LA COMUNICAZIONE Prof.ssa Annamaria Caputo La comunicazione indica quell’insieme di segni e di messaggi – verbali e non – che servono per trasferire ad altri informazioni, ma anche emozioni e sentimenti. Comunicare, infatti, non significa semplicemente informare, ma anche e soprattutto "entrare in relazione" con soggetti esterni a noi. La parola è un dono che solo l’uomo possiede, ma anche gli animali possono comunicare e possiamo affermare che, per ogni essere vivente, non comunicare è praticamente impossibile. GLI SCOPI DELLA COMUNICAZIONE SCOPO STRUMENTALE ( per ottenere qualcosa) SCOPO INFORMATIVO (per trasferire conoscenze) FUNZIONE ESPRESSIVA (per manifestare sentimenti) SCOPO DI CONTATTO SOCIALE (per socializzare e fare amicizia) FUNZIONE DI CONTROLLO (per influenzare gli altri) FUNZIONE DI RUOLO (per agire diritti e doveri legati al ruolo o alla posizione) SCOPO DI STIMOLAZIONE (per attivare l’individuo) SCOPO DI ALLEVIAMENTO (per sollevare da uno stato di preoccupazione o disagio) LA COMUNICAZIONE RISPONDE A BISOGNI PRECISI LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE comprende tutta la tipologia di scambi che avviene in modo diretto e circolare fra due o più individui. Vi è interazione comunicativa LA COMUNICAZIONE SOCIALE viene trasmessa in modo unidirezionale da una fonte verso un numero elevato ed indistinto di persone. I destinatari non possono interagire fra loro. IL MODELLO CIBERNETICO DELLA COMUNICAZIONE Funzione denotativa è incentrata sull'emittente. Viene posta in essere quando l'emittente dell'atto linguistico ha come fine l'espressione dei suoi stati d’animo Funzione conativa è focalizzata sul ricevente. Essa avviene quando tramite un atto di comunicazione l'emittente cerca di influenzare il ricevente, come per esempio in un ordine (esempio: "Va' da lei!") o nei casi linguistici del vocativo e dell'imperativo Funzione fatica è incentrata sul canale di comunicazione. Essa si realizza quando un partecipante dell'atto di comunicazione desidera controllare se il canale è, per così dire, aperto (esempio: domande del tipo "Mi segui?, mi ascolti?"). Funzione metalinguistica è quella riferita al codice stesso. Ossia quando il codice "parla" del codice (un esempio lampante sono le grammatiche o le didascalie in un testo teatrale). Funzione poetica . La funzione poetica è incentrata sul messaggio e valorizza il piano del significante IL LIMITE PRINCIPALE DEL MODELLO CIBERNETICO E’ QUELLO DI AVER TRASCURATO TUTTI I FATTORI DI ORDINE PSICOLOGICO, RELAZIONALE E PRAGMATICO ESSO PONE LA COMUNICAZIONE COME UN PROCESSO LINEARE LA PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA- PNL LA MAPPA DEL MONDO Ogni essere umano conosce il mondo filtrandolo attraverso i propri sensi, le esperienze personali, le proprie credenze e valori, e , dunque quello che noi percepiamo non e’ il mondo nella sua oggettività, bensì una rappresentazione soggettiva Secondo la PNL gli individui privilegiano più o meno consapevolmente, un canale sensoriale rispetto agli altri. I VISIVI hanno una postura e lo sguardo rivolto verso l’alto. Disegnano volentieri, curano l’abbigliamento nell’aspetto esteriore e nell’accostamento dei colori, amano osservare i dettagli. Parlano velocemente perchè le parole sono troppo lente. Utilizzano metafore ed espressioni del mondo visivo GLI UDITIVI parlano con ritmo e velocità regolari, solitamente accompagnandosi con il movimento ritmico delle mani. Comunicano stando dritti e muovendo frequentemente il capo orizzontalmente.Prediligono ragionamenti logici, consequenziali e ricordano facilmente le cose ascoltate I CINESTETICI preferiscono usare il sistema fisico corporeo , assumono una postura tendenzialmente “chiusa in se’”. Mimano con le mani o con il corpo quello che stanno raccontando. Per loro il contatto fisico è determinante, parlano lentamente con lunghe pause e profondi respiri. LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE LA SCUOLA DI PALO ALTO WATZLAWICH BATESON LA SCUOLA DI PALO ALTO DA’ IMPORTANZA AI FATTORI SISTEMICI DELLA COMUNICAZIONE E METTE IN LUCE LE COMPONENTI PRAGMATICHE . Infatti diede risalto al fatto che ogni fattore della comunicazione deve essere messo in relazione a tutto il contesto , ovvero al sistema a cui appartiene GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE NON SI PUO’ NON COMUNICARE OGNI COMUNICAZIONE PREVEDE DUE LIVELLI: CONTENUTO E RELAZIONE IL TIPO DI RELAZIONE PUO’ ESSERE BASATO SULL’UGUAGLIANZA O SULLA