unita` 1 - Nuove Scuole

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PROGRAMMA FRANCESE
IDONEITA’ ALLA CLASSE V
INDICE
• UNITA’ 1
Ripasso dell’Imperfetto e del Participio Passato……………..3
• UNITA’ 2
Forma interrogativa…………………………………………..6
• UNITA’ 3
Presente Indicativo…………………………………………...8
• UNITA’ 4
L’Indicativo Imperfetto……………………………………..11
• UNITA’ 5
Il Plurale dei nomi e degli aggettivi…………………………13
• UNITA’ 6
L’Indicativo Futuro…………………………………………..15
• UNITA’ 7
La demande de documentation…………………………….17
• UNITA’ 8
La commande……………………………………………..19
• UNITA’ 10
L’agriculture………………………………………………22
• UNITA’ 11
Le vins…………………………………………………….24
• UNITA’ 12
L’industrie agro-alimentaire……………………………….27
UNITA’ 1
RIPASSO DELL’IMPERFETTO E DEL
PARTICIPIO
PASSATO
Verbi irregolari del terzo gruppo in -oir e -ir : indicativo
imperfetto verbo devoir
je
devais
tu
devais
il / elle
devait
nous
devions
vous
deviez
ils / elles
devaient
Verbi irregolari del terzo gruppo in -oir e -ir : indicativo
imperfetto verbo voir
je
voyais
tu
voyais
il / elle
voyait
nous
voyions
vous
voyiez
ils / elles
voyaient
Verbi irregolari del terzo gruppo in -oir e -ir : indicativo
imperfetto verbo pouvoir
je
pouvais
tu
pouvais
il / elle
pouvait
nous
pouvions
vous
pouviez
ils / elles
pouvaient
Verbi irregolari del terzo gruppo in -oir e -ir : indicativo
imperfetto verbo savoir
je
savais
tu
savais
il / elle
savait
nous
savions
vous
saviez
ils / elles
savaient
Verbi irregolari del terzo gruppo in -oir e -ir : indicativo
imperfetto verbo vouloir
je
voulais
tu
voulais
il / elle
voulait
nous
voulions
vous
vouliez
ils / elles
voulaient
Verbi del quarto gruppo in -re : participio passato
Verbi del quarto gruppo in -re —> - is / -u / - t/ - it /
Infinito
Participio passato
prendre, mettre + composti
pris
modello répondre
répondu
modello rompre
rompu
modello connaître
connu
modello craindre
craint
modello conduire
conduit
modello conclure
conclu
Verbi irregolari
boire
bu
dire
dit
écrire
écrit
lire
lu
rire
ri
faire
fait
vivre
vécu
croire
crû
vaincre
vaincu
UNITA’ 2
FORMA INTERROGATIVA
La forma interrogativa serve per rivolgersi a qualcuno per
ottenere qualcosa o per chiedere informazioni, pareri, ecc... In
francese, la forma interrogativa si può costruire in tre modi:
•
con la semplice intonazione
In questo caso si mantiene la stessa costruzione della forma
affermativa e si aggiunge soltanto un punto interrogativo. La
frase interrogativa così ottenuta va pronunciata con tono
ascendente.
Tu as faim? (Hai fame?)
•
anteponendo la locuzione est-ce que al soggetto
La costruzione della frase è quella della frase affermativa. È una
forma corrente usata sia nella lingua scritta sia nella lingua
parlata.
Est-ce que tu as faim? (Hai fame?)
•
con l'inversione del soggetto
Si tratta di una forma tipica di un registro più sostenuto e può
essere usata sia nella lingua scritta sia nella lingua parlata.
Occorre distinguere due casi:
•
se il soggetto è costituito da un pronome personale
oppure da ce e on, il pronome segue il verbo (se si tratta di
un tempo semplice) o l'ausiliare (se si tratta di un tempo
composto). Il pronome ed il verbo o l'ausiliare vanno uniti
mediante un trattino.
As-tu faim? (Hai fame?)
•
se il soggetto è costituito da un nome proprio di persona,
da un sostantivo o da un pronome che non sia un
pronome personale, tale soggetto rimane davanti al verbo
(se si tratta di un tempo semplice) o davanti all'ausiliare
(se si tratta di un tempo composto). In tal caso è necessario
aggiungere il pronome personale di terza persona,
corrispondente al soggetto, dopo il verbo o l'ausiliare,
unendolo al verbo mediante un trattino.
