orchestra e coro dell`accademia nazionale di santa cecilia

ORCHESTRA E CORO
DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
BRUNO CAGLI
Presidente - Sovrintendente
ANTONIO PAPPANO
Direttore Musicale
ciro visco
Maestro del Coro
e del Coro di Voci Bianche
CONSIGLIO
DI AMMINISTRAZIONE
BRUNO CAGLI
Presidente
Michele Dall’Ongaro
Vicepresidente
GiovaNni Alemanno
Sindaco di Roma - Consigliere
Luigi abete
Consigliere
Paolo Buzzetti
Consigliere
Giovanni Carli Ballola
Consigliere
fulvio conti
Consigliere
giuseppe Dalla Torre
Consigliere
claudio desderi
Consigliere
vittorio di paola
Consigliere
gabriele galateri
Consigliere
gianni letta
Consigliere
irma ravinale
Consigliere
COLLEGIO
DEI REVISORI DEI CONTI
Giovanni Sapia
Presidente
andrea pirrottina
ANTONIO SIMEONI
stagione
di musica sinfonica
2012 - 2013
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
Sala Santa Cecilia
Sabato 9 marzo - ore 18 - Turno A-A2
Lunedì 11 marzo - ore 21 - Turno B*
Martedì 12 marzo - ore 19.30 - Turno C
Orchestra
dell’Accademia nazionale
di santa cecilia
Vassily Sinaisky Direttore
denis matsuev Pianoforte
Per motivi di salute il Maestro Yuri Temirkanov
non ha potuto mantenere il suo impegno
* Il concerto è trasmesso in diretta su Radio3 Rai, in differita
martedì 12 marzo alle ore 22,55 su Rai5 e alla stessa ora in
streaming su www.lamusicadirai3.rai.it
prima parte
sergej prokof’ev
(Sonzovka 1891 - Mosca 1953)
Durata: 15’ circa
Sinfonia in re maggiore n. 1 op. 25 “Classica”
Allegro
Larghetto
Gavotta. Non troppo allegro
Finale. Molto vivace
pëtr il’ič čajkovskij
(Votkinsk 1840 - San Pietroburgo 1893)
Durata: 35’ circa
Concerto n. 1 in si bemolle minore
per pianoforte e orchestra op. 23
Allegro non troppo e molto maestoso. Allegro con spirito
Andante semplice
Allegro con fuoco
seconda parte
sergej prokof’ev
Cenerentola, suite dal balletto
1. Introduzione (Andante dolce), op. 107, n. 1
2. Danza dei veli (Allegretto), op. 107, n. 2
3. La lite (Moderato. Allegro irato), op. 107, n. 3
4. La vecchia fata e la fata dell’inverno
(Allegro moderato), op. 107, n. 4
5. Lezione di danza e gavotta (Vivo), op. 108, n. 2
Marco Fiorini, Marlène Prodigo violini
6. Galop (Presto), op. 108, n. 7
7. Amoroso (Andante dolcissimo), op. 109, n. 8
8. Valzer di Cenerentola (Allegro espressivo), op. 107, n. 7
9. Mezzanotte (Allegro moderato), op. 107, n. 8
Prima esecuzione nei concerti dell’Accademia
Durata: 35’ circa
concerto russo
di Valerj Voskobojnikov
Prokof’ev
nel suo studio
all’epoca della
composizione della
Sinfonia
6
La Sinfonia “Classica” di Prokof’ev
Nella sua autobiografia Sergej Prokof’ev dichiara abbastanza
chiaramente che, nel corso dei suoi anni di studio in Conservatorio, imparò a comporre più seguendo le lezioni di direzione
d’orchestra di Nikolaj Čerepnin, che non nella classe di composizione di Anatolij Ljadov: «Seduto accanto a me con la partitura, durante le prove infinite dell’orchestra studentesca, egli
mi diceva: “Ecco, ascolti com’è delizioso qui il fagotto”, ed io
entravo con gusto nelle partiture di Haydn e di Mozart. Così
sarebbe nata in futuro la Sinfonia Classica».
E poi continua: «L’estate del 1917 la trascorsi da solo in campagna, vicino a Pietrogrado, leggendo Kant e lavorando moltissimo. Di proposito non avevo portato con me il pianoforte,
perché desideravo provare a comporre senza di esso... Ero
ossessionato dall’idea di comporre un intero pezzo sinfonico
senza ricorrere al pianoforte. In un brano simile an- sinfonia “classica”
che i colori orchestrali dovrebbero essere più puri.
Di qui scaturì l’origine del progetto di una Sinfonia Data di composizione
nello stile di Haydn; giacché, avendo molto appro- 1916-1917
fondito la tecnica haydniana con Čerepnin, sapevo Prima esecuzione
San Pietroburgo
muovermi su di un terreno sufficientemente familia- 21 aprile 1918
re per potermi avventurare nel difficile viaggio sen- Direttore
za il pianoforte. Mi sembrava che se Haydn fosse vis- Sergej Prokof’ev
suto fino ai nostri giorni, avrebbe mantenuto il pro- Organico
prio stile compositivo e nello stesso tempo avreb- 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Clarinetti,
2 Fagotti, 2 Corni, 2 Trombe,
be percepito qualcosa di nuovo. Questo è il tipo di Timpani, Archi
Sinfonia che volli scrivere: una Sinfonia nello stile
classico, come infatti la chiamai quando mi accorsi che l’idea
stava prendendo corpo; innanzitutto perché il titolo Sinfonia
Classica era più semplice, poi, come una birichinata, per gettare con esso “le oche” nello scompiglio, ed infine nella segreta
speranza di vincere se la Sinfonia si fosse realmente affermata
come un pezzo di musica classica. La composi a mente durante
le mie passeggiate in campagna... Per prima cosa fu composta
la Gavotta. Poi, ancora nel 1916, era pronto il materiale per il
primo e il secondo movimento. Ma per l’estate 1917 rimaneva
ancora molto lavoro. Nel finale ho cancellato la prima versione
con tutti i suoi abbozzi e ne ho composto una nuova, ponendomi tra l’altro il compito di evitare qualsiasi accordo di tonalità
minore». La Sinfonia fu completata il 10 settembre 1917 e dedicata all’amico e collega del Conservatorio, il futuro temibile
critico Boris Asaf’ev.
