Quammen - GingerGeneration.it

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Di Francesca Lozito
L'ultimo studio su Zika, dai risvolti sorprendenti, un anno fa lo hanno pubblicato un gruppo di
ricercatori sull'American Journal of Tropical Medicine and Hygiene: i mosquitos della specie Aedes
aegypti, il “mezzo di trasporto” con cui si diffonde il virus Zika, si trovano anche attorno al Capitol
Hill di Washington DC.
Non se ne sorprende di certo uno come David Quammen, tra i più noti science writer del mondo.
L'autore di Spillover, tradotto in Italia da Adelphi è un acuto studioso dei fenomeni di diffusione
delle pandemie di cui ricostruisce sia gli aspetti scientifici che le ripercussioni sociali.
“I mosquitos Aedes – spiega con molta semplicità – possono andare ovunque. Basta che stiano
dentro un aereo”.
Quammen tuttavia non vuole creare falsi allarmismi: precisa infatti che la correlazione tra le
malformazioni nei feti riscontrati in Brasile e il contagio di questo virus non è certa.
Iniziamo chiarendo un punto fondamentale: Zika è un'infezione degli animali che si trasmette
agli umani? Come?
Questa domanda è stata trascurata da molti degli articoli che sono usciti in queste settimane. La
risposta è che noi non lo sappiamo, ma sospettiamo che sia una zoonosis (il modo in cui si definisce
una infezione che dagli animali si trasmette agli umani, ndr). Questo perché Zika era sconosciuto
agli scienziati fino al 1947 e la prima traccia negli umani è stata riscontrata nel 1952: dove viveva il
virus prima che venisse riconosciuto negli umani? Zika viene trasmesso dai mosquitos, ma
probabilmente vive anche in altre creature nella foresta del centro e dell'est Africa, probabilmente
nelle scimmie.
Come si sviluppa la storia di Zika negli anni?
Nel 1947 alcuni ricercatori del Rockfeller Institute vanno a studiare in Uguanda la febbre gialla.
Prendono un macaco (di origine asiatica), lo mettono dentro un albero e aspettano che venga punto
dalle zanzare della febbre gialla. Il macaco invece non aveva la febbre gialla, ma un nuovo virus. La
foresta in cui accadde tutto questo era la foresta di Zika. Solo successivamente le evidenze di questo
virus si riscontrano nei mosquitos e poi negli umani. Prima in Africa e poi in Asia, portato
probabilmente da un uomo infettato. In Micronesia e Polynesia ci sono stati riscontri nel 2007 e nel
2013. Con uno scambio bilaterale di infezione tra Aedes mosquitos e umani infetti
In che modo Zika è diventato il virus più temuto di questo anno?
La questione cruciale è stata la scoperta di un aumento incredibile di microcefaliti nei bambini nati
nella parte del Nord est Brasile tra aprile e maggio dello scorso anno. Il virus era presente in questa
parte del Brasile e nelle madri che avevano partorito quei bambini. Ci sono evidenze della presenza
del virus, ma non c'é ancora la prova che sia stato questo virus a causare le microcefaliti. Nessuna
connessione è provata, è importante dirlo. Perché è la paura che ogni donna incinta infettata da Zika
possa far nascere bambini malformati che ha causato questo grande stato di allarme. Il virus può
essere dannoso ma non sappiamo se questa connessione è vera.
Un'altro degli allarmi di questi giorni è la diffusione fuori dal Brasile. Come viaggiano i
mosquitos?
Girano. Non solo in autonomia, ma anche, ad esempio, dentro gli aerei. E' stato riscontrato di
recente che un gruppo di Aedes mosquitos, provenienti dall'America avevano viaggiato sulle navi
cargo. Sono trasportati attraverso le attività umane.
Fatti e supposizioni su Zika. A questo punto riassumiamole.
Anche questo è importante ribadirlo. Fatti: c'é un nuovo virus che ora si sa che è in America e in
altri luoghi: causa sintomi deboli come eruzioni cutanee, febbri e si sa che è trasportato dagli Aedes
mosquitos, distribuiti in varie parti del mondo.
Supposizione: Zika causa le microcefaliti. Certo, c'é stato un aumento di nascite con microcefaliti
negli ultimi mesi in Brasile, ma è anche vero che prima che venisse riscontrato questo fenomeno le
microcefaliti non venivano osservate e tenute in considerazione. Ma è giustificato il consiglio di
non viaggiare rivolto alle donne incinta. Come devono fare attenzione gli uomini: perché attraverso
lo sperma possono trasmettere il virus alle proprie partner.
Quindi la decisione dell'Organizzazione mondiale della sanità di dichiarare Zika una
emergenza di salute pubblica è corretta?
Sì, perché il rischio di microcefalite causa un grande allarme. Quindi, finché non saremo sicuri che
è causato da Zika è meglio essere cauti e dichiarare l'emergenza per rendere i cittadini coscienti del
rischio. Se le persone vivono in luoghi dove non ci sono i mosquitos o se non sono giovani che
possono rimanere incinta non hanno ragione di essere allarmati più di quanto lo possano essere per
l'influenza.
Come si deve informare bene l'opinione pubblica dunque?
C'é una via di mezzo tra l'allarme e l'ignoranza. Ed è quella di rendere le persone un po' più
coscienti delle questioni scientifiche, della geografia, delle dinamiche e del contesto. Non dobbiamo
avere paura che virus come Zika o Ebola arrivino automaticamente a casa nostra più di quanto
dobbiamo avere paura delle conseguenze di una influenza, che è una cosa familiare. La malaria
causa più morti ogni anno di quante ne ha causate Ebola nel 2014, ma nessuno ne parla. Abbiamo la
responsabilità di parlare chiaramente sui mezzi di comunicazione.
Negli ultimi anni questi virus “antichi” ritornano nelle nostre vite. Perché?
Due sono le ragioni. Abbiamo più strumenti di indagine per riconoscere i virus. Nello stesso tempo
il nostro agire, magari per distruggere, in contesti come le foreste, i luoghi incontaminati dove i
virus per anni rimangono silenti ci porta in contatto con questi.
Quella di Zika è una storia simile a Ebola?
No, è più virulenta e letale ma è più facile da arrestare: la contrai solo se entri in contatto con i
“fluidi” infetti. Zika, portato in giro dagli Aedes mosquitos è più difficile da fermare.
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