Pierre veut-il manger avec nous? (Piero vuole mangiare con
noi?) Vos amies sont-elles parties? (Le vostre amiche sono
partite?) Ceux-ci sont-ils en vente? (Questi qui sono in vendita?)
Attenzione! Per ragioni di fonetica, è necessario aggiungere una
t eufonica tra il verbo o l'ausiliare ed il pronome personale
soggetto quando c'è un incontro di vocali (ciò accade soprattutto
con i verbi del 1° gruppo). Si osservi che la t è preceduta e
seguita da trattini.
Ton frère va-t-il souvent au stade? (Tuo fratello va spesso allo
stadio?)
UNITA’ 3
PRESENTE INDICATIVO
Il presente indicativo è la forma verbale coniugabile più usata
della lingua italiana e trova un suo corrispondente in tutte le
lingue ad essa vicine. Come tempo più usato dell'italiano, è
anche quello che mostra il maggior numero di usi e di forme
irregolari.
Secondo le grammatiche tradizionali, indica uno stato o
avvenimento presente. Si osservi ad esempio il seguente
enunciato:
•
In questo momento esco di casa.
È chiaro che il momento dell'azione viene visto come
contemporaneo al momento in cui si parla: per meglio
specificare, secondo la terminologia di Bertinetto, si dirà che il
presente indica generalmente un'azione o situazione che si
svolge al momento dell'enunciazione.
Coniugazione del presente
Questa forma verbale si coniuga sostituendo le desinenze
dell'infinito (-are, -ere, -ire) con quelle previste nel sistema
verbale italiano per il presente nelle tre coniugazioni:
3a
1a
2a
1a
2a
persona
persona persona
persona persona
egli,
io
tu
noi
voi
ella
3a
persona
essi,
esse
1a
coniugazione am-o
am-are
am-i
am-a
amiamo
am-ate am-ano
tem-o
tem-i
tem-e
tem-
tem-ete tem-
2a
coniugazione
tem-ere
3a
coniugazione serv-o
serv-ire
iamo
serv-i
serv-e
serviamo
ono
serv-ite
servono
Spesso, i verbi della coniugazione in -ire prevedono
l'ampliamento della radice tramite un suffisso (-isc-):
3a
capconiugazione
isco
cap-ire
capisci
capisce
capiamo
cap- capite
iscono
Non esiste comunque una regola che possa stabilire quali verbi
prevedono questa particolarità di coniugazione; per questo, si
consulti la voce sui cosiddetti verbi incoativi.
Si ricordano inoltre le seguenti caratteristiche nella formazione
del presente:
•
•
•
•
Questo tempo presenta pochissimi verbi irregolari nella
coniugazione in -are (si tratta dei verbi stare, fare, dare ed
andare); le altre coniugazioni ne sono invece ricche.
Le forme in noi e voi sono quasi sempre regolari.
I verbi che terminano in -care e -gare (come cercare e
pagare) mantengono il suono velare di /k/ e /g/ in tutte le
forme, il che rende necessario un adattamento ortografico:
pago, paghi, paga, paghiamo.
Vale esattamente il discorso opposto per le altre due
coniugazioni, cioè per i verbi che terminano in -cere e gere, come vincere o piangere: il suono di -c- e -g- può
infatti cambiare a seconda della vocale che introduce la
desinenza: vinco, vinci, vince, vinciamo, vincente, vincono
ed è quindi velare davanti a o, ma palatale davanti ad e
oppure i. In questo caso, non si rende necessario alcun
adattamento ortografico. Si noti inoltre che in questi verbi
la i nella desinenza della forma in noi (vinciamo) non sarà
più pronunciata.
•
Per i verbi che terminano in -ciare e -giare si avrà:
mangio, mangi, mangia, mangiamo, mangiate, mangiano.
Neanche in questo caso, la desinenza della forma in noi
(mangiamo) viene pronunciata.
Un verbo che risulta regolare nella coniugazione di un tempo
non deve necessariamente esserlo in un altro tempo. Ad esempio
il verbo uscire è irregolare al presente, ma non al participio. Al
contrario, scrivere è irregolare al participio, ma non al presente.