La prima esecuzione della Classica ebbe luogo il 21 aprile
1918 a Pietrogrado, dove “a sei mesi dall’insediamento del
potere sovietico funzionava ancora l’impresa privata in campo
concertistico” e dove l’Autore la diresse personalmente con
l’orchestra di “corte”, con la quale 10 anni prima aveva eseguito la propria Sinfonia giovanile. Al concerto era presente l’allora commissario all’istruzione Anatolij Lunačarskij, che qualche mese dopo autorizzò il giovane compositore a partire per
l’America. La partitura della Classica accompagnò Prokof’ev
nel suo lungo viaggio attraverso tutta la Siberia, il Giappone e
7
l’Oceano. Negli Stati Uniti Prokof’ev fu presentato ad
uno dei direttori d’orchestra più importanti di allora,
Walter Damrosch, il quale a proposito della Classica
Sinfonie nn. 1-7
London Symphony Orchestra
disse: “È deliziosa, è un vero Kalinnikov”. Prokof’ev
Valery Gergiev direttore
Philips 2006 (3 cd)
fu indignato, si trattava invece di un autentico e
Sinfonie nn. 1, 5, 6, 7
sincero complimento: Damrosch aveva girato tutta
Concertgebouw Orchestra,
l’America con una Sinfonia di Vasilij Kalinnikov.
London Symphony Orchestra,
The Cleveland Orchestra
Più tardi, a Parigi, Prokof’ev decise di considerare
Vladimir Ashkenazy direttore
la Classica come la propria Sinfonia numero uno:
Decca 2002 (2 cd)
«Non era davvero una Sinfonia, ma pur sempre una
Sinfonie nn. 1 e 5
Berliner Philharmoniker
Sinfonia, quindi decisi di considerarla come la mia
Herbert von Karajan direttore
prima». Nel maggio 1931 a Parigi fu realizzato un
DGG 1992
balletto sulla musica della Classica. «È venuto niente male, però l’impresa ben presto è fallita, ma non per cause
dipendenti dalla Classica».
Guardando alla sua produzione compositiva Prokof’ev individuava cinque differenti linee stilistiche: la prima è proprio
quella “classica”, «così definita per la forma (sonate e concerti) e per le imitazioni dei classici del Settecento (Gavotte, Sinfonia classica, Sinfonietta op. 48)». Le altre linee sono: quella
moderna, la linea toccatistica e “motoria”, una quarta “lirica”
ed infine una quinta linea “scherzosa”, che appare in quasi
tutte le sue composizioni e che Prokof’ev giustamente non
voleva venisse indicata come “grottesca”, espressione usata
invece da molti critici.
Infine, sempre attraverso le parole del compositore, da una
sua intervista al giornale “Los Angeles Evening Express”
del 19 febbraio 1930, scopriamo la sua ricerca della “nuova semplicità”. «La Sinfonia Classica è stata il mio primo capriccio in questo senso. Desideravo comporre alla maniera
di Mozart, utilizzando però una grande orchestra. Rivolgendoci alla nuova semplicità, noi utilizzeremo le più semplici
combinazioni degli strumenti, piccoli organici orchestrali,
mantenendo le migliori qualità dell’armonia contemporanea, con la sua forza, la sua acutezza ed espressività. Facendo un parallelo con le epoche precedenti, sto facendo ciò
che Mozart ha fatto dopo Bach. Mozart e Haydn hanno preso
cd
8
da Bach alcuni dei suoi modi, le sue dissonanze, libri
ma circondandoli con quella “semplicità stilistica” che apparve (dopo Bach) nella seconda metà Piero Rattalino
Prokof’ev. La vita,
del XVIII secolo. Anch’io mi sto evolvendo verso Sergej
la poetica, lo stile.
la semplicità della forma, verso un contrappunto Zecchini editore,
Varese 2005
meno complesso, e verso uno stile più melodico.
Maria Rosaria Boccuni
Tutto questo è la nuova semplicità».
Sergej Sergeevic Prokof’ev
In nome di questa nuova semplicità Prokof’ev è L’Epos, Palermo 2003
stato accostato al neoclassicismo e quindi anche Sergej Prokof’ev
Diario: viaggio in Bolscevisia
a Stravinskij; tuttavia l’autore ebbe modo di sot- a cura di Franco Carlo Ricci
tolineare più volte che, sebbene avesse composto e Valerij Voskobojnikov
Edizioni scientifiche italiane,
la sua Sinfonia Classica ben prima che Stravinskij Napoli 1991
scrivesse il suo Pulcinella, non si considerava un
sostenitore della corrente neoclassica, perché
era comunque più interessato alle nuove forme
espressive. E in questo senso la Classica, composta
nel lontano 1917, rimase per sempre l’unico opus
“classico” di Sergej Prokof’ev.
Dopo la musica audace dei due Concerti per pianoforte e orchestra, e la non meno “barbara” Suite
scita (composta sul materiale del balletto Ala e Lolli), che non aveva accontentato nemmeno Diaghilev (certamente tutt’altro che un purista) la nuova
Sinfonia del giovane compositore fu una sorpresa
per tutti – tanto era limpida, chiara, severa, snella
e nello stesso tempo piena di luce e di ottimismo.
Prokof’ev scelse anche un organico strumentale
assai modesto, con 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2
trombe, 2 corni (senza tromboni e tuba), oltre agli archi, naturalmente.
La Sinfonia inizia con un accordo forte di tutta l’orchestra,
dopo il quale troviamo un veloce motivo ascendente dei flauti, dei clarinetti e degli archi – come se si alzasse velocemente il sipario su uno spettacolo di burattini. Il tema principale
dell’Allegro di sonata è leggero, scorrevole, di strumentazione
trasparente. Il secondo è di carattere piuttosto comico, a causa dei salti ampi e leggeri dei violini (scrive l’autore “con ele9
ganza”) e l’accompagnamento goffo dei fagotti con le entrate
improvvise dei corni. Questi salti di due ottave dei flauti e dei
violini, e le curiose acciaccature creano l’immagine di un ballo
“dei bei vecchi tempi, con le parrucche e le treccine” (scrive
Prokof’ev nella sua presentazione alla “prima”). Due battute
conclusive, quasi identiche all’inizio, fanno calare momentaneamente il sipario.
Il Larghetto è scritto nel ritmo di una Polacca, ma il suo carattere ricorda piuttosto un raffinato Minuetto di Haydn. La melodia,
abbellita dai trilli, sembra proprio mostrare dei danzatori che
si accasciano seguendo il ritmo della musica. La parte centrale,
mossa, raggiunge un climax piuttosto brillante per poi tornare
al movimento della danza cerimoniosa. Il triste e leggermente
stravagante tema dei violini nel registro acuto è sostenuto da
un accompagnamento volutamente asettico.
Il terzo movimento è una Gavotta: questa danza si trova spesso nelle opere di Prokof’ev, sia prima della Sinfonia che dopo
(nei cicli per pianoforte op. 12 e op. 32, nella musica per il film
Amleto e nel balletto Cenerentola, come vedremo fra poco).
Qui “l’umorismo” di Prokof’ev si manifesta appieno: il gesto
di ampia apertura, i salti di ottava marcati, l’alternanza delle
triadi di tonalità maggiore e le cadenze fasulle. Nell’episodio
centrale sul pedale prolungato di timpani e archi e poi dei
fagotti, a mo’ di cornamusa, si ode un semplice motivetto: si
tratta di una “musette” di sapore popolare russo. Questa musica molti anni dopo fu usata da Prokof’ev nel balletto Romeo
e Giulietta.
