Norme editoriali per gli autori di
“Aurea Parma”
Rivista quadrimestrale di storia, letteratura e arte
Il testo deve essere inviato nella versione definitiva in formato digitale, non deve presentare correzioni e
deve essere chiaramente leggibile; deve essere completo di eventuali fotografie, illustrazioni, disegni, note,
tavole, grafici, appendici ecc., che sono da consegnare in file separati dal testo. Il testo va redatto secondo le
indicazioni del codice redazionale.
La casa editrice Diabasis avrà cura di informare gli autori nel caso in cui l’articolo venga ritenuto interessante
e degno di pubblicazione.
Per motivi di uniformità, si invitano gli autori a rispettare le seguenti norme editoriali.
a)Generali
-Fare attenzione a eventuali doppi spazi tra le parole.
-Non lasciare spazio dopo l’apostrofo.
-Lasciare sempre tre spazi a ogni capoverso.
-Conservare la “d” eufonica di ad, ed, od davanti alle parole che iniziano con la stessa vocale
(principali eccezioni: ad ogni, ad esempio, ad essa, ad opera).
-Si richiama l’attenzione sull’uso corretto degli accenti acuti e gravi nelle parole che finiscono con la
lettera “e”.
-Evitare di mettere tra virgolette il corsivo.
-Non mettere mai la virgola tra soggetto e predicato.
-La lettera iniziale E maiuscola (voce verbale) va accentata e non apostrofata (È e non E’).
b)Redazionali
-Le citazioni di autori riportate testualmente vanno in tondo, tra virgolette caporali «…», dette
anche aguzze, basse, acute, uncinate o a sergente. Nel caso invece di citazioni sia nel testo sia nelle
note di riviste, periodici o quotidiani si tende ormai a privilegiare l’utilizzo di virgolette doppie
apicali “…” (es. “Aurea Parma”). I tre puntini tra parentesi quadre […] si usano per indicare parole
omesse all’interno della citazione. Se il brano citato supera le cinque righe, deve essere riportato in
corpo più piccolo, senza virgolette, andando a capo e lasciando una riga vuota prima e dopo. Nel
caso di citazione nella citazione, si usano virgolette singole apicali ‘…’. Le eventuali integrazioni al
testo citato vanno tra parentesi quadre […].
-Si prega di fare attenzione all’uso delle maiuscole e delle minuscole:
vanno in minuscolo i nomi di cariche e qualifiche (es. re, duca, sindaco, prefetto, senatore,
professore, ecc.);
vanno in minuscolo gli aggettivi sostantivati che indicano gli abitanti di un territorio o di uno Stato
(es. i parmigiani, i parmensi, i francesi, gli ebrei, ecc.), mentre vanno in maiuscolo quelli usati per
designare un’area geografica (es. il Parmense, il Piacentino, ecc.);
vanno in maiuscolo i termini che indicano epoche o periodi storici (es. il Trecento, l’Illuminismo, il
Risorgimento, ecc.);
va in minuscolo il nome che indica genericamente circoscrizioni territoriali, forme di governo o
magistrature (es. comune, ducato, regno, ecc.). È preferibile l’uso della maiuscola qualora si indichi
un’istituzione specifica (Regione Emilia-Romagna, Ducato di Parma, Regno di Sardegna, ecc.);
per i nomi di magistrature, enti, uffici, istituti, si userà il maiuscolo solo per la prima parola (es.
Archivio comunale di Parma, Camera dei deputati, Democrazia cristiana, ma ministero della
Pubblica istruzione, degli Esteri, dei Beni culturali, ecc.). Nel caso di magistratura la cui
denominazione inizi con un aggettivo, si porrà in maiuscolo l’iniziale della prima parola (es. Sacra
congregazione del buongoverno);
si userà il maiuscolo per soprannomi o pseudonimi (es. il Re Sole, il Beato Angelico, ecc.), per nomi
di edifici o monumenti (es. il Teatro Regio, il Collegio dei Nobili, la Casa Bianca, ecc.), per i termini
comuni facenti parte di un nome proprio (es. Cassa di Risparmio di Parma, Banco di Napoli, ecc.),
per denominazioni antonomastiche (es. il Nuovo Mondo, la Grande Guerra, ecc.), nomi di periodi
geologici o preistorici (il Giurassico, il Neolitico, ecc.), nomi di popoli antichi (i Romani, i Fenici, i
Normanni, ecc.);
si deve usare il maiuscolo per indicare uno Stato o un ente (es. la Serenissima, la Municipalità, gli
Interni, ecc.);
per gli acronimi e per le sigle porre in maiuscolo solo l’iniziale (es. Onu, Fiat, Pc, Cd-rom, ecc.) e
senza puntini tra una lettera e l’altra.