DIFFERENZA ESISTE UN MODULO COMUNICATIVO VERBALE ED UNO NON VERBALE LA COMUNICAZIONE VISIVA LA PERCEZIONE VISIVA E’ UN PROCESSO PSICHICO COMPLESSO. MOLTI DEI SUOI MECCANISMI SONO AUTOMATICI E SI REALIZZANO SENZA CHE IL SOGGETTO NE ABBIA CONSAPEVOLEZZA. LA PERCEZIONE E’ INFLUENZATA DA MOLTEPLICI FATTORI DI NATURA FISIOLOGICA , PSICOLOGICA (interessi, bisogni, esperienza passata, stato emotivo, personalità), SOCIALE (relative a dinamiche di percezione sociale) E LEGATE ALLE CARATTERISTICHE DEGLI STIMOLI VISIVI(grandezza, movimento, novità) La percezione visiva, quindi, è l’interpretazione rapida e soggettiva dello stimolo sensoriale, rielaborato e confrontato con le informazioni già presenti nella memoria di un individuo. Ciò che il nostro cervello vede e’ solo un modello del mondo esterno, costruito dal nostro meccanismo della visione e rielaborato dalla soggettività di ciascuno: gli oggetti e gli eventi che percepiamo non sono la copia perfetta dell’ambiente in cui viviamo, ma il risultato di una serie di mediazioni fatte dalla mente. LE ILLUSIONI OTTICHE LE FIGURE AMBIGUE Alcune figure vengono definite ambigue perché la figura può anche essere percepita come sfondo LA COMUNICAZIONE EFFICACE - K. Liss 1. MESSAGGIO IO-PARLARE IN PRIMA PERSONA – Il messaggio IO è assertivo perché rivela a) Sentimenti, emozioni b) Preferenze, avversioni c) Idee, convinzioni d) Permette all’altro di capire come ci si sente 2. ESPRIMERE CON CORTESIA LA PROPRIA OPINIONE SENZA UTILIZZARE FRASI A PROPRIO VANTAGGIO (es.: “è giusto quello che ho detto io”, “ho sempre ragione io” “non c’è un motivo, è così e basta” “si è sempre fatto così”) 3. ESPRIMERE FATTI E PROPOSTE CONCRETE 4. UTILIZZARE CRITICHE COSTRUTTIVE, rispettose della persona e che spingano al cambiamento ( la critica distruttiva cade spesso nell’insulto e nell’offesa e invece di far riferimento ai dati della realtà, interpreta, etichetta, rimprovera- “ti comporti così perché sei prepotente”-. La critica distruttiva blocca la comunicazione) L’OPERATORE SOCIO SANITARIO E LA COMUNICAZIONE TECNICA STILE Attività che si svolge tenendo conto di regole precise. Bisogna rispettare schemi e teorie studiati e sperimentati Lo stile è l’impronta personale che io do alla comunicazione attraverso il mio comportamento •MODELLO CIBERNETICO •PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE •PNL L’OPERATORE DEVE CONOSCERE BENE LE TECNICHE PER POTER ACQUISIRE UNO STILE COMUNICATIVO ADEGUATO GLI STILI COMUNICATIVI di R. Norton STILE DOMINANTE: atteggiamento di superiorità- postura sicura-gestualità e sguardi diretti STILE DRAMMATICO: atteggiamento di chi tende all’esagerazione, all’uso di metafore che mirano sottolineare o minimizzare il contenuto di un discorso. STILE POLEMICO: atteggiamento provocatorio, aggressivo con l’intento di imporre le proprie idee STILE APERTO: atteggiamento che espansività, affabilità, convivialità, gregarietà, schiettezza, loquacità, franchezza. Chi comunica in modo aperto tende ad essere percepito attraente, leale e fidato. STILE ATTENTO :La caratteristiche di questo stile possono essere individuate in tre concetti chiave: -feedback: in generale, il comunicatore attento si accerta che l’altra persona sappia che lui/lei la sta ascoltando. Lo stile diventa una sorta di garanzia del buon funzionamento del processo comunicativo. -empatia: essere attento nella comunicazione comporta profonde implicazioni nella relazione interpersonale; l’interlocutore ha un rinforzo positivo, si sente incoraggiato e capito. - ascolto attivo : C. Rogers afferma che l’ascolto è una componente attiva nella comunicazione. L’attenzione è contrassegnata in particolare da elementi non verbali ( cenni del capo, sguardo prolungato, vicinanza fisica…. ) L’attività dell’attento non va confusa da quella del dominante e del drammatico L’OPERATORE SOCIO-SANITARIO NELLO SVOLGIMENTO DEL SUO LAVORO DEVE UTILIZZARE UNO STILE ATTENTO, CHE GLI CONSENTE DI AGIRE CON PROFESSIONALITA’ SENZA ESSERE PREVARICANTE E SENZA ESSERE TROPPO CONFIDENZIALE L’OPERATORE DEVE SEMPRE AGIRE CON IL DISTACCO CHE GLI IMPONE IL SUO RUOLO IL COMPITO DELL’OPERATORE SOCIOSANITARIO E’ MOLTO DELICATO PERCHE’ EGLI HA A CHE FARE CON LA SOFFERENZA DEGLI ALTRI. EGLI DEVE ESSERE UN OTTIMO OSSERVATORE (non è importante vedere ma GUARDARE) PER COGLIERE NEL LINGUAGGIO VERBALE DELL’UTENTE LE SFUMATURE, I PARTICOLARI, IL NON DETTO. DEVE ANDARE OLTRE CIO’ CHE VEDE DEVE FARE MOLTA ATTENZIONE AL LINGUAGGIO NON-VERBALE