Il finale Molto vivace, scintillante, precipitoso, scritto come
il primo movimento in forma-sonata, ci riporta a un inarrestabile carosello: i temi di carattere danzante, basati su scale e arpeggi con elementi di pura comicità, la trasparenza
dell’orchestrazione, la chiarezza della forma riaffermano in
conclusione la “classicità” della Sinfonia, dando ragione del
suo titolo.
10
Il Concerto n. 1 per pianoforte di Čajkovskij
primo concerto
per pianoforte
Sicuramente tra le opere più popolari dell’intero re- Data di composizione
pertorio, il Concerto in si bemolle minore per piano- 1874
Prima esecuzione
forte e orchestra di Pëtr Il’ič Čajkovskij non ha certo Boston, 25 ottobre 1875
bisogno di presentazioni. Eppure è sorprendente Direttore
scoprire che la sua genesi fu piuttosto travagliata Benjamin J. Lang
e controversa, come racconta lo stesso composito- Organico
re in una delle lettere alla sua fedele ammiratrice Pianoforte solista,
2 Flauti, 2 Oboi,
e sostenitrice Nadežda von Meck, alla quale confi- 2 Clarinetti, 2 Fagotti,
2 Trombe,
dava ogni dettaglio della sua attività compositiva. 43 Corni,
Tromboni, Timpani, Archi
Ecco una citazione dalla sua lettera da Sanremo del
2 febbraio 1878:
«Nel dicembre 1874 ho scritto un Concerto per pianoforte. Dato che non sono un pianista, avevo bisogno di rivolgermi a un virtuoso, uno specialista,
che mi indicasse ciò che fosse faticoso, di difficile
esecuzione, privo di effetto e così via. Mi serviva un
critico severo, ma allo stesso tempo, ben disposto
nei miei confronti. Devo dire chiaramente che una
voce interiore protestava contro la scelta di [Nikolaj]
Rubinštejn come giudice. Egli non solo è il primo pianista moscovita, ma è certamente un pianista superiore. Così lo invitai ad ascoltare il Concerto e a fare
delle osservazioni a proposito della parte pianistica.
Era la vigilia di Natale del 1874, Rubinštejn propose
di provare in una delle classi del Conservatorio. Mi presentai
con il mio manoscritto e dopo di me giunse Rubinštejn con
Hubert. Suonai il primo movimento. Neanche una parola... Armatomi di pazienza, lo suonai fino alla fine. Ancora silenzio.
Mi alzai e chiesi: “Ebbene?” Allora dalle labbra di Rubinštejn
sgorgò un torrente di parole, dapprima tranquille, poi sempre
più simili a un profluvio di Giove tonante. Pareva che il mio
Concerto non valesse niente… che la composizione fosse pessima e volgare... Io ero stupefatto e colpito che una persona
che aveva scritto già moltissimo e che teneva al Conservatorio
un corso di composizione libera, si facesse oggetto di un tal
11
L’interno della
Carnegie Hall:
fu Čajkovskij a
inaugurare la celebre
sala newyorkese
il 5 maggio 1891,
dirigendovi il suo
Primo Concerto per
pianoforte e orchestra.
biasimo. Uscii tacendo dalla stanza e andai di sopra. Ben presto riapparve Rubinštejn... Mi ripeté che il mio Concerto è impossibile e, avendomi indicato molti punti in cui erano necessari cambiamenti radicali... se… lo avessi rivisto secondo i suoi
desideri, allora mi avrebbe fatto l’onore di eseguirlo... “Non ne
rivedrò neppure una nota, – gli risposi – e lo pubblicherò così
com’è!” E così ho fatto».
Hans von Bülow, allievo di Franz Liszt, fu il primo a suonare il Concerto negli Stati Uniti, a Boston il 25 ottobre 1875 e
Čajkovskij glielo dedicò, grato per l’esecuzione. Questa decisione fu presa dal compositore su suggerimento di Karl Klindworth che allora insegnava al Conservatorio di Mosca ed era
molto rispettato da Pëtr Il’ič. E fu lo stesso Klindworth a consegnare il manoscritto ad Hans von Bülow, dal quale il compositore ricevette numerose lettere piene di ammirazione e gratitudine. In Russia la prima esecuzione non soddisfece l’autore.
Il 1° novembre il Concerto fu eseguito a San Pietro- libri
burgo da Gustav Kross, sotto la direzione di Eduard
Napravnik. Questa fu la reazione di Čajkovskij: Claudio Casini,
Delogu
«Napravnik ha fatto di tutto per accompagnarlo in Maria
Čajkovskij: la vita,
modo tale che al posto della musica non ci fosse tutte le composizioni.
Milano, Bompiani 2005
altro che un’atroce cacofonia. Il pianista Kross l’ha
Il fanciullo di vetro:
interpretato in modo coscienzioso, ma piatto, privo Pëtr Il’ič Čajkovskij,
di gusto e di fascino». Sicuramente andò meglio a a cura di
Maria Grazia Boccuni
Mosca dove, scelto dallo stesso autore come solista, Casalecchio di Reno,
Sergej Taneev «suonò il 21 novembre 1875 mera- Grafis 1997
vigliosamente». L’orchestra fu guidata dallo stesso Alexandra Orlova
Čajkovskij. Un autoritratto.
Nikolaj Rubinštejn. In seguito, nonostante fosse Torino, EDT 1993
contrario a qualsiasi cambiamento, il compositore
accolse alcune correzioni proposte da Edward Dannreuther,
interprete della prima esecuzione in Inghilterra il 23 marzo
1876, e le trasferì nell’edizione apparsa nel 1879; dieci anni
dopo, in una nuova edizione, furono introdotte ulteriori modifiche, forse suggerite da altri pianisti, come Aleksandr Ziloti.
Poco dopo il severo critico Nikolaj Rubinštejn cambiò la sua
opinione sul Concerto e lo eseguì il 16 febbraio 1878 a Mosca
e poi due volte a Parigi all’Esposizione Universale. Leggiamo
una lettera di Čajkovskij scritta a Clarens alla solita von Meck: «28 marzo 1878. Ieri ho ricevuto la sua lettera con la notizia del
Concerto di Rubinštejn. Sono molto lieto che il mio Concerto Le
sia piaciuto. Per quanto riguarda l’esecuzione da parte di Nikolaj Grigor’evič, ero assolutamente sicuro che lo avrebbe suonato
magnificamente. In sostanza questo Concerto è davvero scritto
per lui e conta sulla sua immensa abilità di virtuoso».
Durante la tournée di Čajkovskij negli Stati Uniti nel 1891 il
Concerto fu suonato più volte sotto la sua direzione, in particolare il 5 maggio all’inaugurazione della famosa Carnegie
Hall. Infine, anche il programma dell’ultimo concerto diretto
dal compositore, il 16 ottobre 1893, oltre alla prima esecuzione della Sesta Sinfonia “Patetica”, conteneva il Primo Concerto
per pianoforte, con la solista Adele Aus der Ohe, la stessa della
tournée americana. Čajkovskij si accomiatò dal proprio pubblico proprio con queste due opere.