Si ricorda, in caso di dubbio, l'uso dei coniugatori automatici
UNITA’ 4
INDICATIVO IMPERFETTO
L'imperfetto indicativo è la forma verbale della lingua italiana e
delle lingue romanze che si adatta principalmente ad indicare
situazioni ed abitudini considerate in un momento passato. È
quindi la forma più adatta, all'interno del passato, per le
descrizioni o per l'enunciazione di eventi ripetuti.
Questa forma verbale si coniuga aggiungendo alla radice del
verbo le desinenze previste della grammatica italiana. Sono
simili a quelle del presente, dalle quali si distinguono per la
presenza di v insieme alla vocale tematica che caratterizza
ciascuna delle tre coniugazioni: (-av- -ev- -iv-):
3a
1
2
1a
2a
persona
persona persona
persona persona
egli,
io
tu
noi
voi
ella
a
a
3a
persona
essi,
esse
1a
amamconiugazione am-avo am-avi am-ava
avamo avate
am-are
amavano
2a
temconiugazione
evo
tem-ere
tem-evi
temeva
temtemevamo evate
temevano
3a
servconiugazione
ivo
serv-ire
serv-ivi
serviva
servservivamo ivate
servivano
Si notino, tra l'altro, alcune particolarità:
•
La coniugazione di questo tempo è quasi sempre regolare.
•
•
Alcuni verbi che in lingua moderna hanno delle forme
abbreviate si coniugano in maniera particolare. Ad
esempio, il verbo fare si coniuga secondo la vecchia forma
facere: facevo, facevi, faceva. Similmente, per il verbo
dire: dicevo; bere: bevevo; produrre: producevo;
proporre: proponevo; trarre: traevo.
Il verbo essere segue un meccanismo particolare: ero, eri,
era, eravamo, eravate, erano.
UNITA’ 5
IL PLURALE DEI NOMI E DEGLI AGGETTIVI
Le parti variabili del discorso (articoli, nomi, aggettivi, verbo,
pronomi) sono caratterizzate oltre che dal genere anche dal
numero. In generale, in francese, il plurale dei nomi e degli
aggettivi si forma aggiungendo una S al singolare. Dal punto di
vista fonetico non sempre la pronuncia cambia; talvolta il
plurale è percepibile grazie alla liaison.
I nomi e gli aggettivi che al singolare terminano in s, x, z
rimangono invariati al plurale.
I nomi e gli aggettivi che al singolare terminano in al formano il
plurale in aux.
I nomi e gli aggettivi che terminano in au, eu, eau, ou prendono
una x al plurale.
L'articolo
L'articolo determinativo francese determina genere e numero del
nome a cui si riferisce. Ques'ultimo è posto dopo il suo articolo.
Al singolare l'articolo determinativo maschile è: Le, il
femminile è La. L'articolo determinativo plurale è identico al
maschile e al femminile: Les
Apponendo le due preoposizioni: à e de agli articoli
determinativi si ottengono le preposizioni articolate.
du (de+le)= del; de la = della; des (de+les) = delle/dei/degli; au
(à+le)= al; à la= alla; aux (à+les) = ai/alle/agli;
L'articolo indeterminativo si usa davanti a un nome che indica
una cosa o una persona non determinata. Al singolare l'articolo
indeterminativo maschile è UN, il femminile UNE. L'articolo
indeterminativo plurale è identico al maschile e femminile DES.
L'articolo partitivo indica una parte di una quantità ed è
obbligatorio in francese.
•
•
du (maschile) = J'achète du pain (m/s)
de la (femminile) = Tu manges de la viande (f/s)
"De l'" (maschile e femminile) si usa davanti a parola maschili e
femminili che iniziano per una vocale = Tu bois de l' eau (m-f/s)
•
des (m-f/p) = Tu manges des fruits
Se la frase è negativa, l'articolo partitivo viene sostituito da de/d'
come si può vedere nei seguenti esempi:
•
•
Tu ne manges pas d' épinards
Je n'achète pas de fruits
Il femminile
In generale il femminile di nomi, aggettivi qualificativi e
participi passati si forma aggiungendo una e al maschile.
Tuttavia è possibile formare il femminile in vari altri modi:
•
•
•
•
I nomi che al maschile terminano per -e rimangono
invariati. Ci sono però nomi nei quali la -e finale viene
sostituita dal suffisso esse. Ad esempio prince (principe)
princesse (principessa).
I nomi che terminano per -f trasformano la -f in -ve. Ad
esempio veuf (vedovo) veuve (vedova).
