido. Cioè immagina che questo corpo introdotto nel fluido sposti per immergersi proprio il volume V. Attraverso la superficie laterale del volume il fluido esercita sul corpo un'azione risultante che è esprimibile mediante una forza. Domanda 92 : Sai individuare le caratteristiche di questa forza agente sul corpo immerso (modulo,direzione e verso)? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Il fluido esercita sul corpo immerso per un certo volume V la stessa forza ( Spinta d'Archimede) che, come hai appreso precedentemente, eserciterebbe su un volume uguale dello stesso fluido per bilanciarne il suo peso : SA = spinta esercitata sul corpo = L * V * g In sostanza per il fluido che circonda il corpo non fa alcuna differenza se l'elemento di volume V è occupato dal fluido stesso o da altro corpo. In effetti l'interazione che si manifesta attraverso la superficie del volume V è sempre la stessa. Questa spinta d'Archimede ha come sai direzione verticale ed agisce verso l'alto. In conclusione . 161 UN CORPO IMMERSO IN UN FLUIDO (liquido o aeriforme) E' SOGGETTO AD UNA SPINTA DI ARCHIMEDE VERSO L'ALTO PARI AL PESO DEL VOLUME DI FLUIDO SPOSTATO. Domanda 93 : Questa relazione di proporzionalità fra SA e il volume V è in accordo con i risultati sperimentali da te ottenuti? Domanda 94 : Come puoi valutare dalla pendenza della retta che approssima i tuoi dati sperimentali nel grafico della SA al variare del volume del cestello la densità dell'acqua? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. La pendenza della retta che approssima i dati sperimentali è per il Principio di Archimede proprio uguale a L*g . Infatti : SA = L*g * V =p* V Dove con p s'indica la PENDENZA. Pertanto : L = p/ g (gr/cm3 ) = Domanda 95 : Quanto vale la densità dell'acqua da te misurata con questa procedura indiretta ( determinando prima la pendenza)? Confronta il valore ottenuto con quello atteso che come ben sai è pari a 1 gr/cm3. Misura della densità relativa di un liquido Accade spesso di essere interessati al valore della densità di una certa sostanza relativamente a quello noto di un'altra sostanza di riferimento. Per esempio nel caso dei liquido si usa comunemente come riferimento la densità dell'acqua. In questo caso si parla di DENSITA' RELATIVA della sostanza rispetto al valore noto di quella di riferimento. Impareremo ora a misurare la densità relativa di un liquido rispetto a quella dell'acqua. Hai a disposizione il dispositivo usato precedentemente per lo studio sperimentale della legge di Archimede, due contenitori entrambi contenenti circa 1 lt di acqua e del sale fino da cucina. 162 In uno dei due contenitori sciogli abbastanza sale fino ad ottenere una soluzione SATURA di sale. Procedi in questo modo : dopo avere introdotto un pò di sale nell'acqua agita la soluzione con un bastoncino fino a che il sale è praticamente tutto disciolto aggiungi altro sale e agitando con il bastoncino fallo sciogliere cosi' come hai fatto precedentemente continua ad aggiungere sale un pò per volta finchè accade che nonostante i tuoi sforzi (continui ad agitare la soluzione) esso non si scioglie più in acqua. In queste condizioni si dice che la tua soluzione è SATURA (di sale). Una soluzione satura di sale appare come "decisamente" torbida… Domanda 96 : Come potresti fare una misura della densità relativa della soluzione satura (acqua salata) rispetto all'acqua non salata? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Una procedura da utilizzare per fare misure di densità relativa può essere la seguente : appendi il cestello alla molla ed introducilo nell'interno del contenitore cilindrico "carica" nel cestello un numero di bulloni sufficiente per farlo abbassare a pochi centimetri dal fondo del contenitore cilindrico introduci nel cilindro la riga graduata in mm e determina la quota di riferimento(l0) della base del cestello versa con accortezza (evitando di farla schizzare nel cestello) dell'acqua fino a che la sua superficie libera si porta in corrispondenza della tacca (precedentemente segnata sul cestello) x = 8 cm. Noterai che man mano che versi acqua ed aumenta il volume del cestello immerso nel liquido la molla si accorcia misura la quota (l8) della base del cestello quando esso è immerso fino a x = 8 cm calcola la differenza lacqua e riportala in Tabella MISURE RELATIVE DI DENSITA' l0(cm) l8(cm) l(cm) Acqua Soluzione acqua/sale 163 • svuota ora il contenitore cilindrico di tutta l'acqua che hai versato in esso •ripeti con la soluzione satura quanto fatto precedentemente con l'acqua. In particolare misura i valori di l0 , l8, Δlsoluzione. Riporta tutte le misure e i calcoli in Tabella Domanda 97 : Con i dati che hai a disposizione nella Tabella sei in grado di valutare il rapporto ρsoluzione / ρacqua (MISURA DELLA DENSITA' RELATIVA)? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. La valutazione della DENSITA' RELATIVA può essere fatta osservando che la spinta di Archimede nei due casi è data da : acqua soluzione Sacqua = ρacqua * Vimmerso * g = K * Δlacqua Ssoluzione = ρsoluzione * Vimmerso * g = K * Δlsoluzione dove K = costante elastica della molla Dividendo membro a membro si ha : ρrelativa = ρsoluzione / ρacqua = Δlsoluzione / Δlacqua Domanda 98 : Quanto vale in base alle tue misure la densità relativa della soluzione satura di sale in acqua? Confronta i tuoi risultati con quelli ottenuti dai tuoi compagni. Domanda 99 : Assumendo la densità dell'acqua = 1 gr/cm3 quanto vale la densità assoluta della soluzione? Domanda 100 : Sapendo che la densità della soluzione salata è maggiore di quella dell'acqua dolce come spieghi le diverse sensazione di "leggerezza" che avverti quando sei in piscina o in mare? Domanda 101 : Nelle misure relative di densità appena fatte devi usare la stessa la stessa molla, lo stesso cilindro ed immergerlo, nel liquido di riferimento e in quello da misurare, fino alla stessa altezza. Perchè? Calibrazione un densimetro Vogliamo costruire uno strumento che ci permetta di misurare facilmente la densità di un liquido (densimetro). 164 Hai a disposizione un tappo cilindrico di plastica ( tipo quello delle lacche, deodoranti, creme da barba ..), dei bulloni, un righello, un calibro e uno stecchino. Versa nel contenitore che hai a disposizione dell'acqua fino a circa la metà della sua altezza. Misura con il calibro il diametro del tappo ed indica con r = d/2 il suo raggio. Poggia il tuo tappo di plastica sulla superficie dell'acqua in modo che esso galleggi come in Figura. Nota che esso affonda molto poco in acqua. Domanda 102 : Come spieghi quanto osservato? Figura 17 : Tappo di plastica che a) galleggia in acqua b) con zavorra Usando come zavorra dei piccoli bulloni che introdurrai nel tappo che galleggia fa in modo che : ٠ il tappo risulti immerso in acqua fino a circa la META' DELLA SUA ALTEZZA ٠ il tappo risulti perpendicolare alla superficie libera del liquido come indicato nella parte b) della Figura. Se il tappo è inclinato puoi facilmente portarlo in posizione verticale spostando opportunamente con uno stecchino i bulloni che hai posto all'interno del tappo 165 Domanda 103 : Sai spiegare quanto osservi in termini di equilibrio fra le forze agenti sul tappo? Discutine con i tuoi compagni Il tappo è soggetto a due forze : ٠ forza peso dovuta all'azione della terra sulla massa del tappo (mT) e su quella dei bulloni zavorra (mz) : P = (mT + mz) * g ٠ spinta di Archimede pari al peso del volume di liquido spostato dal tappo che è parzialmente immerso. Detta ρ la densità del liquido e h l'altezza della parte del tappo che risulta immersa si ha : SA = ρ * h * (π * r2 ) * g Ponendo P = SA si ha : h = (mT + mz) / (π *r2) * 1/ρ posto A=(mT + mz) / (π *r2) si ha : h=A/ρ Per un dato tappo e fissata zavorra il valore di A è costante e valutabile. Fra l'altezza h e la densità ρ esiste dunque una relazione di PROPORZIONALITA' INVERSA. Estrai il cestello dall'acqua (asciugalo bene) e misura con la bilancia digitale il valore della massa totale del cestello con la zavorra di bulloni. Noto il raggio r del tappo e la massa totale (= (mT + mz) ) puoi calcolare innanzitutto il valore della costante A e quindi i valori di h corrispondenti alle densità ρ riportate in Tabella Densità ρ ( gr/cm3) Altezza h (cm) 0.6 0.7 0.8 0.9 166 1.0 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 Riporta ora , usando una penna a spirito a punta sottile , sul tappo le quote corrispondenti ai diversi valori di densità del liquido. Ogni due tacche scrivi anche il valore della densità corrispondente. Il tappo con la zavorra di bulloni costituisce uno strumento che puoi usare facilmente per fare misure di densità (DENSIMETRO). Prova ora ad immergere il tappo con la zavorra in olio, acqua e glicerina. Naturalmente ogni volta disponi la zavorra (sempre la stessa!), spostandola opportunamente con lo stecchino,in modo che il tappo risulti verticale alla superficie del liquido Leggi sulla tua scala i valori delle densità dei tre liquidi e confrontali con quelli attesi ρolio = 0.86 gr/cm3 , ρacqua = 1 gr/cm3 , ρglicerina = 1.25 gr/cm3 . Domanda 104 : Calcola le discrepanze percentuali fra i valori misurati e quelli attesi. Confronta i tuoi risultati con quelli dei tuoi compagni. Introducendo il tuo densimetro in liquidi di densità diversa (vedi la Tabella) l'altezza della parte emersa cambia. Si può definire una grandezza caratteristica del tuo densimetro, detta SENSIBILITA' dello strumento, che misura la "sua risposta" (variazioni d'altezza) in corrispondenza di variazioni definite delle densità (grandezza da misurare). Se per esempio consideriamo l'intervallo definito di densità fra 0.9 e 1. gr/cm3 e valutare le variazioni corrispondenti di altezza Δh = h0.9 – h1.1 : SENSIBILITA' = Δh/ (1.-0.9) cm/(gr/cm3) = = Δh/ (1.-0.9) cm/gr Evidentemente è più SENSIBILE uno strumento che subisce variazioni di altezza più grandi per assegnate variazioni di densità. Domanda 105 : Analizza la procedura da te utilizzata per calibrare il tuo densimetro. Quale caratteristica del tuo sistema può essere conveniente cambiare per ottenere una maggiore SENSIBILITA'? 167 Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. 168 III0ANNO MODULO DIDATTICO VI : FORZE E MOVIMENTO Unità 6.1 : Costruzione grafica delle componenti di una forza in due direzioni perpendicolari (COMPONENTI CARTESIANE). Componenti di una forza in direzioni generiche. Somma di vettori: regola del parallelogramma. Studio sperimentale dell’equilibro in presenza di più forze . Studio dell'equilibrio di un corpo poggiato su un piano inclinato. Unità 6.2 : Le leggi della dinamica: legge d’inerzia, II legge della dinamica, principio di azione e reazione – Applicazioni della II legge della dinamica: moto di sferette in un mezzo resistivo Equilibrio e moto di un corpo su un piano inclinato: misura del coefficiente di attrito statico e dinamico Unità 6.3 : Modellizzazione dei corpi: punti materiali e corpi rigidi. Momento di una forza rispetto un punto. L’equilibrio di un corpo rigido. Studio sperimentale dell’equilibrio di una sbarra libera di ruotare rispetto un suo estremo. Le macchine semplici: le leve e le carrucole 169 Unità 6.1 Costruzione grafica delle componenti di una forza in due direzioni perpendicolari (COMPONENTI CARTESIANE) Impareremo ora a decomporre graficamente una forza data in due direzioni perpendicolari fra di loro. Prendi un foglio di carta millimetrata. Supponi che ad un corpo che immagini di schematizzare con un punto sia applicata una forza di 10000 dine che agisce verso l'alto in una direzione che forma un angolo di 300 con l'orizzontale. Per disegnare questa forza sul foglio devi farne una RAPPRESENTAZIONE IN SCALA : • devi cioè stabilire una corrispondenza fra segmenti di lunghezza nota ( per esempio 1 cm) ed un valore definito del modulo della forza (per esempio 1000 dine). • scelta questa SCALA, utilizzando il goniometro per individuare l'orientazione, puoi disegnare la forza sul foglio di carata millimetrata rappresentandola con una freccia. Domanda 96 : Quanto sarà lunga (in cm) la freccia con cui rappresenterai la forza? Disegna il vettore forza assegnato con una freccia fatta partire dal suo punto di applicazione (indicato con A), di lunghezza valutata tenendo conto della scala scelta e che termina con un punto B. Ricordati che tale freccia deve formare con l'orizzontale un angolo di 300. A partire da A disegna con tratteggio due RETTE ORIENTATE (dovrai cioè individuare la direzione della retta ed un verso sulla stessa) : una orizzontale e l'altra verticale. A partire dal punto B estremo della freccia disegna la perpendicolare alla retta orizzontale. Essa incontrerà la retta orientata orizzontale in un punto che indicheremo con H. I due punti A e H possono essere considerati come gli estremi di un vettore tracciato da A ad H. Questo vettore prende il nome di VETTORE COMPONENTE della forza data sulla retta orientata orizzontale. Ricordati che il modulo del vettore componente va valutato tenendo presente la scala scelta per la tua rappresentazione grafica. Domanda 97 : Quanto vale il modulo della componente orizzontale della forza assegnata? 170 Confronta il valore da te ottenuto con quello dei tuoi compagni. Risolvi eventuali discrepanze analizzando bene la procedura utilizzata per costruire il vettore componente. Ripetendo quanto fatto per la retta orientata orizzontale costruisci il vettore componente sulla retta orientata verticale. Domanda 98 : Quanto vale il modulo della componente verticale della forza ? Confronta con quanto ottenuto dai tuoi compagni. E' data una forza di modulo 17500 dine applicata ad un punto A e formante angolo di 1200 con la retta orientata verticale. Dopo aver disegnato tale forza su un foglio di carta millimetrata valuta le componenti sulle rette orientate orizzontali e verticali. Domanda 99 : Quanto valgono i moduli dei vettori componenti orizzontale e verticale? Confronta i tuoi risultati con quelli dei tuoi compagni e risolvi eventuali discrepanze. Considera le componenti orizzontali delle due forze : • la prima forza ha come componente un vettore che ha la stessa direzione e verso della retta orizzontale. Ciò può essere evidenziato considerando un vettore di modulo unitario che ha la stessa direzione e verso della retta orizzontale orientata (indicato formalmente con i) e scrivendo : Fo = Fo i • il vettore componente orizzontale della seconda forza ha la stessa direzione e verso opposto della retta orientata orizzontale. In questo, proprio per evidenziare che il verso è opposto, si scrive : Fo = - Fo i In entrambi i casi con - Fo rappresenta il vettore forza - Fo si indica il modulo del vettore componente orizzontale. Il segno – evidenzia appunto il verso OPPOSTO rispetto alla retta orientata orizzontale Considerazioni analoghe si possono fare per la componente verticale. In tal caso la direzione ed il verso sono individuate da un vettore di modulo unitario generalmente indicato con j . La componente verticale è rappresentata con un numero (modulo appunto della componente verticale) 171 seguito da j. Ovviamente la presenza del segno – indicherà ,come nel caso precedente, che la componente verticale ha verso opposto rispetto alla retta orientata verticale. Relazione fra i moduli delle forze componenti su rette orientate perpendicolari fra di loro ed il modulo della forza. Guarda attentamente la Figura da te costruita sul foglio di carta millimetrata. Supponi d'indicare con Fo (Fv) la componente ORIZZONTALE (VERTICALE) e con F il modulo della forza assegnata. Domanda 100 : Sai dire che relazione esiste fra Fo , Fv e F ? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Guardando il disegno costruito sulla carata millimetrata dovrebbe essere evidente che per il Teorema di Pitagora fra le tre grandezze sussiste la seguente relazione : F2 = F02 + Fv2 A partire dai valori da te ottenuti mediante la seconda costruzione grafica per F0 e Fv determina, utilizzando la formula precedente, il valore del modulo F. Domanda 101 : E' compatibile con il valore dato di 17500 dine? Poiché le due componenti F0 e Fv sono relative a rette orientate orizzontale e verticale si dice che esse sono le COMPONENTI CARTESIANE del vettore ( in riferimento al fatto che in un sistema cartesiano i due assi x e y sono appunto due rette orientate perpendicolari fra di loro). Sono note le componenti cartesiane di un vettore : F0 = 7250 i dine e Fv = 8900 j dine.Disegnale su un foglio di carta millimetrata. Domanda 101' : Sai valutare graficamente il vettore F avente tali componenti e l'angolo che esso forma con l'orizzontale. Confronta i valori ottenuti con quelli stimati dai tuoi compagni. Domanda 102 : Sai calcolare mediante opportuna formula il modulo del vettore avente le suddette componenti? Confronta il risultato ottenuto per via numerica con quello ricavato precedentemente graficamente. 172 Domanda 103 : Sono compatibili? Componenti di una forza in direzioni generiche Le procedure seguite precedentemente per costruire graficamente le componenti di una forza su due direzioni perpendicolari può essere generalizzata al caso generico di direzioni non perpendicolari. Sia dato un vettore F rappresentato in Figura dalla freccia avente come estremi i punti A e B Le due rette tratteggiate individuano due direzioni generiche ad ognuna delle quali si po’ associare un verso individuato in Figura dalle piccole frecce disegnato a fianco di ogni retta. Per costruire graficamente le componenti del vettore F nelle direzioni e versi prestabiliti procedi come segue: • a partire dall'estremo B del vettore traccia una retta perpendicolare alla retta indicata con (1). Essa interseca (1) in un punto H • disegna il vettore che ha come estremi A e H. Tale vettore è detto vettore componente di F sulla retta orientata (1) 173 • con procedura analoga si può costruire il vettore componente di F sulla retta orientata indicata con (2). A partire dall'estremo B di F traccia una retta perpendicolare alla retta (2). Essa interseca (2) in un punto K. Il vettore che ha come estremi A e K ( da A a K ) è detto vettore componente di F sulla retta orientata (2) 174 Prendi un foglio di carta millimetrata e disegna su di esso due rette orientate formanti fra di loro angolo di 700 ed aventi i versi indicati in Figura. 175 Disegna ora un vettore di modulo 32000 dine e formante angolo di 300 con la retta orientata (1). Domanda 103 : Costruisci graficamente le componenti del vettore lungo le due rette orientate . Quanto valgono i moduli delle componenti? Confronta i tuoi risultati con quelli ottenuti dai tuoi compagni. Risolvi eventuali discrepanze. Dalle attività fatte dovrebbe risultare evidente che data una forza essa può sempre essere decomposta nelle sue componenti lungo due rette orientate arbitrarie. Relazione fra una forza e le sue componenti in direzione arbitraria Domanda 104 : Viceversa date le due componenti di una forza in due direzioni e versi arbitrari come costruiresti graficamente il vettore che ha le ha come componenti? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Il vettore che ha come componenti i due vettori assegnati AB e AC (vedi la Figura) può essere costruito graficamente mediante la seguente procedura : 176 • a partire dall'estremo B disegna con tratteggio la retta perpendicolare al vettore AB (retta(1) ) • a partire dall'estremo C disegna con tratteggio la retta perpendicolare al vettore AC ( retta(2) ) • le rette (1) e (2) s'incontrano in un punto D che ti permette d'individuare il vettore AD che ha appunto come componenti i vettori AB e AC COSTRUIRE UNA FIGURA CON LE RETTE PERPENDICOLARI .. VETTORI COMPONENTI Le due rette tratteggiate s'intersecano in un punto D • disegna il vettore che va da A a D : DISEGNO DEL VETTORE CHE VA DA A A D vettori componenti 177 • verifica, ricordando le procedure che hai precedentemente utilizzate per costruire i vettori componenti, che il vettore da A a D rappresenta proprio il vettore di componenti da A a B e da A a C. Esso è quindi proprio il vettore cercato. Domanda 105 : Utilizzando un foglio di carta millimetrata costruisci graficamente il vettore che ha come componenti i vettori AB ( modulo 18000 dine ) e AC (modulo 12000 dine) riportati in Figura. Quanto vale il modulo del vettore cercato? Discuti la procedura da te utilizzata con i tuoi compagni, paragona i moduli del vettore cercato e risolvi eventuali discrepanze. In conclusione abbiamo imparato : • come dato un vettore si possono costruire su due generiche rette orientate i vettori componenti • dati i due vettori componenti si può sempre costruire il vettore che li ha come componenti Studio sperimentale dell'equilibrio in presenza di più forze Hai a disposizione una lastra metallica che fissi al tavolo mediante dei morsetti. come in Figura 178 Sulla lastra sono posizionate due carrucole sulle quali potrai far scorrere un filo di cotone ai cui estremi hai appeso due bicchieri in ciascuno dei quali hai introdotto un uguale numero di bulloni uguali. Disponi il filo come in Figura. Domanda 106 : Come spieghi quanto osservi (il sistema è fermo in equilibrio)? Domanda 107 : Se nel bicchiere di destra introduci altri 4 bulloni cosa ti aspetti accada? Prova ad aggiungere i quattro bulloni : il sistema si mette in movimento. Puoi spiegare quanto osservato in questo modo : - nel primo caso le forze applicate dalla terra ai bicchieri e ai bulloni in essi introdotti si equilibravano ( essendo le masse complessive bicchieri bulloni uguali sui due lati) cosicchè nel tratto orizzontale del filo agiscono due forze uguali in modulo direzione e verso opposto 179 Quando hai aggiunto gli altri quattro bulloni il modulo della forza Fdestra > del modulo a forza Fsinistra. Il sistema si muove pertanto verso destra : 180 Togli ora i quattro bulloni aggiunti nel bicchiere di destra e posiziona il sistema con i due bicchieri praticamente alla stessa altezza . Immagina : • di prendere un terzo bicchiere ed introdurre in esso un numero di bulloni uguale a quelli contenuti negli altri due bicchieri • di attaccare con un filo il terzo bicchiere alla parte centrale del filo orizzontale che passa sulle due carrucole. Fa in modo che il terzo bicchiere penda ben al di sotto del livello del tavolo. Domanda 108 : Cosa ti aspetti accada? Discutine con i tuoi compagni. Effettua quanto ipotizzato prima appendendo effettivamente il terzo bicchiere al tratto di filo orizzontale. Scegli la lunghezza del filo a cui hai attaccato il terzo bicchiere in modo che esso penda al di sotto del tavolo. Il sistema dovrebbe assumere una configurazione del tipo di quella riportata in Figura. INTRODURRE LA FIGURA CON I TRE BICCHIERI Cercheremo d'interpretare la "situazione" d'equilibrio del sistema, utilizzando la scomposizione dei vettori agenti in direzioni opportune. Dobbiamo innanzitutto individuare le direzioni dei tre forze agenti (coincidenti con le direzioni dei tre "tratti" di filo che partono dal punto indicato con O in Figura). Usando un pennerello individuiamo sul pannello metallico due punti ben distanziati che ci danno la direzione di ogni tratto di filo (indicati con X in Figura). Uno dei due punti è comune ai tre tratti (punto O). Gli altri punti sono individuati in vicinanza delle carrucole e, per il filo verticale, verso il bordo inferiore della lastra piana. Togli il filo con i tre bicchieri dal supporto e misura con la bilancia digitale la massa complessiva (bicchiere con bulloni) e quindi le tre forze agenti = m *g con g = 980 cm/sec2). Smonta quindi la lastra metallica e disegna su di essa le tre direzioni delle forze agenti individuate appunto dai punti precedentemente riportati. 181 Con un goniometro misura gli angoli che i due tratti di filo passanti sulle carrucole formano con la verticale ( coincidente con il terzo tratto di filo). Le informazioni ottenute individuano univocamente le tre forze agenti sul sistema (in modulo, direzione e verso) applicate ad O. Prendi un foglio di carta millimetrata e a partire dal suo centro disegna in scala appropriata i tre vettori ( vedasi la Figura). Essendo il sistema in equilibrio vuol dire che l'effetto complessivo di due delle forze agenti bilancia perfettamente l'effetto della terza : • la SOMMA di due delle forze agenti (per esempio quella di destra e quella di sinistra) bilancia l'effetto della terza (verticale verso il basso) Domanda 108' : Come potresti costruire graficamente la somma cosi' che essa bilanci la forza verticale verso il basso? 182 Discutine con i compagni e con l'insegnante Somma di vettori : regola del parallelogramma Il vettore SOMMA può essere costruito usando la REGOLA DEL PARALLELOGRAMMA Siano dati due vettori AB e AC come in Figura Il vettore SOMMA dei due dati può essere costruito graficamente mediante la seguente procedura : • a partire dall'estremo B (C) si tratteggi la retta parallela al vettore da A a c ( da A a B) . Dovresti ottenere il PARALLELOGRAMMA riportato per tua comodità in Figura 183 Le due rette tratteggiate s'intersecano in un punto D • disegna il vettore che va da A a D: 184 Il vettore appena costruito (con la REGOLA DEL PARALLELOGRAMMA) rappresenta il VETTORE SOMMA dei due vettori dati. Prendi un foglio di carta millimetrata. Al suo centro individua un punto O da cui farai "partire" i vettori rappresentativi delle due forze applicate Fdestra e Fsinistra . Ricordati che tali vettori hanno moduli noti e formano con la verticale angoli da te misurati. Applica la regola di SOMMA appena imparata per costruire con la regola del PARALLEGRAMMA il vettore SOMMA dei due vettori Forza peso verso destra e sinistra. Domanda 108'' : Il vettore somma appena costruito ha lo stesso modulo, direzione di Fverticale ma al contrario di questo è diretto verso l'alto? Diiscutine con i tuoi compagni e con l'insegnante Equilibrio e componenti cartesiane Essendo il sistema in equilibrio vuol dire che le forze agenti nel loro complesso sono "bilanciate" in ogni direzione ( non c'è moto in nessuna direzione). 185 In particolare considerate le proiezioni (da costruire graficamente sulla carta millimetrata) di F sinistra e Fdestra sulla verticale la loro somma ( cioè il loro effetto complessivo verso l'alto) deve essere bilanciata ( cioè uguale) alla Fcentrale diretta verso il basso. Analogamente le proiezioni di Fsinistra e Fdestra sull'orizzontale (da costruire sempre graficamente sul foglio di carta millimetrata) agendo in verso opposto per non produrre movimento devono essere uguali. Verificate quanto previsto. Domanda 109 : La tua costruzione grafica delle proiezioni (ricordati che le tue letture in cm sul grafico vanno trasformate, grazie al fattore di scala, in dine) è in ragionevole accordo con quanto previsto) Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Ripeti quanto fatto precedentemente raddoppiando il numero di bulloni contenuti nel cestello di destra. Cioè : • individua con il tuo apparato sperimentale le direzioni dei tre vettori (forze peso agenti) e gli angoli che le Fdestra e Fsinistra formano con la verticale • misura le masse complessive dei tre bicchieri (comprensive dei bulloni) e calcola i moduli delle tre forze peso • rappresenta graficamente su un foglio di carta millimetrata la situazione sperimentale disegnando il diagramma delle forze • proietta nelle due direzioni verticale ed orizzontale Domanda 110 : Tenendo conto che il sistema è in equilibrio a quanto deve essere uguale la somma delle due componenti verticali di Fdestra e Fsinistra ? i tuoi risultati sono in accordo ragionevole con quanto atteso? Domanda 111 : Cosa puoi dire per le componenti orizzontali di Fdestra e Fsinistra Fdestra e Fsinistra? I tuoi risultati sono in accordo ragionevole con quanto atteso? Dovrebbe accadere che : • la somma delle componenti verticali di Fdestra e Fsinistra è uguale alla forza peso dovuta al bicchiere centrale che è appunto diretta lungo la verticale verso il basso • Le due componenti orizzontali di Fdestra e Fsinistra dovrebbero risultare numericamente uguali ma dirette in verso opposto 186 Domanda 112 : Come puoi spiegare eventuali discrepanze (non eccessive) tra i risultati sperimentali e quanto atteso? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. E' indubbio che a parte errori di misura dovuti alle misure fatte e alla procedura usata nella valutazione delle componenti il nostro modello descrittivo del sistema non ha tenuto conto di eventuali forze di attrito dovute alle carrucole : questo può spiegare le deviazioni (dovrebbero essere modeste) fra quanto atteso e quanto ricavato sperimentalmente. Ripeti quanto fatto precedentemente introducendo nei tre bicchieri un numero di bulloni a tua scelta. Ovviamente fa in modo che le direzioni dei tre vettori possano essere facilmente identificate con il tuo apparato sperimentale. Studio teorico dell'equilibrio di un cilindro poggiato su un piano inclinato. Hai a disposizione un piano inclinato, un cilindro ed un cestello nel quale potrai introdurre dei bulloni. Con un filo collega il gancio del cestello a quello del cilindro. Fai in modo che la lunghezza del filo sia di circa 30-40 cm. Introduci nel cestello un certo numero di bulloni ( 4 ) e poggia sul piano orizzontale il cilindro lasciando passare il filo sulla carrucola mentre il bicchiere con i bulloni pende verticalmente nel vuoto. ( vedi la Figura) FIGURA PIANO INCLINATO IN CONFIGURAZIONE ORZZONTALE Domanda 113 : Cosa accade? Come spieghi, analizzando le forze agenti sul carrello, quanto osservi? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Il cilindro si muove sul piano orizzontale descrivendo : 187 • un moto di TRASLAZIONE (l'asse del cilindro considerato come rappresentativo del sistema si sposta lungo il piano) • il cilindro durante il moto di traslazione, effettua anche un moto di ROTAZIONE intorno al proprio asse Per spiegare il moto di TRASLAZIONE analizziamo le forze che agiscono nella DIREZIONE ORIZZONTALE. Si può puoi concludere che (trascurando ai fini del moto di traslazione la forza di attrito) l'unica forza agente nella direzione del moto è la forza peso del bicchiere (compresi i bulloni) trasmessa dal filo al cilindro. Osserva che il piano su cui poggia il cilindro può essere facilmente ruotato è bloccato in modo da formare con l'orizzontale un angolo definito. Prova a ruotare lentamente il piano d'appoggio fino a che il cilindro non risulti praticamente fermo sul piano inclinato come rappresentato in Figura. FIGURA PIANO INCLINATO CON CILINDRO IN EQUILIBRIO Domanda 114 : Quali sono le forze agenti sul cilindro? Discutine con i tuoi compagni. Il cilindro interagisce : con contatto con il piano e con il filo. Il piano esercita sul cilindro una forza N ( perpendicolare al piano) ed il filo trasmette al cilindro nella direzione del filo e quindi del piano una forza pari al peso della massa complessiva (incluso i bulloni) del bicchiere ( Fbicchieri) a distanza con la terra che esercita sul cilindro una forza peso pari al peso del cilindro (Fpeso) Domanda 115 : Sai disegnare il diagramma delle tre forze agenti? Discutine con i tuoi compagni. Le forze agenti essere schematizzate nel diagramma delle forze riportato in Figura. 188 FIGURA DIAGRAMMA DELLE FORZE Prendi il un foglio di carta millimetrata e riporta in esso, dopo un scelta opportuna del fattore di scala, le due forze note ( Fbicchiere e Fpeso) che potrai determinare dopo aver valutato con una bilancia le masse del bicchiee con bulloni e la massa del cilindro. Domanda 116 : La forza N ha un modulo non noto. Sapendo che il sistema è in equilibrio (fermo) e che la forza Fpeso può essere decomposta opportunamente puoi dire parole quanto vale la forza N? Discutine con i tuoi compagni Il modulo di N è uguale alla componente della forza Fpeso nella direzione della retta normale al piano inclinato. Domanda 117 : Guarda attentamente la Figura precedente relativa al piano inclinato: in che relazione è l’angolo d’inclinazione del piano con l’angolo che la Fpeso forma con la normale al piano inclinato? Discutine con i tuoi compagni. Osservando attentamente la Figura riportata dovresti essere in grado di riconoscere che l'angolo HOK fra la forza peso del cilindro e la normale al piano è proprio uguale all'angolo BAC d'inclinazione del piano. FIGURA CON LE LETTERE Infatti: 189 • la direzione della forza peso (retta per O e H) e la direzione normale (retta per O e K) sono perpendicolari alle due rette orizzontale ( per A e C) e parallela al piano inclinato (retta per A e B) e formano pertanto fra di loro un angoli uguali. Inoltre i due triangoli rettangoli ABC (definito dal piano inclinato) e OHK (definito dalla forza peso e dalla normale al piano inclinato) sono SIMILI . Si tratta infatti di triangoli rettangoli con un angolo uguale. Pertanto: OH/AB = HK/BC AB = lunghezza l del piano inclinato (misurabile) BC = altezza h dell'estremo del piano inclinato rispetto alla parte fissatta al tavolo con i morsetti (misurabile) OH = modulo della forza peso agente sul cilindro pari a mc * g ( mc = massa del cilindro misurabile con una bilancia) HK = modulo della componente della forza peso nella direzione del piano inclinato. Poiché il cilindro è fermo questa componente che tende a tirare verso il basso il cilindro deve proprio essere uguale al peso complessivo del bicchiere = mbicchiere * g ( mbicchiere = massa complessiva del bicchiere con i bulloni misurabile con una bilancia). Effettuando le sostituzioni si ha : mc * g / l = mbicchiere * g / h da cui semplificando : mbicchiere = (mc / l ) h Cioè in condizioni d'equilibrio deve esserci una relazione di PROPORZIONALITA' DIRETTA fra le masse (del bicchiere) che entro certi limiti possiamo variare introducendo nel bicchiere un numero diverso di bulloni e l'altezza h alla quale occorre portare il piano inclinato perché il cilindro risulti fermo in equilibrio. 190 Studio sperimentale dell'equilibrio su un piano inclinato La relazione ricavata che si basa (lo ripetiamo) sull'analisi del diagramma delle forze agenti sul sistema e sulla determinazione delle componenti nella direzione del piano è suscettibile di una verifica sperimentale. Domanda 118 : Come effettueresti un esperimento per studiare sperimentalmente l'equilibrio del cilindro sul piano inclinato? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. La relazione precedente suggerisce di effettuare un esperimento in cui si varia il numero di bulloni introdotti nel bicchiere e si determina la configurazione d'equilibrio (cioè si misura il valore dell'altezza h corrispondente all'equilibrio). I dati sperimentali ( le coppie di valori (mbicchiere, , h) ) possono essere rappresentati in un sistema di riferimento cartesiano in cui si riportano sull'asse orizzontale delle x le altezze h e sull'asse verticale delle y le masse mbicchiere. Nell'ipotesi di validità della relazione precedente derivata dal MODELLO in cui • si schematizzano le interazioni fra il cilindro e l'ambiente circostante con le forze precedentemente discusse • si analizza la condizione d'equilibrio in termini di componenti delle forze nella direzione del piano inclinato i dati sperimentali riportati sul grafico dovrebbero distribuirsi secondo una retta ( essere cioè allineati ed "interpolabili" con una retta) : • passante per l'origine • con pendenza pari al rapporto mc / l . Le quantità mc = massa del cilindro e l= lunghezza del piano inclinato potrebbero essere misurate direttamente ed il rapporto ottenuto potrebbe essere confrontato con quello ricavabile dall'analisi del grafico Se il comportamento previsto (passaggio per l'origine) e i valori numerici della pendenza sperimentale e di quella attesa ( = m c// /l) sono compatibili fra di loro si dice che il MODELLO proposto da una descrizione appropriata dei dati sperimentali. 191 Effettua ora l'esperimento. Fissa al tavolo con un morsetto la parte inferiore del piano inclinato come in Figura FIGURA DEL PIANO INCLINATO APPARATO SPERIMENTALE Introduci nel bicchiere un certo numero di bulloni ( per esempio 1 bullone). Valuta la massa mbicchiere ( complessiva bicchiere + bullone). Aggancia il bicchiere al filo e quindi il filo al cilindro. poggia il cilindro sul piano inclinato disposto inizialmente orizzontalmente. Solleva lentamente la parte mobile del piano inclinato finchè il carrello risulti fermo in equilibrio. Misura l'altezza h della superficie posteriore della parte mobile dalla superficie anteriore della parte fissa. Riporta i dati in Tabella Numero di bulloni Massa del sistema bicchiere + Altezze h del piano inclinato bulloni (cm) (gr) 1 2 3 4 5 6 7 8 192 Ripeti quanto fatto precedentemente introducendo nel bicchiere un numero crescente di bulloni ( 2, 3, 4, …8) e misurando di volta in volta le altezze h per le quali il sistema risulta in equilibrio. In accordo con le procedure descritte prima per analizzare sperimentalmente il comportamento del sistema disegna su un foglio di carta millimetrata un sistema cartesiano. Sull'asse orizzontale delle x riporta i valori delle altezze e sull'asse verticale delle y i valori delle masse. Domanda 119 : I tuoi dati sperimentali sono disposti lungo una retta? Traccia la retta che meglio approssima i tuoi dati sperimentali e determina i valori della pendenza. Domanda 120 : La retta passa "approssimativamente per l'origine? La pendenza ricavata è in accordo con il valore previsto dal MODELLO pari a mc / l? Domanda 121 : Cosa puoi concludere? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante Il MODELLO proposto dovrebbe dare una descrizione sufficientemente adeguata del comportamento del sistema. 193 Unità 6.2 Le leggi della dinamica Il comportamento fisico di un sistema meccanico in presenza di forze può essere descritto adeguatamente mediante le LEGGI DELLA DINAMICA. Queste leggi hanno carattere sperimentale e vengono ACCETTATE/CONDIVISE dalla COMUNITA' SCIENTIFICA. Le analizzeremo separatamente dando diversi esempi della loro pplicazione. I Legge della dinamica Enunciato : "Se su un corpo non agiscono forze o agiscono più forze con risultante nulla il corpo o è fermo o si muove di moto rettilineo uniforme" Domanda 122 : In alcune situazioni sperimentali da te analizzate in laboratorio hai già fatto uso della I legge della dinamica? Discutine con i tuoi compagni In effetti noi abbiamo studiato sperimentalmente diverse situazioni che di fatto risultano interpretabili/descrivibili mediante la I legge della dinamica. • cestello appeso ad una molla Ricorda che quando al cestello appeso hai aggiunto dei bulloni hai notato che la molla si allungava ed il sistema rimaneva fermo in una situazione d'equilibrio. Inoltre prima dell'aggiunta dei bulloni sul cestello agivano la forza dovuta all'interazione con la Terra (= forza peso del cestello) che, essendosi la molla allungata di una certa quantità, veniva "bilanciata" dalla forza elastica di richiamo verso l'alto. Domanda 123 : Sai interpretare ciò che accade quando introduci i bulloni in termini di forze agenti sul cestello ed utilizzando la I legge della dinamica? Discutine con i tuoi compagni. Sul cestello fermo, dopo l'aggiunta dei bulloni, agivano le forze dovute all'interazione con i bulloni e con la molla. Più esplicitamente : 194 • la forza peso dovuta all'azione della terra sulle masse dei bulloni introdotti nel cestello che tende ad allungare ulteriormente la molla • la forza di reazione elastica dovuta agli allungamenti subiti dalla molla per effetto dell'aggiunta di bulloni nel cestello Quando il sistema è fermo queste forze dirette una verso il basso (forza peso dei bulloni) e l'altra verso l'alto (forza elastica dovuta all'allungamento subito) sono uguali in modulo e verso opposto. Infatti noi abbiamo scritto che : Fpeso = m * g = Felastica = K * Δl m = massa dei bulloni Δl = allungamento subito dalla molla per effetto dell'aggiunta dei bulloni K = costante elastica della molla • corpo che galleggia quando immerso in un fluido Domanda 124 : Cosa accade quando un corpo galleggia? Prova a giustificare il galleggiamento di un corpo in termini di forze agenti su di esso e di I legge della dinamica. Discutine con i tuoi compagni. In effetti noi abbiamo affermato che durante il galleggiamento sul corpo agiscono due forze : ٠ la forza peso dovuta all'interazione a distanza con la terra diretta verso il basso ٠ la spinta di Archimede dovuta all'interazione del corpo con il liquido che lo circonda diretta verso l'alto Abbiamo inoltre scritto che : Fpeso = Spinta di Archimede E questo è in accordo con il I principio della dinamica essendo il corpo che galleggia fermo. Formalmente : Fpeso = m * g e Spinta di Archimede = ρl * V *g M = massa del corpo ; ρl = densità del liquido ; V = volume di liquido spostato 195 • cilindro in equilibrio (fermo) su un piano inclinato Domanda 124' : Sai descrivere in termini di forze agenti e I legge della dinamica l'equilibrio di questo sistema fisico? Discutine con i tuoi compagni. La situazione in questo caso è un pò più complessa perchè le forze agenti sono dirette in direzioni diverse. In Figura sono riportate le tre forze agenti sul cilindro in equilibrio sul piano inclinato. FIGURA DEL PIANO INCLINATO CON 3 FORZE AGENTI ٠ forza peso = m *g agente sul cilindro di massa m per effetto dell'interazione con la terra ٠ Fbicchiere = forza dovuta all'interazione con il filo che ha al suo estremo un bicchiere con bulloni ٠ N = forza dovuta all'interazione con il piano . Il piano rappresenta un vincolo che "costringe" il cilindro a potersi spostare solo su di esso. Si dice appunto che il cilindro è vincolato a stare sul piano. Nella direzione del piano agiscono dunque solo due forze che in base alla I legge ,poichè il sistema è fermo, sono di ugual modulo, direzione e verso opposto. Le due forze sono : ٠ quella dovuta alla massa del bicchiere e alle masse dei bulloni introdotti in esso che tendono a far salire verso l'alto il cilindro . la componente della forza peso agente sul cilindro diretta verso il basso che tende a far scendere il cilindro sul piano Essendo il cilindro fermo deve essere : Fbicchiere = mbicchiere * g = m* g (h/ l) Dove mbicchiere = massa totale del bicchiere con i bulloni ; m = massa del cilindro h = altezza del piano inclinato ; l = lunghezza del piano inclinato In quest'ultima relazione si è fatto uso, come precedentemente discusso durante l'attività sperimentale per studiare l'equilibrio sul piano inclinato, di una similitudine di triangoli 196 • moto di sferette in un detersivo In una delle attività precedenti hai studiato la cinematica del moto di sferette in un detersivo ed hai stabilito che esse si muovono di MOTO RETTILINEO UNIFORME. Domanda 125 : Sai disegnare il diagramma delle forze agenti sulle sferette? Domanda 126 : Come puoi interpretare le caratteristiche del moto delle sferette (moto rettilineo uniforme) mediante la I legge della dinamica ed il diagramma delle forze da te disegnato? Discutine con i tuoi compagni. Sulle sferette agiscono 3 forze : ٠ forza peso dovuta all'azione della terra sulle sferette (diretta verso il basso9 ٠ la spinta di Archimede dovuta all'azione del detersivo sulle sferette (diretta verso l'alto) ٠ la forza resistiva con cui il mezzo (detersivo) si oppone al moto relativo delle sferette (diretta verso l'alto) Domanda 126' : Sai formulare qualche ipotesi circa la natura delle forze resistive che può spiegare quanto osservato (moto rettilineo uniforme)? Discutine con i tuoi compagni. Vediamo se il comportamento osservato può essere interpretato mediante una forza resistiva che è legata alla velocità v e al raggio r (dimensione dell'oggetto che si muove trasversale alla direzione del moto) da una relazione di proporzionalità diretta del tipo . FR = Forza resistiva = a * r * v Dove a è una costante di proporzionalità che dipende dalle caratteristiche del mezzo. In effetti una forza di questo tipo per fissato raggio delle sferette cresce al crescere della velocità e quindi man mano che la sferetta scende muovendosi nel detersivo. Questa forza resistiva Fr può per un certo valore della velocità uguagliare (sommandosi alla spinta di Archimede) la forza peso che tende a far muovere il corpo verso il basso. In queste condizioni la forza verso il basso viene uguagliata dalle forze verso l'alto. Formalmente l'ipotesi fatta sulla natura della forza resistiva (MODELLO INTERPRETATIVO) ci porta a scrivere che : 197 Fbasso = m *g = Falto = SA + a * r * v = ( 4/3 *π * r3 ) * ρd *g + a *r * v m= massa della sferetta r= raggio della sferetta ρs = densità della sferetta v = velocità della sferetta ρd = densità del detersivo Da cui essendo la massa della sferetta = 4/3 *π *r3 *ρs ( con ρs = densità della sferetta) si ha : v = A * r2 con A = 4/3 *π * ( ρs – ρd) /a Domanda 127 : Prova insieme con i tuoi compagni a ricavare la relazione precedente. Domanda 128 : Supponendo di disporre di sferette di raggio diverso come interpreti questa relazione? Discutine con i tuoi compagni Il MODELLO con cui abbiamo con cui abbiamo descritto il comportamento del sistema (sferette in moto nel detersivo) e in particolare la natura della forza resistiva ( proporzionalità diretta con il raggio e la velocità) ci porta a prevedre che la velocità costante con cui si muovono le sferette di raggio diverso deve essere proporzionale al quadrato del raggio (deve cioè avere dipendenza quadratica dal raggio). Domanda 129 : Come potresti programmare un esperimento in cui sottoporre a test sperimentale le previsioni del MODELLO? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Hai a disposizione . • un bicchiere contenente sferette di 7 raggi diversi precedentemente misurati mediante calibro • un orologio per misurare il tempo • un contenitore cilindrico graduato di 250 ml in cui è stato versato detersivo ben oltre la tacca corrispondente a 250 ml. 198 Segna sul contenitore con un pennerello aspirito due tacche corrispondenti a circa 20 cm di distanza. Quando lascerai cadere le sferette esse si muoveranno nel detersivo con moto rettilineo uniforme (almeno per le sferette di raggio più piccolo la hai potuto verificare sperimentalmente). Domanda 130 : Sapendo ( o supponendo) che il moto delle sferette di raggio diverso è rettilineo uniforme come potresti misurare molto semplicemente la loro velocità di caduta costante nel detersivo? Discutine con i tuoi compagni. Prendi le sferette di raggio più piccolo ed utilizzando il calibro controlla la misura del diametro ( riportata in Tabella ). Lascia cadere la sferette e quando essa è in corrispondenza della prima tacca fai partire l'orologio che fermerai che fermerai con lo STOP quando la sferetta ha raggiunto la seconda tacca. Prendi nota dello spazio percorso e del tempo impiegato a percorrerlo. E' possibile calcolare la velocità come rapporto spazio percorso tempo impiegato. Riporta i risultati delle tue misure e delle velocità nella prima riga della Tabella. Diametro (cm) Raggio (cm) Ragio2 (cm2) Tempo (sec) Velocità (cm/sec)2 199 Ripeti quanto fatto con le sferette di raggio sempre più grande. Domanda 131 : Come confronteresti i tuoi dati sperimentali con le previsioni del MOELLO? Discutine con i tuoi compagni Mediante opportuni cambiamenti di variabili la previsione del modello diventa di tipo linerare : v=A*x dove x = r2. I dati sperimentali si dovrebbero distribuire secondo una retta passante per l'origine e di pendenza pari ad A. Prendi un foglio di carta millimetrata e riporta sull'asse orizzontale i quadrati dei raggi (che calcoli e riporti in Tabella) e sull'asse verticale delle y le velocità. Nota che i valori che dovrai riportare sull'asse delle x, espressi in cm2, sono dei numeri molto piccoli. Ti conviene , per facilitare sia la lettura delle scale che l'individuazione dei dati, riportare sulla carta millimetrata dei valori ottenuti moltiplicando per un opportuno fattore di scala ( per esempio 10000). In tal caso i valori da riportare variano approssimativamente nell'intervallo 0 – 0.04 cm2. Ti conviene dunque scegliere come fattore di scala il seguente : 1 cm della carta millimetrata corrisponde ad un intervallo di 0,005 cm2 dei raggi, 2 cm a 0,01 cm2 ... 8 cm della carta millimetrata a 0,04 cm2 dei raggi Rappresenta i dati in Tabella sul foglio di carta millimetrata. Domanda 132 : Le previsioni del tuo modello sono in ragionevole accordo con i dati sperimentali? Domanda 133 : Traccia la retta che approssima meglio i dati sperimentali e valuta la pendenza. Il valore della pendenza per assegnata densità delle sferette e del liquido in cui si muovono dipende dal parametro a che è CARATTERISTICO DEL LIQUIDO. Prova a vedere cosa accade se sostituisci il detersivo con acqua. 200 Domanda 134 : Cosa puoi affermare? Discutine con i tuoi compagni. Tenta di valutare i tempi di caduta in acqua delle sferette di raggio più piccolo. Domanda 135 : Ricordando che i valori di densità a suo tempo misurati per l'acqua ed il detersivo erano prossimi ( all'incirca uguali) il valore del rapporto adetersivo / aacqua risulta essere all'incirca? Tale rapporto dovrebbe corrispondere ad un numero molto grande (all'incirca fra 100 e 1000) Domanda 136 : Come esprimeresti a parole quanto può essere dedotto da questo risultato? Poichè il parametro a è caratteristico del mezzo ed influenza l'intensità della forza resistiva si può affermare che , parità di altre condizioni (raggio, densità delle sferette..) tale forza ha una intensità MOLTO PIU' GRANDE nel detersivo. Questa proprietà del mezzo di ritardare il moto di un corpo che tende a muoversi in esso prende il nome di VISCOSITA'. Il detersivo ha dunque viscosità molto grande rispetto a quella dell'acqua. Domanda 136 : Conosci altri fluidi che secondo te hanno grande viscosità? Discutine con i compagni e con l'insegnante. La II legge della dinamica Questa legge descrive il comportamento di un corpo sotto l’azione di forze applicate aventi risultante diversa da zero mettendo in relazione le forze con le caratteristiche del coro (massa m) e con le caratteristiche del moto (accelerazione). La II legge viene scritta formalmente come : F=m*a Ossia : La risultante delle forze F applicate ad un corpo di massa m se diversa da zero ne determina il moto con accelerazione a data da : 201 a=F/m Domanda 137 : Supposto che su un corpo di massa assegnata agiscano successivamente forze diverse (per esempio una di modulo doppia dell'altra) come varia l’accelerazione? Domanda 138 : Supposto che la stessa forza agisca su corpi di massa diversa (per esempio una doppia dell'altra) come varia l’accelerazione? Discutine con i tuoi compagni. La II legge della dinamica afferma in sostanza che: - per un dato corpo forza ed accelerazione sono in relazione di PROPORZIONALITA’ DIRETTA ( se la forza è doppia, tripla … l’accelerazione diventa doppia, tripla ..) - per assegnata forza accelerazione e massa sono in relazione di PRORZIONALITA’ INVERSA ( se la massa è doppi, tripla … l’accelerazione sarà metà, un terzo ..) Discuteremo nel seguito alcune applicazioni della II legge della dinamica. Moto di un corpo che scivola su un piano inclinato Consideriamo un corpo (per esempio una moneta) di massa m appoggiata all’estremo di una guida di plastica. Supponiamo di sollevare leggermente l’estremo della guida (dalla parte su cui è appoggiata la moneta) rispetto all’altro estremo che è invece appoggiato al suolo che funziona in un certo senso come perno rispetto al quale possiamo ruotare la guida. Domanda 139 : Cosa osservi? Come interpreti quanto osservato in termini di forze d’interazione agenti sulla moneta? Discutine con i compagni e con l’insegnante. La situazione può essere schematizzata, come dovresti ben sapere, con il diagramma delle forze riportato in Figura. 202 FIGURA GUIDA INCLINATA Fp = forza peso agente sulla moneta dovuta all’interazione a distanza con la terra = m * g ( m= massa della moneta) Fa = forza di attrito che si oppone al moto relativo di scivolamento della moneta N = forza dovuta all’azione della guida sulla moneta La moneta si può muovere nella direzione del piano inclinato indicato in Figura con x. Se applichiamo la II legge della dinamica in tale direzione e verso del moto si ha: Risultante delle forze agenti nella direzione x = m * g * ( h/l) - Fa In questa equazione il primo termine è la componente della forza peso nella direzione x. Le quantità h e l sono l’altezza dell’estremo della guida e la lunghezza della guida. Domanda 140 : Sai giustificare l’espressione appena scritta per tale componente Osserviamo che nella direzione normale al piano inclinato agiscono sulla moneta : - la forza N normale al piano - la componente della forza peso nella direzione normale al piano Domanda 141 : Sai determinare in funzione di h e l il valore della componente della forza peso nella direzione normale al piano? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. Osserva che il moto si svolge lungo il piano inclinato. Quindi nella direzione normale non c’è alcuna componente del moto. Domanda 142 : Sai dire in che relazione devono essere le componenti delle due forze nella direzione normale? Discutine con i compagni e con l’insegnante. 203 Nella direzione normale al piano le due forze devono essere uguali in modulo ma di verso opposto (la risultante in tale direzione deve essere nulla) . - la componente della forza peso tende a schiacciare il corpo sul piano inclinato - la forza n del piano si oppone mantenendo la moneta sul piano Dunque . N = m * g * l2 – h2 / l Il secondo membro di questa relazione rappresenta appunto la componente della forza peso nella direzione normale al piano. Domanda 143 : Sai giustificare, sfruttando le similitudini di triangoli opportuni ed il teorema di Pitagora, l’espressione di tale componente? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. Si dimostra sperimentalmente che tra il modulo della forza di attrito dinamico Fa agente in direzione parallela al piano e il modulo della forza N perpendicolare al piano sussiste una relaziona di proporzionalità : Fa = ud * N Dove ud prende il nome di COEFFICIENTE DI ATTRITO DINAMICO. Risulta che ud : - dipende dalla natura e dallo stato delle superfici - non dipende dal valore della massa m del corpo Si può scrivere pertanto : Fa = ud * N = ud * m * g * l2 – h2 / l Domanda 144 : Considera attentamente l’espressione in cui abbiamo introdotto il coefficiente d’attrito. Quali sono le unità di misura di ud? Discutine con i tuoi compagni Il coefficiente d’attrito dinamico è un NUMERO PURO (cioè una quantità adimensionale). 204 Se applichi la II legge della dinamica alla moneta che scivola lungo il piano inclinato si ha: m*g*h /l - ud *m*g* l2 – h2 / l = m *a Da cui si può ricavare semplificando: a = g * ( h - ud * l2 – h2 )/ l Domanda 145 : Considera l’espressione appena ricavata. Cosa puoi affermare circa la natura del moto della moneta? Quali sono le sue caratteristiche cinematiche? Discutine con i tuoi compagni. In base al risultato ottenuto risulta che il moto si svolge con ACCELERAZIONE COSTANTE ( per fissata altezza h e lunghezza l nonché materiale da cui sono costituiti il corpo che si muove ed il piano inclinato) Domanda 146 : Supponendo di lasciar scivolare da fermo la moneta proprio dal bordo della guida inclinata di lunghezza l sai scrivere una relazione fra la lunghezza del cammino percorso ed il tempo impiegato a percorrerlo? Discutine con i compagni. Poiché il moto sulla guida si svolge con accelerazione costante, se la monete parte da ferma, si ha : l = a*t2 /2 Cioè misurata la lunghezza l della guida ed il tempo impiegato a percorrerla si può valutare l’accelerazione a mediante : a = 2 * l /t2 Per quanto detto precedentemente l’accelerazione è legata al coefficiente d’attriro dinamico e a fattori geometrici (misurabili) h e ,l. Domanda 147 : Sai ricavare un’espressione del coefficiente d’attrito dinamico ud in funzione dell’accelerazione e dei fattori geometrici h,l? Discutine con i compagni e con l’insegnante. Dopo opportune manipolazioni si ricava . 205 ud = ( g*h- a*l) / (g * l2 –h2 ) con a = 2*l/ t2 Quindi : ud = ( g*h- 2*l2/ t2) / (g * l2 –h2 ) il coefficiente di attrito dinamico può essere valutato mediante la misura di fattori geometrici (l,h) e del tempo impiegato dalla moneta per scivolare lungo la guida di plastica. Misura del coefficiente di attrito dinamico Poggia la guida di plastica sul piano del tavolo di laboratorio bloccandola nella sua parte terminale con dei pezzi di ferro per impedire che scivoli. Controlla che la moneta poggiata sulla guida sulla parte superiore scivoli giù agevolmente. Domanda 148 : Perché secondo te non conviene inclinare troppo la guida? Discutine con i tuoi compagni. Non ti conviene inclinare troppo la guida perché in tal caso la durata del moto che dovrai misurare diventa troppo piccola e quindi, causa del tuo tempo di reazione, affetta da errore troppo grande. Misura la lunghezza l della guida e l'altezza h del suo estremo ( vedi la Figura) FIGURA DELLA GUIDA DI PLASTICA INCLINATA SUL TAVOLO Usando l’orologio con le opzioni START/STOP misura il tempo impiegato dalla moneta (poggiata sulla guida e lasciata cadere dal tuo compagno) per scivolare giù su tutta la lunghezza l. Riporta il risultato della tua misura nella Tabella . 206 Misure Tempo Accelerazione ud (sec) (cm/sec2) ud = ( A – a *l) / B a = 2*l/ t 2 A = g * h ; B = g*√ l2 – h2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Calcola ora l'accelerazione con la formula a = 2*l / t2 e valuta inoltre ( una volta per tutte le misure da effettuarsi) i valori delle quantità (costanti) che compaiono nella formula di ud : A = g*h B= g* √ l2 – h2 Che sostituirai nella ud = ( A – a *l) / B Per determinare il valore di ud. 207 Ripeti le misure 10 volte riportando i valori ottenuti nella Tabella. Determina ogni volta i valori dell'accelerazione a e del coefficiente di attrito dinamico ud. Domanda 149 : Qual è la tua migliore stima del coefficiente di attrito dinamico? Quanto vale la tua stima dell'errore massimo? Confronta i tuoi valori con quelli ottenuti dai tuoi compagni. La migliore stima di ud è data dalla media delle 10 misure effettuate, mentre l'errore massimo è uguale alla dispersione delle misure diviso 2 ( dispersione = valore massimo – valore minimo) Studio sperimentale dell'indipendenza del coefficiente di attrito dinamico dalla massa Domanda 150 : Come effettueresti un esperimento per dimostrare che l'attrito dinamico è indipendente dalla massa del corpo che scivola ( per fissata natura ed estensione delle superfici di contatto)? Discutine con i tuoi compagni e con l'insegnante. Per studiare sperimentalmente l'indipendenza di ud dalla massa puoi per esempio sovrapporre due monete una sull'altra tenendole insieme con della cera pongo e ripetere le misure precedentemente effettuate con una sola moneta. Riporta i risultati nell'apposita Tabella. Misure Tempo Accelerazione ud (sec) (cm/sec2) ud = ( A – a *l) / B a = 2*l/ t2 A = g * h ; B = g*√ l2 – h2 1 2 3 4 5 208 6 7 8 9 10 Valuta la media e l’errore massimo della nuova serie di misure. Domanda 151 : I risultati ottenuti con due monete sovrapposte sono compatibili con quelli precedentemente ottenuti con una sola moneta ? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. Utilizzando i criteri di confronto studiati precedentemente ( Modulo sulle misure di tempo) a proposito dei tempi di reazione dovresti aver misurato dei valori di ud compatibili fra di loro entro gli errori di misura. Misure del coefficiente di attrito statico Come ben sai quando un corpo poggiato su una superficie viene tirato con una certa forza si mette in movimento solo quando la componente della forza nella direzione del piano supera un certo valore. Si dice che per valori uguali/più piccoli di questo il corpo rimane fermo perché oltre alla forza motrice applicata che tenta di metterlo in movimento c’è anche una forza che si oppone al movimento ( FORZA DI ATTRITO STATICO) che ha origine dal contatto delle due superfici (del corpo e del piano d’appoggio). Sul tavolo hai un blocco di legno con un gancio fissato sulla base. Al gancio è attaccato un filo. Prova a tirare ripetutamente il blocco mediante il filo cercando di farlo scivolare sul piano orizzontale mantenendo il filo parallelo al piano. Noterai che il blocco si muove solo quando la forza supera un certo valore minimo. 209 Se il blocco non si muove vuol dire che all’azione esterna applicata si oppone una forza ( FORZA D’ATTRITO STATICO). Prova a poggiare sul blocco di legno un altro blocco uguale (in generale un altro corpo per esempio dei libri). Ripeti quanto fatto precedentemente cercando di mettere in movimento il blocco. Domanda 152 : Cosa noti ? Come puoi interpretare ciò che accade? All’aumentare della massa complessiva da muovere (due blocchi sovrapposti) la forza da applicare per metterli in moto aumenta. Ciò significa che aumenta la forza d’attrito. Domanda 152' :Che relazione sussiste fra la reazione vincolare N normale all superficie di contatto dovuta al piano e la forza peso dovuta all'azione della terra sulla massa del corpo ( anche essa normale al piano)? Nella direzione normale al piano non c'è movimento. Quindi le due forze agenti (N e Fp ) devono avere modulo e direzione uguale ma verso opposto. Cioè per i moduli si ha : Fp = N Domanda 153 : Qual è il MODELLO più semplice che puoi ipotizzare per descrivere la relazione fra forza d’attrito statico e la forza normale N, dovuta al tavolo, normale alla superficie di contatto ? Discutine con i tuoi compagni. La relazione più semplice ipotizzabile, anche in base agli esperimenti qualitativi precedentemente discussi, è quella di PRORZIONALITA’ DIRETTA : Fd = us * N Dove con N abbiamo indicato la forza normale alla superficie di contatto agente sul blocco us un parametro caratteristico della natura e stato delle superfici di contatto detto COEFFICIENTE DI ATTRITO STATICO Osserviamo esplicitamente che quest' espressione ci da il valore massimo della forza da applicare perché il blocco inizi a muoversi. 210 Domanda 154 : Quali sono le unità di misura del coefficiente di attrito statico ? Considera attentamente la relazione precedente in cui esso compare. Domanda 155 : Nel caso di un blocco di massa m poggiato su un piano orizzontale come in Figura quanto vale N ? Nel caso di un corpo di massa m poggiato su un piano orizzontale si ha ( essendo il corpo fermo) che le componenti nella direzione verticale sono uguali ed opposte. Cioè : N = m *g Quindi : Fa = us * m * g Domanda 156 : Cosa accade se il piano su cui poggia il blocco viene inclinato ? La forza di attrito statico varia? FIGURA CON IL PIANO INCLINATO E IL BLOCCO POGGIATO Il valore di N diminuisce (vedi la Figura con il disegno della componente normale che è evidentemente più piccola della forza peso). Ciò implica che diminuisca anche la forza di attrito. Domanda 157 : Nella situazione della Figura precedente ritieni che ci sia qualche forza applicata al corpo che tenta di farlo scivolare lungo il piano inclinato? Quando il piano viene inclinato sul corpo comincia ad agire nella direzione del piano la componente della forza peso che tende farlo scendere giù. Domanda 158 : Come spieghi che se l’angolo è piccolo il corpo non si muove? 211 Quando per piccoli angoli d’inclinazione il corpo non si muove vuol dire che la componente della forza peso nella direzione del piano non « ce la fa » a superare la forza massimo d’attrito. Domanda 159 : Cosa t’aspetti accada se aumenti gradualmente l’inclinazione del piano ? Sai darne una spiegazione? Aumentando l’angolo d’inclinazione - diminuisce il valore di N e quindi la forza di attrito statico massima che i oppone al movimento - aumenta la componente della forza peso nella direzione parallela al piano che tende a far scivolare il corpo Domanda 160 : Nota la lunghezza l del piano, qual è la relazione che sussiste fra il coefficiente di attrito statico us e la configurazione del piano (individuata dall’altezza h del suo estremo) in corrispondenza della quale il blocco inizia a muoversi? Dalla Figura che rappresenta la configurazione quando il corpo poggiato sul piano incomincia a muoversi FIGURA CON PARAMETRI GEOMETRICI DEL PIANO Risulta che la componente della forza peso nella direzione del piano è data da : Fparallela = m *g * h/l Mentre la componente nella direzione normale è data da : FN =( m * g * l2 – h2 ) / l 212 Ma quando il corpo inizia a muoversi è Fparallela = u s * FN m *g * h/l = us * ( m * g * l2 – h2 ) / l Da cui : us = h / l2 – h2 Domanda 161 : Sfruttando le considerazioni appena fatte come misureresti il coefficiente di attrito statico us ? Dalle considerazioni fatte e dalla formula ottenuta risulta che si potrebbe misurare il coefficiente di attrito statico : - poggiando il corpo su un piano inclinato di lunghezza l - sollevando gradualmente un estremo del piano e tenendo l’altro estremo fisso finchè il corpo comincia a scivolare e misurando l’altezza h per cui ciò accade - da l e h con la formula precedente si può valutare us Seguendo la procedura appena descritta effettuate le misure del coefficiente di attrito statico fra moneta e guida di plastica. Ripetete le misure 10 volte riportando le informazioni nella Tabella Misura numero Valore di h (cm) Calcolo di l2 – h2 Determinazione di us =h /l2 – h2 1 2 3 4 5 6 213 7 8 9 10 Domanda 162 : Qual è la migliore stima del valore vero di us e quanto vale l’errore massimo commesso ? Cosi’ come per l’attrito dinamico, anche in questo caso, è possibile verificare sperimentalmente l’indipendenza del coefficiente d’attrito statico dalla massa. Domanda 163 : Come procederesti per effettuare tale verifica sperimentale per il sistema moneta/guida di plastica ? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. Utilizzando un po’ di cera pongo attaccate sulla moneta precedentemente usata un’altra moneta uguale (di fatto hai raddoppiato la massa). Ripetete 10 volte le misure di us riportando in Tabella le quantità misurate e i calcoli effettuati. Ripetete le misure 10 volte riportando le informazioni nella Tabella. Misura numero Valore di h (cm) Calcolo di l2 – h2 Determinazione di us = h /l2 – h2 1 2 3 214 4 5 6 7 8 9 10 Domanda 164 : I risultati ottenuti ( con una e due monete) sono compatibili fra di loro ? Si tratta di valutare anche in questo secondo caso la media e l’errore massimo e di verificare se i valori ottenuti nelle due serie di misure sono compatibili ( gli intervalli entro cui è compreso il valore vero hanno una « zona » in comune). Le due serie di misure dovrebbero risultare compatibili entro gli errori. Dagli studi sperimentali fatti si dovrebbe poter concludere che : - il coefficiente di attrito statico è maggiore di quello dinamico - i due coefficienti di attrito (statico e dinamico) non dipendono dalla massa Domanda 165 : Come potresti verificare molto semplicemente che i valori dei coefficienti d'attrito dipendono dalla natura delle superfici di contatto? 215 Unità 6.3 Unità 6.3 : Modellizzazione dei corpi: punti materiali e corpi rigidi. Momento di una forza rispetto un punto. L’equilibrio di un corpo rigido. Studio sperimentale dell’equilibrio di una sbarra libera di ruotare rispetto un suo estremo. Le macchine semplici: le leve e le carrucole Reazioni vincolari e tensioni Nelle discussioni sui moti e sugli equilibri finora fatte abbiamo implicitamente assunto che gli oggetti delle nostre osservazioni potessero essere considerati come dei punti materiali: oggetti dotati di massa le cui dimensioni siano piccole rispetto allo spazio in cui si muovono. In particolare la condizione d’equilibrio (cioè il corpo è fermo e rimane fermo al trascorrere del tempo) è che la forza risultante, somma di tutte le forze agenti su di esso, sia nulla. Durante le attività precedenti abbiamo analizzato diverse situazioni che necessitano di alcune precisazioni: 1) chiamiamo vincolo ogni oggetto, come per esempio il tavolo nel caso di un libro poggiato su un tavolo o lo spago nel caso di un cestello appeso, che si oppone ai movimento dell’altro (libro o cestello rispettivamente); 2) se il vincolo è una superficie essa esercita la sua azione, detta reazione vincolare, sul corpo a contatto con una forza vincolante perpendicolare alla superficie stessa ed orientata verso l’esterno. Per esempio nel caso di un blocco poggiato su un piano inclinato Reazione vincolare Forza peso 3) analogamente possono essere sviluppate resistenze da vincoli costituite da funi, fili e catene. Le forze che li rappresentano prendono il nome di forze di tensione e sono sempre dirette lungo il filo (o la fune o la catena) e possono assumere, entro i limiti di rottura qualunque valore a seconda della forza cui il filo ((o la fune o la catena) In realtà le reazioni vincolari e le forze di tensione sono forze di tipo elastico (legge di Hooke) che si oppongono alla deformazione della superficie e allungamento del filo. Corpi estesi: i corpi rigidi 216 Nel caso dei corpi assimilati a punti materiali tutte le forze agenti su di essi sono applicate al punto materiale. Se i corpi sono estesi (quando appunto le loro dimensioni non possono essere trascurate) le forze cui sono soggetti sono applicate in punti diversi. Chiamiamo corpo rigido un oggetto esteso che non si deforma qualunque sia l’intensità delle forze ad esso applicate. Ovviamente si tratta di oggetti ideali poiché qualunque corpo reale si deforma quando è sollecitato da una forza. I corpi rigidi possono vere due tipi di moto moto traslatorio quando tutti i punti del corpo si muovono su traiettorie parallele e sono fermi uno rispetto agli altri moto rotatorio quando tutti i punti del corpo descrivono traiettorie circolari con centr appartenenti alla stessa retta detta retta detta asse di rotazione Se l’asse di rotazione non rimane fisso il moto è una combinazione di rotazioni e traslazioni e prende il nome di moto rototraslatorio. Forza applicata ad un corpo rigido Consideriamo una porta: essa è assimilabile ad un corpo rigido in rotazione rispetto ad un asse fisso. Proviamo ad aprirla applicando forze di intensità diversa e punti di applicazione diversi Domanda : Cosa notate? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. E’ evidente che il moto di rotazione della porta dipende, oltre che dall’intensità e direzione della forza, dal suo punto di applicazione. La grandezza fisica responsabile della rotazione di un corpo rigido prende il nome di momento della forza o momento torcente definito come da figura: Forza A – punto di applicazione della forza b = OA = braccio della forza O – traccia dell’asse di rotazione 217 M = momento = F b Ovviamente nel caso della figura il momento M fa ruotare il corpo in verso antiorario. In questo caso al valore del momento M si associa il segno positivo (+). Cambiando il verso della forza, come in figura, cambi il verso (orario in questo caso) di rotazione: Forza A – punto di applicazione della forza b = OA = braccio della forza O – traccia dell’asse di rotazione In questo caso al valore del momento M si associa il segno negativo (+). Ovviamente se sul corpo agiscono due momenti di forze di uguale valore ma che produrrebbero ognuno rotazioni di verso opposto (quindi con segni opposti n base alla convenzione) il corpo resta in equilibrio. In generale la condizione per l’equilibrio di un corpo che può ruotare al quale sono applicati più forze che determinano momenti diversi ognuno con il proprio segna è: la somma dei momenti = M1+ M2 + M3+ … = 0 Studio sperimentale dell’equilibrio di una sbarra libera di ruotare rispetto un suo estremo: costruzione di un modello intepretativo Obiettivo: Studiare sperimentalmente le condizioni di equlibrio di una sbarra ed interpretare i dati mediante la costruzione di un modello basato sull’uguaglianza dei momenti delle forze Premessa Hai a disposizione il dispositivo mostrato in figura, due cestelli e diverse sfere metalliche uguali FOTOGRAFIA DEL DISPOSITIVO SPERIMENTALE La sbarra è incernierata ad un estremo intorno al quale può ruotare. Introducendo delle sfere metalliche nel cestello sospeso ad un filo che passa intorno ad una carrucola puoi applicare in posizione L (distanza fra il punto di applicazione della forza e il perno di rotazione) coincidente all’incirca con l’estremo della sbarra una forza diretta verso l’alto che tende a farla ruotare verso l’alto. 218 In effetti, come ben sai, questa forza diretta verso l’alto corrisponde ad un momento di forze dato dal prodotto della forza applicata per la distanza rispetto al perno. E’ questo momento M a che tende a far ruotare la sbarra verso l’alto. L’espressione di tale momento è: Ma = (mn + mc) g L mn = massa delle sfere introdotte nel cestello mc = massa del cestello g = accelerazione di gravità L = braccio della forza applicata verso l’alto rispetto al perno di rotazione Per mantenere la sbarra in equilibrio in posizione orizzontale puoi applicare, per esempio introducendo delle sfere di massa mx nel secondo cestello agganciato, mediante un filo, alla sbarra una forza diretta verso il basso. Questa forza, applicata alla sbarra in una posizione definita x corrisponde ad un momento di forze verso il basse Mb che tende invece a far ruotare la sbarra verso il basso. L’espressione di tale momento è Mb = (mx + mc) g x Domanda: Qual è la condizione necessaria per l’equilibrio orizzontale della sbarra? Discutine con i compagni e con l’insegnante. La condizione per l’equilibrio è: Cioè: Semplificando si ha: Ma = Mb (mn + mc) g L= (mx + mc) g x mx = (mn + mc) L/ x - mc Fissati e noti, a seguito delle misure con la bilancia, i valori di mc = massa del cestello mn =masse delle sferette introdotte nel cestello che esercita la forza verso l’alto e valutata con il righello la distanza L del filo, che determina il momento M a verso l’alto, dal perno di rotazione risulta che la relazione precedente stabilisce il legame che c’è tra la massa mx delle sferette introdotte nel secondo cestello ed il braccio x (da determinare sperimentalmente per valori fissati di mx ) del momento di forze Mb che bilancia Ma. Domanda: Quali sono le implicazioni della relazione appena stabilità fra mx e x? Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. Detta si ha: A = (mn + mc) L B = mc mx = A/ x - B Se dunque in un grafico si riportano sull’asse verticale i valori (variabili) delle masse m x e sull’asse orizzontale i valori 1/x (x = braccio del momento Mb verso il basso da determinare sperimentalmente per ogni valore di mx ) è previsto: 1) che i dati sperimentali si devono disporre secondo una retta 2) il valore della pendenza deve essere dato da A = (mn + mc) L 3) l’intercetta della retta che approssima i dati sperimentali deve essere negativa e pari a - mc 219 Acquisizione dei dati Puoi ora procedere all’acquisizione dei dati sperimentale. Innanzitutto valuta con la bilancia il valore della massa del cestello mc e della massa di una sferetta metallica msfera. Introduci nel cestello, che determinerà il momento Ma verso l’alto, 3 sferette. Il numero di queste sferette resterà fisso durante questa prima parte delle misure. Misura il braccio L del momento verso l’alto. Analogamente introduci nel cestello che determinerà il momento Mb verso il basso 3 sferette. Valuta sperimentalmente la posizione x (braccio del momento verso il basso). Riporta le informazioni nella tabella che segue: Sferette introdotte corrispondenti alla massa mx (gr) 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Braccio x (cm) in corrspondenza del quale la sbarra è in equilibrio in posizione orizzontale Ripeti variando il numero di sferette 4, 5, …14. Confronto con le previsioni Utilizzando il foglio elettronico produci il grafico della massa mx (sull’asse verticale) in funzione della quantità 1/x (sull’asse orizzontale). Domanda: I dati si distribuiscono secondo una retta? Domanda: Quanto valgono la pendenza e l’intercetta ottenute utilizzando la linea di tendenza? Domanda: Quali sono le unità di misura della pendenza e dell’intercetta? Domanda: I valori ottenuti per la pendenza e l’intercetta sono in accordo con le previsioni ricavate dalla condizione d’uguaglianza dei momenti delle forze? Domanda: Come è opportuno modificare la condizione di uguaglianza delle forze per tener conto della massa non nulla della sbarra? Smonta la sbarra e misurane la massa ms e la lunghezza ls. Immagina che tutta la massa della sbarra sia concentrata nel suo centro di massa posto a l s / 2. Valuta il braccio xs del momento Ms dovuto alla massa della sbarra che tende a farla ruotare verso il bassoe che devi aggiungere al momento Mb ai fini della condizione di equilibrio. Si ha: Ma = Mb + M s Cioè: (mn + mc) g L = (mx + mc) g x + ms g xs Da cui semplificando : 220 Posto mx = ( (mn + mc) L – ms xs ) / x - mc A’ = (mn + mc) L – ms xs B = mc si ha mx = A’/ x - B Le previsioni sono sostanzialmente le stesse, cambia soltanto il valore della pendenza. Domanda: Il modello rivisto descrive più adeguatamente i dati? Ripeti ora le misure cambiando il numero di sferette nel cestello che derminerà il momento Ma verso l’alto: introduci 5 sferette. Analogamente introduci nel cestello che determinerà il momento Mb verso il basso 5 sferette. Valuta sperimentalmente la posizione x (braccio del momento verso il basso). Riporta le informazioni nella tabella che segue: Sferette introdotte corrispondenti alla massa mx (gr) 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Braccio x (cm) in corrspondenza del quale la sbarra è in equilibrio in posizione orizzontale Ripeti variando il numero di sferette 6, 7, …14. Ripeti ora le misure cambiando il numero di sferette nel cestello che derminerà il momento M a verso l’alto: introduci 7 sferette. Analogamente introduci nel cestello che determinerà il momento Mb verso il basso 5 sferette. Valuta sperimentalmente la posizione x (braccio del momento verso il basso). Riporta le informazioni nella tabella che segue: Sferette introdotte corrispondenti alla massa mx (gr) 7 8 9 10 11 12 13 14 Braccio x (cm) in corrspondenza del quale la sbarra è in equilibrio in posizione orizzontale Ripeti variando il numero di sferette 8, 9, …14. Analizza i nuovi dati sperimentali utilizzando il foglio elettronico. 221 Valuta le discrepanze percentuali trovate: discr. % = (pendenza attesa – pendenza sperimentale) / pendenza attesa *100 Sintetizza ora i risultati ottenuti nelle tre condizioni sperimentali nella tabella: Condizioni Discr. % sperimentale 3 sferette 5 sferette 7 sferette Domanda: Analizzando la tabella puoi trarre qualche conclusione? Esempio di dati Sono state introdotte 3 sferette nel cestello che determina il momento con rotazione in verso antiorario mcestello= 10,27 g msfera= 11,91 g Sferette 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 L= 28,8 cm Braccio mx 1/x 19,3 35,73 0,051813 15,5 47,64 0,064516 12,5 59,55 0,08 10,5 71,46 0,095238 9,3 83,37 0,107527 8,4 95,28 0,119048 7,5 107,19 0,133333 7 119,1 0,142857 6,2 131,01 0,16129 5,8 142,92 0,172414 5,4 154,83 0,185185 5,1 166,74 0,196078 Previsioni A= 1324,8 B= 10,27 222 C’è una grande disparità fra i valori della pendenza calcolati trascurando la massa della sbarra in equilibrio e quelli ricavati dal grafico: il che induce a dover rivedere il modello teorico. revisione del modello: Sul sistema agisce anche la forza peso della sbarra, che crea un momento negativo applicato nel suo centro di massa G (xG= ½ L), per cui → M1=M2+MP Quindi (mc+mn)g L = (mc+mx)g x + ms g xs mx= (mn mc ) L ms x s mc x con A’= (mc+mn) L - ms xs e B= mc ms= 29,03 g xs= 14,4 cm MP = 4100,894 Considerando anche la forza peso dovuta alla massa della sbarra in equilibrio si ha pertanto: A’= B= 906,768 10,27 A’ e B si avvicinano alla pendenza e all’intercetta della retta. 223 Le macchine semplici: le leve e le carrucole Le macchine semplici sono dispositivi che permettono di bilanciare e superare una forza resistente Fr mediante l’applicazione di un’altra forza detta motrice Fm . Si definisce vantaggio della macchina il rapporto: e = Fr/ Fm Le macchine possono essere classificate in vantaggiose ( e > 1) Fr > Fm indifferenti (e = 1) Fr = Fm svantaggiose ( e< 1) Fr < Fm Le leve Le leve possono essere schematizzate mediante un’asta rigida che può ruotare intorno ad un suo punto (fulcro). Ad essa sono applicate due forze: la forza motrice Fm e la forza resistente Fr. Detti bm e br i bracci delle due forze Fm e Fr rispettivamente si ha all’equilibrio bm Fm = br Fr da cui e = Fr/ Fm = bm / br Seconda della posizione del fulcro rispetto allae forze motrice e resistente si distinguono tre tipi di leve: Leve di primo genere br bm fulcro Fm Fr Il fulcro è tra le due forze, e la leva può essere vantaggiosa ( e>1 se br < bm), indifferente (e =1 se bm = br), svantaggiose ( e<1 se br > bm) Leve di secondo genere bm br Fm fulcro 224 Fr Il fulcro è a un estremità dell’asta, e la leva è sempre vantaggiosa ( e>1 poichè br< bm) Leve di terzo genere br bm Fr fulcro Fm Il fulcro è a un estremità dell’asta, e la leva è sempre svantaggiosa ( e<1 poichè br> bm) Esempi di oggetti di vita quotidiana: Leva fulcro forza resistente forza applicata Forbici cerniera oggetto da tagliare Impugnatura I Tenaglia cerniera chiodo impugnatura I Carrucola fissa asse centrale oggetto da sollevare forza fisica I Vanga mano o coscia altra mano I mani II Remo di barca lama con zolla acqua scalmo Tipo Mantice ugello sacca d'aria impugnatura II Carriola asse della ruota peso da trasportare manici II Schiaccianoci perno noce mano II Braccio umano gomito oggetto sorretto dalla mano bicipite III Prendi ghiaccio perno cubetto di ghiaccio mano III Pinzetta perno oggetto da prendere (ad esempio: pelo, francobollo) dita III Pinza per i carboni ardenti perno oggetto da prendere (carbone) dita III 225 Le leve del corpo umano A) Articolazione di appoggio della testa: leva di I tipo Fr = peso della testa Fm = muscolatura estensoria tra la nuca e la base del collo B) Articolazione del piede in elevazione sulle punte: leva di II tipo Fulcro: coincide con le dita 226 Fr = peso che grava sulla caviglia Fm = muscoli del polpaccio che esercitano una trazione sul tendine di Achille e = Fr / Fm = bm / br > 1 (leva vantaggiosa) Le carrucole Si tratta di un disco girevole con una scanalatura sulla quale si fa scorrere una fune. Collegata all’asse del disco c’è una staffa che serve a fisarla ad un sostegno nel caso di carrucole fisse o a collegarla d un carico nel caso di carrucole mobili. Carrucola fissa Modello carrucola fissa 227 Fr Carrucola mobile Fm Modello carrucola mobile Fm Fr Ovviamente all’equilibrio: Carrucola fissa Fr= Fm macchina con vantaggio e = 1 2 Fm= Fr macchina con vantaggio e= 2 Carrucola mobile 228 MODULO DIDATTICO VII : MODELLI Unità 7.1 Un esempio di costruzione di un modello probabilistico: la legge di sopravvivenza nel lancio dei dadi. La rappresentazione grafica dei risultati Unità 7.2: L'uso del foglio elettronico nella costruzione del modello Unità 7.3: La ricerca dell'accordo con i dati sperimentali: l'approccio visivo e l'uso del metodo dei minimi quadrati Unità 7.4 Un esempio di costruzione di un modello deterministico- La legge di raffreddamento di Newton - Le misure di temperatura con il termometro digitale. La rappresentazione grafica dei dati sperimentali. Unità 7.5: L'implementazione del modello interpretativo con il foglio elettronico- L’analogia con l’esperimento sulla sopravvivenza dei dadi Unità 7.6: La determinazione della costante di raffreddamento con approccio visivo e mediante il metodo dei minimi quadrati Unità didattica 7.7: I diagrammi di Gowin per la rappresentazione delle attività di laboratorio: applicazioni allo studio dei moti e alla costruzione di modelli interpretativi- Elementi sulla natura delle scienze fisiche. 229 Unità 7.1 Premessa (per l’insegnante) Il modello è la descrizione del fenomeno o dell’oggetto, che facciamo spontaneamente per rappresentare mentalmente gli aspetti essenziali che ci aiutano a capirlo e ricordarlo. È una operazione essenziale per lo sviluppo di tutte le conoscenze, anche non strettamente fisiche, perché, lavorando su somiglianze o analogie con fenomeni oppure oggetti già noti e riducendo la descrizione mentale agli aspetti essenziali, favorisce la costruzione rapida di nuove conoscenze. Anche in fisica, modellizzare è una operazione essenziale per lo sviluppo delle conoscenze. Si parte da certe ipotesi, si introducono delle approssimazioni o delle semplificazioni, che permettono la descrizione del fenomeno in termini di leggi note o ipotizzate, in base alle quali si formulano certe previsioni, che possono poi essere sottoposte alla verifica sperimentale. Ad esempio il modello di Drude sulla conduzione dell'elettricità nei metalli, che riconduce la legge di Ohm al moto di deriva degli elettroni del metallo in presenza di un campo elettrico, porta a formulare una precisa previsione sulla dipendenza dalla temperatura della resistenza elettrica nei metalli. Abituare l’allievo a modellizzare anche in modo euristico e guidato dall’intuizione spontanea è un aspetto importante dell’educazione scientifica, perché è alla base del metodo di indagine scientifica La legge di sopravvivenza dei dati Obiettivo di questa attività è stabilire un modello interpretativo della legge di sopravvivenza di dadi (quanti ne restano dopo ogni lancio) e della legge secondo cui varia il numero totale di quelli che sono stati eliminati a seguito dei lanci . Avete a disposizione un numero elevato di dadi (per esempio 100). FIGURA 13: DADI DA UTILIZZARE NELL’ESPERIMENTO Poneteli nel contenitore che vi è stato fornito e, dopo averli ben rimescolati agitando il contenitore, lanciateli. Individuare quelli che mostrano una data faccia, per esempio, 1 e metteteli da parte prendendo nota del conteggio. Inserite le informazioni nella Tabella sotto riportata in corrispondenza del lancio numero 1. Ripetete quanto fatto precedente per 15 volte con il numero di dadi di volta in volta sopravvissuti. Numero del lancio 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Numero di dadi sopravvissuti 100 Numero totale di dadi eliminati 0 230 12 13 14 15 Ovviamente se accade che dopo un certo numero di lanci non ci sono dadi sopravvissuti fermatevi. 231 Unità 7.2 L'uso del foglio elettronico nella costruzione del modello Al solito riportate una qualche descrizione sintetica dell’attività. A tal fine unite le celle che vanno da A1 a E1 (basta strisciare il mouse da A1 a E1 e quindi cliccando con il tasto destro attivare l’opzioni Formato celle prima e Allineamento dopo. Scegliere quindi l’opzione Unisci celle seguita da O.K.. Le celle da A1 a E1 risulteranno unite e potrete scrivervi il commento di sintesi sull’attività. Ora impostate il foglio elettronico in modo da riportarvi una tabella con quattro colonne: 1) colonna 1: in A2 scrivete un commento che specifichi il significato delle quantità che riportate sotto e quindi a partire da A3 un numero sequenziale 0 a 15 che rappresenta il numero del lancio. Per ottenere la sequenza può essere comodo procedere in questo modo. In A4 impostate lo 0, mentre in A5 scrivete =A4+1. La formula riportata in A5 può ora essere iterata cliccando sulla cella e spostando il mouse in basso a destra del contorno finchè compare il simbolo della croce in grassetto ( + ) . Mantenendo premuto il tasto a sinistra strisciate sulla colonna A fino alla posizione A18. Dovreste trovare la sequenza desiderata. Vi consigliamo, per capire come ha funzionato l’iterazione, di cliccare su un qualunque numero della sequenza e leggere la formula con cui il dato numerico è stato costruito (è stato sommato 1 al contenuto della cella precedente); 2) colonna 2: in B2 scrivete un commento per indicare che i dati riportati sotto sono il numero dei dati rimasti dopo ogni lancio. Ovviamente si tratta di ricopiare da B3 a B18 le informazioni sperimentali che avete raccolto nella tabella. 