13
Nel primo e nel terzo movimento Čajkovskij utilizzò
due temi popolari ucraini: come spiegò egli stesso
Čajkovskij: Concerto n. 1
in una lettera alla von Meck, scritta nella sua tenuta
Lo schiaccianoci, suite (per 2 pf.)
Martha Argerich pianoforte
a Brailov:
Berliner Philharmoniker
«9 maggio 1879. Sono stato in chiesa, al monasteClaudio Abbado direttore
DGG 1996
ro... Ho ascoltato il canto dei “ciechi con le lire”. Il
canto si chiama così per lo strumento di accompaČajkovskij: Concerto n. 1
Rachmaninoff: Preludi
gnamento, la lira appunto, che non ha nulla in comuSviatoslav Richter pianoforte
Wiener Symphoniker
ne con lo strumento antico. È meraviglioso che tutti
Herbert von Karajan direttore
i cantanti ciechi in Piccola Russia [Ucraina] cantino
DGG 1996
sempre lo stesso motivo. L’ho parzialmente utilizConcerti per pianoforte
zato nel primo movimento del mio Concerto per
di Čajkovskij (n. 1)
Prokof’ev (n. 5), Bartók (n. 2)
pianoforte» [nell’episodio Allegro con spirito]. Nel
Emil Gilels pianoforte
New Philharmonia Orchestra,
Finale Čajkovskij inserisce un’altra canzone ucraina
Orchestre de Paris,
“Esci esci, Ivan’ku”. Infine nel secondo movimento,
London Symphony Orchestra
Lorin Maazel direttore
come ricordava il fratello Modest, il compositore
Emi 2006 (2 cd)
usò un tema francese che i due fratelli spesso canticchiavano da piccoli.
Negli anni ‘80 il celebre pianista russo Lazar’ Berman trovò
nella biblioteca del suo maestro Aleksandr Goldenweiser la
partitura della prima versione, originale, del Concerto. Dopo
averla studiata Berman scoprì che il Concerto non era un’opera
così marcatamente pomposa, festosa e virtuosistica, ma molto
lirica. Ad esempio, il primo tema, di solito sospinto in secondo
piano dai possenti accordi del pianoforte, risultava invece in
tutto il suo sapore nazionale: maestoso, epico, con l’accompagnamento degli stessi accordi del solista ma suonati in arpeggio, come su un antico strumento, il gusli [una sorta di salterio]. In questa versione il Concerto è stato registrato nel 1986
da Lazar’ Berman con l’Orchestra della Radio di Berlino Ovest
diretta da Yuri Temirkanov.
cd
14
La Cenerentola di Prokof’ev
cenerentola
Nel suo articolo L’artista e la guerra Prokof’ev racconta Data di composizione
1940-1944
di essersi trasferito nell’estate del 1943 nella città di
Prima esecuzione
Perm’ (allora si chiamava Molotov) su invito del teatro Mosca,
“Kirov”, che si trovava lì in sfollamento: «Sono arrivato Teatro Bol’šoj
nella città di Perm’ per completare il balletto Ceneren- Direttore
Jurij Faier
tola, interrotto nell’estate del 1941. Molti paesi, molti
popoli conoscono ed amano la fiaba di Cenerentola. Organico
Ottavino, 2 Flauti, 2 Oboi,
Nella raccolta delle fiabe popolari russe di Afanas’ev Corno inglese, 2 Clarinetti,
la troviamo sotto il titolo Maša-brunettina. Il libretto è Clarinetto basso, 2 Fagotti,
Controfagotto, 4 Corni,
scritto da un esperto come Nikolaj Volkov». Nel 1945 3 Trombe, 3 Tromboni, Tuba,
il compositore raccontava che nel suo balletto l’eroi- Timpani, Percussioni,
Arpa, Pianoforte, Archi
na viene rappresentata attraverso tre temi musicali:
Cenerentola offesa, Cenerentola pura e sognante, Cenerentola
innamorata e felice. «Composi la Cenerentola secondo la tradizione del balletto classico, in esso si trovano Pas de deux, Adagio,
Gavotta, Valzer, Pavana, Passepied-Bourrée, Mazurka, Galop. Ogni
personaggio possiede una propria variazione».
Per il ruolo di Cenerentola fu immediatamente scelta la più
grande ballerina russa, Galina Ulanova. La prima rappresentazione ebbe luogo a Mosca, al Bol’šoj il 21 novembre 1945 con
la Ulanova e Michail Gabovic nelle parti principali, direttore
era Jurij Faier, coreografo Rostislav Zacharov. L’anno successivo
Prokof’ev trasse tre Suite dalla musica del balletto, registrate
come op. 107, 108 e 109. Quella che ascoltiamo stasera è “una
suite delle suites”, cioè sei numeri dalla Prima Suite (Introduzione, Danza dei veli, La lite, La vecchia fata e la fata dell’inverno,
Valzer di Cenerentola e Mezzanotte), due numeri dalla Seconda
(Lezione di danza e Gavotta e Galop) e uno dalla terza (Amoroso).
Molto popolari tra i pianisti sono inoltre le tre Suite pianistiche
dallo stesso balletto: Tre pezzi op. 95, Dieci pezzi op.97 e Sei pezzi op. 102.
L’Introduzione che apre il Balletto, è basata su due temi. Il primo, triste, ricorda alcuni canti popolari russi: viene esposto da
violini, viole, violoncelli e clarinetti con l’accompagnamento
dei lunghi e morbidi accordi dei secondi violini e fagotti. Il
15
Sergej Prokof’ev nel 1921. Disegno di Henri Matisse
secondo tema, romantico e leggiadro, rappresenta i cd
sogni di Cenerentola.
Danza dei veli (Pas de chale in originale) è una danza Cenerentola (suites opp. 107-109)
Romeo e Giulietta, estratti
graziosa e raffinata, che lentamente però accelera e St. Petersburg
Orchestra
si trasforma in una specie di Tarantella, che prean- Philharmonic
Yuri Temirkanov direttore
Signum Classics 2010
nuncia il litigio tra le sorellastre di Cenerentola.
La lite (Moderato. Allegro irato) è uno scherzo bril- Prokof’ev: Cenerentola
USSR Tv and Radio
lante e pieno di sarcasmo, che descrive la rabbia Symphony Orchestra
delle cattive fanciulle. I motivi sono brevi, le sono- Gennadi Roždestvenskij direttore
Audiophile 2000 (2 cd)
rità aspre, gli accenti improvvisi e forti.