I nomi che terminano per -x trasformano la -x in -se. Ad
esempio époux (sposo) épouse (sposa).
I nomi che terminano per -er trasformano -er in ère. Ad
esempio infirmier (infermiere) infirmière (infermiera).
UNITA’ 6
L’INDICATIVO FUTURO
La radice è data dall?infinito alla quale si aggiungono le
desinenze
-ai
-as
-a
-ons
-ez
-ont
Esempio :
Manger –> je mangerai / tu mangeras / il mangera / nous
mangerons / vous mangerez / ils mangeront.
Alcuni verbi hanno radici irregolari :
avoir
AURêtre
SERaller
IRsavoir
SAURdevoir
DEVRpouvoir
POURR-
voir
VERRvouloir
VOUDRvenir
VIENDRenvoyer
ENVERRcourir
COURRmourir
MOURRtenir
TIENDRIalloir
FAUDRpluvoir
PLEUVRs?asseoir
ASSIÈR-/ASSOIR-
UNITA’ 7
LA DEMANDE DE DOCUMENTATION
Société ... (Raison sociale)
... (Ville), le ... (Date),
Numéro de Siret ...
Adresse
Code postal, Ville
Société ... (Raison sociale) ou
Adresse
Ville
Objet : Demande de documentation
Cher Monsieur (ou Madame) ... (Nom fournisseur /
prestataire de services)
Nous vous serions reconnaissants de ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤
¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ produits ... (Détailler)
(Eventuellement : sur les prestations que vous proposez).
Nous ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ les modèles suivants
(ou éventuellement par les prestations suivantes) :
- ... (Détailler le produit ou service)
- ...
- ...
Ces produits (ou cette prestation) sont ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤
¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤.
Dans l'hypothèse où vos tarifs ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤
, nous prévoyons ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤
¤ de ... (Quantité) ... pièces. Dans ce cas, nous ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤
¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤
¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ à ... (Nombre de jours : 30 ou 60
ou 90) jours.
Par ailleurs, pouvez-vous ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤
¤ ¤ ¤ ¤ ¤ de commande ?
Dans l'attente ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ , et en espérant ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤
¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ , recevez, Monsieur (ou Madame)
nos salutations les meilleures.
Nom
Signature / Cachet
UNITA’ 8
LA COMMANDE
Souvent sous-estimée, la préparation de la commande contribue
aussi à la qualité de service d'un site. Il faut en effet savoir que
les délais maximaux acceptés par un cyberclient n'excèdent
généralement pas 24 heures, voire 48 heures, pour des produits
standard, et 5 à 6 jours pour des articles plus complexes ou
rares.
Courts, ces délais supposent une expertise que peu d'entreprises
possèdent, à l'exception des vépécistes aguerris à la gestion du
client à distance. Si beaucoup de sociétés font appel à des
prestataires spécialisés dans le domaine de la gestion de la
logistique pour véhiculer les produits, elles leur confient moins,
en revanche, la préparation de la commande.
" C'est l'image de l'entreprise , souligne Jean-René Bouton,
directeur commercial du site pere-noel.fr, spécialisé dans la
grande distribution. Un service défaillant est très vite
sanctionné par les internautes et conduit inévitablement à la
perte du site. Nous ne recourons à aucun prestataire extérieur
pour la préparation de la commande, qui est réalisée par nos
soins. " Même si, par ailleurs, la société utilise UPS ou La Poste
pour livrer les colis. Même son de cloche chez fnac.com qui,
comme pere-noel.fr, dispose de ses propres stocks et prépare la
commande en interne.
Externalisation contre maîtrise de l'image de la société
Comme dans toute externalisation, déléguer une partie de ses
activités à un prestataire comporte des risques. La préparation de
la commande représente une étape cruciale dans la mesure où, si
elle n'est pas effectuée correctement, la sanction est immédiate.
Mais la gérer en interne suppose du personnel qualifié. " Cela
implique de rajouter un chaînon à la chaîne d'activité de
l'entreprise qui n'a rien à voir avec son métier traditionnel,
précise François Knab de CosmoBay. Bien entendu, il faut
analyser la situation au cas par cas, mais en règle générale,
nous préconisons l'externalisation. " Les experts sont assez
unanimes : " À raison de moins de 10 commandes par jour, la
solution en interne est envisageable. Mais il faut reconnaître
que pour atteindre une réelle garantie de service,
l'externalisation reste la meilleure alternative ", précise JeanRémi Gratadour, chargé de mission auprès de l'Irepp (Institut de
recherche et prospective postale), entité de recherche et de
développement de La Poste.