3) colonna 3: al solito in C2 scrivete un commento per indicare che sotto riportate il numero di dadi che di volta in volta avete eliminato (contenuti nella terza colonna della vostra tabella sperimentale). Ovviamente C3 conterrà 0 4) colonna 4: in questa colonna calcolate il numero totale di dadi che avete eliminato dopo un certo numero di lanci. Al solito il D2 scrivete un commento per indicare quali informazioni riportate nella colonna. In D3 scrivete 0 (che rappresenta appunto i dadi inizialmente eliminati), mentre in D4 impostate la formula per il calcolo = D3+C4 da iterare fino D18 Rappresentazione grafica dei risultati mediante il foglio elettronico Utilizzando il software a disposizione (foglio elettronico Excel) producete due grafici: 1) Grafico 1: Numero di dadi sopravvissuti al variare del numero di lanci 2) Grafico 2: Numero totale di dadi eliminati al variare del numero di lanci. Per la costruzione del Grafico 1 occorre: 1) selezionare le quantità da riportare sull’asse X del vostro grafico. Nel vostro caso si tratta di evidenziare con il mouse partendo dalla cella A3 fino ad A18 il numero di lanci. A tal fine andate in A3 e tenendo premuto il tasto a sinistra selezionate fino ad A18 2) quindi selezionare le quantità da riportare sull’asse Y. Nel vostro caso il numero di dadi sopravvissuti riportati in colonna B da B3 a B18. Fate attenzione per segnalare al computer che la vostra seconda selezione è da associare a quella precedentemente fatta durante la selezione della colonna B occorre tener premuto il tasto CTRL posto in basso a sinistra. Le due serie selezionate (A3-A18 e B3-B18) saranno evidenziate. Sul meù in alto cliccare su Inserisci e quindi su Grafico, selezionando fra quelli proposti il grafico Dispersione che riporterà appunto le coppie di coordinate (X,Y). Attenzione selezionare tra tipo di grafico quello in cui compaiono solo i punti rappresentativi delle coppie di coordinate senza, come sotto riportato, la linea spezzata che li connette 232 Immaginare una relazione a zig-zag come quella in figura significherebbe che voi ritenete che le quantità sperimentali sono collegate fra di loro in un modo molto irregolare e che i dati sperimentali non sono affetti da errore. In realtà quando i punti sperimentali non giacciono su un cammino ben definito è ragionevole assumere che la metà di essi giaccia al di sopra e la metà al di sotto della curva che descrive la relazione sperimentale e tracciare quindi una curva che interpoli fra i dati sperimentali tenendo conto di quanto detto a proposito delle misure (che in sostanza passi in mezzo ai dati sperimentali). Quando è richiesto di rappresentare nel grafico i dati sperimentali si utilizzi pertanto l’opzione tipo di grafico che corrisponde a Per la costruzione del Grafico 2 ripetete quanto fatto a proposito del Grafico 1 selezionando questa volta come asse delle X la colonna A (da A3 a A18) e come asse delle Y la colonna D (da D3 a D18). Osservate le vostre distribuzioni sperimentali. Esse sono caratterizzate da due condizioni al limite ben definite Grafico 1: Il numero di dadi presenti inizialmente non può che essere quello iniziale che avete ricevuto, mentre se decidesti di effettuare infiniti lanci il numero totale di dadi sopravvissuti non può che essere 0. Grafico 2: Al contrario in questo caso inizialmente il numero totale di dadi eliminati è 0 mentre dopo infiniti lanci se ne potrebbero eliminare al massimo il numero di dadi avuto in dotazione. In sostanza c’è una variabile (dadi sopravvissuti) che decresce entro limiti definiti (da 100 a 0) ed un'altra (dadi totalmente eliminati) che invece cresce entro limiti definiti (da 0 a 100). 233 Costruzione del modello interpretativo Confrontate i grafici da voi ottenuti con quelli dei vostri compagni. Dovreste notare che pur essendo differenti nei dettagli essi hanno lo stesso andamento complessivo. Le differenze osservate, per esempio che al lancio 5 il numero di dadi sopravvissuti non è lo stesso per tutti, è da attribuire alle cosiddette fluttuazioni statistiche. Ricordiamo che p è solo la probabilità che si presenti la faccia da voi scelto, ma non cioè alcuna certezza che questo accada per esempio 1 volta su 6 lanci cosi’ come non è certo che nel lancio di una moneta 1 volta su 2 esca testa. Si può, partendo da ipotesi ragionevoli, formulare un modello predittivo di quanto accade? Si può individuare un qualche criterio per stabilire se il modello formulato dà una descrizione adeguata di quanto sperimentalmente trovato? Vediamo di capire cosa accade quando fate un lancio. Potete prevedere basandovi sulle vostre conoscenze della teoria della probabilità quanti dadi probabilmente mostreranno la faccia 1 e saranno pertanto da eliminare? Se considerate un dado qual è la probabilità che esso mostri la faccia 1? Ogni dado ha 6 facce ognuna con un numero di puntini da 1 a 6. Dunque solo una faccia su 6 ha 1 puntino. Quanto vale la probabilità p che effettuando il lancio di un dado esca 1? La probabilità p = (numero di casi favorevoli) / (numero di casi possibili) è in questo caso pari a 1/6. Se si lanciano N dadi quanti sono quelle che probabilmente mostreranno la faccia 1 e dovranno essere eliminati dal lancio successivo? Il numero di dadi da eliminare, in base all’ipotesi fatta di p=1/6 (modello assunto), pari a p*N che è proprio la somma di quello che accade probabilmente ad ogni singolo dado. Costruiamo dunque utilizzando il nostro foglio elettronico le previsioni del modello. Metteremo nelle colonne sotto individuate le previsioni del modello: 1) in colonna F il numero di dadi sopravvissuti: 2) in colonna G il numero di dadi da eliminare perché presentano la faccia 1; 3) in colonna H il numero di dadi totali che in seguito a un certo numero di lanci devono essere stati eliminati Scriviamo quindi in F2, G2 e H2 dei commenti che identificano il contenuto delle rispettive colonne. Se il testo per l’identificazione della colonna è troppo lungo, dopo averlo scritto nella cella potete formattarlo su più righe cliccando sulla cella che contiene il testo con il pulsante destro e scegliendo l’opzione Formato celle e quindi Allineamento. Per disporre il testo su più righe scegliete l’opzione Testo a capo e quindi O.K.. Se infine volete disporre il testo digitato al centro potete cliccare sulla cella che contiene il testo su più righe e scegliendo l’opzione Home della barra cliccare sul simbolo che corrisponde al testo centrato. In F3 e G3 scrivete i numeri 100 e 0 di dadi inizialmente presenti ed inizialmente da eliminare. In G4 calcolate il prodotto F3*p e cioè scrivete =F3*(1/6). In F4 calcolate il numero di dati sopravvissuti, in base al modello, come = F3-G4. Il modello è ora completamente impostato Potete ora: 1) iterare da G4 fino a G18 la formula in G4; 2) iterare da F4 a F18 la formula in F4. ed infine calcolare nella colonna H il totale dei dadi da eliminare. Siete ora in condizioni di produrre 1) il Grafici 3 (Dadi sopravvissuti in funzione del numero di lanci come da modello); 234 2) il Grafico 4 (Dadi eliminati in totale in funzione del numero di lanci) Attenzione nella selezione di tipologia di grafico, questa volta, scegliete quella che corrisponde alla curva che connette i punti come nell’esempio sotto riportato Potete i questo caso utlizzare l’opzione della curva che connette i punti calcolati (senza evidenziare i valori calcolati) poiché in effetti sono le previsioni del modello caratterizzate da una curva ben definita basata su calcoli non affetti da errori sperimentali) 235 Unità 7.3 La ricerca dell'accordo con i dati sperimentali: l'approccio visivo e l'uso del metodo dei minimi quadrati Si può individuare un qualche criterio per stabilire se il modello formulato dà una descrizione adeguata di quanto sperimentalmente trovato? 1) Confronto qualitativo Un confronto qualitativo fra previsioni del modello e dati sperimentali si può molto semplicemente effettuare vedendo, nella rappresentazione grafica, quanto bene le previsioni del modello s’accordano con i dati sperimentali. A tal fine basta sovrapporre la curva descrittiva delle previsioni teorica al grafico sperimentale. Considerate il Grafico 1 (Dati sperimentali relativi al numero di dadi che sopravvivono) e Grafico 3 (corrispondenti previsioni teoriche). Cliccate con il tasto a destra sulla parte esterna del Grafico 3: compare un contorno individuato da quadratini in chiaro. Cliccate quindi sul tasto sinistra e selezionate l’opzione Copia, Ora spostatevi sul Grafico 1, selezionate la parte esterna e cliccate il pulsante a destra. Selezionate l’opzione Incolla. Se tutte le operazioni sono state effettuate correttamente dovreste aver sovrapposto il grafico contenente le previsioni teoriche a quello in cui sono riportato i dati sperimentali, Nella sovrapposizione il formato Tipo di grafico può essere stato cambiato, Per ripristinarlo (solo punti per i dati sperimentali e linea continua per quelli da modello) dovrete selezionare con il tasto sinistro la serie di dati alla quale siete interessati. Portatevi con il mouse vicino ai punti da selezionare e cliccate il tasto sinistro: viene evidenziata la serie dei punti selezionati. Cliccando il tasto destro potete scegliere l’opzione Cambia tipo di grafico e scegliere la rappresentazione desiderata) Se tutte le operazioni sono state fatte bene dovreste avere ora i due grafici sovrapposti. La linea continua rappresenta la previsione da modello che chiaramente ben si adatta ai dati sperimentali relativi al numero di dadi che sopravvivono Per il numero totale di dadi eliminati si ha invece il grafico: 236 2) Confronto quantitativo tramite il metodo dei minimi quadrati Per un confronto quantitativo si valuta la somma dei quadrati delle differenze fra i valori sperimentali e quelli attesi dl modello definita come segue: Somma2 = Σ (yit – yis)2 / ei2 dove Σ = somma su tutte le differenze con i=1 … K se K sono i dati sperimentali yit = imo valore teorico da modello yis = imo valore sperimentale Cosa rappresenta la Somma2 ? A Somma2 è una misura della discrepanza fra valori attesi (da modello) e valori sperimentali ed è sostanzialmente la somma di un certo numero k di confronti fra valori attesi e valori sperimentali: è lecito parlare di compatibilità complessiva se la Somma2 è piccola. Poiché tale Somma2 dipende dai valori previsti dal modello e questi dipendono a loro volta dal valore assunto per il parametro (nel nostro caso la probabilità p) si può cercare, mediante apposita procedura che prende il nome di metodo dei minimi quadrati, per quale particolare valore di p (ed in generale dal parametro caratteristico del modello, tale Somma2è minima. Applicheremo, come esempio, la procedura al caso dei dati sui dadi che sopravvivono. Derivazione dai dati sperimentali del valore del parametro descrittivo caratteristico del modello Impostiamo il nostro modello teorico utilizzando il valore di p, supposto non noto, come un parametro del modello. Si tratta di scrivere come input del modello un valore di p fissato (per poter valutare le previsioni), ma non noto. Scrivete in I2 il solito commento (per es. Valore di p) ed in I3 il valore arbitrario ad esso assegnato (per esempio 0,12). Quest’informazione costituisce l’input del vostro modello. Andando nella cella G4 potete sostituire a 1/6 (probabilità nota che avete usato nelle discussioni precedenti) la costante 0,12 (che poi vorrete eventualmente cambiare). Conviene quindi al posto di 1/6 scrivere $I$3. Questa scrittura significa che occorre utilizzare il contenuto della cella I3 come una quantità fissa: il simbolo $I fissa la colonna I e il simbolo $3 fissa la riga 3. Cioè utilizzando $I$3 in eventuali formule iterative gli indici della colonna I e della riga 3 non saranno cambiati. Fatta la sostituzione si posiziona il mouse nella cella I3 e s’itera l’espressione in essa contenuta fino a I14. I dati presenti nelle colonne F, G e H saranno quelli del modello per il valore del parametro p = 0,12. 237 Ovviamente impostato il modello con il parametro esterno $I$3 è possibile cambiare il valore ottenendo le nuove previsioni. Di fatto avete scritto un programma che vi perette di calcolare le previsioni del modello al variare del parametro p. E’ chiaro che potete ora utilizzare il foglio elettronico: 1) per trovare il valore di p che visivamente riproduce in modo più adeguato i dati sperimentali poiché la curva teorica si adatta meglio ai dati sperimentali 2) per calcolare per ogni p il valore della Somma2 calcolando per esempio i dati della tabella Valore di p 0,12 0,13 0,14 0,15 0,16 0,17 0,18 0,19 0,20 0,21 022 Valore della Somma2 e produrre infine il Grafico della Somma2 al variare del parametro p. Ovviamente la migliore approssimazione di p, come dedotta dai dati sperimentali, è quella che corrisponde al valore minimo per la Somma2. Esempio di risultati Dati ingresso Numero di dadi 100 Probabilità 0,2 238 Esperimento sopravvivenza dei dadi Numero Dadi Dadi totali Dadi Dadi lancio sopravvisuti eliminati sopravvisuti totali sperimentali sperimentale da modello eliminati da modello 0 100 0 100,0 0,0 1 81 19 80,0 20,0 2 73 27 64,0 36,0 3 56 44 51,2 48,8 4 44 56 41,0 59,0 5 40 60 32,8 67,2 6 32 68 26,2 73,8 7 26 74 21,0 79,0 8 21 79 16,8 83,2 9 18 82 13,4 86,6 10 15 85 10,7 89,3 11 11 89 8,6 91,4 12 10 90 6,9 93,1 13 6 94 5,5 94,5 14 5 95 4,4 95,6 15 4 96 3,5 96,5 Somma quadrati Differenza dei quadrati per i sopravvissuti 0 1 81 23,04 9,2416 52,301824 33,47316736 25,28561111 17,83190471 20,96016429 18,16960326 5,808415271 9,784711357 0,252447824 0,362348003 0,231902722 298,7436999 Probabilità Somma quadrati 0,135 0,14 0,145 0,15 0,155 0,16 0,16666667 0,17 0,175 0,18 0,185 0,19 0,195 0,2 1135,749 848,7971 614,4435 427,3233 282,6148 175,9832 86,35825 61,7497 47,48482 57,89441 90,41936 142,754 212,82 298,7437 239 Unità 7.4 Un esempio di costruzione di un modello deterministico- La legge di raffreddamento di Newton - Le misure di temperatura con il termometro digitale. La rappresentazione grafica dei dati sperimentali. Acquisizione di dati sperimentali sul raffreddamento Avete a disposizione un bicchiere di vetro, in cui verserete dell’acqua calda, un termometro digitale ed un cronometro. Con il termometro digitale che avete a disposizione misurate la temperatura dell’ambiente T a in cui avverrà il raffreddamento. Dopo aver messo circa 150 ml di acqua calda nel contenitore di vetro, immergete in essa il termometro digitale e controllate che la sua temperatura comincia, inizialmente, ad aumentare fino a che raggiunge un valore massimo (che è appunto la temperatura dell’acqua) e. successivamente, diminuisce per effetto del raffreddamento del liquido in aria. Quando la temperatura comincia diminuire fate partire il cronometro e registrate il valore della temperatura iniziale a t= 0 minuti. Successivamente leggete, ad intervalli di 1 minuto, la temperatura dell’acqua riportandola nell’apposita tabella. Misurate fino al tempo t = 15 minuti Tempo (minuti) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Temperatura (Co) 240 Unità 7.5 L'implementazione del modello interpretativo con il foglio elettronico- L’analogia con l’esperimento sulla sopravvivenza dei dadi Qual è la legge che caratterizza il raffreddamento dell’acqua calda in aria al variare del tempo? Osservate analogie e differenze fra il fenomeno del raffreddamento, per il quale avete appena acquisito i dati sperimentali, e la sopravvivenza dei dadi precedentemente studiata. Lancio dei dadi Raffreddamento dell’acqua Il fenomeno viene studiato effettuando lanci Il fenomeno del raffreddamento viene ripetuti. Si vuole studiare la dipendenza dal studiato al trascorrere del tempo. Si vuole numero di lanci studiare la dipendenza della temperatura dal tempo Nella sopravvivenza dei dadi c’è una Nel raffreddamento c’è una variabile, variabile, il numero di dadi sopravvissuti che caratteristica del sistema, la temperatura che varia con il numero dei lanci varia diminuendo al passare del tempo Si è supposto che la variazione ΔN nel Si può supporre che la variazione di numero di dadi presenti è supposta uguale a temperatura dell’acqua sia data da ΔT = -r –pN. Il segno – significa che il numero di *(T-Ta)* Δt dadi diminuisce Dove r = costante di raffreddamento caratteristica del sistema che si raffredda (natura della sostanza, massa della sostanza che raffredda, natura del contenitore, spessore del contenitore ..). Chiaramente r è l’analogo di p Ta = temperatura dell’ambiente in cui la sostanza si raffredda, che ragionevolmente resta costante ed è stata misurata inizialmente. Δt = intervallo di tempo al quale si riferisce la variazione ΔT di temperatura Il numero di dadi sopravvissuti, come E’ ovvio che la temperatura del liquido che puntualizzato precedentemente non può che raffredda tenderà al passare del tempo alla tendere a 0. temperatura costante Ta dell’ambiente. Per calcolare il numero N di dadi Per analogia per ricavare la dipendenza di T sopravvissuti al variare del numero di lanci dal tempo t si po’ implementare con il foglio si è implementata una procedura iterativa elettronico una procedura iterativa basata usando come input la condizione iniziale ( N sulla formula: = 100 dadi iniziali) e la probabilità p ΔT = - r*(T Ta) *Δt cioè T (t+Δt) = T(t) - r*(T Ta) *Δt Utilizzando come input To = temperatura iniziale dell’acqua Ta = temperatura costante dell’ambiente Δt = intervallo durante il quale si vogliono valutare le variazioni (per esempio 0.1 minuti) r = costante di raffreddamento da determinare a partire dai dati sperimentali 241 con l’approccio visivo o con il metodo del χ2 Implementate il modello del raffreddamento con il foglio elettronico Excel. Al solito riportate innanzitutto nelle colonne A e B i dati sperimentali contenuti nella precedente tabella. Per l’implementazione del modello teorico attraverso la procedura iterativa riservatevi le righe a partire dalla 21 in poi. Scrivete in 1) A21 il commento Tempo e in A22 le unità di misura (minuti). A partire ad A173 fino la variabile tempo (da 0 a 15 minuti con passo Δt predefinito pari a 0,01 minuti. 2) Inserite quindi da F21 fino ad F24 le costanti input del modello: Δt = 0,1 minuti (F21), T0 = temperatura iniziale (F22), Ta = temperatura ambiente (f23), r = un valore arbitrario per la costante di raffreddamento (F24) 3) Nelle colonne B (da B23 a B173) e C (da C23 a C173) implementate il modello calcolando in colonna B i ΔT e in colonna C le temperature T da modello. Tempo minuti 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 DT gradi 0,551 0,545766 0,540581 0,535445 0,530358 0,52532 0,52033 0,515386 0,51049 T gradi 82 81,449 80,90323 80,36265 79,82721 79,29685 78,77153 78,2512 77,73581 Dt= T0= Ra= r= 0,1 82 24 0,095 minuti gradi 1/minuti 242 Unità 7.6 La determinazione della costante di raffreddamento con approccio visivo e mediante il metodo dei minimi quadrati Chiaramente i valori riportati dipendono dal valore scelto per il parametro r che può essere dedotto dai dati sperimentali con uno dei metodi precedentemente discussi 1) per confronto visivo, mediante sovrapposizione del grafico con le previsioni teoriche al grafico dei dati sperimentali, e variando r fino a che si ha una buona sovrapposizione della curva teorica ai dati sperimentali. Si veda l’esempio sotto riportato 2) mediante la valutazione del valore di r che rende minima la somma dei quadrati delle differenze fra dati sperimentali e valori attesi dal modello (metodo dei minimi quadrati) . A tal fine individuate preliminarmente un valore di r per il quale il modello teorico ha all’incirca la stessa variazione di temperatura rilevata sperimentalmente nel tempo di osservazione 0 – 15 minuti. Sia r*. Quindi calcolate il valore della somma dei quadrati delle differenze fra dati sperimentali e valori attesi dal modello. Osservate che il modello è stato implementato con un passo Δt = 0,1 minuti, mentre i dati sono stati rilevati ogni minuto. Ciò implica che per il calcolo della somma dei quadrati dovete selezionare opportunamente le previsioni del modello. Ripetete poi il calcolo della somma dei quadrati per altri 10 valori di r variati, per esempio, con passo costante rispetto a r* (5 più piccoli di r* e 5 più grandi di r*). Riportate i valori ottenuti (r, χ2 ) in due colonne contigue del foglio elettronico in modo da potere infine ottenere il grafico del χ2 al variare di r. Da tale grafico potete dedurre, infine , il valore che rende minimo la somma dei quadrati. 243 Unità didattica 7.7 Unità didattica 7.7: I diagrammi di Gowin per la rappresentazione delle attività di laboratorio: applicazioni allo studio dei moti e alla costruzione di modelli interpretativi- Elementi sulla natura delle scienze fisiche. I diagrammi di Gowin (DG) per la rappresentazione delle attività di laboratorio I Diagrammi di Gowin (DG) costituiscono un strumento per descrivere in modo sintetico e significativo le attività di laboratorio comprendendo la loro struttura e significato. In particolare essi evidenziano le domanda alla quale s’intende dare risposta con le attività di laboratorio sperimentando in un certo contesto le variabili misurate e le procedure utilizzate nell’elaborale per rispondere alla domanda le conoscenze acquisite in seguito all’analisi dei dati la relazione esistente tra gli aspetti teorici (teorie, leggi e modelli teorici interpretativi) e le attività sperimentali la rete concettuale descrittiva delle attività Considera la figura di seguito riportata- Essa divide il piano in tre parti (a sinistra il versante teorico-concettuale, a destra il versante metodologico, e la parte centrale che evidenzia chiaramente su cosa stiamo sperimentando ed intorno a quali eventi/oggetti si vuole costruire la conoscenza) che comprendono vari elementi costituenti. Versante Teorico- concettuale Domanda focale Versante Metodologico Teorie/Modelli Asserzioni di valore Leggi Asserzioni di conoscenza Principi Risultati delle elaborazione dei dati Relazioni fra concetti Dati registrati (misure) Concetti Variabili rilevanti Eventi/oggetti In essa: Domande focali – Sono le domande da cui partano le attività di laboratorio che implicano l’interazione fra i due domini: concettuale e metodologico. Le domande sono incluse nella teoria o generate da essa e concentrano l’attenzione sugli eventi o sugli oggetti 244 Eventi/oggetti – Fenomeni posti al centro dell’indagine, percepiti attraverso i concetti e le metodologie di registrazione studiati in un contesto definito Variabili rilevanti – Quantità giudicate rilevanti in base ai presupposti teorici o alle domande focali Dati registrati – Sono i risultati delle misurazioni effettuate per le variabili considerate rilevanti ai fini delle attività di laboratorio Risultati delle elaborazioni dei dati – Misurazioni elaborate in base a criteri teorici e rappresentate in tabulazioni, grafici, diagrammi .. Asserzioni di conoscenza – Sono sostanzialmente i prodotti delle attività e costituiscono le risposte alle domande da cui si è partiti Asserzioni di valore – Riguardano il valore delle conclusioni a cui ha portato l’indagine. Esse rispondono tipicamente a domande del tipo “E’ questo un bene o un male?” , “Qual è la sua utilità”, “ E’ giusto moralmente?” , Dovremmo fare questa scelta?” .. Le asserzioni di valore rappresentano la componente affettiva o percettiva nella conoscenza e i valori e le sensazioni che l’accompagnano ed ovviamente possono essere intensamente positiveo negative. Concetti – Segni o simboli che si riferiscono a regolarità negli eventi e negli oggetti e che sono socialmente condivisi Relazioni fra concetti – Si tratta delle MC che dovrebbero in effetti precedere l’uso del DG Principi – I principi esprimono la relazione di significato fra due o più concetti che guidano la nostra comprensione di ciò che accade negli eventi studiati. Essi hanno forma preposizionale e derivano da asserzioni conoscitive precedenti. I principi ci dicono il come dei fenomeni come appaiono, come si evolvono. Leggi – Relazioni fra variabili descrittive di un fenomeno generalmente espressa sotto forma di equazione matematica, basata su regolarità riscontrate sperimentalmente. Si parla di semplice legge empirica se la legge non esprime nulla di fondamentale, al di là delle regolarità riscontrate sperimentalmente, spesso codificate nella legge con approssimazioni più o meno forti: ad es. la legge di Hook che esprime la relazione di proporzionalità diretta tra forza elastica ed allungamento è l'approssimazione al primo ordine dello sviluppo in serie di una relazione complessa, che dipende in modo cruciale dalle proprietà elastiche del materiale, dalla forma geometrica dell'oggetto, ecc.. Molte leggi sono invece l'espressione di relazioni fondamentali fra grandezze fisiche e sono spesso accompagnate da forti ipotesi teoriche che sono una generalizzazione delle regolarità emerse dalle evidenze sperimentali: ad esempio la legge di Ohm, che esprime la proporzionalità diretta fra differenza di potenziale elettrico e intensità di corrente elettrica, oppure le leggi di Keplero sulle orbite dei pianeti o le leggi stesse della dinamica newtoniana; Teorie – Le teorie sono simili ai principi in quanto spiegano relazioni fra concetti, ma organizzano i concetti e principi per mezzo di relazioni logiche che impongono schemi di ragionamento e conducono a spiegazioni sui fenomeni e le asserzioni sui fenomeni. Le teorie rappresentano dei modelli interpretativi molto ampi che possono inglobare un gran numero di concetti e principi specifici ed organizzano molte relazioni specifiche. Le teorie ci dicono il perché dei fenomeni. Una teoria è molto più che una legge, è un insieme di leggi, fortemente legate fra di loro e legate a principi generali: es. la teoria di Maxwell dell'elettromagnetismo classico, la teoria della relatività, ecc. E’ indubbio che il modo migliore per apprezzare i vantaggi che possono derivare dall’uso dei DG in attività di laboratorio è di utilizzarli 245 Applicazioni dei DG allo studio delle relazione spinta-volume immerso in un liquido e all’equilibrio sul piano inclinato Studio della relazione spinta-volume immerso in un liquido Considera quanto hai fatto durante le attività di laboratorio relative allo studio della relazione fra la spinta verso l’alto agente su un corpo immerso in un fluido ed il volume immerso. Prendi un foglio e dividilo in tre parti utilizzando il diagramma a V di Gowin (versante teorico concettuale a sinistra, versante metodologico a destra e domanda focale/eventi/oggetti al centro). Qual è la domanda focale? Riportala nel DG. Qual è l’evento/ quali sono gli eventi che hai studiato per dare risposta alla domanda focale? Riporta l’informazione nel DG. Quali sono le variabili da te individuate per dare risposta alla domanda focale? Riportale nel DG Quali sono le variabili misurate? Riportale nel DG. Hai fatto una qualche elaborazione dei risultati delle tue misure? Riporta sinteticamente l’elaborazioni fatte nel DG. Quali affermazioni di conoscenza puoi fare sulla base dei tuo modello teorico interpretativo? Riportale nel DG Quali affermazioni di conoscenza puoi fare sulla base dei tuoi risultati sperimentali? Riportale nel DG Riporta nel DG almeno 15 concetti fondamentali descrittivi della tua attività di laboratorio Costruisci utilizzando i concetti fondamentali da te individuati la tua MC riportandola su un foglio a parte Ritieni di poter fare qualche affermazione di valore? Se si riportala nel DG Durante la tua attività di laboratorio hai fatto uso implicitamente o esplicitamente di principi, leggi o teorie. Riportali sinteticamente nel DG. Discuti con i tuoi compagni e con l’insegnante il DG da te costruito per descrivere in modo sintetico e significativo l’attività di laboratorio. Qual è secondo te la relazione fra il versante teorico e quello sperimentale che hai rappresentato nel DG. Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. Studio dell’equilibrio su un piano inclinato Considera quanto hai fatto durante le attività di laboratorio relative allo studio dell’equilibrio su un piano inclinato. 246 Prendi un foglio e dividilo in tre parti utilizzando il diagramma a V di Gowin (versante teorico concettuale a sinistra, versante metodologico a destra e domanda focale/eventi/oggetti al centro). Qual è la domanda focale? Riportala nel DG. Qual è l’evento/ quali sono gli eventi che hai studiato per dare risposta alla domanda focale? Riporta l’informazione nel DG. Quali sono le variabili da te individuate per dare risposta alla domanda focale? Riportale nel DG Quali sono le variabili misurate? Riportale nel DG. Hai fatto una qualche elaborazione dei risultati delle tue misure? Riporta sinteticamente l’elaborazioni fatte nel DG. Quali affermazioni di conoscenza puoi fare sulla base dei tuo modello teorico interpretativo? Riportale nel DG Quali affermazioni di conoscenza puoi fare sulla base dei tuoi risultati sperimentali? Riportale nel DG Riporta nel DG almeno 15 concetti fondamentali descrittivi della tua attività di laboratorio Costruisci utilizzando i concetti fondamentali da te individuati la tua MC riportandola su un foglio a parte Ritieni di poter fare qualche affermazione di valore? Se si riportala nel DG Durante la tua attività di laboratorio hai fatto uso implicitamente o esplicitamente di principi, leggi o teorie. Riportali sinteticamente nel DG. Discuti con i tuoi compagni e con l’insegnante il DG da te costruito per descrivere in modo sintetico e significativo l’attività di laboratorio. Qual è secondo te la relazione fra il versante teorico e quello sperimentale che hai rappresentato nel DG. Discutine con i tuoi compagni e con l’insegnante. 247