Prokof’ev: Cenerentola
Il numero della Vecchia fata e la fata dell’inverno Glazunov: Raymonda highlits
Symphony Orchestra
unisce i due diversi episodi del balletto: la varia- London
André Previn,
zione della fata dell’Inverno dal Primo Atto (quan- Lovro von Matač ić
do appaiono le fate di tutte le stagioni) e l’arrivo direttori
Emi 2009 (2 cd)
della fata Nonna che viene in aiuto di Cenerentola. Prokof’ev: Cenerentola
Qui Prokof’ev crea sonorità particolarmente affa- Glazunov: Le stagioni: Inverno
Royal Philharmonic Orchestra,
scinanti e fiabesche: usa i clarinetti, le arpe, il tre- The Cleveland Orchestra
molo degli archi con l’assolo dell’ottavino e poi il Vladimir Ashkenazy direttore
Decca 1999 (2 cd)
tamburo militare con i colpetti dei piatti.
La Lezione di danza e gavotta è un episodio umoristico, in cui
viene rappresentato il malcontento del maestro di danza, che
si alterna con la musica della Gavotta.
La Gavotta viene suonata da due inesperti violinisti, che rappresentano il ballo goffo e legnoso delle sorellastre. Ma appena la
matrigna parte con le figlie per la festa da ballo, Cenerentola comincia a ballare la stessa danza ed ecco che avviene il miracolo
musicale: la melodia rimane la stessa, ma al posto dello strimpellamento dei due sgraziati “violinisti” tutti gli archi dell’orchestra
suonano la stessa melodia in modo pulito e preciso. Il ballo della
Cenerentola di conseguenza diventa grazioso e naturale.
Anche il Galop (ce ne sono tre nel Terzo Atto) è molto spiritoso
nell’orchestrazione: la figura ritmica è scandita dai tromboni
e dai colpi di grancassa, mentre la corsa del Principe che insegue la promessa sposa è rappresentata dalle scale velocissime dei violini.
Segue l’apoteosi del balletto, Amoroso: il Leitmotiv della Cenerentola, con i suoi sogni e il suo amore, suona in modo mae17
stoso anche se sommesso. Le splendide melodie si poggiano
sul tremolo degli archi, sugli arpeggi del pianoforte e dell’arpa.
Magnifica è la conclusione dell’Amoroso, con un passaggio della celesta che sfuma verso l’acuto, un accordo in diminuendo
degli archi e una solitaria tuba nel registro più grave.
Il Valzer di Cenerentola nel balletto è il Valzer-Coda alla fine del
Secondo Atto, prima dell’episodio Mezzanotte. La flessuosa melodia del Valzer è altamente poetica e rappresenta la realizzazione
della felicità, culminante in un fortissimo di tutta l’orchestra.
Al termine della Suite la Mezzanotte irrompe svegliandoci da un
bellissimo sogno! Lo xilofono conta i secondi in modo implacabile e metrico, l’ottavino stride, i tremoli degli archi sono feroci,
tutto si agita sullo sfondo del battito legnoso delle percussioni
e all’improvviso il ticchettio dell’orologio si ferma, cresce la potente sonorità di tutta l’orchestra e la stupenda fiaba finisce.
Galina Ulanova
prima interprete
della Cenerentola di
Prokof’ev
18
le esecuzioni a santa cecilia
La Sinfonia n. 1 “Classica” di Prokof’ev
1935 Issay Dobrowen; 1949 Jean Martinon; 1954 Theodore Bloomfield; 1956 Pierre Dervaux; 1957 Ferruccio Scaglia; 1964 Pierluigi
Urbini, Alfredo Gorzanelli; 1967 Luciano Rosada; 1969 Pierluigi Urbini; 1970 Pierluigi Urbini; 1972 Igor Markevitch; 1977 Igor Markevitch, Ken-Ichiro Kobayashi; 1984 Pierluigi Urbini; 1986 Lorin
Maazel (Orchestre National de France), James Blair; 1991 Franco
Mannino; 1995 Vladimir Spivakov; 1996 Leonid Nikolaev (The International Children Symphony Orchestra); 1999 Gabriele Ferro (ORT
- Orchestra della Toscana).
Il Concerto per pianoforte n. 1 di Čajkovskij
1907 Vasilij Sapelnikov direttore e pianista; 1908 Vittorio Gui
direttore, Adriano Ariani pianoforte; 1916 Bernardino Molinari
direttore, Elvira Silla pianoforte; 1921 Bernardino Molinari direttore, Edoardo Celli pianoforte; 1927 Mario Rossi direttore, Arthur
Rubinstein pianoforte; Mario Rossi direttore, Vladimir Horowitz
pianoforte; 1936 Bernardino Molinari direttore, Vladimir Horowitz
pianoforte; 1941 Herbert Albert direttore, Tito Aprea pianoforte;
1947 Francesco Molinari Pradelli direttore, Eugenio Bagnoli pianoforte; Gibson Morrissey direttore, Eugene List pianoforte; 1950
Antonio Pedrotti direttore, Arthur Rubinstein pianoforte; Hermann
Scherchen direttore, Mario Ceccarelli pianoforte; 1952 Ettore Gracis direttore, Aldo Ciccolini pianoforte; Antonio Pedrotti direttore,
Nikita Magaloff pianoforte; 1953 Fernando Previtali direttore, Aldo
Ciccolini pianoforte; 1954 Giuseppe Morelli direttore, Tito Aprea
pianoforte; 1955 Antonio Pedrotti direttore, Ella Goldstein pianoforte; 1956 Giuseppe Morelli direttore, Janine Dacosta pianoforte; 1958 Dénes Marton direttore, Julius Katchen pianoforte; 1959
Fernando Previtali direttore, György Cziffra pianoforte; 1960 Peter
Maag direttore, Tito Aprea pianoforte; Carlo Franci direttore, Aldo
Mancinelli pianoforte; 1961 Carlo Maria Giulini direttore, Emil
Gilels pianoforte; Geoffrey Hobday direttore, Pietro Spada piano-
forte; 1964 Francesco Molinari Pradelli direttore, Nikita Magaloff
pianoforte; 1965 Stanislaw Skrowaczewski direttore, Géza Anda
pianoforte; Peter Maag direttore, Marisa Candeloro pianoforte;
1966 Antonio Pedrotti direttore, Yara Bernette pianoforte; Francesco Cristofoli direttore, François-Joël Thiollier pianoforte; Pawel
Klecki direttore, Svjatoslav Richter pianoforte; 1967 Igor Gjadrov
direttore, Sergio Perticaroli pianoforte; 1968 Fernando Previtali
direttore, Emil Gilels pianoforte; Bruno Martinotti direttore, Franco
Mannino pianoforte; 1969 Pierluigi Urbini direttore, Samardjieva
Maja pianoforte; Fritz Rieger direttore, Vladimir Selivochin pianoforte; 1975 Massimo Pradella direttore, Marisa Candeloro pianoforte; 1976 Bruno Aprea direttore, Mario Delli Ponti pianoforte; 1977
Henryk Czyz direttore, Andrzej Ratuszynski pianoforte (Orchestra
Filarmonica di Lodz); 1980 Daniel Oren direttore, Natasha Tadson
pianoforte; 1983 Pierluigi Urbini direttore, John Ogdon pianoforte;
1984 Yuri Ahronovitch direttore, Rafael Orozco pianoforte; 1987
Pierluigi Urbini direttore, Ivo Pogorelich pianoforte; 1989 Vladimir
Fedoseev direttore, Mikhail Pletnev pianoforte (Grande Orchestra
Sinfonica della Radiotelevisione Sovietica); Bruno Aprea direttore,
Dimitris Sgouros pianoforte; 1992 Pierluigi Urbini direttore, Cécile
Ousset pianoforte; 1993 Isaac Karabtchevsky direttore, Bruno Gelber pianoforte; 1998 Myung-Whun Chung direttore, Grigory Sokolov pianoforte; 2001 Mstislav Rostropovicˇ direttore, Eldar Nebolsin pianoforte; 2002 Myung-Whun Chung direttore, Arcadi Volodos
pianoforte; 2003 Yuri Temirkanov direttore, Lang Lang pianoforte;
2004 Vaktang Kakhidze direttore, Alexander Korsantia pianoforte
(Orchestra Sinfonica di Tbilisi); 2006 Gustavo Dudamel direttore,
Sergio Tiempo pianoforte; 2012 Carlo Rizzari direttore, Behzod
Abduraimov pianoforte.