Les prestataires compétents sont encore trop rares
Si pere-noel.fr , fnac.com ou encore Chateau Online et
amazon.fr n'ont pas totalement délégué leur logistique, c'est que
les prestataires compétents sont assez rares, notamment dans le
domaine du B to C . Peu lucratif pour des géants comme DHL,
UPS ou Hays (en raison de la multitude de petits paquets), le
marché de la logistique B to C se prépare toutefois à décoller.
Pour preuve, l'apparition de prestataires spécialisés tels qu'e-liko
( e-liko.com ), société destinée uniquement au web marchand et
qui livre en quelques heures sur rendez-vous, en région
parisienne.
De son côté, Telemarket (Groupe Galeries Lafayette en
partenariat avec Monoprix et Casino) mise sur 15 années
d'expérience dans l'e-commerce sur Minitel puis internet pour
proposer ses services à des tiers. Dotée d'une équipe de 100
professionnels, de 20 000 m2 d'entrepôts, de 1 200 m2 de
chambres froides et d'un actif de quelque 1 000 commandes
livrées chaque jour, l'entreprise entend se faire une place sur le
marché de la logistique des sites marchands en offrant un
service qui va de l'enlèvement du produit à sa mise en colis et sa
livraison.
En 1999, Telemarket s'est équipé d'une plate-forme de gestion
de la chaîne logistique. Depuis, le temps de traitement d'une
commande est passé de 1 heure à 20 minutes en moyenne. Parmi
les prestataires spécialisés dans les sites marchands, citons
également Crosslog, Equod, Shipvision... et bien entendu notre
bonne vieille Poste qui, pour l'heure, gère encore une grande
partie des articles commandés sur internet.
UNITA’ 9
L’ AGRICULTURE
L’agriculture (du latin agricultura) est un processus par lequel
les hommes aménagent leurs écosystèmes pour satisfaire les
besoins de leurs sociétés. Elle désigne l’ensemble des savoirfaire et activités ayant pour objet la culture des terres, et, plus
généralement, l’ensemble des travaux sur le milieu naturel (pas
seulement terrestre) permettant de cultiver et prélever des êtres
vivants (végétaux, animaux, voire champignons ou microbes)
utiles à l’être humain.
L'agronomie regroupe, depuis le XIXe siècle, l’ensemble de la
connaissance biologique, technique, culturelle, économique et
sociale relative à l'agriculture.
En économie politique, l’agriculture est définie comme le
secteur d’activité dont la fonction est de produire un revenu
financier à partir de l’exploitation de la terre (culture), de la
forêt (sylviculture), de la mer, des lacs et des rivières
(aquaculture, pêche), de l'animal de ferme (élevage) et de
l'animal sauvage (chasse). Dans la pratique, cet exercice est
pondéré par la disponibilité des ressources et les composantes de
l'environnement biophysique et humain. La production et la
distribution dans ce domaine sont intimement liées à l'économie
politique dans un environnement global.
L’agriculture est née avec la mise en terre de semence ou graine
par l’homme. Cela a commencé il y a 10 000 ans au MoyenOrient, en Iran ainsi qu'en Nouvelle-Guinée.
Malgré l'exode rural massif contemporain, la population
agricole active serait d'environ 1,34 milliards de personnes soit
près de 43% de la population active mondiale.
Production agricole
L'activité agricole assure principalement l'alimentation des
humains. En outre, l’agriculture produit un nombre important de
produits tels que des peaux d’animaux, des engrais, des produits
destinés à l’industrie (éthanol, fécule, chanvre), des plantes
vertes et fleurs, du bois. Elle représente un maillon
indispensable dans la chaîne agroalimentaire, en lui assurant
l’approvisionnement en matières premières (fécule, oignon,
céréale, fruit, etc.).
La délimitation précise de ce qui entre ou non dans le champ de
l’agriculture conduit à de nombreuses conventions qui ne font
pas toutes l’objet d’un consensus. Certaines production peuvent
être considérées comme ne faisant pas partie de l'agriculture : la
mise en valeur de la forêt (sylviculture), l’élevage d’animal
aquatique (aquaculture), l’élevage hors-sol de certains animaux
(volaille et porc principalement), la culture sur substrat artificiel
(cultures hydroponiques)... Mis à part ces cas particulier, on
distingue principalement la culture pour l'activité concernant le
végétal et l'élevage pour l'activité concernant l'animal.