- Si suggerisce di usare il tondo anziché il corsivo per i vocaboli latini o di lingua straniera di uso
comune (es. iter, aut aut, raptus, test, week-end, ecc.); occorre invece utilizzare il corsivo per
indicare i titoli di volumi, saggi, articoli nonché di opere letterarie, musicali, teatrali e d’arte
figurativa (es. I promessi sposi, La Traviata, La figlia di Iorio, Guernica, ecc.).
I numeri vanno sempre scritti in lettere; si esprimono in cifre quando si tratti di date, dati statistici,
quantità, in questo caso preceduti o seguiti dalle rispettive misure (di lunghezza, peso, di moneta, ecc.),
dove il simbolo non deve essere seguito dal punto. In caso di numeri indicanti migliaia, il puntino di
separazione si usa per i numeri di quattro o più cifre (es. 2.450, 21.356, ecc.), fatta eccezione per quelli I
capoversi vanno sempre indicati con un rientro automatico. Le recensioni non dovrebbero di norma
superare le 3.000-3.500 battute, spazi inclusi. che riguardano date o leggi (es. l’anno 2015, la legge 1859
del 1962, ecc.). Per le date va indicato giorno, mese e anno (es. 18 novembre 1942); evitare di porre il
mese in cifre e di suddividere i medesimi con punti o trattini (es. 12.11.42 - 12/11/42), o di far precedere il
numero dallo zero (es. il giorno 03, o 03 per indicare il mese di marzo).
I trattini congiuntivi (-), senza spaziature, si usano per dividere numeri (es. pp. 8-14, gli anni 1914-1918,
ecc.) o tra due parole formanti un unico composto (es. sala-stampa, la linea Parma-Suzzara, ecc.).
Evitare l’uso di trattini lunghi (—).
c)Bibliografiche
-Le note prevedono l’indicazione del nome puntato dell’autore, seguito dal cognome in maiuscolo
(maiuscoletto nella rivista). In caso di più nomi dell’autore, separare le iniziali con il punto, senza
lasciare spazi (es. G.B per Giovanni Battista). Se gli autori sono due o tre, separarli con un trattino
breve o congiuntivo, senza lasciare spazi (es. A. GAMBARELLI-G. MASSARI). Nel caso di più di tre
autori, sostituire i nominativi con l’indicazione AA. VV., o con quello del primo autore seguito da et
alii. Se l’autore è un ente o un istituto, il nome si scrive per esteso e in maiuscolo (es. ARCHIVIO DI
STATO DI PARMA), che sarà maiuscoletto nella rivista.
-All’autore, separato dalla virgola, segue il titolo dell’opera o del saggio in corsivo (es. E. GUAGNINI,
Indignarsi non basta, ecc.). Dopo il titolo, indicare in corsivo anche l’eventuale sottotitolo, facendolo
precedere dal punto. Se si tratta di una raccolta di saggi, il nome puntato e il cognome in maiuscolo
di chi ha curato la pubblicazione si pongono dopo il titolo, separato dalla virgola e preceduto dalla
locuzione “a cura di” (es. G. MOSCA, La classe politica, a cura di N. BOBBIO, ecc.): per le opere
straniere utilizzare l’espressione in lingua (es. sous la direction de per il francese, editet by per
l’inglese, ecc.). Nel caso di atti di convegno, dopo il titolo e l’eventuale sottotitolo, indicare Atti del
convegno o del congresso seguito da località, data o simili, racchiusi tra virgolette doppie apicali (es.
Un Borbone tra Parma e l’Europa: don Ferdinando e il suo tempo (1751-1802), “Atti del convegno
internazionale di studi, Fontevivo, Parma, ex Collegio dei Nobili, 12-14 giugno 2003”, a cura di A.
MORA, ecc.).
-Al titolo seguono luogo di edizione, casa editrice, anno di edizione: questi elementi sono sempre
separati da una virgola. Nel caso di opere in più volumi, indicare dopo il titolo generale il numero
romano del volume utilizzato, seguito dal titolo in corsivo dello stesso (es. Economia, istituzioni,
cultura in Lombardia nell’età di Maria Teresa, III, Istituzioni e società, ecc.). Il numero dell’edizione,
se necessario, si può dare in esponente (es. B. CROCE, Storia dell’età barocca in Italia, Bari, Laterza,
1946²). Quando non si faccia riferimento all’opera completa o ad argomenti trattati qua e là
(passim), la pagina o le pagine cui si riferisce la citazione vanno indicate, dopo la casa editrice e
separate dalla virgola, con le lettere p. o pp.