20
Il taccuino dell’internauta
a cura di Fabrizio Scipioni
Prokof’ev
Merita un “viaggio” la pagina dedicata a Prokof’ev sul sito della
casa editrice Boosey & Hawkes (boosey.com/pages/cr/audiovisual/sample.asp?composerid=2693); ci sono molte informazioni
ed è possibile ascoltare estratti audio di quasi tutte le opere del
compositore.
Sul sito della Fondazione Prokof’ev (sprkfv.net/indexin.html) si
possono leggere articoli, vedere partiture, conoscere il mondo che
gira intorno all’autore. C’è poi un curioso museo Prokof’ev a Krasnoe (prokofmuseum.org.ua/index.php?lang=en) nel quale trovare
immagini, cimeli, ritratti e molto altro.
Se, dopo aver ascoltato qualcuna delle numerose versioni presenti
in rete, siete interessati a conoscere le più importanti incisioni della
Sinfonia n. 1, il sito wikipedia dedica una pagina proprio alla “Classica” (en.wikipedia.org/wiki/Symphony_No._1_%28Prokofiev%29);
se invece volete scaricarvi legalmente la partitura, la trovate
nella grande biblioteca digitale dell’IMSLP (International Music
Score Library Project, http://imslp.org/wiki/Symphony_No.1,_
Op.25_%28Prokofiev,_Sergey%29).
Anche se di Cenerentola verrà eseguita una Suite orchestrale non
possiamo dimenticare che il balletto eponimo è forse tra le espressioni più riuscite dell’arte coreutica del XX secolo. Per gli amanti
del genere su youtube c’è veramente grande scelta: oltre a quelle
classiche, legate ai primi interpreti, può essere interessante curiosare nella divertente coreografia di Frederick Ashton oppure in
quella più recente di Maguy Marin (un breve estratto della edizione del National Opera Ballet di Lione all’indirizzo: youtube.com/
watch?v=jc6mD40ZUwk). Con la “scusa” di Cenerentola merita una
visita anche il bel sito della “Rudolf Nureyev Foundation” (nureyev.
org/rudolf-nureyev-choreographies/rudolf-nureyev-cinderellaprokoviev).
Se pensate che la musica russa vada eseguita dai russi vale la
pena ascoltare un breve estratto della Suite registrato dal vivo
nella Grande Sala del Conservatorio di Mosca (con l’Orchestra del Teatro Mariinskij e Gergiev sul podio, youtube.com/
watch?v=vN65N4JCPxQ).
21
Čajkovskij
Autore amatissimo e molto eseguito, Čajkovskij è letteralmente
osannato dal web; basta vedere il sito tchaikovsky-research.net/en/
index.html che praticamente offre tutto quello che si può chiedere
sul compositore. Ricchissimi data-base (con più di 20.00 titoli e un
corposo catalogo di oltre 5.000 lettere) permettono di scandagliare
la vita e l’opera di Čajkovskij: la pagina dei link, inoltre, è molto consistente e aiuta a navigare senza perdersi nei meandri della rete.
La BBC dedica al compositore un singolare approfondimento intitolato Čajkovskij dalla A alla Z (bbc.co.uk/radio3/classical/tchaikovsky/atoz/) che comprende voci dalla “A” di Alexander II alla “Y”
di Yevgeny Onegin passando, tra gli altri argomenti, dalla “H” di
Homosexuality.
Anche Classical TV (importante sito dedicato a Opera, Balletto, Jazz,
Concerti ecc.) offre materiale video di grande interesse (classicaltv.
com/search-tag/tchaikovsky).
Čajkovskij ha da sempre incarnato la figura del musicista romantico e la
sua vicenda personale (più di quella musicale) ha affascinato il mondo
del cinema; c’è una dettagliata pagina di wikipedia che analizza il rapporto tra il compositore e il cinema (nonché la televisione: it.wikipedia.
org/wiki/P%C3%ABtr_Il%27i%C4%8D_%C4%8Cajkovskij_nella_letteratura_e_nel_cinema) dalla quale citiamo il film di Ken Russell The Music Lovers (1970, titolo italiano L’altra faccia dell’amore)
e Es war eine rauschende Ballnacht del regista tedesco Carl Froelich,
(1939), entrambi visibili in rete. Di recente una delle sue creazioni
più popolari, Il lago dei cigni ha ispirato Il cigno nero (2010, regia Darren Aronofsky) la cui colonna sonora è un funzionale adattamento ed
arrangiamento di parti dell’originale.
Del celeberrimo Concerto n. 1 la rete offre esecuzioni mirabili e
affascinanti video (come quello con una giovanissima Martha Argerich); se invece volete conoscere più a fondo il pianista Denis
Matsuev non dovete far altro che collegarvi al suo sito (matsuev.
com/) e da lì accedere al canale su youtube (youtube.com/user/
MatsuevDenis?feature=watch) con 158 video caricati di musica da
camera, concerti solistici e sinfonici (il Concerto n. 1 di Čajkovskij è
all’indirizzo youtube.com/watch?v=BcPY0SZog7Y).