La culture, ou production végétale, est divisée en grandes
cultures (céréales, oléagineux, protéagineux et quelques
légumes), arboriculture fruitière, viticulture (production du
raisin), sylviculture et horticulture.
L'élevage, ou production animale, vise à faire naitre et élever
des animaux pour la consommation directe (viande) ou pour
leurs produits (lait, œuf, laine, miel, etc). Les exploitations
agricoles peuvent par exemple orienter leur production vers les
bovins, les porcins, les ovins/caprins ou les granivores.
Exemple de produit primaire pour l’alimentation humaine
ou animale : bœuf, veau, cochon, poulet, lapin, cheval,
agneau, canard, dinde, oie, escargot, ...
Exemple de produit secondaire : miel, lait et autres
produits laitiers, foie gras, soie, laine, ...
UNITA’ 11
LE VINS
Certains pays plantent de façon très importante ce qui à terme
devrait amener sur le marché d'énormes quantités de nouveaux
vins et faire chuter les prix. En 2008, les nouvelles plantations
ont augmenté de 240% en Nouvelle-Zélande, de 169% en
Australie et de 164% en Chine. De son côté, la Commission
européenne veut libéraliser complètement les droits de
plantation en Europe d'ici 2018 au maximum ce qui sera une
grande première.
La consommation mondiale
Consommation annuelle de vin, par habitant :
moins de 1
litre.
de 1 à 7 litres.
de 7 à 15 litres.
de 15 à 30 litres.
Plus de 30 litres.
Dans le passé, un cabaretier servait du vin au détail. Le vin peut
s'acheter directement chez les producteurs, dans des commerces
spécialisés, dans des enseignes généralistes ou sur des sites
internet spécialisés. L'achat chez les producteurs peut être un
objectif de l'œnotourisme mais ce n'est pas le seul.
Le consommateur européen est devenu au cours des années, plus
exigeant, plus sélectif, plus regardant sur la qualité et curieux
des vins d'autres contrées.
Le secteur viticole
Le secteur viticole se sépare en deux professions : les vignerons
indépendants (représentés en France par les Vignerons
Indépendants de France) qui assurent la production de leur vin,
du cep de vigne à la mise en bouteille, en passant par la
vinification et qui constitue la branche artisanale, et les
viticulteurs coopérateurs qui n'effectuent pas la vinification. La
majeure partie de la commercialisation en France passe par les
« négociants » et « négociants manipulateurs » qui achètent du
moût de raisin, voire du raisin frais et assurent la vinification
eux-mêmes.
Physiologie (vin et santé)
Effets négatifs
Le vin présente de nombreux effets négatifs sur la santé. En
particulier, l'éthanol présent dans le vin peut entraîner plusieurs
effets néfastes :
•
•
au niveau du cerveau, il altère la survie neuronale et le
maintien des connexions cérébrales ;
au niveau du système digestif, il augmente le risque de
cancers de la bouche et des voies aériennes supérieures, du
cancer de l'œsophage et du cancer du colon ; il augmente
aussi les risques de cancer du sein, d'autres cancers et
provoque la cirrhose du foie ;
On trouve également dans le vin des traces d'alcool méthylique.
Ce dernier est un puissant neurotoxique. Il en existe toujours à
des doses variant de 35 à 350 mg par litre. Il provient de
l'hydrolyse des pectines du raisin au cours de la fermentation
Comme tout alcool, le vin peut avoir des effets néfastes sur la
santé de personnes ayant un taux facilement élevé de
triglycéride (Hypertriglycéridémie).
Le vin fait partie des boissons alcoolisées qui peuvent conduire
à l'alcoolisme.
Effets positifs
Le vin contient également des substances qui ont un effet
bénéfique dont les polyphénols. Parmi eux, le resveratrol a fait
l'objet de nombreuses études démontrant de potentiels effets
bénéfiques pour de nombreuses pathologies. Paradoxalement, le
vin protégerait du cancer, aurait un effet neuroprotecteur et
ralentirait le vieillissement cellulaire. Enfin, il améliorerait la
santé et la survie de souris suivant un régime faible en calorie.
Plusieurs groupes de recherches débattent encore de l'effet du
resveratrol sur l'allongement de l'espérance de vie, et certaines
entreprises ont déjà commencé sa commercialisation.