-In caso di articolo di rivista, periodico o quotidiano, all’autore e al titolo far seguire tra virgolette il
titolo della rivista, del periodico e del quotidiano utilizzato, l’eventuale serie in lettere romane, il
numero del volume in lettere romane seguito dall’annata (tra parentesi), la p. o le pp. utilizzate, il
tutto separato da virgole (es. G. BERTINI, Opere d’arte del Ducato di Parma e Piacenza a Parigi in
epoca napoleonica e loro restituzione, “Aurea Parma”, a. XCIX (2015), pp. 9-30; G. GONZI, Sanctiones
ac privilegia di Ranuccio I Farnese per lo Studium parmense, “Archivio storico per le province
parmensi”, s. IV, vol. L (1998), pp. 225-231). Non occorre indicare il numero del fascicolo se i
fascicoli che compongono l’annata hanno numerazione unica: va invece indicato quando la
paginazione di ogni fascicolo è indipendente.
-Dalla seconda citazione il titolo va abbreviato al solo cognome dell’autore, seguito dalle prime due
o tre parole del titolo, a sua volta seguita dall’indicazione “cit.”, in tondo (es. CROCE, Storia dell’età
barocca, cit., p o pp.). Si consiglia di evitare la locuzione “op. cit.”. Se una citazione segue
immediatamente la precedente, vale a dire se si succedono due note che si riferiscono allo stesso
testo, si utilizzerà ”ivi”, seguito dall’indicazione della p. o delle pp. utilizzate; nel caso in cui anche la
paginazione sia identica, si userà “ibidem” (es. ¹¹ CROCE, Storia dell’età barocca, cit., p. 22; ¹² Ivi, p.
44; ¹³ Ibidem). Per le seconde e successive citazioni di riviste, periodici, archivi, biblioteche, ecc. si
suggerisce di utilizzare la sigla corrispondente (es. ASPr per Archivio di Stato di Parma, AP per
“Aurea Parma”, ASPP per “Archivio storico per le province parmensi”, BP per “Biblioteca Palatina”,
ecc.).
-Nel testo il richiamo delle note è seguito e non preceduto dal segno di interpunzione: es. il Ducato
di Parma (1). e non il Ducato di Parma. (1); il punto interrogativo e il punto esclamativo devono
comunque precedere il numero di richiamo della nota: es. Che cosa ha scritto Dante? (5); Dante è
nato a Firenze, non a Ravenna! (6).
-In caso di utilizzo di volumi e articoli da sito internet, si seguono le regole utilizzate per articoli e
volumi a stampa, con l’aggiunta di: testo disponibile al sito http://www....... e, tra parentesi, la data
di consultazione.
-I versi di poesia riportati nella riga si dividono con la barra obliqua (es. Nel mezzo del cammin di
nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ ché la diritta via era smarrita). Il cambio di strofa è
segnalato con una doppia barra (//).
-Per quanto concerne l’intestazione delle recensioni, che non dovrebbero di norma superare le
3.000-3.500 battute, spazi inclusi, indicare: nome puntato e cognome dell’autore, titolo dell’opera,
luogo di edizione, casa editrice, anno di edizione, numero delle pagine (sempre numero pari),
eventuale prezzo (es. G. C. ARTONI, Lo stesso dolore e altre poesie nel tempo (1949-1966), Parma,
Diabasis, 2014, pp. 238, € 16).
d)Principali abbreviazioni
anastatica
= anast.
anno
= a.
articolo/i
= art., artt.
avanti Cristo
= a. C.
capitolo/i
= cap., capp.
confronta
= cfr.
dopo Cristo
= d. C.
edizione
= ed.
fascicolo
= fasc.
figura/e
= fig., figg.
foglio/i
= f., ff.
fuori testo………………….= f. t.
ibidem……………………….= ibid.
idem
= id.
luogo citato
= loc. cit.
manoscritto/i
= ms., mss.
miscellanea
= misc.
nota
= nota
non numerato
= n.n.
numero/i
= n. (sia per il singolare, sia per il plurale)
nuova serie
= n. s.
pagina/e
= p., pp.
paragrafo
= par.
recto (di foglio)
= r (senza punto)
ristampa
= rist.
secolo/i
= sec., secc.
seguente/i
= seg., segg.
serie
= s.
tabella/e
= tab., tabb.
tavola/e
= tav., tavv.
tomo/i
= t. (sia per il singolare, sia per il plurale)
traduzione italiana
= trad. it.
verso (di foglio)
= v (senza punto)
volume/i
= vol., voll.