Per una più facile consultazione dei link consigliati, visita la pagina
www.santacecilia.it/link
22
gli interpreti
23
La carriera internazionale di Vassily Sinaisky è stata lanciata dalla vittoria, nel 1973, della Medaglia
d’oro al Concorso Karajan di Berlino. Successivamente, dal 1976 al 1987, è stato Direttore principale della Latvian National Symphony Orchestra,
quindi Direttore musicale e Direttore principale
della Moscow Philharmonic, Principale direttore
ospite della Netherlands Philharmonic e Direttore
musicale della Russian State Orchestra. Dal 2010
riveste il ruolo di Direttore musicale e Direttore
principale del Teatro Bol’šoj di Mosca, recentemente riaperto al pubblico moscovita dopo un restauro
durato 5 anni. Inoltre è stato nominato Direttore
onorario della Malmö Symphony Orchestra e Direttore emerito della BBC Philharmonic.
Come direttore ospite ha collaborato con orchestre prestigiose quali Cleveland Orchestra, Los Angeles Philharmonic, London Philharmonic, Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda SWR, Czech Philharmonic. Più di recente è salito sul
podio della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam,
Gewandhausorchester di Lipsia, Orchestra Sinfonica NDR di
Amburgo, Orchestre Philharmonique de Radio France e NHK
Symphony di Tokyo.
In campo operistico ultimamente ha diretto Iolanta di Čajkovskij
e Francesca da Rimini di Rachmaninoff al Theater an der Wien,
Boris Godunov di Musorgskij alla San Francisco Opera, Carmen
di Bizet e Il cavaliere della rosa di Strauss alla English National
Opera, Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovič alla
Komische Oper di Berlino, opera che prossimamente dirigerà
anche all’Opernhaus di Zurigo.
Ha inciso le sinfonie di Franz Schmidt con la Malmö Symphony Orchestra mentre con la BBC Philharmonic ha registrato
brani di Šostakovič, Čajkovskij, Rimskij-Korsakov, Glinka, Ljadov, Schreker e Szymanowski.
Vassily Sinaisky è al suo debutto nei concerti di Santa Cecilia.
24
Definito il “nuovo Horowitz” dal “Times” di Londra,
il pianista russo Denis Matsuev è stato proiettato
nell’olimpo del concertismo internazionale dalla vittoria nell’undicesima edizione del Concorso
“Čajkovskij” di Mosca nel 1998.
A 38 anni, Matsuev è nel pieno di una carriera che lo
vede protagonista richiesto in tutto il mondo, ospite
delle maggiori orchestre come New York Philharmonic, Chicago Symphony, Berliner Philharmoniker, London Symphony, London Philharmonic, Philharmonia
di Londra, Gewandhausorchester di Lipsia, Orchestra
della Radio Bavarese, Philharmonia di Londra, Orchestre National de France, Orchestre Philharmonique
de Radio France, Filarmonica di San Pietroburgo, Orchestra del Teatro Mariinskij, Netherlands Radio Philharmonic. Negli ultimi anni è stato diretto da celebri bacchette
quali Pappano, Maazel, Gergiev, Mehta, Jansons, Temirkanov, Masur, Chung, Bychkov, Conlon, Fedoseyev e Sokhiev.
Tra gli appuntamenti principali di questa stagione segnaliamo
concerti con la Israel Philharmonic diretta da Zubin Mehta e da
Kurt Masur, Royal Philharmonic e Charles Dutoit, una tournée negli Stati Uniti con la London Symphony e la Mariinskij Orchestra
dirette da Valery Gergiev, Montreal Symphony e Mikhail Pletnev, Royal Philharmonic e Charles Dutoit, Pittsburgh Symphony
e Manfred Honeck, Philadelphia Orchestra e Gianandrea Noseda, Oslo Philharmonic e Jukka-Pekka Saraste, Concertgebouw di
Amsterdam e Mariss Jansons. In recital si esibirà, tra l’altro, nella
Carnegie Hall di New York, Concertgebouw di Amsterdam, Salle
Pleyel di Parigi e Konzerthaus di Vienna.
Nel dicembre 2007 la Sony BMG ha pubblicato il disco Unknown
Rachmaninoff, nel 2009 il cd Denis Matsuev: The Carnegie Hall
Concerts e la registrazione del Terzo Concerto per pianoforte e
orchestra di Rachmaninoff con Valery Gergiev e l’Orchestra del
Teatro Mariinskij e lo scorso anno, sempre con Gergiev e l’Orchestra Mariinskij, i due Concerti per pianoforte di Šostakovič.
Denis Matsuev è ospite abituale dei concerti di Santa Cecilia.
25
orchestra
delL’ACCADEMIA NAZIONALE
DI SANTA CECILIA
Sir antonio pappano
direttore musicale
Carlo Rizzari
direttore assistente
VIOLINI PRIMI
Carlo Maria Parazzoli*, Marco Fiorini*, Ruggiero Sfregola, Marlene Prodigo,
Elena La Montagna, Nicola Lolli, Margherita Ceccarelli, Roberto Saluzzi,
Fiorenza Ginanneschi, Roberto Granci, Paolo Piomboni, Barbara Castelli,
Kaoru Kanda, Jalle Feest, Daria Leuzinger, William Esteban Chiquito Henao,
Soyeon Kim, Ylenia Montaruli, Margherita Busetto
Violini secondi
Alberto Mina*, David Romano*, Ingrid Belli, Rosario Genovese,
Leonardo Micucci, Lavinia Morelli, Pierluigi Capicchioni, Riccardo Piccirilli,
Daniele Ciccolini, Andrea Vicari, Maria Tomasella Papais, Cristina Puca,
Giovanni Bruno Galvani, Rocco Malagoli, Brunella Zanti,
Svetlana Norkina, Annamaria Salvatori
Viole
Raffaele Mallozzi*, Simone Briatore*, Sylvia Mayinger, Michael Kornel,
Sara Simoncini, Carla Santini, Fabio Catania, Ilona Balint,
Andrea Alpestre, Lorenzo Falconi, Stefano Trevisan, David Bursack,
Luca Manfredi, Federico Marchetti, Stefania Pisanu
Violoncelli
Luigi Piovano*, Gabriele Geminiani*, Carlo Onori, Diego Romano,
Francesco Storino, Bernardino Penazzi, Francesco Di Donna,
Matteo Michele Bettinelli, Sara Gentile, Giacomo Menna,
Danilo Squitieri, Maximilian von Pfeil, Alfredo Mola
CONTRABBASSI
Antonio Sciancalepore*, Libero Lanzilotta*, Anita Mazzantini,
Simona Iemmolo, Paolo Marzo, Andrea Pighi, Piero Franco Cardarelli,
Enrico Rosini, Paolo Cocchi, Nicola Cascelli
*Prime parti soliste. N.B.: le prime parti del concerto odierno sono evidenziate in neretto
26
Flauti
Carlo Tamponi*, Andrea Oliva*, Nicola Protani, Claudia Bucchini
Ottavino
Davide Ferrario
Oboi
Paolo Pollastri*, Francesco Di Rosa*, Anna Rita Argentieri
Corno inglese
Maria Irsara
Clarinetti
Stefano Novelli*, Alessandro Carbonare*, Simone Sirugo
Clarinetto basso
Dario Goracci
FagottI
Francesco Bossone*, Andrea Zucco*, Fabio Angeletti
Controfagotti
Alessandro Ghibaudo, Sabrina Pirola
Corni
Alessio Allegrini*, Guglielmo Pellarin*, Marco Bellucci,
Arcangelo Losavio, Fabio Frapparelli, Luca Agus, Giuseppe Accardi
Trombe
Andrea Lucchi*, Omar Tomasoni*, Ermanno Ottaviani,
Vincenzo Camaglia, Antonio Ruggeri
Tromboni
Basilio Sanfilippo*, Andrea Conti*, Agostino Spera
Trombone basso: Maurizio Persia
tuba
Gianluca Grosso
ArpA
Cinzia Maurizio*
Timpani
Enrico Calini*, Antonio Catone*
Percussioni
Marco Bugarini, Edoardo Albino Giachino, Andrea Santarsiere,
Michele Camilloni, Flavio Tanzi, Francesco Russo
pianoforte
Velia De Vita
27
Se ami la musica
Sostieni l’Accademia!