Plus généralement des travaux scientifiques ont démontré que la
mortalité par atteintes cardio-vasculaires était relativement plus
faible chez les Français, premiers consommateurs de vin au
monde, que dans les autres pays industrialisés. Ce phénomène
est une des composantes du paradoxe français.
Cependant, selon leurs détracteurs, l'effet bénéfique d'une
consommation modérée de vin et plus généralement d'alcool,
avancé par plusieurs études, pourrait provenir d'une erreur
méthodologique consistant à ranger les anciens alcooliques
devenus abstinents dans la catégorie des abstinents. Les études
qui ne font pas cette erreur ne retrouvent pas d'effet positif d'une
consommation modérée d'alcool, ni sur le cancer ni sur les
maladies cardiovasculaire. Au contraire une consommation
même modérée d'alcool serait un facteur de risque pour de
nombreux cancers
UNITA’ 12
L’INDUSTRIE AGRO-ALIMENTAIRE
L'industrie agroalimentaire transforme des matières premières
issues de l'agriculture, de l'élevage ou de la pêche en produits
destinés essentiellement à la consommation alimentaire.
Huit grandes familles composent ce secteur :
•
•
•
•
•
•
•
•
la fabrication de conserves, surgelés, plats cuisinés
la fabrication de produits à base de céréales : pain,
pâtisserie industrielle, pâtes, etc
la fabrication de produits alimentaires divers : chocolats,
confiserie, herbes aromatiques, aliments diététiques ou
pour bébés, etc.
la fabrication d'huiles, de corps gras et margarines.
l'industrie sucrière,
l'industrie de la viande : abattage du bétail, charcuterie, etc
la fabrication de boissons et d'alcools : vins, jus de fruit,
etc
l'industrie laitière : fabrication du lait, des yaourts, des
fromages, etc
En PACA, le secteur représente 20 000 salariés. Il occupe le
deuxième rang des employeurs industriels et concerne environ
1,5% de la population salariée.
La région a de forts savoir-faire en confiserie, biscuiterie, plats
cuisinés, transformation et conditionnement de fruits et légumes,
arômes. Les spécificités régionales reposent sur l'alimentation
méditerranéenne, l'alimentation santé et l'industrie du naturel.
L'industrie laitière ne représente que très peu d'emplois.
De 1993 à 2003, l'emploi salarié a plutôt stagné. Il se concentre
dans les établissements de taille inférieure à 100 salariés. Les
entreprises se trouvent essentiellement dans les départements du
Vaucluse et des Bouches-du-Rhône.
Les petits établissements, proches de la fabrication artisanale
côtoient des leaders mondiaux.
Les personnes qui occupent les emplois dans ce secteur sont
majoritairement des hommes, âgés de moins de 50 ans,
possédant le niveau V de formation (CAP, BEP) ou peu
diplômées.
Les ouvriers et employés sont plus représentés que dans les
autres secteurs industriels. Les cadres sont peu nombreux.
Les emplois sont relativement stables, mais peuvent être
saisonniers : on fabrique et on vend plus de glaces en été, de
chocolats au moments des fêtes de fin d'année par exemple.
Les principaux métiers industriels exercés sont ceux d'ouvriers
qualifiés : opérateurs de fabrication et de conditionnement,
conducteurs de ligne de fabrication. D'autres métiers liés à la
commercialisation et à la logistique sont aussi fort demandés
dans ce secteur d'activité : télévendeurs, magasiniers, etc.
Et demain ?
Ce secteur, peu connu du grand public, recrutera du personnel
de plus en plus formé et qualifié compte tenu des normes de
qualité visant à renforcer la sécurité alimentaire, de l'utilisation
croissante des nouvelles technologies et des exigences de la
grande distribution.
Un plan national annoncé en mai 2005 prévoit la création de 80
000 emplois entre 2005 et 2015. Ce secteur d'activité exporte
beaucoup et participe à l'excédent de la balance commerciale de
la France.
PACA possède de réels atouts pour valoriser et conforter la
position économique de ce secteur : des centres de recherche et
d'innovation technologique et 40 laboratoires de recherche en
nutrition humaine, des plateformes logistiques et une connexion
avec les produits agricoles pour la transformation des fruits et
légumes facilitée par les marchés d'intérêts nationaux (MIN),
très présents en PACA.
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