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avere un ruolo di primo piano nella vita culturale
del nostro paese, sostenere artisti affermati
e promuovere giovani talenti, supportare
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iniziative rivolte ad avvicinare alla musica
giovani e bambini, sostenere i concerti dei
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Bianche, tutelare il nostro prezioso Museo degli
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scientifiche e divulgative e permetterci di
continuare a preservare e ad offrirvi il nostro
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Benefattore o Mecenate.
mecenati
Associazioni
Arte Musica Solidarietà onlus
Briguglio Siracusano Vaccarella
Studio associato
Pirola Pennuto Zei & Associati
Fondazione
Fondazione Heydar Aliyev
Tommaso Addario
Antonio Briguglio
Nicola e Beatrice Bulgari
Maite Bulgari
Francesco Carbonetti
Federica Cerasi Tittarelli
Enrico del Prato
Vittorio e Mimma Di Paola
Carla Fendi
Franca Fendi
Paola Fendi
Donatella Flick
Laura Fontanesi Ghella
Andrea Guarino
Luigi Gubitosi
Berardino Libonati
Francesco Musumeci
Yoko Nagae Ceschina
Tiziano Onesti
Antonio e Pamela Pappano
Alexander Rachmaninoff
Laurel Schwartz
Dino Trappetti
Carla Zaffiri Cappelli
l’accademia nazionale di santa cecilia ringrazia
benefattori
Anna Bernardi Tasco, Lorenza Caputi, Claudia Cornetto Bourlot,
Anna Fendi Venturini, Giovanni Fiori, Maria Cecilia Lazzarini
Merloni, Elena Testa Cerasi, Milena Ugolini, Maria Teresa Vincenzi
Mastromarino
Donatori
FondazioneFondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Giovanni Aldobrandini, Anna Maria Ambrosini Massari, Giuliana Annoni, Luciano
Arcangeli, Alfonso Archi, Teresa Berry e Gary Goodman, Antonietta Bufano,
Marina Cascini, Anna Rosa Cotroneo, Pilar Crespi, Paola De Angelis Campilli,
Andreina De Clementi, Valerio Di Gravio, Giorgio Donati, Isabella Ferretti Cenci,
Ileana Florescu Franchetti, Sabrina Florio, Maria Rita Grassi Lattanzi, Maddalena
Labricciosa Amato, Gennaro Lalli, Luisa Laureati, Marina Letta Ottaviani,
Gaetano Maccaferri, Franca Mancini, Cornelia Mattiacci, Adalvera Mayro, Anna
Maria Monorchio Mottura, Camilla Morabito, Federico Nordio, Elena Penta,
Sonia Raule, Stefania Repack, Andrea Ripa di Meana, Fabrizio Ruffo, Gabriele
Savarese, Giuseppe Scassellati Sforzolini, Paolo Scotto di Castelbianco, Nicola
Staniscia, Paola Tittarelli, Maria Teresa Venturini Fendi
Sostenitori
Associazioni
Circolo Canottieri Aniene
The Maestro’s Circle of the Royal Opera House, Covent Garden
FondazioneFondazione Ettore Paratore
Livia Aldobrandini, Alberto Asor Rosa, Giacinta Astraldi, Carlo Balzi, Maria Teresa
Berruti, Mario Biritognolo, Jeffrey Blanchard, Daniela Blasutto, Federico Bonoli,
Giovanna Cadorna, Luigi Emanuele Carratelli, Giovanna Casalino, Giulia Catenacci,
Jolanda Cei Semplici, Giuseppe Chiarante, Domenico Chiaravalloti, Cristina
Chiomenti, Armande Cholette Guerreri, Maria Teresa Ciccone, Loretta Cifone, Lorenzo
Codogno, Ferdinando Corelli, Francesca Cossuto, Rosario Cupolillo, Luisa Di Nicola,
Joan Ellenbogen-Geller, Claudia Erdmann, Antonio Fekeza, Marion Franchetti, Amedeo
Frapparelli, Silvia Genovese, Ada Gentile, Vincenzo Giribaldi, Rosalba Giugni, Maurizio
Giuli, Matelda Grassi, Alessio Lupoi, Giandomenico Magrone, Flavio Mastrangelo, Noli
Mazza, Stefano Monami, Tullio Monini, Carlotta Montefiore Cocchi, Bruno Orvieto,
Cristina Ottieri, Giovanni Padovani, Francesco Palladino, Matilde Passa, Annalisa
Pellini, Mirella Petteni, Maria Grazia Picozzi, Vittorio Pinelli, Elisabetta Veronica Poli,
Davide Poznanski, Bianca Riccio, Domenico Pio Riitano, Gianpaolo Rinaldo, Terenzio
Sacchi Lodispoto, Michela Santoiemma, Gina Sbrigoli, Raffaella Spaccarelli, Sara
Staccioli Chiarante, Carlotta Staderini Chiatante, Luisa Todini, Paolo Torchetti, Rosita
Tordi Castria, Maria Grazia Virzi Scalorbi, Maria Gabriella Vismara Currò, Ugo Zampetti,
Gigliola Zecchi
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Elenco soci aggiornato al 28 febbraio 2013.
prossimi concerti
marzo
pavel haas quartet
ven 15 ore 20.30 turno V-Z
Sala Sinopoli
Pavel Haas Quartet
Janáček Quartetto n. 1
Schnittke Quartetto n. 3
BeethovenQuartetto op. 130
Grosse Fuge op. 133
čajkovskij • Patetica
sab 16 ore 18 turno A-A1
lun 18 ore 21 turno B
mar 19 ore 19.30 turno C
Sala Santa Cecilia
Orchestra dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano direttore
Sonia Ganassi mezzosoprano
Elgar In the South
Chausson Poème de l’Amour
et de la Mer
Čajkovskij Sinfonia n. 6 “Patetica”
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